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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 18 febbraio 2025
CARCERI
a cura di Ornella Favero*
Ristretti Orizzonti, 18 febbraio 2025 Da più di un anno nelle carceri si spera che le disposizioni impartite dalla Corte Costituzionale in tema di diritto ai colloqui intimi diventino vita vera e affetti non più negati. Ma quella speranza sta diventando delusione, sconforto che serpeggia tra le persone detenute, che si erano illuse che nel volgere di poco tempo si riuscisse a dare soluzione a un problema che si trascina da decenni.
Gentile ministro Nordio, quando le è stato chiesto in un’interrogazione parlamentare se, in relazione alla sentenza 10/2024 della Corte Costituzionale, non ritenesse necessario «adottare le necessarie immediate misure di competenza volte a dare piena esecuzione alla decisione della Consulta», Lei ministro ha risposto di aver istituito il 28 marzo 2024 a questo fine “un apposito gruppo di studio multidisciplinare con il compito di elaborare una proposta coerente con il sistema vigente, anche in considerazione delle diversità strutturali che connotano gli istituti penitenziari sul territorio nazionale”.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 18 febbraio 2025 Presentata una istanza di sospensiva contro l’ordinanza che impone alla direzione dell’istituto di permettere colloqui intimi per un detenuto di Parma. Ma il magistrato l’ha respinta evidenziando contraddizioni. Una battaglia serrata per difendere l’intimità in carcere: da un lato, le garanzie costituzionali; dall’altro, l’ostinata resistenza del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Nonostante le sentenze della Corte costituzionale e della Cassazione, insieme alle ordinanze della magistratura di sorveglianza, l’amministrazione penitenziaria si oppone invano a un diritto riconosciuto. È il caso di un detenuto in alta sicurezza nel carcere di Parma che, grazie al ricorso dell’avvocata Pina Di Credico, ha costretto la direzione penitenziaria ad accettare, entro 60 giorni, il diritto a colloqui intimi con la moglie, per decreto del magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia. Tutto sembra finire per il meglio? No: il Dap ha presentato istanza di opposizione, ma il magistrato ha respinto con fermezza la richiesta di sospensiva.
di Alessandra Codeluppi
Il Resto del Carlino, 18 febbraio 2025 Il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria fa ricorso, ma viene rigettato. Vi è un ulteriore strascico nella battaglia di un uomo detenuto nel carcere di Parma che aveva chiesto e ottenuto dal magistrato di sorveglianza competente di Reggio, Elena Bianchi, di poter avere “colloqui intimi” con la moglie. Lui è un 44enne di Napoli, condannato per reati aggravati dal metodo mafioso, vicino al clan dei Casalesi, in particolare al boss Francesco Schiavone detto “Sandokan”: aveva domandato l’anno scorso di poter avere incontri sessuali con la coniuge, in assenza della polizia penitenziaria. La direzione del carcere di Parma aveva detto no, dicendo di essere in attesa di istruzioni dagli uffici superiori sulle modalità per concretizzare i colloqui intimi.
di Gianfranco Amendola
Il Fatto Quotidiano, 18 febbraio 2025 “Non può ritenersi che la richiesta di poter svolgere colloqui con la propria moglie in condizioni di intimità, avanzata dal detenuto ricorrente, costituisca una mera aspettativa, essendo stato affermato che tali colloqui costituiscono una legittima espressione del diritto all’affettività e alla coltivazione dei rapporti familiari, e possono essere negati solo per ‘ragioni di sicurezza o esigenze di mantenimento dell’ordine e della disciplina’, ovvero per il comportamento non corretto dello stesso detenuto o per ragioni giudiziarie, in caso di soggetto ancora imputato”. Lo ha stabilito pochi giorni fa la Cassazione (prima sezione, n. 8/2025) accogliendo il ricorso di un detenuto di Asti contro il provvedimento con cui la casa di reclusione gli aveva negato un colloquio in intimità con la propria moglie, con la motivazione che “la struttura non lo consente”.
