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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 24 aprile 2025
CARCERI
di Ornella Favero*
Ristretti Orizzonti, 24 aprile 2025 COMUNICATO E ADESIONI AGGIORNATE. A proposito della ulteriore “chiusura nella chiusura” delle persone detenute in Alta Sicurezza. Asserragliati nella fortezza, terrorizzati anche dal nostro vicino di casa, armati fino ai denti per difendere i nostri beni, diffidenti e capaci di vedere negli altri solo un potenziale nemico: è questo il mondo in cui vogliamo vivere? Da circa 12 anni noi di Ristretti Orizzonti avevamo lanciato una sfida: smettiamola di dire che “i mafiosi non cambiano mai”, facciamo in modo invece che gli venga voglia di cambiare, per i loro figli, per i nipoti, per il desiderio di diventare persone “perbene”, una bella espressione che fa capire che essere “a favore del bene” ti fa vivere meglio, è già quella una ricchezza. E così, avevamo chiesto di fare una sperimentazione: far lavorare insieme nella nostra redazione detenuti comuni e detenuti di Alta Sicurezza.
di Papa Francesco
Il Dubbio, 24 aprile 2025 Il discorso che Papa Francesco tenne il 23 ottobre 2014 alla delegazione dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale invocando la dignità di ogni persona. “Il sistema penale va oltre la sua funzione propriamente sanzionatoria e si pone sul terreno delle libertà e dei diritti delle persone, soprattutto di quelle più vulnerabili, in nome di una finalità preventiva la cui efficacia non si è potuto verificare, neppure per le pene più gravi, come la pena di morte. c’è il rischio di non conservare neppure la proporzionalità delle pene, che storicamente riflette la scala di valori tutelati dallo Stato”.
di Grazia Zuffa*
Il Manifesto, 24 aprile 2025 “L’ergastolo non è la soluzione del problema, ma il problema da risolvere”. Scelgo di aprire così, con questa affermazione di Papa Francesco, la mia presentazione. Perché, al di là dei tanti e differenti punti di vista per cui l’ergastolo può essere definito come problema, Papa Francesco ci richiama con forza alla dimensione etica dell’agire per risolvere il problema, appunto. La quale corrisponde alla finalità politica di questo nuovo volume sugli ergastoli, curato per La Società della Ragione. Rovesciando la questione, il no all’ergastolo può diventare la prima pietra del diritto penale minimo: un sistema giuridico basato su criteri affini alla “cautela in poenam”, di cui parlerà molti anni dopo, nel 2014, Papa Francesco in un discorso alla delegazione dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale.
di Andrea Oleandri*
lavialibera.it, 24 aprile 2025 Le lavande dei piedi nelle carceri romane, la porta del Giubileo a Rebibbia, l’abolizione dell’ergastolo in Vaticano: Jorge Mario Bergoglio ha sempre manifestato la sua vicinanza alle persone recluse: “Mi chiedo: perché loro e non io?”, ha detto il 17 aprile, pochi giorni prima della morte. Tra le tante cose per cui verrà ricordato il dicastero di papa Francesco, scomparso lunedì 21 aprile, c’è sicuramente l’attenzione al carcere e alle condizioni di detenzione che hanno rappresentato un filo che ha legato tutto il suo pontificato. La sua prima visita in un carcere risale al 28 marzo 2013, solo due settimane dopo la sua elezione al soglio pontificio.
di Ilaria Beretta
Avvenire, 24 aprile 2025 Nell’ultimo Giovedì Santo Francesco aveva visitato i ristretti di Regina Coeli e a dicembre aveva aperto una Porta Santa a Rebibbia: ultimi segni di una prossimità concreta e spirituale ai carcerati. “Perché voi e non io?”. Davanti ai carcerati, che durante il suo pontificato ha incontrato per sedici volte nei penitenziari italiani e all’estero, papa Francesco se lo è domandato spesso. L’ultima soltanto pochi giorni fa mentre usciva dalla casa circondariale di Regina Coeli a Roma dove - pur in convalescenza e con una semplice visita privata - non aveva voluto rinunciare a incontrare una settantina di detenuti in occasione del Giovedì Santo.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 24 aprile 2025 In un contesto dove la complessità normativa rischia di lasciare indietro i detenuti più “vulnerabili”, nasce la Guida per la persona straniera privata della libertà personale, pubblicazione aggiornata e promossa dall’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, dalla Clinica Legale Libertà personale e Tutela dei Diritti del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, e dall’Ufficio del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Torino. Realizzata con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo e del Comune di Torino, la guida si propone come un faro di chiarezza per i detenuti stranieri e per gli operatori penitenziari, offrendo informazioni essenziali su immigrazione, asilo, espulsioni e diritti durante la detenzione.
