Direttore: Ornella Favero

Redazione: Padova, Via Citolo da Perugia 35

Telefax 049.654233. Mail: redazione@ristretti.it 

Sito internet: www.ristretti.org  

 

Notiziario quotidiano dal carcere

--> Rassegne Tematiche <--

Edizione di sabato 11 gennaio 2025

di Domenico Turano

La Discussione, 11 gennaio 2025 “Adeguare e ampliare la capienza delle nostre carceri alla necessità attuale con l’incremento di 7mila nuovi posti entro il 2025”. È questa la risposta del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, proprio nella sua conferenza stampa di giovedì scorso, perseguendo la duplice finalità, cioè di far espiare a ciascuna persona detenuta la pena stabilita e di offrire la possibilità del reinserimento sociale. L’amnistia estingue il reato e ne fa cessare l’esecuzione della condanna e le pene accessorie relative, mentre l’indulto estingue la pena. Entrambi i provvedimenti consentirebbero a numerosi detenuti di ottenere la libertà prima di completare la fase riabilitativa e di reinserimento sociale, con gli inevitabili risentimenti di una rilevante percentuale della società che già vive con preoccupazione la propria sicurezza, specie nelle grandi città e nelle grosse periferie.

 

di Cesare Burdese

L’Unità, 11 gennaio 2025 Architettura che mortifica i sensi, zero verde, zero privacy, locali squallidi, celle fatiscenti. Prossimo il 2025, insieme a Nessuno tocchi Caino, ho visitato il carcere di Bergamo, limitatamente alla zona colloqui, alla sezione isolamento e alla sezione ex articolo 32 maschili. La condizione detentiva turba, al punto che qualcuno in visita ha pianto. Ne illustrerò un aspetto che è anche quello del carcere in generale: nella grande umanità degli operatori, la strutturale disumanità dei luoghi quotidianamente vissuta come normalità. Quel carcere, in funzione e immutato dal 1978, causa terrorismo e nuova criminalità organizzata, fu progettato per garantire la massima sicurezza; monolitico, monotono, fortemente frazionato e compartimentato, privo di verde, presenta soluzioni architettoniche che mortificano i bisogni e invalidano i sensi. Le presenze, doppie rispetto i 319 posti disponibili, annullano la dignità e pregiudicano le attività trattamentali.

 

di Angela Stella

L’Unità, 11 gennaio 2025 “I suicidi in carcere? Se vanno avanti con questo ritmo bisognerà chiudere il sistema penitenziario per bancarotta. Lo stato dei diritti in Italia era gracile e arretrato già prima. Gli oltre due anni di questo Governo hanno peggiorato il quadro e indebolito la struttura dell’intero sistema di tutele e garanzie”.

 

di Franco Insardà

Il Dubbio, 11 gennaio 2025 Depositata in Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare “Zuncheddu” per sostenere chi ha subito ingiuste detenzioni in attesa dei risarcimenti. Per Beniamino Zuncheddu, uscito a 60 anni metà dei quali trascorsi in carcere da innocente, con quella faccia smunta, lo sguardo smarrito e il fisico provato, non ci sono cifre sufficienti a restituirgli la vita e gli affetti. Lui, in attesa che gli venga riconosciuto il risarcimento, non ha di che vivere e non avendo potuto lavorare in tutti questi anni non ha neanche contributi previdenziali. Ma Zuncheddu non è il solo.

 

di Roberta Barbi

vaticannews.va, 11 gennaio 2025 La consegna del simbolo del Giubileo 2025 ai delegati regionali dei cappellani, in una cerimonia a San Pietro. L’appello dell’Ispettore generale alle istituzioni: “Aiutateci a far arrivare la speranza dell’Anno Santo in tutti gli istituti di pena”. Sono grandi e colorate, riportano sulla pancia quella e croce e quell’ancora simbolo di speranza che tante volte Papa Francesco ha citato nelle parole che rivolge ai reclusi in ogni occasione che ha di incontrarli, l’ultima in ordine cronologico proprio l’apertura della seconda Porta Santa - dopo quella di San Pietro - nella chiesa del Padre Nostro all’interno del carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso, appena ristrutturata per l’occasione.

 

di Simona Musco

Il Dubbio, 11 gennaio 2025 Giorgia Meloni ha blindato la separazione delle carriere, ora all’esame della Camera. Al punto da rendere ormai certa una cosa: quello a Montecitorio sarà l’unico vero voto sulla riforma. Nelle tre successive letture non si farà altro che apporre un timbro a un testo destinato a non cambiare più. La tabella di marcia dell’iter della riforma costituzionale dell’ordinamento giudiziario procede a passo lento. Ma inesorabile, stando a quanto dichiarato dalla presidente Giorgia Meloni, che ha blindato la riforma, ora all’esame della Camera. Talmente blindata da rendere ormai certa una cosa: quello a Montecitorio sarà l’unico e ultimo voto sulla separazione delle carriere. E i successivi passaggi rappresenteranno dei semplici “timbri” rispetto ai quali le opposizioni nulla potranno fare, se non sperare nel referendum che dovrebbe avere luogo l’anno prossimo.

