Telefax 049.654233. Mail: redazione@ristretti.it Sito internet: www.ristretti.org |
Notiziario quotidiano dal carcere
--> Rassegne Tematiche <--
Edizione di domenica 5 gennaio 2025
di Federica Pozzi
Il Messaggero, 5 gennaio 2025 Annullata la decisione di un giudice che negava a un uomo incontri privati con la moglie nel penitenziario di Asti: “Le relazioni affettive sono tutelate dalla Costituzione”. Vietare colloqui intimi tra coniugi in carcere è incostituzionale. Lo dice la Cassazione e non solo. Già un anno fa la Corte Costituzionale aveva stabilito che, compatibilmente con le esigenze del singolo, avere incontri non sorvegliati è un diritto del detenuto. Lo scorso 11 dicembre gli Ermellini hanno ribadito con una sentenza questo principio, accogliendo il ricorso di A.S., 34enne di Formia, recluso nel carcere di Asti. La casa circondariale piemontese ha negato all’uomo un colloquio di intimità con la moglie, perché “la struttura non lo consente”.
di Riccardo Radi
terzultimafermata.blog, 5 gennaio 2025 Il Magistrato di sorveglianza ritiene che la richiesta di un detenuto di avere un colloquio intimo con la compagna sia una mera aspettativa, interviene la Cassazione e ricorda che è un diritto. La Cassazione sezione 1 con la sentenza numero 8/2025 ha stabilito che non può ritenersi che la richiesta di poter svolgere colloqui con la propria moglie in condizioni di intimità, avanzata dal detenuto ricorrente, costituisca una mera aspettativa, essendo stato affermato che tali colloqui costituiscono una legittima espressione del diritto all’affettività e alla coltivazione dei rapporti familiari, e possono essere negati, secondo l’esplicito dettato della sentenza citata, solo per “ragioni di sicurezza o esigenze di mantenimento dell’ordine e della disciplina”, ovvero per il comportamento non corretto ...
di Vincenzo Bisbiglia e Marco Grasso
Il Fatto Quotidiano, 5 gennaio 2025 Con una circolare del 31 dicembre 2024 il ministero porta App nelle aule penali. Ma il programma è lento e caotico: pm e giudici in rivolta. La data del decreto dice già molto, se non tutto: 27 dicembre 2024. Fra Natale e Capodanno il ministero della Giustizia guidato da Carlo Nordio ha dato via a una riforma (sulla carta) epocale: l’estensione al telematico di quasi tutto il processo penale. Almeno questo è ciò che l’esecutivo italiano vorrebbe far credere all’Europa, per incassare i soldi del Pnrr. Peccato che una relazione del Csm, frutto del lavoro di sei mesi di una commissione tecnica, l’11 dicembre avesse avvertito il governo: App, il software che dovrebbe governare la transizione, è una patacca. La sperimentazione alle sole archiviazioni è già stata un fallimento: molte Procure ...
di Cristina Pastore
La Stampa, 5 gennaio 2025 Colpita da una raffica di insulti perché difende un uomo che ha tentato di sfregiare l’ex lanciandole addosso dell’acido muriatico. La sua “colpa”? Da avvocata, e soprattutto da donna, garantire l’assistenza legale a chi voleva sfigurare un’altra donna. Elisa Indriolo non l’aveva messo in conto questo fiume di veleno che ha preso a sgorgare dai social il giorno in cui si è scoperto che era lei, come avvocata d’ufficio, ad assistere l’operaio di 63 anni che a Verbania ha fatto irruzione nel negozio di parrucchiera della ex compagna con due bottiglie di acido muriatico ed è stato fermato solo dall’accorrere di alcune persone allarmate dalle urla di terrore della donna. Le hanno scritto di tutto: insulti, offese, parole denigratorie, cattivi auspici: spero tu finisca in carcere, che ti tocchi la stessa sorte di quella donna.
