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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di venerdì 31 gennaio 2025

di Andrea Pugiotto

L’Unità, 31 gennaio 2025 Un anno fa la sentenza numero 10 della Consulta sanciva che ai detenuti non può essere negata l’intimità. Ma ad oggi non è stata applicata in nessun penitenziario. Il “gruppo di studio” creato da Nordio è la foglia di fico che nasconde la volontà di disapplicare la delibrazione dei giudici.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 31 gennaio 2025 Quello contro Meloni e i ministri risale al 23 gennaio, Nessuno Tocchi Caino e il deputato di IV lo hanno presentato 5 mesi fa: riguarda il guardasigilli Nordio e i sottosegretari Delmastro e Ostellari. “Era un atto dovuto”: così si è ripetuto, quasi come un mantra, per giustificare la decisione della Procura di Roma di iscrivere nel registro degli indagati la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, e il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano. Una scelta obbligata, secondo alcuni, dettata dalla necessità di trasmettere il caso al Collegio dei reati ministeriali, informando “immediatamente” gli interessati per permettere loro di presentare memorie o difese. Ma è davvero così?

 

di Gioacchino Criaco

iacchite.blog, 31 gennaio 2025 A stringere, come sempre, come in tutto, più che di Leggi che risolvano servono uomini che sappiano risolvere avendo in mano, insieme, codice e senso d’umanità. Nemmeno le Leggi migliori migliorano i peggiori, i migliori rimangono tali sotto l’egida di Leggi inidonee. Ci sono i giudici, i magistrati, spesso tutti si dimenticano dei carcerati che, innocenti o colpevoli, sono sempre uomini, anche in una nazione che appare via via dei senza perdono, cresiari compresi.

 

di Gerardo Villanacci

Corriere della Sera, 31 gennaio 2025 Senza rinunciare al confronto, è necessario sottoscrivere un patto che preveda la risoluzione primaria degli aspetti pratici della vita delle persone, impegnandosi a far funzionare al meglio delle possibilità gli uffici giudiziari. Con una recente per quanto poco nota sentenza dello scorso novembre, la cassazione penale ha stabilito che non si può imporre l’utilizzo del telematico a tutti i costi poiché la tecnologia non sempre funziona. Detto in altre parole è legittimo il ritorno al passato e quindi l’utilizzo del cartaceo quando il sistema informatico va in tilt, poiché in primo luogo devono essere risolte le problematiche causate da disfunzioni funzionali che direttamente colpiscono i cittadini. L’ultimo eclatante esempio di malfunzionamento è quello del processo penale telematico che sarebbe dovuto entrare in vigore dal primo gennaio di quest’anno.

 

di Claudio Cerasa

Il Foglio, 31 gennaio 2025 Luigi Salvato riconosce che gli ambiti di cui si deve occupare il potere giudiziario sono aumentati, come i margini di discrezionalità nella sua attività: deve però resistere all’idea che egli sia sopra ogni potere. Per Margherita Cassano la politica spesso sceglie di non scegliere e lascia spazio di interpretazione ai magistrati. Si può dare torto a Giorgia Meloni quando dice, lo ha detto ieri, che “ci sono alcuni giudici, fortunatamente pochi, che vogliono decidere la politica industriale, vogliono decidere la politica ambientale, vogliono decidere le politiche dell’immigrazione, vogliono decidere se e come si possa riformare la giustizia, vogliono decidere per cosa possiamo spendere e cosa no e che in pratica vogliono governare loro”.

 

di Monica Guerzoni

Corriere della Sera, 31 gennaio 2025 Il presidente del Consiglio: la sola cosa che non si può fare è loro che guidano il Paese e io che vado alle urne, l’indagine danno alla nazione. L’opposizione: “Venga in Aula”. Sorride molto, gesticola moltissimo e nel bel mezzo dell’intervista, una domanda sola per quindici minuti di risposta, Giorgia Meloni alza ancora i decibel contro i magistrati: “Ci sono alcuni giudici, fortunatamente pochi, che vogliono decidere la politica industriale e quella ambientale, la politica dell’immigrazione, vogliono decidere se e come riformare la giustizia, per cosa possiamo spendere e per cosa no”. E ancora, spalancando le braccia e innalzando i toni: “In pratica vogliono governare loro. Solo che c’è un problema. Se io sbaglio, gli italiani mi mandano a casa. Se sbagliano loro, nessuno può fare o dire niente.

