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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di sabato 1 febbraio 2025

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 1 febbraio 2025 L’Osservatorio Carcere dell’Unione delle Camere Penali Italiane lancia un appello drammatico e urgente: serve un intervento parlamentare straordinario per “ridare piena costituzionalità al carcere”, restituendo dignità a un sistema che, numeri alla mano, si è trasformato in un “cimitero dei viventi”. I dati del 2024, definiti “da fare accapponare la pelle”, raccontano una crisi umanitaria senza precedenti, mentre il governo risponde con soluzioni inefficaci e la politica sembra voltare lo sguardo.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 1 febbraio 2025 Come ha accuratamente analizzato il Garante regionale Stefano Anastasìa, secondo gli ultimi dati del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, al 31 dicembre 2024 in Italia erano 14.968 i minorenni o giovani adulti in carico agli uffici territoriali, con un incremento del 5% rispetto al 2023. Ma è la situazione delle carceri minorili a destare allarme: negli istituti penali minorili si è passati da 1.444 ristretti a fine 2023 a 1.707 a fine 2024, con un +18% in un solo anno. Un aumento ancora più marcato se si considera il periodo successivo al decreto Caivano (settembre 2023): nei 18 mesi dalla sua approvazione, il numero di giovani detenuti è salito del 48%, invertendo una tendenza alla stabilità registrata tra il 2019 e il 2023.

 

di Natascia Ronchetti

Il Sole 24 Ore, 1 febbraio 2025 Le 32 Rems oggi esistenti in Italia dispongono di appena 630 posti letto, ne occorrerebbero almeno il doppio. Ciò che teme la Corte Costituzionale - e cioè che le gravi criticità delle Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) non tutelino né i detenuti con disturbi mentali che devono essere curati né la sicurezza pubblica - è già accaduto. Due volte nell’arco di poco tempo. Prima, nell’ottobre del 2023 a Milano, l’omicidio di Marta Di Nardo, da parte di un pregiudicato infermo di mente in attesa di ricovero. Poi, poco più di due mesi fa, a Caprarola (Viterbo), l’uccisione di un netturbino ad opera di un altro pregiudicato, anche egli in lista d’attesa per essere ricoverato. Entrambi erano in libertà vigilata.

 

di Antonio Ferrero

La Stampa, 1 febbraio 2025 “È provato che laddove la detenzione è volta verso una rieducazione, la recidiva è minore quindi è anche un investimento. Non è soltanto un discorso di misura di civiltà generica o di sensibilità verso i detenuti, ma una garanzia per la società. Le carceri dovrebbero diventare il meno possibile palestra di crimine o criminogene. Invece, non curandosi di quanto succede in prigione, la società alimenta attraverso il carcere il circolo vizioso della delinquenza, perché aumenta la possibilità di reiterare i reati”. Il discorso del dottor Alberto Arnaudo, medico già direttore del Serd di Cuneo, sulla necessità di portare l’attenzione sulle condizioni di vita di chi in carcere soffre per motivi diversi, è molto pragmatico.

 

di Filippo Rigano*

L’Unità, 1 febbraio 2025 Sono un ergastolano “ostativo” che alberga ininterrottamente nelle patrie galere dal 1993 del secolo scorso. Eh sì, perché bisogna fare i conti anche con il tempo che macina gli anni della vita fino alla vecchiaia, e alla morte. Quando ho varcato le porte del carcere, di anni ne avevo 36, oggi ne ho 68. Sapevo a malapena leggere e scrivere, come titolo di studio avevo soltanto la seconda elementare. Il 23 ottobre 2019, nel teatro del carcere di Rebibbia, sono riuscito a laurearmi in giurisprudenza con lode dell’Università di Tor Vergata. Ho dimostrato progressi nello studio, nel lavoro, nel senso critico del passato per cui sto scontando la mia pena. Nonostante ciò non riesco a respirare neanche un’ora di libertà. Per la legge non dovrei essere più un “ergastolano ostativo”, un “fine pena mai”.