di Andrea Pugiotto*
Il Riformista, 18 febbraio 2025 “Noi non abbiamo, ma siamo un corpo” (A. Sofri, “Altri hotel”, 2002, 148). E dal corpo non si scappa, se chiede di vivere una relazione sessuale consensuale con il partner. L’ordinamento penitenziario, silente in materia, è applicato come se ne prevedesse il divieto. L’architrave di tale proibizione è nel principio di sorveglianza continua sulla persona detenuta, tradotto nella regola inderogabile del suo controllo visivo durante i colloqui e le visite dei familiari (art. 18, 2° comma). Dall’impossibilità di sottrarsi a questo panopticon deriva tutto il resto. I corpi reclusi sono inesorabilmente esposti a uno sguardo che li accompagna ovunque, anche durante le azioni fisiologicamente più intime (le porte dei bagni, in carcere, non hanno chiave). È uno sguardo che non conosce intervalli.
di Sabrina Viviani
Il Riformista, 18 febbraio 2025 “Per l’amministrazione penitenziaria sono soltanto fascicoli, morti che camminano”. Della condizione delle persone detenute, dei suicidi, della drammatica situazione di Sollicciano abbiamo parlato con Vincenzo Russo, che è stato per molti anni il Cappellano del carcere di Firenze. Una testimonianza di ferma denuncia ma anche di speranza.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 18 febbraio 2025 Gli azzurri blindano il testo e frenano sulle aperture ipotizzate nei giorni scorsi in vista dell’incontro tra Meloni e l’Anm: nessuna modifica al testo già approvato. “Il Csm unico non avrebbe senso: una volta che le carriere sono separate devono essere separati i Csm anche dal punto di vista delle procedure concorsuali”. Così il deputato di Forza Italia Pietro Pittalis, vice presidente della commissione Giustizia della Camera, ha risposto ad alcune indiscrezioni apparse sabato sul Messaggero secondo le quali la premier Meloni sarebbe pronta a riaprire il dialogo con la nuova Anm di Cesare Parodi escludendo la possibilità di due Csm separati - uno per i giudici, l’altro per i pm - ma lasciando quello attuale diviso però in due sezioni.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 18 febbraio 2025 Le parole sconcertanti di Cesare Parodi: due magistrati uccisi per fare recuperare consenso alle toghe in vista dello sciopero del 27 febbraio contro la riforma Nordio e il referendum. Colleghi e Csm non dicono niente? “Quanto ci farebbero comodo in questo periodo due magistrati morti”. A pronunciare queste parole sconcertanti sarebbe stato il nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Cesare Parodi, durante la presentazione di un libro a Torino giovedì scorso. A riportare la frase, mai smentita da Parodi, è stato il quotidiano “La Stampa”. Parodi è intervenuto alla presentazione di un volume dedicato ai magistrati uccisi da mafia o terrorismo.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 18 febbraio 2025 Il capo dell’Anm prova a spiegare quanto volesse dire con le parole “ci farebbero comodo in questo periodo due magistrati morti”. Profondo rammarico e grande amarezza per il fatto che le mie parole siano state travisate, avendo io voluto esprimere un pensiero in generale profondamente diverso. Non ho mai ipotizzato in nessun momento la morte di chicchessia. La magistratura italiana ha già pagato un doloroso tributo a mafia e terrorismo ed è una stagione che oggi è fortunatamente alle spalle, proprio grazie al sacrificio di tanti colleghi che sono la nostra stella polare”: con queste parole affidate al Dubbio il presidente dell’Anm Cesare Parodi prova a placare le polemiche nate dopo la frase pronunciata la scorsa settimana al Circolo dei lettori di Torino (“ci farebbero comodo in questo periodo due magistrati morti”).
di Mimmo Gangemi
Il Dubbio, 18 febbraio 2025 Tommaso, vecchio ubriacone, era una calamità, quando compariva in piazza al rientro dalla cantina dove ogni pomeriggio svuotava una damigiana di vino cerasuolo. Invadeva qualsiasi compagnia, prendeva la parola e non gliela si toglieva più. Argomentava toscaneggiando. Alla fine domandava “hai capito?”, con veemenza, su uno a caso. L’interlocutore, già brillo - se non ubriaco a sua volta, per l’impatto con i fiati da avvinazzato in accompagno a quelle farneticazioni urlate a pochi centimetri dalla sua faccia - pur a volerlo non aveva modo di ribattere, per quello che si rispondeva da sé, sempre con le stesse parole, “se hai capito o non hai capito, è così e basta, perché l’ho detto io”. E tutti a convenirne. Si mettevano a discutere con un ubriaco? A farci lite? Ne avrebbero perso loro.
