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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 22 febbraio 2025
Il Fatto Quotidiano, 22 febbraio 2025 Il Garante nazionale dei detenuti scrive a Nordio. Il principio fissato oltre un anno fa dai giudici costituzionali è rimasto sulla carta. Il Garante nazionale delle persone private della libertà ha inviato nei giorni scorsi una lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio per “conoscere quali misure di rango legislativo e regolamentare” voglia adottare per dar seguito alla sentenza della Corte costituzionale a tutela del diritto all’affettività delle persone detenute, pronunciata ormai oltre un anno fa. Accogliendo il ricorso di un detenuto nel carcere di Terni, la Consulta aveva affermato il diritto della persona ristretta possa svolgere i colloqui con il coniuge o il convivente senza il controllo a vista del personale di custodia, quando non ci siano ragioni giuridiche o di sicurezza.
di Diego Mazzola
L’Unità, 22 febbraio 2025 Continuo a sognare a occhi aperti che un bel giorno vedremo crollare il Sistema Penale sotto la valanga dei suoi fallimenti e contraddizioni e che siano rasi al suolo tutti gli istituti carcerari penali di questo mondo. Già Aldo Moro credette al superamento del Sistema Penale, che da sempre si è basato sulla sofferenza procurata a chi viene recluso. In pratica, stiamo parlando di tortura, perché il carcere è tortura. Attenzione, dunque, quando si usano termini come “penitenziario”, “esecuzione della pena”, perché “pena” è solo ciò che ci muove quando vediamo il dolore negli occhi di animali e di persone sofferenti: il resto, se procurato, è solo tortura.
di Massimo Franco
Corriere della Sera, 22 febbraio 2025 Un governo compatto a difesa del sottosegretario Delmastro, ma silenzioso sulla ministra Santanchè, attacca i magistrati. Le conseguenze della condanna del sottosegretario meloniano alla Giustizia, Andrea Delmastro, per rivelazioni di notizie che dovevano rimanere segrete, sono ancora in incubazione. Ma nell’immediato si inasprisce il conflitto istituzionale tra politica e magistratura. E da giovedì la premier Giorgia Meloni ha due membri del governo impigliati in questioni giudiziarie: Delmastro e la ministra del Turismo, Daniela Santanchè. Su entrambi Palazzo Chigi ha scelto una linea di difesa netta in nome del garantismo, seppure venata di imbarazzo. Semmai, a colpire è la differenza con la quale i due casi sono stati accolti da FdI, il partito di Meloni.
di Cataldo Intrieri
Il Domani, 22 febbraio 2025 Con la nuova ondata di polemiche contro le toghe dopo la condanna del sottosegretario Delmastro, l’esecutivo rivela una sorta di lapsus: quella di immaginare anche in regime di separazione delle carriere la prevalenza del parere del pm e la sua signoria del processo. Fraintendimento tecnico o disvelamento di un pensiero recondito? Come prevedibile la condanna del sottosegretario Andrea Delmastro, uomo del cerchio magico meloniano, ha scatenato l’ennesima ondata di polemiche. Era successo già quando egli fu rinviato a giudizio per decisione del Gip di Roma nonostante il contrario avviso della procura che aveva sollecitato l’archiviazione della denuncia a suo carico. Allora diversi esponenti del governo, a partire dalla premier e dallo stesso guardasigilli, avevano manifestato stupore per non dire indignazione ...
di Errico Novi
Il Dubbio, 22 febbraio 2025 Nei giorni precedenti era avanzata molto la linea trattativista di Mantovano. Ma dopo la condanna del sottosegretario alla Giustizia, Meloni non intende più negoziare la riforma con l’Anm. Forse bisogna far caso a due coincidenze. Antonio Tajani, fra i leader del centrodestra, è stato l’unico a liquidare esplicitamente la condanna di Andrea Delmastro come un “segnale contro la riforma della giustizia”. L’altra coincidenza è nella nota diffusa dall’Anm, in cui si dice che “la vicenda del sottosegretario” dimostra come il pm possa “chiedere l’assoluzione, nonostante la sua carriera non sia separata da quella del giudice” e il giudice non sia “succube del pm”. Il tutto prova “l’inutilità” della “separazione” disegnata da Carlo Nordio.
