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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 16 aprile 2025
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 16 aprile 2025 Una Circolare impone un giro di vite sull’Alta Sicurezza. l’Ucpi: una strategia repressiva che cancella ogni prospettiva rieducativa. Le celle torneranno ad essere il più possibile chiuse. Questo è il cuore della circolare “Modalità custodiali circuito Alta Sicurezza”, firmata il 27 febbraio dal direttore generale del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Ernesto Napolillo, e recentemente resa pubblica. Un documento di 8 pagine che invita a blindare ulteriormente le sezioni AS (Alta Sicurezza 1, 2 e 3), dove sono rinchiusi detenuti per reati di mafia e terrorismo. L’obiettivo dichiarato è contrastare la “permeabilità” del circuito, dopo che indagini antimafia avrebbero rivelato contatti illeciti tra detenuti e criminalità esterna. Ma, per l’Osservatorio Carcere delle Camere Penali, si tratta di “una cortina di silenzio” per nascondere il fallimento delle politiche trattamentali.
di Andrea Pugiotto
L’Unità, 16 aprile 2025 Nessuno pretendeva miracoli da Nordio, ma solo l’applicazione della sentenza della Consulta. La circolare del Dap è un atto dovuto, fa quel che deve e quel che può (e su alcuni punti quel che vuole). Ma consente di avviare in concreto l’istituto dei colloqui intimi dietro le sbarre. 1. “Miracoli non ne possiamo fare”. Così il Guardasigilli in risposta a chi (on. Magi, interrogazione n. 3-01889) gli chiedeva conto dell’elusione del giudicato costituzionale che riconosce il diritto all’intimità inframuraria delle persone detenute. “Io non dico ad impossibilia nemo tenetur”, concede il Ministro, ma la sent. n. 10/2024 “ha creato e crea dei problemi che non sono solvibili in tempi rapidissimi”.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 16 aprile 2025 Una Circolare emanata dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria fornisce indirizzi operativi per garantire il diritto delle persone detenute ad avere colloqui in intimità. Quasi 17mila i potenziali beneficiari. Stefano Anastasìa, Garante delle persone private della libertà personale del Lazio: “Le aspettavamo da più di un anno, non vorremmo ora che l’ottimo sia nemico del bene”. Sono passati quasi 15 mesi dalla sentenza della Corte costituzionale, n. 10 del 2024, che ha dichiarato illegittima la norma dell’ordinamento penitenziario che nega gli incontri senza controllo visivo tra i detenuti e i partner. Sono finalmente arrivate le linee guida del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria - Dap, con gli indirizzi operativi per garantire il diritto all’affettività delle persone detenute.
di Luca Sofri
ilpost.it, 16 aprile 2025 Il nuovo “decreto Sicurezza” limita molto la possibilità di protestare per i detenuti, anche nella forma non violenta della “resistenza passiva”. Martedì il presidente e il segretario regionale dell’Unione dei sindacati di polizia penitenziaria (Uspp) alla notizia della rivolta, poi sedata, nel carcere di Piacenza hanno chiesto l’immediata applicazione nei confronti dei detenuti coinvolti del reato di “rivolta in carcere”: è quello introdotto dal governo con l’approvazione del nuovo “decreto Sicurezza” entrato in vigore la scorsa settimana.
asgi.it, 16 aprile 2025 Aggiornata la Guida per la persona straniera privata della libertà personale, una pubblicazione promossa da ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione APS), dalla Clinica Legale Carcere e Diritti II del Dipartimento di Giurisprudenza di UniTo (Università di Torino), e dall’Ufficio del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino. Pensata come strumento concreto per informare le persone straniere che si trovano in stato di detenzione e che necessitano di informazioni chiare per ottenere o mantenere la regolarità del soggiorno in Italia, la guida fornisce un orientamento pratico, tenendo conto del delicato coordinamento tra le normative amministrative, penali e del diritto dell’immigrazione che impattano profondamente sulla vita delle persone detenute straniere.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 16 aprile 2025 La richiesta degli Special Rapporteur: “Inutile” il reato di rivolta in carcere. La Uilpa: da sabato già due proteste, non è un deterrente. L’avviso era già arrivato a dicembre scorso, inascoltato. Da allora il governo di “Sua Eccellenza” Giorgia Meloni ha impresso, anzi, un’accelerazione talmente scomposta da “allarmare” definitivamente l’Onu. Così cinque Special Rapporteur delle Nazioni unite, che avevano già messo in guardia Roma riguardo le criticità del ddl Sicurezza, hanno ora “invitato il governo italiano ad abrogare il decreto adottato bruscamente il 4 aprile per promulgare un disegno di legge sulla sicurezza, in discussione e criticato al Senato, che include disposizioni non in linea con il diritto internazionale in materia di diritti umani”.