TERRITORIO
di Davide Imeneo
avveniredicalabria.it, 18 febbraio 2025 Intervista alla Garante regionale dei diritti dei detenuti Giovanna Russo: “Sanità, sicurezza e giustizia riparativa le priorità per un nuovo umanesimo giuridico”. La dignità umana deve essere al centro del sistema penitenziario, che non può limitarsi alla punizione ma deve offrire reali possibilità di reinserimento. Ne è convinta Giovanna Russo, neo garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale della Calabria, che racconta in questa intervista le sfide e le priorità del suo mandato.
di Patrizia Pennella
Il Messaggero, 18 febbraio 2025 Alcuni connazionali del ragazzo hanno scatenato la rivolta, sedata a fatica. La protesta è esplosa quando i familiari erano già in fila per le visite. E anche quella è stata una parte di emergenza non semplice da gestire. Una giornata dura, durissima, quella di ieri per la casa circondariale di Pescara, dopo la morte di un giovane detenuto egiziano, che si è ucciso impiccandosi in cella. Ventiquattro anni, con qualche problema di adattamento, a Pescara era arrivato da fuori regione. Di fatto, tutti gli allarmi lanciati dal personale di polizia penitenziaria negli ultimi anni si sono concretizzati ieri: appena si è sparsa la voce della morte del 24enne egiziano, il clima di tensione si è fatto sempre più fitto. La protesta è partita proprio dal nucleo dei connazionali del ragazzo, che hanno iniziato ad appiccare il fuoco ...
di Francesco Lo Piccolo
vocididentro.it, 18 febbraio 2025 Ventiquattro anni, di origine egiziana, gravi problemi di dipendenza. Si è ucciso ieri mattina impiccandosi in carcere a Pescara. Gesto finale dovuto a malessere e disagio e che ha provocato, come reazione, l’ira di molti detenuti che hanno dato fuoco per protesta a materassi e suppellettili e reso inagibile tutto il primo piano della sezione penale. Giornataccia per il carcere di via San Donato: corridoi e celle si sono subito riempite di fumo nero, acre e tossico proveniente dai materassi che dovrebbero essere ignifughi, ma che in realtà sono semplici strisce di poliuretano dello spessore di pochi centimetri: per risparmiare sui costi e contravvenendo alle norme che prescrivono l’obbligo di utilizzo dei materassi ignifughi certificati per le strutture ricettive con più di 25 posti letto come ad esempio residenze ...
di Claudio Tadicini
Corriere del Mezzogiorno, 18 febbraio 2025 L’indagine sulla morte del 52enne Massimo Calò era stata avviata dopo la denuncia della famiglia: l’uomo aveva detto di essere caduto dal letto. Gli accertamenti ripartiti dal un post sui social. “Ha litigato in cella. È stato un mese in coma. Come si dice, ha ricevuto un colpo in testa con la caffettiera”. È questo il messaggio che ha ulteriormente acceso i riflettori sulla morte di Massimo Calò, leccese di 52 anni, deceduto il 4 febbraio a causa di un grave ematoma alla testa che lo aveva portato al coma. Una morte inizialmente attribuita a una caduta accidentale dal letto in cella, ma sulla quale un messaggio sui social ha ora sollevato il dubbio che l’uomo possa essere stato aggredito. Sono gli ultimi sviluppi sull’inchiesta avviata dalla procura di Lecce, che sta cercando di fare chiarezza ...
casertafocus.net, 18 febbraio 2025 Il decesso del detenuto Hakimi Lamine, avvenuto il 4 maggio 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, quasi un mese dopo la perquisizione straordinaria - era il 6 aprile - nel corso della quale circa 300 agenti si resero responsabili di condotte violente verso i detenuti del reparto Nilo del carcere casertano, è avvenuto per “un’asfissia chimica dovuta alla contemporanea assunzione di farmaci contenenti benzodiazepine, oppiacei, neurolettici e antiepilettici”. Lo hanno affermato nell’udienza del maxi-processo in corso all’aula bunker annessa al carcere (105 imputati tra agenti della penitenziaria, funzionari del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e medici Asl in servizio al carcere) i consulenti della Procura, Luca Lepore, medico-legale, e Vito De Novellis, farmacologo, che eseguirono l’autopsia ...
