di Giovanni Fiandaca*

Ristretti Orizzonti, 2 aprile 2025 È un dato di esperienza che i diritti riconosciuti sulla carta ai detenuti non sempre, all’interno delle carceri, vengono di fatto garantiti. Accade non di rado che, nel bilanciamento tra rispetto di diritti costituzionalmente rilevanti ed esigenze di ordine e sicurezza, siano queste ultime ad esercitare un peso prevalente in base a valutazioni contingenti dell’amministrazione penitenziaria ai vari livelli. Solo che entità come ordine e sicurezza, a causa della loro genericità e vaghezza, somigliano a formule magiche e contenitori pigliatutto utilizzabili per dare parvenza di legittimità anche a decisioni e disposizioni restrittive in realtà prive di giustificazione e, dunque, arbitrariamente limitatrici degli spazi di libertà che il nostro ordinamento giuridico consente anche alle persone in esecuzione di pena.

 

di Giovanni Maria Flick*

Ristretti Orizzonti, 2 aprile 2025 Il riconoscimento del diritto all’informazione - nel quadro delle convenzioni e dichiarazioni internazionali e del contesto costituzionale - è affermato dalla nostra Costituzione sotto un duplice profilo: il significato attivo (il diritto di informazione e la libertà di espressione anche nel sistema dei media) e passivo (il diritto a essere informato, a ricevere e a cercare l’informazione).

 

di Federica Olivo

huffingtonpost.it, 2 aprile 2025 Spulciando nel bando che scadrà il prossimo 10 aprile si scopre che la soluzione del governo per rispondere agli oltre 11 mila detenuti in più presenti negli istituti penitenziari italiani sono strutture prefabbricate destinate a ospitarne solo il 3,5%. De Fazio (Uilpa) ad HuffPost: “Così il ministro dimostra di non credere né alla riduzione dei detenuti né alla costruzione di nuove carceri”. Qualche agente penitenziario di grande esperienza il sospetto lo aveva avuto da subito. Quando aveva visto, a fine febbraio, il video che ritraeva il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ammirare estasiato il progetto che avrebbe portato all’installazione di container prefabbricati nel cortile del carcere di San Vito al Tagliamento, per ampliare la struttura, e definirlo “un modello da sogno”, in chat con alcuni colleghi ...

 

di Eleonora Martini

Il Manifesto, 2 aprile 2025 Le opposizioni contro i blocchi detentivi previsti nel nuovo piano di edilizia penitenziaria. Il nuovo piano-sperpero di edilizia penitenziaria da 32 milioni di euro per la realizzazione di appena 384 nuovi posti detentivi - nelle carceri sovraffollate come ai tempi della condanna Cedu - arriva al suo primo giro di boa. E scalda gli animi, con la protesta delle opposizioni e la difesa ad oltranza del sottosegretario Delmastro. Mentre il Dap naviga a vista, in attesa da oltre tre mesi di un nuovo capo la cui nomina è ostacolata ormai solo dalle imposizioni dell’esponente biellese di Fratelli d’Italia, numero due di via Arenula, che considera il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria feudo personale.

 

di Felice Manti

Il Giornale, 2 aprile 2025 Il 10 aprile la gara Invitalia, ogni blocco è smontabile e può ospitare 24 detenuti. Servono almeno 1.500 posti in più contro il sovraffollamento per evitare le sanzioni Ue. Ma sul Dap e sul governo è scontro. Le carceri italiane si confermano un colabrodo dove entra di tutto, la sinistra accusa il governo di immobilismo e chiede di svuotarle per evitare i troppi suicidi, l’esecutivo pensa invece a realizzare dei moduli prefabbricati per ampliare la capienza degli istituti. Entro il 10 aprile con una procedura ristretta gestita da Invitalia sarà infatti possibile presentare delle offerte per realizzare questi 16 “blocchi detenzione trasportabili e smontabili” da 2 milioni di euro l’uno (gli stessi usati per realizzare i neo Cpr in Albania), prefabbricati in calcestruzzo, standardizzati e trasportabili, dotati non solo di celle 6 metri per 5 ...

