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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di mercoledì 12 febbraio 2025

di Claudio Bottan

vocididentro.it, 12 febbraio 2025 Qualche mese fa ha scosso tutti la vicenda di Youssef, morto in carcere a San Vittore dove era recluso in attesa di giudizio a soli 18 anni appena compiuti. Seguiva una terapia psichiatrica. Per vizio totale di mente, doveva andare in una comunità terapeutica per essere curato e non in carcere, ma non c’erano posti disponibili. Youssef è morto carbonizzato nel bagno della sua cella dopo che era stato incendiato un materasso. Bisogna ancora capire se l’incendio sia stato innescato come protesta o se sia stato un gesto autolesionista da parte di Youssef. Ma lo sdegno per l’atroce fine di quel ragazzino egiziano che in carcere non ci doveva stare è durato poco, poi si è tornati a parlare di sicurezza e certezza della pena. Eppure le fiamme si alzano spesso nelle nostre prigioni.

 

di Andrea Colombo

Il Manifesto, 12 febbraio 2025 In politica le parole sono piume. Ma quando si tratta di galera diventano ceppi. “Il 41bis e l’ergastolo ostativo sono imprescindibili” salmodiava un paio di giorni fa la premier Meloni. “Sul carcere duro non si arretra di un millimetro”, s’infervorava il ministro-ombra della Giustizia Andrea Delmastro, quello che se la gode quando i detenuti restano senza aria da respirare e se ne vanta pure. Detto fatto. La commissione antimafia ha iniziato a darsi da fare per irrigidire il carcere duro. Già così la Francia ce lo invidia e s’industria di imitarlo. Figurarsi quando sarà durissimo: il vanto della Nazione.

 

di Federica Olivo

huffingtonpost.it, 12 febbraio 2025 L’allarme lanciato dal procuratore nazionale Antimafia Melillo (“Il sistema di alta sicurezza è assoggettato al dominio della criminalità”) trova subito una sponda nel centrodestra. Commissione al lavoro su una norma per ridurre al minimo i benefici. Il 41 bis come precetto “saldo e inamovibile”. È Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, a usare i termini che più degli altri sintetizzano l’arroccamento della maggioranza e del governo sul carcere duro. Che, per la maggioranza e il governo, va difeso. E, se possibile, reso ancora più duro. Per ora lo si blinda a parole - “il 41 bis non si tocca, perché è l’unico strumento che funziona per fermare le comunicazioni dei boss”, è il refrain - ma un’ulteriore stretta potrebbe arrivare attraverso la legge.

 

di Felice Manti

Il Giornale, 12 febbraio 2025 Allo studio norme per recidere i rapporti tra reclusi e familiari. La criminalità organizzata fa il bello e il cattivo tempo in carcere, anche nei reparti “ad alta sicurezza” che sono assoggettati al suo dominio. È il Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo a sganciare la bomba di buon mattino, parlando “dell’estrema debolezza del circuito penitenziario che dovrebbe contenere la pericolosità dei mafiosi” che non sono al 41 bis. “È un tema delicato che deve aprire una riflessione profonda”, ha aggiunto il magistrato.

 

di Pino Corrias

Vanity Fair, 12 febbraio 2025 La giustizia rallenta o corre sui binari della politica. Sebbene trasportino il destino di milioni di uomini e donne i processi in Italia viaggiano molto peggio dei treni pendolari: cinque anni la durata media di un processo penale, otto quella di una causa civile. A buttare sassi sui codici ci pensano da una trentina d’anni i macchinisti dei partiti, dopo essersi scottati le dita e l’onore durante il grande ingorgo della corruzione che celebrò il biennio di Mani pulite, 2.500 indagati, 1.408 condanne. Persa l’immunità parlamentare a furor di popolo nell’anno 1993, tutti i governi e tutti i partiti hanno messo in cantiere riforme più o meno radicali, fasulle o estemporanee degli ingranaggi della giustizia, con la curiosa determinazione di finanziarle al minimo, sempre additando i magistrati al pubblico disdoro come membri di una casta di privilegiati che esercita un potere smisurato sulle libere funzioni e prerogative della politica.

