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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di lunedì 20 gennaio 2025

di Ettore Di Bartolomeo

La Discussione, 20 gennaio 2025 Troppo carico di lavoro e responsabilità per gli agenti e gli operatori. Secondo i dati del Garante Nazionale delle persone private della libertà, per il 2024, gli agenti penitenziari hanno dovuto gestire 5.532 atti di aggressione, 12.544 casi di autolesionismo, 14.509 emergenze con ricovero ospedaliero, 1.436 proteste collettive, 12.706 proteste individuali, 2.035 tentativi di suicidio e 2.098 aggressioni fisiche nei loro confronti. Il bilancio più tragico del 2024 riguarda i decessi: 246 morti tra i detenuti, di cui 89 suicidi - il numero più alto mai registrato - e 7 suicidi tra gli stessi agenti della polizia penitenziaria.

 

di Barbara Roffi

tuttieuropaventitrenta.eu, 20 gennaio 2025 Sovraffollamento e “liberi sospesi”. Se negli ultimi tempi il sovraffollamento nelle carceri italiane ha raggiunto già il 133% della sua capacità a livello nazionale - con percentuali superiori al 200% in alcune carceri come a Milano, a Brescia, a Lucca e a Foggia - la situazione rischia ancora di peggiorare a causa dei più di centomila cosiddetti “liberi sospesi” cioè individui condannati, ad una pena inferiore a 4 anni, che aspettano la decisione di un magistrato di sorveglianza se mandarli in carcere o dargli una qualunque altra misura alternativa. “L’attesa per queste persone può durare anche diversi anni - ci dice Rita Bernardini, Presidente dell’associazione Nessuno tocchi Caino - con un impatto immaginabile sulla vita di queste persone, ma se per ipotesi anche solo il 40% di queste persone dovesse finire in carcere la situazione esploderebbe e rischierebbe di succedere un finimondo”.

 

di Rebecca De Fiore

sentichiparla.it, 20 gennaio 2025 “Patologie quali quelle legate alla dipendenza da sostanze stupefacenti, il disagio mentale, le malattie cardiovascolari e infettive sono molto più frequenti nella popolazione detenuta che non nella popolazione generale e la percentuale di suicidi in carcere risulta essere tra le 9 e le 20 volte maggiore coinvolgendo sia le persone detenute che il personale che opera nel carcere”. Scriveva così, a ottobre del 2022, sulle pagine di Forward, supplemento di Recenti Progressi in Medicina, Sandro Libianchi, Presidente del Coordinamento nazionale operatori per la salute nelle carceri italiane. Un problema, quello della salute in carcere, che invece che essere affrontato e risolto sembra aumentare.

 

di Cinzia Sopano

laquilablog.it, 20 gennaio 2025 In un mondo che spesso dimentica i margini, le Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) si presentano come avamposti di un nuovo pensiero terapeutico, dove la cura psichiatrica tenta di liberarsi dai lacci delle vecchie concezioni. La sfida è immensa: trasformare l’istituzione da luogo di confino a spazio di cura, un cambiamento radicale che interroga le fondamenta stesse della nostra percezione della malattia mentale e della criminalità. Ne parliamo con il dott. Vittorio Sconci, psichiatra.

 

di Nello Trocchia

Il Domani, 20 gennaio 2025 Lo scudo per le forze dell’ordine voluto da Delmastro esiste già. La sospensione dal servizio di poliziotti indagati risponde a logiche discrezionali: non esiste un criterio univoco. Ancora al lavoro i registi del pestaggio di Santa Maria Capua Vetere e la dirigente accusata dai pm di tortura. Chi era al comando durante il pestaggio di stato avvenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020, è tornato in servizio. Intanto prosegue il processo a loro carico per decine di capi di imputazione a partire da quello più grave: tortura. E di tortura rispondono anche altri agenti, comandanti, ispettori, vice, che sono tornati in carcere a svolgere il proprio lavoro.

