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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di lunedì 17 febbraio 2025
CARCERI
a cura di Ornella Favero*
Ristretti Orizzonti, 17 febbraio 2025 Da più di un anno nelle carceri si spera che le disposizioni impartite dalla Corte Costituzionale in tema di diritto ai colloqui intimi diventino vita vera e affetti non più negati. Ma quella speranza sta diventando delusione, sconforto che serpeggia tra le persone detenute, che si erano illuse che nel volgere di poco tempo si riuscisse a dare soluzione a un problema che si trascina da decenni.
Gentile ministro Nordio, quando le è stato chiesto in un’interrogazione parlamentare se, in relazione alla sentenza 10/2024 della Corte Costituzionale, non ritenesse necessario «adottare le necessarie immediate misure di competenza volte a dare piena esecuzione alla decisione della Consulta», Lei ministro ha risposto di aver istituito il 28 marzo 2024 a questo fine “un apposito gruppo di studio multidisciplinare con il compito di elaborare una proposta coerente con il sistema vigente, anche in considerazione delle diversità strutturali che connotano gli istituti penitenziari sul territorio nazionale”.
di Ludovica Lopetti
Il Fatto Quotidiano, 17 febbraio 2025 A Padova il ministero ha bloccato il progetto già pronto. A gennaio 2024 la pronuncia della Corte costituzionale. A febbraio c’era già il primo progetto pronto per il carcere di Padova, ma il sottosegretario Ostellari ha negato l’autorizzazione e all’architetto è stato impedito il sopralluogo. Il tavolo di lavoro promesso non è mai partito. “La durata dei colloqui intimi deve essere adeguata all’obiettivo di consentire al detenuto e al suo partner un’espressione piena dell’affettività, che non necessariamente implica una declinazione sessuale, ma neppure la esclude”. Con queste parole a gennaio 2024 la Corte costituzionale ha trasformato una battaglia di civiltà in un principio del nostro ordinamento, con una sentenza considerata storica. Un anno dopo, però, il diritto all’affettività in carcere resta una conquista astratta e non (o non solo) per mancanza di strutture o risorse.
di Teodoro De Rosa
unita.tv, 17 febbraio 2025 A un anno dalla sentenza della Corte Costituzionale sul diritto all’affettività, il carcere di Padova affronta difficoltà burocratiche e mancanza di strutture, ostacolando l’implementazione dei colloqui intimi. La questione del diritto all’affettività all’interno delle carceri italiane ha assunto una nuova dimensione dopo la storica sentenza della Corte Costituzionale nel gennaio 2024. Questo provvedimento ha sancito l’importanza di garantire ai detenuti e ai loro familiari la possibilità di esprimere affetto durante i colloqui, un aspetto che va oltre la mera dimensione sessuale. Tuttavia, a un anno di distanza, la situazione nelle carceri, in particolare a Padova, evidenzia come questo diritto rimanga ancora in gran parte inattuato, non solo per mancanza di strutture adeguate, ma anche per questioni burocratiche e autorizzative.
di Gian Domenico Caiazza
Il Riformista, 17 febbraio 2025 Decidiamo di parlare ancora una volta di carcere, nelle stesse ore nelle quali viene rilanciato, sui principali organi di stampa, un nuovo allarme sicurezza nelle nostre strutture detentive. Ad innescarlo, una indagine della Procura di Palermo, dalla quale emergerebbe tra l’altro - secondo le cronache - che la criminalità organizzata governa indisturbata le carceri, e dalle carceri continua a governare i propri affari illeciti nei territori da essa controllati. Lo strumento del diavolo sembrerebbe essere quello dei telefoni cellulari, che entrano indisturbati nelle celle, consentendo ai detenuti in grado di procurarseli - capibastone in testa - di continuare ad operare all’esterno, guadagnando forza e prestigio criminale all’interno.
