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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di domenica 16 febbraio 2025
CARCERI
a cura di Ornella Favero*
Ristretti Orizzonti, 16 febbraio 2025 Da più di un anno nelle carceri si spera che le disposizioni impartite dalla Corte Costituzionale in tema di diritto ai colloqui intimi diventino vita vera e affetti non più negati. Ma quella speranza sta diventando delusione, sconforto che serpeggia tra le persone detenute, che si erano illuse che nel volgere di poco tempo si riuscisse a dare soluzione a un problema che si trascina da decenni.
Gentile ministro Nordio, quando le è stato chiesto in un’interrogazione parlamentare se, in relazione alla sentenza 10/2024 della Corte Costituzionale, non ritenesse necessario «adottare le necessarie immediate misure di competenza volte a dare piena esecuzione alla decisione della Consulta», Lei ministro ha risposto di aver istituito il 28 marzo 2024 a questo fine “un apposito gruppo di studio multidisciplinare con il compito di elaborare una proposta coerente con il sistema vigente, anche in considerazione delle diversità strutturali che connotano gli istituti penitenziari sul territorio nazionale”.
di Franco Giubilei
La Stampa, 16 febbraio 2025 Ventimila persone potrebbero uscire dagli istituti, ma le pratiche sono al palo. Sovraffollamento e strutture inadeguate. In un giorno altri due suicidi in cella. Nel giorno in cui il bollettino dei suicidi in carcere registra un nuovo, drammatico balzo in avanti - due vittime in 12 ore a Firenze e Prato, già 12 i morti da inizio anno - il collegio del Garante dei detenuti rivela che il sovraffollamento, forse la causa principale di disagio dietro le sbarre, potrebbe essere ridotto drasticamente. Certo, ci sarebbe una serie di condizioni da rispettare: la macchina burocratico-giudiziaria, innanzitutto, dovrebbe funzionare molto meglio.
di Antonio Ferrero
La Stampa, 16 febbraio 2025 Ammetto il mio scetticismo ma un convegno infrasettimanale sul problema della salute in carcere non credevo avrebbe suscitato grande interesse: viviamo un’epoca di radicalizzazione delle posizioni ideologiche e di rinnovato sospetto verso la diversità e le sofferenze di chi sta in carcere sono per lo più ignorate se non, nemmeno troppo velatamente, ritenute meritate. Pertanto constatare che la sala polivalente CDT di Cuneo ieri era gremita per il convegno “Salute in carcere: un diritto negato?” mi ha piacevolmente sorpreso.
di David Allegranti
La Nazione, 16 febbraio 2025 Anche gli istituti penali per minorenni sono sovraffollati. È lecito domandarsi se un giorno assisteremo a suicidi anche tra i giovani detenuti. Il ministero della Giustizia ha trovato un curioso modo di risolvere la questione: esternalizzare la detenzione minorile al carcere per gli adulti. Nelle sovraffollate e fatiscenti carceri italiane ci si continua a suicidare. A poche ore di distanza, tra il pomeriggio di venerdì e la mattina di ieri, due detenuti si sono tolti la vita. Uno a Prato, l’altro a Firenze. Come già spiegato su queste colonne, le cause di un suicidio possono essere molteplici e ogni suicidio fa storia a sé. Ma se in una cittadina di 60mila abitanti, tanti quanti sono i detenuti presenti negli istituti penitenziari, ci fossero novanta suicidi l’anno (record stabilito nel 2024; ora siamo a 12 in un mese e mezzo) ...
di Patricia Iori
ultimavoce.it, 16 febbraio 2025 Il sistema carcerario italiano si trova ad affrontare una situazione sempre più complessa e delicata, in cui la burocrazia, la carenza di risorse e la scarsa informatizzazione delle pratiche legate alla detenzione contribuiscono a creare un clima di sofferenza e incertezza per i detenuti. Un rapporto recente del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale ha mostrato una cifra preoccupante: circa 19.000 persone attualmente rinchiuse nelle carceri italiane potrebbero essere libere, se solo il sistema riuscisse a superare le difficoltà burocratiche e operative che impediscono loro di ottenere il giusto trattamento.
