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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di mercoledì 15 gennaio 2025

di Marco Birolini

Avvenire, 15 gennaio 2025 Il report del Garante nazionale segnala un quadro in continuo peggioramento per altissima densità di presenze nella quasi totalità degli istituti penitenziari italiani. Sei suicidi in 12 giorni, più altri due ancora da confermare. Il 2025 si apre malissimo nelle carceri italiane, proseguendo la striscia nera dell’anno scorso, con ben 90 detenuti che si erano tolti la vita. Un triste record mai toccato in precedenza e che rischia di ripetersi, se non addirittura di peggiorare, vista la drammatica fotografia scattata dal report presentato ieri dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà. “Si tratta di un dato elevato rispetto allo stesso periodo di gennaio 2024, 2023 e 2022 in cui si registrò un numero inferiore di suicidi”, rileva infatti il Garante.

 

di Franco Corleone

Il Manifesto, 15 gennaio 2025 Ho denunciato da tempo il rischio che la nostalgia del manicomio si materializzasse in proposte concrete e non mi ha sorpreso la lettera inviata dal capo di gabinetto del ministero della salute ai presidenti delle Regioni il 23 dicembre scorso, sulla tutela della salute mentale e sul destino delle “residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza” (Rems). Davvero un regalo avvelenato sotto l’albero di Natale. Infatti, il dottor Marco Mattei affronta con spericolata leggerezza nodi delicati come il giudizio sulla sentenza numero 22 del gennaio 2022 della Corte Costituzionale e sulle indicazioni da questa offerte al parlamento per superare alcune criticità della legge 81 del 2014.

 

di Angela Stella

L’Unità, 15 gennaio 2025 Carcere duro, isolamento, ergastoli: sono le medaglie da esibire nel curriculum per una toga che punta a entrare nella Dna. Durante l’esame delle candidature da parte del Csm, l’ex leader dell’Anm Albamonte è stato accusato di non averne conquistate abbastanza. Se si vuole andare a lavorare alla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo occorre scrivere un corposo curriculum in cui elencare quanti più arresti si è conquistati, quante più persone si è spedite al 41 bis, quante più ergastoli ottenuti. Altrimenti sarà molto difficile ottenere quella poltrona. E poi devi avere alle spalle anni in antimafia: in caso contrario il corpo di élite delle Dda ti guarderà dall’alto in basso.

 

di Claudio Bottan

vocididentro.it, 15 gennaio 2025 Da anni ormai, la gestione della nostra vita è ben localizzata. È tutto nelle nostre mani. Basta tirare fuori lo smartphone e le soluzioni sono a portata di click. Identità, gestione delle proprie finanze, comunicazioni. Tutto quello per cui prima dovevamo investire tempo ed energie, oggi lo possiamo fare tranquillamente dal divano di casa, ai tavolini di un bar o alla banchina di una metropolitana. Un centro di controllo tascabile che ha - impossibile sostenere il contrario - rivoluzionato le nostre vite, semplificandole. Col tempo anche i più nostalgici si sono dovuti ricredere, e dare al digital quello che è del digital: la forza del progresso, quello che volenti o nolenti, tutti abbiamo dovuto abbracciare, a costo di accettare l’idea poco filosofica di condurre un’esistenza alle dipendenze di aggeggi senz’anima ...

 

di Errico Novi

Il Dubbio, 15 gennaio 2025 Sì di Fratelli d’Italia e Forza Italia alle modifiche, auspicate anche dal Colle, la Lega insorge. Decreto ad hoc per lo scudo agli agenti. Sul ddl Sicurezza si procede a colpi di sedute notturne. Ieri si sono fatte le ore piccole. Stasera sarà lo stesso. E a dispetto del complicatissimo cortociruito politico innescato nella maggioranza, il motivo è semplice: bisogna fiaccare l’ostruzionismo delle opposizioni. Esame congiunto del provvedimento affidato alle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia del Senato. Uno sforzo inconsueto, ma necessario.

