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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di sabato 8 febbraio 2025

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 8 febbraio 2025 In un provvedimento destinato a fare scuola, il magistrato di sorveglianza di Spoleto, Fabio Gianfilippi, ha accolto il reclamo di un detenuto della Casa circondariale di Terni, recluso nel circuito di Alta Sicurezza (AS), ordinando all’amministrazione penitenziaria di consentirgli colloqui intimi con la compagna convivente, senza controllo a vista del personale di polizia penitenziaria. La decisione, contenuta nell’ordinanza n. 402025/ 149, applica in modo stringente la sentenza della Corte Costituzionale n. 10/ 2024, che ha riconosciuto il diritto all’affettività dei detenuti come espressione della dignità umana.

 

adnkronos.com, 8 febbraio 2025 È pronto un piano che consentirà di istituire ottomila posti nuovi in carcere. A parlarne è il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in video-collegamento all’inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti italiani 2025 a Milano. “I suicidi in carcere sono un fardello di dolore al quale cerchiamo di rimediare ogni giorno. Abbiamo un piano carceri elaborato con la presidenza del Consiglio che consentirà di colmare questo gap. Entro due anni abbiamo già previsto, con il commissario straordinario, di istituire 8 mila posti nuovi in carcere”, ha detto.

 

di Giuseppe Vegas

Il Messaggero, 8 febbraio 2025 Tra gli innumerevoli propositi della seconda presidenza Trump non manca quello di rafforzare il sistema delle prigioni private. Non si tratta di una novità, ma di uno strumento consolidato da oltre un quarantennio negli Usa ed applicato, sebbene in pochi casi, anche in Gran Bretagna. La privatizzazione delle prigioni era nata come sistema per contenere i costi della detenzione, ma nel 2021 venne bloccata dal presidente Biden, poiché in molti casi era stata utilizzata solo come strumento per accrescere i profitti dei gestori. Fermo restando che il potere coercitivo spetta esclusivamente allo Stato, le modalità di esecuzione di questo particolare servizio non devono necessariamente essere compito di un soggetto pubblico, ma possono essere affidate a un privato tutte le volte in cui non siano in gioco diritti della persona.

 

di Giulio Cavalli

La Notizia, 8 febbraio 2025 Si muore di carcere in Italia. Non solo per la pena, ma per l’assenza di prospettive, per la solitudine, per l’abbandono. Cinquantacinque euro. Tanto valeva la rapina per cui Salvatore Rosano, 55 anni, è finito in carcere. I soldi erano stati restituiti, il danno risarcito, ma la giustizia ha continuato a presentargli il conto. Lo hanno trovato impiccato nella sua cella a Vigevano. Aveva chiesto una misura alternativa, ma gli è stata negata. Il suo è stato il nono suicidio in carcere del 2025. Ora sono già dieci. Gli ultimi tre decessi sono avvenuti lunedì e martedì scorsi a Livorno, Napoli Poggioreale e Modena, ma le cause devono ancora essere accertate. Nel 2024 erano stati 90, il dato più alto nella storia recente del sistema penitenziario. Le carceri scoppiano: 61.852 detenuti stipati in spazi per 10mila in meno, un sovraffollamento al 132%.

 

di Tullio Padovani

L’Unità, 8 febbraio 2025 Se è pacifico che le funzioni di giudice e di pubblico ministero sono eterogenee, ed anzi, potenzialmente conflittuali, a quale titolo si giustifica l’omogeneità della carriera nel contesto di un unico “ordine”? Il problema non consiste nel decidere se è necessario separare le loro carriere, quanto piuttosto nell’interrogarsi come mai siano unite. Perché - si dice - essi devono condividere un’uguale “cultura della giurisdizione”. Rompendo il legame dell’appartenenza ad un unico “ordine”, il pubblico ministero uscirebbe dal seminato del diritto e si trasformerebbe in una sorta di pianta selvatica. Ma se per “giurisdizione” si intende lo ius dicere, e cioè la risoluzione di un conflitto in base alla legge, si tratta di ciò che qualifica specificamente il giudice.

