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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di martedì 25 febbraio 2025

di Paolo Foschini

Corriere della Sera, 25 febbraio 2025 I ventimila impegnati nell’anno-record: 1 ogni 16 detenuti contro 1 educatore su 65. Il Terzo settore svolge l’80% delle attività, eppure non esiste un registro nazionale: “Non siamo supplenti, vogliamo contare”. Per milioni di persone, ovviamente, la galera è l’ultimo posto in cui uno vorrebbe finire. Poi ce ne sono molte altre - oggi in Italia 62mila - che in galera ci stanno e ovviamente ne vorrebbero solo uscire. Infine c’è un gruppo di gente, evidentemente strana, che in galera invece spinge per entrare: è la galassia dei volontari e delle volontarie. Tanto necessaria quanto misteriosa: in un mondo che oggi conta anche i microbi nessuno sa con precisione quante persone la compongono a livello nazionale. A partire dal Ministero della giustizia e dall’Amministrazione penitenziaria, che pure sono le autorità da cui tutta quella folla ottiene i permessi d’ingresso.

 

ilgiornalepopolare.it, 25 febbraio 2025 Da mesi gli appelli al Governo sulla necessità di intervenire sul sistema carceri si ripetono. E ora, che i suicidi, il sovraffollamento e altre criticità continuano, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale ha indetto una mobilitazione nazionale per il 3 marzo. Lo ha annunciato in un documento con il quale denunciano il “silenzio assordante da parte della politica e della società civile sul carcere”. “Sono passati due mesi dal discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha richiamato tutti al rispetto della dignità di ogni persona e dei suoi diritti anche per chi si trova in carcere” ricordano in un documento i Garanti. Che chiedono “soluzioni giuridiche immediate sia alla politica che all’Amministrazione penitenziaria attraverso provvedimenti che riducano il sovraffollamento e migliorino le condizioni di vita dentro le carceri”.

 

di Domenico Alessandro De Rossi*

Il Riformista, 25 febbraio 2025 La preparazione dei professionisti coinvolti nel sistema penitenziario è importante. Bisogna puntare su un percorso formativo avanzato che integri diverse discipline. Che in Italia le carceri siano al collasso è cosa acquisita. Gli effetti si misurano con il drammatico andamento dei suicidi, che mai nella storia dell’esecuzione penale italiana si sono presentati con tale asprezza. Le cause di questa realtà, se non vogliamo fare solo propaganda di basso profilo, non sono da attribuire interamente all’attuale governo. A sostegno di ciò basti ricordare quando la Cedu nel 2013 condannò l’Italia per la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani. La Corte di Strasburgo affrontava quanto di inaccettabile nell’esecuzione penale in Italia già da molto prima avveniva per il sovraffollamento carcerario. C’è da dire che, nonostante il tempo passato e l’alternanza di governi a colorazioni politiche e sfumature diverse, nulla è stato compiuto per fare di meglio. Nulla. A parte i convegni, i tavoli “tecnici” e gli esperti autonominati.

 

di Errico Novi

Il Dubbio, 25 febbraio 2025 Il capo dei pm di Palermo Maurizio De Lucia spiega, in un’impietosa intervista al Corriere della Sera, come la linea intransigente del governo sulle carceri renda impossibile controllare proprio i detenuti più pericolosi, gli esponenti delle cosche, che danno ordini dai penitenziari e rafforzano così il loro peso criminale A Pordenone, sabato scorso, Carlo Nordio ha visitato un carcere, o meglio un progetto di futuro carcere, che ha definito il suo “sogno”. Dentro ci saranno infatti “spazi” diversificati, per “dare la possibilità di fare sport all’aperto e di lavorare”. Intanto andrebbe notato che il ministro della Giustizia del governo democraticamente eletto ha del tutto ignorato un’altra tipologia di spazi, che pure la Corte costituzionale - organo di garanzia alle cui pronunce il governo avrebbe l’obbligo di attenersi, ma vabbè - che la Consulta, si diceva, ha individuato come irrinunciabili: gli spazi per l’affettività di chi è dietro le sbarre.

