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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di domenica 6 aprile 2025
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 6 aprile 2025 Il segretario dell’Anm Maruotti: “Reprimono il dissenso”. Il silenzio dei conservatori. Da Gasparri a Ostellari, la destra carica contro i magistrati: “Non interferite”. Il parlamentino respinge il divieto a partecipare alle iniziative dei partiti. Il blitz del governo sul decreto sicurezza diventa un nuovo capitolo del romanzo dello scontro tra politica e toghe. Con appendice di tensione anche all’interno dell’Associazione nazionale magistrati, che ieri in Cassazione ha svolto il suo comitato direttivo centrale. La sicurezza e le nuove misure varate in fretta e furia dall’esecutivo, scavalcando il parlamento dove pure da mesi giaceva un testo impermeabile a ogni rilievo delle opposizioni, non erano all’ordine del giorno dell’assemblea delle toghe, ma il dibattito è inevitabilmente arrivato anche in quei territori.
di Conchita Sannino
La Repubblica, 6 aprile 2025 Maruotti: vogliono mettere le basi per reprimere il dissenso. Ostellari: invasione di campo. Lega: critiche sciagurate? L’Anm non abbassa la testa, anzi rincara la dose. E anche la piazza si fa sentire, dopo Roma ieri tocca a Milano. È il giorno dopo l’approvazione del decreto Sicurezza. “Inquietante”, lo stroncano - chi più, chi meno - i vertici dell’associazione nazionale magistrati. Parole messe all’indice dalla destra che imputa loro “l’ennesima sciagurata invasione di campo”. Ma non è l’unico fronte che emerge ieri, dopo la riunione-fiume in Cassazione del comitato direttivo centrale dell’Anm, in cui si decide a maggioranza sia di accettare il prossimo incontro con il ministro Nordio, il 15 aprile ...ù
di Felice Manti
Il Giornale, 6 aprile 2025 L’Anm si spacca sull’incontro con il ministro della Giustizia Carlo Nordio, dilaniata al suo interno tra le pulsioni correntiste di chi considera il Guardasigilli “uno che ti mette le dita negli occhi”, chi è disposto a sacrificarsi “in nome dei diritti dei migranti” e chi invece, più ragionevolmente, capisce che non è più il momento delle barricate ma non può dirlo. Eppure in mattinata l’atmosfera sembra sulfurea, quando nel corso del suo intervento al Comitato direttivo centrale del sindacato delle toghe il segretario generale Anm Rocco Maruotti, alla gragnuola di strali contro la riforma della giustizia e la separazione delle carriere tra pm e giudici, ipotizza pesantissime ombre sul Decreto sicurezza....
di Valentina Stella
Il Dubbio, 6 aprile 2025 Si spacca il “parlamentino”: la corrente moderata Magistratura Indipendente aveva presentato una mozione in senso contrario. L’Anm si divide sulla “regolamentazione della partecipazione dei magistrati alle iniziative organizzate dai partiti politici”. A prevalere, alla fine, è il fronte formato dalle correnti progressiste AreaDg e Magistratura democratica insieme con la “centrista” Unicost e Articolo CentoUno favorevole senza se e senza ma agli interventi in qualsiasi tipo di consenso. Minoritaria dunque la posizione di Magistratura indipendente, che aveva chiesto di inserire il tema all’ordine del giorno del Comitato direttivo centrale dell’Anm, il cosiddetto “parlamentino”, in corso a Roma: il gruppo “di centrodestra”, da cui proviene il neopresidente dell’Associazione magistrati Cesare Parodi, era propenso ad un self-restraint dei colleghi.
di Carlo Melzi d’Eril e Giulio Enea Vigevani
Il Sole 24 Ore, 6 aprile 2025 Il rapporto fra difensore e difeso ha natura negoziale e fiduciaria. Ciò significa che ciascuno è libero in qualunque momento di farlo cessare. È diventata una notizia il fatto che il difensore di una persona arrestata con l’accusa di avere ucciso una ragazza ha comunicato che intende rinunciare al mandato, dopo avere assistito il proprio cliente durante l’udienza di convalida e l’interrogatorio di garanzia. Qualche giornale ha affiancato nel titolo il dato della confessione del ragazzo con quello dell’abbandono della difesa da parte del legale. Questo accostamento ha prodotto una ridda di commenti sui social network da parte di chi applaudiva la scelta dell’avvocato di lasciare l’incarico ...
