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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di venerdì 10 gennaio 2025
CARCERI
di Stefano Anastasia
L’Unità, 10 gennaio 2025 La prima risposta da dare alla strage di vite e diritti nelle carceri è la riconduzione immediata della popolazione carceraria alla capacità degli istituti. L’hanno riconosciuto il presidente del Senato, il vicepresidente del Csm. Se il 2024 è stato l’annus horribilis delle morti e dei suicidi in carcere, questo è iniziato peggio. Il ragazzo che si è suicidato mercoledì sera a Regina Coeli è già il quarto in Italia, in meno di dieci giorni, senza contare un suicidio in Rems, un’altra morte in carcere per causa da accertare e l’operatore penitenziario che si è tolto la vita nel carcere di Paola.
di Susanna Marietti*
Il Fatto Quotidiano, 10 gennaio 2025 La premier Giorgia Meloni afferma in conferenza stampa, rispondendo a una sollecitazione della giornalista di Radio Popolare Anna Bredice, che per risolvere i problemi delle carceri non vanno utilizzati amnistia o indulto bensì bisogna ampliare il numero dei posti detentivi. Non bisogna, sostiene, migliorare le condizioni di vita interne “adeguando il numero dei detenuti o i reati alla capienza delle carceri”, ma piuttosto adeguando “la capienza delle carceri alle necessità”. È per questo motivo, aggiunge, che “abbiamo nominato un commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria che ha l’obiettivo di realizzare 7.000 nuovi posti in tre anni a partire dal 2025”.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 10 gennaio 2025 In cella sei suicidi da inizio anno. La premier Giorgia Meloni in conferenza stampa conferma la scelta del populismo penale. Il ricorso all’amnistia o all’indulto per alleviare il sovraffollamento carcerario e l’intasamento delle aule di giustizia in attesa di auspicate riforme strutturali non sono “un modo serio di risolvere il problema”. Rispondendo alla domanda di una giornalista di Radio Popolare durante la conferenza stampa di inizio anno, la presidente Meloni mette il sigillo supremo sulla presa di posizione più volte esplicitata dal ministro di Giustizia. E lo fa mentre già nelle carceri italiane si contano dall’inizio dell’anno 5 detenuti e un operatore suicida.
di Franco Insardà
Il Dubbio, 10 gennaio 2025 Per Santi Consolo la liberazione anticipata allargata, proposta da Giachetti, avrebbe già contribuito a ridurre il sovraffollamento: “Dopo la sentenza Torreggiani della Cedu del 2013 quella misura fu importante”. Il quinto detenuto si è tolto la vita a Regina Coeli questa mattina, il giorno prima un altro recluso e un operatore si sono suicidati nel carcere di Paola. In conferenza stampa la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito il no del suo governo ad amnistia, indulto. La ricetta del governo contro il sovraffollamento è la costruzione in tre anni di 7.000 nuovi posti detentivi, i tossicodipendenti in comunità e accordi con gli Stati per far scontare la pena agli stranieri nel proprio paese d’origine. Intanto i suicidi continuano a ritmo di quasi uno al giorno.
antigone.it, 10 gennaio 2025 “Se anche nei prossimi 3 anni il governo riuscisse a dotare la capienza delle carceri di 7.000 nuovi posti, come dichiarato dalla Presidente Meloni, avremo comunque, ad oggi, almeno altre 8.000 persone detenute senza un posto regolamentare. A questo si deve aggiungere che le persone detenute sono aumentate di oltre 2.000 unità nell’ultimo anno e di oltre 5.000 unità dal 2022. Se il tasso di crescita fosse questo anche nei prossimi tre anni (cosa tutt’altro che impossibile a fronte delle attuali politiche penali) è prevedibile che i 7.000 nuovi posti andranno ad assorbire i nuovi ingressi, lasciando dunque il sistema penitenziario in una condizione di affollamento cronico e drammatico come quello che si registra oggi, con circa 15.000 persone in più rispetto alla capacità del sistema stesso”.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 10 gennaio 2025 Meloni apre al dialogo con la magistratura, ma le minoranze accusano il Governo di autoritarismo. Mentre si cerca un compromesso su alcuni emendamenti. “Per carità si possono sempre migliorare i provvedimenti. Se c’è la disponibilità al dialogo, se ne parla. Escludersi da qualsiasi collaborazione vuol dire impedire a noi di avere il contributo anche positivo che può arrivare dai vertici della magistratura, è una contrarietà pregiudiziale che non condivido che facciamo” ma “mi stupisce sempre il tono apocalittico col quale si risponde a qualsiasi tentativo di riforma della giustizia, come se fosse un attacco”: così ieri in conferenza stampa la premier Giorgia Meloni a chi le chiedeva cosa pensasse della bocciatura da parte del Csm della riforma della separazione delle carriere.
