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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 22 gennaio 2025
di Giulia Casula
fanpage.it, 22 gennaio 2025 Oggi il ministro della Giustizia ha tenuto al Senato la sua relazione annuale sullo stato della giustizia italiana. Tra i temi toccati dal Guardasigilli, il sovraffollamento delle carceri contro cui Nordio ha ribadito il suo no a provvedimenti come amnistia e indulto: “Sarebbero un segno di debolezza dello Stato”. “Escludo provvedimenti come amnistia o scarcerazioni lineari, sarebbe una debolezza dello Stato”, ha detto in Aula. “Si può essere generosi quando si è forti, non quando si è costretti dalla necessità delle cose. Sarebbe un incentivo alla recidiva”, ha aggiunto.
di Massimo Donini
L’Unità, 22 gennaio 2025 In un tempo nel quale non si può leggere un giornale se non si acquisisce qualche conoscenza penalistica, ha un senso concreto cercare di spiegare alcune innovazioni attuali in materia di uso della sanzione punitiva pubblica. Che si tratti di capi di Stato (prima, durante o dopo l’immunità per essi prevista, durante il mandato) o di ministri, di parlamentari o di imprenditori, di amministratori pubblici, di comuni cittadini di ogni classe sociale, siamo tutti soggetti al sindacato giuridico dei poteri, dei doveri, delle condotte, pubbliche e private. Questo sindacato è spessissimo di tipo penale, nazionale o persino internazionale. Che poi la pena si applichi in modo discontinuo o differenziato, con disuguaglianze sia in astratto e sia soprattutto in concreto, anche per classi sociali, è questione diversa che si potrà commentare in altro momento.
di Lucio*
Il Dubbio, 22 gennaio 2025 Si è concluso un anno tormentato, nel quale il tema dei femminicidi ha elevato l’apprensione sociale, ma anche l’incapacità generale di capire un fenomeno che andrebbe indagato sul piano culturale più che nei tribunali, per trovarne antidoti nel vivere sociale e tra le mura domestiche. Sul caso Cecchettin e quello di Giulia Tramontano, che hanno attratto l’interesse mediatico con i processi celebrati prima di tutto in tv, con periti, esperti e giuristi a dire la loro e sentenziare, alla fine i tribunali hanno concluso con l’ergastolo per Turetta e Impagnatiello. In mezzo l’inasprimento del codice rosso e la richiesta (assecondata dal legislatore) di inasprimento delle pene.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 22 gennaio 2025 “Il carcere dovrebbe essere un posto dove si paga una colpa ma con dignità e, come dice la Costituzione, con la possibilità di studiare, lavorare, giocare, dormire senza sentirsi come topi chiusi in una gabbia”. A parlare è la grande scrittrice, autrice di “Bagheria”, di “La lunga vita di Marianna Ucria” e molti altri romanzi, che ha svolto diversi seminari negli istituti di pena romani: “La detenzione dovrebbe aiutare le persone a riflettere, non a difendersi dalla ressa, dall’inerzia e dalla totale mancanza di spazio e di libertà”. L’anno scorso nelle carceri sono stati 83 i suicidi, secondo il Garante nazionale delle persone private della libertà personale (dati al 20 dicembre 2024), 90 secondo il dossier “Morire di carcere” di Ristretti Orizzonti (dati al 31 dicembre 2024).
di Ginevra Barbetti
Corriere della Sera, 22 gennaio 2025 San Vittore è il primo carcere in cui è entrata, quasi trent’anni fa. Ed è forse proprio quello il tempo in cui, figurativamente, ha iniziato a scriverne, studiando e vivendo un luogo dove “c’è l’essenza della vita: dal dolore all’amore, dalla malattia all’ingiustizia” spiega Daria Bignardi rispetto alla genesi di “Ogni prigione è un’isola”, Mondadori Strade blu. Un viaggio nell’isolamento e nelle prigioni, anche interiori, che presenta insieme ad Adriano Sofri mercoledì 22 gennaio alle 17.30, per la rassegna “Leggere per non dimenticare”, il ciclo di incontri ideato da Anna Benedetti alla Biblioteca delle Oblate di Firenze.