 

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 12 febbraio 2025 “L’esordio del nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati non è stato certamente dei migliori. Nel momento in cui la premessa del dialogo è ‘revochiamo lo sciopero se ritirate la riforma’ si è di fronte a un aut aut che vìola quanto previsto dall’articolo 101 della Costituzione, secondo cui il Parlamento scrive le leggi e i giudici le applicano”. Lo dice al Foglio il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto. “A questo si aggiunge quanto riferito ieri dal Foglio, secondo cui la richiesta di dialogo del presidente Parodi sarebbe solamente un escamotage per garantire un migliore risultato per lo sciopero del 27 febbraio. Se questo fosse vero, come risulterebbe anche dalla registrazione di Radio Radicale, sarebbe un dialogo di gusto assai discutibile”.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 12 febbraio 2025 La maggioranza tira dritto e non fa alcuno sconto in merito alla riforma delle intercettazioni. Se da un lato dunque si sta aprendo un possibile dialogo con l’Anm sulla riforma costituzionale della separazione delle carriere, contemporaneamente i partiti di governo non arretrano sulla modifica delle intercettazioni, rispetto alla quale il “sindacato” delle toghe, con l’ex presidente Giuseppe Santalucia e il pubblico ministero Enrico Infante, si era espressa in maniera molto critica, sostenendo che molte indagini sarebbero state buttate al macero, lasciando i colpevoli in libertà. Infatti secondo le toghe ci sono tantissimi reati per cui gli elementi di prova sono emersi ben dopo i 45 giorni, e sono emersi soltanto grazie alle intercettazioni.

 

di Luigi Ferrarella

Corriere della Sera, 12 febbraio 2025 Da 23 anni tutti i ministri della Giustizia sono inadempienti rispetto all’adottare il decreto dirigenziale per l’adeguamento periodico degli onorari di “periti, consulenti tecnici, interpreti e traduttori”. Tutti a concionare di diritto di difesa, equo processo e garanzie fondamentali, di solito però quando servono a giustificare qualche nuova proposta di legge che favorisca determinate categorie di indagati nella politica, alta burocrazia e grande imprenditoria. In compenso da 23 anni tutti i ministri della Giustizia sono inadempienti rispetto all’adottare il decreto dirigenziale (pur previsto da una legge del 2002 di concerto con il ministero dell’Economia) per l’adeguamento periodico degli onorari di “periti, consulenti tecnici, interpreti e traduttori” nell’attività giudiziaria, risalenti in origine al 1980.

 

di Errico Novi

Il Dubbio, 12 febbraio 2025 L’ex capo della Dna: l’Esecutivo convinca in giudici europei a non tutelare chi s’è visto portare via i beni prima del processo. C’è poco da fare. La magistratura antimafia non si rassegna all’idea di dover ottenere prima una condanna, per poter vedere poi inflitta una pena. È un rifiuto ideologico comune a gran parte dei pubblici ministeri italiani che ricorrono alle misure di prevenzione previste dal Codice (“al secolo” il decreto legislativo 159 del 2011). Pm i quali pensano che la loro missione valga bene anche un’ingiustizia, inclusa la pena, per esempio la confisca di ogni bene, inflitta a un innocente. Non si rende conto, la magistratura antimafia, di porsi sullo stesso piano dell’agente dei Servizi che in un sottovalutato film italiano del 2007, “Notturno bus”, dopo aver fatto fuori l’ennesimo malcapitato che ...

 

di Giovanni Bianconi

Corriere della Sera, 12 febbraio 2025 Il Tribunale dei ministri avvia l’indagine per omissione d’atti d’ufficio. E acquisisce gli atti. L’opposizione: sfiducia. Il Tribunale dei ministri ha mosso i primi passi nell’indagine sulla scarcerazione del generale libico Najeem Osama Almasri, partendo dal ministero della Giustizia. Alla Direzione che si occupa degli affari internazionali le tre giudici che compongono il collegio hanno inviato un ordine di esibizione di atti chiedendo copia di tutto il carteggio relativo al detenuto arrestato dalla polizia - su mandato della Corte penale internazionale - all’alba di domenica 19 gennaio e liberato dalla Corte d’Appello di Roma la sera di martedì 21 gennaio. Con il silenzio-assenso del Guardasigilli Carlo Nordio, che nonostante le interlocuzioni interne al suo dicastero e le sollecitazioni della Procura generale ha ritenuto ...