 

di Giacomo Puletti

Il Dubbio, 11 gennaio 2025 Martedì è convocato il Parlamento in seduta comune per l’elezione dei giudici mancanti. E la Corte questa volta esorta l’Aula alla fumata bianca. Potrebbe essere la volta buona, la prossima settimana, per l’elezione dei giudici della Corte costituzionale di competenza parlamentare. Martedì alle 13 è infatti convocato il Parlamento in seduta comune per la ricomposizione del plenum della Consulta. Si tratta del 13/esimo scrutinio per un giudice e del quarto per tre giudici, ma il quorum è in ogni caso dei 3/5 e quindi le possibilità di una fumata bianca crescono, anche per l’accordo in via di definizione tra maggioranza e opposizione, dopo mesi di stallo.

 

di Eleonora Martini

Il Manifesto, 11 gennaio 2025 Pressing della Lega per l’approvazione del testo fermo al Senato. Cerca una leva nei recenti fatti di cronaca - e confonde i decreti con i disegni di legge - il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, per tentare un nuovo pressing sul ddl Sicurezza attualmente fermo al Senato per le evidenti criticità e incostituzionalità che lo potrebbero far tornare alla Camera per una terza lettura. La speranza del leader della Lega è di recuperare, grazie alla norma-bandiera, qualche punto di gradimento in una destra dove attualmente regna sovrana incontrastata Giorgia Meloni.

 

di Andrea Gagliardi

Il Sole 24 Ore, 11 gennaio 2025 Si introduce anche l’arresto in flagranza differita. La Lega promuove una “norma blocca ladri”, con “inasprimento delle pene per garantire la galera senza sconti ai malviventi che rubano nelle case degli italiani”. Lo comunica il Carroccio, sottolineando, che “oggi, per una serie di attenuanti o sconti, i criminali possono evitare il carcere e questa condizione attira in Italia anche malviventi dall’estero che possono contare su norme più tolleranti. La Lega ha già depositato un ddl ed è pronta anche a inserirlo in un primo provvedimento ad hoc”.

 

di Mauro Gentile

La Voce e il Tempo, 11 gennaio 2025 Un quadro in chiaroscuro (con più ombre che luci), emerge dal IX “Dossier delle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi”, presentato dal Garante regionale dei detenuti e delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà, Bruno Mellano, il 30 dicembre a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte. Ombre, evidenziate sinteticamente dal documento che fotografa la situazione dei 13 penitenziari regionali e dell’istituto penale minorile di Torino “Ferrante Aporti”, che vanno dal sovraffollamento (allo scorso 30 novembre, nelle carceri della regione, erano complessivamente 4500 le persone ristrette, a fronte di una capienza di 3979 posti dei quali, peraltro, 261 temporaneamente non disponibili).

 

di Andrea Aversa

L’Unità, 11 gennaio 2025 Il Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria della Regione Sicilia ha introdotto una norma che vieta specifici marchi di abbigliamento e l’introduzione, l’acquisto e l’uso di particolari alimenti. La protesta a Siracusa, l’iniziativa dei Garanti e le segnalazioni giunte da altre città dell’isola. Per il Provveditore Maurizio Veneziano le disposizioni “sono improntate ai principi di parità di condizioni fra i reclusi, di garanzia dell’ordine e della sicurezza penitenziaria e di tutela della salute della popolazione detenuta”.

 

di Guido Garau

cagliaritoday.it, 11 gennaio 2025 “Inizio d’anno tragico nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta dove un detenuto di 49 anni si è tolto la vita impiccandosi. Nonostante l’immediato tentativo dei medici del 118, allertati dagli Agenti, non c’è stato nulla da fare. A,R.O., originario di Uras, aveva più volte manifestato grave disagio con atti di autolesionismo per cui era costantemente monitorato. L’estremo atto, che ha suscitato vivo sgomento nell’Istituto, si è verificato nelle prime ore del mattino, intorno alle 5”. Lo rende noto Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme ODV facendo osservare con amarezza che “il primo suicidio del 2025 nella Casa Circondariale riporta l’attenzione sulle gravi condizioni di sovraffollamento”.

