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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di venerdì 3 gennaio 2025
di Glauco Giostra
Avvenire, 3 gennaio 2025 Viene da chiedersi cosa altro debba succedere perché questo Paese e chi lo guida prendano atto che lo stato delle nostre carceri costituisce una colpa politica non meno grave di molte delle colpe individuali che vi si espiano. Dopo che, negli ultimi dieci anni, la Corte europea dei diritti dell’uomo, la Corte costituzionale, il Presidente Napolitano e l’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di insediamento e nuovamente nel recente messaggio di fine anno, hanno giudicato la nostra situazione carceraria, soprattutto a causa del sovraffollamento, giuridicamente e umanamente indegna di un Paese civile, per la prima volta nella storia il Papa ha voluto aprire una porta del Giubileo nella “basilica” penitenziaria per cercare di restituire a chi vi è ristretto “la parola che il dito di Dio scrisse sulla fronte di ogni uomo: speranza!” (Victor Hugo).
di Tiziana Maiolo
Il Riformista, 3 gennaio 2025 Sergio Mattarella non si è tirato indietro nel messaggio di Capodanno, neppure sul carcere. Dopo la parola forte, “indulto”, di Papa Francesco che ha aperto la Porta Santa a Rebibbia e dopo che il ministro Carlo Nordio ha lanciato il suo programma di umanizzazione della pena, è toccato al presidente della Repubblica prendere la parola. Tre voci autorevoli, fondamentali. La situazione è dunque eccellente e ricca di speranze per il prossimo futuro? Eh no, perché il 2024 si è chiuso con numeri cupi e tragici. Non solo perché 89 sono stati i suicidi tra i detenuti e 6 tra gli agenti di polizia penitenziaria, ma anche perché 243 persone in Italia sono morte da prigioniere. Morte naturale, si dice, ammesso che ci sia qualcosa di naturale nel lasciare la vita in una cella, chiusi tra mura invalicabili. Persone che tra quelle mura scontavano la pena.
di Alessandro Barbano
Il Dubbio, 3 gennaio 2025 Che cos’è, in concreto, che scatena il nostro sdegno e la nostra angoscia rispetto alla detenzione di Cecilia Sala? Di primo acchito direi l’arbitrarietà unita all’indecenza. Se trepidiamo immedesimandoci nel destino di questa nostra brava collega, è perché non concepiamo una privazione della libertà che non sia connessa a una responsabilità penale accertata da una condanna, e che comporti un trattamento inumano, cioè lesivo di quel rispetto della dignità altrui che va riconosciuto a qualunque persona, a prescindere dalla sua colpa.
di Marta Occhipinti
L’Espresso, 3 gennaio 2025 In Italia aumentano i detenuti iscritti a corsi di laurea. Anche in modalità mista, universitari e ristretti insieme. Tra mille difficoltà, resta la via maestra per rieducare e ridare speranza. Palermo, carcere Ucciardone. Alì, origini libiche, ha una condanna in via definitiva a trent’anni perché accusato di essere uno scafista. Eppure, nel suo Paese era un promettente studente di Ingegneria, oltre che un famoso calciatore. Alto, giovane, è entrato in carcere a 19 anni, ma il suo sogno di riscatto, spezzato da un processo sommario, ha resistito nei testi scolastici che ha studiato per ricominciare da capo. Prima la terza media, poi il diploma: Alì ha imparato l’italiano in carcere. E oggi è uno dei 22 studenti ristretti dell’Università di Palermo.