di Kaspar Hauser
Il Manifesto, 10 gennaio 2025 Gli azzurri puntano sul loro senatore Pierantonio Zanettin, nonostante i dubbi della premier Meloni. In cambio sono pronti a blindare la riforma. L’elezione dei 4 giudici costituzionali si intreccia con l’iter della riforma della separazione delle carriere, in un commercio di vicende che dovrebbero invece rimanere separate. Commercio tutto interno alla maggioranza, che continua a governare attraverso patti leonini tra i tre partiti che la compongono. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha convocato il Parlamento in seduta comune (spetta a lui il compito) per martedì prossimo, alle 13. Una data fuori tempo massimo.
di Giovanni Negri
Il Sole 24 Ore, 10 gennaio 2025 Dopo un vertice a Palazzo Chigi Forza Italia ritira i suoi emendamenti e la Camera respinge le pregiudiziali di costituzionalità. Ma il Csm boccia la misura. La maggioranza si rinsalda sulla separazione delle carriere tra giudici e pm, ma serve un vertice a palazzo Chigi per spingere Forza Italia a ritirare gli emendamenti presentati. Dove le proposte di correzione, che puntavano a escludere dal sorteggio i componenti laici dei due nuovi Consigli superiori della magistratura esito della riforma, potrebbero a questo punto confluire nella futura legge applicativa che dovrà sciogliere tutti i nodi operativi di un intervento ancora ben lontano dall’approvazione.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 10 gennaio 2025 Il Consiglio superiore della magistratura ha approvato un parere in cui si sostiene che la separazione delle carriere porterà alla sottoposizione del pubblico ministero alla politica. Ma tutto si basa su una serie di congetture e supposizioni. Più che un parere negativo sulla riforma della separazione delle carriere, quello approvato dal Consiglio superiore della magistratura mercoledì sera (con 24 voti favorevoli, tra cui quelli di tutti i membri togati, e il voto contrario di quattro laici di estrazione di centrodestra) sembra il manifesto di un oracolo apocalittico. Ai rilievi tecnici, infatti, si sostituisce una serie di congetture e supposizioni spesso in contrasto persino con la logica.
di Simona Musco
Il Dubbio, 10 gennaio 2025 Tutti i togati del Csm, ad eccezione dell’indipendente Andrea Mirenda, hanno votato un parere che boccia la separazione delle carriere, definita pericolosa per la magistratura. Ne parliamo con Marcello Basilico, consigliere di Palazzo Bachelet in quota Area.
di Simona Musco
Il Dubbio, 10 gennaio 2025 La componente togata del Csm si è compattata contro la riforma costituzionale. Tutti d’accordo, tranne uno, l’indipendente Andrea Mirenda, unico ad astenersi e ad aver già vissuto sulla propria pelle il sorteggio. Che potrebbe rappresentare una soluzione, afferma, alle degenerazioni correntizie.
