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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 7 gennaio 2025
CARCERI
di Valter Vecellio
huffingtonpost.it, 7 gennaio 2025 Tutti gli “inquilini” del “Palazzo”, sia chi “governa”, sia chi è all’opposizione non hanno mosso rilievo alcuno al discorso del Presidente. È da credere che siano d’accordo. Tuttavia non hanno fatto e continueranno a non fare nulla per modificare la situazione, che, nel frattempo, si è ulteriormente incancrenita. Egiziano, 26 anni fra qualche giorno; avrebbe finito di scontare la sua pena nell’aprile del 2027. Si è fabbricato una corda rudimentale, se l’è messa al collo e si è lasciato andare. È “evaso” così, definitivamente, nella solitudine della sua cella della sezione accoglienza della casa circondariale di Firenze Sollicciano. Di lui non si sa nulla, nulla importa sapere. È il primo detenuto suicida di questo inizio anno.
di Giovanni Negri
Il Sole 24 Ore, 7 gennaio 2025 Diniego possibile solo per motivi di sicurezza. Ma nei fatti nessun istituto è pronto. Quella delle persone detenute a potere ottenere momenti di intimità in spazi dedicati e non sorvegliati a vista non è una semplice aspettativa, ma un vero e proprio diritto. In quanto tale meritevole di tutela giurisdizionale. A un anno dalla sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato l’ordinamento penitenziario che escludeva lo svolgimento di colloqui con il coniuge, la parte dell’unione civile o la persona stabilmente convivente, senza il controllo a vista del personale di custodia, tenuto conto del comportamento della persona detenuta in carcere e dell’assenza di ragioni di sicurezza ora tocca alla Cassazione intervenire.
GIUSTIZIA
di Francesco Malfetano
La Stampa, 7 gennaio 2025 A breve il Parlamento deve votare i quattro giudici mancanti. Trattative serrate tra partiti. A destra Zanettin la spunta su Sisto. A sinistra probabile Luciani. Ma resta il nodo di una donna. La riunione dei capigruppo prevista per domani potrebbe tentare un’accelerazione. Almeno, è quello che spera la maggioranza: riuscire a breve a far sì che il Parlamento in seduta comune elegga i quattro giudici mancanti della Corte costituzionale. Anche se dall’opposizione sono scettici: siamo ancora indietro, ripetono, c’è accordo sul metodo, ma non ancora sui nomi.
di Simona Musco
Il Dubbio, 7 gennaio 2025 Il 2025 si apre con il voto sul provvedimento più atteso, oggetto di discussione, nelle stesse ore, anche al Csm. Sarà il primo provvedimento in aula nel 2025. Ed anche quello più atteso, andando a chiudere una parentesi tenuta aperta per 30 anni. La separazione delle carriere arriva domani alla Camera, con il voto sulle pregiudiziali, per poi tornare alla discussione, ufficialmente inaugurata il 9 dicembre. Giorno in cui, a Montecitorio, il dibattito si è diviso tra chi sostiene che la riforma darà finalmente la garanzia di un giudice terzo, contro lo strapotere della magistratura requirente, ponendo un freno al correntismo, e chi, invece, legge la riforma in ottica punitiva e come un tentativo di sottomettere i pm al potere politico.
di Alberto Maggi
affaritaliani.it, 7 gennaio 2025 “Si tratta di una riforma condivisa da tutto il Centrodestra e non si piantano bandierine come ha giustamente detto il vicepremier Tajani. È certamente una priorità della maggioranza”. Così ad Affaritaliani.it il sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro sulla riforma del sistema giudiziario, rilanciata oggi dal vicepremier Antonio Tajani. “La riforma nel suo complesso prevede la separazione delle carriere, il sorteggio al Csm e l’Alta Corte con funzione disciplinare. La separazione delle carriere garantirà finalmente il giusto processo, come da dettato costituzionale dell’art. 111, con la terzietà, anche apparente e non solo effettiva, del giudice.
di Giuseppe Cascini*
Il Dubbio, 7 gennaio 2025 Nonostante il carattere volutamente provocatorio della proposta, e nonostante i toni polemici e mistificatori che l’hanno accompagnata, l’iniziativa per la istituzione di una giornata in memoria delle vittime di errori giudiziari dovrebbe essere accolta con favore dalla magistratura. E anche la proposta del Ministro di prevedere forme di ristoro per chi sia stato ingiustamente sottoposto a processo merita attenzione. Nelle ultime settimane il dibattito pubblico sui temi della giustizia si è acceso attorno alla proposta di istituire una “giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari”. Come spesso accade, ahimè ormai da molti anni, la discussione ha immediatamente assunto i toni dello scontro e della contrapposizione.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 7 gennaio 2025 A fine gennaio il sindacato delle toghe rinnova i suoi vertici. Le correnti hanno formalizzato i programmi e propri i candidati. Tutti uniti contro la riforma costituzionale. Magistratura indipendente sfida Area, Md lancia Patarnello. L’Associazione nazionale magistrati si prepara a rinnovare i suoi vertici. Un appuntamento importante sul piano politico e istituzionale, in un 2025 che dovrebbe vedere l’approvazione della riforma della separazione delle carriere e del Csm (il ministro Carlo Nordio punta a chiudere la partita entro l’estate), con probabile successivo referendum. Dal 26 al 28 gennaio i magistrati di tutta Italia eleggeranno i 36 rappresentanti del comitato direttivo centrale dell’Anm, il cosiddetto “parlamentino” delle toghe.
