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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 15 febbraio 2025
CARCERI
a cura di Ornella Favero*
Ristretti Orizzonti, 15 febbraio 2025 Da più di un anno nelle carceri si spera che le disposizioni impartite dalla Corte Costituzionale in tema di diritto ai colloqui intimi diventino vita vera e affetti non più negati. Ma quella speranza sta diventando delusione, sconforto che serpeggia tra le persone detenute, che si erano illuse che nel volgere di poco tempo si riuscisse a dare soluzione a un problema che si trascina da decenni.
Gentile ministro Nordio, quando le è stato chiesto in un’interrogazione parlamentare se, in relazione alla sentenza 10/2024 della Corte Costituzionale, non ritenesse necessario «adottare le necessarie immediate misure di competenza volte a dare piena esecuzione alla decisione della Consulta», Lei ministro ha risposto di aver istituito il 28 marzo 2024 a questo fine “un apposito gruppo di studio multidisciplinare con il compito di elaborare una proposta coerente con il sistema vigente, anche in considerazione delle diversità strutturali che connotano gli istituti penitenziari sul territorio nazionale”.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 15 febbraio 2025 Interrogazione parlamentare di Roberto Giachetti (Italia Viva). Nel sistema penitenziario italiano, l’ordinanza sul detenuto di Parma ha riacceso il dibattito sull’affettività negata in carcere. La decisione, in linea con la sentenza della Corte costituzionale n. 10/ 2024, ha dichiarato illegittimo il divieto di colloqui intimi tra detenuti e i loro cari, riaffermando il diritto all’intimità e alla risocializzazione come elementi fondamentali della dignità umana. Nonostante la sentenza della Consulta garantisca il diritto ai colloqui intimi, oltre un anno è trascorso senza che alcun detenuto ne abbia beneficiato.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 15 febbraio 2025 In un incontro organizzato da Antigone in occasione dei 50 anni dell’Ordinamento penitenziario si è cercato di rispondere alla domanda: “Qual è il futuro del carcere in Italia?”. Massimo Parisi, direttore del Personale del Dap: “Stiamo lavorando per creare un ufficio che si occupi del lavoro penitenziario. A breve uscirà una direttiva dell’amministrazione sull’affettività negli istituti di pena, va attuata la sentenza della Corte costituzionale”. Patrizio Gonnella (Antigone): “Bisogna costruire un altro modello di carcere”. Uno sguardo sul futuro del carcere nel nostro Paese. È quello che si è cercato di immaginare durante l’incontro di chiusura della due-giorni organizzata dall’associazione Antigone, dal titolo “A 50 anni dalla approvazione dell’Ordinamento penitenziario. Passato, presente e futuro della pena in Italia”.
di Angela Stella
L’Unità, 15 febbraio 2025 A 50 anni dalla grande riforma penitenziaria “nessun bilancio positivo”: “laddove si applicano quei principi si parla ancora di istituti sperimentali”. Mauro Palma, già Presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura ed ex Garante nazionale dei detenuti, è intervenuto all’evento dell’Associazione Antigone sui 50 anni dall’approvazione dell’ordinamento penitenziario.
di Osservatorio carceri Ucpi
Il Dubbio, 15 febbraio 2025 Abbiamo letto sul sito del Corriere della Sera un’intervista al Procuratore Aggiunto di Catania, Sebastiano Ardita, sui recenti arresti disposti dall’AG di Palermo, che avrebbero evidenziato l’uso indebito di telefonini in carcere. Senza entrare nel merito dell’indagine, ci preme intervenire su alcune affermazioni del magistrato. Il dottor Ardita sostiene che “col pretesto del sovraffollamento si è deciso di aprire le celle dei mafiosi, consentendo loro di controllare i penitenziari”, con un aumento di reati e suicidi. Inoltre, denuncia “circolari ministeriali e disposizioni che hanno favorito rivolte e la presenza mafiosa nelle carceri”.
di Gabriella Stramaccioni*
Il Riformista, 15 febbraio 2025 Fra le varie problematiche che ho dovuto affrontare nel mio ruolo di Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, c’è quella relativa al vitto e sopravvitto. È una questione significativa di come funzioni il sistema penale. Il vitto è rappresentato dai tre pasti principali che vengono distribuiti da parte dell’amministrazione penitenziaria alla popolazione detenuta. Il sopravvitto consiste in tutti quegli alimenti (autorizzati in apposita lista dall’amministrazione penitenziaria) che le persone ristrette possono acquistare a loro spese. Presentata così, la questione potrebbe sembrare chiara, ma analizzandola attentamente dal di dentro (e cioè dal carcere) mi sono subito resa conto che tanto chiara la questione non era.