di Guido Vitiello
Il Foglio, 3 gennaio 2025 Conosco una sola persona che sarebbe in grado di infornare una pizza e far esplodere un intero palazzo, e questa persona è mia moglie. E invece - lo apprendo dal sempre prezioso Frank Cimini, che ne ha scritto sull’Unità - il ministro Nordio e il Dap hanno impugnato in Cassazione l’ordinanza con cui il Tribunale di Sorveglianza di Sassari aveva autorizzato l’anarchico Alfredo Cospito ad acquistare farina e lievito per cucinarsi qualcosa con il fornelletto della cella. Dicono che Cospito potrebbe produrre colla usando la farina e fabbricare esplosivi con il lievito. Eppure la Corte Costituzionale, proprio con riferimento all’alimentazione, aveva stabilito che anche chi è detenuto al 41 bis deve poter conservare quei “piccoli gesti di normalità quotidiana” che gli consentono, in buona sostanza, di non impazzire.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 3 gennaio 2025 Dall’abuso d’ufficio al dl Flussi, il 2024 si chiude ipotecando la riforma costituzionale, nella speranza di un vero piano carceri. Come si è chiuso il 2024 della giustizia e quale sarà il filo conduttore della politica giudiziaria nel nuovo anno? La cornice entro cui ci si è mossi e si continuerà ad agire è quella di una coesistenza all’interno di maggioranza e governo di anime diverse. Le istanze garantiste di Forza Italia spesso devono infatti soccombere dinanzi alla spinta opposta di Fratelli d’Italia e Lega.
di Davide Imeneo
Avvenire, 3 gennaio 2025 Il procuratore del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria Di Palma fa il punto sull’applicazione del piano della Cei che offre un futuro libero dal giogo dei clan: da 9 a 26 ricorsi nel 2024. “Ricordo quello che disse un collaboratore di giustizia sentito in udienza a Palmi anni fa: “Mio cognato, noto esponente di una famiglia di ‘ndrangheta di Gioia Tauro, si vantava che i maschi della sua famiglia non si erano mai dovuti rimboccare le maniche per lavorare”. Con questo ricordo dibattimentale, Roberto Di Palma, procuratore del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, commenta in esclusiva per Avvenire i dati dell’anno giudiziario dell’ufficio da lui diretto.
di Salvo Palazzolo
La Repubblica, 3 gennaio 2025 Sempre più mafiosi in semilibertà: sono ufficialmente detenuti modello, ma continuano a conservare tanti segreti. Alcuni mafiosi ergastolani che negli ultimi tempi hanno ottenuto permessi premio e anche la semilibertà si sono già fatti avanti nei tribunali di sorveglianza, soprattutto quelli del Nord Italia: puntano alla liberazione condizionale. Il primo è stato il boss Paolo Alfano, il mafioso che i giudici Falcone e Borsellino definivano “uno dei killer più spietati di corso dei Mille a disposizione di Filippo Marchese”: nei drammatici anni Ottanta si muoveva insieme a Salvatore Rotolo, il killer del medico legale Paolo Giaccone pure lui in permesso premio nei giorni di Natale. Adesso, Alfano e Rotolo sostengono di essere detenuti modello, senza più contatti “attuali” con l’organizzazione mafiosa.
spoletooggi.it, 3 gennaio 2025 Sabato a Spoleto si inaugura la Porta Santa dei detenuti. Il senatore Walter Verini, in qualità di segretario della Commissione Giustizia e capogruppo del Partito Democratico in Antimafia, ha espresso un forte richiamo all’attenzione riguardo alle gravi problematiche che affliggono le carceri italiane, in particolare quelle di Spoleto e Terni. In seguito agli ultimi eventi allarmanti, Verini ha manifestato sdegno e preoccupazione, sottolineando l’urgenza di un intervento concreto. “Le parole non bastano più”, ha affermato, sostenendo la posizione del Garante delle Carceri e dei sindacati della Polizia Penitenziaria, che chiedono una risposta immediata ai crescenti problemi di sovraffollamento e condizioni di vita disumane all’interno delle strutture penitenziarie.
Il Resto del Carlino, 3 gennaio 2025 L’uomo, 40 anni, stava camminando in un corridoio quando si è accasciato: accertamenti sulle cause in corso. Il garante regionale: “Una vera crisi del sistema”. Ancora una vittima nelle carceri dell’Emilia Romagna: il terzo morto in pochi giorni è purtroppo da registrare alla struttura della Dozza. A perdere la vita è stato un detenuto di 40 anni, di origini pakistane che si trovava si trovava nella sezione giudiziaria del carcere, stava camminando in corridoio in direzione del cancello che delimita la sezione quando all’improvviso si è accasciato a terra ed è morto.