ildolomiti.it, 7 gennaio 2025 Nel 2024, nella Casa circondariale di Spini, si sono toccate più volte punte di 380 persone presenti, con una crescita significativa in particolare delle donne. Difficile la situazione per quanto riguarda detenuti con diagnosi psichiatriche maggiori. Un sovraffollamento che non si ferma e che continua a creare problemi all’interno delle Case circondariali di Trento e Bolzano. Questa volta a denunciarlo è l’associazione Luca Coscioni che ha pubblicato i dati riferiti alla presenza di detenuti negli istituti penitenziari. Al 9 dicembre 2024 in Italia sono 62.283 le persone detenute a fronte di una capienza ufficiale di 51.165 posti (dati del Ministero della Giustizia). Di questi, però, 4.478 posti non sono disponibili. Il tasso di affollamento è quindi del 133,4%. Durante l’estate era poco sotto il 130%.
di Manuela D’Alessandro
agi.it, 7 gennaio 2025 Da 26 giorni un uomo di 49 anni è rinchiuso in cella a Monza. Manca una Rems libera che ospiti chi è ritenuto socialmente pericoloso per problemi di salute mentale. Da 26 giorni il signor Salvatore D., 49 anni, si trova nel carcere di Monza da assolto. Assolto per vizio totale di mente per incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti a causa di un grave disturbo psichiatrico, è in cella perché non si trova una Rems libera, cioè la struttura che, per legge, deve accogliere le persone ritenute socialmente pericolose affette da seri problemi di salute mentale.
di Massimiliano Saggese
Il Giorno, 7 gennaio 2025 Il 49enne di San Zenone al Lambro era accusato di rapina e minacce alla madre. L’avvocata Liparoti: “Dichiarato totalmente incapace d’intendere e volere. Potrebbe anche chiedere un risarcimento per ingiusta detenzione”. Da 27 giorni nonostante sia stato assolto resta in carcere perché manca il posto nella Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), struttura che deve accogliere le persone ritenute socialmente pericolose affette da seri problemi di salute mentale. Protagonista di questa assurda storia all’italiana è Salvatore D. un uomo di 49 anni residente a San Zenone al Lambro che si trova attualmente nel carcere di Monza. Un’assoluzione per vizio totale di mente: incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti a causa di un grave disturbo psichiatrico.
di Niccolò Gramigni e Pietro Mecarozzi
La Nazione, 7 gennaio 2025 La sindaca di Firenze Funaro interviene sulle condizioni del carcere fiorentino. Per tutte le opposizioni la questione non è più rinviabile. Per quanto forte l’espressione “una tomba per vivi”, usata dall’attivista per i diritti Enzo Brogi, descrive bene la situazione del carcere di Sollicciano. Dove il 2025 è iniziato nello stesso modo del 2024. I suicidi aumentano, due negli ultimi 13 mesi (e l’ultimo lo scorso 3 gennaio), mentre sono stati 64 i tentati di suicidio. C’è poi la questione direzione: per Sollicciano, con la direttrice Antonella Tuoni assente per malattia, Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) ha nominato due nuovi vicedirettori che dovrebbero entrare in servizio nei prossimi giorni. Si tratta di Valentina Angioletti e Valeria Vitrani.
di Angela Stella
L’Unità, 7 gennaio 2025 Rita Bernardini annuncia un esposto. Ha visitato le celle e la situazione è tragica. Piove dal tetto, manca l’acqua calda, muffa ovunque. Rita Bernardini ha presentato due giorni fa un esposto al procuratore di Livorno per denunciare le “indegne” condizioni di detenzione nella casa circondariale del capoluogo toscano. Il 30 dicembre 2024, la presidente di “Nessuno Tocchi Caino” aveva visitato l’istituto di pena assieme ad altri militanti dell’Associazione e all’avvocato Elena Augustin, dell’Osservatorio Carceri dell’Unione camere penali. In particolare, si legge nella denuncia, “le sezioni di Media sicurezza in cui sono ristretti 105 detenuti sono molto sovraffollate. Nelle celle costruite per ospitare una persona, per esempio, spesso ci sono tre letti. Il letto a due piani impedisce l’apertura delle finestre”.