 

di Serena Palumbo

Corriere della Sera, 25 febbraio 2025 L’Istituto a custodia attenuata per detenute madri di Lauro (Avellino) è stato aperto nel 2016 con finanziamenti stanziati dalla Regione Campania. Si dondolano sull’altalena. Giocano, spingendosi sempre più in alto. Alice e Carol (nomi di fantasia), 7 e 6 anni, cercano di raggiungere il cielo: l’unica “parte” del mondo esterno che intravedono oltre le mura alte e gialle. Quelle dell’Istituto a custodia attenuata per detenute madri (Icam) di Lauro, in provincia di Avellino, nel quale sono “rinchiuse” con le loro mamme. L’unico del Mezzogiorno e l’unico in Italia a essere esclusivamente destinato ad accogliere le carcerate con i loro figli. Ma che oggi è stato chiuso, costringendo le due bambine a essere trasferite in una sezione speciale delle carceri ordinarie di Milano e Venezia.

 

di Isabella De Silvestro

Il Domani, 25 febbraio 2025 Il ministro autorizza lo spostamento di un gruppo under 25 reclusi nei penitenziari minorili. Saranno traferiti al Dozza assieme agli adulti, dove non mancano i problemi tra sovraffollamento e atti di autolesionismo. Garanti e associazioni protestano. Il decreto Caivano ha segnato un punto di svolta nella gestione della giustizia minorile, riducendo le possibilità di misure alternative alla detenzione e ampliando il numero di reati per cui i minori possono essere reclusi. Una delle conseguenze immediate è stato l’aumento della popolazione carceraria minorile, con strutture ormai oltre i limiti della capienza.

 

di Sara Biglieri

Il Sole 24 Ore, 25 febbraio 2025 Il 28 febbraio segnerà il secondo anniversario dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia, presentata come una svolta per ottenere la “semplificazione, speditezza e razionalizzazione” del processo civile, rendendolo così idoneo a garantire gli stessi standard di efficienza assicurati nei principali Paesi europei. Il bilancio, però, quantomeno ad oggi, non appare così positivo come auspicato dal legislatore. Da un lato, la Riforma si è scontrata con una realtà complessa, caratterizzata da atavici limiti strutturali ed organizzativi del “sistema giustizia” e da carenze di organico di magistrati rispetto al numero di controversie pendenti; problemi, questi, che non possono certo essere risolti tramite una mera modifica del c.p.c.

 

di Edmondo Bruti Liberati

Corriere della Sera, 25 febbraio 2025 La “giustizia domestica” del Csm, contrariamente a quanto talora si dice, è particolarmente rigorosa sui pochi casi gravi emersi su circa 9.000 magistrati in servizio. La gestione del disciplinare sui magistrati da parte del Consiglio Superiore della Magistratura è accusata da più parti di lassismo. Di qui la proposta del Governo di includere nella riforma sulla separazione delle carriere l’istituzione di una Alta Corte Disciplinare, sottraendo questa competenza al Csm. Nella Relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2024 del Procuratore generale della Cassazione Luigi Salvato (24 gennaio 2025) sono forniti dati statistici con i quali è opportuno confrontarsi.

 

di Liana Milella

Il Fatto Quotidiano, 25 febbraio 2025 I Consigli saranno due, uno per la componente giudicante, l’altro per quella inquirente. La sezione disciplinare sarà corte autonoma. Saranno necessari nuove sedi, attrezzature e personale. Oggi un consigliere costa allo Stato 240 mila euro e 50 mila di spese. Buttiamola sui soldi. Che in tempi di gravissima crisi per le famiglie italiane alle prese coi rincari di tutto (gas, luce, cibo, per citare solo quelle cose di cui non si può fare a meno) contano assai. E guardiamo quanto rischia di costarci, se dovesse andare in porto, la riforma anti-giudici della separazione delle carriere. Devono ben saperlo i cittadini che andranno a votare al referendum. E dovranno chiedersi: riforma davvero necessaria o solo una resa dei conti?