 

di Emiliano Silvestri

L’Unità, 8 febbraio 2025 Il 16 gennaio scorso la Camera dei Deputati ha finalmente - la prima discussione in Assemblea risale al 9 dicembre 2024 - approvato in prima lettura il disegno di legge costituzionale contenente, tra l’altro, la separazione delle carriere tra magistrati della pubblica accusa e colleghi della magistratura giudicante. Oltre alle forze di governo (il DDL porta la firma del Presidente Meloni e del Ministro Nordio) il provvedimento ha raccolto il consenso dei deputati di Azione e +Europa e l’astensione di quelli di Italia Viva: opposizione divisa e risultato di 174 voti a favore, 92 contrari e 5 astenuti. Molti sono i critici di questa riforma, a partire dagli esponenti di Magistratura Democratica che hanno proposto di abbandonare, presa la parola il ministro o uno dei suoi delegati, le aule delle celebrazioni per l’inaugurazione ...

 

di Giovanni Maria Jacobazzi

Il Dubbio, 8 febbraio 2025 A Milano l’inaugurazione dell’anno giudiziario dell’Ucpi. Ma le toghe disertano l’evento. La separazione delle carriere fra pm e giudici è un tema che tocca “l’intera avvocatura e non solo le Camere penali”. Lo ha ricordato il presidente del Consiglio nazionale forense, l’avvocato Francesco Greco, intervenendo a Milano all’inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti. La realtà italiana è un unicum nei Paesi occidentali, ha ricordato Greco, sottolineando come la separazione delle carriere sia quindi una riforma non più differibile. L’appuntamento di quest’anno, dedicato proprio alla figura e al ruolo del pm, è stato segnato nella giornata di apertura per la defezione dei magistrati del capoluogo lombardo.

 

di Angela Stella

L’Unità, 8 febbraio 2025 “Tolto di mezzo il processo alle intenzioni, la riforma della separazione delle carriere è consustanziale al processo accusatorio e noi su questo non esitiamo. Voglio dirlo a chiare lettere: possono fare tutte le manifestazioni e tutti gli scioperi che vogliono ma noi su questo andremo avanti. E più si alimenta la polemica che noi non vogliamo e più la nostra determinazione aumenta, perché è un mandato elettorale che ci ha chiesto il popolo di attuare. E noi lo faremo”. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, conferma che ormai con la magistratura ogni trattativa è chiusa. La “madre di tutte le riforme” s’ha da fare.

 

di Marcello Sorgi

La Stampa, 8 febbraio 2025 Il capo del servizio segreto interno (Dis), Valensise, che denuncia il procuratore capo di Roma, Lo Voi, per diffusione di documenti riservati, ancora non s’era visto in Italia. E d’altra parte, che altro poteva fare il prefetto dopo che il suo diretto superiore, il sottosegretario Mantovano, che proprio dei servizi di sicurezza ha la responsabilità, il giorno prima aveva depositato la stessa accusa al Copasir, il comitato parlamentare di controllo. Colpisce innanzitutto che due organi vincolati al segreto (il sottosegretario e il responsabile del Dis) rimproverino a un terzo di averlo violato, quando invece si sono premurati subito di far conoscere le loro iniziative, che avrebbero dovuto restare riservate.

 

di Giuseppe Legato

La Stampa, 8 febbraio 2025 Il segretario di Magistratura democratica: “L’obiettivo è delegittimare”. Il magistrato Stefano Musolino, segretario di Md, va dritto al punto: “È la prima volta che vedo una denuncia a mezzo stampa di questo tenore. Se l’interesse fosse stato quello di accertare un reato se ne sarebbe data comunicazione solo dopo che la Procura di Perugia si fosse espressa. La modalità, perciò, “dice” in modo eloquente che l’obiettivo reale sia indebolire, delegittimare, come peraltro si è provato già a fare per altre vie, la figura del procuratore Lo Voi”.

