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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 4 gennaio 2025
di Pier Giuseppe Accornero
vocetempo.it, 4 gennaio 2025 Non era mai successo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva appena finito il suo messaggio di buon anno agli italiani a reti unificate, che ha presidenza della CEI, con una rapidità encomiabile, emetteva una “nota con la gratitudine per le parole del presidente sulla drammatica situazione delle carceri”. Si può ipotizzare che sul cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, abbiano agito due fattori: i “rapporti” sempre più allarmanti dei cappellani delle carceri che sono in costante rapporto con i detenuti; la vigorosa spinta di Papa Francesco che a Santo Stefano ha voluto scegliere il carcere di Rebibbia per aprire la seconda porta santa dopo quella di San Pietro il 24 dicembre.
di Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti*
L’Unità, 4 gennaio 2025 Il nuovo anno per noi di Nessuno Tocchi Caino è iniziato così come si era concluso il precedente: impegnati nell’opera laica di “visitare i carcerati”. Come diceva Marco Pannella, non bisogna mai smettere di osservare e di raccontare il carcere, perchè quel luogo è un microcosmo in cui si riflette la nostra società, nel bene e nel male. Quello appena passato è stato un anno orribile: 89 detenuti e 8 “detenenti” si sono tolti la vita. Cifre mai registrate prima nel nostro Paese che dimostrano che ormai il carcere non è più solo luogo di privazione della libertà: qui non sono presenti né i diritti né la vita.
africarivista.it, 4 gennaio 2025 Mai si è verificato, come nel 2024, un numero così alto di suicidi tra persone detenute in Italia: su 244 morti in totale; 89 persone si sono tolte la vita e 10 di loro erano tunisini. Lo ha quantificato l’ex-parlamentare e attivista tunisino Majidi Karbai, che in un post sulla sua pagina Facebook il 30 dicembre informa sulla morte dell’ennesimo cittadino tunisino rifugiato in Italia e qui incarcerato, avvenuto il 27 dicembre nel carcere di Piacenza. Nel suo post Karbai parla di “silenzio e omertà” da parte della Tunisia, accusandone la diplomazia e il governo di “negligenza e silenzio sulle trasgressioni” a danno dei detenuti tunisini in Italia.
africarivista.it, 4 gennaio 2025 Mai si è verificato, come nel 2024, un numero così alto di suicidi tra persone detenute in Italia: su 244 morti in totale; 89 persone si sono tolte la vita e 10 di loro erano tunisini. Lo ha quantificato l’ex-parlamentare e attivista tunisino Majidi Karbai, che in un post sulla sua pagina Facebook il 30 dicembre informa sulla morte dell’ennesimo cittadino tunisino rifugiato in Italia e qui incarcerato, avvenuto il 27 dicembre nel carcere di Piacenza. Nel suo post Karbai parla di “silenzio e omertà” da parte della Tunisia, accusandone la diplomazia e il governo di “negligenza e silenzio sulle trasgressioni” a danno dei detenuti tunisini in Italia.
di Giovanni M. Jacobazzi
Il Dubbio, 4 gennaio 2025 L’attuale maggioranza, a parte qualche voce sporadica, è assolutamente contraria all’amnistia e all’indulto e non ha alcuna intenzione di accogliere gli appelli del Papa e del presidente della Repubblica affinché sia rispettata la dignità di chi si trova dietro le sbarre. Un’indifferenza che i suicidi non scalfiscono: ieri sera, nel carcere di Sollicciano, è stato un 26enne egiziano a togliersi la vita, il primo del 2025, dopo che nell’anno appena finito si era registrato il macabro record di 89 reclusi morti suicidi.
di Piero Innocenti
9colonne.it, 4 gennaio 2025 Alcuni giorni fa si è riacceso (ma solo per poco) il dibattito politico sul sovraffollamento nelle carceri elencando una serie di possibili interventi tra cui la limitazione alla carcerazione preventiva, l’incremento dei giudici di sorveglianza e di agenti della polizia penitenziaria, il riconoscimento della pena nelle comunità terapeutiche per i tossicodipendenti. Su quest’ultimo punto, in particolare, già la legge 532 del 1982 dava la facoltà ai giudici, in sede applicativa, di estendere ai tossicodipendenti, sottoposti a giudizio per qualche reato, la possibilità di poter scontare la pena presso le comunità terapeutiche, aprendo così un’importante strada per il perseguimento di due finalità, il recupero del tossicodipendente (ma sono stati davvero pochi quelli che hanno scelto la strada, non facile, delle comunità) ...
