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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di venerdì 4 aprile 2025
CARCERI
di Eugenio Cardi*
kulturjam.it, 4 aprile 2025 Il sovraffollamento carcerario in Italia è una vera e propria crisi umanitaria. Celle fatiscenti, condizioni disumane, perdita di dignità e diritti. Il sistema punisce senza riabilitare. Ignorarlo è abdicare ai principi di civiltà. La pena non deve mai negare l’umanità. Probabilmente nessuno di voi ha mai provato la terribile spiacevole sensazione claustrofobica di dover dormire al terzo livello di un letto a castello con il soffitto a 5 centimetri dal viso o su un materasso gettato in terra in uno stanzone malmesso e trascurato dove anziché sei persone ve ne sono dieci o dodici. Io l’ho visto, si può dire che lo abbia vissuto, da volontario delle carceri italiane (art. 17 Legge sull’ordinamento penitenziario), e devo dirvi che è qualcosa di assolutamente disumano, disagevole e lesivo della dignità umana.
di Antonio Lovascio
ilmantellodellagiustizia.it, 4 aprile 2025 Statistiche tragiche, che parlano da sole: nel 2024 ben 91 suicidi e dall’inizio del 2025 altri venticinque. Sono anni terribili per le carceri italiane, dove ogni giorno per il sovraffollamento viene calpestata la dignità umana dei detenuti e sono rese inaccettabili le condizioni di lavoro del personale penitenziario. Con i richiami del Presidente Mattarella, che invoca il rispetto della Costituzione, la scossa più forte alle coscienze è venuta da Papa Francesco, che durante il suo pontificato ha visitato, portando parole di conforto, non meno di sedici istituti di pena dimostrando una sensibilità particolare che deriva da un’esperienza profonda, personale. C’è una frase stupenda che dice sempre. “Ogni volta che entro in un carcere mi domando perché loro e non io”.
di Antonio Massari e Valeria Pacelli
Il Fatto Quotidiano, 4 aprile 2025 La circolare Dap del 27 febbraio scorso agli istituti penitenziari. Regolarizzare la gestione dei detenuti nelle sezioni di Alta sicurezza, con celle chiuse se non durante la partecipazione a determinate attività. Il 27 febbraio scorso, con una nota, la direzione generale dei detenuti del Dap ha chiesto agli istituti penitenziari di seguire tutti la stessa regola per la gestione dei carcerati più pericolosi. In una parola “custodia chiusa”, celle sbarrate se non per svolgere una particolare attività e non per oltre otto ore. Si ripristina dunque la stretta per i detenuti nelle sezioni di Alta sicurezza. Non parliamo dei reclusi al 41-bis, ma di condannati ritenuti particolarmente pericolosi per aver commesso reati come ad esempio associazione mafiosa o terrorismo. Un inasprimento che ovviamente non è stato gradito dai detenuti.
di Antonio Massari e Valeria Pacelli
Il Fatto Quotidiano, 4 aprile 2025 Una rivolta dei carcerati per rispondere alla nuova Circolare del Dap che ha ripristinato la chiusura delle celle dei detenuti in regime di Alta sicurezza. S.D.L., palermitano, all’indomani della stretta, dal padiglione “blu” del carcere di Sulmona, lancia l’avvertimento. O almeno questo scrive un agente della Polizia penitenziaria che, in una relazione “riservata” inviata agli uffici del Dap, riporta le reazioni di alcuni detenuti. Dal resoconto dell’agente emerge che S.D.L. gli dice: “Appuntato, perché vi state accanendo con questa chiusura delle carceri? Così facendo voi fate scoppiare le rivolte in tutte le carceri. Lo sapete che negli istituti ci sono i telefonini e se vogliamo ci mettiamo d’accordo in un attimo e in contemporanea facciamo in modo che in tutte le carceri d’Italia scoppiano le rivolte contemporaneamente”.