 

di Sergio Locoratolo

La Repubblica, 20 gennaio 2025 Tra le grandi riforme che il Governo e la maggioranza di centrodestra stanno proponendo a ritmi serrati (con esiti incerti), questa settimana spiccano quella del gioco del burraco, promossa dal presidente del Senato La Russa, e quella, senz’altro di minor rilievo, della separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri. Di cui ci occupiamo, occorrendo per il burraco competenze tecnico - scientifiche che meritano un approccio di maggiore valore contenutistico. Dunque, la Camera approva in prima lettura il disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere di giudici e pm. Scopo della riforma: limitare il correntismo tra i magistrati, depotenziare la figura del pm, con l’intento di limitarne gli eccessi di potere, fare del pm una controparte vera e propria della difesa, a sostegno della struttura accusatoria del codice del processo penale.

 

di Federica Pozzi

Il Messaggero, 20 gennaio 2025 L’Associazione nazionale magistrati continua la sua battaglia contro la separazione delle carriere, la riforma tanto voluta dal centrodestra che ha avuto il primo via libera alla Camera lo scorso giovedì. Diversi gli atti di protesta annunciati che saranno messi in pratica a stretto giro. A iniziare dalle cerimonie per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, durante le quali i magistrati usciranno dall’aula quando prenderà la parola il ministro Carlo Nordio o un suo delegato. Non solo: si riuniranno all’esterno, prima dell’inizio della cerimonia, per mostrare dei cartelli con una serie di frasi tratte da un testo significativo sul valore della Costituzione. Quale sarà questo testo verrà deciso nei prossimi giorni. I giudici hanno poi annunciato per il prossimo 27 febbraio anche una giornata di sciopero.

 

di Giovanni Bianconi

Corriere della Sera, 20 gennaio 2025 I 5 astenuti contro la protesta al via dell’anno giudiziario. Cinque astensioni a fronte di ventotto voti a favore e nessuno contrario non sono il segno di divisioni o spaccature, anzi. La protesta varata dal comitato direttivo dell’Associazione nazionale magistrati contro la riforma costituzionale che ha ricevuto il primo sì in Parlamento ribadisce che le toghe di ogni tendenza politica e culturale sono compatte nell’opporsi alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri.

 

di Errico Novi

Il Dubbio, 20 gennaio 2025 L’Anm è nuda. Come un re. Come il re che ha governato, anzi sottomesso il sistema politico dal 1992 a oggi. Lo ha fatto per l’intero ventennio berlusconiano e poi nei lustri successivi. Con l’allure snobistica e sussiegosa dei custodi della morale. I pm cambiavano il destino di leader e governi, ma nel supremo distacco dei loro uffici giudiziari. Indicavano la retta via al popolo ma senza sporcarsi le mani. Ora no. Ora se le sporcano. Sono pronti a presidiare le cerimonie inaugurali dell’anno giudiziario, in programma venerdì e sabato prossimi, bardati di magliette anti-Nordio, come i militanti di un partito antagonista.

 

di Tiziana Maiolo

Il Dubbio, 20 gennaio 2025 Il corpo scelto dei Pubblici Ministeri ha sempre fatto il bello e il cattivo tempo nel processo. Questa è una verità inoppugnabile ed è anche il fondamento della lotta furibonda, condotta con le unghie e con i denti, che le toghe conducono da sempre nei confronti di qualunque riforma che liberi i giudici dal giogo del rappresentante dell’accusa. Sotto sotto c’è sempre la nostalgia per il sistema inquisitorio, quando tutto si faceva di nascosto e in gran segreto. Ma la riforma Vassalli del 1989 ha portato tutto nella luce appariscente dell’aula. È lì che si forma la prova, è lì che le due parti, accusa e difesa, dovrebbero lottare ad armi pari davanti a un giudice che, lo impone la Costituzione, deve essere terzo e imparziale.

Il Messaggero, 20 gennaio 2025 Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia: “Delegittima le toghe stare in silenzio di fronte a una riforma che peggiorerà il servizio giustizia e indebolisce il quadro delle garanzie”. “Lanciamo un grido di allarme. Non c’è mai stata negli ultimi 50 anni, forse, una riforma che stravolge radicalmente la fisionomia della nostra Costituzione alterando quelli che sono i rapporti tra i poteri dello Stato e gettando le basi per un possibile condizionamento del potere giudiziario”. Lo ha detto Salvatore Casciaro, segretario generale dell’Anm, parlando ad Agorà in onda su Rai Tre, della separazione delle carriere. “Delegittima le toghe stare in silenzio di fronte a una riforma che peggiorerà il servizio giustizia e indebolisce il quadro delle garanzie”.