di Fabio Falbo*
L’Unità, 4 gennaio 2025 Si è scoperto con sommo stupore come la legge non è uguale per tutti, forse neanche il rispetto della Costituzione, se si pensa che nessun organo o potere, ad eccezione del presidente della Repubblica - attraverso l’istituto della grazia o con l’istituto della revisione - può cancellare o sterilizzare gli effetti di una sentenza che, tra l’altro, riguarda reati di una gravità estrema come la tortura. Ebbene, nel nostro Stato italiano questo fenomeno si è verificato con un’evidenza che dovrebbe spaventare tutti e con una semplicità, ove si consideri la complessa burocratizzazione del nostro sistema che ci impone delle riflessioni allarmanti.
di Salvo Palazzolo
La Repubblica, 4 gennaio 2025 Preoccupazione per i provvedimenti dei tribunali di sorveglianza che hanno rimesso in libertà alcuni mafiosi. La Cassazione prova a mettere un freno: “Per accedere alle misure alternative alla detenzione, è necessario che gli imputati abbiano pagato i risarcimenti ai familiari delle vittime”. “Chissà chi sarà il prossimo ad andare in permesso premio”, la voce al telefono è flebile, sembra arrivare dall’altra parte del mondo. “Forse uno dei fratelli Graviano, oppure uno dei Madonia. O Leoluca Bagarella. E a me non resterà che scappare all’estero”. L’uomo che parla è uno dei collaboratori di giustizia che più hanno contribuito a smantellare la mafia delle stragi: “Io e la mia famiglia abbiamo pagato un prezzo altissimo, lontano da Palermo - sussurra - ma non mi sono mai tirato indietro.
GIURISPRUDENZA
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 4 gennaio 2025 La Cassazione esclude profili di incostituzionalità rispetto ai casi di reati perseguibili a querela. La richiesta di accesso alla giustizia riparativa può essere avanzata in qualsiasi grado e fase del giudizio penale, compreso nel giudizio di rinvio conseguente all’annullamento di una decisione in sede di legittimità. Infatti, si tratta di decisione che ha piena rilevanza nell’ambito del giudizio di cognizione. Cognizione che risorge pienamente di fronte al giudice del rinvio, anche in relazione alla maturazione o meno dei presupposti (rectius, dell’utilità) nello specifico caso di dare accesso all’imputato alla nuova forma deflattiva della riparazione.
di Vito Totire
vocididentro.it, 4 gennaio 2025 Dopo mesi di “chiacchiere” non è cambiato nulla se non in peggio. Dopo un 2024 tragico (90 “suicidi”, 245 morti), il 2025 si apre con una ulteriore scia di morte: le notizie sono scarne; lavoreremo per approfondire: a differenza del Garante regionale, che sostiene di “non avere parole”, noi ne abbiamo molte a cominciare dalla proposta che i garanti siano eletti dalle persone private della libertà e non dai sindaci o dal ceto politico; non è la prima volta che facciamo questa proposta, fino ad ora, “vox clamantis in deserto”.
di Stefania Totaro
Il Giorno, 4 gennaio 2025 Sovraffollamento e poca chiarezza sulla salute dei detenuti. Quattro istituti tra i primi dieci in Italia per limiti superati: a San Vittore si affiancano Canton Mombello e Bassone. “Rispetto della dignità di ogni persona, dei suoi diritti. Anche per chi si trova in carcere. Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario”. Sono le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio di fine anno. Eppure nelle carceri lombarde, dove ci sarebbe posto per poco meno di 6mila detenuti, i reclusi sono quasi 8.500, più di 2.500 e il 40% in più.
di Cristina Cossu
L’Unione Sarda, 4 gennaio 2025 Colloqui tra imprenditori e carcerati: anche in Sardegna la Rete si allarga. Qualcosa si è mosso già l’estate scorsa e un ragazzo ha lavorato in una pizzeria di Alghero. Poi le cose sono pian piano cresciute, la rete si è estesa, l’impegno e la solidarietà hanno iniziato a far nascere frutti, e adesso saranno quattro, forse cinque, i detenuti in carceri sarde che avranno un contratto - non importa di che tipo - in aziende della ristorazione e della logistica. Funziona così: si mettono in contatto imprenditori illuminati e (grazie alla disponibilità degli operatori locali del ministero della Giustizia) persone che stanno scontando una pena, sono quasi al termine, dietro le sbarre si sono comportate bene, hanno voglia di reinserirsi nella società e ottengono dal giudice di sorveglianza il permesso di lavorare.