di Domenico Alessandro De Rossi
Il Riformista, 4 aprile 2025 Ben venga un intervento immediato, seppur temporaneo, contro l’emergenza. In molti si professano esperti per risolvere il problema del sovraffollamento. Dopo tanto sonno, anche coloro che si interessano di esecuzione penale hanno scoperto che le carceri con il governo Meloni scoppiano. Che in Italia il mondo penitenziario sia al collasso è cosa acquisita purtroppo da molto tempo. Già nel 2013 la Corte europea dei Diritti dell’Uomo si era accorta del fallimento politico, amministrativo e tecnico, sanzionando l’Italia con la famosa sentenza Torreggiani. Ma nulla in questo lunghissimo periodo è stato compiuto per fare di meglio, corrispondendo alle precise indicazioni richieste dalla Corte.
di Maurizio Carucci
Avvenire, 4 aprile 2025 Sei condannati su dieci sono già stati in carcere almeno una volta. La media dei reati ascritti a ogni uomo detenuto è pari a 2,4 contro l’1,9 di ogni donna detenuta. Si stima che il dato della recidiva possa calare fino al 2% per i detenuti che hanno avuto la possibilità di un inserimento professionale. Questi i dati evidenziati dal Cnel-Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, nell’ambito del programma Recidiva Zero, un articolato piano di intervento sviluppato nel corso dell’anno in collaborazione con il ministero della Giustizia e volto a favorire studio, formazione e lavoro in carcere.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 4 aprile 2025 Atteso oggi in Cdm un nuovo provvedimento che svuota il pacchetto Sicurezza, recepisce le critiche del Colle ed esautora il Parlamento. Su cosa fonderà la sua “necessità e urgenza” è tutto da vedere. Rivolta delle opposizioni. Il lupo non si è trasformato in agnello. Sembrava che la moral suasion del Quirinale per modificare i punti più a rischio di incostituzionalità del ddl Sicurezza avesse convinto non solo la premier Giorgia Meloni ma anche il suo recalcitrante numero due Matteo Salvini, in cambio di qualche trofeo da portare in dote al congresso federale leghista del prossimo fine settimana alla fiorentina Fortezza da Basso. Ma il vero asso nella manica, frutto dell’accordo raggiunto tra le due destre di governo, potrebbe essere il decreto legge a cui sta lavorando Palazzo Chigi e che è previsto oggi in Consiglio dei ministri.
di Gaetano Azzariti
Il Manifesto, 4 aprile 2025 Dunque il Governo ha intenzione di emanare un Decreto legge in materia di sicurezza recependo e in qualche caso modificando le norme del disegno di legge attualmente in discussione al senato. Sarebbe un atto manifestamente contrario alla Costituzione. Il capo dello Stato potrebbe trovarsi in grande difficoltà, dovendo valutare se ci sono le condizioni per emanare l’atto sottoposto alla sua firma. Saremmo di fronte ad un nuovo strappo costituzionale. Si tratterebbe, infatti, di un decreto non solo privo dei requisiti costituzionali di straordinaria necessità ed urgenza, nonché dal contenuto disomogeneo ponendosi dunque in violazione dei requisiti richiesti dalla giurisprudenza costituzionale, oltre che dalla legge 400 del 1988. Ma anche di un decreto sostitutivo di una legge in itinere ...