GIUSTIZIA
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 17 febbraio 2025 La norma che proteggeva i parlamentari dal potere giudiziari venne modificata nel 1993, nel pieno delle inchieste su Tangentopoli. “Nell’assemblea che scrisse la Carta c’erano ampie convergenze in un confronto laico. Cosa sorprendente se si pensa alle barricate erette oggi quando si parla di giustizia”, spiega Giovanni Gizzetta. L’articolo 68 della Costituzione sulla cosiddetta “immunità parlamentare” o “immunità penale” è stato modificato con la legge costituzionale 29 ottobre 1993 n. 3. Trentadue anni fa l’esigenza del legislatore di intervenire sulla norma originaria, presente nella Costituzione entrata in vigore il 1° gennaio 1948, fu dettata dal terremoto provocato dalle inchieste e dagli arresti di “Mani pulite”. La classe politica del nostro Paese dell’epoca venne spazzata via per aprire la fase della “Seconda Repubblica”.
di Daniele Zaccaria
Il Dubbio, 17 febbraio 2025 L’immunità politica è un principio fondante delle democrazie moderne e una conseguenza della separazione dei poteri; lo scopo è proteggere i parlamentari eletti da eventuali attacchi giudiziari arbitrari e motivati da finalità eversive. In sostanza si configura come una forma di garanzia dell’equilibrio democratico. Ma non sempre è stato così, al contrario nel mondo antico l’immunità era strettamente connessa allo status sociale e determinava una chiara condizione di privilegio e non un diritto universale.
di Giovanni M. Jacobazzi
Il Dubbio, 17 febbraio 2025 Stefano Ceccanti: “Nella Prima Repubblica un certo squilibrio si è venuto a creare per la crisi degli assetti tradizionali del sistema dei partiti più che per iniziativa autonoma del potere giudiziario. L’articolo 68 della Costituzione prevede sempre alcune garanzie per i parlamentari”, afferma il professore Stefano Ceccanti, Ordinario di diritto pubblico comparato all’Università La Sapienza e, nella scorsa legislatura, deputato del Partito democratico.
di Alessandro Parrotta*
Il Dubbio, 17 febbraio 2025 Alle inaugurazioni in Cassazione e soprattutto nelle Corti d’Appello, fin troppo entusiasmo per la trattazione scritta nei giudizi. Proficuo il dialogo tra i tribunali e Piazza Cavour. Dalla lettura delle relazioni sull’amministrazione della giustizia presentate dai vertici della Cassazione e delle Corti d’Appello emerge, per l’ambito civilistico, un’attenzione costante ai nuovi istituti introdotti dalle ultime riforme. L’evoluzione del diritto negli ultimi anni ha mostrato un bilanciamento tra innovazione normativa ed esigenze di efficienza processuale: novità come la digitalizzazione delle udienze, il rinvio pregiudiziale e la specializzazione delle sezioni giudicanti hanno contribuito a una maggiore rapidità nella definizione delle controversie. Tuttavia, restano criticità legate alla gestione del carico di lavoro ...
di Luigi Ripamonti
Corriere della Sera, 17 febbraio 2025 Terra dei fuochi, il “rifiuto” dello Stato italiano. Il recente pronunciamento della corte Europea a proposito della “terra dei fuochi” ha riportato all’attenzione la giustizia ambientale, di cui scrive Alessandro Miani sul Corriere Salute del 16 febbraio. La vicenda campana mette a fuoco il problema nel nostro Paese a partire da una questione legata a una vicenda scientemente dolosa, quale è lo sversamento di rifiuti tossici in aree non idonee, ma il tema della giustizia ambientale è più vasto, su scala mondiale, e chiama in causa le scelte di ciascuno di noi, ogni giorno, a partire da gesti a cui rischiamo di attribuire ancora poca importanza, dalla disattenzione nella raccolta differenziata, allo spreco dell’acqua domestica, all’uso di combustibili fossili anche quando sostituibili con alternative da fonti rinnovabili.