 

di Mattia Gisola

rivistamissioniconsolata.it, 2 aprile 2025 Sette ex detenuti su dieci tornano a delinquere. Il numero di suicidi in cella ha raggiunto un nuovo record. Questi dati mostrano che la funzione rieducativa del sistema penale non funziona. La storia di un ex detenuto fa riflettere sul carcere, e su quello che avviene dopo. L’articolo 27 della Costituzione italiana recita: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Nel 2021, però, solo il 38% dei detenuti presenti nelle carceri italiane stava scontando la prima detenzione, il 62% era già stato ristretto, il 18% era addirittura alla quinta carcerazione. Questo significa che, nella maggioranza dei casi, la funzione rieducativa della pena ha fallito.

 

di Alessia Arcolaci

Vanity Fair, 2 aprile 2025 Diana, Roberta e Anna vedono i mariti in carcere, ma non possono abbracciarli. I giudici hanno autorizzato le stanze dell’amore, ma gli ostacoli ci sono ancora. Se il desiderio di riabbracciarsi fosse un paesaggio con alberi dal fusto largo sui quali scende pacifica la prima neve, la storia di Diana e Diego (nomi di fantasia), che non si abbracciano da quando lui è finito in carcere, dovrebbe apparire ai nostri occhi con la stessa candida tenerezza. Ma quando si sconta una detenzione, la dolcezza è la prima cosa a essere recisa. E allora, se vogliamo continuare a immaginare questa coppia come quel tenero paesaggio imbiancato, dobbiamo fare lo sforzo di vedere la neve scendere nell’auletta dai colori pallidi adibita ai loro colloqui, dentro al carcere.

 

di Giuliano Foschini

La Repubblica, 2 aprile 2025 Magistrata di sorveglianza abruzzese, il sottosegretario vorrebbe che diventasse la prima donna alla guida del Dipartimento. Oggi è vice. Quando ieri il sottosegretario Andrea Delmastro ha detto ai cronisti che “sul Dap non c’è alcuna novità”, stava dando una notizia. E cioè che per il momento, per lui, il solo nome in campo per guidare le carceri italiane è l’attuale reggente, Lina di Domenico, la magistrata attorno alla quale si sta realizzando lo scontro tra il governo e il Quirinale. La storia ormai è nota: Di Domenico è stata scelta dal governo senza un’interlocuzione con il Colle a cui spetta la scelta. Di più: addirittura il Csm nei primi giorni di gennaio ha votato per il suo distacco (Di Domenico è una fuori ruolo) dando per scontato una nomina che invece non c’era. E tre mesi dopo non è ancora arrivata.

 

di Simona Musco

Il Dubbio, 2 aprile 2025 Nulla di nuovo sul fronte occidentale, ha risposto il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro a chi ieri gli chiedeva se ci fossero novità sulla nomina del capo del Dap, poltrona vuota da fine dicembre, dopo le dimissioni di Giovanni Russo, che aveva sbattuto la porta proprio per gli attriti con Delmastro. Una lunga attesa diventata imbarazzante, mente gli istituti penitenziari macinano l’ennesimo suicidio, il venticinquesimo dell’anno, nel silenzio generale. Anche perché dietro la lunga attesa c’è un incidente diplomatico di non poco conto: la scelta di un successore - il numero due di Russo, attuale facente funzione, Lina Di Domenico - con tanto di visto del Consiglio superiore della magistratura, senza avvisare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è anche Capo delle Forze armate.

