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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di mercoledì 5 febbraio 2025

di Filomena Giannotti

lafonte.tv, 5 febbraio 2025 “Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una nazione”. Queste note parole attribuite a Voltaire non suonano solo come un frammento di saggezza sempre attuale, ma anche come una condanna senza appello al grado di (in)civiltà della nostra nazione. Perfino Bolzano, finita sul podio delle città italiane in cui si vive meglio nella classifica annuale del quotidiano “Il Sole 24 Ore”, ha una delle carceri più fatiscenti d’Italia. A sostenerlo è Rita Bernardini, ex deputata del Partito radicale e attuale presidente dell’associazione internazionale “Nessuno tocchi Caino”, che si batte per l’abolizione della pena di morte. Arrivando a Bolzano, si rimane colpiti dall’ordine, dalla pulizia, dalla bellezza delle aree verdi. Ma proprio sui prati e tra i fiori di uno dei parchi della città sorge il carcere, che fu costruito nell’Ottocento e ormai versa nel degrado totale.

 

di Ida Angela Nicotra

interris.it, 5 febbraio 2025 Nel messaggio che ha rivolto agli italiani, nell’ultimo giorno dell’anno, il Presidente Mattarella si è soffermato sul dovere imprescindibile di osservare le norme che riguardano la detenzione in carcere. Mettendo in luce il tema del sovraffollamento carcerario che rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario. I detenuti, prosegue il Capo dello Stato, devono potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine, che passa dalla dignità di ogni persona e dei suoi diritti. L’alto numero di suicidi in carcere è indice di tale inammissibile situazione.

 

di Ciriaco M. Viggiano

L’Edicola del Sud, 5 febbraio 2025 La detenzione della giornalista Cecilia Sala in Iran è stata accompagnata da un’ondata di indignazione per le disumane condizioni in cui versano gli ospiti del carcere di Evin. Celle sovraffollate e spesso senza finestre, zero letti o brandine ma solo un tappeto e una coperta per ripararsi dal freddo, cuscini infestati dagli insetti, luce accesa giorno e notte per impedire ai reclusi di dormire, senza dimenticare pessime condizioni igieniche e sistematiche violazioni dei diritti umani: quanto basta, insomma, per far sì che anche i manettari più convinti si stracciassero le vesti. Peccato, però, che altrettanta attenzione non sia stata e non sia tuttora riservata al tema della detenzione in Italia. Intendiamoci: qui nessuno vuole paragonare le carceri nazionali a quelle del regime degli ayatollah. Ma se la civiltà di un Paese si misura anche dalle condizioni in cui versano i suoi penitenziari, beh, l’Italia non se la passa proprio benissimo.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 5 febbraio 2025 Il ministro Nordio ha incontrato l’omologo francese Gérald Darmanin. Dall’incontro è emerso un interesse dei francesi verso i nostri modelli di lotta alla criminalità ma soprattutto di gestione delle carceri. Ne parliamo con Mauro Palma, già Presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura ed ex Garante nazionale dei detenuti.

 

lapresse.it, 5 febbraio 2025 Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sta predisponendo un sistema di controllo centralizzato che consentirà alla Sala Situazioni di Roma di avere accesso diretto e in tempo reale a tutte le telecamere installate negli istituti penitenziari italiani. Michele Miravalle, dell’Osservatorio Antigone: “Dove ci sono telecamere, i processi sugli abusi in carcere vanno avanti. Dove non ci sono, no”.

 

di Luigi Ferrarella

Corriere della Sera, 5 febbraio 2025 Annunci e malfunzionamenti: la piattaforma informatica che non funziona, le carenze di personale, l’ingolfamento delle Corti d’Appello, il sovraffollamento delle carceri. Proclamare in teoria una cosa, e poi - per incapacità attuativa o per calcolo interessato - produrre nella realtà l’esatto contrario per i cittadini: nell’approccio del governo Meloni-Nordio ai temi della giustizia esiste una questione morale, ma diversa da quelle cicliche dei tre decenni scorsi, e persino più insidiosa delle commistioni affaristiche di questo o quell’esponente. Ed è un peccato che l’inflazionata rappresentazione di un eterno derby tra magistratura e politica/avvocatura, quasi la giustizia fosse affare solo di addetti ai lavori, oscuri ai cittadini la percezione di quanto invece la questione morale dello scarto tra dire e ...