di Alessandro Miani*
Corriere della Sera, 17 febbraio 2025 Ci sono aree del Paese in cui l’esposizione ad agenti inquinanti è nettamente maggiore. Bisogna garantire un futuro sostenibile e giusto, per proteggere la salute pubblica e rafforzare il tessuto sociale ed economico. La giustizia ambientale è un tema cruciale per l’Italia, Paese che, pur vantando una ricca biodiversità e un patrimonio naturale unico, deve però fare i conti con una crescente disuguaglianza sociale nell’accesso a un ambiente sano. La relazione tra condizioni socio-economiche e rischio ambientale è evidente: le comunità più vulnerabili subiscono l’impatto maggiore di inquinamento e degrado ambientale.
di Vito Totire
vocididentro.it, 17 febbraio 2025 Lettera aperta di Vito Totire alla sindaca di Prato in seguito al suicidio in carcere di un detenuto di 32 anni per inalazione del gas di un fornellino (secondo mezzo suicidario in carcere dopo l’impiccagione). Oggetto: morti in carcere. “Non intendiamo solo mettere “il dito nella piaga” ma fare una proposta precisa che stiamo cercando di diffondere (vox clamans in deserto) quantomeno dal 2004. Apprendiamo la drammatica notizia dell’ennesimo morto “suicida” all’interno del carcere di Prato: un giovane di 32 anni; i “precedenti” del carcere di Prato lei li conosce meglio di noi quindi non ci soffermiamo.
di Katiuscia Guarino
Il Mattino, 17 febbraio 2025 È stato già trasferito il detenuto vittima del brutale pestaggio ripreso con un telefono cellulare all’interno del carcere di Avellino e finito su alcune chat nel giorno di San Valentino. Un filmato terribile - pubblicato ieri dal Mattino - della durata 19 secondi, che fa riferimento alle violenze avvenute quindici giorni fa ai danni di un detenuto di Casalnuovo (Napoli). A sferrare i colpi sarebbero stati i suoi compagni di cella, proprio all’interno della stanza del penitenziario. Gli avrebbero dato una lezione, in seguito a un comportamento poco consono assunto dalla vittima nel corso dei colloqui nei confronti di alcuni visitatori.
di Direttivo “Extrema Ratio”
Il Resto del carlino, 17 febbraio 2025 È purtroppo evidente il cortocircuito in atto: per tamponare l’effetto delle politiche carcerogene prodotto dal Decreto Caivano, si è costretti a delocalizzare fino a cinquanta ragazzi spostandoli in un carcere per adulti già fortemente sovrappopolato. La Dozza conta 852 detenuti per una capienza poco superiore a 500 posti. Un tasso di sovraffollamento del 170,4%. Si vuole contrastare una patologia, il numero fuori controllo di ingressi negli istituti di pena minorili, senza intervenire alla radice del problema. È vero che le sezioni sarebbero separate, ma le risorse a disposizione resterebbero le medesime: i detenuti minori verranno coinvolti nelle attività trattamentali, dal momento che la carenza di organico tra gli operatori penitenziari è una questione, oltre che sistemica, irrisolta?
zic.it, 17 febbraio 2025 Il decreto Caivano ha prodotto l’esplosione degli Istituti Penali Minorili, ha fatto aumentare le fattispecie di reato per le quali i ragazzi possono essere reclusi. Il provvedimento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria previsto per la casa circondariale di Bologna deve essere fermato. Un “carcere speciale” per ragazzi che hanno commesso reati quando non avevano ancora compiuto diciotto anni: questa sarebbe la definizione più corretta per descrivere il progetto che il ministero della Giustizia ha in mente di “sprigionare” nel carcere della Dozza. Parliamo dell’apertura di una sezione all’interno del penitenziario bolognese destinata a cosiddetti “giovani adulti problematici” provenienti da tutti gli Istituti Penali per Minorenni (Ipm) italiani. Il loro numero non è certo: si parla a volte di cinquanta ...