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 18 febbraio 2025 Il Gup riqualifica i reati e ammorbidisce le pene per i dieci agenti. “Attonito” il legale di parte civile. Condannati per falso tre poliziotti penitenziari. La testa chiusa in una federa stretta al collo, trasportato di peso nudo dalla cintola in giù, i colpi inferti “dall’alto verso il basso”, dove il detenuto già versava dopo lo sgambetto che lo avrebbe fatto crollare. Calpestato, secondo le immagini registrate dalle telecamere interne di videosorveglianza. Tutto questo non fu tortura, ma “abuso di autorità in concorso”. Non furono lesioni ma percosse aggravate.
di Alessandra Codeluppi
Il Resto del Carlino, 18 febbraio 2025 L’uomo fu incappucciato, denudato e picchiato. Le telecamere ripresero tutto. Condanne da 4 mesi a due anni. La parte civile: “Siamo perplessi e attoniti”. Vi furono condotte illecite da parte degli agenti della polizia penitenziaria verso il 44enne tunisino allora detenuto nel carcere di Reggio Emilia, ma non tali da configurare la grave accusa di tortura aggravata formulata dalla Procura e riconosciuta in prima battuta anche dal gip. È il senso della sentenza di primo grado emessa ieri sera dal giudice dell’udienza preliminare Silvia Guareschi per i dieci agenti imputati, oltre che per quel reato, anche per lesioni al 44enne e falso nelle relazioni sull’episodio contestato, datato 3 aprile 2023, che fu denunciato dal detenuto. Tutti quanti, ora sottoposti alla misura cautelare della sospensione dal lavoro ...
di Giacomo Bizziocchi, Beatrice Fanti, Matilde Ferrarini e Raffaella Petrella*
Gazzetta di Modena, 18 febbraio 2025 Così l’avvocato Ricco e l’onorevole Ascari: “I detenuti fanno parte della nostra comunità”. “I nostri istituti di pena sono traboccanti di detenuti. A Modena, la Casa Circondariale di Sant’Anna ospita oltre 550 detenuti, a fronte di una capienza di 370 posti”, lo ricorda l’avvocato penalista Roberto Ricco. In aggiunta, a causa di una scarsità cronica di agenti della polizia penitenziaria e di personale sanitario e amministrativo negli istituti di detenzione italiani, la vita dentro le carceri diventa “un’esperienza disumanizzante”. Alla luce del sovraffollamento, purtroppo le condizioni di vita dei detenuti sono peggiorate, “quasi ovunque si riscontrano deficit dell’edilizia, celle vecchie e maleodoranti, bagni indegni, assenza di progetti lavorativi e ricreativi per i detenuti, carenza di assistenza sanitaria”, questo ...
di Niccolò Gramigni
La Nazione, 18 febbraio 2025 La prima cittadina dopo l’ennesimo suicidio: “La maggioranza non incide”. Un’escalation di problemi. Prima di tutto i morti, troppi. Ma pure altre situazioni poco decorose. E così si torna a parlare delle carceri. Venerdì un detenuto poco più che ventenne si è tolto la vita a Prato, alla Dogaia, inalando il gas di una bomboletta da campeggio in uso per preparare cibi e vivande. Il giorno dopo, a Sollicciano, un 39enne si è suicidato impiccandosi nel bagno della cella. A intervenire, nuovamente, sul tema è stata la sindaca Sara Funaro, nel corso di un’intervista a Rtv38. Funaro ha chiesto una “soluzione radicale” per risolvere una questione che è un’altra ferita per la città.