 

di Eleonora Martini

Il Manifesto, 15 gennaio 2025 Proposte della Lega per gli agenti. Il pacchetto verso il ritorno alla Camera per accogliere solo i rilievi del Colle. Il Ddl Sicurezza potrebbe tornare alla Camera per una terza lettura “veloce” delle sole correzioni al testo suggerite dal Quirinale (schede telefoniche vietate ai migranti e detenute madri). È quanto trapela da fonti di Palazzo Chigi mentre si apprende che il governo sta lavorando, insieme ai tecnici del ministero di Giustizia, per capire come e dove inserire uno “scudo penale” speciale per le forze dell’ordine, iniziativa che mette d’accordo tutti nella maggioranza litigiosa e che prende a pretesto i recenti fatti di cronaca.

 

di Simone Canettieri

Il Foglio, 15 gennaio 2025 La premier vuole evitare l’iscrizione del registro degli indagati per atto dovuto, Salvini spinge per un decreto ma l’ipotesi più plausibile è quella del Disegno di legge ad hoc. I timori del Quirinale. Siccome il frontale con il Colle è dietro l’angolo, alle 18.57 Palazzo Chigi modifica la rotta sullo scudo penale per i poliziotti. Non lo chiama scudo. Ma per estratto - non esiste un testo e nemmeno una bozza - si ragiona su un meccanismo in base al quale in casi come quello del carabiniere Luciano Masini (che a Capodanno è intervenuto uccidendo un uomo che aveva accoltellato quattro persone) non ci sia l’iscrizione automatica nel registro degli indagati. La vicenda sta a cuore a Giorgia Meloni, che ha citato Masini in conferenza stampa.

di Nicola Canestrini

Il Dubbio, 15 gennaio 2025 Negli ultimi anni, in molti ordinamenti democratici anche europei, si è assistito a un incremento dell’adozione di misure legislative che privilegiano un approccio securitario e populista, attribuendo un potere crescente alle forze dell’ordine e al contempo restringendo diritti e libertà fondamentali. In Italia, la legislatura attuale ha consolidato questa tendenza con l’introduzione di nuove fattispecie penali, l’inasprimento delle pene e la marginalizzazione di specifiche categorie sociali. Il concetto di “legislazione del nemico”, teorizzato da Gunther Jakobs, si basa sull’idea che alcuni individui, a causa della loro percepita pericolosità, perdano la loro qualifica di soggetti di diritto e vengano trattati esclusivamente come oggetti di prevenzione o repressione.

 

di Fabio Anselmo*

Il Domani, 15 gennaio 2025 Letteralmente lo scudo per gli agenti è uno strumento di difesa. Da chi? Viene spontaneo chiedersi. La risposta è altrettanto ovvia: dallo stato di cui fa parte, come potere funzionale giudiziario, il pm. Scudo penale agli agenti che possa difenderli dalle indagini anche per omicidio? La propaganda non ha più limiti, se mai ne avesse davvero avuti negli ultimi decenni. Il processo penale è oramai quotidiano terreno di scontro politico e, quel che è peggio, di sconclusionati provvedimenti legislativi che intervengono su giudici, pm e cittadini di singole vicende giudiziarie. È la promozione a sistema delle leggi cosiddette ad personam, ispirate da questo o quel fatto di cronaca nera che può essere utile alla propaganda politica o da questo o quel procedimento giudiziario che, sempre rigorosamente sullo ...

 

di Paolo Frosina, Marco Grasso e Vincenzo Iurillo

Il Fatto Quotidiano, 15 gennaio 2025 La notte di Capodanno a Villa Verucchio, provincia di Rimini, il luogotenente dei carabinieri Luciano Masini uccide un giovane egiziano di 23 anni, Muhammad Sitta. Sitta ha appena aggredito a coltellate quattro persone: Masini gli intima di fermarsi, finché, poco prima di essere aggredito, gli spara. La Procura apre un’inchiesta per eccesso colposo di legittima difesa, un “atto dovuto”, spiegano i pm. Da questa vicenda il Governo ha preso spunto per proporre una legge già molto discussa, nonostante i contorni ancora poco chiari: uno scudo penale per le forze dell’ordine nell’esercizio delle loro funzioni. Peccato che l’unico strumento per chiarire se la difesa è legittima o meno sia proprio quello che l’esecutivo vorrebbe abolire: l’indagine di una Procura.