di Claudia Iozzelli
La Nazione, 7 gennaio 2025 Cinque suicidi in un anno e 80 eventi critici certificati. Ma le problematiche sono mediamente all’ordine del giorno, “a stare bassi”, dicono dai sindacati. È il bilancio “nero” di un anno (il 2024) del carcere della Dogaia, da sempre alle prese con problemi strutturali, di personale, di sovraffollamento, di gestione di detenuti difficili. Insomma, non c’è nulla che funziona nonostante i tanti appelli di istituzioni, avvocati, sindacati, di tanti sopralluoghi, visite e commissioni parlamentari. Purtroppo, nulla è cambiato. I problemi della Dogaia restano sempre gli stessi, da anni. Solo negli ultimi giorni del 2024, si sono registrati parecchi “episodi critici”: il caos creato da una decina di detenuti la sera dell’ultimo dell’anno che ha costretto gli agenti a restare in servizio ben oltre l’orario di lavoro per poter riportare la calma ...
di Maria Nudi
La Nazione, 7 gennaio 2025 Michele Vito Cornacchia si rivolge alle istituzioni: “Il supporto dei professionisti è fondamentale”. Gli hanno tolto l’ufficio nel marzo del 2024 e ora gli hanno limitato le ore di colloquio con i detenuti, colloqui attraverso i quali Michele Vito Cornacchia, psicologo del carcere San Giorgio di Lucca per 29 anni, ha salvato tante vite, vite di persone che hanno sì commesso degli errori e per le quali il carcere, lo scontare della pena, dovrebbe essere una seconda possibilità. E allora Vito Michele Cornacchia in questo nuovo contesto professionale ha detto basta e ha rinunciato anche allo stipendio. Un gesto eclatante per il quale non si sente un eroe, ma con il quale vuole soprattutto scuotere le coscienze, vuole lanciare un allarme e un messaggio forte in un anno che ha registrato un numero di suicidi elevato.
di Massimiliano Nerozzi
Corriere di Torino, 7 gennaio 2025 Tesi di laurea sul diritto dei detenuti: senza un mestiere, finisci per tornare dentro. Che nelle carceri italiane molte cose non vanno come dovrebbero - pure nel campo rieducazione - lo si capisce già dal titolo: “Il lavoro penitenziario: un diritto per tutti, una possibilità per pochi”, tesi di laurea in sociologia giuridico-penale scritta da Giorgio Genovese, con relatore il professor Giovanni Torrente. A partire dai dati, raccolti dal ministero della Giustizia, secondo i quali “c’è una netta disparità tra coloro che svolgono un lavoro intramurario e coloro che prestano la loro attività all’esterno dell’istituto”.
nanotv.it, 7 gennaio 2025 Insegnare a un gruppo di detenuti l’arte di preparare il caffè, ma anche come lavorare il terreno, come coltivare il chicco affinché un domani possa nascere ‘il caffè di Secondigliano’. È l’obiettivo del progetto ‘Un chicco di speranza’, programma di reinserimento rivolto a dieci detenuti del carcere partenopeo, che vede insieme Kimbo, azienda leader del settore, il penitenziario di Secondigliano e la Diocesi di Napoli. Tre le direttrici su cui si sviluppa il progetto: attività di training funzionale alla formazione professionale di barista e come manutentore tecnico come opportunità di reinserimento sociale e lavorativo; d’intesa con i referenti dell’istituto penitenziario, sarà allestito all’interno dell’istituto un magazzino ricambi per le macchine bar di proprietà di Kimbo da riparare o rigenerare ...
di Alessia Vacca
teleregionelive.it, 7 gennaio 2025 Lo scrittore villacidrese Davide Forte ha recentemente ultimato il suo progetto di scrittura immersiva presso il carcere di Is Arenas ad Arbus, dal quale è nata una raccolta di poesie intitolata Granelli di sabbia. “Coltivo l’idea di una scrittura collettiva da circa nove anni quando ho presentato il mio primo libro e ho chiesto al pubblico di scrivere in forma anonima le proprie percezioni legate ai temi principali del libro come i sogni e le speranze di gioventù. All’inizio ero un po’ timoroso dell’esito ma poi ho notato che il pubblico ha risposto con grande entusiasmo e partecipazione.
Il Tirreno, 7 gennaio 2025 L’iniziativa si chiama “Non solo piedi buoni” per gli Juniores dell’Ac Capostrada. Un’esperienza particolare e bella quella che stanno vivendo alcuni calciatori della squadra Juniores regionali dell’Ac Capostrada: ogni mercoledì, dalle 14 alle 16, si incontrano con i detenuti della casa circondariale di Pistoia per una partita di calcio a 5 e per uno scambio di esperienze. Lo fanno dallo scorso giugno e continueranno a farlo fino a maggio, aderendo al progetto educativo “Non solo piedi buoni”, iniziativa dalla forte valenza sociale organizzata dal Settore giovanile e scolastico della Figc Toscana.