di Enrica Riera
Il Domani, 24 aprile 2025 Il prossimo 26 maggio è attesa la decisione per accogliere o no la prima istanza sul provvedimento “securitario” del governo Meloni. C’è una data ed è quella del 26 maggio: tra un mese il giudice del tribunale di Milano dovrà decidere se accogliere o non accogliere l’istanza di legittimità costituzionale del decreto Sicurezza, sollevata, nei giorni scorsi, durante un processo per direttissima dagli avvocati Eugenio Losco e Mauro Striani. La loro è la prima istanza nei confronti del provvedimento introdotto dal governo l’11 aprile che, inasprendo diverse pene, interviene su più fronti: contrasto al terrorismo, tutela delle forze dell’ordine, sicurezza urbana, lotta alla criminalità organizzata e gestione dell’ordine pubblico. Le opposizioni (e non solo) hanno parlato di “deriva securitaria” dell’esecutivo che, tra le altre cose, ha scelto di superare le lungaggini dell’iter parlamentare, trasformando un disegno di legge in un decreto.
di Paolo Frosina
Il Fatto Quotidiano, 24 aprile 2025 Ma ad ascoltarli non c’è nessuno. Le critiche degli studiosi al provvedimento del Governo. La costituzionalista Calvano: “È il segnale di una regressione democratica”. Ma in Commissione ci sono solo quattro deputati. Un “attacco alla marginalità e al disagio”, un provvedimento di “matrice profondamente illiberale e autoritaria” segnale di “una vera e propria regressione democratica”. In audizione di fronte alle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, esperti e studiosi demoliscono senza appello il decreto Sicurezza varato dal governo, arrivato a Montecitorio per la conversione in legge.
di Alessandro Barbano
Quotidiano del Sud, 24 aprile 2025 Il decreto-sicurezza del Governo, entrato in vigore lo scorso aprile, finisce sotto la lente della magistratura. La Procura della Repubblica di Foggia ha sollevato davanti al Tribunale una questione di legittimità costituzionale riguardante due nuove aggravanti introdotte dal Decreto-Legge n. 48 del 2025, ritenute potenzialmente in contrasto con principi fondamentali della Costituzione italiana. È il primo intervento di questo tipo da parte di un pubblico ministero, che accende i riflettori sull’impianto normativo voluto dall’esecutivo. Il caso riguarda un procedimento penale a carico di alcuni imputati accusati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali nei confronti di agenti della polizia ferroviaria in servizio presso la stazione di Foggia.
di Giovanni Negri
Il Sole 24 Ore, 24 aprile 2025 Durata fissata a 45 giorni. Fase transitoria da chiarire. Eccezioni per i più gravi reati. In vigore da oggi, giovedì 24 aprile, la nuova disciplina delle intercettazioni, che, per la prima volta, introduce un limite di durata, individuato in 45 giorni. La previsione fortemente contestata dalla magistratura, in particolare dai pubblici ministeri, debutta senza un’esplicita disciplina della fase transitoria, aprendo quindi la strada a possibili incertezze sull’applicazione della novità alle indagini in corso.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 24 aprile 2025 Il tribunale dei ministri verso la chiusura del fascicolo. Una decisione politica alla base del rilascio del boia. Anche la Cpi attende il governo. Il pomeriggio di martedì 21 gennaio era tutto pronto in via Arenula: il Dipartimento affari di giustizia aveva preparato le carte richieste dalla Corte d’appello di Roma per confermare l’arresto, avvenuto due giorni prima a Torino, del capo della polizia giudiziaria libica Osama Elmasry, ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità. Il ministro Carlo Nordio, però, ha deciso di non firmare e così, dando seguito al parere del procuratore generale, ai giudici non è rimasto che dichiarare il “non luogo a provvedere”, con conseguente scarcerazione dell’aguzzino e rapidissimo rimpatrio a Tripoli a bordo di un volo di Stato.
