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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 15 aprile 2025
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 15 aprile 2025 Con la firma del presidente Sergio Mattarella e la conseguente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale venerdì scorso, entra in vigore il decreto- legge “Sicurezza”, che introduce modifiche rilevanti anche nel sistema penale, in particolare per le donne incinte e le madri con figli piccoli. Tra le novità più discusse, la fine del rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena per queste categorie e l’obbligo di detenzione negli Icam (Istituti a Custodia Attenuata per Madri). Un cambiamento che solleva numerosi interrogativi. Il carcere potrebbe aprirsi con maggiore frequenza alle donne incinte o madri di figli di età inferiore a tre anni, anche a causa del numero limitato di Icam, senza previsioni di incremento. Inoltre, non viene valorizzata l’opzione delle case famiglia protette, le quali evitano l’impatto detentivo sui bambini piccoli.
di Patrizio Gonnella*
Il Manifesto, 15 aprile 2025 Ogni giorno nelle carceri italiane ci sono in media cinque episodi di protesta collettiva. Il reato di rivolta penitenziaria, introdotto dal decreto legge “sicurezza”, punisce con pene elevatissime anche chi protesta senza violenza e con forme di resistenza passiva a ordini dati per generiche ragioni di sicurezza. Il carcere è pieno di tali eventi, ogni operatore lo sa. Nel solo 2024 si sono verificati circa 1.500 episodi di protesta collettiva nonviolenta, quali la battitura delle sbarre o il rifiuto di rientrare in cella. Episodi che un bravo direttore o comandante di reparto risolveva con il dialogo, ascoltando le ragioni della protesta. La pedagogia premoderna e punitiva di chi ci governa ha deciso di criminalizzare la disobbedienza nonviolenta. Se il 2025 sarà come l’anno passato, supponendo che in media quattro detenuti partecipino a ogni episodio di disobbedienza a un ordine, arriveremo a seimila detenuti coinvolti.
di Luca Sofri
ilpost.it, 15 aprile 2025 Lo dice tra gli altri l’associazione degli avvocati penalisti italiani; nel frattempo il governo continua a contraddirsi. Giovedì scorso il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha risposto alle interrogazioni dei senatori Ivan Scalfarotto di Italia Viva e Alfredo Bazoli del PD, che gli chiedevano conto dell’amministrazione delle carceri italiane e della gravissima situazione umanitaria che si vive al loro interno. Lo ha fatto con tono un po’ ironico, dicendo che “se aumenta il numero dei carcerati non è colpa del governo, ma di coloro che commettono dei reati e della magistratura che li mette in prigione, anche perché non risulta che siano stati imprigionati in base a nuove leggi promulgate da questo parlamento”.
di Marta Rosati
umbria24.it, 15 aprile 2025 Lavoro degli avvocati spesso vanificato, inottemperanze da parte degli istituti penitenziari e intanto la Corte chiede relazioni affettive per chi sconta la pena ma non ci sono gli spazi. È di alcuni giorni fa l’intervento alla Camera del deputato di gruppo Misto +Europa, Riccardo Magi, che si è rivolto al ministro Carlo Nordio per conoscere lo stato di attuazione di una sentenza della Corte costituzionale che ha riconosciuto per le persone detenute la possibilità di mantenere relazioni affettive, anche a carattere sessuale. Per i penitenziari di Terni e Parma, i relativi Tribunali di sorveglianza si erano già espressi favorevolmente, accogliendo le istanze di alcuni detenuti. Tuttavia, per garantire le cosiddette “stanze dell’amore”, locali in cui chi è recluso può ricevere visite in assenza del personale di polizia penitenziaria al fine di avere momenti di intimità con il proprio partner, sono necessari interventi di edilizia penitenziaria.
di Emilia Rossi
huffingtonpost.it, 15 aprile 2025 Il ministero (dopo un anno!) accoglie in parte la sentenza della Corte costituzionale e si organizza per garantire ai detenuti il diritto all’affettività. Compreso il sesso. C’è ancora molto da fare: ecco che cosa. Dopo un anno di intenso lavoro statistico, analitico, intellettuale del gruppo di studio multidisciplinare istituito appositamente, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha emanato la circolare 11 aprile 2025 per dare esecuzione alla sentenza 10/2024 della Corte costituzionale che ha stabilito il diritto delle persone detenute ad avere incontri intimi, cioè sottratti al controllo a vista del personale di custodia, con i partner di stabili relazioni affettive.