 

di Valentina Reggiani

Il Resto del Carlino, 11 gennaio 2025 Il caso del penitenziario di Modena è il più allarmante; al Sant’Anna si è registrato uno sciame di suicidi, che purtroppo non è un fenomeno infrequente, ma è rivelatore di una situazione di grave sofferenza. Inoltre il vecchio padiglione versa in condizioni critiche, come appurato durante l’ultima visita dell’Osservatorio nel carcere modenese, avvenuta il 5 dicembre. A lanciare l’allarme sulla situazione carceri in Emilia Romagna e, soprattutto, sulla situazione di Modena è l’associazione Antigone che fa presente come, lo scorso sette gennaio, si sia verificato al Sant’Anna il terzo decesso in sette giorni.

 

bolognatoday.it, 11 gennaio 2025 La Cgil accusa: mancano mobili, a volte perfino lenzuola e cuscini, e non c’è abbastanza personale. Continua a risultare più che problematica la situazione del carcere della Dozza, che come molti altri penitenziari in giro per l’Italia vive una situazione di criticità strutturale sia per i detenuti che per il personale. Da diverso tempo, sindacati di polizia penitenziaria, politici e anche il garante dei detenuti chiedono un intervento risolutivo al governo, che risponde però - l’ultima volta ieri, durante la conferenza stampa della premier Meloni - come l’unico rimedio sia quello di allargare ancor di più la capienza delle carceri.

 

ilpiacenza.it, 11 gennaio 2025 “In cima alla lista dei problemi c’è il sovraffollamento”. “Alle Novate oltre 500 detenuti invece di 416, studio e lavoro altre note critiche dolenti”. A parlare Bruno Carrà, responsabile dell’Ufficio Antidiscriminazioni della Camera del Lavoro di Piacenza, che interviene sulla condizione delle persone detenute nella casa circondariale. “Dopo la tragedia avvenuta il 30 dicembre 2024 nel carcere piacentino delle Novate, dove è morto un detenuto a causa di un tentativo dimostrativo finito male” scrive il sindacalista, aggiungendo che sono stati 88 i suicidi nelle carceri italiane nell’ultimo anno concluso, 243 le morti totali, “all’inizio di quest’anno c’è stata una ampia riflessione con la quale la garante dei detenuti per il carcere di Piacenza, Mariarosa Ponginebbi ...

 

La Nazione, 11 gennaio 2025 In Commissione 4 la relazione dell’associazione Barnaba che si occupa dei detenuti. “Molte iniziative sono state sospese per mancanza di fondi”. Al bilancio nero del 2024 del carcere della Dogaia si aggiungono i problemi relativi alla mancanza di finanziamenti per le associazioni che si occupano di progetti sociali all’interno della casa circondariale. Casse magre e progetti che via via sono stati interrotti per mancanza di soldi. I contributi sono minimi, appena 800 euro dall’amministrazione, altrettanti dalla Caritas, con la gran parte delle spese sulle spalle dell’associazione Barnaba, da sempre presente nella Casa circondariale e dei volontari che molto spesso mettono risorse di tasca propria.

 

La Nazione, 11 gennaio 2025 È prevista anche la manutenzione dell’Anello della Rupe. “Iniziativa di alto valore sociale”. I detenuti del carcere di Orvieto contribuiranno alla manutenzione dell’Anello della Rupe e di altre aree verdi della città. La Giunta comunale ha approvato lo schema di convenzione con la casa di reclusione, l’associazione di promozione sociale Parte Civile e il liceo artistico finalizzata all’impiego di detenuti in attività di volontariato per progetti di pubblica utilità e giustizia riparativa. In base all’accordo i detenuti potranno collaborare a progetti esterni di manutenzione, decoro e valorizzazione di zone urbane di particolare pregio.

 

di Nicola Lavacca

Corriere del Mezzogiorno, 11 gennaio 2025 “Qui produciamo taralli e accogliamo i detenuti”. Domani la celebrazione con il vescovo Mansi. La masseria struttura di accoglienza simbolo del riscatto sociale dei detenuti, diventa un luogo giubilare e sacro per l’Anno Santo. Anche la masseria San Vittore di Andria, struttura di accoglienza simbolo del riscatto sociale dei detenuti, diventa un luogo giubilare e sacro per l’Anno Santo. Lo ha stabilito, con un decreto, il vescovo Luigi Mansi che presiederà domani la celebrazione eucaristica, in occasione della Festa del Battesimo di Gesù, per aprire ufficialmente le porte della tenuta dove si lavora e si fa opera di riconciliazione.

 

di Giovanni M. Jacobazzi

L’Unità, 11 gennaio 2025 Antonello Nicosia, detenuto a Vicenza, aveva avuto l’ok a discutere la tesi in presenza alla Sapienza. Il dietrofront del magistrato su richiesta del Ministero. Il Dap, il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, non sarebbe in grado di garantire la scorta di un detenuto da Vicenza a Roma. La vicenda riguarda Antonello Nicosia, ex esponente dei Radicali Italiani, condannato a 15 anni di prigione con l’accusa di aver “favorito” Cosa nostra. Secondo i magistrati, in qualità di assistente dell’allora deputata di Italia viva Giusy Occhionero, durante le visite ispettive di quest’ultima nelle carceri, avrebbe incontrato i boss mafiosi al 41bis dando loro consigli e accertandosi che non collaborassero con la magistratura.