 

di Federico Capurso e Francesco Grignetti

La Stampa, 2 aprile 2025 In cambio la Lega chiede una stretta su furti in casa e antisemitismo. Sette mesi dopo il primo via libera alla Camera, il centrodestra riesce a trovare un accordo e inizia a soffiare via la polvere dal faldone del ddl Sicurezza. Impossibile non notare il sollievo nella voce degli sherpa di Fratelli d’Italia e di Forza Italia mentre confermano a La Stampa che l’accordo con la Lega è chiuso: finalmente accetta di modificare il provvedimento” e di accogliere le obiezioni di costituzionalità mosse dal Capo dello Stato. È stato necessario intensificare in queste ultime settimane - come raccontato su questo giornale - l’opera di tessitura tra il Colle e Palazzo Chigi (e un confronto tra i leader) per convincere Matteo Salvini che non c’era alternativa: si doveva andare incontro alle correzioni suggerite dal Quirinale, altrimenti il ddl ...

di Luca Fazzo

Il Giornale, 2 aprile 2025 Lo Stato anticiperà le spese a chi viene indagato. Il ministro Piantedosi: “Giusto, lavoro rischioso”. Nessuna immunità, nessuno scudo penale per le forze dell’ordine: ma lo Stato sarà presente al loro fianco nella fase delle indagini e dei processi, in nome della presunzione di innocenza e della tutela di chi tutela la collettività. Nel percorso accidentato del disegno di legge sulla sicurezza, che si prepara a affrontare l’esame del Senato, uno dei pochi punti fermi è quello annunciato nei giorni scorsi dal ministro degli Interni Matteo Piantedosi. I poliziotti finiti sotto inchiesta per fatti legati al servizio potranno continuare a lavorare e il Viminale si farà carico della loro assistenza legale.

 

di Giovanni Negri

Il Sole 24 Ore, 2 aprile 2025 Il ministero della Giustizia ha confermato la data, ma già arrivano i provvedimenti dei presidenti dei tribunali che neutralizzano quel vincolo per continuare ad assicurare il doppio binario analogico e digitale. È ancora impervio il percorso del processo penale telematico. Perché le frequenti criticità continuano a renderne arduo l’impiego esclusivo e su larga scala. Tanto che l’entrata in vigore da oggi della sola via digitale per il deposito delle notizie di reato e gli atti nel giudizio per direttissima rischia di restare solo sulla carta. Il ministero della Giustizia infatti ha confermato la data, ma già arrivano i provvedimenti dei presidenti dei tribunali che quel vincolo neutralizzano per continuare ad assicurare il doppio binario analogico e digitale.

 

di Anna Clarissa Mendi        

open.online, 2 aprile 2025 Il Consiglio regionale ha votato all’unanimità un odg a prima firma Castaldini (Fi) per finanziare le comunità alternative al carcere: “Dobbiamo riconoscere l’importanza di un sistema penitenziario che promuova il reinserimento dei detenuti nella società”. Sovraffollamento, condizioni inadeguate di molte strutture, carenza di personale e suicidi. Sono solo alcuni dei problemi, già noti e ampiamente denunciati, delle carceri italiane, compresi gli Ipm. Ma non solo: nell’anno nero degli Istituti di pena, il Dipartimento di amministrazione penitenziaria, e quindi anche la polizia penitenziaria, sono da tre mesi senza guida. Riformare il sistema carcerario è una delle tante sfide che i governi hanno tentato di affrontare negli anni, con risultati diversi.

 

di Simona Musco

Il Dubbio, 2 aprile 2025 Francesca Brandoli non ce la faceva più. Ci aveva già provato a togliersi la vita 16 anni fa, consumata dalla depressione, dal rimorso, dalla mancanza, atroce, dei figli. Ma erano riusciti a fermarla, a salvarle quella che qualcuno chiamava vita, ma non lei, non più, con l’ergastolo sulle spalle, i figli lontani per sempre e il peso di una condanna che ha definito fino all’ultimo giorno ingiusta, raccontandosi innocente. Nonostante tutte le bugie, le calunnie e i tentativi di allontanare da sé il sospetto, però, nessuno le aveva creduto. Non i giudici, sicuramente, che l’avevano condannata all’ergastolo, insieme al suo ex compagno Davide Ravarelli, per l’omicidio dell’ex marito, Christian Cavalletti, nel 2006. Un omicidio consumato a colpi di coltello e martello lo stesso giorno in cui il Tribunale aveva deciso che i due ...

