|
|
Telefax 049.654233. Mail: redazione@ristretti.it Sito internet: www.ristretti.org |
Notiziario quotidiano dal carcere
--> Rassegne Tematiche <--
Edizione di venerdì 21 febbraio 2025
CARCERI
di Roberto Galullo
Il Sole 24 Ore, 21 febbraio 2025 Si tratta di professori scienze sociali, sociologia diritto e della devianza che invocano un provvedimento di clemenza, amnistia o indulto. Una lettera aperta di studiose/i e docenti di scienze sociali, sociologia del diritto e sociologia della devianza per porre l’attenzione sulla grave situazione carceraria. È stata diffusa ieri, per invocare un provvedimento di clemenza, amnistia o indulto, che riconduca le carceri italiane almeno alla capienza prevista. Nella lettera viene ricordato come il 30 dicembre 2024 Papa Francesco abbia aperto la porta Santa del Giubileo nel carcere romano di Rebibbia in segno di speranza, mentre la Conferenza episcopale italiana e autorevoli giuristi - tra cui l’Associazione italiana dei professori di diritto penale e del processo penale - invocano un atto di clemenza ...
di Fulvio Fulvi
Avvenire, 21 febbraio 2025 Manifestazione nazionale il 3 marzo. A gennaio 15mila detenuti oltre i posti disponibili. Sovraffollamento, carenza di strutture e risorse adeguate, burocrazia. Sono i tre lacci che soffocano da anni il sistema penitenziario italiano, giunto ormai allo stremo. L’allarme arriva ancora dai Garanti territoriali delle persone private della libertà personale che in un documento congiunto parlano di “silenzio assordante della politica e della società civile” e hanno indetto per il 3 marzo prossimo una giornata di protesta nazionale. I Garanti chiedono al governo “l’approvazione urgente di misure deflattive del sovraffollamento per chi deve scontare meno di un anno di carcere, l’accesso alle misure alternative per quei 19mila detenuti che stanno scontando una pena o residuo di pena inferiore ai tre anni.
di Gianpaolo Catanzariti*
Il Dubbio, 21 febbraio 2025 Mentre leggiamo l’accusa rivoltaci dal Procuratore Ardita di esserci avventurati, attraverso un “ contorsionismo concettuale”, in un “ difficoltoso tentativo di difendere il regime delle celle aperte”, tralasciando, da parte nostra, la dovuta considerazione al moltiplicarsi di “tutte le espressioni di disagio e di sofferenza della popolazione detenuta”, a distanza di poche ore dal suicidio di un cittadino egiziano avvenuto nel carcere di Pescara e che ha provocato un moto di indignazione e protesta tra i suoi compagni di detenzione, giunge la ferale notizia dell’ennesimo detenuto che ha deciso di togliersi la vita nel silenzio di una cella. Il dramma delle morti in carcere, stavolta, si è consumato a Frosinone. Era un 52enne, come tanti suicidi, a pochi passi dalla espiazione della pena. E siamo già a 14 dall’inizio dell’anno.
di Federica Delogu e Marica Fantauzzi
L’Espresso, 21 febbraio 2025 A un anno dalla sentenza della Consulta accolto il ricorso di due detenuti a Terni e Parma. Pronta un’ondata di richieste da Rebibbia. Le resistenze del Dap: la mancanza di strutture addotta come alibi per non dare corso al riconoscimento. Ma ora i magistrati di sorveglianza cambiano passo e le carceri dovranno adeguarsi. Era la fine di gennaio 2024 quando la Corte Costituzionale ha riconosciuto il diritto all’intimità e alla sessualità delle persone detenute. Con una sentenza storica, la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 18 della legge sull’ordinamento penitenziario, nella parte in cui prevedeva il controllo visivo della polizia penitenziaria durante i colloqui familiari. Che cosa è successo nelle carceri da allora? Poco o nulla dopo un anno.
