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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di giovedì 20 febbraio 2025

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 20 febbraio 2025 Lettera al guardasigilli per denunciare i ritardi e le promesse mancate dopo la sentenza della Consulta che riconosce il diritto all’affettività. Da oltre 365 giorni, nelle carceri italiane si respira un’amara contraddizione: la sentenza della Corte Costituzionale (n. 10/2024) che riconosce il diritto dei detenuti ai colloqui intimi con i propri cari rimane lettera morta. Una promessa di umanità tradita, un diritto costituzionale ridotto a “carta straccia”. Per questo arriva una lettera coraggiosa - curata da Ornella Favero, direttrice di Ristretti Orizzonti - che giunge come grido d’allarme dalle mura del carcere di Padova. È destinata al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e denuncia, con toni sentiti e inconfondibili, la persistente negazione del diritto ai colloqui intimi. La decisione storica della Consulta, che avrebbe dovuto restituire affetto e dignità alle persone detenute, appare oggi relegata a un mero strumento formale, trattata come “carta straccia” in un contesto dove il rispetto dei diritti fondamentali sembra sempre più lontano.

 

di Angela Stella

L’Unità, 20 febbraio 2025 Una resa totale sia sui suicidi in carcere sia sull’abuso della custodia cautelare. Questa la sintesi che possiamo desumere dalle risposte fornite dal Ministro Nordio ieri al question time carcere dall’inizio del 2025 - un uomo di 52 anni nel carcere Frosinone che sarebbe uscito tra poco più di un anno - il Ministro Nordio va alla Camera, sostenendo che a lui ne risultano solo 9. Da qui le proteste del deputato di Iv, Roberto Giachetti. Ieri a Frosinone si è ucciso un altro detenuto, dall’inizio dell’anno sono 13 ma al ministro ne risultano 9. “In pochi mesi non si possono produrre soluzioni rivoluzionarie” sulle carceri, ha detto alla Camera. Ma da 2 anni e mezzo a via Arenula c’è lui.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 20 febbraio 2025 Una doppia frenata quella del ministro della Giustizia Carlo Nordio ieri alla Camera durante il question time: una prevedibile sul carcere, l’altra meno scontata sulle misure cautelari. Sul primo punto è stato interrogato dal gruppo di Azione che gli ha chiesto cosa intendesse fare “al fine di ricondurre l’esecuzione della pena a uno standard adeguato per un Paese democratico”, considerato che: ieri siamo arrivati al 13esimo suicidio dietro le sbarre, anche se a via Arenula ne contano solo 9; “che ci sono 10 mila detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare” e che “come ricordato dall’avvocato Irma Conti, del collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, 19mila detenuti, con pene residue fino a tre anni, sulla base della normativa potrebbero optare per misure alternative, ma la burocrazia, la carenza di risorse e di informatizzazione nei tribunali di sorveglianza creano importanti ostacoli”.

 

parmatoday.it, 20 febbraio 2025 Roberto Cavalieri: “Le immagini video in cui si vedono gli uomini della Polizia penitenziaria utilizzare metodi non regolamentari nella gestione di un detenuto, con un cappuccio in testa, percosso e denudato, sono inequivocabili e chiare”. Dopo la sentenza che riguarda dieci agenti della polizia penitenziaria di Reggio Emilia, accusati di falso ideologico, abuso di autorità contro i detenuti e percosse aggravate, Roberto Cavalieri, parmigiano e Garante regionale dei detenuti prende posizione. “La sentenza, pronunciata dalla giudice delle indagini preliminari Silvia Guareschi del Tribunale di Reggio Emilia - scrive il Garante dei detenuti della Regione Emilia-Romagna - in esito al percorso processuale svolto con rito abbreviato, che ha visto la condanna di dieci agenti della polizia penitenziaria resisi autori, in modo tra loro differente, dei reati di falso ideologico, abuso di autorità contro detenuti e percosse aggravate contro un uomo di nazionalità tunisina è coerente con un sistema penitenziario contraddittorio e da riformare.