 

di Liborio La Mattina

giornalelavoce.it, 2 aprile 2025 Zittiti i detenuti, espulsi i volontari. Da novembre 2024 il giornale del carcere non esiste più. La direttrice lo ha spento per “motivi tecnici”. In realtà, dava fastidio perché raccontava la verità. “Destano perplessità le voci che si colgono nell’ambiente penitenziario di tentativi e iniziative per imporre o vietare la sottoscrizione dei contributi di redattori detenuti alla ‘stampa’ nel carcere, o sulla lettura preventiva di quei contributi”. A parlare chiaro è Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale ed ex ministro della Giustizia. Perplessità? No. Qui c’è da provare indignazione, non esitazione. Perché se il carcere è - o dovrebbe essere - il luogo dove si espia ma anche si cambia, si riflette, si rinasce, allora non può diventare il luogo dove si perde anche il diritto di pensare, di raccontare ...

 

Il Mattino, 2 aprile 2025 Assistenza garantita a chi è recluso nelle carceri del distretto giudiziario di Napoli. Un protocollo d’intesa in materia di accertamenti medico-legali in caso di eventi traumatici ai danni di detenuti ristretti presso gli istituti penitenziari ricadenti nel territorio di competenza dell’ASL di Avellino è stato firmato oggi negli Uffici della Procura generale di Napoli tra il procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Napoli Aldo Policastro, il procuratore di Avellino Domenico Airoma, il procuratore di Benevento Gianfranco Scarfò, il provveditore regionale dell’ Amministrazione penitenziaria Lucia Castellano e il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale di Avellino Mario Nicola Vittorio Ferrante.

 

di Elisabetta Caredda

quotidianosanita.it, 2 aprile 2025 La struttura sarà dedicata ai detenuti che necessitano di cure prolungate in caso di patologie complesse programmate. Bartolazzi: “Diamo risposte a pazienti e operatori del settore penitenziario. Siamo certi di dare un contributo importante al rafforzamento della rete sanitaria penitenziaria regionale e all’innalzamento degli standard di sicurezza previsti per i pazienti e per il personale di sorveglianza carceraria che opera in funzione di presidio ospedaliero”. Dopo anni di attesa, è stata condivisa ad unanimità di Giunta la proposta dell’assessorato alla Sanità sull’attivazione di un reparto detentivo ospedaliero presso il Presidio ospedaliero Santissima Trinità di Cagliari, dedicato ai detenuti che necessitano di cure prolungate in caso di patologie complesse programmate che non richiedono l’intervento ...

 

ansa.it, 2 aprile 2025 Dopo la visita alla sezione della Dozza che ospita i ragazzi arrivati da vari Ipm, Cavalieri denuncia: “Così si comprimono i diritti”. Il Garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri, ieri pomeriggio ha visitato la sezione distaccata dell’istituto penitenziario minorile nel carcere della Dozza di Bologna, dove sono stati trasferiti i detenuti ‘giovani adulti’ arrivati dagli Ipm di Milano, Firenze, Bologna, Treviso e Palermo. Cavalieri ha dialogato con i ragazzi, dodici, di cui sei neo maggiorenni, riscontrando “una situazione degna di attenzione e che comprime non solo il senso della scelta adottata dall’autorità della giustizia minorile ma anche i diritti dei giovani presenti”.

 

di Fabrizio Morviducci

La Nazione, 2 aprile 2025 Sostenere i detenuti di Sollicciano nel loro percorso verso la piena integrazione. L’amministrazione di Scandicci lavorerà per trovare posti di lavoro ai detenuti in regime di semilibertà, favorendo così il loro reinserimento sociale. È l’obiettivo della sindaca Claudia Sereni, che ha incontrato il vicepresidente dell’associazione Seconda Chance, Stefano Fabbri, che è anche referente per la Toscana. “Stiamo pensando non solo alle aziende del territorio - ha detto Claudia Sereni, ma anche le nostre partecipate. Nei prossimi giorni convocherò gli imprenditori di zona, poi parlerò coi referenti delle aziende che ci vedono nel pacchetto azionario”. Cosa dirà loro? “Cercheremo di capire - ha detto la sindaca - quali di queste possano essere interessate ad assumere lavoratori che si trovano in regime di semilibertà.