di Danilo Paolini
Avvenire, 22 febbraio 2025 In quella Babele in cui negli anni si è trasformato il dibattito politico, dove tutti parlano e nessuno ascolta (e se ascolta non capisce, o peggio, strumentalizza), è sempre dietro l’angolo il pericolo di contraddirsi. È proprio quanto è accaduto al Governo dopo la condanna a 8 mesi in primo grado (pena sospesa) del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove. Il ministro guardasigilli Carlo Nordio, una vita intera trascorsa nei tribunali come pubblico ministero, si è detto “disorientato e addolorato” dal verdetto, dando così l’impressione di avere a cuore più la separazione delle carriere dei magistrati che non quella tra i poteri dello Stato.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 22 febbraio 2025 Il sottosegretario politicizza la sua sentenza. Ma l’unica vera toga rossa voleva assolverlo. L’Anm: “È la prova che la separazione delle carriere non serve a nulla”. Giovedì sciopero. La storia è sempre la stessa: se un giudice prende una decisione sgradita all’esecutivo finisce al centro del mirino. E così la condanna a otto mesi del sottosegretario Andrea Delmastro per la rivelazione di conversazioni segrete dell’anarchico Alfredo Cospito al 41 bis, ha portato al centro del palco allestito per la gogna mediatica filogovernativa i tre giudici che hanno emesso la sentenza. “È un dato di fatto che il collegio fosse fortemente connotato dalla presenza di Magistratura democratica”, ha detto Delmastro tornando sulla sua condanna. Da lì l’attenta analisi della biografia dei magistrati dell’ottava sezione ...
di Federica Olivo
huffingtonpost.it, 22 febbraio 2025 Il sottosegretario, condannato per rivelazione del segreto, è stato blindato dalla premier. Rimane con la delega alle carceri, dove potrà veder crescere il “suo” dipartimento per sedare le rivolte, blindare il 41 bis, benedire il nuovo regolamento per gli agenti. Non solo “resta al suo posto”, dopo la condanna a otto mesi per rivelazione del segreto, come dice Giorgia Meloni. Ma il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, potrebbe consolidare ulteriormente il potere nell’ufficio su cui ha le deleghe. Il Dap, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, che gestisce le carceri. Quelle stesse carceri nelle quali si reca spesso senza visitare chi li popola perché (citazione) “non mi inchino alla Mecca dei detenuti”.
di Iuri Maria Prado
linkiesta.it, 22 febbraio 2025 Riforme andate male: fascicoli in aumento e processi più difficili per chi vi ricorre, mentre la mediazione forzata sposta un problema senza risolverlo. Messe in campo per il PNRR, dopo qualche anno le nuove norme sulla giustizia civile hanno creato un sistema con più fascicoli e meno diritti. Il fatto che le riforme in materia di giustizia messe in campo da qualche anno a questa parte rischino di non raggiungere gli obiettivi verso cui erano preordinate, cioè il soddisfacimento dei criteri del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), costituisce il segno più appariscente ma meno grave dell’inadeguatezza di quegli interventi normativi.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 22 febbraio 2025 L’Esecutivo tira dritto sul limite di 45 giorni, ma M5S e Pd stigmatizzano l’assenza di esponenti di via Arenula. È iniziata ieri mattina alla Camera la discussione generale del Ddl, a prima firma del senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, sulle “modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione”. Il testo, già approvato dal Senato, prevede che le intercettazioni telefoniche e ambientali “non possono avere una durata complessiva superiore a quarantacinque giorni, salvo che l’assoluta indispensabilità delle operazioni per una durata superiore sia giustificata dall’emergere di elementi specifici e concreti, che devono essere oggetto di espressa motivazione”. La modifica non riguarda i reati di mafia e terrorismo.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 22 febbraio 2025 Il ministro della Giustizia ha negato il coinvolgimento del Dap ma resta oscura l’identità del corpo di polizia acquirente del software. In questi giorni, lo scandalo legato allo spyware Graphite della società israeliana Paragon Solutions ha sfiorato la Polizia penitenziaria. Durante il question time alla Camera di mercoledì scorso, si è rotto il “silenzio” che il governo - tramite Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio - aveva invocato appena 24 ore prima, appellandosi all’articolo 131 del regolamento parlamentare e definendo il caso come “classificato”, dunque di competenza del Copasir. A rispondere all’interrogazione di Italia Viva è stato il ministro della Giustizia Nordio, il quale ha confermato che nel 2024 nessuna persona è stata intercettata da strutture finanziate dal suo ministero ...