 

di Pietro Grasso

La Stampa, 20 gennaio 2025 Dopo l’approvazione alla Camera del ddl costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati, il ministro Nordio ha dichiarato di avere realizzato un sogno che inseguiva da trent’anni: speriamo non si trasformi in un incubo di gelliana memoria. Le tanto auspicate riforme della giustizia dovrebbero tendere a garantire celerità, efficienza e qualità. Invece questo “epocale” cambiamento appare solo una vittoria simbolica in spregio alla magistratura, una bandiera piantata con toni trionfalistici nel territorio nemico che, dopo la riforma Cartabia, appare solo costosa, ipocrita, inutile e dannosa.

 

di Giulia Merlo

Il Domani, 20 gennaio 2025 Parla Stefano Celli, la toga di Magistratura democratica che ha proposto l’emendamento dello sciopero, previsto per il 27 febbraio, contro la separazione delle carriere. Quella dell’Anm “è una risposta ferma, non cercata, ma quasi imposta dall’atteggiamento tenuto finora dall’esecutivo”, che ha presentato un testo blindato. In risposta al primo via libera per la riforma costituzionale della separazione delle carriere tra giudici e pm, l’Associazione nazionale magistrati ha proclamato uno sciopero per il 27 febbraio prossimo. La decisione è stata presa a maggioranza in una concitata assemblea durata quasi otto ore e la determinazione a incrociare le braccia è stata presa con la presentazione di un emendamento del magistrato di Magistratura democratica, Stefano Celli.

 

di Giulia Merlo

Il Domani, 20 gennaio 2025 Parla Stefano Celli, la toga di Magistratura democratica che ha proposto l’emendamento dello sciopero, previsto per il 27 febbraio, contro la separazione delle carriere. Quella dell’Anm “è una risposta ferma, non cercata, ma quasi imposta dall’atteggiamento tenuto finora dall’esecutivo”, che ha presentato un testo blindato. In risposta al primo via libera per la riforma costituzionale della separazione delle carriere tra giudici e pm, l’Associazione nazionale magistrati ha proclamato uno sciopero per il 27 febbraio prossimo. La decisione è stata presa a maggioranza in una concitata assemblea durata quasi otto ore e la determinazione a incrociare le braccia è stata presa con la presentazione di un emendamento del magistrato di Magistratura democratica, Stefano Celli.

 

di Fabio Fiorentin

Il Sole 24 Ore, 20 gennaio 2025 Cambio di orientamento: impugnazione anche per reati procedibili d’ufficio. L’ordinanza di diniego dell’invio delle parti a un centro per la giustizia riparativa pronunciata dal giudice in base all’articolo 129-bis del Codice di procedura penale è ricorribile in Cassazione insieme con la sentenza conclusiva del giudizio. Lo ha deciso la stessa Suprema corte con la sentenza 131/2025, che corregge la rotta rispetto alle precedenti pronunce. La Corte aveva già affrontato la questione con la sentenza 24343 del 20 giugno 2024, con la quale, confermando un indirizzo già avviato (si veda Cassazione 6595 del 14 febbraio 2024), aveva affermato il carattere discrezionale, non gravato da alcun onere motivazionale, della decisione dell’autorità giudiziaria sull’invio della parte a un centro di mediazione (si veda anche Cassazione 25367 del 9 maggio 2023).

 

di Massimo Clausi

lacnews24.it, 20 gennaio 2025 Rita Bernardini è figura storica del Partito Radicale di cui è stata segretaria e membro del consiglio generale. Più volte deputata ha incentrato la sua attività parlamentare sui temi della giustizia e Nel febbraio 2010 ha condotto uno sciopero della fame per l’ottenimento di 10 obiettivi politici che riguardano principalmente le carceri. Con lei abbiamo parlato della situazione delle carceri in Italia con particolare riferimento a quella calabrese.

