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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di venerdì 25 aprile 2025
CARCERI
di Ornella Favero*
Ristretti Orizzonti, 25 aprile 2025 COMUNICATO E ADESIONI AGGIORNATE. A proposito della ulteriore “chiusura nella chiusura” delle persone detenute in Alta Sicurezza. Asserragliati nella fortezza, terrorizzati anche dal nostro vicino di casa, armati fino ai denti per difendere i nostri beni, diffidenti e capaci di vedere negli altri solo un potenziale nemico: è questo il mondo in cui vogliamo vivere? Da circa 12 anni noi di Ristretti Orizzonti avevamo lanciato una sfida: smettiamola di dire che “i mafiosi non cambiano mai”, facciamo in modo invece che gli venga voglia di cambiare, per i loro figli, per i nipoti, per il desiderio di diventare persone “perbene”, una bella espressione che fa capire che essere “a favore del bene” ti fa vivere meglio, è già quella una ricchezza. E così, avevamo chiesto di fare una sperimentazione: far lavorare insieme nella nostra redazione detenuti comuni e detenuti di Alta Sicurezza.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 25 aprile 2025 La Liberazione dal nazifascismo e quindi la fine dell’autoritarismo coincidono inevitabilmente con il declino graduale di un modello di carcere tipico delle dittature: un luogo senza limiti al dominio del potere, dove l’esistenza dei diritti fondamentali è negata. Il lento processo di costituzionalizzazione, tra alti e bassi, fatica ancora oggi a compiersi pienamente e conserva l’eco di quella visione fascista in cui, in carcere, il potere non solo è legittimato, ma è chiamato a rivelare il suo volto più spietato. L’ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo non è solo una celebrazione della riconquistata libertà, ma un monito a interrogarsi sulle istituzioni che, come il carcere, hanno resistito al cambiamento. Se la dittatura cadde nel 1945, il suo dna autoritario continuò a pulsare nelle celle, nei regolamenti, nella filosofia stessa della pena.
di Francesco Petrelli*
L’Unità, 25 aprile 2025 Sovraffollamento e suicidi continuano ad aumentare, ma l’esecutivo pensa solo a stroncare il diritto di manifestare dei detenuti. Sovraffollamento, morti per suicidio e per malattia, aumento del disagio fisico e psichico, sembrano oramai rappresentare l’unico orizzonte possibile e il solo irreversibile futuro del nostro sistema carcerario. Ma anziché cogliere in questa drammatica realtà la necessità ed urgenza di provvedimenti che riducano al più presto la pressione del sovraffollamento e lo squilibrio oramai intollerabile fra risorse disponibili e numero di detenuti, si avverte la sola insopprimibile pulsione di dotare il carcere di nuovi strumenti repressivi. Poiché il Parlamento è dotato di regole “farraginose”, il reato di “rivolta” viene riproposto con un Decreto Legge di immediata entrata in vigore. Il nuovo reato di “rivolta all’interno di un istituto penitenziario” trasforma infatti il carcere in un luogo separato dal mondo ordinario. Un luogo diverso all’interno del quale non valgono le stesse regole della società civile.
di Franco Corleone
L’Unità, 25 aprile 2025 Di fronte al dramma delle carceri il Governo vara per decreto la repressione di proteste e dissenso. Nel nome della sicurezza troppo spesso si compiono misfatti: ultima prova eclatante è il decreto legge pubblicato l’11 aprile sulla Gazzetta Ufficiale in cui sono presenti mostruosità giuridiche senza neppure la giustificazione di necessità e urgenza come richiede la Costituzione. Una prova di arroganza, di disprezzo del Parlamento e di violenza istituzionale. Vale la pena concentrarsi su un punto particolare, cioè la criminalizzazione della resistenza passiva e della nonviolenza in carcere con la previsione di condanne fino a otto anni. Anni di galera per il mancato rientro in cella dopo l’ora d’aria, la battitura delle sbarre, il rifiuto del carrello del cibo e delle terapie, forse persino per il digiuno.