di Fabrizio Geremicca
Il Manifesto, 5 gennaio 2025 La legge di bilancio appena approvata non stanzia nulla per il contrasto alla povertà educativa minorile, così rischiano di sparire i progetti del Terzo settore che avevano trovato una copertura dal 2016. “È aberrante che l’orfano debba fare domanda per avere un sussidio e che questo non venga erogato immediatamente. Devono essere le istituzioni ad andare dagli orfani e non viceversa”. Giuseppe Delmonte, 45enne milanese, la cui madre fu assassinata nel 1997 dall’ex marito, aveva fatto questa denuncia nel corso di un convegno sugli orfani di femminicidio che si era svolto in Campania. Chissà cosa avrebbe detto se avesse saputo che il governo Meloni si apprestava a non rifinanziare il fondo dedicato al contrasto alla povertà educativa minorile, con il quale si sostengono anche i progetti per gli orfani di ...
di Paolo Di Falco
Il Domani, 5 gennaio 2025 Il 42enne è morto nella notte tra il 26 e il 27 ottobre del 2019 a Spadafora, frazione del Comune di Messina, nelle mani dello Stato. Era sotto casa della sua ex, che chiamò due volte i soccorsi. La ex moglie, però, oggi chiede ancora verità e giustizia. I dubbi sulle indagini archiviate. “Non mi interessa, non mi interessa”. Queste le ultime parole che, con un ginocchio di un carabiniere in borghese sulla schiena che preme la sua faccia sull’asfalto, pronuncerà Enrico prima di morire. È la notte tra il 26 e il 27 ottobre del 2019 e a Spadafora, frazione del comune di Messina, il 42enne Enrico Lombardo bussa insistentemente alla porta della sua ex compagna con cui non conviveva più da tre anni. Nonostante questo, i due erano comunque rimasti in buoni rapporti a beneficio dei figli.
GIURISPRUDENZA
di Roberto Miliacca
Italia Oggi, 5 gennaio 2025 In Italia sono circa 15mila gli avvocati cosiddetti “monocommittenti” che prestano cioè la loro opera in regime di collaborazione esclusiva in favore di uno studio. Ma la Cassazione ha detto che l’avvocato resta comunque un libero professionista, e quindi non può essere considerato un dipendente. Liberi professionisti ma anche dipendenti. in Italia sono circa 15mila gli avvocati cosiddetti “monocommittenti” che prestano cioè la loro opera in regime di collaborazione esclusiva in favore di un altro avvocato, di un’associazione professionale, di una società tra avvocati o di una società tra professionisti. Rappresentano, secondo gli ultimi dati del Consiglio nazionale forense, il 5,7% della professione forense, e, nonostante l’esistenza di una norma che sancisce l’incompatibilità tra professione forense ...
di Pietro Mecarozzi
La Nazione, 5 gennaio 2025 Tra quattro giorni ci sarebbe stata l’udienza di appello. Nel 2023 il detenuto aveva chiesto di scontare la pena in Egitto. Disposta l’autopsia. Tra quattro giorni avrebbe dovuto presentarsi in aula davanti ai giudici della corte di Appello di Firenze. Lì, il suo legale Demetrio Laganà, avrebbe provato a ribaltare la condanna di primo grado a tre anni e tre mesi di reclusione, e ottenere almeno i domiciliari. In aula Salem Ibrahim Khaled, però, non è mai entrato. Perché giovedì pomeriggio, intorno alle 19, ha deciso di togliersi la vita nella sua cella di Sollicciano. Lo ha fatto impiccandosi con un laccio costruito artigianalmente. Ci aveva già provato, senza riuscirci.
di Luca Serranò
La Repubblica, 5 gennaio 2025 Il detenuto, trovato impiccato in cella, era inserito nel centro clinico. L’assessore Paulesu: “Nessuna dignità”. Il Sappe: “Siamo al collasso”. “Già in passato aveva posto in essere gesti autolesionistici, pertanto era stato inserito nel reparto Centro clinico. Purtroppo la situazione degli istituti penitenziari toscani è al collasso, soprattutto nell’Istituto fiorentino”. Monta la polemica sul dramma del detenuto egiziano di 25 anni che venerdì pomeriggio si è tolto la vita - come altri prima di lui - in una cella del carcere di Sollicciano. Una tragedia su cui sono ancora in corso gli accertamenti della procura, ma che torna a testimoniare le condizioni del sistema penitenziario, come denunciato, tra gli altri, dal segretario per la Toscana del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, Francesco Oliviero ...