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 22 febbraio 2025 Adesso che si è rimesso in piedi, dopo il ricovero in ospedale e le prime cure, mentre sconta una misura cautelare per resistenza a pubblico ufficiale ed è accusato di omicidio stradale insieme al carabiniere che guidava la pattuglia lanciata a folle velocità al loro inseguimento per otto chilometri, Fares Bouzidi, il giovane alla guida dello scooter su cui viaggiava il 19enne Ramy Elgaml la notte in cui morì, ha denunciato in Procura i quattro carabinieri del Nucleo radiomobile di Milano che lo avrebbero “speronato” il 24 novembre 2024 e che avrebbero messo in atto un vero e proprio depistaggio, con false dichiarazioni e omissioni.
di Christian Donelli
parmatoday.it, 22 febbraio 2025 Un detenuto di 58 anni, Giuseppe Spagnulo, è morto nel corso della nottata tra giovedì 20 e venerdì 21 febbraio all’ospedale Maggiore di Parma. Le cause della morte sono in corso di accertamento ma, secondo le prime informazioni, si tratterebbe di un decesso dovuto a cause naturali. Secondo le prime informazioni la morte sarebbe avvenuta verso l’una. Gli era stata concessa la detenzione all’interno della struttura ospedaliera, visti i suoi problemi di salute. Giuseppe Spagnulo era stato condannato all’ergastolo insieme alla moglie Francesca Angiulli per l’assassino dell’ex carabiniere Antonio Cianfrone, avvenuto a Spinetoli, in provincia di Ascoli Piceno, il 3 giugno del 2020.
ansa.it, 22 febbraio 2025 “Durante la riunione abbiamo evidenziato come la scelta di chiudere l’Icam di Lauro, l’unico Istituto a custodia attenuata per madri detenute del Mezzogiorno aperto nel 2016, tra l’altro, con un grosso finanziamento di circa un milione di euro realizzato per ristrutturare quello che in precedenza era l’Icatt (istituto a custodia attenuta per il trattamento delle tossicodipendenze) appare assolutamente dannosa. Il rischio è, che d’ora in poi, da Roma in giù alle detenute madri sarà precluso il rispetto del principio della territorialità della pena, non potendo godere del loro diritto alla difesa, al reinserimento nel territorio, nonché il diritto a conservare relazioni dirette con i propri familiari.
di Alessandro Trocino
Corriere della Sera, 22 febbraio 2025 È una piccola storia, di quelle che non escono sui giornali, o vengono relegate in un trafiletto. Eppure vale la pena raccontarla, perché la realtà delle carceri somiglia più a questa vicenda che non alle polemiche sull’ultima battuta del ministro o sulla penultima dichiarazione dell’onorevole. Siamo a Bologna, nella casa circondariale Dozza. Un carcere che ha 500 posti di capienza regolamentare e 853 detenuti. Sovraffollamento grave, dunque. Eppure proprio qui il ministero della Giustizia - tramite il Dap, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria - ha in programma di installare una sezione speciale per giovani detenuti “difficili”. La motivazione ufficiale è quella del sovraffollamento degli Istituti minorili (Ipm): ci sono in tutta Italia 610 minori detenuti su 500 posti regolamentari.