di Davide Varì
Il Dubbio, 21 febbraio 2025 L’Organismo Congressuale Forense esprime “profonda preoccupazione per il mancato adeguamento delle strutture penitenziarie italiane alla storica sentenza della Corte costituzionale numero 10/ 2024 sul diritto all’affettività dei detenuti, nonostante sia trascorso oltre un anno dalla sua pubblicazione”. Lo si legge in una nota diffusa ieri dall’Organismo congressuale forense, in cui si ricorda come la Cassazione, a propria volta, abbia “ribadito che il diritto all’affettività e alla coltivazione dei rapporti familiari costituisce un diritto fondamentale, non una mera aspettativa, e come tale deve essere tutelato in via giurisdizionale”. L’Ocf ha segnalato come “ad oggi, in nessun istituto penitenziario italiano sia stata data concreta attuazione al diritto riconosciuto dalla Consulta”.
di Della Cascino e Titti Vicenti
L’Espresso, 21 febbraio 2025 “Ogni sera alle otto Paolo mi salutava dalla finestra”. Anche Maria era in cella al Dozza di Bologna: non vedeva il marito, ma ne riconosceva la voce. Adesso Paolo e Maria sono nella loro casa vicino a Torino. Nel 2007 entrambi erano in carcere. “Stavo nell’edificio di fronte al suo. Ci siamo innamorati, scambiandoci le lettere”. Il giorno delle nozze al Comune, Maria indossò un pantalone in lino e una camicetta bianca. “Mi sentivo confusa, felice e sola. La sera eravamo di nuovo in cella lontani”. L’iter per ottenere l’autorizzazione ai colloqui a volte è farraginoso: il matrimonio, in questo caso, può diventare una tappa necessaria, “perché - spiega Maria - se non ci fossimo sposati, la direzione carceraria non ci avrebbe concesso la possibilità di incontrarci”.
seizethetime.it, 21 febbraio 2025 Abbiamo intervistato Elton Kalica su quelle che comunemente vengono chiamate le stanze dell’amore. In altre parole, una sentenza della Corte Costituzionale nel 2024 ha dichiarato illegittimo il divieto di concedere ai detenuti e ai loro partner dei colloqui intimi. Si tratta quindi di trovare le modalità per rendere possibile tale intimità nei colloqui, ma anche di capire se c’è reale volontà da parte dello stato italiano di garantire questo diritto. Elton Kalica: ricercatore in sociologia del diritto presso l’Università di Padova, collabora con Ristretti Orizzonti.
di Raffaella Calandra
Il Sole 24 Ore, 21 febbraio 2025 Residenze per l’esecuzione di misure di sicurezza: sono 32 in Italia, con oltre 600 persone fuori in attesa di essere internate. Riunioni tra tecnici dei Ministeri della Salute e Giustizia; tra i nodi le competenze per la vigilanza e i costi. “Mi dai la pallina antistress”? Cappuccio in testa, passo incerto. Jonathan (nome di fantasia, come quasi tutti) entra nella stanza del medico. Sbiascica di una “curva che vuole disegnare”. E riceve un cuore di gomma da stringere insieme ad un foglio su cui tratteggia una parabola e una sagoma. Nello stesso momento, Marco sta rasando i capelli ad Arturo; Andrea è davanti al televisore protetto da vetro infrangibile e grate (“dopo cinque apparecchi distrutti”, spiegano gli operatori); Ahmed e Jamal sono impegnati a pulire biliardino e cabina fumatori ...
agi.it, 21 febbraio 2025 Aiutare i giovani detenuti ed ex detenuti nel percorso di reinserimento nella società, attraverso delle opportunità di lavoro che allo stesso tempo contribuiscano alla crescita e allo sviluppo delle imprese artigianali e del “Made in Italy”. È l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato questa mattina dalla Cna, la Confederazione nazionale degli artigiani imprenditori d’Italia, con la Comunità di Sant’Egidio, che metterà in contatto le migliaia di aziende aderenti in cerca di dipendenti con ragazzi al termine del percorso detentivo negli istituti di pena minorili e non (non è previsto un limite di età) del Paese. A siglare l’accordo, nella sede romana della Cna di piazza Armellini, sono stati il presidente della Confederazione, Dario Costantini e il segretario generale di Sant’Egidio-Acap, Cesare Giacomo Zucconi.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 21 febbraio 2025 Parodi (Anm): “Difendiamo la Costituzione”. Petrelli (Ucpi): “Il Csm non può essere un cartello elettorale”. A vedere le audizioni partite ieri in commissione Affari costituzionali del Senato sulla separazione delle carriere si capisce subito che il clima tra le parti in gioco non è dei più sereni. Se da un lato il neo presidente dell’Anm, Cesare Parodi, ha mostrato un volto e argomenti più dialoganti rispetto a quelli del suo predecessore, l’Unione delle Camere penali con il presidente Francesco Petrelli e il segretario Rinaldo Romanelli hanno rivolto una severissima reprimenda nei confronti dell’attuale assetto dell’ordinamento giudiziario.
