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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di martedì 14 gennaio 2025

di Ilaria Storti

conquistedellavoro.it, 14 gennaio 2025 Le condizioni delle carceri italiane sono indegne. Tuttavia, nonostante gli allarmi lanciati da anni da sindacati e associazioni e nonostante il forte richiamo lanciato dal Papa in occasione del Giubileo, la politica continua a rinviare una riforma del sistema. Un sistema al collasso. Sindacati e associazione che si occupano del settore, come Antigone, ricordano che da inizio anno sono già 11 le persone detenute che si sono tolte la vita in carcere. A queste si aggiunge un’ulteriore persona suicidatasi in stato di privazione della libertà in una Rems e un operatore penitenziario del carcere di Paola.

 

di Tazio Brusasco*

volerelaluna.it, 14 gennaio 2025 Il carcere è, per la “società libera” un’isola sconosciuta: per disinteresse, per mancanza di informazioni da parte dei media, perché è una “istituzione totale” per eccellenza, priva di contatti con l’esterno. E poi perché, per i più, i suoi ospiti - i detenuti e le detenute - non meritano alcuna attenzione e anzi, dopo il loro ingresso in carcere, si dovrebbe semplicemente “buttare la chiave”. Neanche l’ormai interminabile sequenza di suicidi e di atti di autolesionismo basta a rompere l’isolamento di una realtà che accoglie e rinchiude, ogni giorno, 62.000 persone, in gran parte senza diritti e senza speranza. Per contribuire a uno sguardo diverso e alla considerazione del carcere come un “pezzo” della società ospitiamo (e lo faremo periodicamente) le noterelle di un insegnante in un istituto penitenziario del Paese ...

 

di Alessia Candito

La Repubblica, 14 gennaio 2025 Da Nord a Sud si contano sei casi accertati e due sospetti. A Modena sono due i detenuti che hanno deciso di farla finita nei primi giorni dell’anno. Inascoltato l’appello di Mattarella. Nelle carceri italiane ogni due giorni un detenuto si toglie la vita. E se si considerano anche le cosiddette “morti sospette” la percentuale cresce ulteriormente. A due settimane dall’inizio dell’anno, dietro le sbarre è già emergenza suicidi. Ufficialmente se ne contano sei in due settimane che diventano otto contando anche gli episodi su cui ancora si indaga, il doppio dei tre casi registrati nello stesso periodo del 2024, anni luce dal singolo caso di due anni fa.

 

di Anna Lisa Mandorino*

Corriere della Sera, 14 gennaio 2025 Il progetto di Cittadinanzattiva. Sono 2.698 le donne presenti negli istituti penitenziari italiani al 31 dicembre 2024, pari al 4,36% della popolazione detenuta totale. Facendo riferimento alle carceri esclusivamente femminili (Trani, Pozzuoli, Roma Rebibbia, Venezia Giudecca), il numero più alto di donne detenute, 378, si trova nel carcere Stefanini di Rebibbia di Roma: qui il tasso di sovraffollamento è del 138%, superiore a quello generale, già molto elevato e pari al 120%, delle carceri italiane. E nell’istituto penitenziario di Rebibbia è partito il progetto “I Care” con il quale nell’ultimo anno siamo entrati, una volta al mese circa, per condurre, assieme agli operatori e alle operatrici penitenziarie, ai referenti della Asl Roma 2, all’associazione culturale Masc ...

 

di Massimo Franco

Corriere della Sera, 14 gennaio 2025 Gli scontri con la magistratura riflettono una relazione tra poteri dello Stato in bilico da anni e mai riequilibrata in modo condiviso. Più che le singole polemiche, colpisce lo sfondo conflittuale nel quale si inseriscono. È come se con l’inizio del 2025 lo scontro tra il governo e la magistratura, invece di ridursi, preparasse una sorta di resa dei conti finale. E questo nonostante oggi il Parlamento possa forse concordare l’elezione dei quattro giudici che mancano alla Corte costituzionale: un esito non scontato ma atteso da tempo. Si tratti di femminicidi, immigrazione, violenze di piazza, sicurezza o riforma della giustizia, ogni occasione diventa pretesto per misurare il rispettivo potere.