 

di Oliviero Mazza

Il Dubbio, 31 gennaio 2025 L’indagine su Meloni e i suoi ministri: perché una legittima scelta politica nemmeno sul piano astratto può integrare una fattispecie di reato. Il dibattito suscitato dall’indagine sui vertici del Governo italiano mi ha fatto tornare alla mente una celebre frase di Anatole France: il diritto è la più efficace scuola della fantasia. Mai poeta ha interpretato la natura così liberamente come un giurista la realtà. Abbiamo sentito voci autorevoli discettare di Corte penale internazionale, di estradizione, di notizie di reato, di atti più o meno dovuti da parte del Procuratore di Roma, della specificità delle indagini per i reati ministeriali, un fantasioso guazzabuglio in salsa giuridica che sembra prescindere dai dati normativi.

 

di Vitalba Azzollini*

Il Domani, 31 gennaio 2025 Le accuse ipotizzate per Meloni, Nordio Piantedosi e Mantovano non appaiono sufficientemente fondate. A carico del ministro della Giustizia Nordio, però, potrebbe configurarsi l’omissione di atti d’ufficio. Mentre resta alto l’interesse per la vicenda Almasri, minore attenzione sembra esserci per i reati, favoreggiamento personale e peculato, ipotizzati a carico della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dei ministri della Giustizia e dell’Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Eppure l’infondatezza, totale o parziale, di tali reati potrebbe far sì che la drammatizzazione di quello che Meloni, via social, ha definito impropriamente come “avviso di garanzia” si risolva nella classica tempesta in un bicchiere d’acqua.

 

di Simona Musco

Il Dubbio, 31 gennaio 2025 Chiesta l’apertura di una pratica in relazione alle modalità e tempi dell’iscrizione: “Non è stata conforme alla legge”. Mentre Giorgia Meloni attacca i magistrati “politicizzati”, accusandoli di voler “governare”, dal Csm parte l’attacco al procuratore di Roma Francesco Lo Voi, con una pratica che punta, di fatto, a farlo finire sotto procedimento disciplinare. L’iniziativa è delle laiche di centrodestra Isabella Bertolini e Claudia Eccher, che utilizzando le argomentazioni messe nero su bianco mercoledì dall’Unione delle Camere penali, che ha contestato l’iscrizione sul registro degli indagati della presidente del Consiglio, del sottosegretario Alfredo Mantovano, del ministro della Giustizia Carlo Nordio e di quello dell’Interno Matteo Piantedosi dopo la denuncia presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti in merito all’affaire Almasri. 

 

di Patrizia Maciocchi

Il Sole 24 Ore, 31 gennaio 2025 La Cedu ha stabilito che l’Italia deve introdurre misure generali in grado di affrontare in modo adeguato il fenomeno dell’inquinamento. Le autorità italiane mettono a rischio la vita degli abitanti della Terra dei Fuochi, l’area campana coinvolta nei decenni scorsi nell’interramento di rifiuti tossici. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani che ha condannato l’Italia che, pur riconoscendo la situazione, non ha preso le dovute misure. La Cedu ha stabilito che l’Italia deve introdurre, senza indugio misure generali in grado di affrontare in modo adeguato il fenomeno dell’inquinamento in questione. La sentenza è definitiva.

di Nello Trocchia

Il Domani, 31 gennaio 2025 Il principio di precauzione ignorato, la frammentazione delle risposte e l’assenza di una normativa. La Corte europea dei diritti dell’uomo chiede interventi entro due anni per evitare i risarcimenti. Anno 1996, Roma, sezione Criminalpol. Un poliziotto scrive un’informativa che racconta di “camorristi, imprenditori “ecomafiosi”, usurai, banchieri, bancari e professionisti della finanza”, coinvolti con tempi e ruoli diversi nella “realizzazione di un un progetto unico dagli effetti letali per il sistema economico nazionale e per l’ambiente”. L’ambiente era la terra campana. Trent’anni dopo, la Corte europea dei diritti dell’uomo, con una sentenza storica, ha stabilito che lo stato italiano non ha tutelato i cittadini nonostante fosse a conoscenza della compromissione ambientale dei luoghi fin dalla fine degli anni ottanta.