di Edmondo Bruti Liberati
Il Foglio, 4 aprile 2025 Il populismo penale è da tempo in voga e pretende di dare una risposta alle insicurezze delle nostre società. Ma tutti siamo chiamati in causa per una presa di posizione netta contro questa deriva irrazionale e controproducente. “In galera! In galera!”. Chi è che lo dice? Non andiamo subito a conclusioni prima di farci aiutare da ciò che precede: “La vuoi la minestrina? Mangia la minestrina! Disco, Techno, Underground Beccati questa!”. È un brano del 1993 di Giorgio Bracardi, quello di “Alto Gradimento”. Dal nonsense demenziale, andiamo all’oggi: dal surreale al reale. Sottosegretario Del Mastro, dal Foglio del 14 marzo 2025: “Nella mia persona convivono entrambe le pulsioni sia quella garantista che quella giustizialista, a corrente alternata, secondo le necessità”; 16 novembre 2024: “Una gioia non lasciare respirare chi sta nell’auto della penitenziaria”.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 4 aprile 2025 Davanti ai femminicidi di Ilaria Sula a Roma e Sara Campanella a Messina, fino a ieri dal governo non erano discesi commenti particolari. Poi, durante un convegno a Salerno, ci ha pensato il ministro della Giustizia Carlo Nordio a rimediare. Con un intervento a metà tra Cesare Lombroso e la giuria del Buio oltre la siepe: “Purtroppo il legislatore e la magistratura possono arrivare entro certi limiti a reprimere questi fatti che si radicano probabilmente nell’assoluta mancanza non solo di educazione civica ma anche di rispetto verso le persone, soprattutto per quanto riguarda giovani e adulti di etnie che magari non hanno la nostra sensibilità verso le donne”. La questione etnica evocata da Nordio, verosimilmente, riguarda il caso Sula, dal momento che l’uomo che ha confessato il delitto, il 23enne Mark Sampson, è di origine filippina.
di Nadia Ferrigo
La Stampa, 4 aprile 2025 Dal ministro della Giustizia ci si sarebbe potuti aspettare profondo cordoglio, grave indignazione e roboanti promesse di interventi ancor più duri. Nulla di tutto questo. Il ministro Carlo Nordio oggi si è premurato di dare alle arrabbiate e addolorate donne italiane due pessime ma notevoli notizie. A commento dei barbari e crudeli femminicidi di Ilaria Sula e Sara Campanella dal ministro della Giustizia ci si sarebbe potuti aspettare profondo cordoglio, grave indignazione, roboanti promesse di interventi ancor più duri e capillari e campagne di informazione nelle scuole. Nulla di tutto questo. La prima notizia è la resa dichiarata della legge all’inevitabilità della violenza di genere.
di Nicoletta Verna
La Stampa, 4 aprile 2025 La dichiarazione del ministro della Giustizia Carlo Nordio sui femminicidi parte da un’affermazione molto giusta e condivisibile: le misure di punizione e repressione a violenza avvenuta non possono essere efficaci, se prima non si sradica il sistema di valori su cui il reato si basa. Il discorso, però, subito si sposta sui “giovani e adulti di etnie che magari non hanno la nostra sensibilità verso le donne”. Una volta evidenziato il problema, cioè, non si trova una soluzione: si trova un nemico. Questo è un artificio retorico ben noto, utile soprattutto quando si è di fronte a una questione molto difficile, controversa, carica dal punto di vista emotivo. “La gente vuole che le si faccia passare la paura” scrive Michela Murgia, “non che la si metta a discutere di soluzioni, perché la paura è di tutti, la soluzione è del capo.
di Giorgia Serughetti*
Il Domani, 4 aprile 2025 Le contraddizioni e le confusioni del ministro della giustizia sui femminicidi: il numero di errori contenuti in poche frasi è tale da meritare un’analisi specifica. Grande è la confusione sotto il cielo della destra. Mentre le cronache approfondiscono i dettagli dei femminicidi di Ilaria Sula e Sara Campanella, le ultime due giovani vittime della strage quasi quotidiana di donne, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha parlato alla stampa di limiti dell’intervento penale, di educazione necessaria da parte delle famiglie, e di “etnie” che non rispettano le donne. Il numero di errori e contraddizioni contenute in poche frasi è tale da meritare un’analisi specifica. Ma prima facciamo un passo indietro. A quando, nemmeno un mese fa, in occasione dell’8 marzo, il governo ha presentato un disegno per introdurre il reato di femminicidio, da punire con la pena dell’ergastolo.