di Raffaella Calandra
Il Sole 24 Ore, 3 gennaio 2025 Record di ventenni nell’istituto milanese. Presenti 1.076 detenuti per 746 posti. Il nodo delle dipendenze da farmaci. Attesa la ristrutturazione di uno dei raggi chiusi da anni. La rabbia dei “ragazzi in gabbia” la senti subito. Ti investe con l’odore di sudore e ormoni, misto al tanfo di candeggina all’ora delle pulizie. La vedi nella cella così piena di ritagli e foto da far filtrare solo ombre attraverso le grate. La rabbia dei ragazzi dentro è scritta nei report su danneggiamenti e aggressioni, si legge nei dati sull’autolesionismo (“un modo di comunicare soprattutto per alcuni gruppi”, spiegano gli operatori); la respiri salendo nei tre piani della sezione “giovani adulti”, ora piena come non mai.
di Jacopo Storni
Corriere Fiorentino, 3 gennaio 2025 In questi giorni si avvicendano al vertice del carcere gli altri direttori toscani. Da settimane il penitenziario è senza una guida stabile. Tuoni ancora in malattia. Una buona notizia di inizio anno per il carcere di Sollicciano. Entro pochi giorni arriveranno nel penitenziario fiorentino due nuovi vicedirettori - c’è ancora riservatezza sui loro nomi - che sono stati nominati dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria pochi giorni fa. Un passo importante, perché queste due figure erano mancanti da diversi anni. La speranza è che la presenza di due dirigenti di alto livello, con competenze specifiche, renda possibile affrontare le questioni più gravi e urgenti con più semplicità ed efficacia, dato che fino ad ora il carico di lavoro era tutto sulle spalle della direttrice Antonella Tuoni.
di Elena Mancini
salto.bz, 3 gennaio 2025 La Provincia ha istituito la figura a luglio ma ad oggi non c’è la nomina. L’ong “Nessuno tocchi Caino” in visita al carcere per testimoniare le condizioni della struttura - tra sovraffollamento e mancanza di organico. Il 2024 è stato un anno orribile per le carceri italiane, e quello di Bolzano non fa eccezione. A testimoniarlo il 31 dicembre sono stati dirigenti e militanti della ong Nessuno tocchi Caino, che hanno visitato la casa circondariale di Bolzano nel loro “viaggio della speranza” all’interno di istituti penitenziari italiani. “L’anno 2024, per noi, si conclude così come è iniziato, e il nuovo anno, il 2025, inizia così come il vecchio si è concluso: impegnati nell’opera laica di misericordia corporale del Visitare i carcerati - hanno dichiarato la presidente di Nessuno tocchi Caino Rita Bernardini, il segretario ...
di Gianluca Perricone
L’Opinione, 3 gennaio 2025 Veronese, 71 anni, padre Lucio Boldrin è attualmente il cappellano del carcere romano di Rebibbia. È qui che, il giorno di Natale, Papa Francesco ha aperto la seconda Porta santa dopo quella di San Pietro.
di Martina Toppi
La Provincia di Como, 3 gennaio 2025 L’uomo, 45 anni, ha partecipato a un progetto di inserimento lavorativo per detenuti ma una volta uscito dal carcere si è trovato di fronte un’amara verità: “Vorrei lavorare, ma non so a chi chiedere sostegno per iniziare”. Dopo sei mesi di formazione professionale in carcere, è pronto a mettersi in gioco anche fuori dal Bassone, ma varcata la soglia della casa circondariale, a dicembre, si è trovato senza prospettive future.
di Federica Pennelli
Il Domani, 3 gennaio 2025 Intervista a Giusi Palomba. Un modo nuovo di affrontare la violenza di genere. Per la scrittrice, traduttrice e facilitatrice, “la prevenzione è sempre il punto da cui partire”. Occorre “lavorare sull’educazione, a partire dalla pedagogia del consenso alla gestione dei conflitti” e attivare un percorso che affermi che la violenza maschile sulle donne riguarda tutti e non soltanto chi l’ha inferta o chi l’ha subita. Affrontare la violenza maschile contro le donne e di genere attraverso la denuncia e le aule di tribunale non è l’unica opzione per intraprendere un percorso riparativo per chi ha subito violenza.