di Valeria Verdolini*
L’Unità, 10 gennaio 2025 L’episodio di Milano è più di una tragedia individuale: è uno specchio delle fragilità che il sistema penale e la società perpetuano nei confronti di alcune fasce della popolazione, soprattutto se di origine straniera. Nella notte tra sabato e domenica 24 novembre 2024, a Milano, uno scooter con a bordo due giovani, Ramy Elgaml, 19 anni, egiziano residente in Italia dall’età di undici anni, e Fares “Fafà” Bouzidi, 21 anni, tunisino, è stato inseguito da una volante dei carabinieri. I due, che vivevano nel quartiere Corvetto e avevano precedenti penali, non si sono fermati all’alt dei carabinieri in via Farini, nei pressi di corso Como. Al momento dell’incidente, Ramy aveva in tasca 125 euro. Il suo amico portava con sé 850 euro e una catenina che ha dichiarato essere di sua proprietà.
di Claudia Benassai
Gazzetta del Sud, 10 gennaio 2025 Il monito del Papa e di Mattarella trova una situazione sempre più critica negli istituti penitenziari calabresi: a Paola le ultime tragedie. Sovraffollamento al 120% con punte del 148%. Ambienti detentivi e docce in condizioni precarie. La denuncia di Antigone: “A Cosenza e Rossano reclusi con disagi psichici senza materassi e svestiti”. Non è più un argomento su cui bisogna fare silenzio o tergiversare. Da Nord a Sud. Per la prima volta nella storia dei Giubilei il papa ha aperto una Porta Santa all’interno del carcere romano di Rebibbia, che è diventa così icona universale della vicinanza della Chiesa ai detenuti e un segno di speranza.
lacapitale.it, 10 gennaio 2025 Intervistata da “la Capitale”, alla luce del suicidio di un giovane detenuto in carcere a Regina Coeli, la Garante dei detenuti di Roma Valentina Calderone pone l’accento sull’emergenza del sovraffollamento e critica le volontà del governo sulle carceri. E chiede provvedimenti urgenti per migliorare le condizioni nei penitenziari. Un giovane detenuto di 23 anni, cittadino romeno, è stato trovato impiccato, intorno alle 22.30 di ieri nel bagno della sua cella nel carcere di Regina Coeli. Contando anche chi nelle carceri ci lavora, e che similmente soffre di tutte le relative problematiche, il totale dei suicidi nelle carceri italiane sono cinque da inizio anno.
di Nello Trocchia
Il Domani, 10 gennaio 2025 A Modena, nel carcere Sant’Anna, i detenuti si uccidono inalando gas. Per quei morti non c’è alcun responsabile, le indagini condotte dalla procura locale sono finite con una richiesta di archiviazione poi accolta dal giudice del tribunale, il caso però è approdato in Europa alla corte di giustizia, dove c’è aperto ancora un fascicolo. “Tutte le mattine vengo al cimitero, non ci riesco a rassegnarmi: lui era la cosa più bella che mi era rimasta. Urlo, urlo di rabbia perché non si può perdere un figlio mentre è nelle mani dello stato”. Mentre la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa, presentava la solita ricetta fallimentare per affrontare l’emergenza carceri, negli istituti di pena italiani altri reclusi si toglievano la vita.
di Valentina Reggiani
Il Resto del Carlino, 10 gennaio 2025 L’assessora Alessandra Camporota dopo i suicidi in cella con il gas “Il Comune intende mantenere alta l’attenzione con iniziative concrete”. Più personale di Polizia Penitenziaria, incremento delle figure educative di sostegno e maggiore ricorso a misure alternative alla detenzione. Sono le misure per migliorare la situazione carceraria sollecitate dall’assessora a Sicurezza e Inclusione del Comune di Modena Alessandra Camporota nella lettera inviata al Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, in cui esprime “forte preoccupazione” per l’attuale situazione.
di Raffaella Calandra
Il Sole 24 Ore, 10 gennaio 2025 Nella Casa circondariale di Napoli, record di suicidi; solo il 15% dei detenuti ha accesso a rieducazione. Il nodo dei vincoli storici per la ristrutturazione dei padiglioni. Ad un certo punto, le urla da dentro diventano più forti del trambusto dell’ora di punta nel centro storico di Napoli. Il direttore manda a controllare, ma l’ispettore ha già la risposta: “È il reparto Salerno...”. Come ad indicare una certa consuetudine di tensione. E in fondo, se il carcere di Poggioreale macina record di sovraffollamento (130% come altri) e suicidi (4 nel 2024, l’ultimo a togliersi la vita aveva 28 anni), all’interno ci sono padiglioni dove l’allerta è sempre a livello di guardia.