Corriere della Sera, 18 febbraio 2025 Altre due Comunità saranno realizzate nelle province di Brescia e Como entro l’estate. Apre a Casteggio, in provincia di Pavia, la prima comunità socio-rieducativa ad alta integrazione sanitaria per minori e giovani adulti con disagio psichico o con disturbi da uso di sostanze provenienti dal circuito della giustizia minorile. Altre due comunità saranno realizzate nelle province di Brescia e Como entro l’estate. Il progetto è stato presentato lunedì in Regione dagli assessori Guido Bertolaso (Welfare), Elena Lucchini (Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità) e Simona Tironi (Istruzione, Formazione, Lavoro), insieme al sottosegretario di Stato alla Giustizia, Andrea Ostellari e al capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, Antonio Sangermano.
di Lorenzo Muccioli
Il Resto del Carlino, 18 febbraio 2025 Gli avvocati si astengono dal lavoro per protestare contro il sovraffollamento nell’istituto occupato al 123%. Carcere sovraffollato. E i penalisti riminesi si mettono in ‘pausa’. Sarà un’astensione dal lavoro di protesta quella che andrà in scena domani e dopodomani al Tribunale di Rimini, con la camera penale che, in attuazione di quanto deliberato dal Coordinamento delle camere penali del distretto dell’Emilia-Romagna, ha proclamato l’astensione degli avvocati di Rimini per le giornate del 19 e 20 febbraio.
di Andrea Marini
Il Sole 24 Ore, 18 febbraio 2025 Cisco amplia nel Centro Italia il suo programma di formazione delle competenze digitali nelle carceri. L’azienda nel penitenziario romano di Rebibbia ha iniziato l’attività tre anni fa, formando finora una cinquantina di persone. Quest’anno ha due aule, con 16 donne e 19 uomini. Qui ci sono detenuti che hanno passato il corso base e stanno facendo i corsi avanzati, molto impegnativi e complessi. Entro fine 2025 verrà aperto un analogo programma anche a Bologna. Cisco è una multinazionale statunitense che si occupa di innovazione digitale: networking, sicurezza, sistemi di collaborazione per far comunicare le persone, gestione cloud. È nata 40 anni fa arrivando a fatturare 54 miliardi di dollari l’anno, con oltre 80mila addetti nel mondo.
di Ginevra Montenovo
ultimavoce.it, 18 febbraio 2025 Il carcere contro i diritti umani: il sistema carcerario sta raggiungendo livelli sempre più preoccupanti per la tutela dei diritti umani dei detenuti. È quanto riportato dall’ultimo convegno promosso dall’Ordine degli Avvocati di Firenze, che mette in risalto le disumane condizioni di vita che i detenuti devono affrontare ogni giorno. Diritti umani inesistenti, persone ammassate in celle troppo piccole e anguste, depressione all’ordine del giorno, mancanza di ascolto e supporto terapeutico. I carcerati in Italia sono individui abbandonati a se stessi, soli, costretti a vivere lottando con le unghie e con i denti per sopravvivere in un contesto fondato sulla violenza e sul degrado. Istituti penitenziari inadeguati, in cui la brutalità è all’ordine del giorno. In un mondo aggressivo, si diventa aggressivi pur di sopravvivere.
legnanonews.com, 18 febbraio 2025 Pena e giustizia ai tempi delle carceri sovraffollate protagoniste tra le mura del Liceo Galilei di Legnano nel primo incontro della seconda edizione del progetto “Il liceo dei cittadini”. Liberarsi dal carcere? La domanda, “spacchettata” nelle tante sfaccettature che hanno saputo cogliere gli studenti, è rimbalzata lunedì 17 febbraio tra le mura del Liceo Galilei di Legnano nel primo incontro della seconda edizione del progetto “Il liceo dei cittadini”, iniziativa nata e cresciuta con l’obiettivo di portare gli studenti “a farsi domande e a confrontarsi con personalità di primo piano del mondo istituzionale e accademico, oppure impegnate nel sociale”, per “aprire la scuola alla società, nella convinzione che debba essere un ponte verso l’esterno” e riaccendere i riflettori sulla complessità “di fronte ad un dibattito ...
di Nicolò Rubeis
Il Giornale, 18 febbraio 2025 Il presidente Romani: “Ponte con la realtà che c’è fuori”. Vallacchi (Pd): “Riportiamo nella società chi ha sbagliato”. Ventisette immagini che raccontano la vita dentro il carcere: le fotografie dei detenuti della Casa Circondariale di Lodi sono in mostra nello Spazio Eventi di Palazzo Pirelli. È stata inaugurata ieri pomeriggio la mostra “Distanti, ma vicini” che potrà essere visitata fino al 28 febbraio. “Questo progetto è un “ponte” tra il carcere e la realtà che c’è “fuori” - ha spiegato il presidente del Consiglio regionale Federico Romani - La sfida che i detenuti ci lanciano con questa mostra è chiara: dobbiamo superare barriere e pregiudizi. La cultura, in questo caso la fotografia, è lo strumento per farlo e questa mostra è un’occasione di riscatto sociale che ruota attorno al concetto di fiducia.