 

Il Dubbio, 20 gennaio 2025 I soccorsi della Polizia penitenziaria e dei sanitari sono stati inutili. Un detenuto di origine straniera si è tolto la vita nelle prime ore di questa mattina, impiccandosi nella sua cella presso la casa circondariale di Cagliari. I soccorsi della polizia penitenziaria e dei sanitari sono stati inutili. Si tratta del secondo suicidio nel carcere del capoluogo sardo dall’inizio dell’anno. A livello nazionale, il bilancio sale a otto detenuti che si sono tolti la vita, a cui si aggiunge un operatore in servizio presso la casa circondariale di Paola, in Calabria. Nove morti in appena 20 giorni: un bilancio drammatico. Lo denuncia Gennarino De Fazio, segretario generale della Uil-Pa Polizia Penitenziaria.

 

di Valentina Lanzilli

Corriere di Bologna, 20 gennaio 2025 Fascicolo contro ignoti sulla morte dell’uomo che uccise la ex moglie e portò il suo cadavere in caserma: ipotesi di minacce da altri detenuti. Emergenza suicidi e sovraffollamento nella struttura di detenzione. Il carcere di Modena ancora sotto i riflettori. Dopo l’ennesimo caso di cronaca, avvenuto giovedì scorso, quando due detenuti hanno appiccato il fuoco in cella, ora è un altro episodio a finire sul tavolo della Procura. Parliamo della morte di Andrea Paltrinieri, il 49enne modenese che si è tolto la vita lo scorso 7 gennaio, inalando gas da alcuni fornellini a disposizione dei detenuti per cucinare. La procura di Modena ha infatti aperto un fascicolo contro ignoti con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio.

 

Corriere della Sera, 20 gennaio 2025 Domenica 19 gennaio l’Associazione Amici della Nave e la Fondazione Amici del Trivulzio insieme per un’iniziativa di inclusione e solidarietà, in collaborazione con il SerD di Asst Santi Paolo e Carlo. Giorgio Gaber e Jannacci, la banda dell’Ortica e i quaranta-dì-quaranta-nòt a San Vitùr, Dario Fo e la Montagna de San Sir: il tutto cantato dai volontari, dagli ex detenuti e dai pazienti SerD del Coro Amici della Nave di San Vittore per (e con) gli ospiti del Pio Albergo Trivulzio e i loro familiari. È il concerto intitolato “Milano inCantata” in programma domenica 19 gennaio alle ore 16 nell’Auditorium del Pio Albergo, promosso grazie alla collaborazione tra Associazione Amici della Nave OdV e Fondazione Amici del Trivulzio, Martinitt e Stelline Onlus.

cremonaoggi.it, 20 gennaio 2025 Nell’ambito del progetto di Educazione Civica “Libertà va cercando”, avviato già da anni nel liceo Aselli grazie alla regia della prof.ssa Digiuni, alcune classi quarte (4A e 4C LIC, 4B e 4D LSA), nelle giornate del 16 e 17 dicembre scorso, si sono recate in visita alla casa circondariale di Cremona Ca’ del Ferro. Quello del carcere è un “mondo sommerso”, uno di quei mondi che la nostra società tende a dimenticare: la vulnerabilità di questo luogo - di chi vi abita e di chi vi lavora - è sicuramente lontana da una civiltà, quale la nostra, in cui la logica dell’utile e della produttività schiaccia i più fragili. Divenire cittadini consapevoli significa però, prima di tutto, accantonare i pregiudizi e mostrarsi aperti a un percorso di conoscenza e di sensibilizzazione, che il progetto “Libertà va cercando” promuove in relazione ...

 

caritas.it, 20 gennaio 2025 La Diocesi di Ugento - S. Maria Di Leuca, attraverso la Caritas Diocesana, promuove lunedì 20 gennaio alle ore 18.30, presso la Cattedrale di Ugento, l’incontro pubblico: “Progetto IncludiAMOci. Giustizia con Misericordia”. L’incontro, moderato da don Lucio Ciardo, direttore della Caritas diocesana, è l’occasione per illustrare i risultati raggiunti nell’attuazione del progetto, sostenuto da Caritas Italiana e Intesa San Paolo per il Sociale.