Corriere di Viterbo, 10 gennaio 2025 Tra meno di un mese il perito nominato ieri dal gip varcherà le porte del carcere di Mammagialla per eseguire una perizia psichiatrica sul 23enne bulgaro Iliyanov Krasimir Tsvetkov, che il 19 dicembre 2023 uccise a mani nude il compagno di cella, il 49enne siciliano Alessandro Salvaggio. All’accertamento specialistico è condizionato il rito alternativo abbreviato sollecitato e ottenuto dalla difesa dell’omicida, che strozzò il 49enne siciliano, residente a Barrafranca, in provincia di Enna, che nel penitenziario sulla Teverina stava scontando una condanna a poco più di due anni per evasione. Sullo sfondo della lite sfociata nel drammatico delitto un presunto debito di denaro quantificato in pochi euro.
siracusanews.it, 10 gennaio 2025 I detenuti non si sono limitati solo a battere le scodelle contro le celle, “sono stati danneggiati tavolini e sgabelli” e in una sezione è stata scardinata una porta. Protesta dei detenuti reclusi nel carcere di Cavadonna, a Siracusa, dopo che la direzione della struttura ha recepito la circolare del Provveditore regionale, risalente al novembre scorso, che impone delle restrizioni per l’ingresso o la vendita di determinati generi alimentari e capi di abbigliamento. Il garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Siracusa, Giovanni Villari, ha spiegato che i detenuti non si sono limitati solo a battere le scodelle contro le celle, infatti “sono stati danneggiati tavolini e sgabelli”, inoltre, in una sezione è stata scardinata una porta, a testimonianza di quanto la situazione sia incandescente.
Il Giorno, 10 gennaio 2025 Il progetto sarà presentato mercoledì mattina e coinvolge il carcere di Busto Arsizio e l’azienda Grassi Spa. Il gruppo selezionato in futuro potrà gestire alcune commesse della società di abbigliamento tecnico. Avviato un corso di formazione per 15 detenuti del carcere di Busto Arsizio per l’avvio del laboratorio dell’impresa tessile Grassi Spa. Formazione e lavoro costituiscono il principale strumento per restituire dignità e offrire opportunità di riscatto alle persone detenute. È sulla base di questo profondo convincimento che ha preso il via il progetto di reinserimento lavorativo voluto dalla convenzione sottoscritta dalla direzione della casa circondariale e l’azienda tessile Grassi Spa società benefit.
ansa.it, 10 gennaio 2025 Al via il corso di formazione di volontariato penitenziario, organizzato dalla pastorale carceraria dell’arcidiocesi di Napoli, diretta da don Franco Esposito, insieme all’associazione onlus Liberi di Volare e alla Caritas diocesana di Napoli. Gli incontri avranno inizio a partire dal 25 gennaio. “Il corso è gratuito e mira a far acquisire - spiegano i promotori - gli elementi basilari della normativa carceraria, l’iter dell’esecuzione penale, l’organizzazione penitenziaria, gli aspetti fondamentali di tutela al detenuto nel suo percorso di rieducazione e riparazione. Ogni argomento sarà trattato sia da un punto di vista tecnico e teorico, sia da un punto di vista esperienziale, grazie alle testimonianze di persone direttamente coinvolte nelle relazioni di aiuto nelle carceri”.