di Francesco Benvenuti
Corriere Fiorentino, 5 gennaio 2025 Nonostante la nomina di due nuovi vicedirettori per coprire l’assenza della direttrice penitenziaria Antonella Tuoni e il grido d’allarme dell’istituzioni territoriali ad intervenire sulle croniche criticità della struttura (sovraffollamento, degrado e violenza) il 2025 del carcere fiorentino di Sollicciano si apre tristemente così come si era concluso, con la prima vittima dell’anno in Toscana. Nella serata di venerdì infatti gli agenti penitenziari hanno trovato un detenuto egiziano di 25 anni, che già in passato aveva tentato gesti autolesionistici, impiccato dentro la sua cella. Un suicidio che, a pochi giorni dal monito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, scuote nuovamente (l’ultima vittima, un 28enne somalo, risale al 22 dicembre) la comunità penitenziaria e la politica locale, spingendo il ...
di Fabiana Marcolini
L’Arena, 5 gennaio 2025 Prima portato da Montorio a Roma, adesso rischia l’estradizione in patria. Ma i legali vogliono chiarezza e fanno ricorso. Una vicenda intricata, per certi versi un arzigogolo, perché nemmeno l’unico dato oggettivo, ovvero il trasferimento di Nicolae Ion, detto Nicu, dal carcere di Verona a Rebibbia avvenuto il 2 dicembre, sarebbe giustificato da elementi legati alla estradizione in Romania per scontare gli anni residui di condanna (per lui il fine pena è nel 2027). Complicata la vicenda burocratica e quella umana perché subito dopo il suo arrivo a Roma Ion ha tentato di togliersi la vita, mantiene a tutt’oggi un atteggiamento autolesionistico. Per questo l’avvocato Irma Conti, componente del Collegio del Garante nazionale dei detenuti, è andata due volte a trovarlo.
di Pierpaolo D’Auria
cronachetarantine.it, 5 gennaio 2025 Uno dei problemi, certamente non secondario, è quello del “dopo” ovvero di ciò che un detenuto deve aspettarsi una volta scontata la pena e uscito dal carcere. Problema che le detenute della Casa circondariale di Taranto hanno prospettato al sen. Mario Turco nel corso della visita che questi ha compiuto nella mattinata del 4 gennaio all’interno dell’istituto di pena nello specifico nella sezione femminile della casa circondariale. Accompagnato dal coordinatore provinciale del M5S, Francesco Nevoli, e dal rappresentante del gruppo territoriale di Taranto, Gregorio Stano, oltre che dalla responsabile dell’ufficio comunicazione Annagrazia Angolano, il parlamentare e vicepresidente pentastellato è stato accolto dal direttore, Luciano Mellone, e dalla vicedirettrice, Nicoletta Siliberti, della casa circondariale ...
di Monica Leoncini
La Nazione, 5 gennaio 2025 Dal 2007 al 2024 il Cec Rinascere ha ospitato in totale 154 detenuti. Gli ospiti seguono percorsi di recupero basati su attività produttive. “Per la prima volta, qui, mi sono sentito a casa”. Lo dice Wilson, originario del Brasile, adottato da una famiglia italiana. Gli fa eco Klaudio, che invece arriva dall’Albania e dopo una breve esperienza in carcere, vive da oltre un anno al Cec Rinascere, Comunità educante con i carcerati, progetto portato avanti dalla Comunità Papa Giovanni XXIII per la rieducazione dei detenuti. Siamo al Pungiglione, nel Comune di Mulazzo, il grande Villaggio dell’accoglienza che dà il nome a una cooperativa sociale, un luogo dove persone socialmente disagiate provenienti dal mondo del carcere, dalla strada, da storie di solitudine e abbandono, trovano una casa e una famiglia ...