 

di Nicoletta Tempera

La Nazione, 14 gennaio 2025 Colosimo e Ferro (FdI): presto l’approvazione delle norme. Il ministro Piantedosi: esigenza condivisa da tutti. La violenza per la violenza. La rabbia dei giovanissimi che diventa strumento di devastazione nelle mani dei soliti professionisti del disordine. A Bologna come a Roma, Milano, Torino. Con il pretesto di chiedere giustizia per la morte di Ramy Elgaml. Danni, vandalismi e scontri con le forze dell’ordine, il cui comune denominatore è la presenza, al fianco di frange anarchiche e antagonisti, di tantissimi ragazzini di seconda generazione. Facce nuove della piazza, lontane dalla contestazione politica, intercettate da queste galassie un po’ per caso, un po’ per circostanza. Il tema, la morte del diciannovenne in un incidente in scooter, mentre era inseguito dai carabinieri, tocca le corde di molti ...

 

di Eleonora Martini

Il Manifesto, 14 gennaio 2025 La maggioranza cerca una soluzione per soddisfare le critiche del Colle e contemporaneamente portare a casa la legge-bandiera. Piantedosi: “In un modo o nell’altro, vogliamo al più presto tutele aggiuntive per le forze dell’ordine”. È la strategia degli annunci. “Il Ddl Sicurezza va approvato subito”, ripete da alcuni giorni come un grido di battaglia la Lega a cui ieri si sono accodati Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia in Senato, e la sottosegretaria al ministero dell’Interno Wanda Ferro di FdI. E in serata anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi intervistato da Rai Uno ha sostenuto la necessità di arrivare al più presto al varo del disegno di legge spiegando che “tutti condividono, al di là di quali saranno le strade che verranno prescelte, l’esigenza di arrivare al più presto ad una ...

 

di Marco Cremonesi

Corriere della Sera, 14 gennaio 2025 Allo studio del Governo. Romeo: votare subito, ma se si interviene allora regole più severe. Piantedosi: Salvini apprezza il mio lavoro. “Sono stati 273 - in aumento del 127,5% sull’anno precedente - gli operatori delle forze di polizia rimasti feriti nel corso delle oltre 12 mila manifestazioni che si sono tenute in Italia nel 2024”. Matteo Piantedosi interviene sul clima che si è creato dopo i recenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, causati anche dalla morte del giovane Ramy Elgaml, a Milano: “Una tragedia rispetto alla quale dobbiamo essere tutti commossi e partecipi del dolore dei genitori che peraltro stanno dando testimonianza di grande equilibrio e non deve essere strumentalizzata”.

 

di Marco Franchi

Il Fatto Quotidiano, 14 gennaio 2025 L’ex magistrato Roberto Settembre: “Oltre a un affievolimento dello stato di diritto e del principio di responsabilità, mi preoccupa molto il venire meno dell’obbligatorietà dell’azione penale. Così si rischia di minare la fiducia tra cittadini e forze dell’ordine. Di costruire un rapporto basato sul timore”.

 

di Paolo Di Falco

Il Domani, 14 gennaio 2025 Tre vicende sconosciute di torture e violenze da parte delle forze di polizia. Storie di vittime e dei loro familiari, in alcuni casi senza ancora una verità definitiva. La storia di abusi, torture e violenze da parte di chi indossa una divisa è composta da moltissimi capitoli, purtroppo. In uno stato di diritto, in una democrazia compiuta, tali soprusi per mano delle forze dell’ordine su cittadini e cittadine inermi dovrebbero appartenere a un passato già archiviato da tempo. Eppure, continuano ad accadere. Il caso di Stefano Cucchi, ancora prima quello di Federico Aldrovandi e di tantissimi altri che hanno perso la vita per un fermo o un banale controllo impone una riflessione sulla strada da intraprendere perché non si ripetano mai più.