GIURISPRUDENZA
di Daniele Oppo
La Nuova Ferrara, 24 aprile 2025 Una recente sentenza della Corte Costituzionale “originata” all’Arginone. Una previsione dell’ordinamento penitenziario ledeva il diritto dei minori. Ha in parte a che vedere con Ferrara una delle ultime sentenze della Corte Costituzionale che riguarda i diritti dei genitori in stato di detenzione, in relazione alla possibilità di accudire i propri figli. La decisione, infatti, arriva dopo che il Tribunale di sorveglianza di Bologna aveva promosso un giudizio di legittimità costituzionale di una norma dell’ordinamento penitenziario dopo che un detenuto, noto per una lunga serie di truffe online con vittime anche ferraresi, ristretto al tempo nel carcere di Ferrara, aveva chiesto di essere ammesso al regime di detenzione domiciliare speciale per poter accudire i due figli minorenni.
di Giuseppe Molfese
njus.it, 24 aprile 2025 Con sentenza n. 15838 del 23 gennaio-23 aprile 2025, la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha affermato che dalla condizione detentiva possono derivare limitazioni anche significative alla ordinaria sfera dei diritti della persona e ciò anche in conseguenza dell’adozione di misure organizzative dell’Amministrazione penitenziaria volte a garantire, all’interno degli istituti, l’ordine e la sicurezza interna e, con essi, il trattamento rieducativo, cui la pena deve essere necessariamente finalizzata secondo la previsione dell’art. 27, comma 3, Cost.
di Francesco Parrella
Corriere del Mezzogiorno, 24 aprile 2025 È allarme sul sovraffollamento delle carceri: “A dicembre nei 15 istituti penitenziari della regione si contavano 7.509 detenuti su 5.584 posti disponibili”. Poi l’appello: “Indulto per chi deve scontare meno di un anno”. “I reati commessi da minori stanno aumentando”. Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, e portavoce nazionale della conferenza dei garanti territoriali, alla presentazione del Rapporto annuale 2024 nell’aula Siani in Consiglio regionale, ha evidenziato che l’anno scorso in Campania 6.200 under 18 sono stati fermati, denunciati, affidati a servizi sociali, accompagnati dai genitori, messi alla prova, mandati nelle comunità e, per reati più gravi, nelle carceri.
di Simona Musco
Il Dubbio, 24 aprile 2025 Faccia a faccia coi reclusi di Rebibbia, che chiedono ai giornalisti di aprire uno squarcio sull’universo chiuso degli istituti penitenziari: “La parola può costruire ponti”. “Il carcere è un buco nero. Ci vogliono zitti e buoni”. Il microfono è in mano a un personaggio politico. Il palcoscenico, però, non è quello a cui per anni è stato abituato. Si tratta di Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma. La sua voce rimbomba nella sala “Meta” del carcere di Rebibbia Nuovo Complesso: uno stanzone semplice ma elegante, con pareti bianche a mattoncini e finestre alte, sbarrate, sul lato destro.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 24 aprile 2025 “Non è accettabile che i detenuti siano condannati al silenzio e che i giornalisti non possano mostrare le condizioni fatiscenti delle carceri”, dice l’ex sindaco di Roma, recluso a Rebibbia. Le critiche dei detenuti alla politica e alla magistratura di sorveglianza per l’emergenza sovraffollamento. “Entrare in carcere oggi significa entrare in un buco nero, isolato dal resto del mondo. È necessario quindi cercare di stabilire un contatto tra chi vive il carcere e l’esterno, ma è impossibile farlo se noi detenuti non abbiamo la possibilità di raccontare l’esperienza che viviamo, rilasciando un’intervista, o se i giornalisti non possono mostrare al pubblico l’ambiente, spesso fatiscente, in cui siamo costretti a vivere. Non è accettabile che il carcere sia un buco nero e i detenuti siano condannati al silenzio”.