Il Riformista, 7 gennaio 2025 I volti della povertà in carcere, di Ruggiero e Pernaselci, è una meditazione religiosa sulla fiducia nel domani. La prefazione del cardinale Zuppi: “La sicurezza è data dalla rieducazione, diamo spazio alle pene alternative”.
di Elisa Messina
Corriere della Sera, 7 gennaio 2025 Il Governo non ha prorogato i contributi per gli “interventi sperimentali” per i minori svantaggiato. L’allarme dell’impresa sociale “Con i Bambini” e la lettera a Meloni e Giorgetti. Tra i tagli alla spesa pubblica previsti dalla legge Finanziaria approvata negli ultimi giorni del 2024 ce n’è uno che non ha mai occupato le prime pagine dei giornali o le notizie di apertura dei tg, e neppure è stato motivo di sciopero o mobilitazione di massa. Sto parlando del mancato rinnovo del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che era stato introdotto nel 2016 dal governo Renzi per attuare “interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori”.
di Walter Veltroni
Corriere della Sera, 7 gennaio 2025 È un problema che riguarda tutti, ma in particolare chi ha di meno. Il rischio è dare ragione a chi identifica i dem con la Ztl. Sbaglia la sinistra a pensare che il problema della sicurezza dei cittadini non sia una priorità, non la riguardi. Che sia solo un’invenzione o una semplice percezione indotta da social, media, politica. E non sbaglia solo perché così lascia spazi enormi alla destra e a derive securitarie che possono essere pericolose per la stessa convivenza pacifica. Sbaglia perché tradisce una vetusta concezione delle dinamiche sociali e psicologiche di questo tempo. Le società occidentali invecchiano, quella italiana più di altre. Non si fanno bambini, le famiglie non sono più “quelle di una volta” e si invecchia spesso da soli, spesso senza figli. La percezione di ansia diffusa tra i più giovani, malattia sociale ignorata, si salda con la fragilità di una società sempre più con i capelli bianchi.
di Filippo di Robilant
Il Foglio, 7 gennaio 2025 Repressione interna o “hostage diplomacy”, una pratica nella quale il regime degli Ayatollah eccelle, ma non è il solo. Urge creare strumenti sovranazionali ai quali le vittime possano ricorrere. Il ruolo dell’Italia e dell’Europa. Il caso di Cecilia Sala ha riportato alla ribalta il dilemma di come affrontare le detenzioni arbitrarie, una deprecabile pratica nella quale il regime degli Ayatollah eccelle sia riguardo alla repressione interna sia nei rapporti con altri stati. Recenti cronache hanno riportato la vicenda del diplomatico svedese e funzionario europeo, Johan Floderus, arrestato nell’aprile del 2022 all’aeroporto di Teheran, accusato di spionaggio per conto d’Israele e di essere colpevole di “Mofsed fel-arz”, cioè di diffondere la corruzione sulla Terra.
di Alberto Giulini
Corriere della Sera, 7 gennaio 2025 Tre insegnanti torinesi in carcere per una notte in Bulgaria a Natale. Sono attivisti del Collettivo Rotte balcaniche, Su Facebook il racconto della disavventura alla vigilia di Natale, nella stazione di polizia di Malko Tarnovo. “Arrestati per aver salvato vite umane”. Si apre così il lungo post pubblicato su Facebook da Simone Zito. Insegnante torinese, è stato arrestato in Bulgaria insieme alle colleghe Lucia Randone e Virginia Speranza per aver soccorso tre migranti in difficoltà. I tre sono parte del Collettivo Rotte balcaniche, gruppo di attivisti che opera prima in Bosnia e Serbia e ora in Bulgaria.
di Laura Berlingozzi e Marta Cavallaro
Il Domani, 7 gennaio 2025 Bisogna chiedersi cosa ne sarebbe oggi delle insorgenze jihadiste africane se alle prospettive di dialogo fosse stata data più fiducia. E cosa ne sarà domani di Hezbollah e di Hamas, del Medio Oriente nel complesso, se la violenza bruta rimarrà il canale esclusivo. Mai come oggi è evidente l’affanno delle diplomazie nell’affrontare crisi regionali che sono solcate da guerre sanguinose: conflitti armati che continuano ad alimentarsi, approfondirsi ed espandersi. In questo contesto di escalation che pare generalizzata, emerge una riflessione sempre più urgente: a nessuna latitudine la retorica della vittoria e le risposte militari stanno portando alla pace, mentre i combattimenti preparano il terreno per nuove ondate di radicalizzazione ed estremismo.
DOCUMENTI
TRG Veneto: "Padova, un libro racconta la storia della Cooperativa Giotto tra fragilità e carcere"
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