di Mauro Giansante
prismag.it, 16 febbraio 2025 In prigione il diritto all’affettività continua a non essere garantito: una lesione sia per i detenuti sia per le persone a loro care che stanno fuori. La pandemia aveva aperto alcuni spiragli, ma il governo Meloni ha imposto l’idea di un carcere duro e puro. Ne abbiamo parlato con attivisti ed esperti. Amare dietro le sbarre si può. Si deve. Non è una frase fatta, ma il succo di una sentenza della Corte di Cassazione che ha aperto questo 2025. Una sentenza storica in materia di diritti dei detenuti. La Corte costituzionale lo aveva già sancito a fine gennaio 2024, quando aveva ribadito che i colloqui intimi, compresi quelli a carattere sessuale, possono essere vietati solo per “ragioni di sicurezza o esigenze di mantenimento dell’ordine e della disciplina”, cioè per il comportamento non corretto del detenuto o ...
di Luca Bonzanni
Avvenire, 16 febbraio 2025 Il controllo delle carceri potrà passare anche dal cielo, con nuove tecnologie. Come in una partita di scacchi, la polizia penitenziaria s’appresta a utilizzare i droni per monitorare il perimetro dei penitenziari, dopo che negli ultimi tempi proprio questi apparecchi sono diventati un nuovo strumento per provare a violare la sicurezza degli istituti. Una sorta di “controffensiva” che porterà a istituire, all’interno degli organigrammi della polizia penitenziaria, anche la specializzazione di “operatore di aeromobili a pilotaggio remoto”. Cioè i droni, appunto: la svolta è messa nero su bianco nella bozza di un decreto del ministero della Giustizia condiviso nei giorni scorsi con i sindacati di categoria per un primo confronto, in attesa dei successivi passi formali.
di Roberto Galullo
Il Sole 24 Ore, 16 febbraio 2025 Nel 2024 sequestrati 2.252 telefoni nelle celle: 6 al giorno. I prezzi di acquisto spaziano da 150 a 2mila euro. Mercato dei criptofonini alle stelle. Da una decina di anni, accade di tutto nelle carceri italiane. Persino che i boss possano videochiamare dalla cella per godersi una lezione impartita ad un rivale, gustarsi la festa di compleanno di un familiare, fare acquisti online o impartire - caso frequentissimo - ordini con i quali continuare a governare ciò che accade fuori. Pur stando dentro, magari in una cella di massima sicurezza o, perché no, in regime di carcere duro. Così, mentre il “pasticcio” sulla schermatura degli istituti penitenziari continua, basta dare un’occhiata ai recentissimi numeri snocciolati dal direttore generale Detenuti e trattamento del Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap) ...
di Anna Maria Greco
Il Giornale, 16 febbraio 2025 Lo sciopero è confermato. L’ipotesi di correttivi minori. Il 5 marzo ci sarà l’incontro tra la premier Giorgia Meloni e i vertici della nuova Anm chiesto dal presidente Cesare Parodi (di Magistratura indipendente) subito dopo la sua elezione, suscitando qualche malumore nelle correnti di sinistra che partecipano alla giunta, malgrado la conferma dello sciopero del 27 febbraio. Se il tono di Parodi è stato molto dialogante, anche di fronte alla quasi immediata risposta di Palazzo Chigi, quello degli altri esponenti della nuova giunta lo è un po’ meno.
di Gioacchino Scaduto
Il Manifesto, 16 febbraio 2025 Non ho mai avvertito il tema della separazione delle carriere come una bestemmia. Al contrario, negli anni 90, quando era stato da poco adottato il nuovo codice di procedura penale che aveva abolito la figura del giudice istruttore ed aveva disegnato in modo del tutto nuovo la funzione del pubblico ministero e introdotto la figura del giudice per le indagini preliminari e quando, soprattutto, si viveva un periodo emergenziale, segnato da omicidi e stragi mafiose nel quale era sentito come dominante l’obiettivo della sicurezza anche a discapito dei valori della giurisdizione, sono stato tendenzialmente favorevole.
