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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 25 gennaio 2025
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 25 gennaio 2025 In 44 minuti di “Relazione sull’amministrazione della Giustizia”, presentata alla Camera e al Senato, il Guardasigilli ha toccato tanti temi ma non quello del lavoro delle persone dietro le sbarre. Amnesia od omissione? Luciano Pantarotto (Federsolidarietà): “Il ministro poteva trovare il tempo da dedicare ad un tema così importante” e dice che “manca una coprogettazione delle attività lavorative tra il Dipartimento, con i provveditorati regionali, e le Regioni. In primis sarebbe importante coinvolgere i soggetti del Terzo settore, per rafforzare le proposte formative e lavorative negli istituti di pena, che sono carenti”.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 25 gennaio 2025 L’intervento della presidente della Cassazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario: “In uno Stato democratico il carcere non può essere un luogo di mortificazione della dignità umana”. “Deve risuonare nelle coscienze di ciascuno di noi il monito del Presidente della Repubblica a scongiurare che la persona ristretta in carcere viva in condizioni angosciose e disperanti, “indecorose per un Paese civile”, tali da costringerla a gesti estremi”: è un monito forte quello pronunciato dalla Prima presidente di Cassazione, Margherita Cassano, all’inaugurazione dell’Anno giudiziario.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 25 gennaio 2025 Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in Parlamento ha dichiarato che l’amnistia e l’indulto sono “un incentivo alla recidiva”. Ma su quali basi trae questo convincimento? C’è un dato che confermi tale assunto? In realtà, no, e i motivi sono sostanzialmente due. Il primo è che l’ultima amnistia è stata concessa più di trent’anni fa e non esiste alcun dato in tal senso, mentre sull’indulto concesso nell’estate del 2006 un dato c’è, e dimostra il contrario. Il secondo è che i dati indicano come sia proprio la carcerazione, priva di una prospettiva che non sia un ulteriore imbarbarimento, a produrre alti tassi di recidiva.
di Luigi Longo e Antonino Napoli
L’Unità, 25 gennaio 2025 In carcere si è ammalato di una forma di tumore al pancreas aggressiva e dalla prognosi incerta. Le sue gravi condizioni di salute sono state alla fine riconosciute e dichiarate incompatibili con lo stato di detenzione. La vicenda processuale e umana di Ernesto Fazzalari ruota attorno all’eterno conflitto tra libertà e autorità. Nell’ambito di questo conflitto, la reclusione in carcere, che è espressione massima di autorità, non può risolversi in una totale e assoluta privazione di libertà; può comportarne una grave limitazione, ma non può certo determinarne la soppressione. Chi si trova in stato di detenzione, infatti, conserva la propria libertà per il tramite di quel valore supremo che è la dignità umana che, essendo intrinseca all’esistenza dell’uomo, non può essere conferita, graduata o revocata, e permane ...
di Giulia Merlo
Il Domani, 25 gennaio 2025 La presidente Cassano contraddice il ministro: “Magistratura diversa da come viene descritta”. Pinelli (Csm): “Il potere giudiziario si è espanso moltissimo. Ora siamo in fase di riequilibro”. La cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario in Corte di cassazione procede senza intoppi, ma il clima è quello rarefatto della calma prima della tempesta. Oggi, infatti, sarà il giorno delle cerimonie nelle 26 corti d’appello e anche il momento in cui la magistratura associata manifesterà il suo dissenso alla riforma costituzionale della separazione delle carriere, votata in prima lettura alla Camera e su cui il governo intende procedere dritto e spedito.
di Errico Novi
Il Dubbio, 25 gennaio 2025 Alla cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario celebrata in Cassazione, il vicepresidente del Csm ha censurato senza esitazioni “l’autoisolamento” della magistratura associata. Che ha in programma la clamorosa protesta nelle Corti d’appello. Era uno snodo cruciale. L’inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione avrebbe dovuto sancire le posizioni in campo, le munizioni e le armi di un conflitto, fra governo e magistratura, inevitabile. Ma la cerimonia di oggi a piazza Cavour, aperta dalla relazione della prima presidente Margherita Cassano, ha squadernato sul tavolo dello scontro che ruota attorno alla separazione delle carriere, uno scenario nuovo.