 

di Paola Di Caro

Corriere della Sera, 5 febbraio 2025 Crosetto: sì all’immunità parlamentare, caposaldo dell’equilibrio tra poteri. Il suo sogno sarebbe un “grande patto istituzionale” tra poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) per far cessare “la Guerra dei Trent’anni”, modernizzare le strutture dello Stato e rendere l’azione del governo “più rapida, efficiente”. Utile - spiega - a contrastare le autocrazie che vanno a manetta, contro “vecchi meccanismi”, quelli delle democrazie, costruiti decenni fa. E non lasciare il vecchio continente sempre indietro, frenato da vincoli e regole “ideologiche”, surclassato dall’avanzare di nuovi Paesi emergenti e dal passo rapidissimo di Trump. Il ministro Guido Crosetto al sogno contrappone la realtà: “Mi preoccupa molto, specie per i nostri figli”.

 

di Francesco Grignetti

La Stampa, 5 febbraio 2025 I magistrati avranno un mese e mezzo di tempo per ascoltare gli indagati. La maggioranza tira dritto: sarà legge entro febbraio. Il destra-centro non si è dimenticato della riforma delle intercettazioni, approvata al Senato nel novembre scorso. Si ricomincia di slancio alla Camera. I capigruppo della maggioranza hanno deciso che la riforma s’ha da completare entro la fine di questo mese. Nella commissione Giustizia soltanto per un sovrapporsi di casualità non comincia oggi l’esame degli emendamenti, ma il rinvio è di pochissimi giorni. Data la determinazione della maggioranza è sicuro che a breve la riforma sarà legge. E a quel punto cominceranno i dolori, perché la riforma è draconiana. Come regola generale si concedono ai magistrati 45 giorni al massimo di intercettazione salvo i reati di mafia e terrorismo.

 

di Errico Novi

Il Dubbio, 5 febbraio 2025 Il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti ha interrogato il governo sui dati delle “misure antimafia”, attuabili in via definitiva pure quando il processo è ancora in corso. Vediamo se il governo riuscirà a spiegare la follia dei beni sequestrati agli innocenti. Dovrà farlo. Perché Roberto Giachetti, deputato di Italia viva, segretario di Presidenza a Montecitorio, vero e coraggioso erede delle battaglie pannelliane (è iscritto anche a Partito radicale e Nessuno tocchi Caino) ha rivolto all’Esecutivo, lo scorso 17 gennaio, un’interrogazione parlamentare chiarissima e “disarmante” in materia di prevenzione antimafia. Fra i quesiti trasmessi alla Presidenza del Consiglio, oltre che ai ministeri della Giustizia e delle Imprese, ce n’è uno a cui è semplice rispondere, ma che rischia di rivelare in modo spietato il grado ...

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 5 febbraio 2025 Con la sentenza numero 8 del 2025, la Corte Costituzionale italiana ha chiarito che l’esclusione dell’accesso alla messa alla prova minorile per alcuni reati gravi, introdotta dal cosiddetto “Decreto Caivano”, non può essere applicata retroattivamente. La decisione della Consulta respinge l’interpretazione secondo cui la modifica normativa avesse natura meramente processuale, ribadendo invece il carattere sostanziale dell’istituto e la necessità di rispettare il principio di irretroattività delle norme penali sfavorevoli.

di Paola Rossi

Il Sole 24 Ore, 5 febbraio 2025 Per la Cassazione è abnorme il diniego di anticipazione della prova se il Gip decide in base al peso del quadro indiziario invece di attenersi alla sola valutazione della sua ammissibilità. È abnorme il provvedimento con cui il Gip rigetti la richiesta di raccogliere anticipatamente la testimonianza del minore, con lo strumento dell’incidente probatorio, nell’ambito di un procedimento in materia di maltrattamenti in famiglia. Si tratta, infatti, di uno dei casi di incidente probatorio “obbligatorio” dove, a fronte di alcune ipotesi di reato, il Gip è tenuto ad accogliere la richiesta, che non può rigettare per l’assenza di elementi denotanti un sufficiente spessore indiziario a carico dell’indagato.