di Kaspar Hauser

Il Manifesto, 14 gennaio 2025 Nomine della Corte Costituzionale Oggi possibile fumata bianca su quattro giudici, ma Forza Italia tiene tutti in sospeso. Oggi attorno alle 16 il presidente della Camera Lorenzo Fontana dovrebbe annunciare i nomi dei quattro nuovi giudici costituzionali che mancano alla Consulta per colmare il plenum. A imporre l’uso del condizionale è la prudenza, visto che si tratta pur sempre di elezioni a scrutinio segreto. E soprattutto perché è il centrodestra, e meglio ancora Forza Italia, che sta sfogliando la margherita dei nomi. In ogni caso se dovesse giungere un’altra fumata nera, Fontana è pronto a convocazioni quotidiane del parlamento in seduta comune.

 

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 14 gennaio 2025 I partiti non hanno ancora trovato l’accordo per l’elezione di quattro componenti mancanti della Corte costituzionale di nomina parlamentare. FdI propone Marini, il Pd Luciani, Forza Italia Sisto o Zanettin (ma Meloni non sarebbe d’accordo). I partiti non hanno ancora trovato l’accordo per l’elezione di quattro componenti mancanti della Corte costituzionale di nomina parlamentare, con il Parlamento in seduta comune convocato oggi alle ore 13. La trattativa potrebbe andare in porto a ridosso dello scrutinio ma esiste il rischio che, dopo dodici votazioni andate a vuoto per il mancato raggiungimento del quorum, anche quella prevista oggi veda alla fine una fumata nera, costringendo i partiti all’ennesimo rinvio e lasciando la Consulta con 11 componenti su 15, il minimo legale per poter deliberare.

 

di Luciano Violante

Corriere della Sera, 14 gennaio 2025 Sarebbe opportuno un ripensamento sulla riforma per evitare che in un possibile referendum i cittadini votino non pro o contro una legge ma pro o contro la magistratura. La cosiddetta separazione delle carriere non ha nulla a che vedere con l’amministrazione della giustizia. Si tratta di un tentativo di riequilibrio dei rapporti tra politica e magistratura, a vantaggio della politica, dopo circa mezzo secolo di primato della magistratura. L’esigenza è fondata; tuttavia non vanno sottovalutati i rischi della soluzione proposta. Separare dai giudici i circa 1.500 pubblici ministeri e costruire per loro un apposito CSM, distinto dal CSM dei giudici, significa creare una nuova corporazione giudiziaria del tutto autogestita.

 

di Augusto Minzolini

Il Giornale, 14 gennaio 2025 Una volta erano i partiti politici a mostrare una maggiore sensibilità verso un argomento delicato come la politicizzazione dei magistrati; ora, invece, sono gli elettori. Siamo al primo giro di boa per l’approvazione della riforma della giustizia che introduce la separazione delle carriere tra giudici e pm: domani comincerà l’esame a Montecitorio che dovrebbe concludersi tra mercoledì e giovedì, poi ci sarà l’esame del Senato, le doppie letture e infine il referendum nel 2026 che vede già l’Associazione Nazionale Magistrati schierata contro. A conti fatti, insieme all’autonomia, è una delle riforme che l’esecutivo porterà a casa, visto che quella del premierato continua ad essere in bilico per i tempi e difficilmente arriverà in porto in questa legislatura.

 

di Paolo Ferrua*

Il Dubbio, 14 gennaio 2025 Esistono due tipi di epistemologia. La prima è una epistemologia descrittiva, costruita sull’essere, ossia su come nella realtà agisce l’intelligenza umana nei suoi processi conoscitivi. La seconda è una epistemologia prescrittiva o normativa, costruita sul dover essere, nella quale si dettano, si impongono i criteri di scientificità del sapere. Nell’ambito di quest’ultima si sta progressivamente affermando l’intelligenza artificiale che si accinge a entrare nel processo penale a certe condizioni, tra le quali l’osservanza delle regole del giusto processo, la conoscibilità dei meccanismi decisionali, il principio della non discriminazione algoritmica. Temo che queste rassicuranti condizioni rappresentino una sorta di libro dei sogni, essendo in gran parte irrealizzabili: nel confronto tra l’intelligenza umana e quella artificiale ...