di Manuela D’Alessandro
agi.it, 6 aprile 2025 Simone, detenuto di 28 anni, tossicodipendente con ritardo mentale, affetto da un disturbo della personalità per il quale è in cura dall’infanzia e riceve una pensione di invalidità, ha tentato 18 volte di suicidarsi, anche tramite impiccagione, tra il 2016 e il 2022 e ha compiuto “atti di automutilazione almeno 45 volte”. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nei giorni scorsi ha condannato, su istanza degli avvocati milanesi Antonella Calcaterra, Antonella Mascia e Davide Galliani, lo Stato italiano a risarcirgli 9mila euro di danni non patrimoniali per la “mancanza di un adeguato trattamento medico e di una presa in carico da parte delle autorità competenti nonostante la gravità accertata dei suoi disturbi psichiatrici”.
di Francesca Chilloni
Il Resto del Carlino, 6 aprile 2025 L’associazione Yairaiha sulla decisione per i dieci agenti di polizia penitenziaria “Tenere incappucciato qualcuno che è in posizione di vulnerabilità è disumano”. L’Associazione Yairaiha esprime “profonda preoccupazione per la sentenza del Tribunale di Reggio, che ha escluso la configurabilità del reato di tortura nel caso del detenuto incappucciato e picchiato mentre si trovava in una posizione di totale vulnerabilità”. Il riferimento è al processo nei confronti di dieci agenti penitenziari del carcere di via Settembrini, condannati per il pestaggio di un detenuto tunisino di 41 anni avvenuto ad aprile del 2023, che è stato filmato anche delle telecamere interne del carcere.
di Paola Calvano
ilnuovoonline.it, 6 aprile 2025 Il prossimo 25 giugno, dopo la requisitoria del pm e le arringhe dei difensori, è attesa la sentenza per l’agente di custodia Antonio Caiazza, al quale viene contestato l’omicidio colposo e la violazione dell’Articolo 40 del Codice Penale e di norme in materia di prevenzione di suicidi oltreché di sorveglianza dei detenuti nella sezione in cui si trovava Trotta. Sarà una lunga udienza e la sentenza è prevista nel tardo pomeriggio. Caiazza è difeso dagli avvocati Arnaldo Tascione e Marisa Berarducci, mentre il fratello e i genitori di Trotta sono assistiti dall’avvocato Ernesto Torino Rodriguez.
di Roberta Polese
Corriere del Veneto, 6 aprile 2025 Massimo La Bua, padovano di 62 anni, famoso per le truffe e i raggiri con le auto di lusso, ma anche per una rapina molto violenta, ora potrebbe diventare celebre per aver ottenuto giustizia anche in nome di molti detenuti. La Bua ha infatti vinto un ricorso in Cassazione contro il tribunale di Sorveglianza che gli ha negato un risarcimento per detenzione “inumana e degradante” nel carcere di Padova nel quale si è trovato ad espiare una delle sue pene tra il 28 agosto 2021 e il 15 dicembre del 2022.
sindacatogiornalistiveneto.it, 6 aprile 2025 Carcere e lavoro, un appuntamento voluto da Ateneo Veneto e condiviso dal Sindacato giornalisti Veneto, cui ha partecipato, tra gli altri il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari. L’incontro, che si è svolto a Verona ha avuto anche l’adesione del Comune scaligero. Davanti a un folto pubblico si è parlato della legge Smuraglia, introdotta nel 2001, che promuove il lavoro come strumento di riabilitazione, permettendo ai detenuti di acquisire una nuova opportunità di vita una volta scontata la pena.
di Gianni Alemanno
Il Dubbio, 6 aprile 2025 L’impegno negli istituti di pena, tra gli ultimi, e le iniziative di solidarietà a Roma: il ricordo di Gianni Alemanno. “Suor Paola non apparteneva certo a quella categoria di opportunisti che ti esaltano quando sei potente e ti abbandonano discretamente quando sei in disgrazia”. Suor Paola è morta, questa dolorosa notizia è rimbalzata anche nelle nostre celle, coinvolgendo non solo laziali ma anche tanti romanisti. Ma fa un po’ impressione che i giornali riportino questa notizia nelle pagine sportive, rimandando all’intensa tifoseria sportiva che ha caratterizzato questa donna eccezionale.
