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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di martedì 21 gennaio 2025

di Davide Madeddu

Il Sole 24 Ore, 21 gennaio 2025 Quasi un suicidio ogni due giorni. L’emergenza nelle carceri non si ferma. L’ultimo caso a Uta, la Casa circondariale dell’area metropolitana di Cagliari dove un detenuto straniero si è ucciso impiccandosi. Subito è scattato l’allarme ma i soccorsi prestati dal personale della Polizia penitenziaria e dei sanitari sono serviti a poco. Per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Si tratta del secondo suicidio registrato nel carcere del capoluogo sardo. Non sono gli unici nel panorama nazionale. Complessivamente, infatti, in tutta Italia si contano 8 suicidi tra i detenuti. A questi bisogna aggiungere quello di un operatore in servizio alla Casa Circondariale di Paola, in Calabria.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 21 gennaio 2025 L’allarme lanciato da Gennarino De Fazio, segretario generale della Uil-Pa Polizia Penitenziaria, dopo la morte del detenuto che si è impiccato nella sua cella a Cagliari-Uta. “È una carneficina! Servono subito misure deflattive!”. Questo grido d’allarme non arriva dalle associazioni per i diritti umani o dai movimenti politici come i Radicali, ma da Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UilPa Polizia penitenziaria, dopo l’ennesima tragedia consumatasi dietro le sbarre.

 

di Enza Savarese

lumsanews.it, 21 gennaio 2025 L’associazione Antigone, che si occupa dei diritti e delle garanzie delle persone detenute, ha pubblicato il suo rapporto annuale sulle condizioni delle carceri in Italia. Sofia Antonelli è ricercatrice e membro dell’osservatorio sugli istituti penitenziari del Lazio. Con Lumsa News parla dell’ultimo studio di Antigone, “Nodo alla gola”.

 

di Enza Savarese

lumsanews.it, 21 gennaio 2025 Fin dall’inizio del suo mandato la senatrice Ilaria Cucchi si batte per accendere un focus sulle condizioni delle carceri italiane, strutture dove dovrebbe vigere il principio di rieducazione. Tuttavia, come ha spiegato la senatrice, la realtà è totalmente diversa.

 

di Enza Savarese

lumsanews.it, 21 gennaio 2025 Vito Michele Cornacchia è uno psicoterapeuta, specializzato nel sostegno a soggetti tossicodipendenti e a rischio di suicidio o di autolesionismo. Ex psicologo del carcere San Giorgio di Lucca, parla delle carenze del sistema psichiatrico negli istituti detentivi in Italia.

 

di Enza Savarese

lumsanews.it, 21 gennaio 2025 Gennarino De Fazio è il segretario generale del sindacato Uilpa Polizia Penitenziaria. A Lumsa News dà la sua chiave di lettura sia sul fenomeno dei suicidi in carcere italiane sia sulla precarietà degli agenti penitenziari.

 

di Ilaria Dioguardi

vita.it, 21 gennaio 2025 Durante un question time, il senatore Pierantonio Zanettin ha chiesto spiegazioni sulla vicenda di un detenuto che si trova nel carcere di Vicenza. Prossimo alla laurea, non gli è stata concesso di discutere il lavoro finale alla Sapienza di Roma, con un dietrofront del magistrato. Il ministro alla Giustizia Nordio: “Per chi è in regime detentivo di alta sicurezza la norma consente i permessi in presenza di ragioni gravi o eccezionali, che siano riferibili alle relazioni familiari”.

 

di Vincenzo R. Spagnolo

Avvenire, 21 gennaio 2025 Venerdì scorso, in molte piazze italiane l’oscurità è stata rischiarata da centomila fiaccole, accese per chiedere al governo e alla maggioranza di modificare un provvedimento, il cosiddetto “ddl Sicurezza”, licenziato dalla Camera in prima lettura e attualmente al vaglio del Senato. Una manifestazione indetta per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’impatto negativo che il disegno di legge 1236 potrebbe avere sui diritti umani, se definitivamente approvato nella forma attuale. L’accorata e pacifica richiesta che sale da quelle piazze (e non solo) merita qualche considerazione. Attualmente, com’è noto, il ddl si trova all’esame delle commissioni di Palazzo Madama.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 21 gennaio 2025 Il parlamentino delle toghe ha indetto per il 27 febbraio l’astensione contro la riforma Nordio: già si teme il flop. 27 febbraio: è la data scelta dal “parlamentino” dell’Anm sabato scorso per scioperare contro il ddl costituzionale sulla separazione delle carriere. Adesso l’obiettivo è non ripetere il flop che ci fu con l’astensione indetta a maggio 2022 per dire no alla riforma Cartabia. Allora solo il 48% dei magistrati partecipò alla protesta. L’obiettivo è replicare i numeri precedenti a quelli di tre anni fa. Nel luglio 2010, quando le toghe scioperarono contro la Manovra, la percentuale si attestò tra l’80 e l’85%. Nel 2004, all’astensione proclamata contro la riforma Castelli, aderì il 90% delle toghe.