di Flavia Amabile
La Stampa, 25 gennaio 2025 Sempre più chiamate al 1522, ma il 73% delle donne non denuncia: “Hanno paura”. Mancano però statistiche approfondite. Valente: “C’è una legge ma non i decreti”. Il Governo la prenderà come l’ennesima puntata dello scontro con la magistratura, ma nelle parole pronunciate ieri dalla prima presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano non ci sono giudizi, commenti, affermazioni scomposte. Soltanto le nude cifre. Nel 2024 - spiega la prima donna a guidare la Cassazione - gli omicidi volontari sono in calo dell’8% rispetto ai 340 dell’anno precedente e ai 328 del 2022. Crescono, però, gli omicidi compiuti all’interno delle famiglie. L’assassino ha le chiavi di casa, urlano le donne durante le manifestazioni contro la violenza.
di Andrea Siravo
La Stampa, 25 gennaio 2025 L’avviso di chiusura delle indagini è stato notificato all’avvocata, lo psichiatra e consulente di parte e quattro psicologhe. Il 29 si apre il processo d’appello. “La prima cosa che m’ha detto l’Alessia è stato “Tizi, però non possiamo più parlare di niente, devo fare la mongoloide perché ci sono cimici dappertutto”. Tiziana Morandi, nota come la mantide della Brianza, lo ha riferito al pm della Dda, Francesco De Tommasi, durante una testimonianza parlando della sua compagna di cella Alessia Pifferi, la donna condannata in primo grado all’ergastolo per l’omicidio pluriaggravato della figlia Diana nel luglio 2022. La deposizione è stata raccolta nell’ambito dell’inchiesta parallela sul presunto favoreggiamento personale che avrebbero commesso in concorso l’avvocata di fiducia Alessia Pontenani e le psicologhe ...
GIURISPRUDENZA
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 25 gennaio 2025 Al centro della misura alternativa c’è la necessità di cura del condannato connesso alla previsione positiva che il percorso è idoneo a prevenire la commissione di altri reati. No alla misura alternativa dell’affidamento in prova a fini terapeutici se le condizioni di salute del condannato - al momento della presentazione dell’istanza - escludono il permanere di una dipendenza da sostanze stupefacenti o alcoliche. Infatti, la cura di chi è in espiazione di una pena detentiva è elemento essenziale della finalità, di prevenzione dalla commissione di ulteriori reati, perseguita da questa tipologia di misura alternativa al carcere.
di Valentina Reggiani
Il Resto del Carlino, 25 gennaio 2025 Parla Michele Romagnoli, autista del 118 a Ravenna, padre di Fabio: “Era fragile ma nessuno è intervenuto. Chiedo che non capiti ad altri”. “I detenuti ma anche i loro parenti vanno ascoltati. Non sono numeri ma persone. Cosa chiedo oggi? Che non capiti più a nessuno quello che è successo a mio figlio”. L’appello parte da Michele Romagnoli, residente a Ferrara, Portomaggiore e autista nella centrale operativa del 118 a Ravenna. Si tratta del papà di Fabio Romagnoli, il detenuto 40enne morto in carcere a Modena il 20 febbraio 2023 dopo aver inalato gas da un fornellino. Il pm Francesca Graziano, al termine delle indagini, ha chiesto l’archiviazione del fascicolo per omicidio colposo, rimasto a carico di ignoti. Il legale della famiglia, l’avvocato Luca Sebastiani ha presentato opposizione alla ...
di Valentina Reggiani
Il Resto del Carlino, 25 gennaio 2025 Alla visita, dopo i tre decessi nelle ultime settimane, hanno preso parte anche il sindaco Mezzetti, la vice Maletti e l’assessora alla Sicurezza Camporota. I garanti Cavalieri e De Fazio: “La sezione che accoglie detenuti a rischio suicidario accertato non è adeguatamente attrezzata dal punto di vista sanitario”. Sopralluogo nel carcere di Modena, questa mattina, dei due garanti Roberto Cavalieri (regionale) e Laura De Fazio (Comunale) insieme a rappresentanti della camera penale e delle istituzioni, a partire dal sindaco Massimo Mezzetti, la vicesindaca Maletti, l’assessora alla Sicurezza Camporota e l’assessora al Welfare regionale Isabella Conti. Si è parlato di progetti, in particolare dell’alternanza carcere-lavoro e di riabilitazione dei detenuti, oltre che dei noti problemi della struttura ...