 

di Rocco Vazzana

Il Manifesto, 12 febbraio 2025 Il testo promosso da Pd, M5S, Avs e +Europa. Si sfila solo Calenda: “Iniziativa inutile”. Meloni chiede di abbassare i toni e Via Arenula conferma l’invio di una lettera alla Cpi. Tenere alta l’attenzione sul caso Elmasry per impedire al governo di uscire dall’imbarazzo internazionale con la Corte dell’Aja. Sembra questa l’unica ratio dietro l’iniziativa annunciata dalle opposizioni: una mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Perché, in assenza di idee migliori, è sempre meglio fare qualcosa, pur se in modo velleitario, piuttosto che stare fermi. La trovata politica, almeno, riesce nell’intento di compattare tutte le opposizioni. Anzi, quasi tutte, perché Carlo Calenda sfila Azione dal campo vasto degli anti ministro: iniziativa “inutile e dannosa”, sentenzia senza appello l’ex titolare ...

 

di Francesco Barone-Adesi* e Stefano Zirulia**

L’Unità, 12 febbraio 2025 Lo Stato avrà l’obbligo di avviare indagini penali. I danni all’ambiente in grado di provocare conseguenze sanitarie gravi accertabili non potranno essere declassati con contravvenzioni ambientali. La sentenza sulla Terra dei fuochi: un punto di svolta per la giustizia ambientale? Nei giorni scorsi ha suscitato molto clamore la notizia della condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, per non avere protetto il diritto alla vita degli abitanti di novanta Comuni campani che compongono un’area nota come “Terra dei fuochi”. La sentenza riveste una portata storica fondamentale, trattandosi del primo accertamento sistematico, a livello giudiziario, di una pluridecennale situazione di grave compromissione ambientale e sanitaria causata dallo smaltimento illecito di rifiuti tra le province di Napoli ...

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 12 febbraio 2025 La Procura di Palermo, guidata dal procuratore Maurizio De Lucia, ha sferrato un duro colpo al cuore di Cosa nostra, ancora una volta intenta a riorganizzarsi attraverso i lucrosi proventi del traffico di droga. Con un’ordinanza di custodia cautelare per 183 affiliati, tra cui alcuni già detenuti, emerge un quadro interessante: da un lato, l’utilizzo di sistemi criptati all’avanguardia; dall’altro, un’organizzazione indebolita rispetto all’epoca d’oro di Totò Riina, tanto da doversi appoggiare alla ‘ ndrangheta per riconquistare il controllo dei floridi traffici di droga. Quella di Palermo è una Procura che, sotto la nuova guida, torna a far parlare di sé per la lotta alla mafia. Un cambio di passo significativo, considerato che in passato l’attenzione sembrava concentrarsi su indagini contro presunte entità o su processi in cui ...

 

agi.it, 12 febbraio 2025 “La Regione Emilia-Romagna esprime forte preoccupazione per le notizie di stampa secondo cui il ministero della Giustizia starebbe valutando il trasferimento di detenuti appena maggiorenni dagli istituti penali per minori alla Casa circondariale della Dozza di Bologna, e segnala lo stato di degrado e sovraffollamento della struttura, totalmente inidonea ad ospitare minori”. E’ quanto rende noto l’ente in un comunicato il quale specifica “una posizione di contrarietà” in una “richiesta urgente” di chiarimento formalizzate nella lettera inviata oggi al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dall’assessora al Welfare Isabella Conti, che proprio nelle scorse settimane ha visitato l’istituto penitenziario di Modena e, assieme al presidente Michele de Pascale, quello bolognese ‘Rocco D’Amato’ (della Dozza, ndr), verificando ...

 

di Monica Zicchiero

Corriere del Veneto, 12 febbraio 2025 Ok del gip ai domiciliari: non trova accoglienza. L’avvocato: così non viene curato. Ha una cancrena da gelo, gli deve essere amputato il piede destro per evitare che la necrosi dei tessuti si propaghi al resto della gamba. Ma non si riesce a trovare un luogo dove farlo stare ai domiciliari in attesa dell’intervento chirurgico e il provvedimento del gip di Venezia Benedetta Vitolo resta inattuato. È l’avvocato Daniele Marchiori a raccontare uno di quei cortocircuiti tra norme e realtà che rendono difficile le interazioni tra detenuti e mondo di fuori. Il cliente del quale riferisce la vicenda è un uomo di 41 anni e che ha bruciato tutti i ponti dietro di sé. Moglie, parenti, amici: nessuno è disposto ad accoglierlo.