di Luca Serranò
La Repubblica, 4 gennaio 2025 La vittima è un cittadino egiziano di 25 anni, che si trovava in osservazione per una serie di atti di autolesionismo. Si è impiccato mentre era solo in cella, come tanti prima di lui. L’ennesima tragedia nel carcere fiorentino di Sollicciano si è consumata nel pomeriggio di ieri, vittima un detenuto di 25 anni di origine egiziana. Ancora da ricostruire le sue ultime ore di vita, ma i primi accertamenti sembrano tutti convergere verso l’ipotesi del suicidio.
di Leonardo Bison
veneziatoday.it, 4 gennaio 2025 Lite sull’incarico non rinnovato all’avvocato Marco Foffano. Per il consigliere è stato vittima delle sue critiche all’assessore Venturini, che nega seccamente: “Polemica infondata, era la scadenza naturale”. Dal 24 dicembre Venezia ha una nuova garante dei detenuti: è Rita Bressani, sociologa, già consulente dell’ufficio regionale del Garante. Sostituisce l’avvocato Marco Foffano, nominato nel 2022. Ma l’avvicendamento sta facendo rumore: sia perché a comunicarlo non è stato il Comune di Venezia, ma un consigliere d’opposizione, sia perché l’incarico a Foffano poteva essere rinnovato fino alla fine del mandato del sindaco, come avvenuto con il garante precedente - in carica dal 2015 al 2020 - ma così non è stato.
di Selma Chiosso
La Stampa, 4 gennaio 2025 Il dossier presentato in Regione dai Garanti dei detenuti evidenzia problemi strutturali e in alcuni punti piove dentro. Il carcere di Asti, compie 34 anni e dal 2016 ha cambiato qualifica diventando un istituto ad Alta sicurezza. È diretto da Giuseppina Piscioneri, il comandante della polizia penitenziaria è il commissario Leonardo Colangelo. Il numero dei detenuti varia di giorno in giorno, al momento è di 250. Gli anni corrono veloci ma alcuni problemi restano endemici. La fotografia emerge dal dossier presentato in questi giorni da Bruno Mellano, Garante regionale dei detenuti con i garanti comunali piemontesi. Ad Asti i problemi sono soprattutto strutturali e di organico. In alcune parti dell’istituto piove dentro, altre aree sono “colonizzate” dalla muffa.
di Andrea Zanello
La Stampa, 4 gennaio 2025 Il dossier del garante regionale non segnala solo criticità per Vercelli ma anche interventi sugli edifici. Non una promozione piena per il carcere di Vercelli ma emergono sicuramente dei passi in avanti dal “Nono dossier delle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi”. Il documento presentato da Bruno Mellano, garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, pur ricordando le perenni criticità della casa circondariale vercellese a differenza delle passate edizioni trova anche dei punti a favore della struttura. “Dopo anni di precaria opera manutentiva, a seguito della nomina del nuovo direttore nel novembre 2023 - dice Mellano - sono stati finalmente avviati, e parzialmente completati nel 2024, alcuni importanti lavori di ristrutturazione che hanno riguardato ...
di Tiziano Troianello
Il Giorno, 4 gennaio 2025 Grazie al progetto “Casomai” due operatrici specializzate nell’agricoltura sociale entrano nel penitenziario: “Cura della terra e contatto con la natura apportano benefici alle persone in condizioni di fragilità”. Lezioni di giardinaggio e di attività agricole per i detenuti del carcere di Lodi. Grazie al progetto “Casomai”, promosso da Regione Lombardia e Fondazione Comunitaria della provincia di Lodi e mirato a contrastare le fragilità di chi richiede protezione internazionale e di chi è colpito da provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria, dal 17 dicembre scorso nel penitenziario di via Cagnola, sono partiti nuovi percorsi che hanno fatto seguito a laboratori motivazionali e tirocini organizzati nelle settimane precedenti per gli ospiti dei centri di accoglienza straordinaria del Lodigiano e per persone con pene alternative.
di Antonello Corigliano
tarantotoday.it, 4 gennaio 2025 Nella Casa Circondariale di Taranto, detenuti e detenute hanno partecipato a uno spettacolo musicale, trasformando fragilità in forza grazie al laboratorio guidato da Miriam Serio. Un giorno diverso tra le mura della Casa Circondariale di Taranto, dove i detenuti hanno trovato una voce per esprimere emozioni e racconti personali attraverso lo spettacolo musicale “Voci dal silenzio oltre i muri”. L’evento, realizzato nell’ambito delle attività natalizie, ha visto detenuti e detenute salire per la prima volta su un palco per esibirsi, grazie al laboratorio musicale condotto dalla dottoressa Miriam Serio. Un’esperienza che non è stata solo un momento di svago, ma un passo importante verso la rieducazione e il reinserimento nella società.