di Valentina Stella
Il Dubbio, 25 gennaio 2025 Mercoledì scorso, l’Ordine degli avvocati di Bologna ha partecipato a una visita istituzionale presso la casa circondariale “Dozza” di Bologna. L’evento, organizzato dal neo eletto presidente della Regione Emilia Romagna, Michele De Pascale, ha visto la partecipazione di esponenti politici delle istituzioni regionali e comunali, oltre a una rappresentanza della Camera Penale “F. Bricola di Bologna”. “La scelta del Presidente De Pascale, che si pone a inizio del suo mandato, va certamente apprezzata perché dimostra sensibilità e attenzione per quella che ormai è divenuta una vera e propria emergenza umanitaria in cui versano le carceri italiane, comprese quelle della nostra regione - ha dichiarato il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Bologna.
di Gabriella Mazzeo
fanpage.it, 25 gennaio 2025 Le parte lesa, un ex detenuto di origini algerine, è stato espulso dall’Italia e non può testimoniare perché irreperibile. Sono stati assolti anticipatamente 4 agenti della Polizia penitenziaria imputati a Torino con l’accusa di tortura nei confronti dei detenuti del carcere delle Vallette. A pronunciare la sentenza è stato il tribunale durante l’udienza di stamani. Il dibattimento proseguirà invece per altri poliziotti chiamati in causa (circa 20). I quattro poliziotti sarebbero riusciti ad ottenere l’assoluzione perché la parte lesa, un ex detenuto di origini algerine, è stato ora espulso dall’Italia e sarebbe quindi ora irreperibile. Fu ascoltato durante le indagini, ma in quel momento il provvedimento era già in atto e quindi, secondo gli avvocati, la testimonianza avrebbe dovuto essere acquisita con la formula dell’incidente ...
di Gabriele Fusar Poli
Corriere del Veneto, 25 gennaio 2025 Da marzo il carcere di massima sicurezza di Padova arriverà ad accogliere 650 detenuti. Nella mattinata di ieri è stato inaugurato un nuovo reparto di detenzione all’interno del carcere Due Palazzi. “Nuovo” solo in parte, in realtà, in quanto è stata restaurata un’ala già esistente ma che ora risulta completamente rinnovata e in grado di ospitare 50 detenuti. Talmente “moderne” e dotate di comfort da non sembrare, a prima vista, delle celle. Se non fosse per le dimensioni ridotte, ma comunque vivibili: nella mattinata di ieri è stato inaugurato un nuovo reparto di detenzione all’interno della Casa di reclusione Due Palazzi di Padova.
di Beatrice Branca
Corriere del Veneto, 25 gennaio 2025 Maggiori opportunità di lavoro e attività culturali per i detenuti. Sono questi i due principali temi di cui si è discusso giovedì a Palazzo Barbieri dove si è riunito il tavolo tecnico sulla situazione critica della Casa Circondariale di Montorio. Due ore nelle quali si è discusso delle sinergie che si potrebbero mettere in campo per garantire ai detenuti condizioni di vita migliori, in una struttura dove il sovraffollamento sfiora il 170%. La riunione è stata guidata dal Comune con l’assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi e l’assessora alle politiche sociali Luisa Ceni, assieme ai nuovi vicedirettori del carcere Giulio Baffa e Rosanna Gargano, la Camera Penale, il garante dei detenuti don Carlo Vinco, la Magistratura di Sorveglianza, l’Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna (Uepe) con il responsabile ...