 

di Rinaldo Romanelli

Il Riformista, 25 febbraio 2025 I magistrati sono pronti alla mobilitazione, prevista il 27 febbraio, per opporsi alla separazione delle carriere Dimenticano però che a minacciare davvero i princìpi di autonomia e indipendenza è l’affarismo correntizio. Una delle poche cose buone introdotte dalla riforma Cartabia del 2022 dell’Ordinamento giudiziario era la norma che non consentiva ai magistrati posti fuori ruolo, per ricoprire incarichi di stretta collaborazione con il ministro, di essere destinati immediatamente - una volta cessato l’incarico - a guidare una Procura o un altro ufficio giudiziario. Dovevano passare almeno tre anni dalla cessazione della funzione ministeriale. Un magistrato, oltre ad essere imparziale, dovrebbe anche apparirlo.

di Valentina Santarpia

Corriere della Sera, 25 febbraio 2025 “Tratti sempre più inquietanti”: è la denuncia che arriva dalla segretaria del Pd Elly Schlein riguardo alla vicenda dello spionaggio di attivisti e giornalisti che avrebbe coinvolto anche un sacerdote. Si tratta di “Don Mattia Ferrari, prete attivo con Mediterranea” che “è stato spiato con un software installato sul suo telefono”. Secondo Schlein, è dunque “urgente e necessario che il governo, e in particolare Giorgia Meloni, smetta di scappare e si impegni a chiarire al Paese chi sta spiando attivisti e giornalisti, perché qui sono a rischio le fondamenta dello stato di diritto. Abbiamo chiesto al governo di dirci quali entità statali hanno autorizzato l’installazione dei software di Paragon sui cellulari spiati, e il governo non sta dando queste risposte. Che cosa sta coprendo?

 

di Umberto Rapetto

Il Manifesto, 25 febbraio 2025 Nessuno risponde sull’uso di Paragon e degli altri spyware. Un fatto grave, ma non sarebbe difficile capire chi ha agito. E perché. La sindrome di Polifemo attanaglia le istituzioni che, a chi domanda chi sia stato a spiare giornalisti e attivisti e a sfiorare il segreto del confessionale di un cappellano, risponde con forza “Nessuno!”. In questa Odissea si cerca chi sia pronto a vestire i panni di Omero e ad accompagnare il pubblico con un racconto che leghi insieme fatti, dichiarazioni e suggestioni che continuano a galleggiare tra i flutti agitati del naufragio della attendibilità. La ricostruzione di quanto è accaduto può trovare comprensibile ostacolo solo nel segreto di Stato che - finora - non sembra esser stato invocato da chicchessia, complice una presupposta estraneità del governo nella vicenda.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 25 febbraio 2025 Oggi la Corte costituzionale terrà l’udienza pubblica sulla questione di legittimità dell’articolo 41 bis, nella parte in cui prevede che i detenuti possano usufruire di sole due ore d’aria. Sarà audito l’avvocato Valerio Vianello Accorretti, del foro di Roma, difensore di Giovanni Birra, un detenuto sottoposto al regime differenziato nel supercarcere di Bancali, in Sardegna. Grazie al suo ricorso, il magistrato di sorveglianza di Sassari ha sollevato la questione di costituzionalità, ritenendola rilevante per la presunta violazione di articoli fondamentali della Costituzione. La disciplina delle ore d’aria ha già registrato evoluzioni in passato, in linea con i principi costituzionali.

 

di Patrizia Maciocchi

Il Sole 24 Ore, 25 febbraio 2025 Per la Suprema corte il lavoro carcerario è tanto più rieducativo quanto più è uguale a quello dei liberi. Stessi diritti dunque previdenza compresa. Il detenuto ha diritto all’indennità mensile di disoccupazione se il lavoro svolto in carcere finisce non per sua volontà. La Cassazione ricorda che il rapporto di lavoro del detenuto alle dipendenze della Pubblica amministrazione penitenziaria va considerato come un ordinario rapporto di lavoro, malgrado la sua particolare regolamentazione normativa. Via libera agli stessi diritti goduti dai lavoratori esterni, a iniziare dalla Nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego (Naspi).