di Chiara Fabrizi
Corriere dell’Umbria, 5 gennaio 2025 La porta è rivestita dai resti delle coperte termiche dei migranti che hanno attraversato il Mediterraneo. È stato l’arcivescovo Renato Boccardo ad aprire ieri (sabato 5 gennaio) la porta santa del carcere di Maiano di Spoleto costruita dai detenuti e rivestita in più punti dai resti delle coperte termiche dei migranti che hanno attraversato il Mediterraneo. Il presule ha poi presieduto la messa che ha segnato l’avvio dell’anno giubilare nella casa di reclusione davanti a tanti reclusi, alla direttrice Bernardina Di Mario e al comandante della polizia penitenziaria Luca Bontempi. Presenti anche i magistrati di sorveglianza Grazia Manganaro e Nicla Flavia Restivo, il parlamentare Walter Verini e il vicesindaco Danilo Chiodetti.
newsfermano.it, 5 gennaio 2025 Sono state ben 477 le ore di intervento realizzate nelle carceri marchigiane dall’U.S. Acli nell’ambito del progetto “Una comunità in movimento”. L’iniziativa, avviata nel 2017, ha come obiettivo quello di favorire la riabilitazione e l’integrazione dei detenuti, in considerazione dell’importanza che lo sport riveste quale strumento fondamentale anche per lo sviluppo delle relazioni sociali. Lo sport, il movimento e la ginnastica infatti sono di primaria importanza dentro un luogo chiuso e immobile come quello del carcere. Lo sport abbassa le tensioni, riduce le malattie e la spesa sanitaria, aiuta il detenuto a vivere meglio in un ambiente sovraffollato e privo di risorse di prima necessità.
di Selma Chiosso
La Stampa, 5 gennaio 2025 Scappata due volte da casa. Ha percorso quaranta chilometri per tornare tra i detenuti dove era stata sfamata e coccolata. Si chiama Gina ed è una cagnolina speciale. Si è “consegnata” al carcere di Asti percorrendo chilometri e chilometri, almeno una quarantina, sfidando il freddo, patendo la fame, sfuggendo i pericoli delle auto. La sua storia inizia qualche mese fa quando il cane, un meticcio biondo grande poco più di un bassotto, scappa dalla sua abitazione.
di Matteo Bussola
Corriere della Sera, 5 gennaio 2025 Salutati come strumenti di libertà e persino di liberazione degli individui e dei popoli, i social sembrano essersi trasformati in pericolosi sistemi di manipolazione di massa. Che cosa resta oggi, vent’anni dopo la creazione del gigante di Zuckerberg? Una “zona grigia” inquietante che alimenta solo spazzatura. I social ci hanno fatto disimparare a confrontarci. È un amaro paradosso, su piattaforme nate per condividere opinioni. Ma appare ormai lampante la polarizzazione immediata che, in rete, scatta davanti a qualunque tema. Si cede alla tentazione di ridurre ogni ragionamento a fazioni, ad adesioni tribali, in cui gli interlocutori vengono indicati come stimabili, o al contrario spregevoli, a seconda che appartengano o meno alla parte che noi riteniamo essere incontrovertibilmente giusta.
di Flavia Perina
La Stampa, 5 gennaio 2025 Chissà come se lo immagina Denise Cutolo l’amore dei suoi genitori: a diciassette anni ha il diritto di figurarselo come le pare anche se speriamo (per lei) che le vada meglio. Conoscere e sposare appena maggiorenne un ergastolano al 41bis, condividere un solo bacio in vent’anni, farci una figlia con l’inseminazione artificiale, crescerla facendo avanti indietro da carceri di massima sicurezza, va bene per la leggenda ma forse meno per la vita reale. E tuttavia anche questa incredibile love story è un pezzo del mito Cutolo, che a quanto pare resiste nei decenni anche se un po’ sbiadito rispetto all’epoca in cui ‘O Professore tutto poteva, tutto sapeva, tutto controllava, pure se carcerato per gran parte della sua vita di adulto, facendo e disfacendo (talvolta a colpi di pistola) sindaci, affari, appalti e trasformando il racconto della camorra nella saga di nuovi Robin Hood dediti ad “aiutare i deboli quotidianamente calpestati dai potenti e dai ricchi”.