di Rita Bernardini
vita.it, 25 aprile 2025 Uno dei primi atti di governo di Bergoglio fu l’abolizione dell’ergastolo in Vaticano. Lo fece nel luglio 2013, pochi mesi dopo esser stato eletto. “Un messaggio anche per l’Italia”, dice la presidente di Nessuno Tocchi Caino. “La nostra Costituzione dice che “le pene” non possono essere contrarie al senso di umanità”. Se penso a questo decennale di pontificato di Papa Francesco non posso che partire dalla parola “pena”, quella dell’ergastolo, che lui volle abolire per la Città del Vaticano, nel luglio 2013, pochi mesi dopo esser stato eletto. Un messaggio anche per l’Italia. Anche la nostra Costituzione, all’articolo 27, parla di pena, seppure al plurale.
di Patrizio Gonnella*
Il Manifesto, 25 aprile 2025 Nelle stesse ore in cui il mondo ricordava l’impegno di Papa Francesco per un carcere meno truce, il Parlamento discuteva il decreto legge sicurezza. Papa Francesco è stato un nostro compagno di lotte per assicurare diritti e dignità nelle carceri. Inascoltati noi, inascoltato lui. Monsignor Benoni Ambarus, delegato del Papa a occuparsi di carceri e carità, nel ricordare che Francesco ha donato i suoi ultimi averi a favore dei ragazzi reclusi nel carcere minorile di Casal del Marmo a Roma, con amarezza ha constatato come il bilancio del suo mandato sia da considerarsi del tutto negativo a causa dell’inerzia colpevole di governi e governanti. “Ogni volta che entro in carcere mi domando perché loro e non io”, era il suo mantra.
di Lucio Motta
filodiritto.com, 25 aprile 2025 L’incessante monito di un Papa che ha incarnato fino all’ultimo l’interrogativo evangelico “ero carcerato… e mi hai visitato” (Mt. 26, 26). Si è speso sino all’ultimo, ha levato alto il grido per la dignità di ogni detenuto, è stato vicino, prossimo, a ciascuno sino al giovedì santo prima della morte, coerente con tutto il suo vissuto evangelico di misericordia, speranza e dignità. La crociata di Bergoglio contro quell’indifferenza che trasforma le carceri in depositi di umanità dimenticata e il diritto penale in uno strumento di esclusione. “Ero carcerato e siete venuti a trovarmi”: il monito del Vangelo di Matteo ha trovato in papa Francesco non un semplice eco, ma un “programma di governo”. Egli non si è limitato a citare le parole di Cristo - che, nel capitolo 25 del Vangelo secondo Matteo, condanna senza appello chi volta le spalle ai reietti - le ha fatte vibrare nelle celle di tutto il mondo.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 25 aprile 2025 “Ogni volta mi chiedo perché mai io non sono lì dentro”. Lo disse Francesco all’uscita dal carcere Regina Coeli di Roma. Luigi Manconi ricorda proprio questa frase: “Avvertire la tentazione del male ci turba. Rimuoviamo il carcere perché ci fa paura come una delle tragiche possibilità della nostra avventura umana”. “La novità e la grandiosità della figura di Papa Francesco è che ha saputo trovare la dimensione spirituale in questa sua attenzione per tutto ciò che costituisce la sofferenza delle persone, la loro condizione di disumanità, nel destino dei migranti, dei poveri, dei detenuti”. A parlare è Luigi Manconi, già docente di Sociologia dei fenomeni politici, una vita in militanza a difesa dei diritti.
di Errico Novi
Il Dubbio, 25 aprile 2025 La presidente emerita della Consulta ed ex ministra della Giustizia: “L’ho visto chinarsi nella lavanda dei piedi, le recluse piangevano tutte”. Prima di essere ministra guardasigilli, Marta Cartabia è stata presidente della Consulta. E nel tempo tra i due incarichi, ha pubblicato un libro che ha contribuito a cambiare la cultura del carcere, “Un’altra storia inizia qui”, scritto col criminologo Adolfo Ceretti. Una testimonianza che raccoglie la lezione di Carlo Maria Martini, l’esperienza della spiritualità cristiana messa di fronte al dolore della pena, della reclusione.