Corriere di Siena, 4 gennaio 2025 I detenuti della Casa circondariale di Santo Spirito hanno creato il gruppo Cella Musica e hanno realizzato un disco. InnocentEvasione è il progetto innovativo che mira a portare la musica oltre le mura della casa circondariale Santo Spirito di Siena. Questa iniziativa ambiziosa è nata dall’impegno dei detenuti e dello staff del carcere, uniti dalla passione per la musica e dal desiderio di riscatto attraverso l’arte, con la collaborazione di LaLut Centro di Ricerca e Produzione Teatrale che ha offerto laboratori permanenti, creando un gruppo musicale eterogeneo, composto da detenuti, polizia penitenziaria, operatori e musicisti professionisti.
laprovinciarieti.it, 4 gennaio 2025 Durante tutto l’anno la Comunità di Sant’Egidio è particolarmente attenta alla realtà delle carceri italiane e svolge al loro interno attività di volontariato in sostegno della popolazione carceraria che, come noto, quest’anno appena concluso ha sofferto in maniera particolarmente pesante a causa del sovraffollamento e delle carenze strutturali. Dopo il periodo di eccezionale isolamento, dovuto alla pandemia, il carcere stenta a trovare fili di collegamento con la realtà esterna che possano ridurre l’estraneità che troppo spesso caratterizza il vissuto dei detenuti, specialmente di quanti hanno le famiglie lontano o del tutto inesistenti.
di Paolo Foschini
Corriere della Sera, 4 gennaio 2025 Penalizzate le donazioni, nessun aumento al tetto del 5 per mille, più vincoli per gli investimenti del Terzo settore. È grande la delusione del Terzo settore per la legge di Bilancio appena approvata. “Quasi nessuna delle nostre proposte è stata accolta - è il commento di Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum nazionale - e a pagarne le conseguenze saranno i soggetti della solidarietà e i più fragili”. “Quasi nessuna delle nostre proposte per la Legge di Bilancio è stata accolta e a pagarne le conseguenze saranno non solo i soggetti della solidarietà, penalizzati anche dalla nuova norma che impone un tetto agli investimenti sociali, ma anche i più fragili, già colpiti dalle emergenze sociali”.
di Ilaria Beretta
Avvenire, 4 gennaio 2025 L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole segnala un aumento di proposte didattiche e progetti di alternanza scuola-lavoro con il coinvolgimento delle forze armate. Un’intera scolaresca in caserma per una lezione di combattimento corpo a corpo. È uno degli ultimi casi, capitato a Brindisi a inizio dicembre, rilevato dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e l’università che da due anni monitora tutte le volte che le forze armate entrano nelle classi in modo anomalo. Poche settimane dopo, appena prima del fermo natalizio - rileva l’ente - una dirigente scolastica della provincia di Siracusa ha firmato una convenzione per permettere agli studenti del proprio Istituto superiore di svolgere i Pcto, l’ex alternanza scuola-lavoro, presso l’arsenale militare marittimo di Augusta.
di Gianfranco Pellegrino*
Il Domani, 4 gennaio 2025 Il presidente ha proposto una versione del cosiddetto patriottismo costituzionale, che s’incarna nei cittadini che svolgono con dignità e onore funzioni civiche. Nell’impegno di ciascuno di noi. E ha colto l’unico senso plausibile dell’identità nazionale: un progetto politico comune, fondato su valori di libertà ed eguaglianza scritti nella Costituzione. Dovremmo tenerci stretta la sapienza politica del presidente Mattarella. Sapienza nel senso più alto del termine: capacità di guardare lontano, seguendo la logica e il senso profondo dei concetti politici. Il discorso di fine 2024 non è stato soltanto una contro-narrazione contrapposta con placida fermezza al discorso della destra. È stata una lezione illuminante sul senso di nozioni che la destra al governo brandisce senza capirle.
di Vincenzo Imperitura
Il Dubbio, 4 gennaio 2025 Secondo i dati Onu, in sei anni più di 1.500 minori hanno trovato la morte in mare cercando di raggiungere le coste europee. Per l’Unicef la situazione è in peggioramento. Maylan aveva sedici anni il giorno che si è imbarcata su un piccolo veliero monoalbero partito dalla Turchia verso le coste dell’Italia. Scappava dal Kurdistan iracheno, e su quel barchino carico all’inverosimile ci era salita assieme a sua madre e al fratellino. Maylan non è mai arrivata in Italia, vittima dell’ennesimo viaggio della speranza naufragato, nel giugno scorso, a un centinaio di miglia dalle coste calabresi. Solo 11 persone, delle oltre sessanta che si erano imbarcate su quel barchino maledetto dalla spiaggia di Bodrum, sono riuscite a raggiungere la costa, salvate da un diportista francese dopo giorni passati aggrappate alla barca ...