di Claudia Maria Iannello
ilsussidiario.net, 6 aprile 2025 Donato Bilancia, il famoso serial killer dei treni, si è trovato ad affrontare qualcosa di inaspettato tra le mura del carcere di Padova: il teatro, un’esperienza profondamente formativa che, anche se provata nella solitudine della sua desolante condizione di detenuto, gli ha permesso di realizzare un doloroso ma importante tentativo di riscatto personale.
di Lucia Landoni
La Repubblica, 6 aprile 2025 La 21enne milanese ogni sabato mattina allena i detenuti della Casa circondariale di Monza sul campo da volley. Da quando giovedì mattina è squillato il telefono e dal Quirinale le hanno comunicato che il presidente Sergio Mattarella l’ha nominata Alfiere della Repubblica, la 21enne milanese Camilla Aurora Fanelli, studentessa di Fisioterapia in Statale, si sente un po’ come in un frullatore: “Non credo di aver ancora metabolizzato del tutto la notizia - sorride - Andrò a Roma il 15 maggio a ritirare il riconoscimento e spero che per allora mi sarò resa pienamente conto di quello che significa. Per il momento posso solo dire che mi sento molto felice”.
di Elisa Sola
La Stampa, 6 aprile 2025 L’autore premio Oscar gira a Torino il suo nuovo film, “La grazia”: le riprese nel padiglione E. C’è fermento nel carcere di Torino. Questa volta non per l’ennesima rivolta dei detenuti contro il sovraffollamento o le condizioni di vita, definite disumane. Ma per un evento che non ha nulla a che fare con il crimine: l’inizio delle riprese di un film. Un film vero, all’interno del penitenziario solitamente inaccessibile per i non addetti ai lavori. E non si tratta di un film qualunque, secondo quanto raccontano i poliziotti penitenziari e gli avvocati che sabato mattina sono entrati nel Lorusso e Cutugno. Ma della nuova opera di Paolo Sorrentino.
di Raffaele Simone
Il Domani, 6 aprile 2025 Il mondo giovanile europeo è tendenzialmente contrario al riarmo. Ma le voci che reclamano il recupero urgente di una “mentalità guerriera” sono sempre di più. Due libri (“La guerra e la natura umana” di Gianluca Sadun Bordoni e “Fare la guerra con altri mezzi”, di Alfio Mastropaolo) aiutano a leggere questo momento storico. “Se l’Europa vuole evitare la guerra, deve prepararsi alla guerra”: è la frase, che diventerà forse storica, con cui Ursula von der Leyen ha annunciato qualche settimana fa il massiccio programma europeo di riarmo. Mentre le élite politiche cominciano a muoversi per dar corpo a questo programma, da varie parti si levano segnali di allarme: come può l’Italia riarmarsi se la Costituzione prevede che “ripudi la guerra”?
di Alessandra Algostino
Il Manifesto, 6 aprile 2025 L’abuso del decreto legge, stravolgendo il sistema delle fonti, viola la separazione dei poteri, che assicura la limitazione del potere: elemento imprescindibile di una democrazia costituzionale. C’era un disegno di legge in discussione in parlamento, detto “sicurezza”, espressione del peggiore populismo penale, incostituzionale nell’anima e nelle disposizioni; il governo, con un golpe bianco (…invero nero), lo ha trasposto in un decreto legge. Al contenuto eversivo si aggiunge l’eversione nei rapporti fra governo e parlamento.
di Anna Foa
La Stampa, 6 aprile 2025 Fra tutti i significati della parola “risposta” - la risposta ad una domanda, la risposta ad una lettera, quella ad una terapia medica, e via discorrendo - la risposta come reazione aggressiva sta diventando sempre più diffusa, con l’aiuto anche dei social in cui i commenti si caratterizzano sempre più ostili e intolleranti. E così l’odio divampa, nessuna discussione è più civile, pacata, sia che si tratti di faccende private che di politica, sia che si guardi al mondo che al cortile della propria casa. L’odio è sempre visto come una risposta, però, una risposta all’altrui comportamento. Non necessariamente, però, un comportamento davvero aggressivo, ma anche soltanto tale da essere così percepito.