 

di Simona Musco

Il Dubbio, 20 febbraio 2025 Intervista a Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia. L’Anm ha un nuovo presidente, già nella bufera per quella sua frase, “ci farebbero comodo due magistrati morti”. Cosa pensa di un’affermazione del genere? Per utilizzare un’espressione forense, mi riporto a quanto già osservato, sulle pagine del “Dubbio”, da Stefano Musolino, segretario di Md, da Andrea Mirenda, consigliere Csm, da Marco Manzi, collega di Parodi: “Una brutta caduta di stile”, “servono equilibrio, etica, deontologia e terzietà, qualcuno lo dica al confuso dottor Parodi… frase davvero infelice nel suo cinismo”. I commenti dei magistrati stigmatizzano a sufficienza l’insufficienza dei tentativi, da parte della corrente Area, di minimizzare la tragica gaffe, riportandola in un alveo di surreale amarezza.

 

di Irene Famà

La Stampa, 20 febbraio 2025 Nel gennaio 2023 Donzelli riportò alla Camera i contenuti di alcuni colloqui avvenuti nel carcere di Sassari ricevuti dal sottosegretario. L’anarchico Alfredo Cospito era nel pieno dello sciopero della fame. Recluso al 41 bis in Sardegna, si diceva pronto a lasciarsi morire per combattere il carcere duro e l’intero sistema. Era a processo per un attentato a una caserma dei carabinieri e il mondo politico era diviso: sì, merita il carcere duro. No, il 41 bis è un’aberrazione. Alcuni esponenti dell’opposizione vanno a trovarlo. E il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro finisce a processo per rivelazione di segreti d’ufficio.

 

di Nello Trocchia

Il Domani, 20 febbraio 2025 Il meloniano attende la requisitoria dei magistrati, che potrebbero chiedere l’assoluzione. In caso di condanna non si dimetterà. Al ministero della Giustizia intanto tutto è sospeso, dalla nomina del capo del Dap al contestato regolamento per gli agenti. Sguardo tronfio, pugno di ferro, passato da militante, ma Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia, è da giorni che mostra un altro volto: timoroso e remissivo. Il meloniano teme una possibile condanna nel processo per rivelazione di segreto d’ufficio: oggi, 20 febbraio, c’è la requisitoria della pubblica accusa. Lui nell’attesa rilascia interviste per garantire: “Resto anche se mi condannano”. In realtà l’unico effetto del processo al tribunale di Roma è quello di aver congelato il ministero della Giustizia.

 

di Giacomo Puletti

Il Dubbio, 20 febbraio 2025 Il Guardasigilli butta la palla in tribuna sul caso spyware: “La Penitenziaria non ha mai intercettato nessuno”. E alla fine Pd e Iv hanno deciso di rimodulare le loro interrogazioni al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il quale ha infine deciso di rispondere sul caso Paragon. Dunque il governo e la maggioranza hanno deciso di cambiare strategia rispetto a quanto dichiarato appena ventiquattro ore prima dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai Servizi segreti, Alfredo Mantovano. Il quale aveva inviato una lettera al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, nella quale in sostanza spiegava che l’esecutivo non avrebbero potuto rispondere perché il tema deve essere trattato in sede di Copasir, cioè il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

 

di Mario Di Vito

Il Manifesto, 20 febbraio 2025 Il ministro smentisce la linea della segretezza di Mantovano. Il trojan in uso già nel 2024. Le opposizioni: “Spiati anche noi?”. Davanti al Copasir la difesa di Lo Voi per la vicenda Caputi: “Ho agito secondo le regole”. Il caso Paragon è ormai sprofondato nel caos più totale. Ieri pomeriggio il ministro Carlo Nordio ha detto alla Camera quello che appena il giorno precedente il sottosegretario Alfredo Mantovano sosteneva non si potesse rivelare. “Nessuna persona è mai stata intercettata da strutture finanziate dal ministero della giustizia nel 2024, e nessuna persona è mai stata intercettata dalla polizia penitenziaria”, ha testualmente affermato il Guardasigilli, scagionando così l’organo tirato in mezzo nei giorni scorsi da Matteo Renzi.