 

di Stefano Taglione

Il Tirreno, 5 febbraio 2025 Tragedia alle Sughere, dove alle 8 di mattina di martedì 4 febbraio è stato trovato morto nel letto della sua cella Manuel Morgon, un detenuto livornese di 41 anni. Un decesso, al momento, senza spiegazione: per questo, in carcere, sono intervenuti i poliziotti della scientifica e sul corpo verrà eseguita l’autopsia. Il giovane, l’estate scorsa, era stato condannato in primo grado a sette anni di reclusione per lesioni gravissime dopo che nel maggio di due anni fa aveva massacrato di botte sugli scali Novi Lena Massimo Galleni, 52 anni, titolare del “Sunset”, un locale sul pontile di Lido di Camaiore, da quel momento ridotto in stato vegetativo. Una vicenda, questa, che fece molto scalpore e per la quale a breve era prevista l’udienza in corte d’appello.

 

di Armando Proietti

gaeta.it, 5 febbraio 2025 Antonio Nocera, detenuto presso il carcere di Poggioreale a Napoli, è deceduto in ospedale a causa delle conseguenze di un grave pestaggio subito all’interno del penitenziario lo scorso 23 dicembre. La morte dell’uomo solleva molte domande sul sistema carcerario e le condizioni di sicurezza. Questo triste fatto si inserisce in un contesto più ampio riguardante le violenze all’interno delle strutture penitenziarie italiane. Il 46enne Nocera fu arrestato nel luglio scorso per reati legati alla droga e all’evasione. Due giorni prima di Natale, si trovò coinvolto in una violenta rissa all’interno del carcere di Poggioreale. Le circostanze che hanno portato a questa violenza rimangono in gran parte sconosciute.

 

di Valentina Lanzilli

Corriere di Bologna, 5 febbraio 2025 Mohamed Doubali, 27 anni, in cura per tossicodipendenza, è stato trovato senza vita in cella: si tratterebbe di decesso accidentale, dovuto ad abuso di farmaci. Il Sappe: “Serve un carcere che rispetti la dignità dei reclusi”. Il carcere di Sant’Anna conta un altro morto, il quarto in un mese. Si tratta di un 27enne marocchino trovato senza vita lunedì mattina dagli agenti della polizia penitenziaria nella sua cella. Mohamed Doubali, questo il suo nome, non si sarebbe suicidato. A dirlo il direttore del carcere di Sant’Anna Orazio Sorrentini, intervenuto a margine della presentazione di un progetto teatrale che da anni coinvolge i detenuti. “La situazione è preoccupante certo, ma delle quattro persone decedute nell’ultimo mese, solo due sono suicidi”, sottolinea il direttore del penitenziario.

 

di Stefano Marchetti

Il Resto del Carlino, 5 febbraio 2025 Il direttore: “C’è preoccupazione”. Quattro detenuti deceduti, di cui due suicidi accertati. 584 detenuti rispetto a una capienza regolamentare di 372. I numeri parlano da soli: la situazione al carcere di Sant’Anna è a livello altissimo di criticità, e le quattro morti in cella nell’arco di poche settimane (due detenuti suicidi e altri due morti per cause accidentali, forse attribuibili all’abuso di farmaci) l’hanno riportata tragicamente in primo piano. “Non si può andare avanti così: una condanna alla detenzione al Sant’Anna non può equivalere al rischio di una condanna a morte”, scrivono i parlamentari modenesi del Pd Enza Rando, Stefano Vaccari e Maria Cecilia Guerra che hanno rivolto un’interrogazione al Ministro della Giustizia. “Se le carceri sono spazi sovraffollati, fatiscenti, in cui gli individui sono ...

 

di Angela Nicoletti

frosinonetoday.it, 5 febbraio 2025 La lunga battaglia per la verità da parte dei familiari di Mimmo D’Innocenzo ha consentito l’apertura di un processo in tribunale a Cassino. Un processo che servirà a fare piena luce sulla morte di Mimmo D’Innocenzo, il 31enne romano morto nel carcere di Cassino (Frosinone) il 27 aprile 2017. Un decesso avvenuto in circostanze mai chiarite e che ha portato la madre del giovane, Alessandra, ad una lunga battaglia per la verità. Perché la morte di Mimmo ha rischiato di cadere nell’oblio dopo una lunga serie di intoppi ieri, i Gup del tribunale di Cassino, ha rinviato a giudizio il compagno di cella del giovane. Ora sarà il processo, che partirà l’8 maggio, a stabilire cosa sia accaduto in quella cella della casa circondariale di via Sferracavalli.