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 15 aprile 2025 Sono 2.718 le donne detenute in Italia, sparse tra pochi istituti femminili e sezioni di carceri maschili. Una condizione che richiede interventi mirati. Quante sono, e come stanno le donne in carcere? Secondo gli ultimi dati del Dap aggiornati al 31 gennaio 2025, le donne recluse sono 2.718 su 61.916 detenuti, di cui 11 madri e 12 bambini. Una “minoranza penitenziaria”, isolata e sparpagliata sul territorio nazionale. In Italia, infatti, al momento ci sono soltanto tre penitenziari femminili: Trani, Roma e Venezia Giudecca, che ospitano circa un quarto delle detenute. Tutte le altre si trovano nelle sezioni degli istituti maschili. Con quali conseguenze? Ne abbiamo parlato con la senatrice di Fratelli d’Italia Susanna Donatella Campione.
di Elisa Sola
La Stampa, 15 aprile 2025 Arrestato dopo aver accoltellato un 17enne, in cella ha compreso l’errore e aiutato i compagni. E il giudice: non va processato. Accoltellare al petto un ragazzo più grande. Provare ad ucciderlo senza sapere perché. Scappare dopo averlo lasciato a terra. E sperare che non muoia. Finire in carcere. Dormire in cinque in una cella. Prendere la scabbia. E capire, qui dentro, qual è la strada per comprendersi. Per redimersi: “Prima facevo fatica a comprendere le mie emozioni. Ora so che la violenza è assurda. Sempre”. Ha 15 anni. È incensurato. È sempre andato bene a scuola. Non si droga. Non beve. Il fratello maggiore, che è quasi dentista, è il suo punto di riferimento. Una sera, all’improvviso, questo ragazzo tranquillo, che parla in maniera lenta e posata alla giudice, ha conficcato un coltello sotto al cuore di un ragazzo che lo prendeva in giro.
ansa.it, 15 aprile 2025 Da lunedì 14 a venerdì 18 aprile, delegazioni dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati accederanno in 76 strutture penitenziarie, tra istituti per adulti e per minorenni, diffuse su tutto il territorio nazionale, con una copertura di almeno un carcere per ogni regione. “In questa occasione - afferma il presidente Aiga, l’avvocato Carlo Foglieni - oltre a poter valutare l’evoluzione dello stato dell’arte delle strutture penitenziarie a circa un anno di distanza dai precedenti accessi, consegneremo a tutte le direzioni delle carceri il progetto di riforma elaborato da Aiga e le progettualità in cantiere con il Dap, che ringraziamo per averci concesso tutte le autorizzazioni richieste per questi accessi.