 

di Giansandro Merli

Il Manifesto, 20 febbraio 2025 Il fondatore di Mediterranea: “O dimostrano che siamo stati attaccati da uno Stato straniero o spiegano perché hanno autorizzato i servizi a spiarci. E devono spiegarlo anche nel caso del giornalista Cancellato”. Luca Casarini, fondatore di Mediterranea, è tra gli intercettati con il software Graphite di Paragon. Ieri ha ricevuto il primo report da The Citizen Lab, centro di ricerca canadese che sta conducendo un’inchiesta indipendente sui dispositivi.

 

di Francesca Morandi

laprovinciacr.it, 20 febbraio 2025 Ricercato dall’autorità giudiziaria del Brasile dopo una condanna a 8 anni e 2 mesi per violenza sessuale - accusa che nega - arrestato dai carabinieri il 28 novembre scorso, portato in carcere, poi messo ai domiciliari e autorizzato a recarsi al lavoro, l’uomo, operaio di 34 anni, resta in Italia. Ed è libero. Ieri, la Corte d’appello di Brescia ha detto ‘no’ alla richiesta di estradizione avanzata dal Brasile, perché le carceri brasiliane sono le peggiori al mondo: torture e violenze, rivolte e sovraffollamento, suicidi e omicidi. I giudici hanno dato ragione agli avvocati Carlo Alquati e Franco Antonioli, che sul sistema carcerario da anni in tilt in Brasile hanno puntato la loro difesa.

 

Corriere della Romagna, 20 febbraio 2025 Nelle carceri dell’Emilia-Romagna “il 30% dei detenuti sono tossicodipendenti, e come Regione ci stiamo inventando uno strumento che ci permetta di farli transitare dal carcere alle comunità di recupero”. A dirlo, parlando con i cronisti a margine di un’iniziativa della Camera penale davanti al Tribunale di Bologna, è l’assessora regionale al Welfare Isabella Conti. In particolare, spiega Conti, “potenziando il Sert”, che ad esempio “ora va alla Dozza soltanto due volte a settimana, e potenziando le relazioni con le comunità di recupero, possiamo individuare dei percorsi che consentano a questi detenuti di transitare dal carcere alle comunità di recupero”. Questo, assicura, “permetterebbe di ridurre il sovraffollamento, di fare interventi dal punto di vista sanitario e di finanziare corsi ...

 

rainews.it, 20 febbraio 2025 Aveva 52 anni, approfittando dell’assenza momentanea dei compagni di cella si è impiccato. Tra meno di un anno sarebbe uscito, ma non avrebbe trovato nessuno ad aspettarlo. Si è impiccato nella sua cella nel carcere di Frosinone. Un detenuto italiano di 52 anni si è suicidato a meno di un anno dal fine pena, ma quando sarebbe dovuto uscire dal penitenziario probabilmente non avrebbe trovato nessuno ad aspettarlo. Potrebbe essere questo il motivo del tragico gesto di cui ha dato notizia Massimo Costantino, segretario del sindacato Fns Cisl. Si tratta del secondo suicidio avvenuto in un penitenziario del Lazio dall’inizio dell’anno.

 

di Noemi di Leonardo

bolognatoday.it, 20 febbraio 2025 “Gravi disordini tra minori avvenuti nel pomeriggio di domenica 16 e nella giornata del 18 febbraio”. Lo rende noto Salvatore Bianco di Fp Cgil. Si sarebbero verificati tensioni e scontri tra i minori detenuti del 1° e del 2° piano. Per riportare la situazione alla calma, fa sapere il sindacato, oltre al personale in servizio, è intervenuto un ispettore rientrato in servizio da casa: “Attualmente la struttura sta accogliendo ben 52 detenuti, mentre altri 6 sono presenti presso il Centro di Prima Accoglienza in attesa di udienza di convalida - spiega Bianco per cui il sovraffollamento è destinato purtroppo ad aumentare e far aumentare il rischio di altre tensioni, da quanto appreso, la struttura ha già recentemente accolto ben 57 detenuti, alloggiati con brandine nelle rispettive camere”.