di Valeria Parrella
Il Manifesto, 5 gennaio 2025 È che noi abbiamo visto a Roma, alla stazione Ostiense, le panche in marmo da cui affiorano cilindri di acciaio, così che non ci si possa stendere su. E ci ricordiamo il vicesindaco di Trieste che si vantava di aver gettato gli abiti dei senza fissa dimora. Addirittura ci ricordiamo di quando la Villa Comunale di Napoli era aperta, cioè con il suo impianto originario di passeggiata a mare, come ricordiamo quando nel 1999 fu commissionata all’atelier Mendini una cancellata, una “cancellata” con dei cancelli chiusi, cioè non a delimitarne l’area, ma proprio a chiuderla. Così le notizie che si richiamano dai due capi d’Italia all’inizio del nuovo anno, due notizie gemelle, di due città capitali un tempo e metropolitane ora, ci fanno riaffiorare i ricordi. Una viene da Torino, sorge da una protesta di cittadini e commercianti ...
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 5 gennaio 2025 Il tribunale di Catania libera un richiedente asilo egiziano: lo Stato di diritto lì non esiste. Prima disapplicazione della nuova legge. Tra una settimana la competenza passerà alle Corti d’appello, ma cambierà poco. Attraverso le schede del ministero degli Esteri e le fonti qualificate indicate dalla normativa europea il tribunale di Catania ha constatato che in Egitto persistono “gravi violazioni dei diritti umani che investono, in maniera generale e costante, non solo ampie categorie di persone, ma anche il nucleo stesso delle libertà fondamentali che connotano un ordinamento democratico”. La conseguenza, scrive il giudice Rosario Cupri, è questa: “In Egitto non è “configurabile uno Stato di diritto che si possa definire realmente sicuro per tutti”. Ci sono le doppie virgolette perché l’ultima frase cita ...
di Daniela Preziosi
Il Domani, 5 gennaio 2025 L’ex capo di gabinetto di Minniti, oggi assessore all’immigrazione in Campania: “Il piano Mattei ha un nome roboante, ma è la strada: trattare con quei paesi”. “Schlein rinnega la politica del Pd? Ma governare sbarchi è indispensabile e all’Ue dobbiamo dare garanzie”. Mario Morcone ha un curricum incredibile. Che non è un curriculum, è la sua storia: nato a Caserta, diventa il prefetto più giovane d’Italia, poi capo segreteria al Viminale con Mancino, in Kosovo per l’Onu, commissario di Roma, direttore dell’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità, candidato sindaco a Napoli, capo del Dipartimento per l’Immigrazione al Viminale, capo di gabinetto del ministro Riccardi, e poi al Viminale con Marco Minniti. Lì, prima e dopo di lui c’erano Luciana Lamorgese e Matteo Piantedosi, diventati entrambi ministri degli Interni.
ESTERI
di Simona Musco
Il Dubbio, 5 gennaio 2025 Intervista all’avvocata iraniana paladina dei diritti umani che dal carcere di Evin, dove si trova la giornalista italiana de Il Foglio, ci è passata più volte. E ora lì si trova anche suo marito. “Sono profondamente triste per l’arresto di Cecilia Sala. Il suo grande amore per l’Iran e per il suo popolo è evidente nei suoi reportage. In un momento in cui molti cercano di demonizzare l’Iran e i suoi abitanti, i suoi articoli riflettono l’umanità del popolo iraniano e la ricchezza della nostra cultura. Mi unisco ai miei compatrioti nel chiedere l’immediato rilascio della signora Sala dalla prigione di Evin, affinché siano tutelati i diritti di tutti i giornalisti, così come quelli dei cittadini stranieri, in Iran. In un periodo in cui Sua Santità Papa Francesco celebra il Natale invitando persone di tutte le fedi ad abbracciare l’amore e la vita ...
DOCUMENTI
Articolo. "Rems, dubbi e criticità: verso un ritorno ai manicomi?", di Giulia Calvani
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 6 al 12 gennaio 2025
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
CORSI E MASTER
CONCORSI