 

di Francesco Mandoi

L’Espresso, 1 febbraio 2025 La separazione delle carriere nasconde un’iperproduzione di norme, spesso contraddittorie. Mentre rimangono i vuoti d’organico in tutti i settori del sistema giustizia. La cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario si è svolta in un momento in cui è molto alta l’attenzione della pubblica opinione sullo scontro tra magistratura e politica, determinato dalle scelte legislative in materia di ordinamento giudiziario, prima fra tutte quella della separazione delle carriere fra magistratura giudicante e requirente. Nelle relazioni in Cassazione e nelle Corti d’appello si possono rinvenire informazioni utili sullo stato della giustizia nel nostro Paese e sulla congruità delle risposte legislative in cantiere. Sulla capacità del sistema di rispondere alle richieste di giustizia in tempi ragionevoli, con decisioni coerenti al principio ...

 

di Stefano Folli

La Repubblica, 1 febbraio 2025 Le strade sono due. La prima è accelerare sulla via della riforma Nordio. Nella seconda lo sbocco potrebbe essere sciogliere il conflitto sul terreno elettorale. È stato un gesto di correttezza istituzionale, ma anche d’intelligenza politica la visita al Quirinale di Giorgia Meloni nel pieno del conflitto con la magistratura sul caso Almasri. Ciò non significa, è ovvio, che l’attacco sferrato ai giudici con toni senza dubbio inusuali abbia ottenuto una sorta di approvazione dal capo dello Stato, che rappresenta anche il vertice del Csm. Sarebbe persino strano immaginarlo: Mattarella si è sempre sforzato, come è logico, di non esasperare i contrasti, soprattutto quando appaiono più che insidiosi, come l’attuale.

 

di Gianluca Mercuri

Corriere della Sera, 1 febbraio 2025 Giustizia come tema dominante, terreno di scontro, chimera eterna fatta di pezzi diversi come il mostro della mitologia greca: verità ideali e parziali, strumentalizzazioni presunte o effettive. Dopo la breve stagione in cui tutte le curve tifavano per lei, da più di 30 anni la magistratura è l’istituzione più divisiva, ciclicamente accusata di interferenze indebite (a volte anche da sinistra) e perfino di eversione (più spesso da destra). Ora sembra prossimo il cortocircuito. Tra le ambiziose e controverse riforme imbastite dal governo Meloni, quella della giustizia appare la meno condannata all’inconcludenza, anche se superare tutti gli ostacoli (l’opposizione dell’Associazione magistrati e di una parte del Paese che si presume non trascurabile) non sarà semplice.

 

di Marco Taradash

linkiesta.it, 1 febbraio 2025 Per combattere lo storico protagonismo dei pm, il governo Meloni vuole piegare la magistratura all’esecutivo, come già avviene in molti regimi illiberali. Ma la democrazia si basa su contrappesi, non su giudici complici o pubblici ministeri persecutori. Vorrei che il Governo non mettesse ancora a dura prova la mia convinzione, stavo per scrivere fede, nella separazione delle carriere. Io voglio un giudice che possa giudicare, ascoltate accusa e difesa, senza il retropensiero che un giorno quel pubblico ministero cui dà torto si trovi a decidere della sua carriera nel Consiglio superiore della magistratura che li unisce, e senza che legami di altro genere possano influenzare le sue scelte. Voglio un pm che si batta per la sua convinzione di colpevolezza dell’imputato senza disporre di strumenti diversi dall’avvocato che gli si contrappone.

 

di Simona Musco

Il Dubbio, 1 febbraio 2025 Con la pratica contro Lo Voi, Palazzo Bachelet solleva un nuovo fronte contro la magistratura. La richiesta finirà nel nulla, ma il messaggio politico è chiaro. Quello di Francesco Lo Voi, il procuratore di Roma che ha iscritto sul registro degli indagati la presidente Giorgia Meloni e i suoi uomini per il caso Almasri, è stato più un assist al governo che un colpo messo a segno dalla magistratura nella battaglia contro la separazione delle carriere. Perché ha consentito ai vertici di Palazzo Chigi di non rispondere in aula delle proprie scelte, dopo aver negato a lungo la ragione di Stato che oggi si troverebbe a dover rivendicare.