di Giuseppe Legato
La Stampa, 21 febbraio 2025 Parla il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) in audizione davanti alla Commissione Affari costituzionali del Senato sulla riforma della separazione delle carriere. “Il nostro movimento di pensiero non è opporsi alla riforma o voler difendere privilegi, ma difendere alcuni principi attuali della nostra costituzione che rappresentano l’essenza del nostro essere magistrati”. Lo ha detto, ieri pomeriggio, 20 febbraio, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) Cesare Parodi in audizione davanti alla Commissione Affari costituzionali del Senato sulla riforma della separazione delle carriere. Un intervento che rimette al centro del dibattito i temi che porteranno la magistratura a scioperare il prossimo 27 febbraio contro le riforme messe in cantiere dal governo di centrodestra.
di Simona Musco
Il Dubbio, 21 febbraio 2025 Dubbi sulla mobilitazione annunciata dall’Anm, mentre alcuni magistrati si smarcano: “Abbiamo perso credibilità, non siamo più gli unici paladini della democrazia”. La protesta proclamata dall’Anm contro la riforma della separazione delle carriere non sta raccogliendo l’adesione unanime che qualcuno si aspettava. E il timore che lo sciopero si riveli un fallimento inizia a serpeggiare tra le toghe. Non si tratta di condividere o meno la riforma, né di un’improvvisa fiducia nell’operato dell’esecutivo. Piuttosto, in molti ritengono che scioperare contro una prerogativa del Parlamento sia un atto politicamente azzardato, una mossa che rischia di esporre la magistratura a nuove critiche e di rafforzare la narrazione di chi la accusa di volersi porre al di sopra degli altri poteri.
Il Foglio, 21 febbraio 2025 Via Arenula contesta l’articolo sui target del Pnrr, mai dati citati dal Foglio sono tratti dalla relazione ministeriale. Al direttore - In merito all’articolo “Obiettivo Pnrr fallito” a firma Ermes Antonucci, pubblicato sull’edizione del 19 febbraio 2025 si precisa. Sin dall’avvio del Pnrr il ministero della Giustizia ha visto impegnate tutte le sue articolazioni nel garantire il pieno raggiungimento delle milestone e dei target assegnati, che a oggi risultano pienamente realizzati. Sorprende, quindi, che senza neanche aver attivato un preventivo contraddittorio con il ministero al fine di meglio comprendere anche i dati narrati, il suo solerte giornalista affermi che “l’Italia manca il target Pnrr sulla Giustizia” poiché “rispetto al 2019 le pendenze sono calate del 91,7 per cento contro l’obiettivo del 95 per cento”.
di Ilario Lombardo e Luca Monticelli
La Stampa, 21 febbraio 2025 Chiusa nel fortino di Palazzo Chigi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni attendeva questa sentenza. Da una parte si sforza in esercizi di equilibrismo sulla politica internazionale di fronte alle bordate di Donald Trump contro l’Europa e l’Ucraina; dall’altra fa da paciere nella mediazione quotidiana per tenere buoni gli alleati Matteo Salvini e Antonio Tajani, che ha incontrato ieri mattina a Palazzo Chigi. La condanna a otto mesi per rivelazione del segreto d’ufficio del sottosegretario Andrea Delmastro diventa l’occasione per l’ennesimo attacco della premier alla magistratura. Con una motivazione che, curiosamente, sembra confliggere proprio con quella riforma della separazione delle carriere avviata con grande entusiasmo da Meloni e l’intero centrodestra: la Procura di Roma ...