 

Il Mattino, 2 aprile 2025 Nel Casertano spazio a un progetto di inclusione sociale e lavorativa. Le colombe artigianali e i prodotti dolciari, realizzati dai detenuti della casa di reclusione di Carinola sono il segno tangibile di inclusione e riscatto sociale. Nella sala Caduti di Nassiriya del consiglio regionale ieri la presentazione dei prodotti realizzati nell’ambito del progetto “I FaRinati” promosso dall’associazione Generazione Libera. Una iniziativa voluta dal Garante Samuele Ciambriello e dal presidente del consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero.

 

insidertrend.it, 2 aprile 2025 Le attività sono state organizzate da CSI Milano. Lo sport come strumento educativo per aprire nuove frontiere della proposta sportiva negli istituti di pena. Forti le emozioni vissute sabato scorso nel Reparto Luce della Casa circondariale di Via Sanquirico a Monza, in occasione della terza edizione della giornata Genitori-Figli organizzata dal Centro Sportivo Italiano - Comitato Territoriale di Milano, in occasione della quale le famiglie dei ragazzi detenuti hanno potuto accedere all’istituto per trascorrere un’intera giornata di gioco, convivialità e festa con i rispettivi papà e compagni.

 

di Eleonora Martini

Il Manifesto, 2 aprile 2025 Il volume del magistrato Marcello Bortolato e del giornalista Edoardo Vigna, “Oltre la vendetta” edito da Laterza. Non risarcisce nulla, non è vendetta e non è necessariamente perdono, non è punizione né pentimento, non è riparazione del deviante, non è una terapia psicologica e neppure si tratta di un processo parallelo a quello che si celebra nelle aule di tribunale. È soprattutto una pratica a vantaggio della vittima - sia essa una persona o la collettività in senso lato - al fine di alleviare, o riparare simbolicamente con un’azione, le sofferenze derivanti dal reato subito. Ma aiuta anche chi di quel reato è autore, o semplicemente accusato, a prendere coscienza dell’accaduto, a capire il punto di vista dell’altro e a superare le proprie frustrazioni o sensi di colpa, lasciando invece il posto ad un’empatia ...

 

di Ruggiero Capone

L’Opinione, 2 aprile 2025 Il carcere o le pesanti sanzioni pecuniarie si confermano ancor oggi il miglior viatico a far esplodere nella popolazione il diffuso senso di rancore, di ribellione, di odio verso la classe dirigente. Ancora è aperto e viscerale il dibattito tra coloro che reputano educativo il carcere duro ed i tanti paladini della semilibertà, delle porte aperte per scongiurare l’esclusione sociale del condannato. Ormai è acclarato quanto l’esclusione sociale contribuisca al non reinserimento dell’essere umano: perché il carcere incrementa la violenza e la povertà nelle classi con meno possibilità economiche.

 

di Maria Stagnitta

Il Manifesto, 2 aprile 2025 “Il progresso della medicina è lento e difficile. Ciò è detto senza ironia. Tanto più lento e difficile quanto più questa disciplina riceve ed accoglie la delega di interpretare fenomeni che con essa non hanno a che fare se non per le apparenze dei loro stadi conclusivi. Il problema della ingiustizia, della miseria, della violenza, percorre la storia. La medicina coglie i segni che “le competono” e ne fa talvolta - nel rispetto ossequioso dei paradigmi - capitoli non gloriosi, ma consistenti della sua storia” (Giorgio Bignami in Terre di confine. Soggetti, modelli, esperienze dei servizi a bassa soglia Edizioni Unicopli a cura di Grazia Zuffa, Patrizia Meringolo, Stefano Bertoletti, Maria Stagnitta).