di Sabrina Penteriani
L’Eco di Bergamo, 17 febbraio 2025 Da ormai 10 anni i volontari della Cooperativa Calimero offrono un’opportunità di lavoro e reinserimento. “Non restare immobile/ sul bordo della strada - scrive il poeta portoghese Mario Benedetti - non lasciar cadere le palpebre/ pesanti come giudizi”. Un invito a vivere davvero, a togliere le macerie del passato, a non arrendersi, scoperchiando il cielo della vita, ritrovando i sogni. È questo il senso del progetto “Forno al Fresco” che la cooperativa Calimero porta avanti da dieci anni nella Casa Circondariale di Bergamo, offrendo a 9 detenuti la possibilità di imparare un mestiere e ottenere così, una volta usciti, una strada diversa, per costruirsi una vita migliore, un’opportunità di riscatto.
di Chiara Capuani
romasette.it, 17 febbraio 2025 Lo spazio espositivo inaugurato con l’allestimento “Oltre il muro. Regina Coeli a Roma”, di Yan Pei-Ming: 27 ritratti della comunità carceraria. Il cardinale de Mendonca: “È una galleria di strada”. Abbattere metaforicamente un muro - quello che circonda il carcere romano di Regina Coeli - per portare fuori le storie dei detenuti e di tutte quelle persone, tra operatori e volontari, che vi orbitano intorno. Una “magia” resa possibile grazie all’iniziativa del dicastero per la Cultura e l’educazione, che per la realizzazione dello spazio espositivo “Conciliazione 5” ha coinvolto l’istituto penitenziario romano in un progetto artistico di unione, comunione e speranza, inserito nella preziosa cornice del Giubileo degli artisti.
ideawebtv.it, 17 febbraio 2025 Venerdì 21 febbraio alle ore 21,00 a calcare il palcoscenico dell’Auditorium di Marene saranno gli attori-Detenuti del Carcere di Saluzzo che, grazie alla produzione di Voci Erranti Onlus e sotto la direzione di Grazia Isoardi, racconteranno delle favole particolari. Partendo dalla storia di Cappuccetto Rosso, conosciuta da tutti, gli attori ci faranno entrare nell’antica necessità di fabulare, arte che trasforma la meraviglia in parola e la parola in nuove meraviglie.
AFFARI SOCIALI
di Paolo Di Stefano
Corriere della Sera, 17 febbraio 2025 I nostri governanti usano la lingua come un’arma d’offesa, d’intimidazione, di paura. Sono vocaboli che appartengono all’area semantica del bullismo. Ma non avremmo mai pensato che si allargasse allo spazio politico. Ci sono parole che seguono il cambiamento del mondo, ci sono parole che lo provocano. I nostri governanti usano la lingua come un’arma d’offesa, d’intimidazione, di paura. È sempre accaduto? D’accordo, ma da un po’ di tempo il fenomeno, tipico dei regimi totalitari, è diventato massiccio anche nelle cosiddette democrazie. È il trionfo della parola non argomentata ma smisurata, studiata per essere fuori controllo e dunque per farsi minacciosa.
di Jacopo Fo*
Il Fatto Quotidiano, 17 febbraio 2025 Odiare provoca un eccesso di cortisolo, norepinefrina e altri ormoni dello stress. Il che non fa bene alla salute. Ma questo sovraccarico influenza la mente e tende a focalizzarsi sulle esperienze negative; poi le esperienze belle e buone non le vedi proprio! Molte ricerche ci dicono che questo stato incentiva pensieri ed emozioni negativi: pessimismo, amarezza, ansia, paura. Così una persona ammalata di odio non se ne rende conto. È convinta di non odiare in modo sistematico e si considera una persona giusta che semplicemente non sopporta la stupidità, la scorrettezza, le ingiustizie.