 

di Erika Bertossi

bolognatoday.it, 20 febbraio 2025 La situazione delle carceri, anche a Bologna, è drammatica: crescono giorno per giorno i suicidi in cella (l’età media dei detenuti che si tolgono la vita è molto bassa) mentre il problema del sovraffollamento resta tutt’altro che sotto controllo. Ed è per questo che, da questa mattina e per due giorni, un gruppo sostenuto di avvocati penalisti si sta astenendo dalle udienze presidiando la sede del tribunale di via D’Azeglio per sensibilizzare chiunque passi, che si tratti di colleghi o cittadini. In prima linea Nicola Mazzacuva, presidente del Consiglio Camere Penali di Bologna: “Siamo qui perché la situazione carceraria è veramente tragica, soprattutto nel nostro distretto, come risulta anche dal numero dei suicidi che si sono verificati nella nostra realtà territoriale: già 13 nel 2025.

 

di Eleonora Martini

Il Manifesto, 20 febbraio 2025 Reportage. Visita al “Beccaria”, l’Istituto penale per minorenni di Milano che fu l’orgoglio italiano. “Normalizzato” dopo la stagione di evasioni, proteste e bufere giudiziarie sugli agenti. Sono reclusi nella struttura sovraffollata 71 giovani, di cui 42 minori di 18 anni. Sono 50 gli extracomunitari, di cui 25 arrivati come minori non accompagnati. Hanno cementato i letti a terra, per evitare che venissero usati a mo’ di arieti per sfondare le sottili pareti e i portoni blindati (“infrastrutture non adatte a un penitenziario”, dicono adesso, come se non ci fosse più alcuna differenza). A decine li hanno trasferiti in altri istituti d’Italia, anche se lì a Milano avevano messo radici. E molti, superata la soglia della maggiore età, sono finiti addirittura nelle carceri per adulti.

 

di Maria Gloria Roselli

perunaltracitta.org, 20 febbraio 2025 Parliamo di carcere con Claudio Pedron, insegnante di Lingua Italiana, referente per il Cpia1 Firenze per il Ministero dell’Istruzione, all’interno del carcere di Sollicciano. In questo primo incontro Pedron parla della situazione della scuola in carcere, in una prossima intervista affronterà le tematiche relative alle possibili ricadute di un percorso culturale sulla condizione detentiva. Pedron insegna in carcere dal 1992, prima in quello di Volterra e dal 1999 a Sollicciano. Sono due mondi molto diversi, racconta: “il carcere di Volterra era con 100 persone quando sono arrivato io nel 92 e, anche se non era ancora il carcere che è adesso, c’era già la transizione da un carcere di massima sicurezza a uno che adesso è molto aperto alle attività”.

 

iltrafiletto.it, 20 febbraio 2025 Un progetto formativo per riscoprire le competenze lavorative dei detenuti: quando il gusto è liberatorio. Lavoro, gusto, libertà. Riscoprire il lavoro per riscoprirsi cittadini. Riscoprire il gusto per riscoprire competenze. Riscoprire la formazione per riscoprire poi la libertà. La realtà del carcere di Castrogno racconta tanto, ogni giorno. Ma tra le pagine di cronaca, tra i gridi di allarme, sa raccontare anche di speranza. All’interno del carcere ci sono gli studenti della scuola carceraria alberghiera e agraria, che quella speranza non la vogliono abbandonare.

 

di Cristina Lorenzi

La Nazione, 20 febbraio 2025 Armando Punzo ha presentato al Garibaldi la Compagnia della Fortezza: un futuro per i detenuti del carcere di Volterra. Voleva disegnare il silenzio, si domandava come fosse stare seduti su un raggio di luce. Dalla volontà di superare il teatro tradizionale, di andare oltre la stagione fatta di cartelloni e rassegne, Armando Punzo, più di 30 anni fa portò il teatro dentro il carcere di Volterra. Nacque quella compagnia della Fortezza che non solo aggiunse un importante tassello alla drammaturgia contemporanea, ma cambiò anche la stessa casa di reclusione toscana. Forse Punzo non è riuscito a sedersi su un raggio di luce, ma è riuscito a dare una veste al futuro di chi senza il teatro avrebbe perso ogni speranza. A trasformare il luogo della sofferenza in una utopia.

