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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di mercoledì 19 febbraio 2025

a cura di Ornella Favero*

Ristretti Orizzonti, 19 febbraio 2025 Da più di un anno nelle carceri si spera che le disposizioni impartite dalla Corte Costituzionale in tema di diritto ai colloqui intimi diventino vita vera e affetti non più negati. Ma quella speranza sta diventando delusione, sconforto che serpeggia tra le persone detenute, che si erano illuse che nel volgere di poco tempo si riuscisse a dare soluzione a un problema che si trascina da decenni.

Gentile ministro Nordio, quando le è stato chiesto in un’interrogazione parlamentare se, in relazione alla sentenza 10/2024 della Corte Costituzionale, non ritenesse necessario «adottare le necessarie immediate misure di competenza volte a dare piena esecuzione alla decisione della Consulta», Lei ministro ha risposto di aver istituito il 28 marzo 2024 a questo fine “un apposito gruppo di studio multidisciplinare con il compito di elaborare una proposta coerente con il sistema vigente, anche in considerazione delle diversità strutturali che connotano gli istituti penitenziari sul territorio nazionale”.

 

L’Unità, 19 febbraio 2025 Pubblichiamo l’appello a Governo e Parlamento sottoscritto dai maggiori studiosi italiani di scienze sociali, di sociologia del diritto e della devianza. 31 dicembre 2024, il Capo dello Stato italiano, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno, ribadisce che le condizioni delle carceri italiane offendono la Costituzione, la quale indica norme imprescindibili sull’esecuzione della pena detentiva. Il sovraffollamento, certo, ma ancora di più e maggiormente pervasiva, “l’aria che si respira”, mefitica in senso letterale e metaforico: il riferimento inevitabile è all’infelice e deplorevole uscita del Sottosegretario di Stato per la Giustizia, di “non lasciare respirare chi sta dietro quel vetro oscurato”. Un’affermazione che attesta chiaramente una visione vendicativa e discreditante della pena.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 19 febbraio 2025 Con un surplus di appena 300 unità su 8.000, è stato avviato un piano per rendere gli istituti vivibili. Mentre in Italia è il caos: il sovraffollamento è di oltre 10mila reclusi, con un alto tasso di suicidi. Mentre l’Italia naviga in acque tempestose, tra carceri trasformate in polveriere e un drammatico aumento dei suicidi, la Scozia imbocca una rotta alternativa. Oltremanica, il governo scozzese ha deciso di puntare su coraggio e pragmatismo per risolvere una crisi che nel Belpaese sembra ormai cronica: il sovraffollamento carcerario. Se da noi le celle strapiene - con oltre 10mila detenuti in più rispetto alla capienza ufficiale - alimentano un circolo vizioso di illegalità e degrado, Edimburgo risponde con un piano rivoluzionario: il rilascio anticipato di 390 detenuti. Non un gesto dettato dalla resa, ma una strategia calibrata che potrebbe scrivere un nuovo capitolo nella storia della giustizia penale europea.

 

di Sebastiano Ardita*

Il Dubbio, 19 febbraio 2025 In una recente intervista al Corriere della Sera rilevavo come la capacità della mafia di controllare il carcere e continuare le attività criminali all’esterno fosse diretta conseguenza di alcune scelte di gestione che danno la possibilità ai detenuti più pericolosi e mafiosi di muoversi liberamente. Secondo l’Osservatorio sulle carceri delle Camere penali, le mie considerazioni “oltre a non essere suffragate… da dati certi”, finirebbero “per alimentare una pericolosa disinformazione dell’opinione pubblica”, che sarebbe “indotta, così, a coltivare logiche di estrema inciviltà, condensate nelle aberranti frasi del “gettare la chiave”, del “marcire in carcere” o “togliere il respiro ai detenuti”. Il comunicato contiene un difficoltoso tentativo di difendere il regime penitenziario c.d. aperto, attraverso un capovolgimento dei dati sulle criticità che ne sono conseguite.

