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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di venerdì 17 gennaio 2025

di Franco Corleone

L’Espresso, 17 gennaio 2025 Il Papa e Mattarella invocano azioni contro la catastrofe penitenziaria. Il Guardasigilli non batte un colpo. Il 2024 per il carcere si è confermato un anno orribile con il record di 89 detenuti suicidi e con il sovraffollamento che ha toccato le 63 mila presenze. Di fronte a questa catastrofe umanitaria, aggravata dalle scelte panpenalistiche del governo, si sono levate due voci autorevoli a denunciare le condizioni di vita inammissibili e a suggerire soluzioni coraggiose per la dignità dei reclusi: quelle di papa Francesco e del presidente Sergio Mattarella. Con la scelta di aprire la seconda Porta santa del Giubileo nel carcere di Rebibbia, il Papa ha colpito al cuore i sepolcri imbiancati dell’ipocrisia, gli uomini senza fede e senza religione laica.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 17 gennaio 2025 La condizione lavorativa del personale penitenziario, dagli agenti di polizia penitenziaria ai funzionari giuridico- pedagogici, è caratterizzata da un profondo squilibrio. Secondo un’accurata analisi di Rita Bernardini, presidente di Nessuno Tocchi Caino, la carenza di personale e, soprattutto, la marcata disomogeneità tra le diverse carceri costituiscono un problema strutturale che incide negativamente sia sulle condizioni lavorative degli operatori sia sui percorsi di reinserimento sociale dei detenuti. Nel suo documento analitico, Nessuno Tocchi Caino evidenzia la particolare complessità del lavoro degli agenti di Polizia penitenziaria, sottolineando come questi operatori siano sottoposti a condizioni lavorative caratterizzate da elevati livelli di stress e frequenti situazioni di pericolo.

 

di Piero Sansonetti

L’Unità, 17 gennaio 2025 Se Giorgia Meloni togliesse il veto (staccandosi da Salvini) farebbe un passo notevolissimo (molto più importante dell’eventuale rimozione della fiamma dal simbolo del suo partito…). Dal giorno nel quale il governo Meloni si è insediato sono stati pubblicati (se non ho sbagliato i calcoli) circa 700 numeri dell’Unità. Credo che in ciascuno di questi numeri ci siano state delle critiche (meritatissime) al governo Meloni. E mi pare che in nessuno di questi numeri siano stati pubblicati complimenti. Oggi andiamo controcorrente. L’arrivo del voto a favore della separazione delle carriere merita un applauso. La Camera ha approvato la legge di riforma costituzionale che stabilisce che Pm e giudici non saranno più colleghi.

 

di Daniel Lumera

Corriere della Sera, 17 gennaio 2025 Nel nostro Paese ci sono all’incirca 62.000 detenuti per 48.000 posti realmente disponibili. Un sovraffollamento che ci pone ai vertici delle statistiche europee e che crea situazioni incompatibili con la dignità umana. È più folle l’idea di abolire le carceri, così come sono, o quella di continuare a fare quanto stiamo facendo? “Facciamoli marcire lì dentro. Si meritano questo e anche peggio. Gettiamo via le chiavi”. Uno dei modi di pensare più inconsapevole e controproducente che conosca. Ma vi assicuro che la mia non è una posizione ideologica. E vi spiego perché. Partiamo da due dati oggettivi: il costo del sistema carcerario e la sua (mancata) efficacia.

 

di Eleonora Martini

Il Manifesto, 17 gennaio 2025 L’ufficio tecnico del ministero di Giustizia lavora alacremente in queste ore all’emendamento correttivo del Ddl Sicurezza - almeno sui punti indicati dal Quirinale come irricevibili - che dovrebbe essere varato la prossima settimana dal Consiglio dei ministri. In quell’occasione sul tavolo del governo dovrebbe arrivare anche la bozza del provvedimento a tutela delle forze dell’ordine, indagate durante l’esercizio delle proprie funzioni, che i giuristi di Via Arenula stanno preparando con grande sforzo di fantasia. Vietato chiamarlo “scudo penale”, però, perché sia il ministro della Giustizia Carlo Nordio, da parte del governo, sia Fratelli d’Italia che si è accreditato come partito promotore dell’iniziativa (parola del capogruppo dei deputati Galeazzo Bignami), malgrado non si sappia ancora quale forma prenderà il ...