di Thomas Bendinelli
Corriere della Sera, 25 gennaio 2025 Nel carcere di Canton Mombello ci sono 389 detenuti a fronte di una capienza di 189. A Verziano va leggermente meglio, ma il sovraffollamento è comunque altissimo: 112 persone detenute a fronte di una capienza massima di 71. Numeri da incubo quelli contenuti nella relazione annuale della garante dei detenuti Luisa Ravagnani, che ieri il presidente del consiglio comunale Roberto Rossini ha sintetizzato in aula, ricordando che l’emergenza carceraria c’è ed è sempre più urgente (come conferma il 2024, anno record di sucidi tra detenuti e polizia penitenziaria).
di Maria Ducoli
La Nuova Venezia, 25 gennaio 2025 Anche tre persone costrette a condividere 9 metri quadrati. Vanto (Cgil): “Servono progetti di inserimento lavorativo”. Spazi da ridisegnare, chiesto aiuto a Iuav. Nove metri quadrati, o poco più. Tre persone che ci devono vivere dentro con tre letti, a volte ben tre brande a castello da cui se allunghi il braccio puoi quasi toccare il soffitto, poi un tavolo di 80 centimetri per 60, tre sgabelli, tre armadietti. Ma questi nove metri quadrati erano pensati per far vivere una sola persona, e invece ce ne stanno tre. Nelle carceri, e la casa circondariale di Santa Maria Maggiore non fa eccezione, non si respira e si vive cercando di non calpestarsi a vicenda. Nel clima asfissiante, gli arredi iniziano ad accusare i segni del tempo e, per questo, il direttore Enrico Farina sta pensando di coinvolgere lo Iuav e ...
di Mery De Martino*
cantierebologna.com, 25 gennaio 2025 Sappiamo quanto il Comune di Bologna sia impegnato sui temi dell’adolescenza e della detenzione minorile e non, in coordinamento con tante realtà territoriali, istituzionali e associative, cui credo si debba tributare la nostra riconoscenza collettiva. Dobbiamo insistere e investire sempre più tempo, energie e risorse su questo versante, perché ne va davvero del futuro della nostra comunità cittadina. Tra i tanti argomenti di dibattito in città, non c’è dubbio che quello legato alla sicurezza e alla violenza giovanile abbia assunto, da molto tempo, un ruolo di primo piano. Le soluzioni semplicistiche sulla questione abbondano, ma possiamo essere certi che non saranno le ronde auto-organizzate da cosiddetti “patrioti” o il mero utilizzo di etichette che si limitino a stigmatizzare violenti e delinquenti ...
di Paola Gabrielli
Corriere di Bologna, 25 gennaio 2025 “Il nostro motto è portare il cinema ovunque. Se le persone non possono andarci, il cinema arriva a casa loro”. Dove la parola “casa” va intesa in senso ampio e, se possibile, metaforico. Così Roberto Guglielmi. Docente al liceo “Laura Bassi” di Bologna e coordinatore del “Corso Doc”, corso documentaristico e cinematografico dello stesso istituto in collegamento con altre scuole, è il motore di Cinevasioni.edu. Ovvero, il cinema che si fa portatore di benessere per aiutare a uscire dai contesti di sofferenza. Con la direzione artistica di Piero Di Domenico, il progetto presenta varie diramazioni e articolazioni, punta alla formazione di studenti degli istituti superiori del territorio e promuove il confronto tra partecipanti attraverso laboratori, rassegne, attività formative.
AFFARI SOCIALI
di Susanna Turco
L’Espresso, 25 gennaio 2025 Più minori in carcere, più aggravanti per tutti. Dai rave a Caivano, dalla resistenza passiva alla gestazione per altri. Hanno rinunciato a quasi tutte le grandi riforme, non hanno provvedimenti-bandiera da sventolare ma posseggono un’attitudine, un talento particolare: inventano reati come nessun altro. Il governo guidato da Giorgia Meloni è una fabbrica di commi, codicilli e aggravanti come il governo Berlusconi poteva essere una fabbrica di scudi personali a tutela del Cavaliere: stavolta l’abbondanza serve a coprire un vuoto di prospettiva, con la fantomatica indicazione di nemici di volta in volta diversi. Da solo, ad esempio, il ddl sicurezza - giunto al secondo passaggio ma che forse sarà modificato ancora per recepire le perplessità del Quirinale - prevede di introdurre almeno 14 reati e 9 aggravanti ...