 

di Elisabetta Soglio

Corriere della Sera, 14 gennaio 2025 Le notizie che si trovano in rete danneggiano chi ha pagato il conto con la giustizia. In America giornali e siti hanno iniziato a rimuovere i vecchi articoli. Alcuni teologi ipotizzano che l’ultimo pensiero di San Pietro appena prima di spirare crocifisso a testa in giù - una richiesta sua, per non morire come Gesù - sia stato “almeno non sentirò più cantare il gallo”. Il chiaro riferimento era alla profezia del suo Maestro, puntualmente avveratasi, che al termine dell’ultima cena lo aveva ammonito: “Questa stessa notte prima che il gallo canti due volte mi rinnegherai tre volte”. La dannazione seguita a quel tradimento gli sarebbe stata poi ripresentata sotto forma di memoria per tutta la vita come inizio di ogni giornata: perché un gallo che canta all’alba, almeno allora, c’era ovunque. Come oggi Internet.

 

di Errico Novi

Il Dubbio, 14 gennaio 2025 Rivolta contro la sentenza della Corte d’assise di Modena che ha concesso le attenuanti (ed evitato l’ergastolo) a Salvatore Montefusco, il 73enne autore del delitto di Cavazzona. Sono le 19 quando si fa il bilancio delle dichiarazioni alle agenzie: almeno una quarantina, a poche ore dalla notizia delle motivazioni con cui la Corte d’assise di Modena ha deciso di condannare a trent’anni anziché all’ergastolo Salvatore Montefusco, il 73enne che il 13 giugno del 2022 uccise a fucilate la moglie Gabriela Trandafir e la figlia di lei Renata, a Cavazzona, frazione di Castelfranco Emilia.

 

di Valentina Lanzilli

Corriere della Sera, 14 gennaio 2025 Condanna a 30 anni per il duplice omicidio: “Lo umiliavano, agì per motivi umanamente comprensibili”. “Arrivato incensurato a 70 anni, non avrebbe mai perpetrato delitti di così rilevante gravità se non spinto dalle nefaste dinamiche familiari che si erano col tempo innescate”. E ancora: “La situazione che si era creata nell’ambiente familiare lo ha indotto al tragico gesto, compiuto per motivi umanamente comprensibili”. Questi alcuni passaggi scritti nella sentenza a carico di Salvatore Montefusco, oggi 72 anni, imprenditore edile che il 13 giugno 2022 a Castelfranco Emilia, Modena, imbracciò un fucile e uccise davanti al figlio minorenne prima la moglie Gabriela Trandafir, di 47 anni, e poi la figlia di lei, Renata, di 22.

 

di Simona Musco

Il Dubbio, 14 gennaio 2025 La Corte di Assise di Appello conferma la sentenza di primo grado dopo la condanna in appello e l’annullamento con rinvio della Cassazione. Il legale: “Ha agito solo per difendere”. Fu legittima difesa. Ed è per questo che Alex Cotoia è stato assolto. Un verdetto che ha fatto esplodere in un grido liberatorio il pubblico della Corte d’Assise d’appello di Torino, dove il processo era tornato a seguito della decisione della Cassazione di annullare con rinvio una precedente sentenza di condanna.