di Simone Alliva
Il Domani, 17 febbraio 2025 La chiamano “Educazione alle relazioni”. In un tempo in cui chi “educa al rispetto” nelle scuole viene messo alla porta, chi “educa alle differenze” tacciato di voler promuovere una presunta ideologia del gender, il comune di Roma sceglie la strada delle relazioni tra esseri umani per promuovere un bando di 420mila euro per finanziare progetti di educazione affettiva nelle scuole medie della capitale. “Non è vero che le nuove generazioni si sono “perse”. Siamo noi adulti ad aver trasmesso loro un concetto di relazione fatta di disparità e di potere”, spiega Elisa Ercoli, presidente dell’associazione Differenza donna, da trent’anni al fianco delle donne vittime di violenza.
di Alex Corlazzoli
Il Fatto Quotidiano, 17 febbraio 2025 “Sono persone che si trovano isolate all’improvviso. In aumento i giovani, anche a causa del Fentanyl”. Le cause dei decessi riflettono una condizione di estrema vulnerabilità, in cui fattori personali, sociali e ambientali si intrecciano aggravando situazioni spesso già precarie. La presidente della Federazione: “Il governo non sembra interessato a dialogare su questo tema”. L’hanno definita la “strage invisibile”. Stiamo parlando dei 434 senza fissa dimora deceduti lo scorso anno. Il dato arriva dal rapporto 2024, pubblicato in questi giorni dall’osservatorio della Federazione italiana organismi per le persone senza dimora. Una fotografia che da anni non cambia. Anzi. Dal 2020 - inizio di questo monitoraggio - si assiste ad una lenta e costante crescita del numero dei decessi delle persone che ...
di Beppe Severgnini
Corriere della Sera, 17 febbraio 2025 Vincere le elezioni non autorizza a ignorare la legge nazionale e il diritto internazionale; a punire i giudici o i giornalisti; a ignorare la scienza. Tagliare fuori l’Europa dai negoziati sull’Ucraina è un insulto alla Nato. Premiare l’aggressione di Putin significa concedere alla Russia il ruolo di potenza dominante sul continente. Un fratello e una sorella abitano insieme nella vecchia dimora di famiglia. Una vita tranquilla e abitudinaria. Un giorno sentono strani rumori provenire da una stanza della casa. Decidono di ignorarli. In fondo, di quella stanza possono fare a meno. Ma i rumori aumentano, si spostano anche in un’altra stanza. Poi in un’altra ancora. Alla fine i fratelli abbandonano la casa, terrorizzati, senza capire cos’è accaduto.
di Beatrice Biliato*
altreconomia.it, 17 febbraio 2025 Il procuratore capo della Cpi Karim Khan ha richiesto a fine gennaio un mandato di arresto per i leader dei Talebani, accusati di aver commesso il crimine contro l’umanità di persecuzione di genere. Un atto importante per le donne perseguitate e per certi versi inedito ma che per essere efficace richiede che i Paesi occidentali e i firmatari dello Statuto di Roma rinnovino il sostegno alla Corte. Il 23 gennaio 2025 il procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi) Karim Khan ha lanciato un forte atto d’accusa nei confronti dei Talebani: ha richiesto l’arresto del leader supremo, Mullah Hibatullah Akhundzada, e per il suo giudice capo, Abdul Hakim Haqqani, perché ritenuti responsabili del crimine contro l’umanità di persecuzione di genere.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 17 al 23 febbraio 2025
Incontro-dibattito: "Il carcere è tra noi. Liberiamoci dal carcere" (Bologna, 21 febbraio 2025)
Convegno: "Arti performative in carcere. Una risorsa di salute" (Brescia, 3 marzo 2025)
XVII Conferenza Nazionale della CRIVOP Italia ODV (Erice-TP, dal 4 al 6 aprile 2025)
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
CORSI E MASTER
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