di Simona Musco
Il Dubbio, 4 aprile 2025 Senatrice Valeria Valente (Partico democratico), l’introduzione del femminicidio come reato autonomo e separato nel codice penale rappresenta una misura davvero utile per combattere la violenza di genere, così come sostenuto dal governo, oppure rischia di rimanere un gesto unicamente simbolico che non affronta, invece, le radici culturali e sociali del problema in questione, che richiederebbero un cambiamento più profondo nella società? La violenza contro le donne non è un’emergenza ma un fenomeno strutturale riconducibile all’asimmetria di potere e alla cultura del possesso e del dominio di stampo patriarcale dell’uomo sulla donna. Un dominio che tenta di resistere di fronte ai diritti, alle libertà, all’autodeterminazione che le donne hanno conquistato.
di Simona Musco
Il Dubbio, 4 aprile 2025 Senatrice Raffaella Paita (Italia viva), il riconoscimento del femminicidio come reato autonomo è un mezzo efficace per combattere la violenza di genere o è solo una risposta simbolica a un problema che richiede interventi più profondi? Il governo continua a moltiplicare i reati invece di affrontare i problemi alla radice. Il femminicidio è già punito dal nostro ordinamento con aggravanti specifiche. Non mi schiero aprioristicamente contro la scelta ma ribadisco che non è solo aggiungendo nuove fattispecie di reato che si garantisce una maggiore protezione alle donne. Il vero nodo è la prevenzione, che deve partire dall’educazione e dal sostegno concreto alle vittime. I dati ci dicono che le vittime sono sempre più giovani, così come gli aggressori.
GIURISPRUDENZA
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 4 aprile 2025 La violazione dello spazio minimo di tre metri quadri, libero da suppellettili, che va calcolato per singolo detenuto può scattare anche se uno dei due letti singoli viene posto sul pavimento per libera scelta delle persone ristrette. Viola l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo la detenzione sofferta in una cella di dimensioni tali da non offrire il minimo di tre metri quadrati a ciascun detenuto anche se parte dell’area di movimento è occupata da un letto sovrapponibile all’altro e che per libera scelta delle persone ivi ristrette viene posto sul pavimento e non messo a castello. Ha, quindi diritto al risarcimento chi sia stato ristretto in una cella che una volta detratta l’area occupata dai letti lasci meno dei tre metri “a testa” di pavimento libero cui hanno diritto i detenuti per il loro libero movimento.
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 4 aprile 2025 Il caso riguarda la restrizione del beneficio che però non viola il principio secondo cui non si può essere sottoposti a una pena più grave di quella prevista all’epoca dei fatti contestati e oggetto di condanna. Le regole più restrittive con cui può essere applicato il beneficio della liberazione condizionale non costituiscono in sé un ostacolo alla consegna di una persona in base all’esecuzione di un mandato d’arresto europeo. Come spiega la Cgue una modifica legislativa che inasprisce le regole della liberazione condizionale non costituisce automaticamente un inasprimento della pena rispetto a quella applicabile al momento dei fatti contestati.
TERRITORIO
ansa.it, 4 aprile 2025 L’intesa tra Provveditorato, Ance, Formedil e Seconda chance. Favorire percorsi di reintegrazione sociale e professionale per le persone detenute negli istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna, in particolare quelle in semilibertà o a fine pena. Avverrà attraverso il loro inserimento lavorativo nei cantieri delle imprese edili associate ad Ance Emilia-Romagna, dopo una formazione. È l’obiettivo di un protocollo d’intesa firmato dal Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria per l’Emilia-Romagna e delle Marche, da Ance, la principale associazione che rappresenta i costruttori edili della regione, dal consorzio Formedil Emilia-Romagna, che coordina a livello regionale le attività delle scuole edili territoriali e dal’associazione del terzo settore Seconda chance, impegnata a procurare opportunità di formazione ...
di Filomena Indaco
ecaserta.com, 4 aprile 2025 Dalle prime analisi sembra si tratti di un gesto volontario. Pietro Ligato, il precedente leader del gruppo Lubrano-Ligato, è stato trovato morto nella prigione di Secondigliano, dove si trovava da un lungo periodo. Il decesso si è verificato nel pomeriggio di ieri, attorno alle 17, ed è avvenuto pochi giorni dopo la sua sorprendente decisione di collaborare con le autorità. Un gesto che ha attirato l’attenzione, specialmente per il potenziale impatto che Ligato avrebbe potuto avere nelle indagini sulla criminalità organizzata nell’Agro Caleno. Si presume che la causa della sua morte sia stata un suicidio. Ligato si sarebbe tolto la vita nella sua cella nel carcere di Secondigliano. Le autorità carcerarie e la Procura hanno avviato delle indagini per chiarire con esattezza l’accaduto, anche se al momento l’ipotesi principale rimane quella di un atto volontario.