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 1 febbraio 2025 “I procuratori non sono postini. Se lo fossero, qualunque denunciante un ministro che voli a cavallo di un asino dovrebbe avere diritto alla trasmissione al Tribunale dei ministri”, dice il giudice emerito della Consulta. “Ma dal governo scarsa chiarezza nell’evocare la ragion di stato”. Ma quale “atto dovuto”. Anche Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale, al Foglio esprime perplessità sulla decisione del procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, di mettere sotto indagine la premier Meloni, i ministri Nordio e Piantedosi e il sottosegretario Mantovano per il caso Almasri, sulla base di un esposto composto da 15 righe e un rimando ad articoli di stampa. Cassese ricorda innanzitutto l’articolo 6 della tanto richiamata legge costituzionale n. 1 del 1989, secondo cui il procuratore della Repubblica ...

 

di Edmondo Bruti Liberati

La Stampa, 1 febbraio 2025 “Il procuratore Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona nella vicenda Open Arms, mi ha appena inviato un avviso di garanzia in relazione al rimpatrio del cittadino libico Almasri”: presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Proditorio attacco al governo attuato da quella magistratura che non tollera che ci sia una riforma della giustizia”: ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. Complotto della magistratura, che a questo punto vedrebbe complici procuratore e giudici della Corte penale internazionale de L’Aja, fino ai magistrati italiani aderenti alla Associazione nazionale magistrati e infine al procuratore della Repubblica di Roma. Da più parti si ripropone la frusta denuncia della “giustizia a orologeria”.

 

di Mariangela Campo

Corriere della Sera, 1 febbraio 2025 “Io imputato? Volevo solo fare un po’ d’ordine in casa mia”. La violenza domestica è un problema radicato, conseguenza di dinamiche culturali, psicologiche e sociali. Secondo gli ultimi dati Istat disponibili, nel 2023 in Italia 31.500 donne hanno intrapreso un percorso di uscita dalla violenza, con il 52% degli abusi perpetrati dal partner. Preoccupa l’alta percentuale di minori vittime o testimoni di violenza (77,6%), così come i casi di violenza durante la gravidanza (14,6%). In Lombardia, le segnalazioni al numero antiviolenza 1522 sono aumentate, con un picco del 72% a Sondrio e incrementi significativi anche a Cremona, Lecco, Brescia, Bergamo e Como.

 

di Alessandra Serio

tempostretto.it, 1 febbraio 2025 Il Presidente della Repubblica ha risposto all’appello di Michela, impegnata nella battaglia per fare luce sul caso di Ivan Lauria. È stata una grande emozione per Michela Lauria trovarsi tra le mani la lettera in busta bianca proveniente dal Quirinale. Non poteva credere ai suoi occhi: tra le migliaia di appelli che riceve, il Capo dello Stato ha deciso di rispondere anche a lei, mosso dal clamore per il caso di Ivan Lauria, il detenuto messinese morto in carcere a Catanzaro. Una morte avvenuta in circostanze poco chiare, secondo la mamma e il legale, l’avvocato Pietro Ruggeri, che in una intervista ad Alessandra Serio e Silvia De Domenico hanno ricostruito tutta la vicenda.

 

pdregionelombardia.it, 1 febbraio 2025 “Siamo addolorati per quanto accaduto in carcere a Vigevano, ma l’ennesimo suicidio non rappresenta altro che un dato: il sistema, nel suo complesso, non funziona. E mai come in questo caso è palese”, lo dicono Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Pd e componente della Commissione Carceri del consiglio regionale, e Arianna Spissu, segretaria cittadina dei dem, dopo la morte del detenuto incarcerato per una rapina da 55 euro e già segnalato per essere un soggetto fragile. “Per questo le istituzioni dovevano prenderlo in carico prima di adesso, evitando così che si arrivasse al reato”, precisano le dem.

 

di Lorenzo Zaccagnini

La Sentinella del Canavese, 1 febbraio 2025 Dopo 6 anni di attività, l’esperienza di “Fenice”, giornale online redatto dai detenuti del carcere di Ivrea ed edito dall’associazione Rosse Torri, è stata momentaneamente sospesa dalla direzione. “Riteniamo sia venuto meno il rapporto di fiducia verso gli operatori esterni incaricati del progetto - comunica la direttrice della casa circondariale Alessia Aguglia. L’intento rimane quello di continuare l’attività dopo una rivisitazione della convenzione siglata in aprile, ritenendo che a garanzia della reale efficacia rieducativa sia necessario un chiarimento dei parametri in cui questa debba svolgersi.