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 8 febbraio 2025 Il sindacato delle toghe rinnova i suoi vertici. I tormenti interni di Magistratura indipendente, che teme di essere schiacciata dalle posizioni più radicali delle correnti di sinistra Area e Magistratura democratica. Tra oggi e domani saranno eletti i nuovi vertici dell’Associazione nazionale magistrati, a partire dal presidente (che sostituirà l’uscente Giuseppe Santalucia) e il segretario. Un appuntamento molto importante sul piano istituzionale, considerate le tensioni che stanno caratterizzando la politica e la magistratura, non solo attorno alla riforma costituzionale della giustizia ma anche in seguito al caso Almasri.

 

di Nadia Somma Caiati*

Il Fatto Quotidiano, 8 febbraio 2025 “L’interesse alla conservazione dell’unità del nucleo familiare non può prevalere rispetto alla necessità di tutelare i diritti fondamentali delle singole persone che ne fanno parte”. Si tratta di una decisione importante per tutte le donne che subiscono violenza nelle relazioni di intimità e che subiscono azioni violente e ritorsive anche dopo la separazione. La Corte Costituzionale il 6 febbraio scorso ha stabilito che non fosse fondata la questione di illegittimità costituzionale del sesto comma dell’articolo 605 del codice penale (sequestro di persona), sollevata da un Gup - giudice per le udienze preliminari di Grosseto.

 

di Giulia Fabini

antigone.it, 8 febbraio 2025 I fatti sono ormai noti: il 7 gennaio 2025 si è verificato nell’istituto di Modena il terzo decesso in sette giorni, un suicidio per inalazione di gas; il detenuto era un italiano di 50 anni. Il giorno prima era stato dichiarato morto un altro detenuto che aveva tentato il suicidio a metà dicembre ed era entrato in coma irreversibile, era un ragazzo marocchino di 27 anni; il 31 dicembre un altro detenuto era morto a Modena, sempre per inalazione di gas. Era un uomo macedone di 37 anni. Il 30 dicembre si era tolto la vita un ragazzo nel carcere di Piacenza, 27 anni, di nazionalità tunisina, mentre si trovava in isolamento. Il 3 gennaio a perdere la vita un uomo pachistano di 40 anni, a Bologna, che mentre camminava in corridoio “si è accasciato ed è morto”.

 

di Ilaria Dioguardi

vita.it, 8 febbraio 2025 In Toscana il lavoro offre alle persone detenute una possibilità concreta di reinserimento, abbattendo il rischio di recidiva. Un esempio concreto arriva dalla Piacenti Spa di Prato, che si occupa di conservazione di beni di interesse storico artistico e ha scelto di offrire un’opportunità di riscatto a chi ha scontato una pena. “Il lavoro dà dignità e fiducia. Permette di essere visti per ciò che siamo oggi, non per gli errori che si sono compiuti”, dice Rachid, che attraverso l’occupazione sta ricostruendo il suo futuro. In Italia il 33% delle persone detenute risulta coinvolto in attività lavorative (19.153 impiegati nel 2023), ma solamente l’1% di essi è impiegato presso imprese private e il 4% presso cooperative sociali.

 

di Michela Della Rocca

Corriere del Mezzogiorno, 8 febbraio 2025 Disposta l’autopsia, il recluso detenuto aveva 37 anni ed era di Napoli. Un decesso ancora non chiaro, ieri sera 7 febbraio poco dopo le 20, nel carcere di Avellino. Un detenuto 37enne originario di Napoli, è stato ritrovato senza vita all’interno della sua cella. Il ritrovamento ha fatto subito scattare l’allarme da parte delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria. Aperta un’indagine da parte della Procura di Avellino che ha disposto sul corpo del 37 enne l’esame medico legale. La salma del detenuto è stata trasferita presso l’obitorio dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Avellino, dove verranno effettuati gli accertamenti medico-legali.