 

varesenews.it, 20 febbraio 2025 L’Organizzazione Culturale La Scelta invita la cittadinanza all’incontro pubblico “Il Peso delle Sbarre”, una serata di riflessione dedicata alla lotta contro i pregiudizi e i giudizi nei confronti dei detenuti e delle loro famiglie. L’evento si terrà venerdì 21 febbraio 2025 ad Arcisate, presso la Sala Frontalieri, con inizio alle ore 20:30. L’incontro vedrà la partecipazione di figure di rilievo nel campo della giustizia e del reinserimento sociale. Alcuni detenuti del Carcere di Bollate condivideranno le loro esperienze personali, mentre Don Matteo Rivolta, cappellano del Carcere di Varese, offrirà una prospettiva spirituale sul tema. Cristina Centamore e Luisa Colombo, collaboratrici del Carcere di Bollate, racconteranno il loro lavoro a sostegno del reinserimento dei detenuti.

di Vincenzo Esposito

Corriere del Mezzogiorno, 20 febbraio 2025 È la prima volta che accade. La curatrice Bifano: grande successo nel carcere di Secondigliano dei corsi di teatro. Per la prima volta una delegazione di trenta attori (tutti “regolarmente” detenuti) lascerà il carcere di Secondigliano per recitare sul palco di un vero teatro, davanti a un pubblico altrettanto vero. La Tempesta di William Shakespeare andrà in scena alle 18 del 20 febbraio nel teatro Trianon di Forcella. Una produzione curata e diretta da Marta Bifano in collaborazione con il ministero della Giustizia. Fino ad ora la “licenza recitativa” all’esterno di un penitenziario era stata concessa, e molto raramente, soltanto a un massimo di dodici detenuti.

 

di Nicoletta Cottone

Il Sole 24 Ore, 20 febbraio 2025 Il mondo visto da chi si trova all’interno di un carcere minorile. Lo racconta la mostra “Dalla mia prospettiva” in programma dal 20 febbraio al 22 marzo al Museo degli Innocenti di Firenze nella sala Agata Smeralda. In mostra 66 foto in bianco e nero frutto di laboratori promossi dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti negli istituti penali per minorenni di Catanzaro “Silvio Paternostro”, di Quartucciu (Cagliari), di Roma “Casal del Marmo” e di Torino “Ferrante Aporti” e del femminile di Pontremoli (Massa Carrara). Autori delle immagini sono 22 ragazzi e ragazze tra i 15 e i 17 anni che nel periodo agosto-dicembre 2024 nell’ambito di un progetto di ascolto dei minorenni detenuti.

 

di Elisabetta Soglio

Corriere della Sera, 20 febbraio 2025 Un podcast racconta la storia di Lucia Di Mauro Montanino e il suo incontro con Antonio, il giovane tra gli assassini del marito Gaetano. Le parole di don Burgio. Il perdono presuppone la necessità di superare un dolore, un dramma, una tragedia. Significa andare oltre le emozioni negative. È un atto di umanità, coraggio e generosità che spalanca le porte alla speranza. Lo sa bene Antonio, che la sera del 4 agosto 2009 partecipò al tentativo di rapina che si concluse con l’omicidio della guardia giurata Gaetano Montanino. Allora Antonio aveva solo 17 anni e fu condannato a 22 di carcere. Una vita finita, sulla carta. E invece ecco la potenza del perdono. Lucia Di Mauro Montanino, la vedova della guardia assassinata accetta di incontrare il ragazzo durante un evento organizzato ...