di Gigliola Alfaro
agensir.it, 25 aprile 2025 L’ispettore generale dei cappellani ricorda la sua attenzione agli ultimi: “Ha voluto dire all’umanità tutta che questa porzione di popolo ha bisogno di riscatto, di essere accolta, di non essere giudicata”. Non ha voluto far mancare, anche nel suo ultimo Giovedì Santo, benché sofferente, la sua presenza accanto ai detenuti della casa circondariale di Regina Coeli, per dire ancora una volta al mondo, alla società tutta, di non condannare, di non puntare il dito verso chi ha sbagliato e di offrire sempre possibilità di recupero. Papa Francesco ha avuto sempre a cuore i detenuti. Tanti i gesti profetici compiuti, come l’apertura della Porta Santa nel carcere romano di Rebibbia, che ha segnato un momento storico nella storia dei Giubilei ordinari.
di Giuseppe Ariola
L’Identità, 25 aprile 2025 L’emergenza carceri è un problema al quale è chiamata innanzitutto la politica a dare una risposta. L’individuazione delle possibili soluzioni passa però inevitabilmente attraverso il contributo di chi fa i conti tutti i giorni con la dura realtà dei penitenziari. Ne abbiamo parlato con Irma Conti, componente del Garante Nazionale dei detenuti, che recentemente ha partecipato a un interessante convegno sul tema organizzato dall’associazione Uniti nel Fare, presieduta da Renata Polverini.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 25 aprile 2025 Proseguono nelle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera le audizioni sul dl sicurezza. Ieri è intervenuto per primo Roberto Zaccaria, già professore di istituzioni di diritto pubblico presso l’Università degli Studi di Firenze, che in apertura ha sottolineato che “questo dl ha una caratteristica particolare: ha avuto l’effetto di mettere d’accordo professori di diritto, Anm e Ucpi e ciò non avviene di frequente”. Ha poi annunciato che il 28 aprile verrà reso noto un appello sottoscritto da “oltre duecento giuspubblicisti” di cui ha anticipato alcuni punti.
di Angela Stella
L’Unità, 25 aprile 2025 Audizioni di Nessuno Tocchi Caino e poi dei giuristi. I giudizi sono unanimi e di condanna. Introdotti quattordici nuovi reati e nove aggravanti. Ennesimo digiuno nonviolento della radicale Rita Bernardini, questa volta contro il dl sicurezza. Lo ha annunciato due giorni fa dinanzi alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia della Camera durante l’audizione di Nessuno Tocchi Caino di cui è presidente. A proposito della resistenza nonviolenta in carcere, Bernardini ha ricordato i 20.000 detenuti in sciopero della fame a sostegno dell’approvazione dei decreti attuativi della riforma seguita agli Stati generali sul carcere, ha affermato che “il decreto sicurezza non si cala nella realtà del carcere quale è oggi, spesso privo di umanità e, a causa del sovraffollamento, di trattamenti degradanti della dignità umana” ...
di Errico Novi
Il Dubbio, 25 aprile 2025 Il dirigente della giustizia minorile in Emilia Romagna aveva definito Francesco un “antipapa”. In una lettera il Coa di Bologna aveva chiesto a Nordio di intervenire. Un “funzionario pubblico” che non solo esprime “giudizi gravemente lesivi” nei confronti del Santo Padre ma che assume anche “atteggiamenti di intolleranza non celati nei confronti di cittadini extracomunitari” non è adeguato al “ruolo” e alla “funzione esercitata”, quella di “vertice regionale di un settore particolarmente delicato dell’Amministrazione della Giustizia qual è quello della Giustizia minorile”.
di Giuseppe De Marzo
L’Espresso, 25 aprile 2025 Dopo un calvario nel Cpr di Roma e in ospedale, è morto dimenticato e legato. Ora gli sia data giustizia. È morto legato mani e piedi a un letto di ospedale, tenuto in contenzione per più di cento ore, sedato, dopo quattro anni di calvario in cui non ha conosciuto altro che privazione della libertà e della dignità, senza avere commesso alcun reato. Wissem Ben Abdel Latif aveva 26 anni il 28 novembre 2021, quando la sua vita è stata orribilmente spezzata. Dopo un’agonia silenziosa, dimenticato in un corridoio dell’ospedale “San Camino” di Roma, dove era stato ricoverato su disposizione dello psichiatra, a causa delle condizioni in cui era stato ridotto nel Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) della capitale.