 

di Giovanni Negri

Il Sole 24 Ore, 17 gennaio 2025 Nordio: “Giornata storica ma percorso ancora complesso con un esito finale che secondo me spetterà al popolo con il referendum”. La Camera ha approvato, in prima deliberazione, con 174 voti a favore, 92 voti contrari e 5 astenuti la cd. “separazione delle carriere”, il disegno di legge costituzionale: “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare” (C. 1917). Il provvedimento passa ora al Senato. È il primo dei passaggi parlamentari necessari per l’ok al disegno di legge costituzionale. Si modifica, infatti, il titolo IV della Costituzione con l’obiettivo di separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti.

 

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 17 gennaio 2025 Via libera della Camera alla riforma costituzionale della magistratura. La maggioranza (incluso il ministro) festeggia. L’Associazione nazionale magistrati annuncia battaglia. Incassato il primo, storico, via libera della Camera alla riforma costituzionale della magistratura, che include la separazione delle carriere tra pm e giudici, interpellato dal Foglio il Guardasigilli Carlo Nordio non nasconde la sua soddisfazione: “Tutto ciò che è contenuto nella riforma è stato da me scritto per la prima volta in un libro nel 1997. Aggiungo un aneddoto. All’epoca il libro venne presentato in un incontro con un autorevole magistrato, Piero Vigna, e uno storico esponente del Partito comunista, Emanuele Macaluso, entrambi in gran parte d’accordo con le mie proposte”.

 

di Claudio Cerasa

Il Foglio, 17 gennaio 2025 Nuovo Csm e carriere separate. La riforma Nordio rafforza la terzietà della magistratura e non indebolisce la democrazia. Lo dice la logica e pure alcuni campioni della sinistra. Per chiunque abbia a cuore la necessità montesquieuiana di riequilibrare lo squilibrio che esiste in Italia tra potere giudiziario e potere legislativo e per chiunque abbia a cuore la necessità di combattere la deriva di un paese che negli anni ha scelto in modo pericoloso di lasciare spazio a una democrazia fondata sempre meno sul lavoro e sempre più sullo strapotere della repubblica delle procure, la notizia arrivata ieri è semplicemente entusiasmante: in Parlamento, come sapete, i deputati della maggioranza, e qualcuno dell’opposizione, hanno finalmente approvato in prima lettura la riforma della giustizia, con annessa separazione ...

 

di Virginia Piccolillo

Corriere della Sera, 17 gennaio 2025 Il ministro della Giustizia: “I magistrati finora erano indipendenti dalla politica, ma non da se stessi e dalle correnti. Ho voluto recidere questo vincolo”. Il primo sì alla separazione delle carriere lo ha portato a casa. La maggioranza festeggia, l’Anm protesta.

 

di Mario Di Vito

Il Manifesto, 17 gennaio 2025 Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm, la riforma della giustizia avanza con una certa velocità. La Camera ha detto molto velocemente il suo primo sì e la strada sembra ormai spianata. “È una cosa che mi colpisce molto. C’è stata una blindatura del testo che definirei anomala e, di fatto, non è stata consentita alcuna discussione. Spero che in futuro ci sia tempo per farla, soprattutto quando si entrerà nella fase referendaria: lì non ci tireremo indietro e saremo protagonisti della discussione”.

di Giulia Merlo

Il Manifesto, 17 gennaio 2025 Il leader delle toghe conservatrici: “La riforma della giustizia è ipocrita e punitiva”. Il ddl Sicurezza introduce nuovi reati, ma “non è un metodo per risolvere i problemi”. “Fortemente discutibili dal punto di vista tecnico” è la valutazione di Claudio Galoppi, segretario nazionale del gruppo conservatore di Magistratura indipendente e giudice della corte d’appello di Milano. I toni sono pacati, ma la posizione è netta su tutte le riforme in discussione in questo momento, dall’ipotesi di scudo penale fino alla separazione delle carriere, che giovedì 16 gennaio è stata approvata dalla Camera in prima lettura e che il governo punta ad approvare entro il 2026.

 

di Angela Stella

L’Unità, 17 gennaio 2025 L’ex leader dei penalisti commenta il primo sì della Camera alla separazione delle carriere: “I pm diventeranno squadroni della morte senza controllo? Una bufala. Sono controllati dal giudice. Separato o no, il pm è un magistrato e deve rispettare le leggi”. L’Aula della Camera ha approvato in prima lettura il ddl costituzionale a favore della separazione delle carriere. Ne parliamo con Gian Domenico Caiazza, già presidente dell’Unione Camere Penali.