di Floriana Rullo
Corriere della Sera, 15 febbraio 2025 La formazione professionale in carcere e l’inserimento lavorativo dentro e fuori le strutture. Le associazioni che mettono “in rete” carceri, istituzioni e imprese, perché “a guadagnarci sono tutti”. Una seconda chance per i detenuti che vogliono essere reinseriti nel mondo del lavoro. Progetti di rinascita per chi desidera trovare un’occupazione una volta lasciato il carcere. A Torino la Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri Onlus, attiva in ambito penale da circa mezzo secolo e guidata da Martino Zucco-Chinà, offre formazione professionale a più di 5mila persone dei dodici penitenziari del Piemonte. Dati alla mano, già il 40% di loro è stato inserito in percorsi lavorativi nelle aziende del territorio. Sono nel carcere circondariale Lorusso e Cutugno e nell’istituto penale minorile Ferrante Aporti ...
di Valentina Stella
Il Dubbio, 15 febbraio 2025 Il vertice è previsto una settimana dopo lo sciopero del 27 febbraio, che potrebbe essere boicottato dai giovani magistrati. “Siamo lieti di poter incontrare il presidente del Consiglio il prossimo 5 marzo. A lei esporremo le ragioni della radicale contrarietà alla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere e riteniamo che la salvaguardia della giurisdizione sia una assoluta emergenza per l’intera comunità nazionale. Chiediamo inoltre di incontrare, appena possibile, anche i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione in modo da esporre con chiarezza ed esaustività a tutte le forze il nostro punto di vista”.
di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 15 febbraio 2025 La Cassazione, sentenza 5842/2025, chiarisce che l’aggravante ricorre nel caso in cui l’agente, al momento del fatto, abbia già riportato almeno un precedente specifico. Linea dura della Cassazione nella interpretazione del cd. decreto Caivano per chi reitera il reato di spaccio di lieve entità. La Terza Sezione penale, sentenza n. 5842/2025, ha affermato che l’elemento “specializzante” della “non occasionalità”, richiesto per l’integrazione dell’ipotesi circostanziata di cui all’articolo 73, co. 5, secondo periodo, Dpr ottobre 1990, n. 309, ricorre nel caso in cui l’agente, al momento del fatto, abbia già riportato almeno un precedente specifico, sicché la circostanza deve ritenersi contestata in fatto ove sia contestata la recidiva specifica.
di Nadia Somma Caiati*
Il Fatto Quotidiano, 15 febbraio 2025 È arrivata un’altra condanna per l’Italia da parte della Cedu in materia di violenza domestica per violazione dell’articolo 3 della Convenzione dei diritti umani: “Nessuno può essere sottoposto a trattamenti inumani e degradanti”. Le autorità italiane - secondo i giudici di Bruxelles - non hanno agito con sufficiente tempestività e ragionevole diligenza dimostrando incapacità nel condurre le indagini e non hanno garantito che l’autore del reato fosse perseguito e punito senza indebiti ritardi. Tantomeno tennero conto del problema specifico della violenza domestica e di conseguenza non fornirono una risposta proporzionata alla gravità dei fatti denunciati dalla ricorrente, agendo “in spregio al loro obbligo di garantire che l’accusato di minacce e molestie fosse processato rapidamente e non potesse quindi beneficiare della prescrizione”.
di Jacopo Storni
Corriere Fiorentino, 15 febbraio 2025 Suicidio nel carcere di Sollicciano a Firenze, a distanza di un giorno dal suicidio nel carcere di Prato. A perdere la vita è stato un detenuto romeno di 39 anni che era ancora in attesa di giudizio. L’uomo si è impiccato con un laccio rudimentale all’interno del bagno della sua cella, che aveva chiuso dall’interno. Ad accorgersi del suicidio, sia il compagno di cella che gli agenti penitenziari. Inutili sono stati i soccorsi. “Quello successo stamani è un’ennesima triste pagina dell’istituto fiorentino” - ha commentato Antonio Mautone, segretario generale territoriale della Uil-Pa Polizia Penitenziaria di Firenze.