 

di Mirko Labriola

Corriere del Mezzogiorno, 5 febbraio 2025 Al maxi-processo per i fatti di Santa Maria Capua Vetere il racconto dell’agente in qualità di teste. Nei giorni seguenti alla perquisizione straordinaria avvenuta il 6 aprile 2020 al carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), durante la quale circa 300 agenti penitenziari picchiarono altrettanti detenuti del reparto Nilo, i poliziotti che avevano preso parte all’operazione erano molto preoccupati per le immagini delle telecamere interne, che avevano appunto ripreso le violenze, tanto da chiedere all’agente addetto alla sala regia di manomettere il sistema di videosorveglianza relativamente al giorno 6: a raccontarlo durante l’udienza del maxi-processo in corso all’aula bunker del carcere sammaritano - 105 imputati tra agenti, funzionari del Dap e medici Asl - è il testimone ...

 

di Andreina Baccaro

Corriere di Bologna, 5 febbraio 2025 Una sezione specifica del carcere della Dozza in cui far convergere una settantina di detenuti “giovani adulti”, cioè maggiorenni sotto i 25 anni, per liberare gli istituti minorili sovraffollati. È una possibilità che scatena la levata di scudi dei sindacati della Penitenziaria. Dal Ministero della Giustizia filtra la conferma che effettivamente in via Arenula si sta vagliando la possibilità di accorpare una quota di detenuti giovani adulti, attualmente in Ipm, in una sezione di un penitenziario ordinario, ma garantendo “assoluta separazione” dai detenuti adulti.

 

Il Dubbio, 5 febbraio 2025 Desta forte preoccupazione la decisione del Dipartimento della giustizia minorile di collocare 60-70 giovani reclusi in una sezione dedicata all’interno della Casa Circondariale di Bologna. L’emergenza sovraffollamento negli istituti penali per i minorenni sta spingendo il Dipartimento della giustizia minorile a valutare soluzioni straordinarie, ma la proposta che circola in questi giorni sta sollevando forti dubbi e preoccupazioni tra i Garanti dei diritti delle persone private della libertà personale. Secondo fonti sindacali, il piano prevede il trasferimento di 60-70 giovani adulti detenuti in diversi istituti minorili verso una sezione dedicata all’interno della Casa Circondariale di Bologna. Pur rimanendo separati dalla popolazione detenuta adulta, questi giovani sarebbero comunque collocati in un ambiente diverso ...

 

ansa.it, 5 febbraio 2025 “Io non ho mai capito se il carcere abbia un senso, se la forma di pena nella detenzione sia una cosa giusta o che ha un senso. Le condizioni attuali del carcere certamente rendono ancora più problematico questo”. È l’osservazione dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, a margine dell’evento promosso dall’Università Cattolica, “Ricostruire la speranza: pena e comunità in dialogo”. “Lo sforzo di tutto l’impianto di chi si occupa di giustizia, del giudizio penale penso debba essere quello di una riforma profonda, non saprei indicare una via da percorrere se non una che cerca il bene comune - ha aggiunto -. Che vuol dire anche il bene di chi lavora in carcere, di chi è detenuto e il bene possibile da chiedere a coloro che hanno fatto dei danni alla società, secondo la logica della giustizia riparativa che sta ...

 

bancoalimentare.it, 5 febbraio 2025 Quando Ciccio ogni sabato si reca al carcere di Piazza Lanza di Catania respira un odore che, per molti, può essere improbabile e banale: oltre le sbarre ci sono uomini, persone, con spaccature di vita, certo, ma con occhi pieni di solidarietà. È l’odore di umanità e di generosità ad essere vivo tre le stanze dei detenuti, quasi a contrastare il rumore delle chiavi che aprono e chiudono porte. Il sabato della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare questo odore diventa più forte. Da 10 anni, Francesco Denaro (per noi Ciccio), che fa parte dello staff di Banco Alimentare della Sicilia, è la persona che indossa la pettorina della Colletta un po’ speciale. Il suo volto, insieme a quello degli altri volontari, è quello che i detenuti conoscono e riconoscono, perché proprio la Colletta è una parte ...

 

di Veronica Rossi

vita.it, 5 febbraio 2025 Il Comitato territoriale del Csi di Modena da molti anni lavora all’interno dei penitenziari della zona, utilizzando lo sport come leva per abbattere i pregiudizi e per instaurare un dialogo. Tredici persone detenute sono state anche formate per diventare arbitri di calcio. “Qualunque persona può essere risocializzata, se viene inserita in una situazione appropriata, che miri al recupero e alla formazione, offrendo possibilità diverse a chi spesso è stato destinato solo alla criminalità dall’ambiente di provenienza”. Sono tanto forti quanto vere le parole che una persona detenuta ha condiviso con il Comitato territoriale del Csi di Modena poco prima della scarcerazione. Si può dire che lavorare all’interno dei penitenziari attraverso la pratica sportiva sia una missione per l’associazione, che ha una lunga storia in questo ...