 

di Giorgio Paolucci

Avvenire, 19 febbraio 2025 Le storie di Angelina e Carmen, ospiti delle case-famiglia di “Ciao”, raccontano la possibilità di un reinserimento sociale capace di garantire ai bambini un’infanzia più serena. Un progetto di accoglienza alternativo al carcere permette di scontare la pena in un ambiente familiare “È stata dura, molto dura. Il carcere mi ha temprato, mi ha costretto a fare i conti con i miei errori e con il dolore che avevo provocato. Prima che a me stessa, ai miei figli, vittime innocenti. Tra le mie quattro figlie, lei è quella che sta pagando il prezzo più alto”. “Lei” è Veronica, una pulce di quattro anni con due occhi luminosi che contemplano quelli di mamma Angelina. Nella sala giochi ci sono altri tre bambini, ospiti insieme alle madri di una casa famiglia protetta per donne detenute al quartiere Stadera di Milano.

 

di Alberto Cisterna

Il Dubbio, 19 febbraio 2025 “Alea iacta est” si potrebbe dire con uno stilema abusato. Il 27 febbraio le toghe sciopereranno in difesa della Costituzione e contro il progetto di riforma all’esame del Parlamento. Qualche giorno dopo il presidente dell’Anm sarà ricevuto a palazzo Chigi per un incontro, non solo sollecitato da Cesare Parodi, ma tutto sommato reso anche necessario dal rinnovo dei vertici associativi dopo le recenti elezioni. In quali condizioni l’Anm giungerà al rendez-vous dipenderà da alcuni fattori al momento non facilmente identificabili. In uno scenario positivo, con una grande maggioranza di astensioni dal lavoro giudiziario e con una solidale partecipazione della pubblica opinione, c’è da immaginare che l’incontro partirà lo stesso con un sensibile, ma tuttavia non insuperabile disallineamento delle forze contrapposte. Una forte maggioranza di astensioni è, comunque, un segnale che la politica non può trascurare.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 19 febbraio 2025 Palazzo Chigi sarebbe pronto a mediare con la magistratura, ma il ministero della Giustizia non sarebbe disposto a modificare il ddl già approvato alla Camera. È tensione tra Palazzo Chigi e via Arenula in merito alla riforma costituzionale della separazione delle carriere. Dalla presidenza del Consiglio ci sarebbe l’intenzione di aprire a possibili modifiche, mentre il ministero della Giustizia non sarebbe pronto ad alcuna trattativa con l’Associazione nazionale magistrati. In fondo Nordio l’ha definita “la madre di tutte le riforme” e svuotarla in qualche sua parte sarebbe una sconfitta sia simbolica che politica.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 19 febbraio 2025 Ecco i dati riportati nella Relazione al Parlamento del ministero della Giustizia: nel 2024 risarcimenti per 26,9 milioni di euro. Nel 2024 lo Stato italiano ha pagato 26,9 milioni di euro in risarcimenti per ingiusta detenzione. Dal 2018 all’anno scorso il totale della spesa è stata di poco superiore ai 220 milioni di euro. Nel 2024 le domande accolte sono state 552, il totale dal 2018 arriva a 4920 persone che sono finite in carcere per sbaglio. Sono solo alcuni dei dati riportati nella Relazione al Parlamento del ministero della Giustizia su “Misure cautelari personali e riparazione per ingiusta detenzione” relativi all’anno 2024. I distretti di Corte di Appello più significativi quanto ad entità numerica di richieste di risarcimento sono, mediamente, quelli di Napoli, Reggio Calabria, Catanzaro e Roma.

 

di Paolo Comi

L’Unità, 19 febbraio 2025 Uno strumento “incivile”, lo definì il ministro prendendo l’impegno a regolamentarlo. È trascorso più di un anno e non è cambiato nulla. Le intercettazioni abusive nei confronti di Casarini e Cancellato si sarebbero potute evitare. La riforma del trojan si è persa nelle secche di via Arenula. Le recenti intercettazioni abusive effettuate nei confronti di Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, e Luca Casarini, attivista della ong Mediterranea saving humans, molto probabilmente si sarebbero potute evitare se il ministro della Giustizia Carlo Nordio avesse dato seguito al suo impegno di regolamentare - una volta per tutte - l’utilizzo dei trojan, i micidiali virus informatici che non lasciano scampo agli smartphone. Il trojan è uno strumento “incivile” disse il Guardasigilli, affermando l’urgenza di una stretta su questo strumento.