GIUSTIZIA
di Francesco Petrelli
L’Unità, 15 aprile 2025 Il fatto stesso che il decreto legge dell’11 aprile 2025, n. 48 recepisca i medesimi contenuti del Ddl in discussione davanti al Parlamento, mostra il paradosso di una necessità ed urgenza che, non presente all’epoca della presentazione di quel Disegno di legge, si sarebbero improvvisamente venute a creare in virtù di non si sa bene quali drammatici eventi. Si tratta di un abuso della decretazione d’urgenza tanto più grave in considerazione della riproposizione di norme già da più parti sottoposte a severe critiche, da parte dell’avvocatura e dell’accademia, a causa della loro netta contrarietà ai principi di ragionevolezza, proporzionalità, offensività, eguaglianza e tassatività. E tanto più riprovevole proprio in considerazione dei valori di libertà coinvolti nella materia penale, tali da imporre una valutazione ponderata degli interessi in gioco.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 15 aprile 2025 “Incostituzionale” per l’Associazione nazionale magistrati. Il decreto incardinato alla Camera. Le toghe auspicano “tutti i correttivi necessari a scongiurare i rischi di un diritto penale simbolico”. In vigore da appena trentasei ore e già rischia il marchio di incostituzionalità. È l’Associazione nazionale magistrati, soprattutto, a riconoscerne i chiari tratti - subodorati anche dalla difesa di un imputato che ha sollevato la questione davanti al tribunale di Milano - nel decreto Sicurezza che ieri è stato assegnato alle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera per la conversione in legge entro 60 giorni.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 15 aprile 2025 Chiesto il rinvio alla Consulta durante la direttissima per un giovane accusato di resistenza aggravata. La decisione a maggio. La prima crepa costituzionale nel neonato decreto sicurezza potrebbe aprirsi il prossimo 26 maggio, quando a Milano la giudice Ilaria Simi de Burgis scioglierà la sua riserva sulla richiesta di rinvio alla Corte costituzionale presentata dagli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini durante la direttissima per un arresto effettuato sabato. La storia è quella di un ragazzo che non si è fermato a un posto di blocco e poi, una volta fermato, ha avuto un alterco con le forze dell’ordine.
di Mauro Bazzucchi
Il Dubbio, 15 aprile 2025 Era inevitabile che i fatti di cronaca degli ultimi giorni, dopo le polemiche seguite alla trasfor-mazione del discusso ddl sicurezza in un decreto da parte del governo, venissero lette in chiave politica. Ed è esattamente quanto accaduto, con un pressing degli esponenti di maggioranza che si è intensificato ieri, dopo le immagini diffuse da tv e social sugli scontri tra ultras e poliziotti a margine del derby capitolino di calcio.
di Alessandra Ziniti
La Repubblica, 15 aprile 2025 A pochi giorni dall’entrata in vigore del decreto sicurezza che istituisce 14 nuovi reati, il ministro dell’Interno annuncia di voler studiare ulteriori provvedimenti. E i sindacati chiedono una nuova stretta dopo gli ultimi scontri in cui sono rimasti feriti 37 agenti. Daspo a vita, sanzioni economiche salatissime, partite di calcio giudicate a rischio giocate a parte chiuse, e aggravanti tali da portare in carcere chi aggredisce le forze dell’ordine. Ecco le proposte sul tavolo del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi dopo i violenti scontri tra manifestanti, tifoserie, partecipanti a rave e forze dell’ordine tra Roma, Milano e Torino che hanno fatto 37 feriti tra gli agenti, da ultimo bollettino diffuso ieri sera dalla Polizia di Stato.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 15 aprile 2025 In giornata il faccia a faccia in via Arenula su carenze di personale, processo telematico e carcere. Segnali di tregua, ora il “nemico” è Mantovano, nel pomeriggio il summit con i capigruppo di Fdi. Oggi alle 11 la giunta dell’Anm si recherà a via Arenula per incontrare il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Un summit programmato da tempo e richiesto dalle toghe per esporre al guardasigilli sette punti sui quali riformare la giustizia: aumentare l’organico della magistratura, rivedere le piante organiche degli uffici giudiziari, assumere nuovo personale amministrativo e stabilizzare quello precario, dotare giudici e pm di applicativi informatici adeguati, investire nell’edilizia giudiziaria, ottimizzare la giustizia penale e civile, intervenire sulla situazione carceraria.