 

di Alessandra Codeluppi

Il Resto del Carlino, 14 gennaio 2025 In aula parlano le difese dei poliziotti alla sbarra per i fatti del 3 aprile 2023 “Si è ricorsi alla forza in modo legittimo, senza volontà di infliggere sofferenza”. Un video mostrato in tribunale per dimostrare che le mosse fatte dagli agenti della polizia penitenziaria per immobilizzare un detenuto, per le quali ora sono a processo con l’accusa a vario titolo di tortura e lesioni (oltre a falso nelle relazioni stilate sull’episodio), sarebbero state in linea, “identiche”, rispetto a quanto si insegna loro durante i corsi di addestramento. Il filmato riporta il calendario 2025 della penitenziaria, al centro di una recente polemica politica per le sue immagini ed è stato mandato in onda ieri in tribunale davanti al giudice Silvia Guareschi.

di Elettra Gullè

La Nazione, 14 gennaio 2025 Quando fu inaugurato, nel 1983, il carcere di Sollicciano fu salutato come un modello di civiltà fra le carceri italiane. Si lasciavano le antiche Murate, per una struttura concepita con ampi spazi da vivere fuori dalla cella, da trascorrere in attività esterne di studio e di lavoro, per il migliore recupero dei detenuti, fino alla realizzazione del “giardino degli incontri” progettato da Giovanni Michelucci che al di là dei tradizionali parlatori consentisse di vivere all’aperto gli affetti familiari. Questo il sogno di allora, ben diversa la realtà di oggi. Cambiamento di mentalità, incurie, mancati lavori di manutenzioni e risanamento; degrado per tutti, detenuti e agenti di polizia penitenziaria, sovraffollamento, incertezze prolungate nella gestione hanno esasperato le condizioni di decadenza sì da fare del carcere fiorentino ...

 

di Jacopo Storni

Corriere Fiorentino, 14 gennaio 2025 Stavolta i problemi di Sollicciano non riguardano i detenuti ma gli agenti penitenziari. Sono quasi 300 i lavoratori del carcere fiorentino che da circa dieci giorni sono costretti a stare senza riscaldamento e senza acqua calda. Sono gli agenti che vivono nella caserma accanto al penitenziario, dove un guasto idraulico sta provocando disagi importanti, come raccontato Eleuterio Grieco, segretario regionale della Uil Penitenziari. “Dentro le stanze e i corridoi della caserma fa freddo - racconta il sindacalista - Le docce sono fredde e molti agenti scelgono quindi di non lavarsi. Non sono condizioni umanamente dignitose per i lavoratori di Sollicciano, che già devono fronteggiare quotidianamente tante altre emergenze”.

 

agenparl.eu, 14 gennaio 2025 “Questa mattina abbiamo visitato la struttura, incontrato il direttore della casa circondariale Sant’Anna, il responsabile della Polizia penitenziaria, la responsabile degli educatori, il responsabile dell’Azienda Usl. Quella che ci è stata denunciata è una situazione in serio peggioramento rispetto al nostro precedente sopralluogo dello scorso 2 aprile. Un peggioramento ai limiti del collasso”: queste le prime parole dei parlamentari modenesi del Partito Democratico Stefano Vaccari, Maria Cecilia Guerra ed Enza Rando, che questa mattina hanno visitato il carcere insieme alla vicesindaca del Comune di Modena Francesca Maletti.

 

di Elisa Barresi

ilreggino.it, 14 gennaio 2025 Detenuto nel carcere di Rossano, ha già tentato il suicidio sette volte: l’ultima stamattina, e ora intraprende lo sciopero della fame. La famiglia denuncia condizioni disumane e chiede misure alternative prima che sia troppo tardi. È una storia che non lascia presagire nulla di buono. Davide deve scontare una pena ma quella denunciata dalla sua famiglia è una realtà che si scontra con il fine della detenzione, ovvero la rieducazione. Davide sta male. E la sua condizione è ormai da tempo sotto i riflettori. Perché la famiglia teme il peggio. Il dolore, quello visibile, ancor più quello invisibile, ha portato già a tentativi di suicidio e le richieste adesso sono tormentate dalla possibilità che Davide non ce la faccia.

 

laprovinciakr.it, 14 gennaio 2025 Federico Ferraro ha presentato il report sul mondo carcerario durante una conferenza stampa tenuta nella sala giunta del Comune. Sono stati anni intensi, dal 2018 ad oggi, quelli vissuti dal Garante comunale dei diritti dei detenuti, Federico Ferraro, che questa mattina nella Sala giunta ha presentato a conclusione del suo incarico, nel corso di una conferenza stampa, il report finale delle attività svolte. Alla conferenza hanno partecipato il sindaco Vincenzo Voce, l’assessore all’Ambiente Angela Maria De Renzo, l’assessore alla Cultura Nicola Corigliano e la presidente della III Commissione consiliare Antonella Passalacqua.