di Giulia Tavani
Corriere della Sera, 6 aprile 2025 Non solo piccole lezioni di anatomia, servono incontri per prevenire e combattere fenomeni di odio, emarginazione e violenza di genere. Per il 70% delle famiglie la frequenza dovrebbe essere obbligatoria, quasi la metà degli italiani sostiene l’importanza di cominciaregià dalle primarie. I dati nello studio di Coop con Nomisma. Introdurre l’educazione sessuale e alle relazioni a scuola è un dibattito che in Italia tiene banco da almeno cinquant’anni. Nonostante sia l’Oms a indicare la fascia d’età tra i 3 e i 5 anni come quella adeguata per iniziare a parlarne, nessuna delle sedici proposte di legge avanzate è mai riuscita a passare.
di Simone Alliva
L’Espresso, 6 aprile 2025 Al numero 1522 arrivano in media 7.500 telefonate al mese. Parla Elisa Ercoli, presidente di Differenza donna. “Ok il rigore ma il codice rosso non viene messo in atto”. L’otto di luglio 2024 il contatore di morte di Non Una Di Meno registra 56 donne vittime di “femminicidio”, cioè la morte di una donna progettata da un uomo perché si rifiutava di agire secondo le sue aspettative. Una parola che illumina e dice due cose: che è morta una donna e il perché è stata uccisa. Elisa Ercoli, presidente dell’associazione Differenza donna, da trent’anni al fianco delle donne vittime di violenza, rivela alcuni dati che raccontano l’abisso: “Al numero antiviolenza e stalking 1522 riceviamo al mese 7.500 contatti.
di Luigi Manconi e Chiara Tamburello
La Repubblica, 6 aprile 2025 La tortura è una pratica vecchia come il mondo. Ha radici millenarie ed evolve parallelamente alla storia delle società. I metodi e gli strumenti per infliggerla sono cambiati nei secoli, ma l’esito di disumanizzazione rimane lo stesso. Il toro di bronzo, la bollitura, l’impalatura, l’aquila di sangue, la damnatio ad bestias, il ratto: altrettante torture che risalgono alle sevizie dell’antichità, ai supplizi medievali e alle punizioni dell’età moderna. Ma, come denuncia Amnesty International, certi appellativi evocativi riguardano anche tecniche contemporanee applicate in molti sistemi dispotici, come in Siria: la festa di benvenuto, lo pneumatico, l’impiccato, il pollo allo spiedo, il tappeto volante, la sedia tedesca.
di Alessandra Fabbretti
Il Manifesto, 6 aprile 2025 Sgomberate le tendopoli vicino Sfax. Tra gli ulivi, in condizioni igienico-sanitarie critiche, vivono 20mila persone. Arresti e rimpatri. “Vi prego aiutateci, non sappiamo dove andare e, se ci prendono, non sappiamo che fine faremo”. L’appello arriva da Yahya, un migrante originario della Guinea, che ci chiama da una zona remota della Tunisia, tra gli uliveti di Sfax: da giovedì è in atto una maxi operazione per distruggere le piccole tendopoli informali che si estendono per chilometri, tra Chebba e Sfax. Molte persone sarebbe state arrestate e attualmente in corso di rimpatrio.
di Lucia Capuzzi
Avvenire, 6 aprile 2025 I militari israeliani avevano detto che i veicoli erano “privi di segnali indicativi”. Però, dopo le immagini in cui si vedono lampeggianti e sirene in funzione, hanno dovuto ammettere tutto. “La sirena e le luci erano accese”. Tre settimane dopo, un video e una testimonianza rivelano la verità sul “massacro di Rafah”. All’alba del 23 marzo, quindici soccorritori, a bordo di un’ambulanza e di un camion dei pompieri, sono stati uccisi dal battaglione Golani nel sud di Gaza. I militari di Tel Aviv avevano subito precisato che i veicoli viaggiavano “senza segnali di identificazione” e per questo erano stati ritenuti “sospetti”.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
"Taccuino degli eventi in carcere: settimana dal 5 al 12 aprile 2025", di Antonella Barone
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 7 al 13 aprile 2025
Convegno: "Prospettive di emancipazione per le donne rom e sinte" (Ivrea-TO, 8 aprile 2025)
Incontro-dibattito: "Cultura è vita nei luoghi di detenzione" (Roma, 10 aprile 2025)
Incontro-dibattito: "Vivere e morire nelle carceri italiane" (Verona, 15 aprile 2025)
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
CORSI E MASTER
CONCORSI E BANDI