 

di Antonio Mastrapasqua*

Il Riformista, 17 gennaio 2025 Tempi lunghi, importi insufficienti e difficoltà burocratiche: il sistema non va Bisogna riconoscere subito un assegno mensile a chi ha avuto la vita distrutta. Tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, ma non di fronte all’amministrazione della giustizia. Non si spiega altrimenti che un cittadino come Beniamino Zuncheddu, ingiustamente condannato e proclamato innocente dopo 32 anni di carcere, per provare ad accelerare - per sé e per quel migliaio di persone che come lui ogni anno sono “vittime della giustizia” - promuova una legge di iniziativa popolare per avere un indennizzo da parte dello Stato.

 

di Matteo Bonetti

Il Domani, 17 gennaio 2025 L’utilizzo dell’AI avrà un grandissimo impatto per tutti gli operatori del diritto ma resterà fondamentale fissare il focus sulle garanzie dell’equo processo e sul rispetto delle libertà individuali. Con l’entrata in vigore del AI Act si stanno aprendo nuove sfide per la professione legale: diventerà fondamentale la supervisione di quanto previsto dalla normativa europea per il rispetto delle garanzie e delle libertà individuali. L’Osservatorio dell’Unione Camere Penali Italiane ha organizzato nell’ambito dei sistemi di Ai un convegno che si terrà sabato 17 gennaio, alle ore 10,30, presso la sede di Ucpi di Roma, intitolato “Giustizia penale, scienza e intelligenza artificiale; La Carta dei valori dell’Unione delle Camere penali italiane”.

 

di Nello Trocchia

Il Manifesto, 17 gennaio 2025 Dopo l’incidente di Milano il numero uno dell’Arma ha scritto una lettera dove ringrazia i suoi uomini. Ma esorta vertici e militari a “rispettare le procedure”. Ecco cosa vuol dire. “Nei secoli fedele” è il motto araldico dei Carabinieri, ma il rischio è che la fiducia scricchioli nel cuore del corpo, nel rapporto tra sottoposti e gerarchie, un cedimento che comprometterebbe la solidità dell’Arma che rappresenta un riferimento per il paese, un presidio diffuso e garanzia di sicurezza. A pesare sono i casi che, in questi anni, hanno appannato la credibilità, preoccupato la pubblica opinione, ma soprattutto sfilacciato la solidità interna.

 

di Angiola Petronio

Corriere di Verona, 17 gennaio 2025 Tra i 620 e i 630 detenuti, con celle in cui vivono anche 4 detenuti. È la casa circondariale di Montorio, il cui sovraffollamento è stato ricordato nell’incontro di martedì organizzato dal comitato veronese contro il disegno di legge sicurezza a cui ha aderito anche il Pd locale. Ddl che prevede nuovi reati e pene più severe e che rischia di portare al collasso le strutture carcerarie. “Più siamo, meglio è”. Quattro parole in cui è racchiusa la formula di un’adesione. Quella della federazione provinciale del Pd al comitato unitario veronese contro il disegno di legge Sicurezza, “che noi chiamiamo “decreto paura”, precisa il segretario Dem Franco Bonfante. Adesione arrivata dopo un incontro, martedì sera, promosso dalla trentina di associazioni cristiane e laiche e da Rifondazione Comunista, Movimento ...

 

Gazzetta di Modena, 17 gennaio 2025 Altro grave episodio in carcere a Modena, a testimonianza della situazione sempre più difficile che si vive all’interno, dopo i tre suicidi in una settimana tra la fine del vecchio anno e l’inizio di quello nuovo. Un detenuto gravemente ustionato, un altro ferito e 9 agenti di polizia penitenziaria. È il bilancio di un incendio scoppiato in una cella del carcere di Modena nel pomeriggio di oggi, giovedì 16 gennaio, un altro grave episodio che testimonia la situazione sempre più difficile vissuta al Sant’Anna. Intorno alle 16.30 la centrale operativa del 118 è stata allertata per soccorrere due detenuti rimasti feriti dopo che uno di loro - stando alle prime ricostruzioni - aveva appiccato un incendio nella cella.

 

di Jacopo Storni

Corriere Fiorentino, 17 gennaio 2025 L’annuncio dell’assessore Paulesu: la casa di accoglienza in un edificio della Caritas. Una struttura di accoglienza per ospitare detenute fragili, a fine pena e incinte pronta per poter ospitare 4/6 ospiti sarà inaugurata a breve. Nascerà in una struttura della Caritas, l’annuncio è stato dato dall’assessore Paulesu. Una struttura di accoglienza per ospitare detenute fragili, a fine pena e incinte. È il progetto a cui sta lavorando il Comune attraverso l’assessorato alle politiche sociali. La struttura, individuata grazie alla collaborazione tra Comune (che pagherà il costo dell’ospitalità) e Caritas (che mette a disposizione un suo immobile), è praticamente pronta per poter ospitare 4/6 ospiti e sarà inaugurata a breve.