di Vitalba Azzollini*
Il Domani, 16 aprile 2025 Il decreto Sicurezza viola la normativa internazionale sui diritti umani. Lo dicono i relatori speciali dell’Onu. Il decreto mette a rischio la libertà di espressione e “potrebbe colpire in modo sproporzionato gruppi specifici”, con eventuali “discriminazioni e violazioni dei diritti umani”. Il decreto legge Sicurezza si segnala non solo per le nuove quattordici fattispecie incriminatrici, l’inasprimento delle pene di altri nove reati e l’introduzione di una serie di aggravanti, ma anche per aver messo d’accordo nelle critiche soggetti molto diversi tra di loro, e non solo all’interno dei confini nazionali. Dall’Unione delle camere penali all’Associazione nazionale magistrati (ANM), fino ad arrivare ai relatori speciali delle Nazioni unite, esperti indipendenti e imparziali, ciascuno responsabile di monitorare una categoria specifica di diritti o un’area tematica su mandato del Consiglio per i diritti umani dell’Onu.
di Conchita Sannino
La Repubblica, 16 aprile 2025 Due ore di colloquio su criticità e ingorghi del servizio giustizia. E nessuna soluzione alle viste, né impegni concreti. Si chiude con una scontata stretta di mano l’incontro tra il ministro Nordio e i vertici dell’Associazione nazionale magistrati: ancora una volta non c’è alcun reale punto d’incontro. Anzi, i magistrati incassano ancora un solenne no, una porta totalmente chiusa, rispetto all’ampio ventaglio di ipotesi posto sul tavolo - tra amnistia, indulto, liberazione anticipata - per l’emergenza sovraffollamento carceri, quella che solo pochi giorni fa il presidente della Corte Costituzionale Giovanni Amoroso ha definito “una tragedia”.
di Errico Novi
Il Dubbio, 16 aprile 2025 Un duello ricco di spunti. Materia per scienziati della politica. La dialettica, per definirla così, fra Anm e governo, e fra Anm e partiti, è un caso di scuola. E conferma un dato: i magistrati, con il potere e con la comunicazione, ci sanno fare. E saranno un avversario insidiosissimo, per Giorgia Meloni e per il suo Esecutivo quando, fra meno di un anno, si batteranno per il No nella campagna referendaria sulla separazione delle carriere. Con Carlo Nordio c’è stato un incontro “aperto e franco”. E anche con la delegazione parlamentare di Fratelli d’Italia, che la giunta guidata da Cesare Parodi ha visto nel pomeriggio, ci si è parlati in un clima “cordiale e costruttivo”, come spiega il presidente dei senatori FdI Lucio Malan.
di Federica Olivo
huffingtonpost.it, 16 aprile 2025 Mentre Nordio incontra l’Anm e si spende per la separazione delle carriere, a via Arenula sono alle prese con una montagna di problemi. Che ingolfano ulteriormente una macchina già in difficoltà. Dalla tecnologia agli organici, dagli uffici del ministero alle carceri, dai tempi del processo ai precari: la giustizia a guida Nordio è inceppata. E non è una questione di gaffe del ministro, di nuovi reati varati con la facilità con cui si fa un aperitivo, di narrazioni - vedi quelle sugli stranieri che commetterebbero più femminicidi - che si rivelano sbagliate, né di riforme più o meno contestate, di cui le toghe peraltro oggi hanno parlato con i rappresentanti di Fratelli d’Italia, determinati a portare avanti la separazione delle carriere.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 16 aprile 2025 Il partito sta raccogliendo le firme per incardinare la proposta in Parlamento. Obiettivo: sostenere temporaneamente chi aspetta anni per un risarcimento, come il pastore sardo che ha passato 33 anni in cella da innocente. Garantire una provvisionale economica a chi alla fine di un processo è stato assolto: questo l’obiettivo della proposta di legge di iniziativa popolare su cui il Partito radicale sta raccogliendo le firme per farla incardinare in Parlamento. Porta il nome di “Beniamino Zuncheddu e altri”. Il pastore sardo è stato vittima di uno dei più grandi errori giudiziari della storia italiana.