Il Messaggero, 24 aprile 2025 Una donazione destinata al pastificio del carcere minorile di Casal del Marmo. È stato questo il gesto del Pontefice rivelato dal monsignor Benoni Ambarus, per tutti “Don Ben”, ausiliare di Roma che Bergoglio ha voluto accanto a sé per l’apertura della Porta Santa della chiesa del Padre Nostro nel penitenziario romano di Rebibbia. “Fino a pochi giorni fa il Santo Padre trascinava il suo corpo a Regina Coeli, per urlare al mondo, con tutta la sua forza, la necessità di prestare attenzione ai detenuti. Gli ultimi suoi averi li ha donati a loro, 200mila euro dal suo conto personale”, ha detto a Repubblica il Vescovo delegato alla carità e alle carceri. Poi una critica alle istituzioni: “Nonostante il suo enorme impegno, le istituzioni non hanno fatto nulla per dare anche solo un piccolo segnale.
di Paolo Viarengo
La Stampa, 24 aprile 2025 “Una designazione che “lascia attoniti”. Anche la Camera penale di Asti prende posizione contro la Garante dei detenuti Stefania Sterpetti, finita nella bufera per una serie di post pubblicati sui social network negli anni passati in cui inneggiava al Duce e auspicava la morte dell’ex terrorista Cesare Battisti. La Camera penale parla di “commenti assolutamente incompatibili con il delicatissimo ruolo che andrà a ricoprire, ovvero di tutelare i diritti dei detenuti tramite un costante monitoraggio delle condizioni di vita inframurarie”.
di Angelica Giambelluca*
personemagazine.it, 24 aprile 2025 Terzo giorno di volontariato in carcere. Ho iniziato da poco a fare la volontaria nel carcere di Bollate, un’esigenza che sentivo da tempo e che finalmente sono riuscita a realizzare. Ma un conto è immaginarsi dietro a quelle sbarre, altro conto è viverlo per davvero. Ed è davvero un altro conto. Al terzo giorno inizio a farmi un’idea più precisa del mio ruolo, inizio a capire meglio le mille regole della struttura, inizio a riconoscere volti, voci, modi di fare. Un codice unico che appartiene solo a queste mura e a queste persone, e che fuori di qui sarebbe a mala pena comprensibile. Una delle prime cose che mi hanno colpito è la stessa strutturala della Casa di Reclusione di Bollate: questa è la definizione corretta, e differisce dalla casa circondariale dove si trovano detenuti definitivi, ma soprattutto imputati in attesa di giudizio.
teatrostabile.umbria.it, 24 aprile 2025 Torna per la sua settima edizione il progetto “Per Aspera Ad Astra - riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza” con lo spettacolo Destinati al vento, in scena giovedì 15 maggio alle 18 presso la Casa Circondariale di Capanne e lunedì 19 maggio alle 19.30 al Teatro Morlacchi di Perugia. La messa in scena diretta da Vittoria Corallo, promossa da Acri (l’Associazione nazionale delle fondazioni di origine bancaria) realizzata con il sostegno di Fondazione Perugia e prodotta dal Teatro Stabile dell’Umbria, è il settimo capitolo di una ricerca portata avanti insieme ai detenuti - alcuni già tra i protagonisti delle precedenti sei edizioni di “Per Aspera ad Astra” all’interno della Casa Circondariale di Capanne - pensata per contribuire al recupero dell’identità personale e alla risocializzazione ...
CULTURA
di Arnaldo Capezzuto
Il Fatto Quotidiano, 24 aprile 2025 È il racconto di una ragazza, che a 16 anni impugnò un’arma per diventare un’affiliata del clan del Rione Traiano guidato dai fratelli Mario e Nunzio Perrella, quest’ultimo in un interrogatorio con il magistrato Franco Roberti affermò: “Dottò, a’ munnezza è oro”. Il soprannome di “Nikita” come la protagonista del film di Luc Besson se l’è visto affibbiare direttamente dal boss per la sua abilità nell’uso della pistola. Dopo 22 anni di carcere, Cristina ha imparato a guardare il vero volto del male. Senza scelta, morte o carcere. Non ha mai collaborato con lo Stato, si è assunta le proprie responsabilità di fronte alla legge prendendo coscienza di cosa sia la piovra della criminalità organizzata. È una testimone senza fronzoli, cruda e reale dal di dentro della camorra.
di Barbara Carnevali
La Stampa, 24 aprile 2025 L’opinione pubblica transalpina si interroga dibattendo di Gisèle Pelicot quanto della serie tv su Marie Trintignant. Nel nostro Paese invece si ripete un copione identico: non è servito neanche lo choc per la morte di Giulia Cecchettin. In questi giorni, in Francia, si discute di una miniserie che tratta di violenza contro le donne: “Da rockstar ad assassino - Il caso Cantat”. Non ha le ambizioni estetiche di “Adolescence”, ma merita di essere guardata: ripercorrendo con la sensibilità di oggi un caso di cronaca di venti anni fa è un’esperienza esemplare di straniamento storico. L’attrice francese Marie Trintignant fu uccisa nell’estate del 2003, in un albergo di Vilnius, dal compagno Bertrand Cantat.