 

di Elisa Sola

La Stampa, 8 febbraio 2025 L’ex capo del nucleo investigativo della Polizia penitenziaria, Roberto Streva, ricostruisce i fatti del 2022: “Si erano chiusi in un’area pericolosa, abbiamo dovuto segare i sigilli ma nessun osi è fatto male”. “Il carcere è una specie di Grande fratello. Uno spazio chiuso dove accadono cose che fuori non potrebbero mai succedere. E dove ogni piccolo problema può esplodere generando tensioni fortissime. Di rivolte ne ho viste una cinquantina. Con l’esperienza si impara a gestirle con professionalità: per noi significa restare calmi e lucidi. L’11 febbraio 2022 non si è fatto male nessuno. Quando abbiamo liberato il braccio occupato avevamo in testa un concetto: “Il carcere è lo Stato. Noi siamo lo Stato”.

 

di Andrea Bucci

La Stampa, 8 febbraio 2025 Nel gennaio 2024 Andrea Pagani Pratis era detenuto a Ivrea, da giorni aveva febbre. La procura: “Il detenuto avrebbe dovuto essere ricoverato in ospedale”. Morì in carcere a Ivrea per un edema polmonare Andrea Pagani Pratis. Era il 7 gennaio di un anno fa, e il decesso avvenne dopo che il detenuto, da sei giorni, lamentava tosse, febbre e un malessere generale. Ora tre medici che lo avevano visitato rischiano il processo. La pm di Ivrea, Valentina Bossi, ha chiuso le indagini sulla morte del 47enne, insegnante di educazione fisica di Casalnoceto (Alessandria), che stava scontando una condanna a 18 anni per aver ucciso a coltellate il padre Antonello il 27 settembre 2019.

 

Corriere di Verona, 8 febbraio 2025 L’altro giorno al carcere di Montorio c’è stato un sopralluogo della Camera Penale Veronese a cui ha partecipato anche la capogruppo in consiglio comunale della lista Fare Patrizia Bisiniella. Sopralluogo degli avvocati veronesi al carcere di Montorio, dopo la segnalazione di numerose criticità ed anche, purtroppo, di sucidi nel recente passato. Il presidente della Camera Penale, Paolo Mastropasqua, ha organizzato la visita, invitando anche la capogruppo comunale della Lista Fare, Patrizia Bisinella che ha ricordato come la sua lista si sia “fatta più volte parte attiva per portare all’attenzione del governo i temi caldi della struttura. Proprio lo scorso 5 febbraio - ha detto Bisinella - è avvenuto l’avvicendamento alla direzione della casa circondariale di Montorio e siamo molto lieti del ritorno ...

 

Il Dubbio, 8 febbraio 2025 “Perché non è stato rinnovato l’incarico alla direttrice del carcere fiorentino di Sollicciano Antonella Tuoni? Quando il ministro Nordio prevede di colmare il vuoto per garantire una direzione stabile e iniziative di reinserimento sociale?”. Sono queste le domande poste dai deputati di Italia Viva Maria Elena Boschi e Francesco Bonifazi in un’interrogazione al ministro della Giustizia. I due deputati di Italia spiegano nella loro interrogazione che “La direttrice Tuoni sarà “trasferita nella direzione del carcere di Arezzo, che conta circa 45 detenuti, mentre una struttura chiave del sistema penitenziario toscano come il carcere di Sollicciano viene lasciata senza un direttore titolare”.

 

diocesilocri.it, 8 febbraio 2025 Presentato al Porto della Grazie di Roccella Jonica il bilancio del progetto Pro.Me. della Caritas Diocesana di Locri-Gerace, che trasforma la pena in opportunità concrete, grazie alla sinergia con Tribunale, Casa Circondariale e realtà imprenditoriali locali. Al Porto delle Grazie di Roccella Jonica si è svolto con grande partecipazione l’evento dedicato al percorso di assunzione di un detenuto beneficiario del progetto di Giustizia Riparativa ideato dalla Caritas Diocesana di Locri-Gerace Pro.Me.: Profeti di speranza, Mendicanti di riconciliazione. Nel 2024 tale iniziativa ha già permesso l’assunzione di 6 detenuti nella casa circondariale e di 3 reclusi o già tali in aziende esterne, con la prospettiva di includerne altri due.