 

di Monica Zicchiero

Corriere del Veneto, 12 febbraio 2025 I bambini delle detenute non escono mai dal carcere (a custodia attenuata Icam) perché non c’è nessuno che li accompagni all’asilo. Gli stranieri che scontano l’ultimo anno in esecuzione esterna non possono ottenere la residenza quindi non hanno carta d’identità né cure mediche. Il fine della pena getta in prostrazione chi non ha alloggio e prospettive di lavoro, ricorda la neo garante per i diritti delle persone private della libertà personale Rita Bressani. E c’è chi finisce alla mensa della Caritas, testimonia il direttore Franco Sensini. Con l’audizione della decina tra onlus e istituzioni che si occupano dei detenuti, la commissione Sociale presieduta da Paolo Tagliapietra ha acceso un faro sul lavoro che svolgono educatori, religiosi, professionisti e volontari e sono emersi cortocircuiti normativi e regolamentari.

 

di Letizia Barbera

Gazzetta del Sud, 12 febbraio 2025 La relazione della Garante Lucia Risicato al consiglio comunale. Il dramma dei suicidi, prima causa di morte in carcere, la condizione dei detenuti tossicodipendenti, le donne recluse, con poca istruzione, a volte apatiche e depresse, il sovraffollamento che non riguarda la casa circondariale di Gazzi. Sono tanti i temi toccati dalla relazione della garante dei detenuti Lucia Risicato presentata al consiglio comunale. La garante si sofferma sia sulla struttura che sulle condizioni di vita dei detenuti di Gazzi. Emergono questioni già messe in luce, prima fra tutte la carenza di personale penitenziario. Mancano una ventina di agenti di polizia penitenziaria, una carenza aggravata dalla recente sospensione di nove agenti a seguito degli sviluppi dell’indagine condotta dalla Dda di Messina sullo ...

 

di Antonella Barone

gnewsonline.it, 12 febbraio 2025 Amir avrebbe potuto lasciare il carcere e lavorare per uno stipendio iniziale di 1.600 euro alle dipendenze di una prestigiosa impresa specializzata nel restauro di edifici storici. Invece ha preferito restare in carcere per poter concludere, insieme ai suoi compagni, i lavori della nuova caserma agenti. Nell’istituto veneziano di Santa Maria Maggiore, Amir (nome di fantasia, come gli altri che seguiranno) non è, però, l’unico ad avere fatto una scelta controcorrente. Anche Giulio, 27 anni, impegnato in un percorso di formazione archivistica, avrebbe potuto accedere a un impiego ma ha voluto rimandare per concludere il tirocinio interno.

 

veneziatoday.it, 12 febbraio 2025 Ca’ Farsetti riceve per la prima volta cooperative e associazioni che lavorano con detenuti e detenute di Venezia. “Meritano di tornare a essere cittadini reali. Lavorare non può essere un privilegio”. Oggi le commissioni consiliari hanno ricevuto a Ca’ Farsetti gli enti del terzo settore (associazioni, cooperative e altro) che lavorano negli istituti penitenziari di Venezia, e più in generale con le persone recluse nella città. Un momento importante, come hanno riconosciuto tutti i rappresentanti degli enti intervenuti, anche perché si trattava della prima volta che venivano ascoltati in Comune. “Non pensavo fosse la prima, spero che i miei successori vi riconvocheranno” ha ammesso il presidente della III commissione Paolo Tagliapietra.

 

di Walter Medolla

Corriere del Mezzogiorno, 12 febbraio 2025 Nel carcere di Carinola venti detenuti coinvolti nel progetto “Crea”, acronimo di “Coltivare responsabilità e alternative in agricoltura”. I prodotti con certificazione biologica. Sono letteralmente quaranta braccia prestate all’agricoltura. E sono quelle dei venti detenuti del carcere di Carinola coinvolti nel progetto “Crea”, acronimo di “Coltivare responsabilità e alternative in agricoltura”. L’iniziativa promossa è dal Provveditorato regionale amministrazione penitenziaria per la Campania, in collaborazione con le cooperative sociali Terra Felix, La Strada, L’uomo il legno, oltre alle aziende agricole Naturiamo e Rusciano col supporto della Federazione provinciale di Coldiretti Caserta e finanziato da Cassa delle Ammende. Il progetto, avviato già da alcuni mesi nell’Istituto penitenziario ...