 

di Gaetano Azzariti

Il Manifesto, 5 febbraio 2025 I giudici fanno politica quando omettono di sanzionare i comportamenti illegittimi del governo, non quando esercitano l’azione penale nei confronti dei potenti. Il principio della divisione dei poteri è all’origine del costituzionalismo moderno. “Perché non si possa abusare del potere, bisogna che, per la disposizione delle cose, il potere freni il potere”, tuonò Montesquieu. Senza separazione dei poteri a garanzia dei diritti nessuna società ha una costituzione, sancì la dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1789. È questo il principio che viene messo in discussione quando si afferma che la magistratura non può sindacare le scelte politiche del governo. È ben possibile che alcune decisioni del potere giudiziario siano sbagliate: si ricorra in appello, si utilizzino tutti gli strumenti che il nostro ordinamento prevede ...

 

di Luigi Testa*

Il Fatto Quotidiano, 5 febbraio 2025 Nei giorni di Capodanno, la scelta della Prefettura di Milano di istituire “zone rosse” in città aveva avuto una certa eco. L’eco è passata, ma la misura no. L’ordinanza, infatti, ha un tempo di vigenza che dura fino al prossimo 31 marzo, e dunque è tuttora in vigore. La misura può occasionare riflessioni importanti sui rischi della nostra democrazia; se ci si mette, beninteso, nella prospettiva di accettare che la nostra democrazia possa conoscere dei rischi. Forse non siamo ancora usciti del tutto, infatti, da una stagione di eccessiva self-confidence riguardo alle conquiste democratiche, che ha preso avvio nel secondo dopo-guerra. La stessa eccessiva self-confidence che, sempre da allora, ci aveva riguardato quanto alla impossibilità di una nuova guerra sul territorio europeo ...

 

di Andrea Angelozzi*

quotidianosanita.it, 5 febbraio 2025 Raccontano che un signore era alla fermata del bus da 4 ore: notato da un passante che nel frattempo era andato e tornato dal lavoro, ha spiegato che in realtà lui aveva atteso il bus solo per 30 minuti… il resto del tempo era solo per la curiosità di vedere quando arrivava. Confesso che ormai è con la stessa sensazione che mi avvicino ai documenti programmatici, e con questo spirito ho letto l’Atto di Indirizzo del Ministero 2025 del quale puntualmente ci riferisce Quotidiano Sanità. Sarebbe ingiusto dire che mancano i riferimenti alla salute mentale. La maggior parte sono riferimenti indiretti. Colgo in tal senso il rilievo dato alla attività formativa ma mi domando in che senso può aiutale la salute mentale l’attenzione alle infezioni ospedaliere.

 

di Simona Musco

Il Dubbio, 5 febbraio 2025 Il decreto Cutro? Un flop. Non solo per i trattenimenti, annullati perché ritenuti illegittimi, ma anche in Tribunale, dove finora la specifica aggravante derivante dalla morte della persona trafficata non è stata mai applicata a livello sanzionatorio. L’ultimo caso come riporta Il Reggino - è quello di Locri, dove un processo celebrato a seguito di uno sbarco - nel quale ha perso la vita un giovane pakistano, Ashfaq Husnain, poco più che ventenne - si è concluso con due condanne e cinque assoluzioni.

 

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 5 febbraio 2025 “Con il nuovo regolamento europeo sulla migrazione, in vigore dal 2026, gli Stati potranno stilare un elenco di Paesi di origine sicuri con eccezioni di territori o persone, ma non avranno carta bianca”, spiega Fabio Spitaleri, professore di Diritto dell’Unione europea. L’entrata in vigore del nuovo Patto europeo sulla migrazione e l’asilo risolverà veramente tutti i problemi dell’Italia relativi ai trattenimenti dei migranti per le procedure accelerate d’asilo, inclusi quelli legati al centro di rimpatrio realizzato in Albania? Al Governo ne sono convinti: dopo l’ennesima sentenza sfavorevole della Corte d’appello di Roma, fonti del ministero dell’Interno hanno sottolineato che la giurisprudenza dei giudici italiani appare “di corto respiro” ed è “destinata a essere superata dagli eventi”, alla luce del “sistema già previsto ...