di Davide Vari
Il Dubbio, 16 febbraio 2025 “Quanto ci farebbero comodo due magistrati morti”. Una frase così non si scrive, non si dice, non si pensa. E invece l’avrebbe detta - ma noi speriamo ancora che non sia vero - il presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Secondo La Stampa - che l’ha pubblicata con molta “discrezione” - l’avrebbe pronunciata a Torino, durante un’iniziativa che, forse, credeva fosse tra pochi intimi. E siccome nessuno ha ancora smentito - e nel tempo che passa senza smentite il fango si addensa, si compatta, diventa solido - siamo costretti a prendere sul serio questa frase. E siamo assaliti da un conato di vergogna.
di Vito Pacca
L’Unità, 16 febbraio 2025 Ci si trova spesso di fronte a un netto squilibrio tra la realtà oggettiva e le probabilità logiche. Il caso di una piccola impresa di Avellino. L’interdittiva antimafia vede le sue origini con il decreto legislativo n. 159 del 2011 che ha dato vita al Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione introducendo nel nostro ordinamento giuridico il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, notoriamente conosciuto come articolo 416 bis. Il provvedimento di interdittiva antimafia, che per sua natura viene collocato nell’ambito dei provvedimenti di carattere amministrativo emanati dal Prefetto, tende a eliminare o limitare la capacità giuridica delle società in probabile odore di mafia. Il termine “probabile” è doverosamente riportato in quanto uno dei pilastri su cui fonda le sue radici questo provvedimento ...
di Paolo Biondani
L’Espresso, 16 febbraio 2025 I partiti di governo vogliono ripristinare l’autorizzazione a procedere totale per i parlamentari. Intanto si abusa dell’insindacabilità per le opinioni, intesa spesso come licenza di diffamare. Sognano l’immunità totale: il potere di bloccare la giustizia con un voto politico della loro maggioranza parlamentare. E intanto abusano delle immunità che hanno già, a cominciare dall’”insindacabilità”: una tutela democratica della libertà di opinione che è degenerata in licenza arbitraria di screditare e diffamare persone innocenti.
TERRITORIO
di Ilaria Solaini
Avvenire, 16 febbraio 2025 La denuncia di strutture fatiscenti, sovraffollate e che non permettono percorsi rieducativi. L’arcivescovo di Firenze: l’anno giubilare ci interroghi, servono azioni concrete. A distanza di poche ore un giovane detenuto, di circa 20 anni, di origine nordafricana nel carcere di Prato e un’altra persona reclusa di trent’anni circa, di nazionalità rumena nella Casa Circondariale di Sollicciano a Firenze hanno preso la terribile quanto irreversibile decisione di togliersi la vita. Il Garante regionale della Toscana, Giuseppe Fanfani di fronte agli 11 suicidi nelle carceri italiane già registrati in queste primissime settimane del 2025, ha sottolineato, ancora una volta, che “ormai le parole non bastano più. Non basta indignarsi, esprimere cordoglio, vicinanza, organizzare visite per toccare con mano la drammatica ...
di Raffaella Tallarico
gnewsonline.it, 16 febbraio 2025 L’impresa chiama, le carceri rispondono. Succede nei 9 penitenziari del Veneto, dove c’è una presenza consolidata di aziende con le loro lavorazioni. Un microcosmo fatto di molte cooperative e imprese sociali del territorio, presentato, dati e informazioni alla mano, in “Liberiamo le produzioni”, catalogo promosso dal Provveditorato regionale, Regione e Unioncamere. Come tutte le strategie win-win, l’incontro imprese-carcere funziona e dà i suoi frutti. Non si tratta “solo” di garantire prospettive di vita e di reinserimento alle persone detenute. Lavanderie, sartorie, legatorie, laboratori cosmetici, orti. Nelle carceri venete si diversifica. E diversi sono i vantaggi per le aziende: sgravi fiscali e contributivi, abbattimento dei costi di produzione - grazie alle convenzioni tra le direzioni e le imprese per la ...