 

di Fabrizio Costarella e Cosimo Palumbo*

Il Dubbio, 19 febbraio 2025 La prevenzione è una distopia, un po’ come il mondo immaginato da Philip Dick in Minority Report. Un universo “so far away, so close”, per usare una suggestione di Marcello Fattore, rispetto a quello penale, nel quale a una sostanziale vicinanza delle sanzioni corrisponde una siderale distanza dei presupposti applicativi. Capita così, molto più spesso di quanto si pensi, che le persone assolte nel processo penale vengano tuttavia private di tutti i propri beni nel procedimento di prevenzione, molte volte iniziato, parallelamente al primo o dopo la sua conclusione con esito assolutorio. Ma capita anche che tutto ciò che orbita intorno al discorso sulla prevenzione, ne subisca la sinistra attrazione gravitazionale, fino a deformarsi e implodere nel deja vu di ripetitivi refrain e luoghi comuni.

 

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 19 febbraio 2025 Nel 2024 le pendenze civili sono aumentate, facendo mancare all’Italia il target previsto dal Pnrr. Il mancato raggiungimento dell’obiettivo potrebbe comportare la perdita delle risorse europee. Nordio e il caos al Ministero. L’Italia ha mancato il raggiungimento di uno degli obiettivi più importanti previsti dal Pnrr sulla giustizia per il 2024. Si tratta della riduzione dell’arretrato civile: anziché diminuire, come era avvenuto dal 2021 in poi, nel 2024 le pendenze civili presso i tribunali sono aumentate a sorpresa del 3,5 per cento, raggiungendo quota 2.817.759, circa centomila in più del 2023. Rispetto al 2019 le pendenze sono calate del 91,7 per cento, contro l’obiettivo richiesto dal Pnrr del 95 per cento entro il 31 dicembre 2024.

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 19 febbraio 2025 Bassano del Grappa in Veneto, Lucera in Puglia e Rossano in Calabria: il sottosegretario Delmastro spinge per la riapertura dei piccoli tribunali chiusi con la riforma Severino. Il “no” di magistrati e avvocati: “Inutile e dannoso”. Dopo il populismo penale (con la creazione di una marea di nuovi reati e l’innalzamento generalizzato delle pene) e quello costituzionale (con l’inserimento nella Costituzione di buoni propositi, come quelli su ambiente, sport, animali e persino le isole, privi però di attuazione pratica), eccoci arrivati al populismo della geografia giudiziaria. Il governo ha intenzione di riaprire i piccoli tribunali soppressi nel 2012 con la riforma Severino, in nome della “giustizia di prossimità”.

 

di Andrea Aversa

L’Unità, 19 febbraio 2025 Le dichiarazioni dell’avvocato Cimiotta dopo la sentenza che ha fatto discutere: “Attendiamo le motivazioni, pronti a impugnare la decisione del giudice”. “Ci lascia sbigottiti la pronuncia del Gup di Reggio Emilia in relazione alla derubricazione del reato di tortura in quello di abuso di autorità”, ha dichiarato l’avvocato Vito Cimiotta che sta rappresentando, costituendosi come parte civile, l’Associazione Yairaiha nell’ambito del processo sugli abusi avvenuti nel carcere di Reggio Emilia. Il procedimento si è svolto con rito abbreviato e oggi il Gup Guareschi ha condannato a pene che vanno dai 4 mesi ai due anni di reclusione i dieci agenti della polizia penitenziaria che nell’aprile 2023 si resero protagonisti del brutale pestaggio di un detenuto tunisino di 40 anni.

 

di Alessandra Codeluppi

Il Resto del Carlino, 19 febbraio 2025 Parla la cognata del carcerato vittima delle percosse: “Vorrei che il ministro Nordio intervenisse”. “Come familiare, ma soprattutto come cittadina sono delusa. La sentenza di ieri è stata una sconfitta per tutti, per noi familiari ma anche per lo Stato e vorrei che il ministro Nordio intervenisse”. È l’amaro commento della cognata del detenuto tunisino vittima di un pestaggio ad opera di agenti della polizia penitenziaria, il 3 aprile 2023 nel carcere di Reggio Emilia. Fatto per cui lunedì c’è stata la sentenza di primo grado, in abbreviato: la gup Silvia Guareschi ha riqualificato le accuse di tortura e lesioni in abuso di autorità contro detenuto e percosse aggravate, condannando i dieci imputati, ma a pene da quattro mesi a due anni, molto più basse di quelle chieste dalla Procura.