 

podomatic.com, 20 febbraio 2025 Per la prima volta nella sua lunga storia DWF sceglie di dedicare un numero alla questione del carcere. In parte questa scelta dipende dal contesto: il 2024 è stato infatti definito l’anno nero delle carceri in Italia. Il sovraffollamento ha superato il 132% a fronte della diminuzione della capienza reale, gli spazi sono inadeguati, le strutture sempre più fatiscenti e senza manutenzione. Si è poi registrato il triste record di suicidi: 88 persone, di cui 2 donne, 23 giovani dai 19 ai 29 anni, 40 persone straniere. Eppure la nostra è una scelta che va al di là dei numeri e della stretta attualità. I femminismi si sono sempre confrontati - e scontrati - con le istituzioni, che sono espressione di una società, dei valori che formula, dei rapporti di forza che la contraddistinguono e delle relazioni tra i generi.

 

agensir.it, 20 febbraio 2025 Condividere, attraverso la scrittura, riflessioni, esperienze reali o immaginate legate al tema della detenzione, mettendo in luce sia le difficoltà che il potenziale di rinascita. Questo l’obiettivo del Premio letterario “Meco”, istituito da Forum Terzo settore in Piemonte e Salesiani Don Bosco Piemonte e Valle d’Aosta, in collaborazione con il settimanale diocesano “La Voce e Il Tempo” e con il patrocinio di Consiglio regionale del Piemonte e Città di Torino, per ricordare don Domenico “Meco” Ricca, sacerdote che ha dedicato una vita intera ai ragazzi detenuti nel carcere minorile del “Ferrante Aporti” di Torino.

 

di Paolo Foschini

Corriere della Sera, 20 febbraio 2025 A pochi giorni dalla reintroduzione del finanziamento che la Manovra aveva tagliato al Fondo contro la povertà educativa minorile via al progetto Compiti@Casa selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini per aiutare gli studenti più giovani in situazioni di difficoltà. Milleseicento studenti delle secondarie di primo grado, insomma le medie come si diceva una volta. E ottocentoquaranta dell’università. Questi ultimi accanto ai primi per far loro da tutor: insomma aiutarli nei compiti a casa come si diceva una volta.

 

di Valentina Rorato

Corriere della Sera, 20 febbraio 2025 Non c’è equilibrio tra vita online e offline. Giovani sempre più connessi, ma soprattutto giovani sempre più soli. Trovare un equilibrio tra vita online e offline è la vera sfida della Generazione Z (e di quelle future), che soffre di ansia e frustrazione proprio a causa di questa disconnessione, che colpisce quasi 1 ragazzo su 2 di età compresa tra i 18 e i 28 anni. Lo dimostrano i dati della ricerca BVA Doxa commissionata da Lenovo. “In questo momento storico la Generazione Z si trova a dover affrontare sfide nuove legate alla disconnessione tra vita online e offline, con conseguenti difficoltà relazionali e sensazioni di disagio, inadeguatezza e solitudine.

 

Il Dubbio, 20 febbraio 2025 Il Governo italiano sarebbe inadempiente per non aver arrestato e consegnato il cittadino libico. Possibile deferimento al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. La Camera preliminare I della Corte Penale Internazionale ha notificato al governo italiano la decisione di avviare un procedimento per “accertare formalmente l’inadempienza” dell’Italia rispetto alla richiesta di arrestare e consegnare alla Corte Osama Elmasry-Almasri Njeem, cittadino libico ricercato. Il documento, inviato ufficialmente a Roma, ripercorre l’intera vicenda e richiama l’articolo 87, comma 7 dello Statuto di Roma, che disciplina la cooperazione tra gli Stati e la Corte.

 

DOCUMENTI

Articolo. "Giustizia sociale: il multilateralismo sotto attacco e la sfida dell'inclusione", di Davide Orecchio

Articolo. "Indipendenza della magistratura e regressione democratica nel contesto europeo", di Simone Pitto

Radio Carcere, di Riccardo Arena. "Suicidati". I tre detenuti che si sono uccisi in pochi giorni. La degradata realtà del carcere "San Donato" di Pescara. Le adesioni alla "Proposta di legge Zuncheddu" promossa dal Partito Radicale