di Frank Cimini
L’Unità, 22 gennaio 2025 Alfredo Cospito è stato assolto insieme ad altri 11 anarchici dal giudice per le indagini preliminari di Perugia in relazione alle attività della rivista Vetriolo considerata “clandestina” con imputazioni di istigazione a delinquere e istigazione all’evasione aggravate dalla finalità di terrorismo. Ma prima di essere assolto Cospito aveva preso la parola da remoto nel carcere di Sassari Bancali “per ringraziare” la celebrazione dell’udienza. “Mi tocca ringraziarvi - sono state le sue parole. Dopo un anno di silenzio grazie al vostro imbarazzante e anacronistico procedimento penale mi è concesso di esprimere il mio pensiero pubblicamente anche se per il breve tempo di un battito d’ali oggi posso strapparmi il bavaglio, la mordacchia medioevale di un 41bis che un governo di centrosinistra anni fa mi ha applicato per ...
di Gabriella Cerami
La Repubblica, 22 gennaio 2025 Ieri l’approvazione alla Camera con 163 voti favorevoli e l’astensione delle opposizioni. Nuovi istituti penitenziari da costruire anche con i fondi della giustizia riparativa e un rafforzamento dell’utilizzo del braccialetto elettronico. Il decreto Giustizia targato Carlo Nordio che prevede la riorganizzazione del sistema giudiziario è stato approvato alla Camera con 163 voti favorevoli e l’astensione delle opposizioni. Il provvedimento contiene anche norme sull’elezione dei consigli giudiziari e del direttivo di Cassazione e limiti al conferimento degli incarichi. Inoltre proroga l’incarico del commissario straordinario per l’edilizia carceraria al 31 dicembre 2026.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 22 gennaio 2025 Lite a Palazzo Chigi: la Lega chiede subito le norme pro polizia. Fd’I vuole poche correzioni “senza stravolgere il testo”, da portare in Aula al Senato. Un vertice a Palazzo Chigi per discutere, come previsto, delle correzioni da apportare necessariamente al Ddl Sicurezza e di un provvedimento che contenga norme a tutela delle forze dell’ordine indagate (il cosiddetto “scudo penale” su cui stanno lavorando i tecnici del ministero di Giustizia), finisce con Lega e Fratelli d’Italia che si scontrano a colpi di agenzie di stampa. Da un lato si fa sapere che il provvedimento correrà veloce verso una terza lettura alla Camera con pochi emendamenti presentati dal governo, molto probabilmente in Aula al Senato e non nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia dove anche ieri sera è ripreso l’esame ...
di Vitalba Azzollini*
Il Domani, 22 gennaio 2025 Sei relatori speciali dell’Onu hanno scritto al governo a dicembre: il ddl viola gli impegni dell’Italia assunti con la firma di convenzioni internazionali. Di recente critiche anche dell’Osce. Il Governo continuerà a fare finta di niente? Il disegno di legge Sicurezza è una normativa liberticida. Lo affermano sei relatori speciali delle Nazioni unite, in una comunicazione inviata al governo italiano il 19 dicembre 2024 e resa pubblica il 16 gennaio scorso. Il testo è stato esaminato, tra gli altri, dai relatori sulla libertà di riunione pacifica e di associazione, sulla libertà di opinione e di espressione, sui diritti umani dei migranti, su razzismo, discriminazione razziale e xenofobia.