di Nicoletta Tempera
Il Resto del Carlino, 22 febbraio 2025 Settanta detenuti dell’Alta sicurezza della Dozza saranno spostati nel carcere di Fossombrone. A riferire l’arrivo del provvedimento che dispone il trasferimento è stato il Garante regionale per le persone private della libertà, Roberto Cavalieri. Uno spostamento propedeutico all’arrivo, alla Casa circondariale bolognese, di altrettanti giovani adulti che saranno trasferiti dagli istituti minorili del centro nord. Un provvedimento, annunciato come temporaneo, che è già stato fortemente contestato dagli organi di rappresentanza dell’avvocatura e visto con preoccupazione dallo stesso garante che ha commentato la notizia di ieri con un “Si è passati ai fatti”.
radiosienatv.it, 22 febbraio 2025 Progetto del Comune di Siena e della Casa Circondariale di Santo Spirito per l’impiego dei detenuti in attività di pubblica utilità. Il Comune di Siena ha sottoscritto una convenzione con il Ministero della Giustizia e con la Casa Circondariale di Santo Spirito per l’impiego delle persone in stato di detenzione per attività extra murarie di pubblica utilità. Il progetto, che coinvolge nove persone scelte dalla casa circondariale di Siena principalmente in base alla tipologia della detenzione, mira a favorire il reinserimento dei detenuti nel mondo lavorativo al termine della pena carceraria.
di Mauro Cifelli
romatoday.it, 22 febbraio 2025 Rivolta nel carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma. A darne notizia è il sindacato polizia penitenziaria Osapp per voce del segretario generale Leo Beneduci. La sommossa è scoppiata intorno alle 12:00 di oggi - venerdì 21 febbraio - nell’IPM di via Giuseppe Barellai. Una situazione potenzialmente esplosiva con l’intervento di numerose pattuglie dei carabinieri che hanno circoscritto la zona. La situazione è tornata poi alla normalità nel volgere di poco tempo.
modenatoday.it, 22 febbraio 2025 Durante una perquisizione, a fine gennaio, avrebbe subito un pestaggio in cella da parte di alcuni agenti di Polizia penitenziaria. Sarebbe in grado riconoscerne almeno due, a quanto pare, e avrebbe già detto al Garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri, di essere pronto ad una denuncia in Procura a Modena. Il diretto interessato è un detenuto 32enne, di origine marocchina, in attesa di giudizio, seguito dall’avvocato Luca Sebastiani. La dichiarazione del diretto interessato è stata depositata la scorsa settimana, proprio attraverso il Garante regionale dell’Emilia-Romagna, nel quale il detenuto racconta di aver subito un pestaggio nella sua cella, nel corso di una perquisizione che ha riguardato la sua sezione eseguita lo scorso 31 gennaio “alle prime ore del mattino”.
lavocediasti.it, 22 febbraio 2025 Presentazione alla Casa di Reclusione di Quarto del progetto che abbatte barriere e pregiudizi attraverso la scrittura condivisa. Mercoledì 26 febbraio alle 9, la Casa di Reclusione di Quarto ospiterà la presentazione del libro “Una penna per due mani”, risultato del lavoro che ha coinvolto gli studenti del Liceo “A. Monti” di Asti, guidati dalla professoressa Paola Lombardi, e i detenuti della struttura penitenziaria. Il libro raccoglie racconti, pensieri e disegni, mostrandosi attraverso la duplice prospettiva di chi li ha realizzati; due punti di vista come due sono le copertine di questa opera. L’idea del progetto è nata grazie alla collaborazione tra l’Associazione “Effatà - Volontari del carcere - ODV” e il Liceo “Monti”, affinché si favorisca il dialogo e il confronto tra due mondi distanti all’apparenza ...