 

chietitoday.it, 14 gennaio 2025 Firmata oggi, 13 gennaio 2025, in municipio la convenzione tra Comune di Lanciano, che confinanzia il progetto, e la direzione del carcere. I detenuti coinvolti apprenderanno come gestire una biblioteca e catalogare libri. Creare un ponte tra dentro e fuori il carcere attraverso la cultura. È questo lo scopo della convenzione stipulata tra il Comune di Lanciano e la direzione della casa circondariale di Villa Stanazzo. La firma c’è stata questa mattina, 13 gennaio, nella sala giunta del municipio, tra il sindaco Filippo Paolini e il direttore del carcere, Mario Silla. Il progetto, già avviato in passato (2016-2020), fu interrotto a causa del Covid. In questi anni è rimasto chiuso nel cassetto e adesso, per iniziativa del vicesindaco e assessore alla cultura Danilo Ranieri e della dirigente Giovanna Sabbarese ...

 

agensir.it, 14 gennaio 2025 Ogni anno a Cremona, in occasione dell’anniversario della nascita di don Primo Mazzolari (13 gennaio 1890), viene offerta un’occasione di riflessione culturale su una delle tematiche che hanno caratterizzato la vita e il messaggio del parroco di Bozzolo, di cui è in corso la causa di beatificazione. Quest’anno - informa la Fondazione Mazzolari - l’appuntamento sarà sabato 18 gennaio e incentrato sul tema del carcere e della giustizia. Verrà presentato il libro “Oltre le sbarre, il fratello”, curato da don Bruno Bignami e don Umberto Zanaboni, rispettivamente postulatore e vicepostulatore della causa di beatificazione e pubblicato grazie al contributo della cooperativa “A Passo d’uomo” e della Fondazione Cariplo.

 

di Giampiero Marras

L’Unione Sarda, 14 gennaio 2025 Al Dipartimento di Giurisprudenza di Sassari una lezione aperta a tutti. “Questa canzone è del 1961. È la prima che ho scritto (da solo) e mi ha salvato la pelle; se non l’avessi scritta, probabilmente, invece di diventare un discreto cantautore, sarei diventato un pessimo penalista”. Lo ha ricordato Fabrizio De Andrè citando “La ballata del Miché”. Sarà uno dei brani del Faber sul quale si discuterà venerdì 24 gennaio alle 15 nell’Aula Mossa del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Sassari. La lezione è aperta a tutti, non solo agli studenti, e conclude il corso di Diritto Penale 2024-25.

 

ansa.it, 14 gennaio 2025 Concorso di scrittura riservato agli istituti penitenziari. Ruggiero, ospite nella Casa circondariale di Palmi (Reggio Calabria), si è aggiudicato l’ottava edizione del concorso nazionale di scrittura ‘Scrittidicuore’ che ha coinvolto gli istituti carcerari di tutt’Italia. L’iniziativa è ideata e promossa dal Comune di Campobasso e dall’Unione lettori italiani (Uli) nell’ambito di “Ti racconto un libro”, laboratorio permanente sulla lettura e sulla narrazione. Un testo in cui l’autore si rivolge a se stesso cercando di ricucire legami tra il passato e il presente, tra il dentro e il fuori, in un contesto in cui la percezione dei sentimenti si trasforma radicalmente.