 

di Mario Parolari

Corriere del Trentino, 25 febbraio 2025 Dai 32 Enti lavoro e iniziative sociali per sostenere i carcerati. Fugatti: “Trentino innovatore”. Da tutto il Trentino Alto Adige e dagli organi di governo, 32 soggetti firmatari tra enti e istituzioni si sono impegnati a dar vita al Distretto dell’Economia Solidale: “Per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale”. “È motivo di orgoglio vedere riuniti attorno a questo tavolo tutti gli attori principali della nostra comunità, in un percorso innovativo a livello nazionale”. Il tavolo a cui fa riferimento il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti è quello attorno a cui ieri 32 soggetti firmatari si sono impegnati a dar vita al Distretto dell’Economia Solidale (Des): “Per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale”.

 

di Sara Pizzorni

Cremona Oggi, 25 febbraio 2025 Un detenuto italiano di circa 40 anni psichiatrico si è tolto la vita questa mattina nel carcere di Cremona. Lo ha reso noto Uilpa Polizia penitenziaria, attraverso il suo segretario generale Gennarino De Fazio. “Si tratta”, ha spiegato De Fazio, “di un detenuto accusato di reati a sfondo sessuale e contro la persona”. L’uomo si è tolto la vita impiccandosi. A nulla sono valsi i soccorsi. “Sale così a 13 la drammatica conta dei reclusi che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno”, ha dichiarato De Fazio, “cui bisogna aggiungere un operatore. Siamo palesemente di fronte a una carneficina a cui non si pone, di fatto, alcun argine efficace e che testimonia ancor di più, qualora ce ne fosse bisogno, la drammaticità dell’emergenza penitenziaria”.

 

La Sicilia, 25 febbraio 2025 I familiari dei detenuti hanno presentato querela alla Procura di Agrigento. Le famiglie di tre detenuti nel carcere di Agrigento hanno presentato alla Procura di Agrigento una querela denunciando le “condizioni disumane dell’istituto di pena” in cui verrebbe commessa “una violazione sistematica dei diritti fondamentali e una tortura silenziosa”. A parlare sono Angela Crugliano, Concetta Pirito ed Erminia Cotena, mogli e sorelle di detenuti, sostenute dall’avvocata Guendalina Chiesi, vicepresidente dell’associazione “Quei Bravi ragazzi family Onlus” a cui i familiari si sono rivolti. Il documento, indirizzato anche al Garante nazionale dei detenuti e al ministro della Giustizia Carlo Nordio, descrive un quadro drammatico.

 

di Valentina Murrieri

lecceprima.it, 25 febbraio 2025 I detenuti si raccontano. Abbiamo incontrato tre ospiti dell’istituto penitenziario leccese, chiacchierando liberamente sul passato, sul percorso di introspezione ed elaborazione dei propri errori all’interno della struttura e del futuro che li attende fuori. “Il carcere fino a pochi anni fa non era pensato per le donne: non ci erano consentiti neppure trucchi e colore per capelli”. Uno. Due. Poi la terza spinta sulla porta antipanico che non si apre. Alle spalle, la voce dell’agente della polizia penitenziaria: “L’aiuto io. Questo è il segno di come qui sia facile entrare, ma poi tanto difficile uscire”. Una “città nella città” l’ha definita una delle detenute che abbiamo ascoltato. Con una popolazione di mille e 200 abitanti, quella di Borgo San Nicola è la più grande struttura detentiva di Puglia ...