notiziediprato.it, 15 febbraio 2025 La denuncia della Fp Cgil: “Non vorremmo fare anche quest’anno la triste conta delle vittime”. Entrambi gli istituti sono privi di direttore effettivo. Un detenuto marocchino di 32 anni si è suicidato in una cella del reparto di media sicurezza nel carcere della Dogaia a Prato. La scoperta è stata fatta nel pomeriggio di ieri, venerdì 14 febbraio. Inutili i soccorsi: quando i medici sono intervenuti, per l’uomo non c’era già più niente da fare. Il 32enne si è tolto la vita inalando il gas del fornellino che usava in cella. È il primo suicidio alla Dogaia dall’inizio dell’anno. È stata disposta l’autopsia per fare piena luce sull’accaduto mentre i rilievi sono stati affidati alla polizia scientifica.
di Filippo Fiorini
La Stampa, 15 febbraio 2025 Wajdi Hella si è ucciso il 30 dicembre all’1,40. 10 mesi scontati e due anni ancora da fare, per spaccio e resistenza a pubblico ufficiale. Da 28 giorni era stato trasferito dal carcere di Ferrara a quello di Piacenza. Aveva 27 anni. La settimana prossima, il 20 febbraio, l’avvocato Luca Romagnoli lo avrebbe accompagnato davanti al giudice di sorveglianza di Bologna, per sapere se accoglieva la sua istanza di affidamento in prova: una cooperativa della provincia di Pisa, aveva accettato di farlo lavorare con loro. Dal giorno della sua morte, circolano strane voci. La Polizia penitenziaria avrebbe saputo in anticipo che lui stava per impiccarsi, ma per qualche motivo lo ha lasciato fare.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 15 febbraio 2025 La foto è lì, a ricordare un ultimo gesto di umanità in un sistema che sembra averla dimenticata. Patricia Nike, 54 anni, nigeriana, malata e fragile, piange disperata tra le braccia di un’agente penitenziaria durante la visita di Papa Francesco al carcere di Rebibbia nel marzo 2024. Il Pontefice le accarezza il volto, promettendo preghiere. Nove mesi dopo, il 12 gennaio 2025, Patricia muore sola in una cella del carcere Pagliarelli di Palermo, dopo un trasferimento inspiegabile e una sequenza di negligenze che oggi la senatrice Ilaria Cucchi (Alleanza verdi e sinistra) cerca di portare alla luce con un’interrogazione parlamentare indirizzata ai ministri della Giustizia e della Sanità. Il caso, ricordiamo, è stato sollevato da Claudio Bottan, autore della rivista Voci dentro fondata da Francesco Lo Piccolo.
sulpanaro.net, 15 febbraio 2025 La Procura di Modena ha aperto un fascicolo per omicidio colposo per far luce sulla morte, avvenuta lo scorso 3 febbraio al carcere di Sant’Anna, del 27enne Mohamed Doubali. Il giovane marocchino venne trovato senza vita alla mattina, probabilmente per un’ingestione eccessiva di farmaci. Come riporta la stampa locale, l’uomo aveva una normale prescrizione di farmaci, essendo in cura presso il SerD di Modena. Aveva problemi di droga, ma era seguito anche dal centro per la salute mentale. Il 29 gennaio era stato visto da uno psicologo e, dopo questa visita, gli era stato tolto il rischio suicidario lieve che aveva in precedenza. Poi, il 3 febbraio è stato rinvenuto senza vita.
bolognatoday.it, 15 febbraio 2025 L’assessora comunale Matilde Madrid: “Una decisione sopra la testa degli enti territoriali”. Una decisione “sopra la testa degli enti territoriali” e che “a questo punto pare inderogabile e non ritirabile”. L’assessora al Welfare del Comune di Bologna Matilde Madrid accoglie così la decisione di trasferire una cinquantina di detenuti provenienti da istituti minorili al carcere della Dozza. Questa sarebbe una novità in tutto e per tutto, visto che il penitenziario bolognese non aveva mai accolto detenuti minorenni. Il condizionale è d’obbligo, visto che non è ancora chiaro se i reclusi saranno effettivamente minori di 18 anni o solamente provenienti da istituti minorili. Attualmente, infatti, la carcerazione in un istituto di questo tipo è possibile fino all’età di 25 anni.
di Giuseppe Crimaldi
Il Mattino, 15 febbraio 2025 Lo aveva spiegato nel suo primo discorso dopo la nomina, ci era tornato poi in occasione dell’intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario: “Le carceri rappresentano l’umanità dolente che interpella la coscienza di tutti noi, sia come magistrati sia come cittadini, e si deve fare di più perché non ci sia solo la realizzazione della pena ma anche l’umanità”. Parole cariche di significato, quelle del procuratore generale presso la Corte d’Appello di Napoli. Alle parole seguono i fatti: dopo Nisida, Aldo Policastro ha voluto visitare le “aree trattamentali” dell’Istituto penitenziario di Secondigliano, consapevole del fatto che la giustizia giusta è, sì, quella che condanna i colpevoli, ma lo è due volte quando concorre ad offrire un’opportunità ai detenuti.