 

di Angela Nocioni

L’Unità, 2 aprile 2025 Un decreto legge non può modificare un accordo internazionale senza il consenso delle parti che lo hanno stipulato. Non hanno nessun fondamento giuridico e sono soltanto materiale per la propaganda meloniana le dichiarazioni di Piantedosi sul funambolico tentativo di mettere per decreto una pezza al buco nell’acqua fatto con l’operazione meloniana dei lager italiani in Albania. Quelle celle non possono essere usate per rinchiudere immigrati che hanno ricevuto in Italia un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale. La legge lo vieta. Con decreto il governo ha deciso di portare nelle celle fatte costruire in Albania anche gli stranieri presenti in Italia colpiti da provvedimenti di trattenimento convalidati o prorogati in attesa di rimpatrio coatto.

 

di Antonello Ciervo e Salvatore Fachile*

Il Domani, 2 aprile 2025 Il Governo modifica nuovamente il quadro normativo. I dubbi sulla compatibilità del Decreto con l’accordo stipulato con l’Albania. La vicenda dei centri di detenzione in Albania ha un nuovo sviluppo: mentre la Corte di Giustizia valuta la compatibilità con il diritto Ue delle procedure di trattenimento nel centro di Gjader, il 29 marzo è stato pubblicato il decreto legge n. 37, che modifica radicalmente il quadro normativo. Il decreto stabilisce che potranno essere trasferiti in Albania non solo i migranti intercettati in acque internazionali durante operazioni di soccorso, ma anche tutti i cittadini stranieri destinatari di provvedimenti di trattenimento. Si aprono così le carceri albanesi ai migranti irregolari già presenti sul territorio italiano e destinati ai Cpr in attesa di espulsione.

 

di Giansandro Merli

Il Manifesto, 2 aprile 2025 Il rapporto degli esperti indipendenti del Comitato per i diritti umani: garantire a Shengjin e Gjader diritto di difesa e proporzionalità della detenzione. Le raccomandazioni sono rivolte a Tirana ma parlano anche a Roma. I Centri italiani in Albania preoccupano l’Onu. Lo afferma un rapporto del “Comitato per i diritti umani” scritto al termine di una missione di monitoraggio in Albania. L’organo è composto da esperti indipendenti nominati dagli Stati firmatari della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici - tra loro ci sono Italia e Albania - per monitorarne l’applicazione. Critiche e raccomandazioni sono rivolte a Tirana, ma quelle sul “trattamento di migranti, rifugiati e richiedenti asilo” parlano anche a Roma.

 

di Roberta Polese

Corriere del Veneto, 2 aprile 2025 Caterina Bozzoli è uno dei legali che ruotano attorno al mondo dei migranti, quello che ha ottenuto il “permesso” per Happy Ijebor, nigeriano di 28 anni, spazzino volontario “adottato” da un quartiere padovano. Spesso le cose non vanno come devono andare, tranne ogni tanto, quando tutto va per il verso giusto. Questo è il momento che dà senso alla fatica, alla frustrazione dei tanti “no”. È questo lo spirito con cui Caterina Bozzoli racconta la storia di Happy Ijebor, giovane nigeriano di 28 anni “adottato” dagli abitanti di un quartiere del centro di Padova, che sta tentando di avere un permesso di soggiorno dal 2016, e che dopo una lunga serie di no, ha avuto un sì: la sospensione del decreto di espulsione. Pur trovandosi nella schiera dei tanti “invisibili” senza documenti, Happy ha deciso di non ...

 

di Nadia Ferrigo

La Stampa, 2 aprile 2025 L’associazione per la legalizzazione della cannabis Meglio Legale ha sollevato per la prima volta la questione di legittimità costituzionale del nuovo Codice della Strada con un ricorso al giudice di pace di Udine per il caso di Elena Tuniz, 32 anni, insegnante e “vittima di un paradosso giudiziario”. Il 7 gennaio scorso, mentre era alla guida della sua auto, Elena Tuniz ha avuto un malore improvviso che ha causato un lieve incidente stradale. Ricoverata in ospedale tra i diversi esami è stata anche sottoposta a un test tossicologico che ha evidenziato una “dubbia positività al Thc”, che è il principio attivo della cannabis. Solo dopo un secondo attacco epilettico, avvenuto nella notte successiva, è arrivata la diagnosi corretta. “Nella terapia c’è anche la prescrizione di cannabis medica, fatta da neurologo”.