AFFARI SOCIALI
di Franco Corleone
L’Espresso, 3 gennaio 2025 Se la Corte bocciasse il referendum sulla cittadinanza, darebbe il colpo fatale alla partecipazione popolare. La Cassazione ha dato il via libera al referendum sulla cittadinanza e ha definito, consultando il comitato promotore, il quesito che sarà sottoposto al giudizio popolare: “Cittadinanza italiana. Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta della cittadinanza italiana”. Ora la parola passa alla Corte costituzionale per il giudizio di ammissibilità. Il presidente facente funzione Giovanni Amoroso ha fissato la camera di consiglio per il 13 gennaio e l’udienza pubblica è prevista per il 20: in quell’occasione il comitato promotore sarà rappresentato dal professor Enrico Grosso dell’Università di Torino.
di Serena Sileoni
La Stampa, 3 gennaio 2025 In un bell’articolo di fine anno su questo giornale, Elsa Fornero ha proposto come obiettivo irrinunciabile per il 2025 quello di ricostruire un po’ più di “senso dello Stato” inteso come consapevolezza di un interesse collettivo superiore e convergente con gli interessi personali. Quel senso dello Stato diffuso negli anni del boom economico che sono oggetto di un recente libro di Nicola Rossi, “Un miracolo non fa il santo”, da cui muove l’articolo di Fornero. In effetti, il “miracolo” fu dovuto a una serie di condizioni finanziarie e giuridiche ma anche a una forza morale propria di chi aveva visto e vissuto l’abisso e da esso voleva riemergere. Secondo la professoressa, è il fatto che esso venne meno ad aver impedito il protrarsi di quella felice stagione di crescita e sviluppo.
di Luigi Ciotti
lavialibera.it, 3 gennaio 2025 Il tema è grave e valica i confini nazionali. L’equilibrio tra governo e magistratura saprà impedire alle democrazie populiste di trasformarsi in oligarchie autoritarie? Correva l’anno 1966. A Torino, insieme a un gruppo di amici, muovevo i primi passi nel mondo dell’impegno sociale e, sebbene non fossi particolarmente appassionato di musica, ricordo questo grande successo che passava su tutte le radio: Nessuno mi può giudicare. Lo cantava una giovane donna bionda dall’aria ribelle, e si può intuire quanto piacesse alle ragazze e ai ragazzi cosiddetti “sbandati” che incontravamo nelle periferie difficili della città. Oggi un’altra immagine si sovrappone a quei ricordi giovanili.
di Vittoria Melchioni
Corriere di Bologna, 3 gennaio 2025 La storia esemplare di Avvocato di strada, l’associazione che dà consulenza legale ai clochard, i figli, il ruolo della moglie, le prime esperienze, i progetti per il futuro. Così l’avvocato Antonio Mumolo ha provato a cambiare il mondo. “Non esistono cause perse”, questo è il motto di Antonio Mumolo, avvocato brindisino, ma bolognese di adozione, classe 1962, fondatore di “Avvocati di strada”, l’organizzazione di volontariato che mette a disposizione dei senzatetto assistenza legale gratuita. Inserito nella lista dei personaggi emiliano-romagnoli più influenti del 2024, ha da poco ottenuto una grande vittoria: l’approvazione da parte del Parlamento di una legge sull’assistenza sanitaria alle persone senza fissa dimora.
di Paolo Lambruschi
Avvenire, 3 gennaio 2025 La tomba liquida dei bambini. Questa è diventata da anni la rotta migratoria del Mediterraneo centrale, tornata drammaticamente d’attualità a cavallo tra la fine del 2024 e primi giorni del nuovo anno. Negli almeno due naufragi accertati tra Lampedusa e la Tunisia si contano almeno quattro bambini dispersi in mare, i sommersi. Mentre i numeri e i volti dei 33 salvati dalla nave della società civile Resq-People Saving People confermano che una persona su quattro circa è un minore non accompagnato. Secondo l’Unicef, tra i 1.700 morti e dispersi nel 2024 solo sulla rotta del Mediterraneo centrale spiccano centinaia di bambine, bambini e adolescenti perché una persona ogni cinque di tutte quelle che migrano attraverso il Mare nostrum sono minorenni in fuga, da soli o con la famiglia, da conflitti violenti e povertà.