di Lucia Bigozzi
La Nazione, 16 febbraio 2025 Un detenuto di 38 anni trovato senza vita ieri mattina nella sua cella. Dal Garante ai sindacati: “Adesso servono subito interventi concreti”. Un’altra morte in carcere. Ieri mattina alle 5.40 un giovane rumeno di 38 anni si è impiccato nella sua cella a Sollicciano nel reparto giudiziario. È il secondo caso dall’inizio dell’anno, dopo che nei primi giorni del 2025 si era ucciso un venticinquenne egiziano. È il secondo caso in pochissime ore dopo la morte in cella a Prato, dove un detenuto si è ucciso inalando gas da un fornellino. La lunga scia di morte ha riportato d’attualità le terribili condizioni del carcere fiorentino scatenando reazioni a tutto campo, dal garante toscano dei detenuti al vescovo, dai sindacati all’assessore al sociale del Comune. Tutti invocano finalmente azioni concrete, a partire dalla nomina di ...
di Laura Natoli
La Nazione, 16 febbraio 2025 I dirigenti scolastici delle classi in carceri: “Era nostro studente. Necessari investimenti più ampi in politiche educative”. La procura ha disposto l’autopsia sul corpo del detenuto, magrebino di 32 anni, che venerdì pomeriggio si è tolto la vita inalando il gas della bomboletta data in dotazione nelle celle per riscaldare le bevande. Si tratta del sesto suicidio che avviene dell’interno della Dogaia in poco più di un anno. “Non serve a nulla continuare a fare la conta delle cose che non vanno (la mancanza di un direttore e di un comandante, la carenza di organico, il sovraffollamento, le difficoltà strutturali). Quello che dovevamo segnalare, lo abbiamo detto in più occasioni. Quello che manca davvero è la volontà di risolvere i problemi”.
di Valentina Reggiani
Il Resto del Carlino, 16 febbraio 2025 La sorella di Mohamed Doubali, detenuto vittima di un’overdose di farmaci “Stava bene, non aveva motivi per togliersi la vita. Deve emergere la verità”. “Vogliamo conoscere la verità sulla causa della morte perché mio fratello non voleva morire. É entrato in carcere sulle proprie gambe e ne é uscito morto. Noi siamo sprofondati nel baratro”. Sono queste le dichiarazioni intrise di lacrime di Halima Doubali, sorella di Mohamed residente a Cesena. Parliamo del 27enne trovato cadavere in cella lo scorso tre febbraio, pare a seguito di una assunzione smodata di farmaci. Per la sua morte la procura ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, che vede l’iscrizione di tre sanitari del penitenziario, tra cui uno psicologo.
di Jacopo Storni
Corriere Fiorentino, 16 febbraio 2025 Sono 26 i giovani detenuti, la capienza è 17: “Col decreto Caivano è cambiato tutto”. Sono sempre più critiche le condizioni del carcere minorile fiorentino Meucci. Domenica scorsa, dentro una cella dell’istituto penale in via degli Orti Oricellari c’è stato un incendio ed è stata necessaria l’evacuazione della cella. Sono intervenuti i vigili del fuoco e due giovani detenuti sono stati portati in ospedale. Un episodio piccolo che però mette in luce, ancora una volta, le varie problematiche del carcere. Prima fra tutte quella del sovraffollamento: su una capienza regolamentare di 17 detenuti, nell’istituto ci sono 26 ragazzini. Effetto del decreto Caivano, come in altre carceri minorili d’Italia, che si sono riempite da quando la norma del governo Meloni ha inasprito le pene ai danni dei minorenni e facilitato ...