di Timothy Dissegna

Messaggero Veneto, 8 febbraio 2025 L’intento è quello di avvicinare la cittadinanza alle problematiche legate alla detenzione: si parte il 13 febbraio con doppia proiezione per studenti e pubblico. Il cinema per raccontare il carcere. È questo l’obiettivo dell’inedita rassegna Cinemadentro che farà presto il suo debutto a Udine. Si è tenuta questa mattina nel Salone del Popolo del municipio la presentazione dell’iniziativa promossa dal Garante per i diritti delle persone private della libertà personale, Andrea Sandra, in collaborazione con il cinema Visionario, il Comune e altri partner.

 

di Paola Pioppi

Il Giorno, 8 febbraio 2025 Una collettiva di arte contemporanea all’interno della Casa Circondariale Bassone di Como. È il progetto nato dalla collaborazione tra Como Arte Ets e la direzione della struttura penitenziaria, sfociato in “Corpo a corpo”, la mostra che sarà aperta al pubblico e visitabile su prenotazione fino a fine marzo. “L’obiettivo della Fondazione - spiega Paola Re di Como Arte - è stato innanzitutto il coinvolgimento dei detenuti con un ruolo attivo nell’iniziativa, sia da un punto di vista artistico, sia come accompagnatori dei futuri visitatori agli spazi detentivi”.

 

di Nicola Ciuffoletti

La Nazione, 8 febbraio 2025 La psicologa Francesca Mugnai spiega come funziona il progetto apuano: “Si crea uno stacco, un momento positivo che rompe la quotidianità. Gli educatori individuano le persone che possono trarre più beneficio”. “Un sentimento di gratitudine e leggerezza, perché durante le nostre attività con i cani da pet therapy si crea una speciale bolla all’interno della quale vigono regole diverse da quelle della quotidianità del carcere. Un momento prezioso anche per i detenuti, autentico”. Francesca Mugnai, psicologa, filosofa, specializzata in psicologia nella natura, è presidente di Antropozoa, realtà che da oltre 25 anni collabora a livello regionale e nazionale con strutture pubbliche e private, ospedali, case di riposo, centri di salute mentale, scuole e Università, con IAA, interventi assistiti ...

 

di Michela Di Biase

huffingtonpost.it, 8 febbraio 2025 Le mani dell’una in quella dell’altra a testimoniare il loro incontro che è stato possibile grazie alla giustizia riparativa. Di come questa sia riuscita ad occuparsi dell’irreparabile ne siamo stati testimoni ieri durante il convegno “parole della giustizia”. Nella Sala del Refettorio della Camera dei Deputati Agnese Moro e Adriana Faranda hanno dialogato insieme al Prof Adolfo Ceretti. Di questo racconto di umanità ci parla il “Libro dell’incontro-Vittime e responsabili della lotta armata a confronto”. Qui la verità dei vissuti e delle emozioni ha cercato, per dirla con Claudia Mazzucato, le parole per raccontarsi, consegnando a noi, “secondi” tra i “terzi”, anche noi parte della comunità che è stata toccata dalle vicende di quegli anni, questo lavoro di incontro, di ricomposizione e riconoscimento reciproco.

 

di Marina Lomunno

La Voce e il Tempo, 8 febbraio 2025 In tutte le carceri italiane ci sono sezioni femminili e maschili ma solo alcuni penitenziari - come quello di Venezia Giudecca - è esclusivamente femminile. Ma si tratta di detenute adulte. L’unico Istituto penitenziario per minorenni (Ipm) destinato solo alle ragazze è dal 2010 quello di Pontremoli, in provincia di Massa Carrara, una piccola struttura (17 posti) che ospita le giovani provenienti da tutte le regioni settentrionali tra cui il Piemonte che, prima della sua apertura, venivano ristrette al “Ferrante Aporti” di Torino. Alle ragazze di Pontremoli è dedicato un libro che Mario Abrate, per molti anni direttore dell’Ufficio di Servizio sociale per Minorenni di Torino, ha scritto per raccontare “la sua esperienza umana e professionale” di direttore dell’Ipm di Pontremoli per 5 anni, prima della pensione dopo 40 anni dedicati alla giustizia minorile.