 

di Francesco Brun

Corriere del Veneto, 1 febbraio 2025 Al Del Papa è stata realizzata una cucina professionale e quattro carcerati sono al lavoro per la padovana Marcolin. L’azienda punta ad assumere altri sei detenuti. C’è solamente l’imbarazzo della scelta tra pollo e speck, brasato, tonno e cipolle, verdure e infine le più richieste, quelle con il baccalà. Arriva fino a 8.000 pezzi la produzione giornaliera di polpette nel nuovo laboratorio di cucina del carcere Del Papa di San Pio X, attivo da novembre ma inaugurato ufficialmente soltanto ieri mattina. Si tratta di una struttura all’avanguardia, dell’ampiezza di circa 300 metri quadri, ricavata da un’ala ormai in disuso e realizzata grazie all’intraprendenza della gastronomia padovana Marcolin (con un punto vendita nel Sotto salone di Padova, che ha deciso di entrare nelle mura della casa circondariale ...

 

Il Mattino di Padova, 1 febbraio 2025 Mercoledì un convegno al San Gaetano con l’ex direttore Cantone. L’assessora Colonnello: “Valorizzeremo la co-progettazione”. Non più un posto fuori dalla città che nasconde i problemi, come vorrebbe una certa retorica securitaria. Ma un luogo dentro Padova, anzi al cuore della città. Così difendiamo i diritti delle persone detenute, invertendo la retorica del fuori”. E il messaggio dell’assessora al sociale Margherita Colonnello nel convegno mercoledì scorso al San Gaetano che ha raccontato il percorso di co-progettazione che ha coinvolto le istituzioni e le tante realtà che operano nel complesso di via Due Palazzi. Un pomeriggio dunque che è servito a raccontare il Tavolo Carcere del Comune con le tante realtà che vi partecipano: dagli Operatori carcerari volontari (Ocv), a Ristretti ...

 

imperiapost.it, 1 febbraio 2025 Progetti, obiettivi e sfide per ottenere il pieno reinserimento dell’individuo all’interno della società. Si è tenuto questo pomeriggio presso la Biblioteca Civica “Lagorio” di Imperia il convegno “Il carcere incontra la cittadinanza”, un’occasione per riflettere e mettere in contatto due realtà che si trovano per forza di cose separate: i detenuti e la cittadinanza. Tra gli argomenti affrontati ci sono la condizione della detenzione e le cause che possono condurre una persona verso l’illegalità, ma anche - e forse soprattutto- gli obiettivi e le sfide per far sì che si annulli il rischio di una recidiva e si ottenga il pieno reinserimento dell’individuo all’interno della società. Per questo è fondamentale che la cittadinanza sia al corrente della vita che si svolge all’interno di una casa circondariale, comprese le attività che vengono svolte dai detenuti.

 

centritalianews.it, 1 febbraio 2025 Lunedì 10 febbraio, alle ore 17, nel salone d’onore del Palazzo Arcivescovile di Siena, nell’ambito delle iniziative giubilari dell’arcidiocesi, si terrà l’evento “Pena e speranza, La vita in carcere, le riforme necessarie”, promossa dalla Fondazione Derek Rocco Barnabei in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siena, Colle Val d’Elsa, Montalcino. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di focalizzare l’attenzione sulle tante criticità che coinvolgono le persone che scontano una pena all’interno del carcere ed anche a sostegno della moratoria e dell’abolizione della pena di morte. Un tema di grande attualità soprattutto in vista del prossimo Giubileo dei detenuti che si terrà a dicembre di quest’anno.

ansa.it, 1 febbraio 2025 La struttura è gestita dalla Fondazione Falcone a Palermo. È stato firmato giovedì pomeriggio, presso la sede della Fondazione Falcone di Palazzo Jung, a Palermo, un accordo pilota che vede coinvolta la stessa Fondazione, l’amministrazione penitenziaria, il Comune di Palermo ed il ministero della Giustizia, per l’impiego dei detenuti provenienti dalla casa di reclusione Ucciardone ad attività socialmente utili all’interno del Museo del presente. Il progetto avrà inizio domani ed un gruppo di detenuti si occuperà della manutenzione del verde all’interno della struttura e della cura del museo.