di Vitalba Azzollini*
Il Domani, 3 gennaio 2025 Secondo la maggioranza di governo, i giudici avrebbero dato ragione al governo sui paesi sicuri. Le decisioni della Corte dicono altro, riconoscendo ciò che l’esecutivo ha sempre negato, cioè che i giudici possano sindacare la legittimità dell’inserimento di un paese nella lista di quelli sicuri. Dopo che la Cassazione, il 19 dicembre scorso, pronunciandosi sulla questione pregiudiziale sollevata dal tribunale di Roma, aveva affermato che spetta al governo redigere la lista dei paesi sicuri, esponenti della maggioranza avevano esultato, sostenendo che la Corte avesse dato ragione al governo. E hanno proseguito il 30 dicembre scorso, dopo che l’ordinanza interlocutoria con cui la stessa Corte ha ribadito il medesimo principio, sospendendo il giudizio sui ricorsi presentati dal Viminale contro le prime mancate ...
ESTERI
di Luigi Manconi
La Repubblica, 3 gennaio 2025 Sul caso di Cecilia Sala entra in gioco la sovranità italiana e la tutela dei cittadini. Per avere un’idea, la più autentica e concreta possibile, di cosa siano i diritti umani, la loro mancata applicazione e la loro sistematica violazione, si provi a pensare di trascorrere un giorno e una notte nella cella di quel carcere di Evin, in Iran, dove Cecilia Sala è reclusa dal 19 dicembre scorso. E si immagini di dormire, sempre che dormire sia possibile, sulla nuda terra; e di essere privati dei beni di prima necessità, come gli occhiali da vista. E ancora si immagini di precipitare in un incubo inquisitorio dominato dall’insensatezza.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 3 gennaio 2025 Si fa strada l’ipotesi di un intervento diretto del ministro della Giustizia Carlo Nordio sul caso della prigionia di Cecilia Sala in Iran. Secondo le norme italiane, infatti, il Guardasigilli può ordinare in qualsiasi momento la revoca della misura cautelare di un detenuto in attesa di estradizione. Ci si riferisce ovviamente a Mohammad Abedini, il cittadino iraniano arrestato in Italia, tre giorni prima della cattura di Sala a Teheran, su richiesta degli Stati Uniti che ne chiedono l’estradizione. Ieri l’ambasciata d’iran a Roma ha confermato indirettamente che Sala è stata catturata per ritorsione per il fermo di Abedini, in un’ottica di scambio di prigionieri.
di Aldo Premoli
huffingtonpost.it, 3 gennaio 2025 Si avvicina il giorno dell’insediamento ufficiale di Donald Trump alla Casa Bianca. Molte cose cambieranno. Altrettante no. È sempre stato così ovunque esista uno Stato democratico: annunci, minacce e promesse urlati durante campagne elettorali, ovunque ancora esista uno Stato democratico incontrano istituzioni che svolgono il ruolo di salvaguardia loro assegnato. Così accade che il Metropolitan Museum di New York tra le più importanti istituzioni culturali degli Stati Uniti dedichi una mostra al lavoro di un ex detenuto.
di Massimo Gaggi
Corriere della Sera, 3 gennaio 2025 La Breed ha capito troppo tardi che anche per i progressisti californiani c’è un limite alla tolleranza: esasperati dalla moltiplicazione delle tendopoli di homeless, dei furti, dalla vendita di droghe pesanti in veri mercati all’aperto, hanno scelto un non politico deciso a spazzare via mercati illegali e tendopoli. San Francisco, capitale dell’America progressista dove alle elezioni solitamente si sfidano candidati democratici di varie tendenze, data l’irrilevanza dei repubblicani, e dove fin qui ha regnato una mentalità permissiva, erede della controcultura hippy degli anni Sessanta, cambia rotta: tra quattro giorni London Breed, prima donna nera sindaco della metropoli della West Coast, lascerà l’incarico.
DOCUMENTI
Articolo. "Brevi storie delle novanta persone che si sono tolte la vita in carcere nel 2024"
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PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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