di Simona Musco
Il Dubbio, 16 aprile 2025 Intervista al professor Oliviero Mazza: “Il caso Turetta? La complessità del diritto penale mal si concilia con una comunicazione demagogico-populista. La nostra società è sempre più vendicativa e percepisce come ingiusta ogni condanna che si discosti dal concetto stereotipato di punizione esemplare”. “Siamo già immersi in una barbarie pre-giuridica, senza esserne consapevoli”. A dirlo è il professore Oliviero Mazza, ordinario di diritto processuale penale all’Università degli studi Milano-Bicocca, che fotografa la trasformazione in atto della giustizia penale italiana: sempre più influenzata dall’emotività collettiva, dalla pressione mediatica e da una retorica vittimocentrica che rischia di piegare principi costituzionali fondamentali come la presunzione d’innocenza.
GIURISPRUDENZA
di Pietro Verna
Il Sole 24 Ore, 16 aprile 2025 La Cassazione ha censurato l’ordinanza nella parte in cui stabiliva che nel caso di “non fattibilità tecnica” del ricorso al braccialetto elettronico sarebbe stata disposta “l’applicazione della misura, più grave, del divieto di dimora”. È esclusa l’applicazione automatica di una misura cautelare più afflittiva qualora l’applicazione del braccialetto elettronico non sia tecnicamente possibile. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione (sentenza n. 8379 del 2025) che ha annullato l’ordinanza con la quale la Sezione del Riesame del Tribunale di Milano aveva disposto nei confronti un soggetto indagato per il reato di atti persecutori (articolo 612- bis c.p.) il divieto di avvicinamento alla persona offesa (articolo 282-ter c.p.p.) e l’applicazione del braccialetto elettronico (articolo 275 c.p.p.).
rainews.it, 16 aprile 2025 La presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme: “Il cantiere accelera, oltre il 25% di tutti i reclusi più pericolosi potrebbero essere ospitati in Sardegna nonostante le gravi carenze di personale”. “Improvvisa e, per certi versi inattesa, accelerazione nel completamento dei lavori del padiglione che ospiterà, all’interno del villaggio penitenziario di Cagliari-Uta, i detenuti destinati al regime del 41 bis. Dopo un lungo periodo di stasi, infatti, i lavori sono ripresi a ritmo serrato facendo ritenere che entro l’anno, probabilmente nel mese di novembre, arriveranno in Sardegna, a scaglioni, altri 92 detenuti destinati al regime della massima sicurezza”.
di Vera Mantengoli
Corriere del Veneto, 16 aprile 2025 C’è un nuovo ponte a Venezia, attraversato da speranze, sogni e desideri di riscatto. È la nuova rivista che collega il mondo del carcere alla società con lo scopo di instaurare un dialogo sempre più costruttivo tra il dentro e il fuori. Ieri a Santa Maria Maggiore il direttore della casa circondariale Enrico Farina ha presentato “I Ponti”, periodico realizzato in collaborazione con l’associazione Il Granello di Senape, coordinato dal giornalista Massimiliano Cortivo e scritto dai detenuti. Si può scaricare dal sito del Granello o ricevere cartaceo come allegato alla storica rivista del carcere di Padova “Ristretti Orizzonti”.