 

di Alessandra Stoppini

santalessandro.org, 1 febbraio 2025 Minori in carcere: “Con i percorsi giusti possono cambiare e avere un futuro migliore”. “Sono tra quelli che non si stancano di sognare un futuro fuori per i ragazzi che hanno sbagliato, nessuna concessione alla superficialità quindi, ma duro lavoro di educazione alla responsabilità”. Domenico Cambareri, parroco in provincia di Bologna e cappellano dell’Istituto Penale per i Minorenni del capoluogo, ha scritto “Ti sogno fuori” (Edizioni San Paolo 2024, Prefazione di Susanna Marietti, pp. 149, 16,00 euro), che raccoglie “Lettere da un prete da galera”, come recita il sottotitolo del testo.

 

di Beppe Donadio

La Regione, 1 febbraio 2025 Almeno a Volterra, dove la Compagnia della Fortezza di Armando Punzo vive il teatro, utopia realizzabile. Gianfranco Pannone la racconta in “Qui è altrove”. “Nel momento in cui io entro a teatro non sto in carcere, inizio a nuotare in un altro mondo, che è il mondo in cui vorrei vivere. Poi alle nove si accende una lampadina, girano le chiavi, chiudono la porta e torni in cella”. Forse nessuna delle dichiarazioni contenute in ‘Qui è altrove - Buchi nella realtà’, documentario scritto e diretto da Gianfranco Pannone, spiega da un lato il progetto di Armando Punzo, regista, attore e drammaturgo italiano che dal 1988 porta il teatro tra i detenuti di Volterra, e dall’altro realizza lo scopo del regista, quello di raccontare il lavoro di Punzo senza che si vedano le sbarre.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 1 febbraio 2025 Il sociologo: “Osservo il rischio di una palese violazione del principio di eguaglianza, a causa dell’introduzione, solo per i pubblici agenti, di un regime processuale speciale”. Luigi Manconi, docente di Sociologia dei Fenomeni Politici, Presidente di “A Buon Diritto Onlus”, è stato presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato. Nel suo libro più recente - “La scomparsa dei colori”, edito da Garzanti - racconta la progressiva perdita della vista e la cecità. Ma oggi con lui vogliamo parlare di uso e abuso della forza da parte di chi dovrebbe garantire la nostra sicurezza, a prescindere dalla nostra innocenza o colpevolezza, nelle regole di uno Stato di Diritto.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 1 febbraio 2025 La Corte, inoltre, ha deciso di rimettere ancora una volta gli atti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea. La Corte d’Appello di Roma - Sezione Persona, famiglia, minorenni e protezione Internazionale -, ha sospeso ieri il giudizio di convalida dei trattenimenti dei 43 migranti portati, martedì scorso, in Albania nel centro di Gjader. La Corte, inoltre, ha deciso di rimettere gli atti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea ponendo un quesito pregiudiziale: “Se il diritto dell’Unione Europea e, in particolare, gli articoli 36, 37 e 46 della Direttiva 2013/32/Ue, debbano essere interpretati nel senso che essi ostano a che un Paese terzo sia definito di origine sicuro qualora, in tale Paese, vi siano una o più categorie di persone per le quali non siano soddisfatte le condizioni sostanziali di tale designazione, enunciate nell’allegato I della Direttiva”.

 

di Filippo Miraglia

Il Manifesto, 1 febbraio 2025 La presidente del Consiglio ha puntato tutto sul “modello albanese”, anche sapendo che le probabilità di perdere erano molto alte. Difficilmente il risultato nel nuovo anno avrebbe potuto essere diverso, rispetto alle bocciature con cui si era chiuso il precedente. Forse Giorgia Meloni aveva già pronti due video da postare sui social. Uno con la parte della vincitrice, il suo esempio funziona e diventerà il modello dell’Unione europea. L’altro con quella della vittima, i soliti magistrati che impediscono al governo di lavorare, che non collaborano. Entrambi i casi funzionali alla propaganda. Quella che evidentemente rappresenta l’unico reale obiettivo di questa maggioranza che, come tutte le nuove destre autoritarie del cosiddetto occidente, puntano le loro carte sull’odio e sulla criminalizzazione degli stranieri.