AFFARI SOCIALI
di Guido Viale
Il Manifesto, 24 aprile 2025 L’eredità di Francesco. Un cristianesimo che ha spinto al centro di una nuova visione non il dominio dell’uomo sul resto del mondo, ma la cura del creato. Forse nessun papa come Francesco ha suscitato il bisogno di una riflessione profonda e sentita su sé stessi e sul mondo non solo in una parte consistente del cattolicesimo, ma anche tra un grande numero di non credenti. Ma difficilmente un papa ha suscitato anche tanta ostilità: non solo tra coloro di cui contrastava apertamente pensiero e azioni su questioni centrali come migrazioni, guerre, clima, diseguaglianze, tecnica, economia e tanti altri.
di Ferruccio de Bortoli
Corriere della Sera, 24 aprile 2025 La ricorrenza della Liberazione avviene nei giorni del lutto per la morte del pontefice. Celebrarla come si deve non è una mancanza di rispetto per nessuno. Derubricarla a un fatto di ordine pubblico sarebbe invece una doppia mancanza di rispetto. Siamo ancora disorientati dalle preoccupazioni del ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, che teme “balli e canti scatenati” in occasione degli 80 anni dalla Liberazione. E sinceramente non sappiamo come rassicurarlo se non tentare di convincerlo ad avere più fiducia nel senso di responsabilità degli organizzatori e nella saggezza popolare.
di Marco Follini
La Stampa, 24 aprile 2025 L’invito del governo affinché le celebrazioni del 25 aprile siano “sobrie” è apparso come una via di mezzo tra un’ovvietà e un’offesa. È del tutto scontato infatti che i giorni del lutto per la scomparsa del Pontefice debbano essere improntati al rispetto del dolore collettivo. Ma è anche assai probabile che quell’inopinato richiamo alle buone maniere venuto da Palazzo Chigi voglia essere un modo, non proprio disinteressato, per derubricare i “festeggiamenti” antifascisti. Quasi che quei raduni, quei discorsi, quei cortei avessero in sé qualcosa di ludico, di non appropriato. O magari di troppo divisivo. Il fatto è che in quel richiamo alla “sobrietà” delle date altrui sembra di ravvisare una volta di più quella sorta di doppiezza con cui la nuova destra vive il passato alla vecchia maniera.
di Marta Businaro
Il Fatto Quotidiano, 24 aprile 2025 Non tutti questi ragazzi hanno genitori assenti o insegnanti incompetenti, dobbiamo smetterla di nasconderci dietro alle dita puntate ora verso questo ora verso quello. Siamo colpevoli tutti. Sono una psicologa psicoterapeuta e criminologa e, come i miei colleghi, sono molto preoccupata. Preoccupata per quello che l’umanità sta diventando e per la totale indifferenza che ruota attorno ai giovani e alla loro salute mentale. I ventenni che “vogliono spaccare il mondo” non esistono quasi più. La grinta, la vitalità, i tormenti, le passioni degli adolescenti sono appiattiti e impalliditi, così come la loro capacità di provare autentiche emozioni. Molti dei nostri giovani sono divenuti “morti viventi”, senza passioni, prospettive, valori, smarriti in un qui e ora dove tutto è apparenza e niente ha più senso.
DOCUMENTI
Articolo. "Changing lenses: qualcosa di meglio del raddoppio del male", di Michele Passione
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 21 al 27 aprile 2025
Incontro-dibattito: "Sogna ragazzo, sogna. Mai solo all'IPM, per ripartire" (Rovigo, 8 maggio 2025)
Convegno: "Emergenza carcere tra realtà locale e prospettive europee" (Milano, 19 maggio 2025)
PODCAST
"Voci da San Vittore", di Ulderico Maggi - ABCittà
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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