 

La Repubblica, 12 febbraio 2025 A Roma il 13 e il 14 febbraio il convegno di “Antigone”, a 50 anni dal varo del nuovo ordinamento che regola la vita interna nelle 191 case di reclusione. Quest’anno ricorrono i 50 anni dell’approvazione della legge n. 354, che contiene le norme sull’ordinamento penitenziario. Nella ricorrenza di questa tappa fondamentale nella riforma del sistema carcerario italiano, Antigone - l’Associazione che dal 1991 si occupa dei diritti e delle garanzie per i detenuti, promuovendo metodi reclusori in linea con la Costituzione - ha convocato a Roma alcuni dei principali studiosi italiani per due giorni di riflessioni culturali, giuridiche, politiche e sociali sul carcere.

 

di Mattia Tridello

lavoce-nuova.it, 12 febbraio 2025 Attività, vicinanza ma anche concretezza verso gli “ultimi della società”. Al via, il 27 febbraio alle 18 nella sede della Caritas diocesana, il nuovo corso di formazione per volontari del carcere. Organizzato dalla cappellania della casa circondariale di Rovigo, in collaborazione con il coordinamento dei volontari e la Caritas, patrocinato dal Comune di Rovigo, il nuovo percorso formativo è rivolto a tutti coloro che desiderano impegnarsi nel volontariato penitenziario della città, una realtà spesso poco conosciuta ma che riveste un ruolo fondamentale, essenziale, per migliorare la vita sia dentro che fuori dal carcere ai detenuti di ogni età. “Spesso le istituzioni faticano ad arrivare, per un supporto concreto, e molti aspetti della vita delle persone recluse, quali contatti con la famiglia di origine ...

 

liguria.bizjournal.it, 12 febbraio 2025 Stabilire una positiva relazione di accompagnamento nella transizione all’età adulta, ma soprattutto nell’impostazione di un percorso volto all’integrazione sociale e alla prevenzione della recidiva, per sostenere i percorsi di ragazzi sottoposti a procedimenti di giustizia. È questo l’obiettivo di “Adulto Amico”, l’iniziativa di mentoring di Defence for Children Italia, in collaborazione con il dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità e l’ufficio per i Servizi Sociali per Minorenni (Ussm) del ministero della Giustizia, rivolta a tutti i cittadini interessati a diventare parte attiva di questa ambiziosa esperienza pilota di integrazione.

 

di Luca Preziusi

Il Mattino di Padova, 12 febbraio 2025 Il primo cittadino assolve le forze dell’ordine. Nalin, Gallani e Ostanel: “Chiediamoci se queste multe ci fanno sentire più sicuri, investiamo sulla marginalità sociale”. “I fenomeni di marginalità estrema vanno gestiti con grande umanità, con l’attenzione alla cura della dignità delle persone e con percorsi di accompagnamento virtuosi. Quanto accaduto non ha colpevoli o responsabili da ricercare, ma semmai mi fa capire come tutti dobbiamo entrare in un sempre maggiore coordinamento. Io per primo, dico a me stesso, che possiamo e dobbiamo fare di più tutti assieme”. Mentre una parte di padovani e del mondo della politica s’indigna, il sindaco Sergio Giordani assolve le forze dell’ordine che nel weekend hanno multato i senzatetto in stazione.

 

rainews.it, 12 febbraio 2025 Animarap progetto che vedrà coinvolte detenute di Villa Fastiggi. Rap e cinema d’animazione alla Casa circondariale di Pesaro, sezione femminile, grazie ad Anima rap, un progetto pensato e realizzato da Arci Jesi Fabriano, in collaborazione con Notte Nera, con il sostegno di Antigone Marche. Si parte con un percorso formativo gratuito a cura di Antigone Marche che si terrà il 5 e 19 marzo, 2 e 16 aprile ore 21, rivolto a operatori, personale educante, associazioni ed enti del terzo settore, collettivi e persone singole interessate ad approfondire o implementare la propria conoscenza attorno a dinamiche, condizioni e funzionamento degli istituti penitenziari con uno speciale focus sulle carceri marchigiane.