TERRITORIO
di Nello Trocchia
Il Domani, 25 aprile 2025 Una mattina con i carcerati che frequentano il corso di Scienze della comunicazione dell’Università di Tor Vergata. Raccontano le condizioni di detenzione e la rabbia di fronte alle promesse dei politici che puntualmente non vengono mantenute. “Tanto chi chiede conto delle cose che dicono?”. Quindici minuti. È il tempo oltre il quale papa Francesco non poteva spostarsi negli ultimi giorni della sua vita. Un limite giustificato dalle condizioni cliniche, un dettaglio che gli ha vietato di incontrare per l’ultima volta i detenuti di Rebibbia, il carcere romano dove il Pontefice aveva aperto la porta santa, lo scorso dicembre. Voleva salutarli come è riuscito a fare con i reclusi di Regina Coeli, l’altro istituto di pena della città.
di Laura Secci
La Stampa, 25 aprile 2025
Stefania Sterpetti: “Sono vittima della macchina del fango”. “Chiariamoci subito. Io non sono fascista. Perché il fascismo non esiste più”. Stefania Sterpetti, la garante dei detenuti di Asti finita nella bufera per i post un cui inneggia al Duce e augura la morte a Cesare Battisti, risponde con quel piglio che gli analisti chiamerebbero passivo-aggressivo. “Non ho mai fatto male a una mosca io. Non mi merito questa macchina del fango. Mi danno della fascista. Ma come potrei esserlo. Il fascismo è morto”.
lavocediasti.it, 25 aprile 2025
Nell’acceso dibattito si inserisce, per tramite del proprio segretario Giuseppe Passarino, anche l’associazione Effatà che opera presso la casa circondariale di Asti. Che peccato! Che peccato perdere l’occasione così significativa rappresentata dalla nomina di un nuovo Garante comunale delle persone private della libertà e non farne un momento che avrebbe potuto illuminare l’importanza della giustizia sociale e della dignità umana. Che peccato, quando chi ha il privilegio di essere al servizio della comunità sceglie di manifestare il suo potere invece di privilegiare lo spirito di servizio, dimenticando che la vera “Politica” parte dall’ ascolto e dal riconoscimento delle competenze, anche quelle di chi non la pensa come te.
di Angelica Malvatani
Il Resto del Carlino, 25 aprile 2025 Il prefetto nella Casa circondariale per permettere agli ospiti di lasciare un pensiero per Francesco: “Il suo ultimo saluto è stato a Regina Coeli”. Papa Francesco era convinto che chi sta in carcere ha bisogno più di tutti di compassione e dignità. Ogni volta che usciva dopo una visita si chiedeva: “Perché loro e non io? È un caso che siano loro dietro le sbarre e io fuori”, e apriva la porta Santa dentro un carcere, era qui il giovedì santo per la lavanda dei piedi e trovava sempre amore e comprensione. Per questo è parso del tutto naturale portare anche nella Casa di reclusione di Fermo il libro del cordoglio per la sua morte, custodito dalla Prefettura di Fermo.
Il Messaggero, 25 aprile 2025 A Firenze sarà esposta nella Basilica della Santissima Annunziata una mostra sulle carceri per combattere i pregiudizi nei confronti delle persone detenute. Un ponte tra arte e giustizia sociale prende forma nel cuore di Firenze con “Poesia e salvezza”, l’esposizione inaugurata oggi nel Chiostro grande. Protagonista dell’esposizione è l’artista siciliana Gessica La Pira, che attraverso 45 opere originali si propone di abbattere i pregiudizi che gravano sulle persone detenute e di contribuire attivamente al loro reinserimento nella società. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 2 maggio e l’ingresso è gratuito. Si potrà partecipare tutti i giorni dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00.
corrieredellacalabria.it, 25 aprile 2025 Una serata di teatro, impegno civile e solidarietà: è questo il cuore dell’iniziativa promossa dalla Camera Penale di Catanzaro e dall’associazione A.C.S.A. & STE Ets, in collaborazione con l’Istituto Penitenziario Minorile di Catanzaro. Il prossimo 7 giugno, al Teatro Comunale di Catanzaro, andrà in scena la commedia di Eduardo De Filippo “Uomo e galantuomo”, interpretata dai giovani detenuti dell’IPM. L’evento nasce da una proposta spontanea degli stessi ragazzi, desiderosi di contribuire concretamente a una causa importante: sostenere il progetto “We Will Make Your Dream Come True” che da anni permette di realizzare i sogni di tanti piccoli pazienti dei reparti pediatrici dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Renato Dulbecco”.