di Giorgio Paolucci
Avvenire, 16 aprile 2025 A Napoli, una cooperativa tutta al femminile, offre lavoro e dignità a donne in esecuzione penale: tra torrefazione, bistrot e cioccolateria, il caffè diventa occasione di riscatto. “Il profumo del caffè appena tostato arrivava fin dentro le nostre stanze. Mi sono chiesta: da dove viene questo profumo? È inseguendo quell’aroma che ho conosciuto le Lazzarelle, e questo è il mio quarto anno di lavoro”. Incontro Anna alla Galleria Principe di Napoli, uno dei luoghi simbolo della città - oggi un po’ decaduto - per molto tempo porta d’ingresso al centro storico e ancora oggi luogo di passaggio per i turisti che vanno a visitare il Museo archeologico. Beviamo un caffè seduti a un tavolino del bistrot della cooperativa Lazzarelle, che dà lavoro ad alcune donne detenute nella Casa di reclusione di Secondigliano.
di Luigi Carbone
rainews.it, 16 aprile 2025 Nel penitenziario di Secondigliano dopo il polo universitario e quello dei mestieri è nato il centro sportivo con campi da basket, padel e calcio. “Il carcere è una città, abbiamo detenuti nati tra il 1938 e il 2005 e quindi bisogni molto diversi - osserva Giulia Russo, direttore della casa circondariale di Secondigliano - noi lavoriamo per riempire di contenuti il periodo della detenzione”. E allora il reinserimento lavorativo dei detenuti è legato a un numero crescente di attività. Studio, mestieri e ora anche sport. È il nuovo progetto della casa circondariale di Secondigliano dove sta nascendo un vero polo sportivo: palestre nei singoli padiglioni, un campo da basket, realizzato grazie alla Federazione italiana pallacanestro inaugurato l’anno scorso, due da padel, appena completati, e rinnovato campo da calcio dove fervono i lavori: avrà un morbido manto in erba sintetica.
di Giovanna Maria Fagnani
Corriere della Sera, 16 aprile 2025 Il film è prodotto da IulMovie Lab e scritto da Bruno Bigoni (docente e regista) e Francesca Lolli. Si tratta di una rivisitazione dell’Iliade con un cast di attori-detenuti del carcere di Bollate. “Ettore cerca di evitare la guerra. Ed ha il cuore buono e aiuta sempre il prossimo. Sono queste le cose che mi piacciono di lui, per questo ho scelto di interpretarlo”. Da detenuto a eroe dell’Iliade, sul grande schermo. Omar Fathi Azzab Ibrahim, 29 anni, “di cui 10 passati entrando e uscendo dal carcere, perché ho cominciato a fare degli sbagli quando avevo 14 anni”, oggi è in semilibertà e lavora come muratore, ma scrive canzoni pop e vanta già collaborazioni con Lazza.
frontierarieti.com, 16 aprile 2025 Un progetto della Caritas Diocesana porta matite, colori e ascolto nella Casa Circondariale di Rieti. Tra volti, parole e paesaggi, un laboratorio diventa occasione di espressione e umanità. Nel carcere di Rieti è iniziata una storia lieve, fatta di colore, matite e ascolto. Si chiama Disegnare in libertà ed è un progetto promosso dalla Caritas Diocesana, accolto con favore dalla direttrice della Casa Circondariale, dott.ssa Chiara Pellegrini, e dalla comandante della Polizia Penitenziaria, dott.ssa Daniela Nobile. A renderlo possibile è anche il sostegno concreto di ITAS Mutua, il gruppo assicurativo trentino che reinveste parte degli utili in iniziative sociali, grazie all’impegno dell’agente reatino Mario Iarussi.
CULTURA
di Youssef Taby
Il Fatto Quotidiano, 16 aprile 2025 Vito Fiorino, il 3 ottobre 2013 è stato testimone e soccorritore di uno dei tragici naufragi di barche con migranti a bordo. A raccontare la sua storia Nicoletta Sala nel libro “Vito e gli altri” (Mimesis edizioni). “Questo libro parla di migrazioni. Al plurale. Perché anche io, Vito Fiorino, sono stato un migrante, figlio di migranti”. Comincia così “Vito e gli altri”, il libro edito da Mimesis e scritto da Nicoletta Sala, che ripercorre la vita - e soprattutto una notte - di Vito Fiorino, protagonista di una delle pagine più drammatiche della storia recente del Mediterraneo: il naufragio del 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa.