di Valentina Stella

Il Dubbio, 15 gennaio 2025 Con 186 voti favorevoli e 106 contrari, è stato approvato ieri sera alle 19 alla Camera dei deputati, alla presenza del ministro della Giustizia Carlo Nordio, l’articolo 1 del disegno di legge di modifica costituzionale che porta il suo nome, “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare”. Azione e Italia Viva hanno votato con la maggioranza. Come si legge nella relazione, “con l’articolo 1 si apporta una modifica al decimo comma dell’articolo 87 della Costituzione. La disposizione risulta necessaria in ragione della riorganizzazione dell’assetto della magistratura con l’istituzione di due distinti Consigli superiori, uno per la magistratura giudicante e uno per la magistratura requirente”.

 

di Giacomo Puletti

Il Dubbio, 15 gennaio 2025 Mancava solo il gol, fumata nera, condizioni non mature. Sono tanti i modi di dire utilizzati ieri per descrivere l’ennesimo tentativo, andato a vuoto, di eleggere i quattro giudici mancanti della Corte costituzionale da parte del Parlamento. Un Parlamento che si è riunito in seduta comune per la tredicesima volta ma che non è ancora riuscito a trovare la quadra, viste le 377 schede bianche, 15 nulle e 9 disperse. Tuttavia da più parti, sia nella maggioranza che nell’opposizione, si giura che ormai ci siamo, che è una questione di giorni, che già domani o al massimo martedì sarà riconvocata l’Aula, e che stavolta si andrà fino in fondo.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 15 gennaio 2025 Sì dell’Aula al testo che modifica l’articolo 24 della Carta. Rallenta, invece, l’iter per l’istituzione della Giornata nazionale delle vittime di errori giudiziari. Al Senato primo via libera al disegno di legge costituzionale che inserisce la tutela delle vittime di reati nella Carta costituzionale. L’aula lo ha approvato con 149 sì e un astenuto. Il testo recita: “All’articolo 24 della Costituzione, dopo il secondo comma, è inserito il seguente: “La Repubblica tutela le vittime di reato”“. È il primo dei quattro voti richiesti dalla riforma costituzionale.

 

di Simona Musco

Il Dubbio, 15 gennaio 2025 La sentenza sul femminicidio di Modena non manifesta nessuna empatia per il killer, ma ricostruisce un contesto di maltrattamenti reciproci e dinamiche familiari tossiche. È un grande classico quello di estrapolare una frase ad effetto, virgolettarla, tralasciare il contesto e crearci attorno un titolo. Obiettivo: indignare, scioccare, provocare la reazione di un pubblico che non desidera altro che un’occasione per sfogare i propri istinti. Un pubblico abituato a ricevere verità a spizzichi e bocconi e che si accontenta, dunque, di semplificazioni. Il caso è quello dell’omicidio di Gabriela Renata Trandafir (47 anni) e della figlia Renata Alexandra (22 anni) per mano di Salvatore Montefusco, una vicenda familiare complessa, intrisa di dinamiche tossiche e profonde lacerazioni, che si è conclusa tragicamente ...

 

di Marika Ikonomu

Il Domani, 15 gennaio 2025 La Corte di assise ha condannato a 30 anni, invece che all’ergastolo, l’assassino. Manente (Differenza Donna): “Emerge un quadro di violenze sminuite”. La violenza maschile contro le donne è un fatto sociale, ma viene spesso relegato a fatto privato. Lo suggeriscono, ancora una volta, le argomentazioni usate nella sentenza della Corte di assise di Modena, che il 13 gennaio ha condannato a 30 anni di reclusione Salvatore Montefusco, per il duplice femminicidio della moglie, Gabriela Trandafir, e della figlia della donna, avvenuto in presenza del figlio nato dalla relazione tra di due, Salvatore Junior, all’epoca minorenne. È stato lui a chiamare il 112 e a mettersi davanti alla madre per provare a impedire al padre di ucciderla. La procura aveva chiesto l’ergastolo.