 

di Alberto Giulini

Corriere di Torino, 17 gennaio 2025 Mellano: “Sovraffollamento preoccupante, come quando c’è stata la rivolta”. Non sono passati nemmeno sei mesi dalla violenta rivolta che ha scosso il carcere minorile di Torino. Una notte, quella tra l’1 e il 2 agosto, in cui una cinquantina di detenuti avevano cercato di prendere il controllo dell’istituto, tra incendi e danneggiamenti vari. Al Ferrante Aporti si continua ancora oggi a fare i conti con una situazione complicata e ricca di tensioni quotidiane, frutto anche del sovraffollamento. A fronte di una capienza complessiva di 46 posti letto, infatti, sono 53 i detenuti all’interno dell’istituto. Lo ha constato anche il garante regionale dei detenuti, Bruno Mellano, che ieri mattina, assieme ai garanti di Campania e Lazio, Samuele Ciambriello e Stefano Anastasia, a Torino per un convegno ...

 

di Raffaella Calandra

Il Sole 24 Ore, 17 gennaio 2025 La vita di cinque figli di detenute per droga, reati connessi all’immigrazione o furti. Una giornata nell’istituto. Rilievi del Quirinale sulla stretta del ddl sicurezza per le donne in cella con minori C’è Daniele che quando vede un mazzo di chiavi si tappa le orecchie per non sentire le mandate. E c’è Michele che quando va dalla nonna chiede: “a che ora si chiude la porta?”. C’è Cristina che ricorda alla mamma di “fare la domandina per comprare i quaderni”. E poi c’è Angela che dorme, col ciuccio in bocca, nel passeggino. Aperta la porta blindata, sotto lo sguardo vigile di Mary Poppins, entriamo nel carcere degli innocenti per definizione. Bambini di pochi mesi o pochi anni, che condividono con le madri condanne che non hanno potuto scontare fuori.

di Ilaria Sacchettoni

Corriere della Sera, 17 gennaio 2025 Padre Lucio Boldrin, il cappellano di Rebibbia, è indagato per favoreggiamento dai pm Stefano Pizza e Antonio Verdi. Ieri mattina ha subito una lunga perquisizione da parte degli agenti della Polizia penitenziaria. Secondo prime ricostruzioni avrebbe aiutato alcuni detenuti (in particolare quelli in attesa di processo) a comunicare con l’esterno. Un testo manoscritto, tra le altre cose, è stato sottoposto a sequestro dagli agenti che procedevano nelle operazioni. L’inchiesta nasce da un altro filone riguardante i maltrattamenti in famiglia di un detenuto. La perquisizione è solo un primo passo verso l’acquisizione di indizi. Padre Boldrin svolgerebbe un ruolo di cerniera tra esterno e interno del penitenziario. Le perquisizioni sono avvenute nel suo studio e nella sua abitazione.

 

immediato.net, 17 gennaio 2025 Presentata nella Capitale l’iniziativa “Cantare in libertà”, su iniziativa del senatore Costanzo Della Porta e il sostegno del senatore Paolo Marcheschi. Presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato si è svolta la presentazione del progetto avviato nelle carceri di Foggia, “Cantare in libertà”, su iniziativa del senatore Costanzo Della Porta e il sostegno del senatore Paolo Marcheschi che sono intervenuti. Il progetto realizzato in collaborazione con Chiesa Valdese di Foggia, il Csv (Centro Servizi Volontariato) di Foggia, l’Ulepe, la casa circondariale di Foggia nella figura della direttrice Giulia Magliulo, l’area comportamentale diretta da Giovanna Valentini e del comandante della Polizia Penitenziaria Claudio Ronci, si è svolto dal giugno 2023 al dicembre scorso.

 

Ristretti Orizzonti, 17 gennaio 2025 La 37esima Convention del Centro Francescano di Ascolto-Odv si tiene domenica mattina 26 gennaio, presso la Sala Conferenze del Seminario Vescovile di Rovigo, dal titolo “Libertà vo cercando - riprendiamola in mano, riprendiamola intera, riprendiamoci la vita, la terra…”, con la presenza di Giulio Cainelli, presidente della Scuola di Economia e Scienze Politiche dell’Università di Padova; Flavio Lotti, presidente della Fondazione Perugia Assisi per la cultura della pace e organizzatore della Marcia per la pace Perugia-Assisi; Livio Ferrari, fondatore e presidente del Centro Francescano di Ascolto e portavoce del Movimento No Prison.