di Davide Varì
Il Dubbio, 16 aprile 2025 La sicurezza è una liturgia bipartisan, un rito delle maggioranze che viene celebrato da almeno vent’anni con devozione trasversale, da destra a sinistra, passando per il centro. E non ci sarebbe nulla di male se non fosse per un piccolo dettaglio: mentre si producono decreti “legge e ordine” come se piovesse, i furti calano e gli omicidi toccano i minimi storici della Repubblica. Ma evidentemente non importa. Perché la battaglia, da tempo, è contro l’insicurezza percepita. Un oggetto misterioso, che non si lascia afferrare dai dati ma si insinua nei sondaggi e nei talk show. E allora i reati scendono, ma ci si sente come nel Bronx reaganiano o in una favela sudamericana.
di Giulio Sensi
Corriere della Sera, 16 aprile 2025 Via all’iniziativa per sensibilizzare le comunità e per fornire strumenti per essere più informati. “Il gioco d’azzardo produce grandi danni nelle vite delle persone”. “Non chiamiamolo gioco. Il gioco è un’altra cosa, è espressione di libertà e benessere. L’azzardo produce grandi danni nelle vite delle persone”. Le parole sono importanti, non ha dubbi Caterina Boca, referente della Caritas per il progetto “Vince chi smette”. È partito alcune settimane fa e 80 Caritas delle diocesi italiane lo hanno subito messo in pratica per prevenire contro i rischi che le ludopatie stanno provocando. Sono tornate di attualità in questi giorni con la notizia delle indagini in corso sulle scommesse dei calciatori professionisti. Si parla solo di loro, ma non sono gli unici ad essere stati colpiti dall’azzardo.
di Riccardo Bessone
Il Domani, 16 aprile 2025 Positività dubbia e nessuna alterazione, ma patente sospesa. Diverse testimonianze emerse in questi primi mesi di applicazione del testo mostrano varie problematicità portate dal decreto di modifica del ministro Salvini, soprattutto in merito alla guida e l’utilizzo di sostanze stupefacenti. Le associazioni sollevano la questione di costituzionalità. “Ho spiegato che non avevo assunto niente, che in ospedale mi avevano fatto vedere che il valore di Thc era bassissimo. E loro in effetti mi hanno detto che il valore era molto basso, è vero, ma toccava la soglia che avevano come indicazione dal nuovo codice della strada che era appena entrato in vigore”.
di Sergio Segio
Il Manifesto, 16 aprile 2025 Nel 2024 si è tenuto il 40° anniversario della Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti. Non ne sono accorti e ricordati in molti giacché si tratta di una realtà tanto presente ai quattro angoli del mondo quanto rimossa e nascosta. Nell’occasione, Suzanne Jabbour, presidentessa della Sottocommissione per la Prevenzione della Tortura delle Nazioni Unite, ne ha denunciato pubblicamente la drammatica diffusione e le caratteristiche, ricordando che “in quel preciso istante, qualcuno veniva torturato, qualcuno taceva, qualcuno permetteva che la tortura venisse praticata e qualcuno non veniva ritenuto responsabile per aver commesso l’abominevole, disumano e inutile crimine della tortura”.
di Alessandro Fioroni
Il Dubbio, 16 aprile 2025 Mentre l’Assemblea nazionale e in via di approvazione una legge che istituisce un procuratore speciale per i reati legati alla droga con nuovi e più ampi poteri per gli investigatori, ben sette carceri francesi sono state prese di mira, la notte tra lunedì e martedì, da attacchi che secondo gli inquirenti sembrano rispondere ad una “precisa e coordinata strategia”. Presso la struttura di Tolone l’episodio più grave con colpi di kalashnikov esplosi contro le mura di cinta. Ma fatti di altrettanta gravità, come l’incendio di veicoli e lanci di molotov, si sono verificati anche a Aix- En- Provence, Marsiglia, Valence e Nîmes nel sud della Francia, e a Villepinte e Nanterre, vicino a Parigi.
DOCUMENTI
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G-News: "Taccuino degli eventi in carcere fino al 18 aprile", a cura di Antonella Barone
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 20 aprile 2025
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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