 

di Liborio La Mattina

giornalelavoce.it, 31 gennaio 2025 Critiche ai volontari, controlli inutili. Il progetto editoriale dei detenuti di Ivrea rischia di scomparire per sempre. La vicenda de La Fenice, il giornale online realizzato dai detenuti del carcere di Ivrea, continua a far discutere. Dopo l’improvvisa sospensione dell’attività emergono ora nuovi elementi che gettano ulteriori ombre sul futuro del progetto. Apprendiamo che, nei giorni scorsi, i computer utilizzati dai detenuti-giornalisti sono stati sottoposti a controlli approfonditi e che non sarebbe stato trovato nulla di compromettente. D’altro canto che cosa mai si sarebbe potuto trovare. Nonostante ciò, la direttrice del carcere, Alessia Aguglia, avrebbe rivolto critiche verso i due volontari esterni che da sei anni collaborano con i detenuti nella gestione del giornale.

 

rossetorri.it, 31 gennaio 2025 “Ribadendo l’importanza trattamentale dell’attività in oggetto (…) si chiede l’individuazione di altri operatori quali soggetti incaricati del progetto”. Si conclude così la lettera che il direttore della Casa Circondariale di Ivrea ha inviato nei giorni scorsi all’associazione Rosse Torri (editrice del giornale varieventuali) e al direttore responsabile del giornale. La “attività in oggetto” alla quale fa riferimento la lettera è la redazione dell’inserto La Fenice (attiva dal 2018) del giornale online varieventuali, che dal dicembre scorso non pubblica nuovi articoli provenienti dall’interno della Casa Circondariale di Ivrea. Perché? Cos’è successo? Semplicemente l’attività è stata sospesa a fine novembre per decisione della direzione, ufficialmente per effettuare accertamenti sui computer, peraltro da sempre ...

 

di Raffaella Calandra

Il Sole 24 Ore, 31 gennaio 2025 Nell’istituto penale minorile di Napoli record di presenze, quasi tutti italiani ma aumentano gli stranieri. Crescono i reati contro la persona e le pene si allungano. Il Ministero lavora all’apertura di altre quattro carceri. Dovevano esserci loro. Stesi per terra in un vicolo, con un lenzuolo bianco addosso. E ora che invece sono qui, davanti al mare di Nisida, vivi ma con pene talora lunghe da scontare, stanno imparando che “imbracciare un’arma - riflette il più timido - è sempre una scelta”. Con conseguenze irreversibili. Se lo fai, devi mettere in conto di poter morire da solo in qualche strada buia o - se ti va bene - di perdere la libertà dei tuoi 14-15 anni. Succede sempre più spesso. E con ragazzi sempre più piccoli. Adolescenti le vittime, adolescenti i killer.

 

di Claudio Bressani

La Stampa, 31 gennaio 2025 Ieri la commissione ad hoc di Palazzo Cabrino: sovraffollamento sotto controllo e corsi di formazione professionale. Un istituto piuttosto piccolo (170 detenuti a ieri), con qualche criticità strutturale ma anche un buon ventaglio di opportunità di formazione e lavoro. Le luci prevalgono sulle ombre nel ritratto fornito ieri in commissione da Nathalie Pisano, garante comunale dei detenuti, nominata dal Consiglio comunale 11 mesi fa. Da quando la figura è stata istituita nel 2017 per la prima volta il garante si presenta a riferire la situazione. La commissione è stata chiesta dalle minoranze dopo l’approvazione all’unanimità, il 30 ottobre, di una mozione per “attivare iniziative concrete volte a migliorare le condizioni della popolazione detenuta”.

asl5oristano.it, 31 gennaio 2025 Si rafforza la sanità penitenziaria nel carcere di Massama, che nei prossimi giorni potrà contare su sette camici bianchi per garantire ai detenuti un’assistenza costante e continuativa. Da sabato 1 febbraio entreranno in servizio nell’istituto di pena due nuovi medici, assunti con un contratto di medicina penitenziaria convenzionata di 24 ore settimanali ciascuno, per la durata di sei mesi, che andranno ad affiancare la dottoressa già al lavoro nel carcere da gennaio 2025. A questi si sommeranno quattro medici che saranno reclutati nei prossimi giorni dalla Asl 5 di Oristano con contratto libero professionale, sempre per sei mesi, con un monte orario che va dalle 24 alle 10 ore per ciascuno.

 

ansa.it, 31 gennaio 2025 Con un corso a Villa Maraini-Cri per il reinserimento lavorativo. Da detenuti per reati legati alla tossicodipendenza ad una nuova prospettiva per il futuro: lavorare come stallieri. Undici persone in cura, con alcune restrizioni, a Villa Maraini-Cri a Roma, hanno partecipato al corso di un mese per “Tecnico benessere equidi”, voluto da Asi sport equestri e, svolto al “Centro Tecnico Asi Ippodromo delle Capannelle”, e si sono diplomati avendo ora il titolo per poter lavorare nel settore. I partecipanti al corso sono stati anche alla Convention annuale del settore sport equestri al salone d’onore del Coni per la consegna dei diplomi.