 

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 21 gennaio 2025 Parla Esposito, ex pg della Cassazione. “Queste prese di posizione esulano dal compito istituzionale della magistratura”, dice l’ex procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito. “Lo sciopero dei magistrati rappresenta un intervento a gamba tesa delle toghe sul piano politico”. A dirlo, intervistato dal Foglio, è Vitaliano Esposito, ex magistrato con una carriera alle spalle lunga cinquant’anni (dal 1963 al 2012), conclusasi con l’incarico prestigioso di procuratore generale della Cassazione. “Non sono d’accordo con la protesta dei miei ex colleghi. Queste prese di posizione esulano dal compito istituzionale della magistratura”, aggiunge Esposito, commentando la decisione dell’Associazione nazionale magistrati di proclamare uno sciopero per il 27 febbraio contro la riforma costituzionale della magistratura.

di Francesco Petrelli*

Il Dubbio, 21 gennaio 2025 Nel leggere l’intervento del dottor Pietro Grasso sulla riforma costituzionale della separazione delle carriere, sembra che i concetti di separazione delle funzioni e delle carriere, il concetto stesso di terzietà del giudice, stentino a farsi strada nella discussione senza subire l’oltraggio del travisamento. Si può infatti restare legittimamente fedeli alle proprie opinioni, ma è tuttavia necessario che tali opinioni muovano almeno da presupposti concettualmente esatti. Scrive il dottor Grasso che la riforma sarebbe “ipocrita” perché si vorrebbe impedire un passaggio da una funzione all’altra che nei fatti è già ridotta allo 0,2%, non comprendendo con ciò che la terzietà del giudice, così come è scritta nell’articolo 111 della Costituzione, non significa distinzione delle funzioni, effettivamente già in atto, ma ...

 

di Giulia Merlo

Il Domani, 21 gennaio 2025 Mancano ancora i quattro giudici nominati dal parlamento, ma il tempo “di cortesia” è finito e la Consulta ha scelto il nuovo presidente, che dovrebbe essere Giovanni Amoroso. L’attesa del parlamento è finita e la Corte costituzionale ha rotto gli indugi. Senza attendere ancora l’elezione dei quattro giudici di nomina parlamentare ancora bloccata dalle trattative politiche, oggi gli undici rimanenti eleggeranno il nuovo presidente al posto dell’uscente Augusto Barbera. Se verrà rispettata la consueta prassi di scegliere il più anziano di nomina, la carica spetterà a Giovanni Amoroso, che già la sta esercitando da facente funzioni ed è giudice di nomina della magistratura, indicato dalla Corte di Cassazione.

 

di Enza Savarese

lumsanews.it, 21 gennaio 2025 Il 2024 è stato l’anno più nero per i suicidi in carcere, soprattutto nelle strutture del Lazio. Il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, illustra i numeri dell’emergenza: “Come ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno, l’alto numero di suicidi in carcere è indice di condizioni inammissibili. Ogni caso è un caso a sé, dietro cui c’è una storia di solitudine e di disperazione. Ma la sproporzione tra i suicidi che avvengono in carcere e quelli che avvengono fuori - dieci, venti volte di meno, in rapporto alla popolazione - ci fa pensare che il carcere raccoglie persone disperate o le induce alla disperazione.

 

di Luigi Alfonso

vita.it, 21 gennaio 2025 Questa mattina un giovane algerino si è tolto la vita. Salgono così a nove i decessi nelle carceri italiane in questo primo scorcio del 2025. Parlano la garante per i diritti dei detenuti, Irene Testa, e la presidente del Tribunale di sorveglianza di Cagliari, Maria Cristina Ornano. Un dramma annunciato, che ancora una volta scuoterà le coscienze di pochi. Il nuovo suicidio avvenuto oggi nella Casa circondariale di Uta (Cagliari) è il secondo caso nell’arco di appena venti giorni. Nello stesso carcere, nel 2024, erano state registrate altre tre morti. Con questo episodio, salgono a nove i decessi in Italia in questo primo scorcio del 2025. “Una vera e propria carneficina”, la definisce Gennarino De Fazio, segretario generale della Uil-Pa Polizia penitenziaria.