 

di Luca Iacovone

vita.it, 8 febbraio 2025 La storia di G. racconta una catena del male che si ripete: prima vittima di bullismo, poi carnefice. Allontanato dalla scuola, ha cercato riscatto tra le persone sbagliate. Condannato per tortura, ha vissuto l’isolamento anche dietro le sbarre. Eppure, dice, io volevo solo un amico. Questa storia è stata pubblicata nel numero di dicembre di S-Catenati, il periodico scritto insieme ai detenuti della Casa circondariale di Matera. Un giornale che esiste solo su carta e arriva solo agli abbonati. S-Catenati è edito dall’associazione di volontariato penitenziario Disma. Ogni numero del periodico ospita un pezzo di fondo, sempre frutto di un incontro tra un volontario e un detenuto in una piccola stanza del carcere di Matera.

 

di Beatrice Andreose

Il Manifesto, 8 febbraio 2025 “Il muro di via Anelli. Frammenti di vita e di lotta per la casa”, il nuovo graphic novel di Giuseppe Zambon e Paolo De Marchi, BeccoGiallo editore, è un racconto per immagini che ne contiene molti altri, gremito di soggetti collettivi e individuali, pratiche, movimenti: in altre parole è un affresco generale su una lotta che coinvolge l’intera città solidale e riesce a fare il ‘miracolo’, come lo definì Moni Ovadia, ovvero ad assicurare a Padova, tra il 1998 e il 2006, la ricollocazione di centinaia di famiglie in alloggi dignitosi, distribuiti nel tessuto cittadino. Stranieri prima costretti, tra razzismo e speculazione, a vivere assiepati in condizioni miserabili nel cosiddetto ‘ghetto’ di via Anelli, andato alla fine smantellato. Il volume ricostruisce quella esperienza, che riempì i media nazionali ed europei, e restituisce ...

 

di Umberto Rapetto

Il Manifesto, 8 febbraio 2025 Senza bisogno di azioni da parte della vittima, possono trasformare lo smartphone in un microfono, registrare, fotografare, leggere le mail ed entrare nel cloud. Eppure la ragione per cui gli spyware andrebbero regolamentari come armi è che possono costituire prove a carico, navigando e scaricando materiale, senza lasciare tracce. Poche righe di codice informatico possono essere più pericolose di un chilo di tritolo. Non è questione di consistenza, peso o dimensione dell’arma letale: se si vuol “uccidere” qualcuno non c’è alcun bisogno di strumenti di tradizionale cruenza. Può bastare un silenziosissimo e impercettibile software a demolire l’esistenza di un “nemico”. È il delitto perfetto, privo di qualunque “residuo” che possa costituire traccia.

 

di Stefano Montefiori

Corriere della Sera, 8 febbraio 2025 Un video del ministero dell’Interno mostra spinelli, piste di cocaina, la silhouette in fiamme di un cadavere sull’asfalto e lo slogan: “Ogni giorno, ci sono persone che pagano il prezzo della droga che comprate”. A partire da domani alla televisione francese e sui social media sarà diffuso un video del ministero dell’Interno che mostra spinelli, piste di cocaina, la silhouette in fiamme di un cadavere sull’asfalto e lo slogan: “Ogni giorno, ci sono persone che pagano il prezzo della droga che comprate”. Il ministro Bruno Retailleau lo ha presentato come “un elettrochoc” al quale sottoporre i cittadini nell’ambito di una più generale “campagna di colpevolizzazione dei consumatori di droga”. Basta lassismo e tolleranza verso “l’uso ricreativo”: “Fumare uno spinello significa avere sangue sulle mani”.