 

di Antonio Polito

Corriere della Sera, 12 febbraio 2025 Le ragioni di uno strumento giuridico nel volume, edito da Laterza, del magistrato Marcello Bortolato e del giornalista Edoardo Vigna. A ben pensarci, la vera vittima del processo penale è la vittima stessa. Chi ha subito un reato, un torto, chi ha sofferto. Eh sì, perché il processo è un gioco a tre: la pubblica accusa, l’imputato e il giudice. La vittima non c’è. È vero, può costituirsi parte civile, ma così ottiene solo, nella migliore delle ipotesi, un risarcimento del danno subito. E invece la vittima può volere anche altro, qualcosa di più di un risarcimento: una riparazione.

 

di Rosa Benigno

Il Roma, 12 febbraio 2025 Il testo dell’avvocato Alexandro Maria Tirelli affronta il panorama normativo e criminologico del mercato della droga. Dove finisce la droga sequestrata? Come si evolvono le normative sul narcotraffico? È giusto garantire ai detenuti l’accesso alla rete? Questi interrogativi emergono con forza dal libro “Il traffico degli Stupefacenti” di Alexandro Maria Tirelli, una pubblicazione che affronta in maniera rigorosa il complesso panorama normativo legato al traffico di droga. L’opera si propone come un riferimento essenziale per giuristi, magistrati e studiosi del diritto penale, offrendo un’analisi approfondita delle disposizioni legislative nazionali e internazionali che regolano il fenomeno.

 

di Susanna Ronconi

Il Manifesto, 12 febbraio 2025 Il ricordo Grazia Zuffa non c’è più, la sua morte ci lascia un vuoto immenso: di intelligenza critica, rigore scientifico e, insieme, di passione politica e impegno. Grazia Zuffa non c’è più, la sua morte ci lascia un vuoto immenso: di intelligenza critica, rigore scientifico e, insieme, di passione politica e impegno. La sua presenza ha segnato la vita di tante e tanti di noi, che da lei abbiamo appreso a conoscere per agire, a riflettere fuori dagli schemi e a ricercare nuove prospettive, ad assumerci, qualsiasi sia il nostro ruolo, una coraggiosa responsabilità pubblica. Una donna che incarna, in tempi bui, ciò che un, una intellettuale dovrebbe sempre essere e così raramente oggi è: coraggio politico e onestà intellettuale, impermeabilità all’opportunismo di ogni sorta e profonda fiducia nella possibilità di un’azione ...

 

di Francesca Spasiano

Il Dubbio, 12 febbraio 2025 Approvata la norma che garantisce procedure e tempi certi secondo i requisiti stabiliti dalla Consulta: “vittoria” dell’Associazione Coscioni dopo il flop in Veneto. Il governatore: “Salto di civiltà”. La Toscana è la prima regione in Italia ad approvare la legge sul fine vita, sei anni dopo la storica sentenza 242 della Consulta che regola l’accesso al suicidio assistito in assenza di una norma nazionale. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (27 favorevoli 13 contrari 0 astenuti un voto non espresso) la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dall’associazione Luca Coscioni con la campagna “Liberi Subito” e supportata da oltre 10mila firme con l’obiettivo di definire tempi e procedure per l’aiuto medico alla morte volontaria. “È una legge di civiltà perché impedisce il ripetersi di casi ...

 

di Edoardo Semmola

Corriere Fiorentino, 12 febbraio 2025 “Lo Stato, non la Regione. Sul fine vita deve legiferare il Parlamento”. Il professor Leonardo Bianchi dell’Università di Firenze: la competenza è esclusiva dello Stato, la Regione doveva farsi promotrice di una legge nazionale.

di Luciana Cimino

Il Manifesto, 12 febbraio 2025 La Lega chiede di inasprire ancora le pene contro le occupazioni. Il Governo sarà anche in ambascia ma procede spedito verso la trasformazione della scuola pubblica in “ufficio repressione e reati”. Il ministro all’Istruzione (e merito) Giuseppe Valditara e il partito di cui è espressione, la Lega, stanno conducendo una lotta a tutto tondo contro l’attivismo degli studenti e contro il modello di istruzione democratica che la destra legge come espressione del 1968. L’esecutivo Meloni si è distinto fino a ora per la tendenza a inasprire le pene di fronte ad ogni fatto di cronaca e così è stato anche questa volta.