 

di Marina Lomunno

La Voce e il Tempo, 11 gennaio 2025 Chi si è stupito o ha considerato un gesto “eccezionale” quello con cui Papa Francesco ha aperto la seconda Porta Santa nel carcere romano di Rebibbia - dopo quella della Basilica di San Pietro - probabilmente segue superficialmente il suo pontificato. Era il 28 marzo 2013, giovedì della Settimana Santa, quando Bergoglio, 15 giorni dopo la sua elezione, decise che avrebbe lavato i piedi ai giovani detenuti del carcere minorile di Casal del Marmo. Era la sua prima uscita dal Vaticano. Di lì in poi non c’è stato viaggio apostolico in cui Francesco non abbia programmato una tappa in un carcere o un incontro con i reclusi. Anche a Torino, durante la sua visita il 21 giugno 2015, chiese a mons. Cesare Nosiglia di mangiare in Arcivescovado con un gruppo di ragazzi ristretti al “Ferrante Aporti”.

di Alessandro Giovannelli

L’Unità, 11 gennaio 2025 Chi voglia parlare oggi di MAP, l’acronimo col quale si indica la messa alla prova, ovvero quell’istituto di giustizia di comunità introdotto da ormai 10 anni, che prevede la sospensione del processo e lo svolgimento di lavori di pubblica utilità, deve necessariamente assolvere ad una precisa responsabilità. Innanzitutto, deve informare. E qui sta il primo discrimine: in certi campi, informare non può essere un atto “neutro”. Mai. Al contrario, informare è un atto politico e sottende una presa di posizione. Vedremo più avanti quale.

 

di Vladimiro Zagrebelsky

La Stampa, 11 gennaio 2025 Dal 1948, con la Dichiarazione universale dei diritti umani da parte della Assemblea generale delle Nazioni Unite, che il riconoscimento e la rivendicazione dei diritti umani hanno cambiato natura. I diritti umani sono infatti entrati nell’area del diritto internazionale, da cui erano stati a lungo esclusi perché ritenuti far parte del dominio riservato degli Stati. Il Bill of Rights inglese (1689), quello americano (1791) e la francese Dichiarazione dei diritti dell’uomo del cittadino (1789) ne hanno fornito il primo, essenziale elenco. Ma si è sempre trattato di testi di portata costituzionale interna: esplicitata dall’uso inglese di indicarli come “i diritti degli inglesi”.

 

di Innocenzo Cipolletta

Il Domani, 11 gennaio 2025 La via diplomatica può avere molte possibilità di successo se veramente c’è la volontà politica di porre fine alla guerra e di avviare un’era di disarmo multilaterale, per riprendere la strada della salvaguardia del pianeta e dell’umanità. Una strada che richiede effettivamente molte risorse, ma che porta alla salvezza dell’umanità e non alla sua distruzione. “La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina - che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa - ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità. Una sconfortante sproporzione”.

 

di Simona Ciaramitaro

collettiva.it, 11 gennaio 2025 Dopo l’arresto di Cecilia Sala in Iran emergono i numeri dei cronisti detenuti in tutto il mondo: 553 nel 2024, 86 le donne, con la Cina in testa ai Paesi che più reprimono l’informazione. Nel 2024 sono risultati 553 giornalisti imprigionati, secondo i dati forniti da Reporter Senza Frontiere, mentre dalla Coalition for women in journalism sappiamo che le donne detenute, al 10 gennaio, sono 83. I dati sono riemersi dopo la carcerazione in Iran e la liberazione della giornalista italiana Cecilia Sala. Inoltre, sempre secondo le notizie fornite dalla Coalition, negli ultimi 5 anni il totale dei reporter finiti in stato di detenzione ammonta a 692.

 

di Sergio D’Elia

L’Unità, 11 gennaio 2025 Ancora una volta la buona novella giunge dalla terra dove l’antica vicenda di Caino e Abele ha conosciuto nei tempi più recenti momenti di terribilità sia nei delitti sia nelle pene. E giunge alla fine dell’anno, nel giorno di San Silvestro, il papa che secondo un’antica leggenda salvò Roma da un terribile drago che sul Palatino mangiava i cristiani. Silvestro gli serrò la gola con un filo di lana e il mostro smise di mordere. La bella notizia è che il Presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa ha firmato la legge che elimina per sempre la pena di morte e salva i 63 prigionieri in attesa di finire nelle fauci del drago assassino. Un atto salvifico che segna anche simbolicamente la parabola felice di una vita.