di Errico Novi
Il Dubbio, 22 gennaio 2025 Come avvenne già contro Berlusconi, sarà inevitabile l’alleanza fra il centrosinistra e la magistratura nella campagna referendaria contro la separazione delle carriere. A poco più di un mese dallo “sciopero anti-Nordio” dell’Anm, in programma per il 27 febbraio, e a poche ore ormai dalla clamorosa passerella che la magistratura associata metterà in scena alle inaugurazioni dell’anno giudiziario di sabato, il clima sulla separazione delle carriere comincia a farsi pesante. Al punto da rievocare le “atmosfere” del 2003-2004, dei giorni in cui attorno alla riforma Castelli si scatenò un conflitto durissimo fra il governo Berlusconi di allora e un fronte composito, con l’Associazione magistrati in prima linea, ma anche con le opposizioni e buona parte della stampa nella stessa trincea.
di Serena Sileoni
La Stampa, 22 gennaio 2025 Vista dal Governo, la separazione delle carriere in magistratura è passata in cima alle priorità di riforme. Vista dal lato della magistratura, è tornata un acceso e attuale motivo di scontro. Dopo la conclusione della prima lettura alla Camera, l’Associazione nazionale dei magistrati ha deciso di disertare le imminenti cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario. Per il 27 febbraio, inoltre, è previsto un primo sciopero nelle aule giudiziarie. Da qualunque lato la si guardi, il motivo per cui la riforma è decisiva, tanto da scatenare di nuovo il conflitto tra i due poteri dello Stato, sembra però riguardare più gli effetti percepiti che quelli concreti.
di Giorgio Altieri
Il Riformista, 22 gennaio 2025 È un susseguirsi di invettive contro la riforma Nordio sulla separazione delle carriere. L’ANM ha finanche indetto lo sciopero dei magistrati per il 27 febbraio e invita alla protesta dei magistrati all’imminente inaugurazione dell’anno giudiziario, con l’uscita dei magistrati dalle Aule di Giustizia con la Costituzione in mano quando parlerà il rappresentante del Governo.
di Giuseppe Gargani
Il Dubbio, 22 gennaio 2025 L’ordine giudiziario accolga la distinzione dei ruoli ma contrasti il sorteggio, assurdo per i laici e per i togati. La distinzione tra il ruolo del pm e quello del giudice (se si evitasse il termine “carriere” che inopportunamente viene usato anche nella proposta del governo, il cittadino capirebbe di più) è stata stabilita con legge costituzionale che ha avuto la prima approvazione alla Camera. Come è noto a tutti, sono necessarie altre tre approvazioni da parte del Parlamento, e possiamo sperare che le norme possano essere migliorate e perfezionate.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 22 gennaio 2025 Dal Senato primo sì alla riforma che inserisce in Costituzione la “tutela delle vittime di reato”. Scalfarotto (Italia viva): “Norma ridondante e pericolosa”. Al populismo penale si aggiunge ora il populismo costituzionale: buoni propositi per ottenere consensi, senza badare alla loro attuazione. Dopo l’ambiente, lo sport, gli animali e le isole, ora i partiti vogliono inserire nella Costituzione anche le vittime dei reati. Al populismo penale si aggiunge ora il populismo costituzionale, che porta a riempire la Costituzione di buoni propositi, con cui ottenere facilmente il gradimento dell’opinione pubblica, ma senza tanto badare alla loro effettiva attuazione pratica.
di Glauco Giostra
Il Domani, 22 gennaio 2025 Quella per la tutela della presunzione d’innocenza è una battaglia che si deve combattere a livello culturale e con più trasparenza, non con iniziative fallimentari. Con un recente decreto legislativo il governo ha introdotto, in asserito adempimento della direttiva europea 2016/343, il divieto di pubblicare le ordinanze che applicano misure cautelari personali. La Commissione europea ci ha dovuto chiarire ciò che era chiarissimo sin dall’inizio e come, su queste pagine si era cercato insistentemente, ma inutilmente, di far presente: la direttiva 2016/343 “non prescrive”, ammonisce Michael McGrath, Commissario europeo per la Giustizia, la democrazia e i diritti fondamentali, “limitazioni specifiche per quanto riguarda la pubblicazione da parte della stampa di atti processuali relativi alla fase ...