di Michele Nucci
La Nazione, 15 febbraio 2025 Comune, avvocati e organi giudiziari: accordo per far svolgere attività motorie o lavori socialmente utili presso enti o associazioni sportive. Lo sport come momento di rieducazione e formazione nei confronti dei giovani detenuti. Ma non solo, perché la ‘misura’ interesserà sia i minori che gli adulti. È l’ultima iniziativa in campo sociale della giunta comunale guidata dalla sindaca Vittoria Ferdinandi che, su proposta dell’Assessorato dello Sport, ha manifestato la volontà di partecipare alla prossima sottoscrizione di un protocollo d’intesa in questo senso. L’accordo promosso insieme alla Commissione ‘Oltre il Diritto’ dell’Ordine degli Avvocati di Perugia, è funzionale a consentire a minori, giovani adulti e adulti, assoggettati a procedimento penale e detenuti, di sperimentare l’attività sportiva o svolgere ...
di Massimo Congiu
Il Manifesto, 15 febbraio 2025 La storia di tre donne, Teresa, Anna e Alice, è al centro del romanzo della scrittrice napoletana Maria Rosaria Selo “Pucundria” (Marotta e Cafiero). Lo spunto per il libro è stato fornito all’autrice dal laboratorio di scrittura creativa da lei tenuto nel carcere femminile di Pozzuoli. Teresa è una guardia carceraria che vive con la figlia Alice. Piero, suo ex compagno e padre della ragazza, non c’è più; era un uomo violento al quale Teresa aveva puntato la pistola per difendersi dall’ennesima aggressione. Anna è una donna esile e segnata dalla vita, condannata in carcere per l’uccisione del suo compagno. Un altro episodio avvenuto al culmine di una serie di aggressioni da parte di lui. Le tre donne sono protagoniste di Pucundria (Marotta e Cafiero, pp. 320, euro 20), di Maria Rosaria Selo, scrittrice napoletana vincitrice di diversi premi.
AFFARI SOCIALI
di Paolo Foschini
Corriere della Sera, 15 febbraio 2025 Prorogato per altri tre anni, fino al 2027 compreso, il finanziamento al Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile che la legge di Bilancio aveva cancellato: crediti d’imposta per tre milioni all’anno. Alla fine è andata: prorogato per altri tre anni, fino al 2027 compreso, il finanziamento al Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile. Significa che il Fondo - il quale consente alle Fondazioni bancaria il recupero fiscale di ciò che stanziano a favore di progetti educativi, finora centinaia - oltre a conservare naturalmente le risorse di cui disponeva finora avrà a disposizione complessivamente altre nove milioni di euro: tre all’anno per tre anni, a partire da quello in corso.
di Chiara Lalli
Il Dubbio, 15 febbraio 2025 Polemiche per la prima norma regionale che detta tempi e procedure certe per accedere al suicidio assistito. Zaia: “Inaccettabile non dare seguito a una sentenza della Consulta”. Secondo Pro Vita è una legge “barbara e disumana”, che “spingerà alla morte di Stato migliaia di malati”. È pure incostituzionale perché scipperebbe il lavoro al legislatore - che però intanto non lavora (ma non è questo il punto). “È una sconfitta per tutti”, secondo il presidente della conferenza episcopale della Toscana. Di cosa parlano? Di una legge regionale di organizzazione dei servizi sanitari che la Regione Toscana ha approvato ieri. Nessun nuovo diritto, ma solo la garanzia di applicazione di due sentenze della Corte costituzionale.