di Alessandro Portelli
La Stampa, 25 aprile 2025 Nel classico di Guglielmo Petroni “Il mondo è una prigione” ripubblicato, oggi si trovano le domande che non abbiamo avuto il coraggio di farci nel dopoguerra. Pubblichiamo la prefazione di Sandro Portelli a “Il mondo è una prigione” di Guglielmo Petroni (Premio Strega nel 1974), ripubblicato da La Nave di Teseo e da oggi, 25 aprile, in libreria.
AFFARI SOCIALI
di Venanzio Postiglione
Corriere della Sera, 25 aprile 2025 Il ricordo della Liberazione e il lutto per il Papa non sono incompatibili. Quella mattina. Qui. Al Corriere. Nella stessa sala dove Luigi Albertini aveva salutato la redazione e la libertà di stampa, novembre 1925, “con il cuore gonfio d’amarezza”. Ora ci sono i giornalisti, i tipografi, i partigiani, c’è una ferita di vent’anni da ricucire, Dino Buzzati si prepara a scrivere l’articolo di cronaca, si combatte ancora per le strade, è il 25 aprile del ‘45. Il titolo del “nuovo” Corriere è un pezzo di storia: “Milano insorge contro i nazifascisti”. L’editoriale di Mario Borsa urla “Riscossa”, esalta “il popolo che rialza la testa” e allo stesso tempo si appella alla ragione: “Non ci devono essere vendette individuali, ma ci deve essere giustizia”. Cuore e testa. Sobrietà vera, nelle ore più drammatiche.
di Piero Ignazi*
Il Domani, 25 aprile 2025 Ovunque in Europa, al momento della fine della guerra, scoppia la voglia di vivere. I ragazzi e le ragazze danzano tutta la notte nella prima estate di pace, scrivono i giornali francesi, e nella Roma liberata si balla in tutte le piazze, tanto da suscitare le proteste di un Vaticano così lontano dall’oggi. La Liberazione del 25 aprile riporta indietro le lancette dell’orologio a un tempo perduto di possibile serenità, di possibile costruzione di una vita nuova. Ora che “la guerra è finita, è giunto il momento dell’amore”, conclude così la sua storia di quel periodo William Hitchcock. L’orgia di morte che ha travolto il nazismo e i suoi servi, soprattutto laddove hanno incontrato una resistenza armata come in Italia, in Francia e nei Balcani fino alla Grecia, ha steso un’ombra tale da provocare una reazione di segno opposto.
di Valentina Rorato
Corriere della Sera, 25 aprile 2025 Indagine inglese: una combinazione tossica di disuguaglianze sanitarie e asocialità, causata dall’interruzione della scuola, ma anche della routine e delle relazioni sociali durante la pandemia, ha creato una tempesta perfetta. I bambini e i ragazzi sono in crisi e stanno attraversando una vera e propria tempesta perfetta per la loro salute mentale: un giovane su 5, tra 8 e 25 anni, soffre di una forma di ansia e depressione, secondo dati recenti del Servizio sanitario nazionale inglese. Il 20,3% di questi bambini o ragazzi ha 8-16 anni, il 23,3% 17-19 anni e il 21,7% è nella fascia più grande (20-25 anni). Quali sono le cause? Una combinazione tossica di disuguaglianze sanitarie e asocialità, causata dall’interruzione della scuola, ma anche della routine e delle relazioni sociali durante la pandemia ...
di Marco Bresolin e Eleonora Camilli
La Stampa, 25 aprile 2025 Dopo l’ispezione in quattro strutture, evidenziata la mancanza di un regime di attività, l’approccio sproporzionato alla sicurezza, la qualità variabile dell’assistenza sanitaria e la mancanza di trasparenza nella gestione da parte di fornitori privati. Le condizioni dei Cpr italiani “sollevano interrogativi sull’applicazione di tale modello da parte dell’Italia in un contesto extraterritoriale, in particolare in Albania”, dove il governo ha deciso di riconvertire i centri inizialmente destinati all’esame delle domande dei richiedenti asilo. È l’allarme lanciato nel rapporto annuale del comitato anti-tortura del Consiglio d’Europa, che torna sulla situazione dei Centri per il rimpatrio dei migranti dopo il report diffuso a dicembre che aveva scatenato la reazione irritata del governo.