di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 22 gennaio 2025 È stato eletto questa mattina all’unanimità dai giudici della Corte riuniti in camera di Consiglio. Come primo atto, ha nominato Vicepresidenti i giudici Francesco Viganò e Luca Antonini. Giovanni Amoroso è il nuovo presidente della Corte costituzionale. È stato eletto questa mattina all’unanimità dai giudici della Corte riuniti in camera di Consiglio. Rimarrà in carica fino al 13 novembre 2026, quando scadrà il mandato di nove anni di giudice costituzionale. Come primo atto, ha nominato Vicepresidenti i giudici Francesco Viganò e Luca Antonini. La Consulta aveva ritardato l’elezione in vista della elezione dei 4 giudici mancanti ma dopo l’ennesima fumata nera del Parlamento vi ha proceduto. Dopo la conclusione del mandato di Augusto Barbera, nel dicembre scorso, Amoroso era stato nominato Presidente facente funzioni.
GIURISPRUDENZA
Il Sole 24 Ore, 22 gennaio 2025 La limitazione della libertà personale dell’estradando non è un automatismo e va motivata col fine specifico di scongiurare la sottrazione clandestina alla giustizia del Paese richiedente. L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, imposto alla persona assoggettata all’estradizione, non può essere applicato senza motivazione adeguata di quali siano le sottese esigenze cautelari. In particolare, va motivata la misura che limita la libertà personale dell’estradando, col concreto pericolo che la persona richiesta dalle autorità straniere possa darsi alla fuga.
di Consolato Cicciù
strettoweb.com, 22 gennaio 2025 L’Avvocato Giovanna Russo è il nuovo Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale. “Accogliamo con grande soddisfazione e sincero orgoglio la notizia della nomina dell’Avv. Giovanna Russo quale Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale”. Queste le parole del Presidente dell’Associazione Nuova Solidarietà, Fortunato Scopelliti, in merito alla nuova nomina.
di Marco Madonia
Corriere della Sera, 22 gennaio 2025 Il presidente della Regione sarà accompagnato dalle delegazioni degli avvocati e della Camera Penale. Negli istituti penitenziari il nuovo anno si è aperto con l’allarme per il numero dei morti. L’ultima vittima, il 20 gennaio, nel carcere di Cagliari con un detenuto di 20 anni che si è impiccato in cella. Dall’inizio dell’anno il conto drammatico delle morti in carcere segna, in tutto il Paese, 8 detenuti e un operatore di polizia penitenziaria. Numeri che superano addirittura i ritmi del 2024, l’anno peggiore di sempre, che ha registrato 91 morti (quasi una media di 1 ogni 4 giorni) e oltre 2mila tentativi di suicidio. Una mattanza. In regione l’ultimo ad essersi tolto la vita è stato Andrea Paltrinieri, 49 anni, che un anno fa a Modena aveva ucciso l’ex moglie Anna Sviridenko.
di Alessandro Cesare
Messaggero Veneto, 22 gennaio 2025 Circa 10 anni in totale a fronte di una richiesta del pubblico ministero di 11 anni totali di reclusione per gli imputati. I fatti risalgono al novembre 2022. Sono arrivate nella giornata di martedì 21 gennaio le sentenze di primo grado per la rivolta scoppiata nel carcere di Udine nel novembre 2022 come forma di protesta dopo il suicidio di un ventiduenne dominicano. A fronte di una richiesta del pubblico ministero di 11 anni totali di reclusione per i tredici imputati, il giudice del tribunale di Udine, Paola Turri, dopo quasi due ore di camera di consiglio, ha inflitto condanne per circa 10 anni totali, con i protagonisti di quell’episodio, accusati di interruzione di pubblico servizio e danneggiamento, che hanno ricevuto, grazie ai benefici del rito abbreviato, pene comprese tra i 6 e i 9 mesi ciascuno.