quibrescia.it, 22 febbraio 2025 L’obiettivo è quello di proporre, nelle due case circondariali cittadine attività ludiche, sportive, culturali, musicali e formative, rivolte ai detenuti e alla società civile. Sabato 5 aprile, a Verziano, la 27esima edizione di “Vivicittà porte aperte - La corsa del diritto”. Anche quest’anno l’UISP Comitato Territoriale Brescia APS, Casa circondariale Nerio Fischione, Casa di Reclusione Verziano, in collaborazione con Associazione “Carcere e Territorio”, organizzano il “Progetto carcere” con obiettivo di proporre, nelle due strutture della città, Nerio Fischione e Verziano, attività ludiche, sportive, culturali, musicali e formative, rivolte ai detenuti e alla società civile.
di Antonio Franchini
La Stampa, 22 febbraio 2025 Pochi temi si prestano alla narrazione come il processo, dove si rappresenta la formazione del giudizio. Dai sanculotti alle Brigate Rosse, anche chi si professa rivoluzionario vuole la sentenza di un tribunale. Il processo visto da uno scrittore è una cosa, o una serie di cose. Visto da un giurista, è un’altra cosa. Certo, quando devono affrontare un argomento con aspetti molto tecnici e quando la ragione di fascino di quella materia sta proprio nei suoi dettagli, gli scrittori si documentano. E molti degli scrittori specializzati in legal thriller, o che hanno scritto anche legal thriller o romanzi riconducibili a quel sottogenere, dall’avvocato John Grisham negli Stati Uniti ai magistrati Gianrico Carofiglio e Giancarlo De Cataldo da noi, sono autori con una formazione giuridica profonda, professionale ...
di Edmondo Bruti Liberati
La Stampa, 22 febbraio 2025 Recensione al saggio “Prima lezione sulla giustizia penale”, di Glauco Giostra Editore Laterza. “Giudicare. Un compito necessario e impossibile a un tempo. Necessario, soprattutto quando abbiamo a che fare con fatti di reato, perché una società non può lasciare privi di conseguenze comportamenti incompatibili con la sua ordinata sopravvivenza. Impossibile, perché non siamo in grado di conoscere la verità. O, meglio, non possiamo mai avere la certezza di averla conseguita”. Incipit della nuova edizione ampliata e aggiornata della Prima lezione sulla giustizia penale di Glauco Giostra, professore emerito di procedura penale presso l’Università la Sapienza di Roma. L’autore ripropone l’immagine del processo “come uno stretto ponte tibetano…
AFFARI SOCIALI
di Goffredo Buccini
Corriere della Sera, 22 febbraio 2025 Le rivendicazioni (anche giuste) sono come una gigantesca antenna piantata in una comunità, capace di captarne i bisogni e di rilanciarli amplificati. Ma questa antenna ha un limite: non trasmette soluzioni serie e praticabili, come dimostra la storia. Però i suoi segnali possono comporre una mappa preziosa per chi, pur avendo risposte da attingere in un patrimonio di libertà e democrazia, ha smesso di ascoltare il grido di dolore delle proprie comunità. Chi è un populista? Uno che fa promesse da marinaio, diremmo d’impulso: conscio di non poterle davvero mantenere. Ma basta cambiare la domanda per capire qualcosa di più: cos’è un populista? Qui la risposta si fa decisamente più articolata e non può non pescare nel nuovo corso del trumpismo, per poi coinvolgere fino in fondo noi europei.
di Valeria Valente*
Il Dubbio, 22 febbraio 2025 In un tempo di crescenti paure, di maggiori precarietà e incertezze sul futuro, il bisogno di sentirsi più sicuri, a proprio agio nella propria casa e nella propria città coinvolge tutti e tutte e per questo interroga la politica. E, come sempre avviene quando parliamo di tutele e diritti, anche l’insicurezza riguarda tutti ma non allo stesso modo: chi è più solo, più vulnerabile, ha meno risorse e opportunità rischia di pagare un prezzo più alto. Lo sappiamo bene come donne, abituate ad essere spesso le più colpite di fronte ai grandi cambiamenti, sul piano sociale, politico ed economico. Proprio per questo la questione non può che riguardare le forze democratiche e progressiste e in particolare il Pd, che per sua stessa vocazione è chiamato a stare accanto a chi è più esposto e più svantaggiato.