AFFARI SOCIALI
di Paolo Foschini
Corriere della Sera, 10 gennaio 2025 Sosteneva centinaia di progetti per far fronte a una situazione giovanile drammatica: suicidi in aumento, abbandono scolastico tra i peggiori in Europa, povertà assoluta in crescita costante. Ma la Manovra ha tagliato il Fondo contro la povertà educativa, alimentato dalle Fondazioni bancarie in cambio di un credito d’imposta. Appello di Uisp, Arci e Arci Ragazzi Arci per ripristinarlo. “Chiediamo con forza al Governo di fare un passo indietro, di rifinanziare il Fondo per il contrasto alla povertà educativa, di ripensare a una politica di welfare che sostenga i territori nel costruire presìdi di sostegno, ascolto, accoglienza e relazione per una generazione che non smette mai di essere dimenticata dalla politica”.
di Luca Liverani
Avvenire, 10 gennaio 2025All’Università Lateranense l’associazionismo cattolico lancia l’iniziativa “Cambiare la rotta. Trasformare il debito in speranza”. Tra le richieste la creazione di un sistema Onu per gestire le crisi. L’associazionismo cattolico - e non solo - si mobilita sulle parole del Papa che ha intitolato il messaggio per la 58ª Giornata Mondiale della Pace del 1º gennaio “Rimetti a noi i nostri debiti: concedici la tua pace”. E all’inizio del Giubileo della speranza lancia la campagna “Cambiare la rotta. Trasformare il debito in speranza”, collegata alla campagna globale Turn debt into hope, promossa da Caritas Internationalis.
di Francesca Luci
Il Manifesto, 10 gennaio 2025 Continua la repressione della dissidenza nella Repubblica islamica. Pena capitale ad Azizi confermata dalla Corte suprema mentre Cecilia Sala veniva liberata. La cella, la piccola finestrina in alto, il raggio di luce, l’insonnia, l’auto-rimprovero e quel martellio del pensiero, diventeranno un ricordo nella memoria di Cecilia Sala. Il carcere di Evin rimarrà là, imponente, con i suoi abitanti, con le loro storie e dolori, con centinaia di intellettuali, scrittori, giornalisti, artisti e attivisti colpevoli delle loro idee, col grigio del carcere che tenta di sbiadirne i colori. Per loro il dramma si consuma anche dopo la liberazione: rinunciare o rischiare di tornarci. Chi abbandona il paese salva la voce ma porta con sé la ferita del taglio delle radici, che non si rimarginano mai.
di Giacomo Talignani
La Repubblica, 10 gennaio 2025 Ventinove squadre composte da 395 prigionieri formati nei “camp antincendio” delle carceri sono ora in prima linea per combattere l’emergenza fuochi. Ma è polemica sia sul loro utilizzo, sia sul calo costante della formazione. Nel caos delle fiamme che stanno distruggendo la California meridionale quasi 400 pompieri-detenuti stanno aiutando ad arginare l’avanzata del fuoco rischiando la vita. Non senza polemiche, in un contesto di totale emergenza come quello che sta vivendo Los Angeles, emerge con forza la storia dei carcerati che - addestrati tramite il programma del dipartimento di correzione e riabilitazione della California (CDCR) - rischiano oggi la propria incolumità per proteggere persone e case dagli impatti degli incendi devastanti.
Internazionale, 10 gennaio 2025 Stati di fermo molto lunghi, un tasso altissimo di condanne, un uso smodato delle confessioni estorte con gli interrogatori: la giustizia giapponese andrebbe riformata. Nel 2020 il presidente della Ōkawara Kakōki, una piccola azienda di macchinari a Yokohama, è stato arrestato insieme a due suoi dirigenti. Secondo le accuse, l’azienda stava inviando in Cina equipaggiamenti che sarebbero stati trasformati in armi biologiche. I tre sono rimasti in carcere per undici mesi. I giudici hanno respinto la loro richiesta di rilascio su cauzione per cinque volte. Gli inquirenti dicevano che se avessero ammesso il reato sarebbero stati rimessi in libertà, ma hanno rifiutato. Quando finalmente è stato accordato il rilascio su cauzione, uno di loro era morto di cancro allo stomaco senza avere avuto accesso alle cure.
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