 

di Mattia Feltri

La Stampa, 12 febbraio 2025 Il fenomeno non è un’emergenza ma un dato strutturale in crescita. In una ricerca diffusa qualche giorno fa, Confcommercio quantifica in 258 mila i lavoratori che nel 2025 alberghi, ristoranti e negozi cercheranno e non troveranno. L’aumento, rispetto al 2024, è del 4 per cento: oltre diecimila lavoratori in più, introvabili, e necessari a mandare avanti l’industria del turismo e della ristorazione. Mancheranno macellai, gastronomi, addetti al pesce, gelatai, barman, cuochi, pizzaioli, camerieri di sala, addetti alle pulizie e al riassetto, ma anche commessi dell’abbigliamento e dipendenti dei supermercati. La causa principale è nel calo demografico. Dal 1982 a oggi, l’Italia ha perso quattro milioni e ottocentomila giovani e giovanissimi compresi nella fascia d’età che va dai quattordici ai trentanove anni.

 

di Gianfranco Pasquino*

Il Fatto Quotidiano, 12 febbraio 2025 È proprio su questo terreno che l’Ue dovrebbe dimostrare che l’unione fa la forza, che mettere insieme risorse, esperienze, competenze è un vero grande salto di qualità, che, più banalmente, non saranno uno più centri “albanesi” a produrre soluzioni efficaci, decenti e a costi contenuti. Porre rimedio a un fallimento come quello, da più parti dichiarato, dei centri per migranti collocati in Albania, è persino più difficile di individuare una soluzione decente, praticabile, in grado di durare per un futuro imprevedibile. Le motivazioni giuridiche del fallimento sono state impeccabilmente argomentate da Vitalba Azzolini. Prima il governo ne prende atto meglio sarà. Sapere quel che non si deve fare, questa è la vera lezione anche per gli altri paesi europei e i loro capi di governo, non avvicina ...

 

di Michele Gambirasi

Il Manifesto, 12 febbraio 2025 Il 23enne guineano si è suicidato nel Centro di Corso Brunelleschi nel 2021. A processo per omicidio colposo la direttrice e il medico che lo visitò. Archiviato invece il procedimento per sequestro di persona a carico del responsabile dell’ufficio immigrazione e di due agenti. Gianluca Vitale, legale della famiglia: “Processo importante ma parziale”. “L’orrore dei Cpr va avanti e anziché chiuderli, come andrebbe fatto, pensiamo a costruirne di più grandi, di esportare questo modello all’estero, come in Albania”. A dirlo è Marco Grimaldi, vicecapogruppo Avs alla Camera, nel corso della conferenza stampa organizzata ieri a Montecitorio insieme a Luca Rondi e Lorenzo Figoni, autori del libro Gorgo Cpr (Altreconomia, 2024), Amadou Thierno Balde e Mariama Sylla, familiari di Moussa Balde e Ousmane Sylla ...

 

di Daniele Zaccaria

Il Dubbio, 12 febbraio 2025 La Corte penale internazionale chiede agli Stati membri di difendere il suo mandato dalle sanzioni. E Musk attacca i tribunali che bloccano i decreti esecutivi del tycoon. Il nemico esterno e il nemico interno: di fronte a un’opposizione politica silente e smarrita, l’unico antagonista dell’amministrazione Trump sembra essere la giustizia, dalla Corte penale internazionale dell’Aja (Cpi) ai tanti tribunali disseminati sul territorio americano che nelle ultime settimane stanno congelando la valanga di ordini esecutivi emanati dalla Casa Bianca.