 

di Filippo Facci

Il Giornale, 15 gennaio 2025 Questa classe politica e questo Paese dovrebbero decidere, una volta per tutte, se vogliono mantenere l’articolo 27 della Costituzione oppure no. Non c’è retorica nel chiederlo, dovrebbero decidere e basta, e lo si scrive, ora, a margine dell’indignazione bipartisan che ha accompagnato la condanna “solo” a 30 anni e quindi non all’ergastolo per Salvatore Montefusco, autore del duplice omicidio di due donne (sua moglie e la figlia di lei) con motivazioni “choc” ritenute “offensive” o addirittura “un vulnus nelle fondamenta che reggono il nostro ordinamento”. Questo, praticamente, a opinione dell’intero arco parlamentare: e ci limitiamo a citare il ministro Eugenia Roccella, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini di Noi moderati, Laura Ravetto della Lega, Maria Elena Boschi di Italia viva, Valeria Valente del Partito ...

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 15 gennaio 2025 Un nuovo capitolo si aggiunge alla saga dei braccialetti elettronici, uno strumento utile come alternativa alla custodia cautelare, ma che, troppo spesso, si rivela un’illusione. A denunciarlo è l’avvocata Annalisa Abate del foro di Como, che in una lettera al nostro giornale ha raccontato la vicenda dei suoi due assistiti. Entrambi i giovani, imputati in procedimenti differenti, hanno visto sostituire la custodia cautelare in carcere con gli arresti domiciliari, una misura ritenuta dal giudice più adeguata alla gravità dei fatti contestati. Tuttavia, le attese per l’installazione del dispositivo si sono protratte per settimane.

 

di Davide D’Attino

Corriere del Veneto, 15 gennaio 2025 Il prefetto Forlenza: “Dossier al questore”. Si tratta di applicare le nuove norme volute da ministro dell’Interno Piantedosi. Il sindaco Giordani: “Si decide insieme”. Se nei giorni scorsi i suoi colleghi di Venezia (Darco Pellos) e di Treviso (Angelo Sidoti) avevano mostrato una certa prudenza, uno valutandone l’adozione soltanto in determinati periodi dell’anno e l’altro preferendo parlare di aree “ad alta sorveglianza”, il prefetto di Padova, Giuseppe Forlenza, è andato subito al punto, di fatto annunciando l’istituzione delle cosiddette zone rosse. Cioè quei luoghi cittadini in cui, su indicazione del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, può essere disposto il divieto di accesso a soggetti ritenuti “pericolosi” o che risultano denunciati o condannati (anche con sentenza non definitiva) per reati contro ...

 

chietitoday.it, 15 gennaio 2025 Al via a Vasto il progetto “La scuola entra in carcere” per abbattere pregiudizi e promuovere la legalità, iniziativa promossa dal polo liceale “Pantini-Pudente” in collaborazione con l’associazione Libera e l’assessorato alle Politiche Giovanili e Istruzione. Si tratta di un percorso educativo volto a promuovere la cultura della legalità e la consapevolezza sociale tra li studenti e le studentesse. Il progetto è partito nella mattinata di ieri, 14 gennaio, nella Casa Lavoro in contrada Torre Sinello dove sono state consegnate delle copie del libro di Michela Murgia dal titolo “Stai zitta” donate dal progetto Giovani rappresentato da Pierluigi Garone e Giorgia Berardi. Una parete all’interno del carcere sarà arricchita da alcune frasi del libro, che saranno opportunamente selezionate dagli studenti e dalle studentesse ...