 

lavocediimperia.it, 31 gennaio 2025 “Il carcere incontra la cittadinanza” e lo fa per parlare di lavoro e reinserimento sociale. Oggi alle 16 nella sala conferenze della biblioteca civica Lagorio si terrà la conferenza organizzata dalla casa circondariale di Imperia con il Cineforum e l’Amministrazione comunale. Dal 2009 il Cineforum svolge all’interno dell’istituto imperiese un progetto di volontariato: “Proponiamo una serie di proiezioni ai detenuti organizzate in collaborazione con gli educatori, gli psicologi e gli insegnanti”, racconta la presidente dell’associazione, Marinella Faedda. La scelta dei film è accurata, si evitano pellicole che potrebbero annoiare o che presentano scene esplicite di sesso o di violenza: “Portiamo film che raccontano di cadute e rinascite, del superamento di barriere sociali e soprattutto di crescita personale ...

 

messinaindiretta.it, 31 gennaio 2025 Arcigay Messina Mawkan e l’associazione Cammino organizzano in data 7 febbraio, alle 9:30 presso l’aula 4 del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Messina, una conferenza dal tema: “Genitori e figli: anche in carcere?” dedicata al delicato rapporto tra genitori detenuti e figli. L’evento, che ha avuto il patrocinio dell’Università di Messina, del Comune di Messina, della città Metropolitana di Messina, dell’ordine degli Avvocati di Messina e di Napoli, della Conferenza nazionale dei garanti territoriali delle persone private della libertà personale, dall’associazione Elsa Messina e da Radio Panorama, vedrà intervenire espertə provenienti da diversi settori del mondo legale e non.

 

di Gennaro Grimolizzi

Il Dubbio, 31 gennaio 2025 Iniziano oggi a Padova i lavori del direttivo nazionale di Movimento forense. Nel pomeriggio, presso il Salone di rappresentanza del circolo unificato dell’Esercito, a partire dalle 15, ci sarà una tavola rotonda dedicata al futuro della professione. I lavori - che proseguiranno anche domani - saranno aperti da Antonio Zago (presidente Mf Padova), Francesco Rossi (presidente del Coa di Padova), Federica Santinon (consigliere Cnf) e Laura Massaro (delegata Ocf). È previsto un momento di confronto, moderato da Barbara Melinato (segretario del Coa padovano), con il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, al quale parteciperà Elisa Demma, che di Movimento forense è la presidente.

di Cesare Monelli

Avvenire, 31 gennaio 2025 Diego da anni entra nelle carceri minorili con il Dominguez Camp: “È stupendo, una settimana di full immersion, ben 7 ore al giorno, con i ragazzi detenuti. Imparano i valori dello sport che nel rugby sono anche accentuati, ascoltano parole forti e magiche come educazione, collaborazione, rispetto per l’avversario, sostegno per i propri compagni di squadra. È una scossa per loro, vedi subito chi fa di tutto per cambiare rotta, è un metodo di educazione e prevenzione.

 

di Franco Corleone

L’Espresso, 31 gennaio 2025 Il 20 gennaio ho assistito alla Camera di Consiglio della Corte Costituzionale che ha discusso dell’ammissibilità del referendum sulla cittadinanza con un’inevitabile emozione: era in gioco una decisione che interessa milioni di persone che ora sono italiani dimezzati, privati del diritto fondamentale della cittadinanza e dei diritti politici nonostante contribuiscano alla vita del Paese, lavorando, pagando le tasse e rispettando le leggi.

 

di Giancarlo Visitilli

Corriere del Mezzogiorno, 31 gennaio 2025 Che fatica essere educatori credibili, insegnare, nonostante tutto, a credere nella giustizia, essere onesti e impegnarsi per diventare cittadini migliori. Ma c’è il rischio di essere in-credibili: se i ragazzi e le ragazze non credono più che la politica sia una cosa bella e sana, se “non ci credo nella giustizia italiana” o “io so che non sarà la scuola ad aiutarmi a realizzarmi”, questo è causa del discredito quotidiano da parte di chi la scuola, la giustizia, la politica, la Costituzione dovrebbe difenderle. Dovremmo smettere di leggere il quotidiano con gli studenti, di occuparci di ciò che accade e piuttosto fare la scuola come piace a molti: lezioni frontali che non parlano alle nostre vite? Si può insegnare Diritto, Educazione civica, Storia, senza fare riferimento allo scempio di questi giorni ...