di Valentina Marotta
Corriere Fiorentino, 4 aprile 2025 La Corte d’appello conferma la sentenza di primo grado per i fatti di San Gimignano, pene ridotte per 5. Ancora una volta, tutti condannati, con qualche riduzione di pena, i quindici agenti della polizia penitenziaria accusati di tortura, lesioni e minacce per aver preso a botte e umiliato un detenuto durante un trasferimento da una cella all’altra, nel carcere di San Gimignano nell’ottobre 2018. La Corte d’appello di Firenze, dopo quasi due ore di camera di consiglio, ha confermato la condanna per dieci poliziotti della penitenziaria, giudicati in primo grado con rito abbreviato con pene comprese tra 2 anni e 3 mesi a 2 anni e 8 mesi di reclusione ma ha ridotto la pena per altri cinque che avevano scelto il rito ordinario: la più severa a 4 anni e 2 mesi, la più mite a 3 anni e 8 mesi di reclusione.
di Simone Narduzzi
Messaggero Veneto, 4 aprile 2025 Cifra giudicata allarmante dal garante dei diritti delle persone private della libertà personale Andrea Sandra: “Tutti gli spazi utili all’interno della struttura sono impiegati per l’ospitalità, celle di isolamento comprese”. Con il recente ingresso di tre nuove persone ristrette, il numero di detenuti nel carcere di via Spalato ha raggiunto la cifra record di 190 unità. Cifra allarmante, che ha spinto ancora una volta all’azione il garante dei diritti delle persone private della libertà personale Andrea Sandra: “Abbiamo quasi toccato il doppio della capienza - le sue parole, di protesta, espresse nella mattinata di giovedì 3 aprile fuori dalla casa circondariale udinese.
di Katiuscia Guarino
Il Mattino, 4 aprile 2025 “Manca l’acqua per dieci ore al giorno, dalle 18.00 non si può più andare in bagno”. “Nel carcere di Avellino manca l’acqua per dieci ore al giorno”. È la denuncia del garante provinciale per i diritti dei detenuti, Carlo Mele, che si appella a tutte le istituzioni per risolvere il disagio. A stretto giro arriva la risposta dell’amministratore unico dell’Alto Calore, Antonello Lenzi, che ha preso in carico la questione per cercare di risalire all’origine del problema. Il garante è preoccupato per la situazione che si registra nel penitenziario di Bellizzi Irpino. “Siamo ad aprile - dice Mele - e l’acqua viene tolta alle 6 del pomeriggio e viene rimessa alle 7 del mattino successivo. E questo accade ad aprile. Nei mesi di luglio e agosto cosa succederà?
veronasera.it, 4 aprile 2025 L’assessora alla sicurezza è intervenuta al convegno che si è tenuto nella sede del Banco Bpm per far conoscere alle imprese e alla società i vantaggi fiscali e contributivi per chi assume detenuti. Favorire il reinserimento sociale dei detenuti attraverso il lavoro, unendo così l’utile al giusto. È questa la sintesi dell’intervento dell’assessora alla sicurezza di Verona Stefania Zivelonghi al convegno su carcere e lavoro che si è tenuto ieri, 2 aprile, in città. L’evento è stato patrocinato dal Comune di Verona e si è tenuto nella sede del Banco Bpm di Via San Cosimo 10. Lo ha organizzato la onlus Ateneo Veneto con l’intenzione di mettere in contatto la realtà carceraria con il mondo delle imprese. Vi hanno partecipato autorevoli figure istituzionali ed è stata seguita da una tavola rotonda con i rappresentanti delle imprese.