di Emilio Carelli
L’Espresso, 25 gennaio 2025 Bisogna affrontare il disagio sociale e non cedere all’idea di usare la paura come metodo di Governo. Negli ultimi mesi il tema della sicurezza ha dominato il dibattito pubblico. Numerosi eventi di cronaca hanno acuito l’attenzione mediatica, in particolare manifestazioni di protesta sfociate in duri scontri con le forze dell’ordine. In questo contesto, il “decreto sicurezza” varato nei mesi scorsi dal governo suscita interrogativi non soltanto sulla sua efficacia, ma anche sulla sua compatibilità con i principi fondamentali dello Stato di diritto. La sicurezza è un diritto inalienabile di ogni cittadino, ma come spesso accade, la percezione si scontra con la realtà. E così norme troppo severe o repressive rischiano di alimentare un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni.
di Franz Baraggino
Il Fatto Quotidiano, 25 gennaio 2025 I giudizi sulle convalide dei nuovi trattenimenti rischiano di essere sospesi a causa dei rinvii pregiudiziali sulla questione dei “Paesi sicuri” pendenti presso la Corte europea. La sospensione delle convalide, come già avvenuto ai primi di ottobre, comporta l’immediato rilascio dei richiedenti e, in base al Protocollo Italia Albania, l’obbligo di portarli in Italia. La nave Cassiopea è operativo a sud di Lampedusa e pronto a trasferire altri migranti in Albania. Il governo ha deciso di non aspettare il pronunciamento della Corte di giustizia europea e di riattivare il noto Protocollo. Ai primi di novembre, il tribunale di Roma aveva sospeso il giudizio sulle convalide dei trattenimenti in Albania, rinviando alla Corte Ue la questione dei “Paesi d’origine sicuri”. Decisioni che, almeno dal punto di vista giuridico, hanno ...
di Riccardo Noury*
Il Fatto Quotidiano, 25 gennaio 2025 L’Italia ospitò, nel 1998, la conferenza internazionale che diede vita, attraverso quello che per l’appunto si chiama Statuto di Roma, alla Corte penale internazionale. L’Italia ratificò sollecitamente lo Statuto di Roma, impegnandosi dunque tra l’altro a consegnare alla Corte le persone raggiunte da un mandato di cattura. Quindi era chiaro cosa avrebbero dovuto fare le autorità italiane nei confronti di Osama Njeem detto El Masry, del cui arresto a Torino è stata data notizia il 20 gennaio: trasferirlo alla Corte penale internazionale. Cosa è avvenuto dopo è noto: il velocissimo ritorno a Tripoli del ricercato, accolto in pompa magna a Tripoli tra esultanze e cori di scherno nei confronti del nostro paese.
di Riccardo Redaelli
Avvenire, 25 gennaio 2025 Sono davvero periodi cupi e tristi quando la ferocia viene esibita come un valore, quando il disprezzo della vita altrui - soprattutto la vita dei poveri e dei meno fortunati - diviene un elemento di successo politico. Era lecito aspettarsi il peggio dal ritorno alla presidenza statunitense di un Donald Trump privo di freni inibitori, attorniato da una corte di tecnocrati miliardari insofferenti di ogni regola; e infatti il peggio sembra essere arrivato oltre ogni timore. Questi primi giorni sono un diluvio di ordini esecutivi, alcuni palesemente incostituzionali, che vanno a minare alcuni dei principi cardine della democrazia americana.
di Paolo Giordano
Corriere della Sera, 25 gennaio 2025 Così inizia “l’età dell’oro” dell’America: con la fotografia di un gruppo di persone in catene. Un’istantanea del mondo che verrà, dove le azioni peggiori delle politiche antimigratorie non si fanno più nell’ombra: vengono esibite invece, in onore del “buon senso comune”. È un passo avanti importante nell’agenda del sovranismo, perché il post di ieri non è di un fanatico suprematista in acido ma dell’account X ufficiale della Casa Bianca. La rivendicazione istituzionale della brutalità. La fotografia ci indigna. Ma la nostra indignazione non è che uno sbuffo di vapore, dura meno del post. D’altra parte non c’è tempo. Qualche giorno fa era Elon Musk con il braccio teso, oggi sono le catene, domani chissà. Non si sa quando fermare l’attimo.