di Antonella Barone
gnewsonline.it, 18 febbraio 2025 Il progetto “Corpo a corpo”, organizzato dalla Fondazione Como Arte Ets nella Casa Circondariale di Como Bassone, oltre a visitatori entusiasti della mostra conclusiva e a recensioni positive, al suo attivo ha anche un matrimonio tra due detenuti che vi hanno partecipato. “Marcello e Anna (nomi di fantasia) si conoscevano già da tempo ma è stata lei a convincere il fidanzato a partecipare al percorso proposto dalla fondazione. Sarò tra gli invitati e ne sono felice perché durante il progetto vuol dire che sono nati rapporti umani autentici” racconta Chiara Anzani, vicepresidente di Como ArteEts, che aggiunge come è nato il progetto: “Siamo entrati come volontari in carcere nel 2023 con iniziative di animazione culturale.
garanteinfanzia.org, 18 febbraio 2025 Mostra fotografica dal 20 febbraio al Museo degli Innocenti di Firenze con gli scatti di 22 giovani detenuti. Un progetto dell’Autorità garante. Com’è il mondo visto da chi sta all’interno di un istituto penale minorile? A svelarlo la mostra “Dalla mia prospettiva” in programma dal 20 febbraio al 22 marzo al Museo degli Innocenti di Firenze nella sala Agata Smeralda. Si tratta di 66 foto in bianco e nero frutto di laboratori promossi dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti negli istituti penali per minorenni di Catanzaro “Silvio Paternostro”, di Quartucciu (Cagliari), di Roma “Casal del Marmo” e di Torino “Ferrante Aporti” e del femminile di Pontremoli (Massa Carrara).
di Patrizio Gonnella
Il Manifesto, 18 febbraio 2025 Il libro di Cristina Badon “Classi pericolose in attesa di giudizio. Le matricole di Regina Coeli e la repressione penale e sociale in Italia a fine Ottocento” (Il Formichiere). Ci sono almeno tre ragioni per le quali è consigliabile immergersi nella lettura del libro di Cristina Badon “Classi pericolose” in attesa di giudizio. Le matricole di Regina Coeli e la repressione penale e sociale in Italia a fine Ottocento (Il Formichiere, pp. 270, euro 20): ci consente di andare alle origini della pena carceraria e riflettere intorno alla sua effettiva funzione; fotografa con accuratezza, rigore e intensità narrativa i destinatari delle fobie repressive delle democrazie liberali negli ultimi decenni del diciannovesimo secolo; ci aiuta a comprendere il presente della pena in Italia, a cinquant’anni dalla entrata in vigore dell’Ordinamento ...
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 18 febbraio 2025 Il sistema penitenziario italiano? “Molto vicino a una condizione di dichiarato fallimento”. “L’esperienza fondamentale per definire la mia idea e la mia pratica di politica è stato l’incontro con i familiari delle vittime e con le vittime: la vera questione per l’essere umano è la sua capacità di dare un senso alla sofferenza”. A parlare è Luigi Manconi, docente di Sociologia dei fenomeni politici e già presidente della Commissione per i diritti umani del Senato, è stato parlamentare per tre legislature e sottosegretario alla Giustizia.
AFFARI SOCIALI
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 18 febbraio 2025 Protocollo Albania. In vista della decisione della Corte Ue, depositato un parere critico verso Roma. Meloni teme: “I giudici non compromettano i rimpatri”. Sono quindici, oltre quelle dei due ricorrenti, le memorie depositate alla Corte di giustizia dell’Unione europea nella causa sui “paesi di origine sicuri” che sarà discussa tra una settimana in Lussemburgo. Di grande rilevanza è il parere della Commissione secondo la quale il diritto comunitario impedisce tale designazione in presenza di eccezioni per categorie di persone. Il ragionamento è che bisogna distinguere persecuzioni o violazioni contro singoli individui da situazioni in cui queste hanno carattere sistemico e riguardano interi gruppi di persone. Nel secondo caso la classificazione è contraria alla direttiva.