 

di Lorenzo d’Avack

Il Dubbio, 31 gennaio 2025 Ci sono malati che le considerano contrarie alla propria dignità e preferiscono intraprendere un percorso di fine vita, ma la scelta non può mai essere obbligata da uno stato di sofferenza. La Corte costituzionale con sentenza n. 242/2019, aiuto al suicidio medicalizzato, ricorda che fra le possibilità previste nei trattamenti sanitari a favore di un paziente vi debbano essere le cure palliative e fra queste la possibilità della sedazione profonda. Cure palliative finalizzate a migliorare la qualità della vita sia del paziente che della sua famiglia, considerati come unica entità di cura. Scrive la Corte che è necessario offrire sempre alla persona concrete possibilità di accedere a cure palliative, anche diverse dalla sedazione, di modo che siano “un prerequisito della scelta, in seguito, di qualsiasi percorso ...

 

di Francesco Strazzari

Il Manifesto, 31 gennaio 2025 Difficile trovare un Paese in cui a sparare sull’immigrazione non si guadagnino voti. La nostra “premier forte” lo è con i disperati, non con trafficanti e torturatori. “Io non sono ricattabile”, concluse la “premier forte”, mentre i corifei del governo, disseminati nei talk show, invocavano la ragion di stato a giustificare la scarcerazione e il comodo volo per Tripoli di chi a Tripoli ha conquistato la fama di torturatore-in-capo. La grande realpolitik degradata ad impunità per i seviziatori. A nessuno sfugge quanto gravi siano le accuse e le testimonianze, né l’ampiezza degli affari del capomilizia in questione. Evocato il sacrificio delle procedure sull’altare della sicurezza nazionale, ecco gli stessi commentatori invocare garantismo e presunzione di innocenza.

 

di Giansandro Merli

Il Manifesto, 31 gennaio 2025 Sono state tutte respinte, come nei round precedenti, le richieste d’asilo dei 43 migranti rinchiusi a Gjader. Unica eccezione quella di un uomo ritenuto vulnerabile mercoledì e trasferito in Italia. La Commissione territoriale per l’asilo, in modalità express, ha dichiarato le domande di protezione “manifestamente infondate”. “La Commissione opera chiaramente in continuità con la manifesta volontà dell’esecutivo di respingere i richiedenti asilo, in spregio al diritto internazionale, europeo e costituzionale”, attacca il Tavolo immigrazione e asilo (Tai), che monitora i centri d’oltre Adriatico. “Le persone non hanno potuto farsi assistere da un legale né sono state messe in grado di prepararsi per le audizioni con adeguata informazione legale”, afferma il Tai.

 

di Domenico A. De Rossi

Il Riformista, 31 gennaio 2025 Il caso dell’espulsione del generale Almasri dall’Italia offre l’occasione per riflettere in parte anche sulla crisi libica, determinata dall’aggressione bellica e dalla questione migratoria. La mia esperienza come architetto, richiesto nei primi anni Duemila dal Governo di Tripoli in un progetto ONU per la realizzazione di nuove carceri, mi ha permesso di approfondire le dinamiche del Paese. Nel 2003 dopo la riconversione politica di Gheddafi, le Nazioni Unite affidarono alla Libia la presidenza della Commissione per i Diritti Umani. Tra i primi atti del governo ci fu quello di creare un piano organico per le carceri a norma dei Diritti umani. La Libia ha caratteristiche territoriali particolari da rammentare: a nord ha una lunga costa che si affaccia sul Mediterraneo, mentre i suoi confini terrestri ad ovest ...

 

DOCUMENTI

Comunicato stampa dell'Associazione Nazionale Funzionari Contabili D.A.P.: "Segnalazione delle difficoltà operative e gestionali dei funzionari contabili"

Comunicato stampa del Centro per gli Studi Criminologici: "Percorso di Consapevolezza presso la Casa Circondariale di Viterbo"

Radio Carcere, di Riccardo Arena. "Affettività in carcere, quel diritto ignorato" - La sentenza della Corte Costituzionale che ha riconosciuto ai detenuti il diritto a svolgere i colloqui intimi, ma che dopo un anno resta ancora inapplicata