 

di Valentina Murrieri

lecceprima.it, 25 febbraio 2025 Dopo aver diretto altri istituti penitenziari della Puglia, dal marzo del 2022 Mariateresa Susca è alla guida di quello leccese. L’abbiamo incontrata per affrontare i temi del sovraffollamento, del crescente numero dei suicidi e, più in generale, della finalità rieducativa e risocializzante cui la pena deve tendere. Con la sua popolazione di circa mille e 200 persone, quello di Borgo San Nicola è il più grande istituto penitenziario della Puglia. Degli ospiti una novantina di sesso femminile: sessanta nel circuito media sicurezza, le restanti in quello alta sicurezza, circuito quest’ultimo che ospita anche circa 200 uomini. Una “città nella città”, come lo definiscono le stesse persone detenute. Una realtà solo immaginata dagli abitanti di Lecce, resa distante non tanto dalle grosse mura di cemento armato, quanto dai tabù che spesso ne orlano il racconto.

 

di Jacopo Storni

Corriere Fiorentino, 25 febbraio 2025 “Altro diritto” contesta il requisito della cittadinanza italiana e diffida Palazzo Vecchio. “Il bando per il garante dei detenuti è discriminatorio: prevede solo candidati italiani”. Con questa motivazione l’associazione “Altro diritto” ha presentato una diffida al Comune di Firenze sull’elezione del prossimo garante dei detenuti. Ecco il passaggio sotto accusa: “Alla carica di Garante per i diritti delle persone private della libertà personale è preposto un/a cittadino/a italiano/a con comprovata competenza nel campo delle scienze giuridiche, dei diritti umani, oppure nel campo delle attività socio-sanitarie negli Istituti di prevenzione e pena e nei Servizi sociali, oltre che con esperienze acquisite nella tutela dei diritti”.

di Valentina Paiano*

Il Resto del Carlino, 25 febbraio 2025 Gli studenti della scuola Orceoli riflettono sulle condizioni dei reclusi grazie alla storia di uno di loro. Antonio porta tra i banchi la sua esperienza: “Sono stati anni difficili, la vita in prigione è dura e spietata”. Tra le varie esperienze che la nostra classe ha affrontato negli ultimi mesi, la più significativa è stata sicuramente l’opportunità di incontrare un ex detenuto del carcere di Forlì. Abbiamo riflettuto su che cosa sia la legalità e imparato a darle il giusto valore. Era il 25 novembre scorso quando nell’Aula Magna della scuola Orceoli, abbiamo ascoltato il racconto di Antonio, che ci ha regalato la sua storia personale per invitarci a riflettere sulle conseguenze delle nostre scelte. Accanto a lui l’ex vicecomandante del carcere di Forlì, Mariateresa D’Agata, che ci ha fornito un punto di vista diverso sulla ...

 

primapaginatrapani.it, 25 febbraio 2025 Un momento di gioia per le famiglie dei detenuti della Casa Circondariale di Trapani. Fondata a Messina il 1° dicembre 2008 da Michele Recupero, la Crivop Italia Odv è attualmente attiva in sette regioni italiane e opera in oltre 20 istituti penitenziari, grazie all’impegno di circa 190 volontari. L’attività nel settore penitenziario ha avuto inizio nel marzo 2006, prima in forma informale e, dal 1° dicembre 2008, con una struttura ufficiale. La Crivop Italia Odv si dedica al sostegno morale e materiale di numerosi detenuti e persone sottoposte a misure alternative, fornendo supporto anche alle loro famiglie. L’8 febbraio 2021, è stato siglato un protocollo d’intesa nazionale con il Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma, rinnovato il 24 giugno 2024...

 

di Paola Pellai

Confidenze, 25 febbraio 2025 A Palermo, una bella iniziativa sociale insegna alle persone più fragili a realizzare abiti con ago, filo e macchina da cucire. Riparando non solo gli gli strappi dei tessuti, ma anche quelli dell’anima. Un semplice filo può ricucire il mondo: si impara alla Sartoria Sociale, nel quartiere Malaspina a Palermo. “Qui l’inclusione non si promette, si fa” spiega Rosalba Romano, assistente sociale di lunga esperienza e socia fondatrice della cooperativa sociale Al Revès, che nel luglio 2012 ha fatto nascere Sartoria Sociale, luogo che rigenera tessuti e vite umane. “Noi siamo un porto” dice Romano, “il tessuto è un ponte e la manualità ci unisce. Alla Sartoria transitano migranti, vittime di violenza, uomini e donne che hanno commesso piccoli reati o che arrivano da centri di salute mentale”.