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 21 febbraio 2025 Otto mesi (pena sospesa) al sottosegretario alla Giustizia, che non si dimette. La premier Meloni lo blinda. Il Governo attacca: “Sentenza politica”. Ma più che a un complotto dei magistrati si è assistito a un autocomplotto della politica. Condannato in primo grado a otto mesi (pena sospesa) dal tribunale di Roma per violazione di segreto d’ufficio sul caso Cospito, contro la richiesta di assoluzione avanzata dai pm, il sottosegretario Andrea Delmastro rispetta l’annuncio fatto due settimane fa al Foglio: “Non mi dimetto”. Poi attacca: “Una sentenza politica! Vogliono dire che le riforme si devono fermare? Hanno sbagliato indirizzo!”. Delmastro incassa subito la solidarietà del Guardasigilli Nordio, che si dice “disorientato e addolorato” dalla condanna.
di Luciano Capone
Il Foglio, 21 febbraio 2025 La lettura incrociata delle sentenze su Delmastro e il pm Storari mette i cittadini di fronte a un paradosso: un magistrato può non sapere se vìola un segreto, un politico no. La condanna a otto mesi del sottosegretario Andrea Delmastro non cambia - come non l’avrebbe fatto un’assoluzione - la gravità politica del suo comportamento nel caso Cospito: l’utilizzo di informazioni riservate per attaccare in Parlamento le opposizioni. E, se non per quello, Delmastro avrebbe già dovuto dimettersi da sottosegretario alla Giustizia - come peraltro richiesto dall’Unione delle camere penali - per le sue dichiarazioni sulla “intima gioia” che prova per come “non lasciamo respirare” i detenuti. Detto questo, la sentenza del tribunale di Roma - di cui ancora non si conoscono le motivazioni - lascia aperta quantomeno qualche ...
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 21 febbraio 2025 Dal feudo biellese al controllo del Dap e del Gom. Ha creato il reparto anti rivolta. E cambiato la fisionomia del Dipartimento. “Uno di noi”. Dopo anni di “passerelle”, finto interesse e false promesse, “eccolo, invece, il nuovo, l’uomo che con il suo piglio, il suo carisma, sta dando la sferzata giusta per ridare dignità al Corpo dei baschi azzurri”. L’osanna è tratto dal blog ufficiale del sindacato autonomo Sappe, ma è solo un caso: è sempre un tifo da stadio, quello che accoglie puntualmente Andrea Delmastro Delle Vedove in ogni ambiente di polizia penitenziaria. Dal suo feudo originario del biellese, dove possiede una solida rete di amicizie nel campo (nell’estate 2023 il sindacato Sinappe gli organizzò una grigliata proprio nel cortile del carcere di Biella invitando anche alcuni degli agenti che allora erano ...
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 21 febbraio 2025 La vicenda. Dopo la visita di una delegazione dem all’anarchico arrivarono gli assurdi teoremi di Fdi. Chi sta al 41 bis ha la “dama di compagnia”. È questo il nomignolo che gli ospiti della sezione più dura delle galere danno alla persona con cui trascorrono l’ora di socialità. Per forza di cose si tratta sempre di detenuti nelle stesse condizioni, cioè a loro volta al 41 bis, dunque a stragrande maggioranza condannati per mafia. Già perché dei circa 750 ristretti sotto questo regime, ci sono solo appartenenti ai clan, a parte i tre neobrigatisti d’inizio millennio mai pentiti né dissociati. E l’anarchico Alfredo Cospito, le cui “dame di compagnia” sono state, tra gli altri, il boss della ‘ndrangheta Francesco Presta e il camorrista Francesco Di Maio. Sono le conversazioni avute con loro ad essere finite nei ...
di Fabio Anselmo*
Il Domani, 21 febbraio 2025 A differenza di quelle usate dalla magistratura delle indagini, che sono nel mirino del governo Meloni, lo stesso esecutivo sembra del tutto indifferente (e silente) sul caso dello spyware Graphite di Paragon. Pochi sanno, però, che esiste un articolato e complesso mondo di intercettazioni che possono ben essere definite “di governo”. Il caso dello spyware Graphite, prodotto dalla società israeliana Paragon e usato per intercettare illegalmente giornalisti e attivisti delle ong, ha riportato al centro il tema delle intercettazioni, da sempre l’incubo della politica italiana. Ma a differenza di quelle usate dalla magistratura nelle indagini, che sono nel mirino del governo, lo stesso esecutivo sembra del tutto indifferente e silente rispetto al caso Paragon, cioè a captazioni che violano i diritti, fuori dalle regole ...