di Liana Milella
Il Fatto Quotidiano, 15 aprile 2025 Non è la separazione delle carriere la vera minaccia che incombe sui giudici. C’è molto, ma molto di più in arrivo dal governo Meloni. Un progetto che dissolve la Costituzione e straccia l’attuale assetto dello Stato. Per chi crede nella Carta entrata in vigore il primo gennaio del 1948 si tratta di una sovversione profonda. Che evoca una parola forte, una minaccia istituzionale. Che, per la sua enorme portata, non può tradursi solo in una strisciante manovra legislativa, ma dovrebbe passare per il Parlamento. Che accade? E dove sono i segnali che rivelano le intenzioni del governo? Due evidenze sono già sul tavolo.
di Fabrizio Costarella e Cosimo Palumbo*
Il Dubbio, 15 aprile 2025 Dalle pagine del Fatto Quotidiano del 2 aprile scorso, il Dottor Luca Tescaroli, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Prato, lamentava l’esistenza di una continua, a suo dire, campagna di “demonizzazione” delle misure di prevenzione, ad opera di “media politicamente orientati”, di esponenti dell’Accademia e dell’Unione delle Camere Penali, accomunati da una “diversa sensibilità” rispetto alla pericolosità del patrimonio illecitamente accumulato. L’articolo, come ogni fonte scritta, dice molto dell’autore e del suo modo di ragionare e argomentare: esisterebbe una non meglio precisata parte politica, che muoverebbe i fili di una informazione partigiana, interessata a demolire il sistema di prevenzione nostrano.
di Frank Cimini
L’Unità, 15 aprile 2025 Il reparto detenuti del San Paolo non è un ospedale: è una prigione. Il sì alla scarcerazione è arrivato quando non era più trasportabile. Purtroppo non è chiaro a leggere giornali e seguire i telegiornali. Graziano Mesina è morto in carcere, perché il reparto detenuti del San Paolo dove era stato trasferito da tempo è una prigione non un ospedale, non c’è stata nessuna scarcerazione per effetto della decisione del magistrato di sorveglianza. L’hanno ammazzato in carcere tenendolo dentro fino alla fine e per giunta nelle stesse ore in cui Mattarella firmava il decreto sicurezza, decisione scontata che toglie ulteriori diritti ai detenuti. Ucciso da un sistema criminale e criminogeno. Il sì era arrivato alla settima istanza. Alle sei precedenti richieste di differimento pena e scarcerazione i magistrati avevano risposto ...
GIURISPRUDENZA
di Sergio D’Elia
L’Unità, 15 aprile 2025 La Corte europea dei diritti umani ha condannato il nostro Paese per attentato al diritto alla vita e per tortura. Il caso più recente chiama in causa il 41bis: che per Giuseppe Morabito è degradato al livello di punizione “crudele e inusuale”. In due settimane tre condanne della Corte Europea nei confronti dell’Italia. E non per reati minori, ma per quelli più gravi che esistano nel “codice penale” di risulta delle violazioni dei più basilari diritti umani che uno stato può compiere nei confronti di un suo cittadino. In quindici giorni, l’Italia è stata condannata tre volte. Una volta per la violazione dell’articolo 2 della Convenzione europea che tutela il diritto alla vita. Altre due volte per la violazione dell’articolo 3 che vieta la tortura, le pene e i trattamenti inumani e degradanti.
di Giampaolo Piagnerelli
Il Sole 24 Ore, 15 aprile 2025 La condizione ostativa è costituita dalla circostanza che l’iniziativa dell’imputato possa avere un’incidenza negativa sugli accertamenti processuali. Il detenuto ha diritto di farsi curare in carcere da un medico di propria fiducia e a proprie spese. L’unica condizione ostativa è costituita dalla circostanza che l’iniziativa dell’imputato possa in qualche modo avere un’incidenza negativa sugli accertamenti processuali in corso. Lo precisa la Cassazione con la sentenza n. 14774/25.