 

La Provincia Pavese, 15 gennaio 2025 L’incontro organizzato al Sacro Cuore con il direttore Caritas don Tassone. “Quando i ragazzi si sentono ascoltati davvero e capiscono che non li si vuole ingannare, ma anzi li si vuole aiutare a rileggere insieme la loro storia, si risveglia in loro una coscienza. Da lì nasce la capacità di scegliere il bene e di cambiare”. Lo ha sottolineato don Claudio Burgio, cappellano dell’istituto penale per minorenni Cesare Beccaria di Milano, intervenendo a Pavia a un incontro organizzato in occasione della festa di San Mauro. L’evento, ospitato alla cappella del Sacro Cuore, si intitolava “Non esistono ragazzi cattivi, Come accompagnare i giovani nel cammino verso il compimento della loro umanità”.

mantovauno.it, 15 gennaio 2025 “Un racconto di una profondità straordinaria”. “Indimenticabile testimonianza”. Sono alcuni dei commenti a caldo raccolti dai ragazzi che, lo scorso venerdì 10 gennaio, presso l’Aula Magna della scuola secondaria di I grado di Bozzolo, hanno partecipato all’incontro con don Roberto Musa, cappellano del carcere di Cremona da 15 anni. Ad attenderlo, insieme alla Dirigente Scolastica, Elena Rizzardelli e al vicario del paese, don Francesco Cortellini, era tutta la redazione di Increscendo, il magazine online, interamente realizzato dagli alunni, che - da ormai un decennio - costituisce uno degli architravi progettuali dell’Offerta Formativa dell’Istituto Comprensivo “Scipione Gonzaga”.

 

di Erika Szilagyi

chiesavaldese.org, 15 gennaio 2025 Il 15 gennaio il progetto “Cantare in libertà” della Chiesa valdese di Foggia sarà presentato al Senato della Repubblica. Il progetto vede il coinvolgimento diretto dei detenuti della Casa Circondariale di Foggia e nasce dalla visione del canto come strumento di liberazione e crescita personale, una disciplina che facilita un percorso di sviluppo emotivo e rieducativo. Durante le sessioni settimanali, infatti, i partecipanti hanno l’opportunità di esplorare ed esprimere le proprie emozioni attraverso il corpo e la voce. Il progetto è nato ispirandosi ai principi di solidarietà del Vangelo di Matteo (Mt. 25: 35 - 36), che da tempo interrogano la comunità, la quale ha sempre sostenuto progetti diaconali per la raccolta e distribuzione di beni di prima necessità ai bisognosi.

 

genovatoday.it, 15 gennaio 2025 Il carcere e la rieducazione delle persone detenute, principio indicato nell’articolo 27 della Costituzione, sono al centro del film “Qui è altrove: buchi nella realtà” che mercoledì 15 gennaio 2025, alle ore 21, è in proiezione al cinema Sivori (salita S. Caterina 54 r., tel. 010 55320564) di Genova. A presentarlo sono il regista Gianfranco Pannone e Armando Punzo, fondatore della Compagnia della Fortezza che quel principio di rieducazione mette in pratica da 35 anni nel carcere di Volterra. Modera l’incontro Andrea Porcheddu drammaturgo del Teatro Nazionale di Genova. Presenti alla proiezione anche Cinzia de Felice de La Compagnia della Fortezza, Mirella Cannata e Carlo Imparato di Teatro Necessario, compagnia attiva a Genova, fondatrice del Teatro dell’Arca “Sandro Baldacci” nella Casa ...

 

di Lina Palmerini

Il Sole 24 Ore, 15 gennaio 2025 Su un piano ci sono le discussioni e le scelte della maggioranza, su un altro le osservazioni del Quirinale. Appunti che, per la verità, risalgono a prima di Natale e su cui era stata trovata un’intesa con Palazzo Chigi ma i recenti fatti di cronaca hanno dato nuovo impulso riportando in primo piano il Ddl sicurezza. In realtà, l’impulso si starebbe traducendo anche in alcune novità di una certa rilevanza come lo scudo penale per le forze dell’ordine a cui starebbe pensando il Governo e pure il gratuito patrocinio (per atti svolti durante l’esercizio delle proprie funzioni) proposto dalla Lega. Al Colle non sono ancora arrivate le norme ma di certo - dopo il vecchio esame - se ne aprirebbe uno nuovo. E particolarmente scrupoloso visto che - come è noto - la legge è uguale per tutti.