di Katiuscia Guarino
Il Mattino, 22 gennaio 2025 Tra gli episodi contestati evasioni “sospette”, risse tra detenuti e presunte violenze avvenute in cella. Tre evasioni in momenti diversi da parte di cinque detenuti che poi sono stati subito catturati; aggressioni agli agenti di polizia penitenziaria; botte tra i detenuti, uno dei quali ridotto in fin di vita; sequestri di droga e smartphone. Per alcuni mesi dello scorso anno è regnato il caos nel carcere di Avellino. Una serie di eventi critici che ha portato alla contestazione di provvedimenti disciplinari nei confronti di venti agenti penitenziari, alcuni dei quali rischiano il licenziamento mentre per altri si profila la sospensione dal servizio.
di Giorgio Paolucci
Avvenire, 22 gennaio 2025 Nella vita ci sono momenti in cui il passato presenta il conto - un conto spesso doloroso - al presente. E il presente ne fa tesoro per provare a costruire un futuro diverso da quel passato. Sono momenti che la mente umana non sa prevedere, non sa neppure immaginare, ma che accadono. Forse perché c’è di mezzo un disegno misterioso, nel quale la resa dei conti si trasforma in un trampolino per la ripartenza, occasione per una rigenerazione umana. È quello che è accaduto ai protagonisti delle due storie che andiamo a raccontare, legate alla parola “droga”. Ambrogio e Roberto non ne hanno mai fatto uso ma la conoscono bene, è stata per tanti anni la loro fonte di arricchimento. Fino a quando è diventata il boomerang che li ha portati in carcere.
AFFARI SOCIALI
di Sergio Segio
Il Manifesto, 22 gennaio 2025 Mentre le cronache politiche mettono in scena il consueto gioco di ruolo, fatto di annunci, forzature del Governo, frenate del Colle, dichiarazioni dei pasdaran della maggioranza e garbate repliche dei partiti di centrosinistra, il fascismo democratico prosegue la sua marcia, spesso inavvertita e comunque inarrestata. Ce ne hanno date, ma gliele abbiamo dette, si consola la minoranza parlamentare. Tanto chi davvero le ha prese, le prende e le prenderà sono altri. Come quei 23 pacifici dimostranti che il 13 gennaio sono stati maltrattati, denudati e infine denunciati dalla polizia a Brescia per aver osato protestare davanti alla sede dell’industria di stato Leonardo, produttrice, in barba alla Costituzione, di strumenti di morte che contribuiscono a far strage di popoli.
di Diego Motta
Avvenire, 22 gennaio 2025 Con il sì della Consulta, parte la mobilitazione dei giovani nelle piazze e sui social. I promotori: dimezzare i tempi di residenza richiesti per fare domanda. Ma il quorum è un traguardo difficile. Sulla cittadinanza si apre il fronte della piazza, ma nei palazzi della politica il discorso non è chiuso. Anzi. Sono 18 i testi depositati come proposte di riforma sul tema in Parlamento (13 alla Camera, 5 al Senato) eppure la discussione non è mai iniziata. Che effetto avrà adesso il sì della Consulta alla proposta lanciata dal comitato promotore, che ha chiesto di dimezzare da 10 a 5 gli anni di residenza legale richiesti inItalia per fare domanda? L’effetto sarà duplice. Da un lato, il via libera della Corte Costituzionale aggregherà verosimilmente pezzi diversi della società civile e della politica, a partire dall’opposizione ...