 

di Alessandra Codeluppi

Il Resto del Carlino, 19 febbraio 2025 Per il giudice non fu tortura, il legale Conti dopo la derubricazione: “Ci fu un eccesso nell’uso della forza, ma il detenuto era aggressivo”. Il Sappe: “Serve una riforma del codice penale su quel reato”. Gli agenti sono al momento sottoposti solo a una sospensione cautelare amministrativa dalla loro attività, che era stata decisa dall’articolazione ministeriale di competenza in base alla grave contestazione che era stata mossa e all’entità della pena prevista. Ma dopo la riformulazione fatta nella sentenza di primo grado dal giudice Silvia Guareschi, e le pene molto più contenuta di quelle chieste dal pubblico ministero Maria Rita Pantani, ora gli agenti potrebbero chiedere di rientrare in servizio.

 

avellinotoday.it, 19 febbraio 2025 Si è svolta ieri presso il Tribunale di Avellino una nuova udienza relativa al suicidio in carcere di Luigi Della Valle, il detenuto che nell’estate del 2017 si tolse la vita nella sua cella all’Istituto di Reclusione di Avellino. Il processo, che si protrae da anni, continua a essere al centro dell’attenzione per le implicazioni sulla gestione della salute mentale nelle carceri italiane. Durante l’udienza l’avvocato di parte civile, la penalista Rosaria Vietri, e il Pubblico Ministero Luigi Iglio, hanno discusso, affrontando i nodi ancora irrisolti della vicenda. La difesa del medico del carcere di Bellizzi Irpino, accusato di omicidio colposo, aveva già ribadito che il professionista ha agito secondo i protocolli previsti e che non vi sarebbero state negligenze nel trattamento di Della Valle.

 

di Chiara Gabrielli

Il Resto del Carlino, 19 febbraio 2025 La protesta è in programma per oggi e domani. Questa mattina iniziativa di sensibilizzazione in tribunale con l’assessora Conti. Avvocati, due giorni di astensione collettiva: la protesta è in programma per oggi e domani. Tra i motivi, i decessi nelle carceri, che continuano a crescere. Ma non solo: “Il direttivo e l’Osservatorio carcere esprimono la massima preoccupazione per l’imminente trasferimento di circa 50 giovani adulti” provenienti dagli Ipm di tutto il territorio nazionale al carcere di Bologna, “un’operazione tanto complessa quanto sciagurata” considerato “il già elevato tasso di sovraffollamento dell’istituto (170%)”.

 

intoscana.it, 19 febbraio 2025 La due giorni di parole, immagini e suoni dal carcere, si tiene al cinema La Compagnia di Firenze, il 26 e 27 febbraio, ad ingresso libero. In programma due matinées dedicate alle scuole, accessibili su prenotazione. È sul tema della costruzione di un canale di comunicazione tra la popolazione detenuta e la società, grazie ai percorsi culturali che quotidianamente vengono proposti da associazioni che si dedicano a questa fascia d’utenza, che si incentra l’iniziativa Visioni aperte: parole, immagini e suoni dal carcere. L’iniziativa, a cura del Coordinamento Teatro in Carcere Toscana e Lanterne Magiche - Fondazione Sistema Toscana, organizzata da Teatro Metropopolare, con il sostegno di Regione Toscana e il patrocinio del Ministero della Giustizia e del Garante dei diritti dei detenuti della Regione Toscana.