 

di Valentina Reggiani

Il Resto del Carlino, 21 gennaio 2025 L’ingegnere 50enne, reo confesso del delitto dell’ex moglie, era stato picchiato da altri detenuti. Cavalieri: “Al di là della collocazione, non ci sono abbastanza agenti per assicurare determinate attenzioni”. Si è svolta ieri l’autopsia sul corpo di Andrea Paltrinieri, l’ingegnere modenese 50enne finito in carcere un anno fa per il brutale omicidio della moglie 40enne Anna Sviridenko e morto suicida in carcere. Infatti la procura ha aperto un fascicolo - per ora contro ignoti - per la morte di Paltrinieri ipotizzando l’istigazione al suicidio e ieri mattina ha nominato i periti. Per la famiglia di Anna Sviridenko, i legali hanno dato incarico alla dottoressa Silvestri.

 

di Francesco Rosati

Il Riformista, 21 gennaio 2025 Una brandina da spiaggia e materassi buttati sul pavimento: questa è la condizione inumana e degradante in cui vivono sei detenuti del carcere minorile Ferrante Aporti di Torino. Storie di un’orribile quotidianità, diventata ormai drammaticamente ordinaria. Storie di giorni a cui viene sottratta la dignità. Quello appena trascorso è stato un anno terribile per le carceri italiane: 88 suicidi, il dato più alto mai registrato da quando si raccoglie questo macabro censimento di vite perdute. Erano 84 nel 2022, 69 nel 2021, meno della metà dieci anni fa. L’endemica carenza di psicologi, psichiatri, educatori, mediatori culturali e agenti rende i nostri istituti penitenziari indecorosi per un Paese civile, una condizione definita dal Presidente Mattarella “angosciosa agli occhi di chiunque abbia sensibilità e coscienza”.

 

di Alessandra Codeluppi

Il Resto del Carlino, 21 gennaio 2025 Si sono concluse le arringhe delle difese nell’udienza preliminare che vede dieci agenti imputati con rito abbreviato a vario titolo per tortura e lesioni verso un detenuto tunisino 44enne, oltre a falso nelle relazioni stilate sull’episodio datato 3 aprile 2023 e avvenuto nel carcere della Pulce. Il 17 febbraio sono previste le repliche e la sentenza. Davanti al Gup Silvia Guareschi, ieri ha preso la parola l’avvocato Federico De Belvis, che assiste tre persone: un 46enne viceispettore che deve rispondere dei tre reati e per il quale il pubblico ministero Maria Rita Pantani ha chiesto la pena più alta tra tutti (5 anni e 8 mesi), oltre a un 51enne e un 30enne. Secondo la ricostruzione investigativa, basata sulle telecamere interne, il detenuto, ora costituito parte civile attraverso l’avvocato Luca Sebastiani ...

 

di Laura Aldorisio

Corriere del Mezzogiorno, 21 gennaio 2025 Dietro le sbarre di Secondigliano ora si lavora anche per il Vaticano “Aprire una finestra sull’orizzonte”. È il lavoro di Giulia Russo, direttrice del Centro Penitenziario “Pasquale Mandato”, per tutti il carcere di Secondigliano. Una sfida per uno spazio invalicabile che occupa 4o ettari e ospita 1480 detenuti in 12 reparti. Dallo scorso maggio, poi, tra le stesse mura ci sono anche le detenute del carcere di Pozzuoli, evacuato per questioni di sicurezza. Imprevisti, problemi e responsabilità a non finire, ma la direttrice sa quale ritmo vuole dare al tempo del carcere, il battito di “occasioni perdute”. Da quando sette anni fa ha assunto la direzione, ha inaugurato quattro lavorazioni penitenziarie: falegnameria, meccatronica, digitalizzazione e sartoria. “Quest’ultima è una continua scommessa”.