 

di Sofia Toscano

L’Unità, 8 febbraio 2025 Tra le migranti che attraversano il confine della Tunisia, da gennaio a marzo, è aumentata del 1650% rispetto al 2023 la richiesta a organizzazioni umanitarie di poter abortire dopo violenza sessuale. Gli stupri e le torture della Guardia nazionale tunisina sui migranti documentati per il periodo che va da maggio a ottobre dell’anno scorso in un rapporto dell’Organizzazione mondiale contro la tortura. Il titolo è “Le strade della tortura: il restringimento dello spazio civico e il suo impatto sulle persone in viaggio in Tunisia”. È uscito un mese fa, verifica e conferma quello che molte inchieste - quella che ha avuto più risonanza è stata quella della scorsa estate del quotidiano britannico - hanno denunciato più volte e con atroci dettagli.

di Marco Bresolin e Francesco Malfetano

La Stampa, 8 febbraio 2025 La Commissione al lavoro per blindare l’attività dei giudici. L’esecutivo si troverà davanti a un bivio: stare con gli Usa o Bruxelles. Giorgia Meloni, ora, rischia di trovarsi a un bivio vero: tra Bruxelles e Washington, tra Ursula von der Leyen e Donald Trump. Un bivio dal nome sconosciuto ai più ma che, al solo evocarlo, già è motivo di imbarazzo ai vertici del governo italiano. Si tratta dello “statuto di blocco”, lo scudo legale che l’Unione europea è pronta a estrarre per mettere la Corte penale internazionale (Cpi) al riparo dalle sanzioni della Casa Bianca. Un regolamento del 1996 che era stato attualizzato nel 2018 per proteggere le aziende Ue dalle sanzioni del primo Trump all’Iran e che ora potrebbe contrapporre Meloni a Ursula.

 

di Gennaro Grimolizzi

Il Dubbio, 8 febbraio 2025 Dalla stesura dello statuto di Roma, al contributo decisivo per individuare i crimini contro l’umanità, fino al conflitto politico e ideologico di oggi. Quale destino per la Corte dell’Aia? Il caso Almasri e lo scenario disastroso del Medio Oriente hanno aperto un dibattito su scala globale sul presente e, soprattutto, sul futuro della giustizia internazionale con un eventuale ripensamento degli strumenti messi a disposizione nei decenni passati. L’entusiasmo per costruire un mondo migliore, dopo le mattanze nella Ex Jugoslavia e il Ruanda, con i relativi Tribunali internazionali, ha contribuito alla stesura nel 1998 dello Statuto di Roma.

 

di Andrea Lavazza

Avvenire, 8 febbraio 2025 Affossare l’aspirazione a una giustizia universale, nata dopo il crollo del Muro di Berlino, significa cancellare il principio di convivenza rispettosa fra le nazioni. Perché? “La natura non permette che i crimini rimangano impuniti: a essa devono essere riferiti i crimini commessi contro il diritto delle genti”, scrive Ugo Grozio nella sua celebre opera “Sul diritto della guerra e della pace” (1625). E con “natura’”, il grande giurista intendeva la legge naturale, ovvero quelle regole che la retta ragione suggerisce all’essere umano, indipendentemente dalla sua identità e dal luogo in cui si trova. Il “diritto delle genti” è poi l’estensione universale delle norme concordate sulla base della riflessione precedente, ovvero il diritto internazionale moderno. Sta in questa tradizione razionale e umanitaria ...

 

DOCUMENTI

Ministero della Giustizia: statistiche su capienza delle carceri, detenuti presenti e condannati in misura alternativa al 31 gennaio 2025

Il Riformista-PQM, 8 febbraio 2025. "Fenomenologia dell'atto dovuto. Le incerte declinazioni del potere di iscrizione della notizia di reato"

Articolo. "Abolizione del carcere, giustizia sociale e lotta alla criminalità organizzata: un ripensamento radicale della giustizia", di Gabriele Repaci

Articolo. "Giudice dimentica per sei mesi persona in carcere: non c’è illecito disciplinare per colpa concorrente dell’avvocato", di Riccardo Radi