reportpistoia.com, 16 febbraio 2025 La necessità di garantire i diritti umani anche all’interno degli istituti penitenziari, la lotta contro le condizioni di violenza e degrado nelle carceri, e il fondamentale obiettivo di trasformare la pena in un’occasione di reinserimento sociale. Questi i temi centrali del convegno “Il carcere: una istituzione al collasso” svoltosi ieri a Casa Caciolle, a Firenze. L’evento, promosso dalla Fondazione per la Formazione Forense e dall’Ordine degli Avvocati di Firenze, ha visto il sostegno della Camera Penale e dell’Opera Divina Provvidenza Madonnina del Grappa.
estense.com, 16 febbraio 2025 La senatrice di Alleanza Verdi Sinistra Italiana: “Rischio che i lavori di ampliamento siano solo un palliativo all’emergenza e non risolvano il problema del sovraffollamento” I lavori di ampliamento per la costruzione di un nuovo padiglione nel carcere di via Arginone arriveranno in parlamento. A portarceli è la senatrice Ilaria Cucchi di Alleanza Verdi Sinistra Italiana con un’interrogazione ai ministri Carlo Nordio (Giustizia) e Matteo Salvini (Infrastrutture e Trasporti). Per la senatrice, infatti, la realizzazione del nuovo spazio “sottrarrà un’area per l’attività all’aperto” a cui partecipano i detenuti.
Corriere della Sera, 16 febbraio 2025 Avrebbero dovuto esibirsi davanti al Papa il 17 febbraio, in occasione del Giubileo degli Artisti. Ecco le lettere che i detenuti del reparto La Nave gli hanno scritto all’indomani del suo ricovero. “Amatissimo Santo Padre...”: comincia così una delle lettere che i detenuti del reparto La Nave di San Vittore hanno indirizzato a papa Francesco. Per settimane si erano preparati con il loro coro e tutto era pronto per la trasferta che - con una grande collaborazione della Polizia penitenziaria, delle direzioni delle carceri e dei provveditorati coinvolti - li avrebbe portati a esibirsi lunedì 17 febbraio davanti al Pontefice, in occasione del Giubileo degli Artisti a Cinecittà. Prima volta di un Papa negli studi ma anche occasione rarissima per un coro di persone detenute. La notizia del suo ricovero e ...
ferraratoday.it, 16 febbraio 2025 L’Università di Ferrara sarà la sede della prima Winter School del Dottorato di ricerca di interesse nazionale in studi per la pace. Una cinquantina di giovani dottorande e dottorandi prenderanno parte all’evento, arrivando dai diversi atenei che partecipano al Din, coordinati da La Sapienza di Roma. Oltre una settantina sono le università raccolte nella rete Runipace, con docenti e ospiti dall’Italia e da altri Paesi europei. Si tratta di un momento essenziale della didattica del dottorato, ma anche di una occasione per riflettere insieme sulla mediazione nonviolenta del conflitto umano, sulla sua genesi, sul nesso tra democrazia, imperialismo e guerra, sulle risorse e i limiti del diritto internazionale e delle istituzioni sovranazionali.
di Stefano Fassina
Il Domani, 16 febbraio 2025 Se l’unico soggetto in giro sul quale scaricare sofferenza sociale e smarrimento identitario è l’immigrazione, le destre trionferanno. La vera risposta non è soltanto nota, ma arrivata come autodenuncia: “C’è la guerra di classe, noi i ricchi la stiamo vincendo” (Warren Buffet, New York Times, 26/11/06). Il “nemico vero” dei lavoratori e delle classi medie spiaggiate sono dunque gli oligarchi della finanza, dei media, delle multinazionali. Nei giorni scorsi, grande attenzione è stata dedicata alle politiche di gestione delle immigrazioni dei governi di centrosinistra, da ultimo da Keir Starmer, premier del Regno Unito. Si è stigmatizzato l’inseguimento della destra su un’agenda regressiva. Ma è questo il punto decisivo?