 

di Francesco Savino*

Avvenire, 21 gennaio 2025 La lettera del vescovo di Cassano Jonio ai giovani del carcere minorile. Carissimi ragazzi, varcare la soglia di questo luogo mi riempie il cuore di emozioni contrastanti. Da una parte, sento il peso delle vostre storie, spesso intrecciate con il dolore, la solitudine, e talvolta la disperazione. A questo si aggiunge, troppo spesso, il peso dello stigma: un giudizio ingiusto che ferisce e separa, ma che non ha il potere di definire chi siete veramente. Dall’altra, intravedo in ciascuno di voi una luce, anche se talvolta nascosta o offuscata dalle ombre del passato. Parla di forza interiore, di un desiderio ardente di riscatto e di rinascita.

 

di Giulia Rocchi

romasette.it, 21 gennaio 2025 Dalla pastorale carceraria diocesana il progetto di ristrutturazione di un immobile destinato all’accoglienza. Le altre iniziative in programma: incontri e percorsi di formazione. “Ho voluto che la seconda Porta Santa fosse qui in un carcere. Ho voluto che ognuno di noi tutti che siamo qui, dentro e fuori, avessimo la possibilità anche di spalancare le porte del cuore e capire che la speranza non delude”. Le parole di Papa Francesco dello scorso 26 dicembre a Rebibbia sono il filo conduttore delle attività portate avanti in questo anno giubilare dal Servizio diocesano per la pastorale carceraria. Incontri, percorsi di formazione e l’inaugurazione di una nuova struttura per l’accoglienza delle detenute, segni di quanto la diocesi sia attenta alla realtà del carcere.

novaradio.info, 21 gennaio 2025 È stato il carcere - il sistema carcerario italiano con i suoi annosi problemi, le condizioni di vita spesso inumane, le “aree grigie” di illegalità e abusi, ma anche una diversa idea di immaginare e raccontare il carcere - oltre l’approccio repressivo e il modello detentivo - fatta di impegno e lavoro, costante e spesso difficile, delle associazioni del volontariato. È stato questo il filo conduttore dell’intero programma dei talk che hanno animato “Nova!” il Festival di Novaradio, che si è svolto sabato scorso al brillante nuovo teatro Lippi di Firenze con una lunga giornata di confronto e talk con i protagonisti che il carcere lo vivono “dal di dentro”.

 

uniroma2.it, 21 gennaio 2025 Mercoledì 15 gennaio presso la Sala Meta della C.C. Rebibbia Nuovo Complesso, si è tenuto il terzo incontro del ciclo di lezioni curato dalla dott.ssa Serena Cataldo nell’ambito del progetto “Università in carcere”. Ospite e interlocutore principale il conduttore televisivo Diego Bianchi. Ad aprire l’evento è stata la professoressa Marina Formica, delegata del Rettore per la formazione universitaria negli istituti penitenziari e promotrice del progetto. Sono seguiti dei brevi interventi dell’Ispettore Capo di Polizia Penitenziaria, Dott.ssa Cinzia Silvano e del dottor Emilio Minunzio consigliere del Cnel - Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.

 

di Patrizio Gonnella

Il Manifesto, 21 gennaio 2025 “Decostruire la pena”, un libro di Giuseppe Mosconi pubblicato da Meltemi. È un libro ricco, coraggioso e militante quello di Giuseppe Mosconi che propone “modalità radicalmente alternative di risposta agli illeciti penali” (Decostruire la pena. Per una proposta abolizionista, Meltemi, pp. 242, euro 20). È sotto gli occhi di tutti la crisi drammatica del diritto penale, usato nella società post-moderna quale strumento tecnocratico del potere per dividere, escludere, incapacitare, neutralizzare. Il libro è un manifesto abolizionista che si muove lungo una storia di opere radicali della sociologia e della criminologia critica che vanno da Pene perdute di Louk Hulsman a Scarcerare la società di Alain Brossat, da Crime control as industry di Nils Christie sino a The politiics of abolition di Thomas Mathiesen.