di Enrica Muraglie
Il Manifesto, 15 febbraio 2025 Il report di Arci Porco Rosso e Borderline Europe. Nel 2024 sono 106 le persone finite nei guai, tra loro anche minorenni. Dopo la traversata in mare, il carcere. Questa la destinazione finale per 106 persone migranti che nel 2024 sono riuscite a raggiungere l’Italia, e che poi si sono ritrovate dietro le sbarre, con lunghe pene a proprio carico. Lo documenta il nuovo report di Arci Porco Rosso e Borderline Europe, dal 2021 impegnate nel monitoraggio delle notizie sull’arresto di “migranti accusati di aver facilitato l’immigrazione irregolare”. Cui si aggiungono altri casi, altre storie, riportati alla luce dalla rete di avvocati e avvocate che collaborano con l’associazione palermitana, e di cui la stampa locale non si occupa.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 15 febbraio 2025 Veleni contro il rifugiato che aveva denunciato Elmasry. Il Giornale: “A Palermo indagano per associazione a delinquere”. L’incrocio con la vicenda Paragon. Un’indagine fantasma della procura distrettuale di Palermo sull’ong Mediterranea. Esisterebbe almeno dal maggio del 2024 e al suo interno potrebbe nascondersi la chiave del mistero Graphite, lo spyware dell’azienda israeliana Paragon Solutions infilato negli smartphone di giornalisti e attivisti in Italia e in altri paesi europei.
di Eugenio Mazzarella
Il Dubbio, 15 febbraio 2025 L’America di Donald Trump vuole tornare grande mandando al macero diritti umani, diritti internazionali, la salute dell’ambiente e quella dei popoli, la fame e la povertà nel mondo. La vicenda Almasri, prima arrestato in Italia e poi liberato e rimpatriato con volo di Stato, per come è stata trattata, e non solo dal governo Meloni, ma dai paesi europei, al netto delle pronunce della Cpi, e le dichiarazioni incredibili di Trump su Gaza, con a fianco un compiaciuto Netanyahu, sono la fine ufficiale, dopo essere stata da tempo ufficiosa, dei diritti umani e del diritto internazionale, nato sulle ceneri di Auschwitz e della tragedia della II guerra mondiale.
di Bill Emmott*
La Stampa, 15 febbraio 2025 Se l’Ue vuole tutelare la propria sicurezza dovrà essere un partner coraggioso e ambizioso per l’Ucraina. Quello che può fare oggi è impegnarsi a continuare ad approvvigionare Kiev con armi e aiuti finanziari. Donald Trump sta proponendo di capitolare a vantaggio della Russia o no? I messaggi riguardanti la guerra in Ucraina sono vaghi e confusi come non mai, che provengano dallo stesso presidente Trump a Washington o dal suo segretario della Difesa Pete Hegseth e dal vicepresidente JD Vance in viaggio in Europa. A prescindere dalla realtà, due cose sono ormai evidenti: niente potrà o riuscirà a sistemare le cose fino a quando non si svolgeranno seri negoziati tra la vittima, l’Ucraina, e l’invasore, la Russia, e quindi panico, sdegno o disperazione preventivi sono inutili ...
di Ettore Sequi
La Stampa, 15 febbraio 2025 I nuovi dazi approvati mercoledì da Donald Trump infliggono un altro colpo al sistema commerciale multilaterale. In poche settimane, Washington ha chiarito che le tariffe non sono più solo uno strumento di difesa economica, ma anche un’arma di pressione strategica per imporre vincoli agli alleati e costi più elevati ai rivali. Dietro la retorica della protezione dell’industria americana e della riduzione del deficit commerciale si cela un obiettivo più ambizioso: rafforzare il controllo di Washington sulle dinamiche economiche globali. I dazi servono soprattutto a trasformare il commercio in un pilastro della sicurezza nazionale e della politica di potenza americana, oltre che a frenare i flussi migratori o il traffico di fentanyl.
di Daniele Mastrogiacomo
L’Espresso, 15 febbraio 2025 L’accordo prevede lo sviluppo di tecnologia nucleare contro la disponibilità, retribuita, ad accogliere i reclusi americani nelle prigioni lager del Paese del Centroamerica. Detenuti in cambio di nucleare. Tra Usa e Salvador si è raggiunto un insolito accordo che accontenta sia Donald Trump sia Nayib Bukele. Artefice di questo bizzarro scambio, che baratta merce umana in cambio di energia atomica, è il Segretario di Stato Marc Rubio. Nel suo giro tra i Paesi del Centro e Sud America per la campagna anti-migranti ingaggiata subito dal nuovo inquilino della Casa Bianca ha fatto tappa anche nel piccolo Stato un tempo dominato dalle maras, le bande di criminali incalliti che avevano trasformato quella terra in un vero inferno di violenza e sopraffazione.
DOCUMENTI
Articolo:
"L'inchiesta sul carcere a Pescara, ma il Dap dove era?", di Francesco
Lo Piccolo
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Convegno: "Arti performative in carcere. Una risorsa di salute" (Brescia, 3 marzo 2025)
XVII Conferenza Nazionale della CRIVOP Italia ODV (Erice-TP, dal 4 al 6 aprile 2025)
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"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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