 

varesenews.it, 25 febbraio 2025 Il documentario “Benvenuti in galera”, che racconta l’esperienza unica del ristorante attivo all’interno del carcere di Bollate, arriva a Materia Spazio Libero (in via Confalonieri 5, Sant’Alessandro - Castronno) con una proiezione speciale. L’evento, in programma per mercoledì 26 febbraio alle 21.00, offrirà uno sguardo sulla possibilità di riscatto e inclusione attraverso la ristorazione e il lavoro. Il film parla del ristorante aperto al pubblico presente da anni nel carcere di Bollate e guidato da uno chef che ha lavorato con Gualtiero Marchesi. Il documentario ne mostra l’attività che continua grazie alla disponibilità dei detenuti e alla professionalità di Silvia Polleri, esperta del settore ristorazione. L’obiettivo del ristorante è il recupero della vita sociale dei detenuti e mostrare come una pena detentiva ...

 

di Rosella Redaelli

Corriere della Sera, 25 febbraio 2025 Le esperienze di Giovanna Canzi, ex docente della scuola della struttura di Monza, sono diventate un libro. Giacomo, il giardiniere, si siede al sole con un libro in mano, Addou è schivo e imperturbabile, Stefano è chiuso in un corpo senza armonia, ma dà il meglio di sé sul palco dopo aver scoperto le pagine di Kafka, Oresti sembra incapace di aprirsi e commuoversi, Paolo e Romeo, idealisti delusi, passano ore in biblioteca. Sono alcuni degli studenti che Giovanna Canzi ha incontrato nelle aule della scuola del carcere di Monza. Con loro, dal 2017 per cinque anni, ha scambiato versi di poeti, pagine di scrittori, ha cercato di ricostruire una normalità che non hanno mai conosciuto. Insegnante, giornalista, editor di libri per ragazzi Giovanna Canzi ha voluto ricordare volti e storie nel volume ...

 

di Gennaro Grimolizzi

Il Dubbio, 25 febbraio 2025 Ecco i numeri del nuovo report curato dalla direzione della polizia criminale: il tasso di omicidi è di 0,54 vittime per 100mila abitanti. In Italia si registra una diminuzione costante degli omicidi volontari consumati. È quanto emerge dall’ultimo report del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale, che ha preso come periodo di riferimento il decennio 2015-2024. Il calo degli omicidi volontari è pari al 33%: nel 2015 sono stati 475, mentre lo scorso anno il numero è sceso a 319 (il tasso di omicidi è di 0,54 vittime per 100mila abitanti). Il decremento è stato del 6% se si considera il biennio 2023-2024. Due anni fa gli omicidi sono stati 340, mentre nel 2024 hanno raggiunto quota 319.

 

di Davide Varì

Il Dubbio, 25 febbraio 2025 Ebbene sì: l’Italia è un paese sicuro. Uno dei più sicuri d’Europa. Gli omicidi calano, tutti gli omicidi. Quelli mafiosi addirittura crollano del 72%. Eppure, il racconto mediatico e politico dipinge un’Italia in preda all’insicurezza, all’anarchia criminale. Un paese in cui l’ombra della paura si allunga su ogni vicolo, su ogni strada, in ogni vagone della metro. Sono anni, addirittura decenni che confondiamo la percezione con la realtà. Ma non è un errore, una svista: è una strategia chirurgica, studiatissima. La paura è una leva per esercitare il potere. Un paese impaurito, che vive la quotidianità con incertezza, è infatti un paese a cui è più facile vendere la ricetta magica delle pene esemplari, della galera come unica panacea. Ma è fumo negli occhi.