di Alessandro Fioroni
Il Dubbio, 4 gennaio 2025 Ci sono 81mila detenuti costretti a vivere in strutture progettate per ospitarne 62mila Parigi è terzultima nell’Ue dopo Cipro e Romania. E il governo ammette la débâcle. Il sovraffollamento delle carceri francesi sta raggiungendo livelli drammatici abbattendo ogni record. Un male endemico che negli ultimi anni aveva fatto registrare qualche timida battuta di arresto ma che ora ha ricominciato a mostrarsi in tutta la sua tragicità. I dati, in questo senso, parlano chiaro. La densità carceraria (con una media del 129,5%) ha toccato il 156,8% nei centri di custodia cautelare, dove in maggior misura vengono rinchiusi i detenuti in attesa di giudizio, che si presume dunque siano innocenti fino a sentenza definitiva, insieme ai condannati a pene più brevi.
di Mariano Giustino
Il Riformista, 4 gennaio 2025 A 16 giorni dall’arresto di Cecilia Sala, si alzano le voci dei dissidenti iraniani. Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace, riferendosi all’arresto di Sala, ha definito la presa in ostaggi di cittadini stranieri come una forma di ricatto di antica tradizione della Repubblica islamica. La dissidente Nasrin Sotoudeh chiede di non far cadere il silenzio sulla orribile politica repressiva e sulla condizione degli oppositori detenuti. Sotoudeh ha detto che nella prigione di Evin il tempo “non passa mai” perché una ingiustizia di tale gravità può distruggere il controllo della persona detenuta: “Le mie compagne di reclusione e io eravamo solite sfidare le regole della prigione resistendo anche nella violazione delle regole dell’hijab.
di Andrea Colombo
Il Manifesto, 4 gennaio 2025 Se la liberazione di Sala è indissolubilmente legata a quella di Abedeni, la via maestra per ottenerla è una decisione tempestiva del ministro della giustizia e della premier. La revoca delle misure cautelari per chi è sottoposto a una richiesta di estradizione “è sempre disposta se il ministro della Giustizia ne fa richiesta”. In ogni caso, la decisione finale sull’estradizione spetta solo al guardasigilli. Non è un’informazione segreta e sensibile, di quelle che a pubblicarle sui giornali si rischia di rovinare manovre diplomatiche e mettere a rischio la sorte di qualcuno. È il Codice di procedura penale: materiale pubblico, facilmente reperibile.
di Simona Musco
Il Dubbio, 4 gennaio 2025 A Teheran le carceri sono luoghi senza regole e anche i ragazzini possono essere condannati a morte, in spregio a qualsiasi principio di diritto. “Le carceri in Iran sono luoghi senza regole e anche gli adolescenti possono essere condannati a morte, in spregio a qualsiasi convenzione internazionale. E nessun giornale può raccontare quello che accade: l’unica tv è quella di Stato, che spesso manda in onda, prima dei processi, le false confessioni estorte ai prigionieri con la tortura”. A raccontarlo al Dubbio, cinque anni fa, era Reza Khandan, attivista e marito di Nasrin Sotoudeh, avvocata iraniana per i diritti umani. Due nomi che in Iran significano lotta e che dal carcere di Evin, quel buco nero senza regole né diritti dove ora si trova sequestrata Cecilia Sala, ci sono passati diverse volte.
ansa.it, 4 gennaio 2025 La giunta golpista che nel 2021 rovesciò il governo civile affronta la ribellione armata di gruppi etnici e politici. Nelle sue carceri anche la premio Nobel Aung San Suu Kyi. Il governo militare del Myanmar - l’ex Birmania - ha annunciato il rilascio di 5.864 prigionieri, tra i quali 180 stranieri. Si tratta di una amnistia decisa in occasione del giorno dell’Indipendenza: ma anche del tentativo di alleviare le pressioni interne e internazionali contro il governo golpista, che da tempo tenta a fatica di contenere la ribellione anche armata di numerose minoranze etniche e politiche.
DOCUMENTI
Articolo. "Brevi storie delle novanta persone che si sono tolte la vita in carcere nel 2024"
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"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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