GIURISPRUDENZA
Il Sole 24 Ore, 21 febbraio 2025 La Cassazione, ordinanza n. 6984/2025, chiarisce che le sentenze di proscioglimento emesse prima della entrata in vigore della legge 9 agosto 2024, n. 114 (25 agosto) possono comunque essere appellate dal Pm anche nel caso in cui riguardino i reati indicati dall’articolo 550, co. 1 e 2, Cpp. Arriva una importante precisazione sugli effetti della cd. “Legge Nordio” del 2024 che, tra l’altro, ha limitato il potere del pubblico Ministero di proporre appello escludendolo avverso le sentenze di proscioglimento per i reati a citazione diretta davanti al tribunale in composizione monocratica (articolo 550, co. 1 e 2, c.p.p). Ebbene, per la Quinta Sezione penale, ordinanza n. 6984/2025, le sentenze di proscioglimento emesse prima del 25 agosto 2024, data di entrata in vigore della legge 9 agosto 2024, n. 114 ...
TERRITORIO
ilpost.it, 21 febbraio 2025 Chi presenta un reclamo per le condizioni disumane di detenzione viene semplicemente trasferito, e le celle vengono riempite con nuovi detenuti. A partire dallo scorso autunno al tribunale di sorveglianza di Firenze, l’organo della magistratura che si occupa dei diritti delle persone detenute nelle carceri italiane, sono arrivati circa 120 reclami presentati dai detenuti del carcere di Sollicciano, noto per essere uno dei peggiori del sistema penitenziario italiano (tra le altre cose, il carcere è da mesi senza direttore e rischia di restarlo ancora a lungo). Nei reclami i detenuti denunciano la violazione dei loro diritti e chiedono che vengano prese delle iniziative per migliorare le condizioni di detenzione nel carcere, che si trova nella periferia ovest di Firenze.
foggiatoday.it, 21 febbraio 2025 La richiesta è stata inoltrata alla sindaca di Foggia, Maria Aida Episcopo, e all’Assessore alla Legalità, Giulio De Santis: “Tale figura può fare la differenza per migliorare le condizioni di chi vive e lavora in carcere e quindi, di riflesso, per la sicurezza della cittadinanza”. “La città di Foggia, nonostante abbia uno degli istituti penitenziari più complessi d’Italia, non si è ancora dotata del Garante comunale dei detenuti. È una figura indispensabile, che deve lavorare raccordandosi con le istituzioni cittadine, con l’ufficio del Garante nazionale e la rete dei Garanti locali. Può fare la differenza per migliorare le condizioni di chi vive e lavora in carcere e quindi, di riflesso, per la sicurezza della cittadinanza”.
di Nicolò Vincenzi
L’Arena, 21 febbraio 2025 Il Garante dei detenuti, Don Carlo Vinco: “L’anno scorso 599 detenuti per 335 posti: in quattro si sono tolti la vita”. Suicidi, aumento della popolazione carceraria e la crescita “preoccupante” delle persone arrestate per reati di natura sessuale. La relazione annuale del garante dei detenuti di Montorio, don Carlo Vinco, tratteggia una situazione che - purtroppo - non è migliorata rispetto all’anno scorso. I detenuti nel 2024 erano 599 (630 quest’anno), nel 2023 invece 530 su 335 posti disponibili. Numeri che continuano a salire. L’andamento dell’anno, ha detto ieri pomeriggio (20 febbraio) don Vinco durante il consiglio comunale, “è stato purtroppo caratterizzato da fatti di gravi criticità che hanno portato il carcere di Montorio alla ribalta nazionale”. E cioè il numero di suicidi in cella: quattro in dodici ...
di Mauro Gentile
La Voce e il Tempo, 21 febbraio 2025 Può il sistema carcerario essere pensato come una famiglia in cui tutte le sue componenti - dagli agenti di custodia agli educatori, dal personale sanitario a quello amministrativo fino ai dirigenti - siano poste nelle condizioni di poter cooperare e, al meglio delle proprie capacità professionali, relazionali e in piena sicurezza, assolvere al compito assegnato loro dalla Carta costituzionale? E, nello specifico, da quell’articolo 27 con cui è disposto che (…) le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato? Un’utopia? Forse, ma certo una speranza, un’aspettativa nata con le riforme carcerarie degli anni Settanta, ma che nel tempo non ha trovato terreno fertile per concretizzarsi, anzi.