 

di Mariama Sylla*

L’Unità, 25 febbraio 2025 È passato ormai un anno dalla morte di mio fratello, faccio ancora fatica a capire e ad accettare quello che gli è successo. Siamo abituati a immaginare i Paesi europei come Paesi sviluppati e dove sono rispettati i diritti umani. Non avrei mai potuto immaginare la situazione in cui era caduto il mio fratellino, che ho scoperto solo dopo la sua morte, e tutto soltanto a causa dell’irregolarità dei suoi documenti. Un trattamento forse non riservato nemmeno ai criminali ha finito per spingerlo a togliersi la vita per non dover più soffrire in queste condizioni infernali, e soprattutto penso che forse è stato tutto dovuto a una mancanza di comunicazione e di informazione. Era in Italia da soli 7 mesi, non conosceva bene la lingua e forse non sapeva nemmeno dell’esistenza di questi centri di detenzione.

 

di Alessandro Parrotta*

Il Dubbio, 25 febbraio 2025 Se si impedisse il trasferimento nelle Corti d’appello per i giudici specializzati sulle richieste d’asilo, si calpesterebbe l’articolo 104 della Costituzione. Il dibattito sulla gestione dei migranti e il caso Almasri monopolizzano o quasi da settimane, se non da mesi il dibattito pubblico, e danno forma concreta allo scontro tra governo e magistratura, già “animato”, sul piano “ideale”, dall’iniziativa riformatrice del ministro Nordio. Da un punto di vista giuridico, la questione verte sulla separazione dei poteri e sulla legittimità delle scelte governative rispetto ai vincoli costituzionali e internazionali. Da una parte, la maggioranza di governo spinge per un rafforzamento della tutela statale, fino al superamento degli ostacoli posti dalle decisioni giudiziarie.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 25 febbraio 2025 I giudici Ue decidono sull’accordo tra Roma e Tirana e quindi sui no dei Tribunali alle liste dei Paesi sicuri. Decisiva udienza oggi davanti alla Corte di giustizia europea in Lussemburgo: si discuterà infatti del protocollo Italia Albania. La decisione, attesa nei prossimi mesi, avrà importanti ricadute sulla immagine della politica migratoria del governo e sul rapporto tra politica e magistratura che in questi mesi, proprio su questo tema, è arrivato a livelli molto alti di scontro, tali da portare la maggioranza a spostare dai Tribunali civili alle Corti di Appello la competenza sulla materia.

 

di Franz Baraggino

Il Fatto Quotidiano, 25 febbraio 2025 L’Alto commissario ONU Turk: “Autoritarismo controlla un terzo dell’economia globale”. “Nei secoli passati, l’uso sfrenato della forza da parte dei potenti, gli attacchi indiscriminati ai civili, i trasferimenti di popolazione e il lavoro minorile erano all’ordine del giorno. Attenzione: può succedere di nuovo”, ha detto Volker Turk nel suo discorso di apertura della 58esima sessione del Consiglio Onu diritti umani. “Il sistema internazionale sta attraversando un cambiamento tettonico e l’edificio dei diritti umani che abbiamo costruito con tanta fatica nel corso dei decenni non è mai stato così sotto pressione”.

 

ansa.it, 25 febbraio 2025 L’Ong Human Rights Watch (Hrw) ha criticato la recente riforma approvata dal parlamento di El Salvador che prevede il trasferimento di minorenni accusati di “reati commessi nell’ambito delle attività della criminalità organizzata” in padiglioni separati all’interno dei centri penitenziari per adulti. Per Hrw, la misura voluta dal presidente Nayib Bukele nel contesto della lotta contro le potenti Pandillas “viola gli standard internazionali” esponendo i minorenni a “maggiori rischi di torture e altri gravi abusi” e “rappresenta un grave ostacolo ai diritti dei bambini e degli adolescenti in El Salvador”, ha affermato la direttrice della divisione Americhe di Human Rights Watch Juanita Goebertus.

DOCUMENTI

Garante nazionale. Studio aggiornato al 24 febbraio 2025 degli eventi suicidari e decessi negli istituti penitenziari

"Non tutti sanno". Notiziario della Casa di Reclusione di Roma Rebibbia. Numero 6, dicembre 2024