di Giorgio Bernardini e Antonella Mollica
Corriere Fiorentino, 4 aprile 2025 Il procuratore capo di Prato scrive al sindaco e al ministro sulle condizioni drammatiche del tribunale nel giorno della visita della commissione antimafia: “In questo stato va chiuso”. E spunta il cartello all’ingresso. “Il palazzo di giustizia non è a norma. O si interviene subito con i lavori necessari o è necessario chiuderlo e cercare un’altra sede”. La lettera inviata al ministro della giustizia, al sindaco di Prato, al Provveditore alle opere pubbliche, porta la firma del procuratore di Prato Luca Tescaroli e della presidente del tribunale facente funzioni Lucia Schiaretti e suona come un vero e proprio ultimatum a fronte di una situazione ogni giorno sempre più drammatica, oltre che incompatibile con un luogo destinato all’amministrazione della giustizia.
di Marina Lomunno
La Voce e il Tempo, 4 aprile 2025 Per la sua prima uscita pubblica il nuovo Rettore Maggiore dei Salesiani, don Fabio Attard, ha scelto il carcere minorile di Torino Ferrante Aporti. Giovedì 3 aprile la visita ai ragazzi reclusi in corso Unione Sovietica. Dietro alla delinquenza minorile i Salesiani leggono la sofferenza dei giovani poveri e abbandonati a se stessi, messaggio forte alla politica e al sistema della Giustizia.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 4 aprile 2025 Il progetto di riqualificazione delle carceri “Second Chance”, coordinato dal Comune di Milano e Regusto, gestisce il recupero e la distribuzione di prodotti e arredi a rischio spreco. I beneficiari sono quattro istituti di pena. Elisabetta Palù, direttrice reggente di San Vittore: “Queste donazioni al carcere diventano uno strumento fondamentale per rendere la società più inclusiva e considerare la detenzione non un’esperienza di esclusione, di emarginazione, ma un’opportunità di cambiamento”. Quarantatré tonnellate di prodotti e arredi a rischio spreco, per un valore economico stimato di 135mila euro e un impatto ambientale positivo quantificabile in 25 tonnellate di CO2 evitata.
milanotoday.it, 4 aprile 2025 Le testimonianze e le fotografie di San Vittore in un libro che sarà presentato in Fabbrica del Vapore. Un libro e una mostra fotografica apriranno lo sguardo sul carcere di San Vittore. Succederà alla presentazione organizzata in Fabbrica del Vapore per venerdì 4 aprile alle 17.30, in seguito a quella avvenuta giovedì 3 aprile proprio all’interno del penitenziario. Il libro (“I volti della povertà in carcere”) è stato scritto da Matteo Pernaselci e Rossana Ruggiero per Edizioni Dehoniane (Edb). Le fotografie in bianco e nero presenti nel volume (10 delle quali saranno esposte durante la presentazione) accompagnano le testimonianze raccolte tra detenuti e operatori.
di Alessia Musillo
elledecor.com, 4 aprile 2025 Lo stato contemporaneo della detenzione ha a che fare con il design e con l’architettura più di quanto immaginiamo. “La giornata vissuta in carcere non sarà di certo rose e fiori o comunque di felicità, quindi, come la maggior parte dei detenuti, cerco di farmi scivolare le ore di dosso, tenendomi spesso impegnato nei chilometri di lettere che invio a mia moglie, una chiacchiera e un caffè qua e là con le persone con cui sono più legato, tra una partita a biliardino e un’altra a carte, tutto questo quando riesco ad avere del tempo libero, perché anche il carcere richiede diverse mansioni, in cui do precedenza all’arte culinaria”.