La Stampa, 18 febbraio 2025 L’input dato dalla premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi alla conferenza dei prefetti e questori d’Italia. Sono stati 5.406 nel 2024 gli stranieri rimpatriati in modo forzato, il 14% in più del 2023. Un forte input a prefetti e questori ad aumentare i rimpatri di migranti irregolari è arrivato - si apprende - nel corso della Conferenza dei prefetti e dei questori d’Italia sulle linee d’indirizzo per le politiche di contrasto all’immigrazione irregolare, dove sono intervenuti - tra gli altri - la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. I dati esaminati dimostrerebbero che gli stranieri irregolari hanno una tendenza alla delittuosità superiore a quella dei regolari e degli italiani.
di Gianfranco Schiavone
L’Unità, 18 febbraio 2025 Il Governo italiano ha annunciato di voler utilizzare i centri attivati in Albania nell’ambito del Protocollo Italia-Albania ratificato con L. 14/24 come CPR (centri per il rimpatrio), abbandonando in tal modo l’obiettivo primario per cui il Protocollo stesso era nato, ovvero il primo esperimento in Europa di trasferimento coattivo di richiedenti asilo in un paese terinterne anche molto eterogenee (come in effetti accade tra i diversi Paesi UE), purché le norme interne siano conformi al sovraordinato diritto dell’Unione, in particolare alla Direttiva 115/2008/CE sui rimpatri. La Commissione Europea ha annunciato che a brevissimo (marzo 25) presenterà una proposta di rifusione di tale vigente direttiva che in effetti è piuttosto datata.
di Luciano Violante
Corriere della Sera, 18 febbraio 2025 Nella sua teoria politica contano solo il consenso, le minacce e i rapporti di forza. Diventa verità qualunque menzogna ripetuta più volte. Il diritto è un intralcio. Il presidente Trump realizza un modello di democrazia brutalista, antiestetica, anticonvenzionale, non conformista, non perbenista, irrispettosa. In pochi giorni ha rovesciato il mondo. Purtroppo è in sintonia con il corso della storia. Il segno del nostro tempo, indotto dalle tecnologie digitali e dal paradigma della competitività globale, è la velocità delle decisioni e delle esecuzioni, velocità che oggi manca alle procedure democratiche.
agenzianova.com, 18 febbraio 2025 I condannati a meno di quattro anni possono essere liberati dopo aver scontato il 40% della pena. È iniziato in Scozia la liberazione anticipata di 390 detenuti, come parte di un’iniziativa per alleggerire il sovraffollamento delle carceri del Paese. La legge emergenziale, approvata lo scorso anno, consente ai detenuti condannati a meno di quattro anni di essere liberati dopo aver scontato il 40 per cento della pena. I detenuti con condanne per violenza domestica o reati sessuali sono esclusi. La ministra della Giustizia scozzese, Angela Constance, ha dichiarato che la popolazione carceraria è “troppo alta” e che il sovraffollamento impedisce la riabilitazione. Alla fine della scorsa settimana, nelle prigioni scozzesi c’erano 8.344 detenuti, oltre la capacità massima di 8.007.
europa.today.it, 18 febbraio 2025 Il ministro dell’Interno Darmanin: “È fuori discussione che si possono avere attività ricreative che scioccano tutti i nostri concittadini”. Ma il vero problema da risolvere è il sovraffollamento. La Francia ha imposto una severa restrizione alla vita dei detenuti, vietando tutte le attività ludiche in prigione dopo che si è scoperto che alcuni carcerati avevano potuto ricevere massaggi. Rimarranno consentite, tuttavia, le attività sportive, l’istruzione e l’apprendimento della lingua francese. La decisione è stata annunciata dal ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, al termine di una visita al centro penitenziario di Condé-sur-Sarthe (Orne), uno dei quattro siti selezionati per ospitare un carcere di massima sicurezza destinato ai narcotrafficanti più pericolosi.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
Incontro-dibattito: "Il carcere è tra noi. Liberiamoci dal carcere" (Bologna, 21 febbraio 2025)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 23 febbraio 2025
Convegno: "Arti performative in carcere. Una risorsa di salute" (Brescia, 3 marzo 2025)
XVII Conferenza Nazionale della CRIVOP Italia ODV (Erice-TP, dal 4 al 6 aprile 2025)
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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