 

di Francesco Verni

Corriere del Veneto, 21 gennaio 2025 Il regista Siani: “Un fenomeno una sorta di Gioventù bruciata” Quando si parla di Mare fuori, seppure nata da pochi anni, si parla già di una serie cult. Oggi più che mai le puntate si stanno spezzettando in frasi e tormentoni che il grande pubblico ripete, “tagga” e condivide. Un fenomeno! Un successo esplosivo che ha colpito l’interesse di molti, tutti, me compreso”. Alessandro Siani racconta così Mare fuori, la serie Rai di successo di cui a breve uscirà la quinta stagione, da cui è tratto il musical diretto dal regista napoletano che andrà in scena sabato al Gran Teatro Geox di Padova come unica data regionale

 

di Gaetano Azzariti

Il Manifesto, 21 gennaio 2025 Non è finita. Dopo le due decisioni della Consulta, opporsi all’autonomia differenziata assume un significato ancor più rilevante. Preclusa la via diretta dell’abrogazione di una brutta legge, resta la necessità di affermare un regionalismo costituzionalmente orientato. Questo è stato scritto nella prima sentenza del nostro giudice delle leggi che è l’antecedente storico, ma anche logico, della seconda decisione sull’inammissibilità. Da qui bisogna ripartire. A ben vedere - come abbiamo già avuto modo di evidenziare in tempi non sospetti su queste pagine - persino l’abrogazione della legge 86 del 2024 per via referendaria non ci avrebbe esentato dall’onere della prova contraria: la necessità di indicare il modello di regionalismo solidale che la nostra Costituzione pretende.

 

di Dacia Maraini

Corriere della Sera, 21 gennaio 2025 Discutendo con un ragazzo di 18 anni mi sono sorpresa sentendogli dire che la democrazia è una invenzione dell’Occidente, che non tiene conto delle esigenze delle masse e delle nuove scoperte tecnologiche. E quale sarebbe la alternativa? Un sistema rigido di controllo, è stata la risposta. Ma chi farebbe questo controllo, visto che ogni controllo porta censura e censura porta sottomissione alle volontà del più forte? Mi ha guardato con un sorriso di sufficienza e mi ha detto che queste sono nostalgie di un passato che non esiste più.

 

di Marco Rossi-Doria*

Corriere della Sera, 21 gennaio 2025 La principale questione educativa nel nostro Paese è la povertà educativa. Ma ci sono anche cose sorprendenti, modelli per altre nazioni. L’educazione? Atto d’amore. L’esempio dell’Italia: cosa funziona e cosa no. Nel celebrare la Giornata dell’Educazione, l’Onu ci ricorda che è il sapere alla base dello sviluppo ed è la conoscenza diffusa a determinare la forza delle economie e il rapporto tra queste e la sostenibilità sociale e ambientale. Al contempo, ricorda che la conoscenza è un diritto di tutti. Se è questo il senso del 24 gennaio, per l’Italia è un giorno di riflessione.

 

di Daniela Fassini

Avvenire, 21 gennaio 2025 Njeem Osama Elamsry, detto Almasri, fermato nel capoluogo piemontese su mandato della Corte penale internazionale per crimini di guerra. Le Ong: perché si nascondeva in Italia? Potrebbe essere solo il primo di una lunga serie, l’arresto di ieri a Torino, di Njeem Osama Elmasry (Almasri), il capo della polizia giudiziaria di Tripoli. L’uomo è stato fermato nel capoluogo piemontese su mandato della Corte penale internazionale per crimini di guerra. Un arresto clamoroso perché si tratterebbe di uno dei personaggi “chiave” della rivoluzione libica, ai tempi di Gheddaffi, ma anche protagonista di un sistema dì violenze e di carcerazioni.

 

di Alan Friedman*

La Stampa, 21 gennaio 2025 Il discorso di insediamento di Trump è stato rancoroso, distopico e vendicativo. È stato pieno di minacce e insulti per Joe Biden, seduto ad appena due metri di distanza. A tratti, è stato anche surreale. Trump ha delineato il quadro di un’America immaginaria come di una nazione decadente, per poi affermare che porrà rimedio subito a ogni singolo problema americano. Istantaneamente. È stato un discorso superficiale, letto malamente sul gobbo da un uomo che appariva distratto o stanco. È sembrato che Trump fosse alle prese con uno dei tanti discorsi di un comizio elettorale, con Elon Musk che faceva il tifo per lui. Questo discorso inaugurale è stato il contrario di un discorso di unità. Trump è stato come nel 2017, carico di spacconate rabbiose e falsità.