 

di Costanza Baldini

intoscana.it, 19 febbraio 2025 La regista fondatrice del Teatro Metropopolare di Prato, membro attivo del Coordinamento Regionale del Teatro in Carcere, racconta la sua esperienza e ci parla di “Visioni Aperte” le due giornate che si terranno il 26 e 27 febbraio al cinema La Compagnia di Firenze. Livia Gionfrida ha fondato nel 2006 il Teatro Metropopolare un collettivo artistico che ha scelto Prato come sede operativa, sviluppando progetti teatrali innovativi e impegnati socialmente. Dal 2008, il Teatro Metropopolare ha instaurato una collaborazione stabile con la Casa Circondariale La Dogaia di Prato, trasformando il carcere in un vero e proprio centro di ricerca teatrale e residenza artistica.

 

di Isabella De Silvestro

Il Domani, 19 febbraio 2025 Ascoltatrici e ascoltatori, insegnanti, ex detenute e detenuti, associazioni che operano dentro gli istituti penitenziari. Le reazioni e i riscontri ricevuti dopo la pubblicazione del podcast di Domani, prodotto da Emons Record e sostenuto dai lettori e dalle lettrici. “Mi sento il prodotto di quei 19 anni: malata, isolata, depressa, e per certi versi disadattata alla vita comunitaria”, racconta Teresa. Dall’uscita di Gattabuia, il podcast di Domani prodotto da Emons Record sulla vita quotidiana nelle carceri italiane, molte sono state le reazioni e i riscontri ricevuti. Non solo da parte delle ascoltatrici e degli ascoltatori che si sono avvicinati a questa inchiesta con la curiosità di conoscere un mondo distante, sigillato e spaventoso qual è il carcere, di cui comunemente si sa poco, ma anche da parte di insegnanti che ...

 

di Vincenzo Scalia

Il Manifesto, 19 febbraio 2025 All’interno del sistema penale italiano, la messa alla prova, introdotta dalla legge 67/2014, può essere considerata come un caleidoscopio attraverso il quale leggere le contraddizioni che attraversano le questioni inerenti alla penalità. Si tratta di una misura di comunità ricalcata sull’omonimo istituto della giustizia minorile, che riguarda, al momento, circa 27.000 persone, di solito imputate per reati minori: guida in stato di ebbrezza, violazione delle leggi sugli stupefacenti, oltraggio a pubblico ufficiale. La durata prevista ricade in un arco temporale tra i due mesi e i due anni. Si tratta di un provvedimento carico di ambiguità, così come emerge nel podcast in 4 puntate Storia di L., realizzato dalla Società della Ragione, che narra la vicenda di uno dei beneficiari, preso in carico dalla Società stessa.

 

di Vincenzo Vita

Il Manifesto, 19 febbraio 2025 I referendum promossi insieme alla Cgil da moltissime associazioni saranno presto schede su cui esprimere il voto. Non è ancora nota la data, ma si spera che per puro buon senso si unifichi la scadenza con quella del prossimo voto amministrativo. Del resto, al riguardo esistono precedenti, a cominciare dal calendario scelto in occasione del taglio dei parlamentari nel 2020. In ogni caso, a prescindere dal giorno, siamo prossimi ad un passaggio di assoluto rilievo per la vicenda politica italiana e con prevedibili riflessi sovranazionali.

 

di Vitalba Azzollini

Il Domani, 19 febbraio 2025 L’intolleranza del governo nei riguardi del sistema di giustizia internazionale risale a ben prima del caso Almasri. I toni collaborativi usati qualche giorno fa dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, verso la Corte penale internazionale (Cpi) non sono serviti a evitare l’apertura, da parte della stessa Corte, di un procedimento nei riguardi dell’Italia relativamente al caso Almasri. La Cpi, con una nota, ha invitato l’Italia a fornire, entro il 17 marzo 2025, informazioni sulla mancata consegna del comandante libico dopo il suo arresto. I giudici chiedono anche spiegazioni sui motivi per cui Almasri non sia stato perquisito e i materiali in suo possesso non siano stati sequestrati.

 

DOCUMENTI

Articolo. "Criminologia, Medicina forense e tossicodipendenza", di Andrea Baiguera Altieri

Radio Carcere, di Riccardo Arena. "Suicidati". I tre detenuti che si sono uccisi in pochi giorni. La degradata realtà del carcere "San Donato" di Pescara. Le adesioni alla "Proposta di legge Zuncheddu" promossa dal Partito Radicale