 

di Renato Franco

Corriere della Sera, 17 gennaio 2025 Su Sky arriva la docuserie “La nave dei folli. Oltre la ragione” che, attraverso le incredibili vite di sei personaggi del passato, analizza lo stigma della diversità nel corso della storia. “Una nave è un ottimo mezzo con cui viaggiare, in mare aperto, con lo sguardo che spazia all’orizzonte, può accadere di tutto lungo il viaggio e approdi ad un porto che magari è molto diverso da quello che ti aspettavi. Ecco, una Nave dei Folli è ancora migliore. Il mare in cui navighi è privo di punti di riferimento e l’orizzonte è ancora più largo, il porto ancora più imprevedibile. E magari scopri che quello che pensavi fosse soltanto follia è invece genio, modernità, trasgressione e futuro.

 

di Lea Melandri

Il Manifesto, 17 gennaio 2025 La violenza di genere è oggi al centro del dibattito pubblico, giudiziario e politico. Se ne parla in trasmissioni radiofoniche, televisive, giornalistiche, con attenzione a vicende anche non recenti in relazione ai processi che vi hanno fatto seguito. Da caso di cronaca, patologia del singolo, vicenda “privata”, la problematica che ruota intorno al rapporto tra i sessi, nei suoi aspetti di violenza manifesta, si è notevolmente estesa, fino ad arrivare alla presidenza degli Stati Uniti, nella persona del nuovo eletto: Donald Trump. Mi sono chiesta quale legame ci può essere tra fatti che hanno come elemento comune donne che sono state uccise, violentate, aggredite sessualmente, sottoposte a controlli polizieschi umilianti, o soltanto molestate, ma che si scostano per la prima volta dalla semplice richiesta ...

 

di Nicola Datena

Il Manifesto, 17 gennaio 2025 Si è svolta presso il Tribunale di Potenza l’udienza preliminare del processo penale sul “sistema” del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Palazzo San Gervasio che vede sul banco degli imputati avvocati, medici, agenti di polizia dell’ufficio immigrazione della questura di Potenza nonché il direttore del centro e la società che lo gestiva su appalto della prefettura. I reati contestati dalla procura riguardano tutte le figure professionali chiamate a intervenire per la gestione e il funzionamento del centro di detenzione. L’indagine farebbe emergere un sistema criminale che aveva lo scopo di massimizzare i profitti dalla filiera delle deportazioni.

 

di Vladimiro Zagrebelsky

La Stampa, 17 gennaio 2025 Nello stesso giorno in cui una tregua pare raggiunta nella tragica guerra di Gaza, dal Governo italiano esce la notizia che esso non darebbe esecuzione all’ordine della Corte internazionale di giustizia di arresto di Netanyahu ove il capo del Governo israeliano dovesse venire in Italia. La circostanza spinge a riflettere sul ruolo della Corte, sulle intenzioni e speranze che ne hanno accompagnato l’istituzione e sulla sua crisi. Una crisi che ha un carattere del tutto particolare nel quadro generale di quella che investe il diritto internazionale e le Corti incaricate di assicurarne l’osservanza.

 

di Luciano Bertozzi

focusonafrica.info, 17 gennaio 2025 Secondo il New York Times, i cittadini statunitensi avrebbero pagato per mantenere Guantánamo almeno 540 milioni di dollari l’anno. Il carcere di Guantánamo compie 23 anni. Era l’11 gennaio 2002, quando venne resa operativa la prigione statunitense, nella base navale USA a Cuba e, da allora, continuano a perpetrarsi gravi violazioni dei diritti umani. Il luogo di detenzione è, infatti, uno dei frutti avvelenati della guerra globale al terrore. “In tutto il mondo, Guantánamo rimane uno dei simboli più duraturi dell’ingiustizia - ha affermato Human Right Watch - degli abusi e del disprezzo per lo stato di diritto che gli Stati Uniti hanno scatenato in risposta agli attacchi dell’11 settembre".

 

DOCUMENTI

Articolo. "L’ipocrita timore di psichiatrizzare la psicopatologia" di Gemma Brandi

Articolo. "Raccomandazioni civiche per diritto salute e prevenzione oncologica delle detenute", di Cittadinanzattiva

Radio Carcere, di Riccardo Arena. Parla ex detenuto del carcere di Pesaro: "Lì è un incubo e stai chiuso nelle celle, piene di infiltrazioni e di muffa, con chi si ubriaca, chi si imbottisce di psicofarmaci e chi si droga"