 

di Luca Mazza

Avvenire, 14 gennaio 2025 Già l’incipit dice molto. Perché l’ha chiesto “per favore”. E non l’ha chiesto per sé o per la sua famiglia in lutto, ma in nome del figlio Ramy, morto all’alba del 24 novembre a Milano, dopo un lungo inseguimento con i Carabinieri e in circostanze ancora da accertare dalla magistratura. Con un appello articolato e rivolto a tutti quei manifestanti scesi in piazza negli ultimi giorni, Yehia Elgaml, 61 anni, cittadino egiziano che vive in Italia da quasi vent’anni, ha lanciato una serie di messaggi impeccabili. In primis, con la voce rotta dal dolore più crudele che possa capitare a un genitore, quest’uomo ha invitato tutti coloro che scelgono di onorare la memoria di suo figlio a farlo in modo pacifico e costruttivo.

di Emanuela Del Frate

Il Domani, 14 gennaio 2025 La morte del ragazzo dopo un inseguimento con i carabinieri ha scatenato violenze. Ai cortei non solo facinorosi, ma anche universitari e giovani di terza generazione. Sono delle piazze frastagliate e multiformi quelle in cui si è accesa la protesta nella serata di sabato 11 gennaio. A un mese e mezzo dalla morte del 19enne milanese Ramy Elgaml arrivata dopo un inseguimento dei carabinieri allo scooter in cui si trovava insieme a Fares Bouzidi. Proteste che sono sfociate in momenti di tensione, con cariche della polizia, a Roma e in ore di guerriglia tra le strade di Bologna.

 

di Angela Napoletano

Avvenire, 14 gennaio 2025 La tedesca iraniana Taghavi, 71 anni, è stata rilasciata dopo 1.500 giorni nel carcere di Teheran. Con il ritorno di Cecilia Sala sale la pressione di Germania e Francia per liberare i connazionali. “Le forze ci stanno venendo meno, fate presto”. È l’appello (disperato) di Olivier Grondeau, 34 anni, uno dei tre francesi detenuti nel carcere iraniano di Evin. Lo ha rilanciato, oggi, il canale France Inter condividendo con il pubblico il passaggio di una telefonata alla famiglia risalente al 19 dicembre, lo stesso giorno in cui fu arrestata Cecilia Sala. Perché farlo uscire adesso? L’idea che circola Oltralpe è che le trattative tra Parigi e Teheran possano calcare la via verso la libertà aperta dalla giornalista italiana.

 

agenzianova.com, 14 gennaio 2025 Nuove immagini scioccanti, pubblicate sui social media della Libia, documentano brutali episodi di tortura nel carcere di Garnada, situato a circa 200 chilometri a nord-est di Bengasi. Questo carcere di massima sicurezza, gestito dal 2015 dalle forze speciali del generale Khalifa Haftar, è tristemente noto per gli abusi sistematici inflitti ai detenuti, inclusi pestaggi e trattamenti inumani che spesso sfociano nella morte. I video trapelati mostrano detenuti picchiati violentemente con bastoni, fruste e a mani nude da uomini in uniforme militare. In uno di questi filmati, un uomo vestito solo con indumenti intimi viene frustato in un corridoio, mentre un sessantenne viene colpito ripetutamente con un bastone fino a cadere a terra.

 

di Giuseppe Gagliano

notiziegeopolitiche.net, 14 gennaio 2025 Quando si parla di diritti umani, spesso l’indignazione globale si accende solo a tragedia avvenuta. Ma ciò che sta accadendo nelle celle di Bangkok dovrebbe scuotere le coscienze ben prima che sia troppo tardi. Una lettera disperata, ottenuta dall’Associated Press, svela il dramma di 43 uomini uiguri, una minoranza etnica di origine turco-musulmana perseguitata in Cina, che temono un’imminente deportazione verso un destino di torture, prigionia e forse di morte. “Potremmo essere imprigionati e potremmo anche perdere la vita. Facciamo appello urgente a tutte le organizzazioni internazionali e ai paesi che si occupano dei diritti umani affinché intervengano immediatamente per salvarci da questo tragico destino prima che sia troppo tardi”.

 

DOCUMENTI

Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Studio aggiornato al 13 gennaio 2025 degli eventi suicidari negli istituti penitenziari

Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Studio aggiornato al 31 dicembre 2024 degli eventi suicidari negli istituti penitenziari