 

di Marinella Correggia

Il Manifesto, 21 gennaio 2025 “Ho commutato la pena dell’ergastolo alla quale era stato condannato Leonard Peltier, concedendogli gli arresti domiciliari”: nell’ultimo giorno, nelle ultimissime ore della presidenza Biden, il comunicato della Casa bianca informa che l’attivista nativo statunitense lascerà il carcere Coleman 1 in Florida dove ha scontato 49 anni - sempre dichiarandosi innocente - per l’omicidio di due agenti della potente Fbi, dopo un processo molto dubbio. La executive clemency è finalmente arrivata. Non morirà dietro le sbarre. Leonard torna a casa, alla Turtle Mountain. Un enorme sollievo per lui, per la sua famiglia, per la sua comunità e per i tantissimi, sconosciuti o noti, che nei decenni hanno seguito il suo caso, manifestato, mandato lettere postali ai presidenti, lanciato appelli.

di Alessandro Rocca

articolo21.org, 21 gennaio 2025 La vicenda di Cecilia Sala forse può aiutare a porre l’attenzione sugli altri nostri connazionali detenuti all’estero e di cui, fino ad ora, il governo non si è interessato. In particolare Maurizio Cocco ingegnere detenuto da 31 mesi in Costa D’Avorio nel carcere di Abidjan. Inizialmente incriminato per riciclaggio e traffico di stupefacenti per poi essere assolto da questa accusa, ma condannato per evasione fiscale a due anni di reclusione. Pena scontata e conclusa il 2 giugno 2024. Ma Cocco è ancora in carcere, e non si sa per quale motivo non sia stato rilasciato. Come hanno dichiarato i suoi legali si tratta di “una detenzione illegale ed arbitraria”. Pare ci sia ulteriore indagini su di lui sempre sui primi capi d’imputazione dai quali era stata assolto. È in condizioni precarie.

 

di Valeria Parrella

Il Manifesto, 21 gennaio 2025 Poi a un certo punto si è fatto silenzio. Si è fatto silenzio pure sulla diretta Rai dall’ingresso di Rafah, per mezz’ora hanno mandato solo immagini di persone impegnate in carichi e scarichi, così, con un tramestio di sottofondo senza nessun commento. Nessuno ha parlato, né giornalisti né capi e capetti, ma soprattutto, sopra ogni cosa a un certo punto (molto più tardi di quanto sperato, ancora diciannove morti dopo) le bombe hanno smesso di tuonare. Si è fatto silenzio, questo era. E le persone sopravvissute a Gaza hanno tirato fuori la testa dalle tende degli accampamenti dove sono dovute rimanere, ammassate, a custodirsi la dignità minuto dopo minuto, e hanno potuto dire ai loro figli: “Questa è la tregua”. Noi, increduli spettatori occidentali, avvelenati e vergognosi da questa parte ...

 

di Marianna Romeo

tg.la7.it, 21 gennaio 2025 Il video del suo rilascio fa il giro del mondo. Tra i 90 detenuti liberati il 19 gennaio nel primo scambio tra Israele e Hamas figura anche Khalida Jarrar. Attivista per i diritti umani, accademica presso la prestigiosa Università di Birzeit a Ramallah e deputata del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PFLP) nelle elezioni del 2006, Jarrar è una figura di spicco in Palestina. Hamas ha incluso il suo nome nella lista dei prigionieri da liberare, insieme a quelli di altri detenuti non appartenenti al movimento islamista. Il PFLP, infatti, rappresenta una delle fazioni più a sinistra e laiche della politica palestinese.

 

di Luca Miele

Avvenire, 21 gennaio 2025 Il fenomeno riguarda soprattutto le donne anziane. Che, in alcuni casi, reiterano i reati solo per prolungare il soggiorno dietro le sbarre. Bianche non sono solo le pareti. Ma anche i capelli delle persone che vi sono “ospitate”. La popolazione carceraria femminile in Giappone invecchia. E un drammatico paradosso la alimenta. Molte donne anziane preferiscono il carcere - dove in qualche modo vengono accudite - alla solitudine che le aspetterebbe fuori dalle prigioni. E per questo, a volte, reiterano i reati. Solo per prolungare il “soggiorno” dietro le sbarre. La Cnn è entrata nella prigione femminile di Tochigi, a nord di Tokyo. Un “viaggio” che coglie un cambiamento che attraversa e segna l’intera la società giapponese: l’invecchiamento, sempre più pronunciato, della sua popolazione.

 

DOCUMENTI

Articolo: "Il non carcere nel carcere", di Antonio Nastasio

Articolo: "I pizzini di Padre Lucio Boldrin, cappellano di Rebibbia", di Claudio Bottan

Giurisprudenza. Liberazione anticipata: può essere negata anche per condotte che, senza essere reati, indichino la mancata partecipazione del condannato alla risocializzazione