 

di Giorgia Serughetti*

Il Domani, 2 aprile 2025 Secondo il noto principio di Anton Čechov, se in scena compare una pistola, questa prima o poi dovrà sparare. Questione di economia narrativa. Ecco perché il tutorial della borsetta della commissaria europea Hadja Lahbib, che illustra l’ormai celebre kit per sopravvivere le prime 72 ore in caso di guerra o catastrofi, ha provocato tanta inquietudine. Si è parlato di fallimento comunicativo, per il tono incredibilmente scanzonato della messa in scena, e per lo sgomento che ha provocato. Ma è stato davvero un errore? Le istituzioni che volevano rassicurarci ci hanno invece spaventato? O l’obiettivo era proprio farci paura? E farci paura serve a convincerci dell’urgenza del riarmo continentale? La “strategia della prontezza” dell’Ue appare come il volto civile del piano di spesa militare ...

 

di Neve Gordon

Il Manifesto, 2 aprile 2025 Giovedì la Corte suprema israeliana ha legittimato la scelta del governo di bloccare gli aiuti a Gaza, ignorando gli obblighi internazionali. Chi riempie le strade di Tel Aviv manifesta contro una riforma giudiziaria che mette in pericolo la democrazia solo ebraica: la Corte ha sempre sostenuto i pilastri del colonialismo. Una delle domande che mi vengono poste spesso quando parlo di Israele e Palestina riguarda la resistenza interna al governo del primo ministro Benjamin Netanyahu. I miei interlocutori sottolineano il fatto che centinaia di migliaia di israeliani hanno riempito le strade per protestare contro il governo e i suoi sforzi per introdurre una revisione del sistema giudiziario e chiedono perché non sono entusiasta degli sforzi per porre fine al governo di Netanyahu.

 

di Lee Mordechai e Liat Kozma

Il Manifesto, 2 aprile 2025 Dal 2 marzo embargo di cibo e medicine, il 9 marzo il ministro Cohen ha staccato l’elettricità alla Striscia. Israele punta a gestire le attività umanitarie per controllare la popolazione palestinese. Organizzazioni internazionali tagliate fuori, non ci saranno più testimoni esterni. Per un mese non una sola goccia di aiuti umanitari è entrata a Gaza. Dal 2 marzo - quando sarebbe dovuta iniziare la seconda fase del cessate il fuoco, ma Israele si è poi rimangiato l’impegno preso - Tel Aviv ha bloccato l’ingresso di tutti i generi alimentari nella Striscia, insieme a carburante, attrezzature mediche e altre forniture essenziali. L’Agenzia delle Nazioni unite per il soccorso e l’occupazione (Unrwa) ha avvertito che le scorte di farina di Gaza probabilmente si esauriranno completamente prima della fine di questa settimana.

 

DOCUMENTI

Articolo. "Recinti che umiliano e mortificano", di Cesare Burdese

Articolo. "Riflessioni sul delitto di femminicidio", di Francesco Menditto

Articolo. "La mimosa all'occhiello del populismo penale (prima parte)", di Andrea Pugiotto

Garante nazionale: report analitico osservatorio penitenziario minori e giovani adulti aggiornato al 31 marzo 2025

INVITALIA. Procedura ristretta avente ad oggetto l'ampliamento delle strutture carcerarie esistenti mediante fornitura di moduli detentivi. Relazione tecnico illustrativa preliminare

Radio Carcere, di Riccardo Arena. "Blocchi di detenzione". I prefabbricati che il Governo vuole realizzare per arginare il sovraffollamento. "Malattia mentale e Carcere". La Cedu condanna l'Italia