di Antonella Napoli
L’Espresso, 25 gennaio 2025 Dopo la rielezione di al-Sisi nel 2023, si è intensificata l’onda di repressione contro dissidenti e manifestanti. Con arresti, minacce, libertà violate. Come attesta un rapporto all’esame dell’Onu. Egitto, Paese sicuro? Qualche volta, se hai almeno una doppia nazionalità e il governo del tuo Paese riesce a intervenire prima che i servizi di sicurezza ti facciano sparire; come invece è accaduto a Giulio Regeni, il ricercatore di Fiumicello sequestrato, torturato e ucciso nel 2016 al Cairo. A Sherif Elanain, ex pornoattore e cittadino italiano che rischiava tre anni di carcere per l’accusa di “immoralità”, è andata bene: è stato scagionato e rilasciato lo scorso 2 gennaio. Non sono altrettanto fortunati i prigionieri che a migliaia affollano le carceri egiziane. Dalle elezioni presidenziali del dicembre 2023, vinte dal presidente ...
di Chiara Cruciati e Giansandro Merli
Il Manifesto, 25 gennaio 2025 Reportage dal Nord-est della Siria Visita al campo che ospita 40mila familiari dei jihadisti catturati dopo la fine del Califfato. Un inferno con i suoi gironi - siriani, iracheni, stranieri “rimossi” dai loro paesi - e dinamiche di un piccolo Stato islamico. Pronto pericolosamente a risorgere. Parla la direttrice della struttura Jihan Hanan: “Abbiamo avuto informazioni che l’Isis sta pianificando qualcosa. Non sappiamo se un attacco dall’esterno o una rivolta all’interno”. Ma in questo momento nella regione a maggioranza curda retta dall’Amministrazione autonoma il principale incubo è la Turchia. Una distesa di reti, grate e filo spinato taglia il deserto. Fuori, tutto intorno, ci sono le postazioni asaysh, la polizia dell’Amministrazione autonoma del Nord-est della Siria (Aanes). Più lontano vigilano le Syrian ...
di Giulia Pompili
Il Foglio, 25 gennaio 2025 Quarantotto cittadini cinesi dello Xinjiang detenuti in Tailandia da più di dieci anni ora sono a rischio rimpatrio. Il simbolo della spietatezza cinese, anche dentro a una storia più italiana. “Potremmo essere imprigionati o essere uccisi. Facciamo appello a tutte le organizzazioni internazionali e ai paesi che hanno a cuore i diritti umani perché intervengano per salvarci da questo tragico destino, prima che sia troppo tardi”. Una decina di giorni fa l’Ap è venuta in possesso di una lettera scritta da uno dei 43 cittadini cinesi di etnia uigura detenuti da dieci anni in Tailandia, e che le autorità di Bangkok vorrebbero adesso deportare in Cina. La loro vicenda rappresenta la capacità della Repubblica popolare cinese di usare la repressione internazionale e la manipolazione dei media come arma diplomatica e politica.
di Sergio D’Elia*
L’Unità, 25 gennaio 2025 Taiwan è una piccola isola immersa nel mar della Cina, una grande montagna della resistenza liberale all’impero dispotico continentale. Davide e Golia. Democrazia e Dittatura. Stato di Diritto e Potere assoluto dello Stato. La differenza è abissale, ma anche la riprova che un modo d’essere ordinato e orientato ai valori umani universali può avere nel tempo, speriamo ancora, la meglio sul disordine costituito e centrato sul potere. La Cina può fare di Taiwan un sol boccone solo se il grande avrà assimilato il piccolo, quando il piccolo sarà simile al grande. L’irriducibile differenza di valori è la forza vitale della resistenza al regime violento. Ammainare le proprie nobili bandiere, quelle di grazia e giustizia, di diritto e libertà, mette a repentaglio insieme ai propri grandi principi anche la propria piccola indipendenza nazionale.
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La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 27 gennaio al 2 febbraio 2025
Incontro-dibattito. "Sarà meglio quando... butteremo via la chiave?" (Pianezza-TO, 28 gennaio 2025)
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"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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