 

di Vincenzo R. Spagnolo

Avvenire, 5 febbraio 2025 L’altra notte nelle stesse acque della tragedia di due anni fa, con il mare in tempesta, la Guardia costiera è intervenuta prontamente e la macchina dei soccorsi s’è mobilitata. Risultato: tutti salvi. Mare impetuoso, forza cinque. Onde imponenti, fino a quattro metri. Venti gelidi e taglienti come lame, sopra i trenta nodi. Sono le “condizioni meteo-marine avverse” - per dirla in gergo marinaresco - con cui domenica gli equipaggi delle motovedette “Cp 303” e “Cp 321” della Guardia costiera si sono dovuti misurare per poter trarre in salvo centrotrenta migranti: 74 uomini, 27 donne e 29 bambini, partiti il 30 gennaio dalla Turchia su un vecchio peschereccio.

 

di Giacomo Guarini

Il Manifesto, 5 febbraio 2025 “Si è interrotto il legame diretto tra la prima e la seconda accoglienza. Una volta ottenuto il riconoscimento della protezione internazionale, molti migranti ospiti del Centro accoglienza richiedenti asilo di Bari si ritrovano a vivere per strada, senza casa e cibo, privi di diritti”. Un limbo che, secondo lo sportello sindacale Fuorimercato, “è funzionale a soddisfare la richiesta di manodopera da parte di quei settori produttivi che necessitano di forza lavoro usa e getta” e che trova un forte bacino di prelievo in un contesto caratterizzato da profonda incertezza. Da un lato, infatti, la presenza di una struttura di prima accoglienza, pensata per una permanenza transitoria e ubicata all’interno di una base militare in prossimità dell’aeroporto di Bari Palese, totalmente sconnessa dal tessuto cittadino.

di Paolo Delgado

Il Dubbio, 5 febbraio 2025 Alla fine l’informativa sul caso Almasri si farà. E passerà anche in diretta Tv. Ci saranno i ministri della Giustizia Nordio e dell’Interno Piantedosi, ma non ci sarà la premier Meloni, che non ha alcuna voglia di legare il suo volto a una vicenda così opaca e scivolosa. Niente premier e, per un pomeriggio intero, niente diretta tv dalla Camera. Ma la conferenza dei capigruppo del Senato decide diversamente da quella di Montecitorio e dopo qualche ora anche i deputati di adeguano, così anche la trasmissione televisiva sarà bicamerale. Riferiranno sull’increscioso caso Almasri i ministri della Giustizia Nordio e degli Interni Piantedosi.

di Nello Scavo

Avvenire, 5 febbraio 2025 Un dossier degli esperti che rispondono al Consiglio di sicurezza, precedente all’arresto su mandato della Corte penale dell’Aja e al rilascio in Italia, descrive gli affari del generale libico. È il 13 dicembre 2024 quando gli investigatori Onu consegnano al Consiglio di sicurezza il nuovo report annuale sulla Libia. Il caso Almasri, con il controverso viaggio in Europa e l’arresto in Italia su mandato della Corte penale dell’Aja concluso con l’accompagnamento di Stato a Tripoli, non è neanche in preventivo. Ma il generale libico per la seconda volta dal 2023 è uno dei protagonisti dell’investigazione internazionale.

 

di Carlo Verdelli

Corriere della Sera, 5 febbraio 2025 Di Trentini non si hanno notizie dal 15 novembre. Il governo Maduro è una democrazia per finta. Ora in Italia serve una mobilitazione come quella per Cecilia Sala. L’appello dei genitori di Regeni va ascoltato. Un altro italiano che scompare, come di recente Cecilia Sala, solo che stavolta dal buco nero che sembra averlo inghiottito in Venezuela non arrivano segnali di alcun tipo, né motivazioni ufficiali per le quali sarebbe stato arrestato, né dove si trova, come sta (soffre di pressione alta e deve assumere farmaci), in che condizioni è costretto. Si chiama Alberto Trentini, 45 anni, veneziano, cooperante per studio e professione, una bella faccia buona con i capelli corti, barbetta leggera, occhi chiari, ma il suo volto e il suo nome dicono poco a troppi e sulla sua sorte non sembra montare ...

 

DOCUMENTI

Articolo. "L’arte di slegare le persone", di Michela Perrone

Articolo. "La risoluzione del CSM in materia di Residenze per le misure di sicurezza"

Articolo. "Autori di reato e malattia mentale: note per evitare un’errata valutazione dei rischi", di Pietro Pellegrini