 

di Flavia Perina

La Stampa, 15 gennaio 2025 Dice una manifestante: noi ragazze costrette a spogliarci, a togliere gli slip e a fare piegamenti. Dice la Questura di Brescia: “Corrette procedure operative”, quel tipo di perquisizione estrema c’è stata ma è legittima e - sembra di capire - ha riguardato tutti, anche i fermati maschi, al fine di “rinvenire eventuali oggetti pericolosi”. E tuttavia sarebbe meglio chiarire (dovrà comunque farlo il ministro Matteo Piantedosi, piovono interrogazioni parlamentari) se davvero c’erano esigenze di sicurezza nel denudare i dimostranti, pratica normalmente riservata agli spacciatori di droga, o se quel surplus di zelo non configuri un indebito atto di umiliazione. Meglio per le forze dell’ordine, meglio per il Governo, meglio soprattutto per la destra.

 

di Vitalba Azzollini*

Il Domani, 15 gennaio 2025 Secondo il ceo di Meta, che ha annunciato la cessazione dei programmi di fact-checking sulle sue piattaforme, in Ue le leggi istituzionalizzano la censura, obbligando i social a prevenire la diffusione di contenuti che promuovono odio e disinformazione. Parole che necessitano di essere inquadrate sul piano del diritto. Mark Zuckerberg ha annunciato la cessazione dei programmi di fact-checking, cioè di verifica dei contenuti, su Facebook e Instagram. La decisione riguarda per ora solo gli Stati Uniti, anche se è probabile che alcuni post non più sottoposti a un vaglio in Usa arrivino comunque in Europa. La delimitazione geografica, quando si parla di contenuti virtuali, non è effettivamente praticabile.

 

di Valerio Cuccaroni

Il Domani, 15 gennaio 2025 L’annuncio del capo della Polizia Vittorio Pisani: nelle superiori c’è un “bacino delle vocazioni”. E annuncia l’avvio di “percorsi formativi”. Per la segretaria della Flc Cgil l’obiettivo è sostituire il lavoro dei docenti sull’educazione civica con soggetti esterni. Continua la propaganda militarista e securitaria all’interno delle scuole. Vittorio Pisani, nominato capo della Polizia dal governo Meloni nel maggio 2023, ha annunciato l’assunzione di 20mila agenti entro il 2028, precisando che il reclutamento punterà sulle scuole, con l’organizzazione di “percorsi formativi”.

 

di Laura Onofri*

Il Fatto Quotidiano, 15 gennaio 2025 Nell’ultima manovra erano stati trovati 500mila euro, grazie a un emendamento di Riccardo Magi di +Europa, passato con il voto delle opposizioni, destinati all’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole. Finalmente, abbiamo pensato, qualcosa si sta muovendo dopo le tante parole del ministero dell’Istruzione Valditara, spese anche nell’incontro con Gino Cecchettin per la firma del protocollo di intesa tra il Ministero dell’Istruzione e la Fondazione Giulia Cecchettin, con l’obiettivo di avviare percorsi educativi nelle scuole per prevenire la violenza contro le donne. Ma la fobia di questa destra per il “gender” ha prevalso ancora una volta e così il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, durante il question time alla Camera, ha spiegato che quei 500mila euro stanziati ...