di Angelo Stirone
Il Domani, 22 febbraio 2025 È chiaro che la giustizia penale internazionale non ha sempre saputo rispondere adeguatamente, tuttavia è un’istituzione che ha saputo effettuare scelte coraggiose anche se impopolari, come quella di incriminare capi di stato di Paesi potenti. In questo senso, la Corte ha saputo rappresentare quell’ideale di giustizia universale. Le atrocità dei crimini contro l’umanità che si dipanano in diverse parti del mondo non sconvolgono più, non solo perché percepite come lontane, ma ancor di più perché diventano quotidiane, accettata normalità, e perciò non smuovono la coscienza dei più. Deve essere questo il motivo per cui una sempre maggiore parte di mondo ha perduto di vista quella scintilla che, di fronte alle mostruosità della Seconda guerra mondiale, aveva spinto l’umanità ad unirsi nel grido del ...
di Valerio Fioravanti
L’Unità, 22 febbraio 2025 In ambito protestante, quelli che noi chiamiamo sacerdoti, o preti, si chiamano “pastori”. Nelle intenzioni di Lutero questo voleva rimarcare, in polemica con il cattolicesimo, che la chiesa è una emanazione degli uomini, non di Dio. Non esistono persone che hanno ricevuto una particolare chiamata “sacra”, da Dio in persona, ma sono, più terrenamente, persone esperte della lettura delle Scritture, e che in nome di questa cultura sono in possesso dei rudimenti per essere “buoni pastori dei loro greggi”.
di Giusy Baioni
Il Fatto Quotidiano, 22 febbraio 2025 Quattro anni e nessuna verità per lui, Iacovacci e Milambo. E la seconda inchiesta rischia l’archiviazione. Ma il nuovo legale della famiglia del carabiniere, l’avvocato Lorenzo Magnarelli, ha depositato due memorie tecniche e la relazione di un giuslavorista. Sono trascorsi quattro anni dal 22 febbraio 2021. La Russia ancora non era stata esclusa dal consesso delle nazioni, alla Casa Bianca si era insediato Biden da un mese, in Italia l’ennesima crisi di governo si era appena risolta con l’incarico a Mario Draghi e in Repubblica Democratica del Congo il presidente Félix Tshisekedi aveva appena assunto la presidenza di turno dell’Unione Africana, ma fronteggiava una crisi interna che rischiava di mandare all’aria la sua maggioranza di governo.
di Enrica Muraglie
Il Manifesto, 22 febbraio 2025 Intervista a Narges Mohammadi, la premio Nobel per la pace iraniana, in occasione del suo intervento alla Commissione permanente per i diritti umani del Parlamento italiano. In Iran sono “giorni difficili e turbolenti, di proteste. Studenti universitari, donne, insegnanti, lavoratori, pensionati e vari settori della popolazione civile scendono in piazza ogni giorno per manifestare contro la Repubblica islamica”. Una fotografia di Mahsa Amini al suo fianco, il 19 dicembre la premio Nobel per la pace Narges Mohammadi racconta alla Commissione permanente per i diritti umani del Parlamento italiano come vivono le iraniane e gli iraniani sotto il regime di Masoud Pezeshkian: “Povertà, disoccupazione, inflazione e la crisi ecologica hanno alimentato la rabbia della gente.
DOCUMENTI
Articolo: "Sulle carceri", di Pierpaolo Capovilla
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Incontro-dibattito: "L'abolizionismo e la detenzione femminile" (Milano, 1 marzo 2025)
Convegno: "Arti performative in carcere. Una risorsa di salute" (Brescia, 3 marzo 2025)
Convegno. "Il Populismo penitenziario: tra Diritto penale e consenso" (Udine, 6 marzo 2025)
XVII Conferenza Nazionale della CRIVOP Italia ODV (Erice-TP, dal 4 al 6 aprile 2025)
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"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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