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 22 gennaio 2025 Procedure accelerate di frontiera. Trattenuti sei richiedenti asilo a Porto Empedocle. È un test per i Centri in Albania, dopo le nuove norme introdotte dal Governo. Circa 600 persone sono sbarcate ieri e l’altro ieri a Lampedusa. Tra loro sei cittadini del Bangladesh trasferiti nel centro di trattenimento di Porto Empedocle per sottoporli alle “procedure accelerate di frontiera”, ovvero l’iter per la domanda d’asilo che prevede la detenzione. Per la prima volta dopo il cambio di competenze disposto dalla legge di conversione del dl flussi le richieste di convalida della misura di privazione della libertà finiranno sul tavolo di una Corte d’appello, quella di Palermo che ha la competenza distrettuale sulla struttura dell’agrigentino, invece che davanti alla locale sezione specializzata in immigrazione del tribunale civile.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 22 gennaio 2025 Il capo della polizia libica era stato arrestato domenica a Torino. I dubbi di Nordio e i cavilli trovati dal pg di Roma. C’era un mandato della Corte penale. È stato scarcerato ieri sera, subito espulso e messo su un volo in direzione di casa sua in Libia Najeem Osema Almasri Habish, il 47enne capo della polizia giudiziaria di Tripoli arrestato a Torino domenica su mandato della Corte penale internazionale (Cpi). Su di lui pendevano accuse di crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati per lo più nel famigerato carcere di Mitiga, spesso oggetto di denunce per le torture che vengono praticate al suo interno.
di Youssef Hassan Holgado e Marika Ikonomu
Il Domani, 22 gennaio 2025 Il generale libico Almasri è stato rilasciato subito. A causa di procedure tecniche non eseguite correttamente. Il capo della polizia giudiziaria di Tripoli, Osama Njeem Elamsry detto Almasri, è libero ed è già tornato a Tripoli nonostante il mandato d’arresto pendente della Corte penale internazionale, eseguito dalla Digos di Torino nel fine settimana. In pratica l’arresto non è stato convalidato: “Il procuratore generale chiede che codesta Corte dichiari l’irritualità dell’arresto in quanto non preceduto dalle interlocuzioni con il ministro della Giustizia, titolare dei rapporti con la Corte penale internazionale; ministro interessato da questo ufficio in data 20 gennaio, immediatamente dopo aver ricevuto gli atti dalla Questura di Torino, e che, a oggi, non ha fatto pervenire nessuna richiesta in merito.
ESTERI
Il Dubbio, 22 gennaio 2025 Ordine esecutivo del nuovo presidente Usa per garantire agli Stati le quantità di farmaci letali. Pioggia di provvedimenti su migranti, sanità, gender e ambiente. Il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo sulla pena di morte che ordina al Procuratore generale di “intraprendere tutte le azioni necessarie e legali” per garantire che gli Stati abbiano abbastanza farmaci per l’iniezione letale per eseguire le esecuzioni. L’ordine di Trump, emanato solo poche ore dopo il suo ritorno alla Casa Bianca, obbliga il Dipartimento di Giustizia non solo a richiedere la pena di morte nei casi federali appropriati, ma anche a contribuire a preservare la pena capitale negli Stati che hanno avuto difficoltà a mantenere scorte adeguate di farmaci per l’iniezione letale.
di Marco Cinque
Il Manifesto, 22 gennaio 2025 Dopo un processo farsa per omicidio e 49 anni passati in cella, l’attivista nativo-americano va ai domiciliari per decisione (in extremis) di Biden. “Lo cureremo e onoreremo ricollegandolo alla sua terra”. Finalmente una notizia tanto buona quanto insperata per Leonard Peltier, leader nativo americano di ascendenza Lakota/Anishnabe, tra i fondatori dell’Aim (American Indian Movement) e simbolo di una resistenza indigena che dura da più di 500 anni, Pochi istanti prima di lasciare l’incarico, il presidente Joe Biden ha commutato la sua condanna di due ergastoli, permettendogli di scontare la pena agli arresti domiciliari.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 26 gennaio 2025
Incontro-dibattito. "Sarà meglio quando... butteremo via la chiave?" (Pianezza-TO, 28 gennaio 2025)
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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