di Diego Motta
Avvenire, 16 febbraio 2025 Lahat Seye, un giovane sindacalista di origini senegalesi, incontra i braccianti nelle serre e nei terreni della Piana di Albenga. “Vanno informati sui loro diritti”. Il caso dei locali affittati a più lavoratori. Nella Piana agricola di Albenga, Lahat Seye, un giovane sindacalista di origini senegalesi, sta diventando un ospite fisso. Gira a bordo della sua piccola auto e incontra i lavoratori stranieri, impegnati nelle serre e nei campi. “Quante ore lavori? Hai un contratto? Conosci i tuoi diritti?” ripete ai tanti che lo incontrano. In mano ha un pacchetto di volantini con orari, informazioni e servizi per chi voglia mettersi in regola.
di Anna Foa
La Stampa, 16 febbraio 2025 In questi tempi difficili sempre più spesso chi commette nefandezze si trincera dietro al volere divino. Dopo il fondamentalismo islamico e l’estremismo nel mondo ebraico, toccherà anche a quello cristiano? In questi tempi difficili in cui tutte le nostre certezze sembrano sgretolarsi, anche il rapporto di Dio con le armi ci appare mutato. Sempre più spesso, sulla bocca di quanti compiono le peggiori nefandezze, troviamo il richiamo alla volontà di Dio, al loro farsi meri strumenti del volere divino. Così, evidentemente, sulla bocca dei fondamentalisti islamici che uccidono civili innocenti, come è avvenuto il 7 ottobre, che decapitano vecchi archeologi, come a Palmira Khaled al-Asaad. Non parlo qui della violenza delle guerre e del terrorismo in generale, ma solo di quello che si richiama a Dio per compiersi.
di Massimo Nava
Corriere della Sera, 16 febbraio 2025 Con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca il diritto internazionale, in Ucraina come a Gaza, va ancora più rapidamente in soffitta, con buona pace delle anime belle. Dal giorno dell’invasione russa dell’Ucraina, decine di leader occidentali, commentatori, rappresentanti della Nato, analisti di politica estera, importanti media sono stati convinti sostenitori di quella che in psicologia si definisce “profezia che si autoavvera”, ossia quei meccanismi mentali che mettiamo in atto per confermare aspettative che supponiamo si realizzino. In altre parole, se crediamo che una situazione sia reale, agiremo come se lo fosse. La palese violazione del diritto internazionale da parte della Russia e la conseguente condanna dell’invasione espressa dalla maggioranza dei Paesi rappresentati all’ONU sono state la ...
di Alessandra Muglia
Corriere della Sera, 16 febbraio 2025 Ma le ong: “Stiamo sospendendo comunque i programmi”. Stefano Piziali, direttore generale di Cesvi: “È troppo rischioso spendere senza avere la certezza legale che i costi saranno riconosciuti”. Arriva una prima incoraggiante vittoria per le organizzazioni umanitarie colpite dai tagli di Musk & Trump: un giudice federale ha sospeso il blocco agli aiuti esteri americani: l’amministrazione Usa “non è riuscita a giustificare lo straordinario danno causato da questa sospensione su larga scala”, è la motivazione dell’ordinanza firmata ieri da Amir Ali, giudice distrettuale di Washington. Ali ha stabilito dunque che deve ripartire il finanziamento di tutti i contratti, le sovvenzioni e i prestiti che erano in essere prima del ritorno di Trump alla Casa Bianca.
di Elena Molinari
Avvenire, 16 febbraio 2025 Revocato il divieto all’Immigration and customs enforcement, o Ice, la polizia del dipartimento per la Sicurezza nazionale, di effettuare arresti in “luoghi sensibili” come chiese, ospedali e scuole. “L’Ice dovrà arrestare me prima di arrestare sua figlia”. Berena Cabarcas parla al telefono con una mamma, una delle tante che da due settimane chiama ripetutamente per convincerle a rimandare a scuola i loro figli. Come preside dell’International community high school (Ichs), scuola superiore pubblica che accoglie adolescenti appena arrivati negli Stati Uniti con poco inglese, Cabarcas è in prima linea nella resistenza alla stretta sull’immigrazione di Donald Trump.
DOCUMENTI
Articolo:
"L'inchiesta sul carcere a Pescara, ma il Dap dove era?", di Francesco
Lo Piccolo
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"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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