 

di Daniele Archibugi e Tommaso Visone

Il Domani, 12 febbraio 2025 L’Italia aveva fatto da apripista per la Corte, ora fa da apripista contro. Non difendendo la Cpi dall’assalto di Trump, il governo ci isola rispetto al resto dell’Ue e va pure in una direzione antistorica. “La Corte penale internazionale (Cpi) ormai è delegittimata, non se la fila più nessuno”. Così sosteneva Lucio Caracciolo qualche giorno fa nel corso di una puntata di Otto e Mezzo. Ha convinto Giorgia Meloni e i suoi ministri. Ma la cosa deve essere sfuggita a ben 79 Stati membri della Cpi - tra cui quasi tutti i paesi Ue, la Gran Bretagna, la Norvegia, il Canada, il Messico, il Brasile e la Nigeria - che si sono apertamente schierati contro le sanzioni stabilite pochi giorni fa dal presidente degli Stati Uniti nei confronti della stessa Cpi, rea di aver emesso un ordine di cattura nei confronti ...

 

di Luca Kocci

Il Manifesto, 12 febbraio 2025 “Le deportazioni di massa” dei migranti avviate da Donald Trump “ledono la dignità di molti uomini e donne”, i cattolici - ma anche “tutti gli uomini e le donne di buona volontà” - devono opporsi e “non cedere a narrazioni che discriminano e causano inutili sofferenze ai nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati”. È durissimo l’attacco sferrato da papa Francesco alle politiche contro i migranti della nuova amministrazione Usa. Che infatti, tramite Tom Homan, consigliere del presidente per la politica migratoria, reagisce in maniera scomposta: il pontefice deve “pensare alla Chiesa cattolica e lasciare che noi ci occupiamo delle frontiere. Vuole attaccarci perché garantiamo la sicurezza delle nostre frontiere? Ha un muro interno al Vaticano, no? Noi non possiamo avere un muro intorno agli Stati Uniti?”.

 

di Lorenzo Cremonesi

Corriere della Sera, 12 febbraio 2025 Il Wsj: “Alle guardie russe è arrivato il comando di essere crudeli, con la promessa di piena impunità”. Spente le telecamere, nessuna punizione in caso di violenza eccessiva. Tra le torture più frequenti, oltre ai pestaggi, ci sarebbero privazione di sonno e cibo; concessa la sperimentazione di tecniche nuove, mentre le ferite potevano essere lasciate andare in cancrena. Le torture più frequenti sono contro i militari trovati con i tatuaggi della destra nazionalista ucraina sul corpo e specialmente i volontari reclutati nelle unità della milizia Azov.

 

Il Dubbio, 12 febbraio 2025 Hamedi e Mohamadi tornano in libertà: nel 2022 fecero luce sulla morte della giovane curda arrestata per aver indossato male il velo. La magistratura iraniana ha annullato le condanne a Nilufar Hamedi ed Elahe Mohamadi, le due giornaliste iraniane condannate dopo aver rivelato il caso di Mahsa Amini, la giovane curda arrestata nel 2022 a Teheran per aver indossato “male” il velo e morta mentre era sotto la custodia della polizia morale. Una vicenda che scatenò le proteste esplose in tutto il Paese con il movimento “Donna, vita, libertà”. Le due giornaliste sono state liberate nell’ambito del provvedimento della Guida Suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, che lo scorso 5 febbraio - a pochi giorni dal 46mo anniversario della rivoluzione islamica del 1979 - ha concesso la grazia o commutato la ...

 

DOCUMENTI

Ordinanza del Magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia: "Sia consentito al detenuto di svolgere un colloquio visivo intimo..."

Radio Radicale. "Osservatorio Giustizia", di Lorena D'Urso: conversazione con l'Avvocato Veronica Manca in materia di affettività in carcere

Radio Radicale. "Radio carcere", di Riccardo Arena: affettività in carcere, un diritto negato e una sentenza tradita. Che fare?. Confronto tra il prof. Andrea Pugiotto e il prof. Mario Serio

Articolo. "Colloqui intimi in carcere: l’accoglimento di un reclamo ex art. 35 bis o.p. segna la strada per la concretizzazione della sentenza della Corte costituzionale", di Ilaria Giugni

"Facce e Maschere". Giornale dei detenuti e delle detenute di San Vittore, prodotto dal Progetto Ekotonos. Anno 2025, n. 31

Comitato nazionale per la difesa dell’Onu: "Colpo di stato internazionale in corso. Non smettiamo di lottare per un mondo più giusto e pacifico"