di Ammiraglio Vittorio Alessandro
L’Unità, 25 aprile 2025 Un particolare cui si aggrappa chi, come chi scrive, si ostina a discernere il cuore e la forza di molti uomini della Guardia costiera dalla politica anti-migratoria sovrapposta dal Viminale al salvataggio della vita umana in mare. La Guardia Costiera ha condotto l’ultimo suo salvataggio nel canale di Sicilia in condizioni di estrema difficoltà, spendendo una perizia che poche organizzazioni del soccorso in mare posseggono in tutto il mondo. L’instancabile cruscotto di Sergio Scandurra per Radio Radicale ha incrociato la posizione delle unità di soccorso con le proibitive condizioni di mare registrate in quelle ore - dalle 20,30 alle 23,30 di martedì scorso - nell’area situata a circa 70 miglia a sud di Lampedusa: un inferno di raffiche di vento con picchi di 50 nodi e mare 6 dal quale le due motovedette accorse da ...
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 25 aprile 2025 Hanno chiesto asilo, così la Corte d’appello di Roma ha negato il trattenimento in Albania. Intanto il Comitato anti tortura del Consiglio d’Europa critica i centri extra territoriali e presto potrebbe visitarli. Inesorabile come il corso di un fiume la consapevolezza che con la richiesta di asilo si torna in Italia e forse anche in libertà si sta facendo strada tra i cittadini stranieri reclusi in Albania. In questi giorni le navi delle autorità italiane avranno da fare la spola tra un lato e l’altro dell’Adriatico: ieri la Corte d’appello di Roma ha rifiutato di convalidare la richiesta di detenzione di due nuovi richiedenti protezione internazionale, mentre già domani sono in programma altre udienze analoghe. Le domande d’asilo stanno crescendo ed è lecito pensare che presto saranno avanzate da tutte le persone recluse.
di Luca Attanasio
Il Domani, 25 aprile 2025 Dal Sud Sudan al Congo, Bergoglio ha levato la sua voce contro lo sfruttamento, lo schiavismo e per i diritti del continente. È il papa che più di tutti ha “africanizzato” il collegio cardinalizio: una scelta che peserà sull’elezione del successore. Jorge Bergoglio veniva “dalla fine del mondo”, come ebbe e a dire in occasione del primo saluto subito dopo la nomina, ma da un contesto che, seppur colonizzato e parte del Sud globale, era molto differente dall’Africa. Ugualmente, in dodici anni di pontificato, Francesco ha progressivamente saputo e voluto porre l’Africa al centro della chiesa e ha contribuito a inserirla nell’agenda geopolitica internazionale. Con la sua insistenza sull’essere chiesa in “uscita” e sulla necessità di raggiungere le periferie fisiche ed esistenziali, l’ultimo papa ha inteso e fatto intendere ...
di Giovanna Branca
Il Manifesto, 25 aprile 2025 Alison Parker di Human Rights Watch commenta il report dell’organizzazione. “La democrazia americana si sta dirigendo verso un regime che rifiuta ogni nozione di giustizia”. Cento attacchi ai diritti umani in cento giorni, quelli raggiunti ieri dall’amministrazione di Donald Trump. La lista è stilata da un report di Human Rights Watch “per illustrare - dice al manifesto la vicedirettrice dell’ufficio statunitense dell’organizzazione, Alison Parker - la magnitudine di ciò che questo governo sta facendo alle vite delle persone comuni negli Stati uniti e in tutto il mondo”. È importante notare come questa lista, che ha l’aspetto di un bollettino di guerra, riguardi danni arrecati a “ogni aspetto della vita delle persone”: dalla loro “capacità di sfamare se stesse e i propri figli”, all’aspettativa di ...
DOCUMENTI
Articolo. "Changing lenses: qualcosa di meglio del raddoppio del male", di Michele Passione
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Convegno: "Emergenza carcere tra realtà locale e prospettive europee" (Milano, 19 maggio 2025)
PODCAST
"Voci da San Vittore", di Ulderico Maggi - ABCittà
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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