 

di Federica Dibenedetto

L’Edicola del Sud, 20 gennaio 2025 “Stiamo abbandonando intere generazioni a loro stesse, lasciandole vivere un profondo disagio”. A lanciare l’allarme è il pedagogista esperto in devianza minorile, Raffaele Diomede: “Non basta la repressione: serve un’educazione efficace. Le misure punitive come il carcere non sono una soluzione. Ciò di cui abbiamo bisogno è un lavoro educativo e pedagogico mirato, che aiuti i giovani a sviluppare empatia e a gestire i propri comportamenti. Questo significa coinvolgere educatori, psicologi e professionisti del settore per intervenire in modo tempestivo e strutturato. Bisogna creare un sistema di supporto che sappia cogliere i segnali di disagio e agire prima che le situazioni possano degenerare”.

 

di Francesca Salvatore

insideover.com, 20 gennaio 2025 Il numero di persone detenute in carcere in tutto il mondo sta crescendo, ma nei Paesi Bassi la tendenza va nella direzione opposta. Negli ultimi dieci anni, venti prigioni sono state chiuse nel Paese. Gli olandesi hanno visto la loro popolazione carceraria diminuire di oltre il 40% negli ultimi 20 anni: non si tratta di una ricetta miracolosa ma della risultante di differenti fattori, ma quello che risulta vincente è l’atteggiamento culturale nei confronti della detenzione, che guarda alla permanenza in prigione come qualcosa che fa più male che bene e non garantisce la redenzione e tantomeno il reinserimento sociale.

 

agi.it, 20 gennaio 2025 La proposta degli avvocati include il potenziamento delle misure di detenzione domiciliare per i trasgressori non violenti e “prigioni part-time”. Condizioni simili alle restrizioni imposte dal Covid dovrebbero essere applicate ai criminali come alternativa alle carceri sovraffollate. La proposta arriva da un gruppo di avvocati inglesi. In un documento ufficiale presentato alla revisione delle sentenze in corso, guidata dall’ex segretario conservatore alla Giustizia David Gauke, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati ha chiesto di prendere in considerazione un “uso più creativo della pena”.

 

ansa.it, 20 gennaio 2025 Novanta in tutto, 69 donne e 21 minori sono i primi prigionieri palestinesi liberati da Israele a fronte del rilascio dei primi tre ostaggi rilasciati da Hamas allo scattare della tregua. Sono 90 i prigionieri palestinesi rilasciati oggi da Israele, 69 donne e 21 uomini di cui otto minori. Nessuno di loro ha condanne per omicidio. Una volta arrivati al carcere di Ofer, secondo quanto riferito dal Times of Israel, verranno identificati da rappresentanti della Croce rossa e aspetteranno qui il rilascio definitivo, a fronte della liberazione dei tre ostaggi israeliani. Il cinico conteggio dei rilasci prevede che 30 palestinesi siano liberati per ciascun civile israeliano e con un “peso” corrispondente.

 

di Davide Frattini Corriere della Sera, 20 gennaio 2025 Pubblicato l’elenco dei 735 in carcere affinché i famigliari delle vittime possano fare appello. Per ora resta in cella Marwan Barghouti, considerato l’erede di Abu Mazen. Quando ha deciso di slacciare la pistola Smith & Wesson color argento dalla cintura e di nascondere il fucile mitragliatore M-16 (solo perché avrebbe dovuto consegnarlo agli israeliani, disarmo simbolico), l’unico esplosivo che Zakaria Zubeidi portava ancora in giro era quello conficcato in faccia: anni prima, si stava costruendo una bomba ma gli era esplosa troppo presto. Con quei grani di pepe sottopelle, il sorriso di chi resta lo sceriffo anche senza esibire bandoliere, passeggiava per i vicoli del campo rifugiati di Jenin, ormai in pensione dalle battaglie più sanguinose della seconda intifada.

 

DOCUMENTI

Articolo: "Il non carcere nel carcere", di Antonio Nastasio

Articolo: "I pizzini di Padre Lucio Boldrin, cappellano di Rebibbia", di Claudio Bottan

Giurisprudenza. Liberazione anticipata: può essere negata anche per condotte che, senza essere reati, indichino la mancata partecipazione del condannato alla risocializzazione