 

di Monica Guerzoni

Corriere della Sera, 1 febbraio 2025 Per il Governo non serve aspettare la decisione della giustizia Ue. Avanti tutta, “a testa alta” e col timone puntato verso le coste dell’Albania. Giorgia Meloni è più infuriata che mai e non darà alle opposizioni la soddisfazione di mettere i sigilli ai centri di Shenjin e Gjader. La premier va avanti, perché è sempre più convinta che “il governo è nel giusto”. La Corte d’appello non ha convalidato il fermo di 43 migranti e lei ha già deciso la linea: ricorso in Cassazione. Anche perché tra Palazzo Chigi e Viminale la decisione di sospendere il giudizio in attesa del verdetto della Corte di giustizia Ue è stata letta come un segnale di debolezza dei magistrati.

 

di Alessandro De Angelis

La Stampa, 1 febbraio 2025 La prima volta, lo scorso ottobre, i migranti erano una ventina, i trattenimenti in Albania furono bloccati, e si disse: colpa dei giudici. La seconda volta, a novembre, erano sette. Stesso copione, recitato con qualche decibel in più, per traferire il messaggio: non è il modello in sé che non funziona, è il pregiudizio delle toghe che lo blocca. Ad integrare il racconto fu varato, a mo’ di toppa riparatrice, il decreto migranti presentato come sfida, sempre ai giudici e come segnale di “efficienza”. Decreto piuttosto farraginoso, che interveniva sulla famosa lista dei Paesi sicuri, con l’idea di ridurre i margini interpretativi dei giudici. Fino a un certo punto però perché, per evitare l’incostituzionalità, quella funzione interpretativa non poteva essere tolta.

 

di Riccardo Maccioni

Avvenire, 1 febbraio 2025 Le inaccettabili parole di Kristi Noem, stretta collaboratrice di Trump, sui migranti irregolari rivelano come sempre più che l’aggressività e la cattiveria siano considerati valori. No, la bontà non sta vivendo un momento felice. Da bambini era la morale della favola, il quid, quasi un superpotere, che alla fine del racconto, tra draghi ammansiti e falsi príncipi smascherati, premiava l’umile, il povero. Una virtù talmente affascinante da confonderla con la bellezza. E non era un errore perché con l’avanzare degli anni abbiamo imparato che spesso il bello educa al bene, purificando gli occhi, ammorbidendo il cuore, riempiendo i sogni di storie e visi felici. Poi qualcosa dev’essere andato storto, qualcuno ha messo un bastoncino a interrompere la ruota della storia, così da invertirne il giro.

 

di Gloria Bertasi

Corriere del Veneto, 1 febbraio 2025 Vertice tra Brugnaro e Tajani sul cooperante veneziano in carcere. “È accusato di terrorismo, purtroppo la situazione è complicata”. Di Alberto Trentini, cooperante veneziano di 45 anni, non si hanno notizie da metà novembre, da quando è stato fermato a Guasdalito, in Venezuela, e poi tradotto in carcere a Caracas. Finora che potesse essere accusato di attività sovversive contro la repubblica bolivariana di Nicolás Maduro era solo un timore, rinfocolato dalle notizie diffuse dagli oppositori del presidente venezuelano, ma non c’era mai stata l’ufficialità. Che ieri è arrivata dal sindaco Luigi Brugnaro, a poche ore dal presidio organizzato dai suoi amici in piazza San Marco. “Abbiamo chiesto di poterlo incontrare - sottolinea Brugnaro - ci sono una serie di attività in corso.

 

DOCUMENTI

Il Riformista-PQM. "Fuori strada. Una riforma che snatura il senso e la funzione del Codice della Strada"

Articolo. "La società civile entra in carcere", di Andrea Pipitone

Articolo. "Medicina penitenziaria: la  salute è un diritto fondamentale dei detenuti", di Francesco Ceraudo

Comunicato stampa dell'Associazione Nazionale Funzionari Contabili D.A.P.: "Segnalazione delle difficoltà operative e gestionali dei funzionari contabili"

Radio Carcere, di Riccardo Arena. "Affettività in carcere, quel diritto ignorato" - La sentenza della Corte Costituzionale che ha riconosciuto ai detenuti il diritto a svolgere i colloqui intimi, ma che dopo un anno resta ancora inapplicata