 

Il Giorno, 15 gennaio 2025 Il cooperante veneziano è detenuto dallo scorso 15 novembre. L’appello della famiglia al governo italiano: “Ha bisogno di farmaci”. Il Pd presenta un’interrogazione parlamentare. Articolo21 chiama in causa Cecilia Sala: “Pare esserci un doppio standard”. Il Pd insieme all’associazione Articolo 21 chiede di accendere i riflettori sul caso di Alberto Trentini, cittadino italiano, nato a Venezia, arrestato in Venezuela il 15 novembre scorso. Da quel giorno di lui non si è saputo più nulla. Giuseppe Provenzano e Gianni Cuperlo hanno presentato un’interrogazione parlamentare, insieme ai colleghi Fabio Porta, Enzo Amendola, Lia Quartapelle e Laura Boldrini, in cui si domanda al governo che iniziative stia prendendo per garantire al connazionale che i suoi “diritti processuali e di detenzione siano garantiti” e per sollecitare ...

 

di Elisabetta Zamparutti

L’Unità, 15 gennaio 2025 Curda, 40 anni, è stata condannata a morte per aver aiutato donne e bambini sfollati per colpa dello Stato islamico. Anche lei è rinchiusa a Evin. Il caso della nostra connazionale, che si è concluso positivamente, non può esimerci dal denunciare ciò che accade in Iran, dove l’anno scorso si sono contate 1000 esecuzioni. Il ricorso alla Corta Suprema è stato respinto. Pakhshan Azizi è condannata a morte in via definitiva dopo essere stata ritenuta colpevole di “ribellione”. La sua colpa? La donna curda di 40 anni avrebbe aiutato donne e bambini sfollati per colpa dello Stato Islamico e ospitati in campi nel nord-est della Siria e nella regione del Kurdistan iracheno. Dopo l’arresto, avvenuto nell’agosto del 2023, Pakhshan era stata sottoposta a torture e maltrattamenti durante gli interrogatori per indurla ...

 

La Stampa, 15 gennaio 2025 Il messaggio nel giorno del suo 53esimo compleanno. Amnesty: anche l’Italia agisca per liberarlo. Ahmadreza Djalali, il medico e docente con doppia cittadinanza svedese e iraniana, per anni presso l’Università del Piemonte Orientale di Novara, arrestato nel 2016 e condannato a morte per “spionaggio”, ha inviato quello che appare il suo più disperato appello dal carcere di Evin, in cui accusa il governo di Stoccolma di considerarlo un “cittadino di serie B” e di averlo dimenticato nel braccio della morte. “Sono passati otto anni e nove mesi da quando sono stato rinchiuso a Evin, 3.185 giorni senza nessuna pausa in una cella orribile”, ricorda lo stesso Djalali in un messaggio audio in inglese dal carcere, diffuso da Amnesty International Italia nel giorno del suo compleanno.

 

coe.int, 15 gennaio 2025 In un nuovo rapporto, il Comitato per la prevenzione della tortura (CPT) del Consiglio d’Europa ha espresso una serie di preoccupazioni riguardanti il trattamento delle persone private della libertà da parte della polizia e il sovraffollamento delle carceri. Il rapporto fa seguito a una visita condotta dal CPT dal 19 al 28 marzo 2024, incentrata sulla polizia e sulla custodia cautelare in quattro cantoni francofoni della Svizzera: Ginevra, Friburgo, Vallese e Vaud. In relazione al trattamento delle persone private della libertà da parte della polizia, il CPT ha ascoltato ancora una volta accuse di maltrattamento fisico e uso eccessivo della forza, tra cui morsi da parte dei cani poliziotto, colpi di manganello, testate, pugni e calci, nonché violenti bloccaggi a terra.

 

DOCUMENTI

Associazione Antigone. Le ragioni del nostro no ad aprire un carcere italiano in Albania

Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Analisi dei dati sul sistema penitenziario: aggiornamento al 13 gennaio 2025

Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Studio aggiornato al 13 gennaio 2025 degli eventi suicidari negli istituti penitenziari

Radio Carcere, di Riccardo Arena. "Suicidati" - Detenuto si impicca nel carcere di Uta. E' il 6° suicidio del 2025 in 11 giorni. "Qui a Modena troppi detenuti morti!" - La protesta dei penalisti modenesi per gli ultimi decessi avvenuti nel carcere Sant’Anna