CULTURA
di Valentina Ariete
La Stampa, 4 aprile 2025 Il racconto di come è nata la fiction del momento nelle parole di Stephen Graham, attore, co-sceneggiatore e produttore, Philip Barantini, regista, e Jack Thorne, sceneggiatore. Adolescence è la serie del momento. E, visti i temi trattati, probabilmente sarà una delle più importanti dell’anno. Alla notizia delle ennesime ragazze uccise in Italia da coetanei perché li avevano rifiutati, è impossibile non farsi domande su cosa si possa fare per educare i giovani uomini al rispetto delle donne. È proprio ciò che hanno fatto gli autori della miniserie Netflix: Stephen Graham, attore nella parte struggente del padre del ragazzo e anche co-sceneggiatore e produttore, Philip Barantini, regista, e Jack Thorne, sceneggiatore. Hanno tutti dei figli e si sono detti: “Sono preoccupato per il loro futuro. Cosa posso fare?”.
di Loris Antonelli*
Il Domani, 4 aprile 2025 In questi ultimi anni abbiamo misurato come in Italia ciò che poteva diventare legge e consuetudine, parte del programma educativo di ogni scuola formando gli insegnanti affinché fosse presupposto di ogni agire educativo, sia diventato una questione ideologica, verso la quale essere pro o contro. Raccontiamo in questi giorni altre due donne barbaramente uccise, Sara e Ilaria, sgomenti di come sia possibile. Giornali e trasmissioni tv in questi giorni dedicano molto spazio all’educazione affettiva e sentimentale nelle scuole, troppo spesso introducendo al tema attraverso le storie di femminicidi più dolorose e cruente. Per legittimare l’educazione sentimentale e alla parità di genere dobbiamo per forza mettere le mani nella pancia delle persone?
di Paolo Lambruschi
Avvenire, 4 aprile 2025 I container del Centro migranti di Gjader sono come nuovi, inutilizzati da mesi, con le gabbie alle finestre. Attendono a giorni i nuovi ospiti dall’Italia, in arrivo forse da domenica. Saranno primi ospiti prelevati dai centri di permanenza per il rimpatrio, i Cpr, in attesa di espulsione dall’Italia e dovrebbero sbarcare nel vicino porto di Shengjin, dove un resort sul mare ospita le forze dell’ordine italiane. Da tempo sono stati richiamati alcuni dipendenti dei Medihospes, la coop sociale che ha vinto la gara da 133 milioni messa al bando dalla Prefettura di Roma per gestire i centri di Gjader, destinato alla detenzione e di Shengjinn, dove avviene l’identificazione e in questa fase non serve.
di Giorgia Linardi*
La Stampa, 4 aprile 2025 La mossa di Tripoli contro la “presenza post-coloniale” è la prova del fallimento delle politiche esterne dell’Ue. La Libia mette al bando le organizzazioni umanitarie, accusandole di minare la sovranità nazionale. A puntare il dito è l’agenzia per la sicurezza interna di Tripoli che in una conferenza stampa accusa l’Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr) e nove Ong di complotto contro lo Stato, indicendo la chiusura delle sedi locali. Le ong colpite sono Medici Senza Frontiere, Norwegian Refugee Council, Terre des Hommes Italia, International Medical Corps, Danish Refugee Council, Care Germany-Luxemburg, InterSos, Acted e Cesvi. Tra queste diversi partner con cui l’Unhcr collabora per le attività di supporto alle persone migranti, e Ong finanziate dalla cooperazione europea, inclusa la Farnesina.
DOCUMENTI
"Cronisti in Opera". Periodico dal carcere di Milano Opera. Anno 3, Numero 1, Marzo 2025
Radio Carcere, di Riccardo Arena. "Detenuto si uccide nel carcere di Secondigliano. Le lettere scritte dalle persone detenute che raccontano il degrado, la disperazione e la negazione del diritto
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
XVII Conferenza Nazionale della CRIVOP Italia ODV (Erice-TP, dal 4 al 6 aprile 2025)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 6 aprile 2025
Convegno: "Prospettive di emancipazione per le donne rom e sinte" (Ivrea-TO, 8 aprile 2025)
Incontro-dibattito: "Cultura è vita nei luoghi di detenzione" (Roma, 10 aprile 2025)
Incontro-dibattito: "Vivere e morire nelle carceri italiane" (Verona, 15 aprile 2025)
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
CORSI E MASTER
CONCORSI E BANDI