AFFARI SOCIALI
di Enzo Cheli
Corriere della Sera, 21 febbraio 2025 Sul premierato, regionalismo differenziato e sulla riforma della giustizia il quadro delle riforme costituzionali promosse dalla maggioranza sta cambiando contenuti e ritmi. Procedendo nel tempo il quadro delle riforme costituzionali o di rilievo costituzionale proposto con forza dalla maggioranza all’inizio di questa legislatura sta cambiando passo e fisionomia. Cerchiamo di rifare il punto della situazione ad oggi.
di Chiara Lalli
Il Dubbio, 21 febbraio 2025 La legge 40 sulle tecniche riproduttive ha ventuno anni. La legge si chiama “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”. È sbagliato e analfabeta pure il titolo. Ma del titolo potremmo disinteressarci se non fosse stata piena di divieti insensati, ingiusti, illegittimi. In questi anni molti di quei divieti sono stati eliminati ma il costo è stato altissimo. E il tempo perso è un tempo irrecuperabile. Nel 2005 ci sono stati quattro referendum di abrogazione parziale; il quesito di abrogazione totale non è stato ammesso dalla Corte costituzionale e il quorum non è stato raggiunto. La legge 40 è una legge perfetta per sapere come non si scrivono le leggi. Un manuale al contrario. Che significa procreazione medicalmente assistita? Che significa gamete? Surrogazione di maternità?
di Nadia Ferrigo
La Stampa, 21 febbraio 2025 L’europarlamentare Flavio Tosi: “Abbiamo convinto il Ppe a mandare avanti la petizione presentata in Ue dai produttori e dalle loro associazioni di categoria”. “In tutta Europa la produzione e la commercializzazione della canapa industriale è consentita, vietarla in Italia credo sia sbagliato e illiberale. Sono a rischio 11 mila aziende agricole associate anche a Confagricoltura, Coldiretti, Cia e Copagri. Aziende spesso guidate da under 40 e under 30, che in questi anni hanno investito soldi e creato decine di migliaia di posti di lavoro, che pagano le tasse e contribuiscono al Pil. Non stiamo parlando di sostanze stupefacenti o di spacciatori, ma di una filiera seria che lavora una materia prima secondo rigorosi canoni scientifici e nel pieno rispetto della legislazione europea, e che crea indotto economico ...
di Gabriele Segre
La Stampa, 21 febbraio 2025 Prima ancora di progettare il futuro, la politica ha il compito di comprendere a fondo il presente. Quando ciò non accade, essa perde la sua funzione e si condanna all’irrilevanza. L’affanno dell’Europa nel cercare un posto al tavolo del confronto tra Russia e Stati Uniti ne è l’esempio più emblematico: mentre Trump e Putin si preparano a decidere il destino dell’Ucraina e a disegnare le linee della nuova geopolitica, il vecchio continente appare ancorato a una visione del mondo ormai estinta. A questa appartiene la stessa idea di “pace giusta” a cui giustamente ancora aspiriamo: un obbiettivo nobile e legittimo, ma che si ridurrà a uno slogan vuoto se continueremo a ignorare che a prevalere, oggi come in passato, è la “pace dei forti”, a dispetto del diritto internazionale in cui avevamo creduto e che ora ...
di Diego Battistessa*
Il Fatto Quotidiano, 21 febbraio 2025 Il Governo degli Stati Uniti ha recentemente ordinato la sospensione (congelamento) dei benefici per determinate categorie di richiedenti asilo, permessi di lavoro e beneficiari di TPS (Temporary Protected Status). Questo ordine federale ha sollevato preoccupazioni tra gli avvocati specializzati in immigrazione, i quali sottolineano che tale sospensione potrebbe avere un impatto significativo su migliaia di individui che attualmente dipendono da questi programmi per il loro sostentamento e la loro sicurezza legale.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
Incontro-dibattito: "Il carcere è tra noi. Liberiamoci dal carcere" (Bologna, 21 febbraio 2025)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 23 febbraio 2025
Convegno: "Arti performative in carcere. Una risorsa di salute" (Brescia, 3 marzo 2025)
XVII Conferenza Nazionale della CRIVOP Italia ODV (Erice-TP, dal 4 al 6 aprile 2025)
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
CORSI E MASTER
CONCORSI E BANDI