TERRITORIO
di Redazione Ristretti Marassi
Ristretti Orizzonti, 15 aprile 2025 La notizia dello spostamento del carcere provoca in noi un pensiero negativo che alimenta lo sconforto e crea un senso d’incertezza ulteriore. Quando i nostri familiari affrontano lunghi viaggi per venirci a trovare, proviamo sempre ansia e, se dovessero raggiungere un luogo non collegato con i mezzi pubblici e con una salita da fare a piedi, il disagio diventerebbe insostenibile. “Carcere, appello della direttrice di Marassi: “Meglio resti in centro, è più raggiungibile” (Il Secolo XIX, Silvia Pedemonte, 20.03.2025). “Il garante regionale dei detenuti Doriano Saracino contatterà il Ministero di Giustizia e il commissario per l’edilizia penitenziaria Marco Doglio per chiedere ulteriori chiarimenti sull’ipotesi dello spostamento del carcere di Genova da Marassi alle aree ex Colisa: è questo che emerge ...
di Mauro Cifelli
romatoday.it, 15 aprile 2025 Il 40enne si trova ancora in coma, in condizioni stazionarie, nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Spallanzani. I familiari hanno ottenuto la possibilità di poterlo vedere. Dalle 14:30 alle 16:30. Questo il tempo concesso dal giudice, su richiesta dell’avvocato difensore, a mamma Anna, a papà Mario e a Valentina, sorella di Tiziano Paloni, per poter stare accanto a lui - dietro al vetro del reparto di terapia intensiva - con la speranza di vederlo uscire dal coma e ristabilirsi. Tiziano Paloni, 40enne romano, ricoverato d’urgenza al reparto malattie infettive dell’ospedale romano dopo aver contratto una meningite neisseria nel carcere romano di Regina Coeli dove era detenuto in attesa di giudizio.
di Ludovica Addarii
incronaca.unibo.it, 15 aprile 2025 Il Garante Iannello denuncia: “Bisogna fare di più”. Nel 2024 primo caso femminile dopo anni. “La situazione dei suicidi in carcere è grave, il numero complessivo è stato di certo fra i più drammatici”, commenta il garante dei detenuti di Bologna Antonio Iannello il giorno dopo la pubblicazione dei dati della relazione annuale sulla situazione delle carceri in Emilia-Romagna nel 2024. “Anche nel locale carcere bolognese si sono verificati due sconcertanti eventi di questa natura, uno dei quali presso la sezione femminile dove non si ricordavano da anni gesti di questa tragicità”. Nella regione sette persone si sono tolte la vita, a fronte dei 267 tentativi di suicidio, di cui 56 solo a Bologna. Il 2024 è stato definito l’anno dei record, dal momento che su tutto il territorio nazionale sono stati registrati ...
di Massimo Solani
rainews.it, 15 aprile 2025 La casa circondariale di Terni potrebbe essere la prima in Italia a consentire ai detenuti di svolgere colloqui intimi con il proprio partner. Una data ufficiale non c’è ancora e anche se quella comunicata ai detenuti interessati, ossia il 19 aprile, dovesse slittare dopo l’emanazione delle linee guida diramate la scorsa settimana dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, è chiaro che ormai si tratta di giorni.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 15 aprile 2025 C’è “un numero elevatissimo di detenuti, in larga maggioranza stranieri, molti giovani adulti. Pochi spazi, carenza di agenti. Mi sento di dover valorizzare quello che di positivo avviene all’interno del carcere, come tutte le esperienze di solidarietà, portate avanti dal non profit e dal privato sociale”. A parlare è Elisabetta Palù, direttrice reggente di San Vittore. A San Vittore “i detenuti sono circa 1.100, a fronte di 700 posti. La maggior parte sono stranieri, in aumento la presenza dei giovani adulti”. Le principali criticità da risolvere? “Il sovraffollamento e la mancanza di personale”. A margine di un’iniziativa di Regusto, attiva all’interno di San Vittore con un progetto di economia circolare, abbiamo dialogato con Elisabetta Palù, direttrice reggente della casa circondariale milanese da novembre 2024 ...
cgil.milano.it, 15 aprile 2025 Un presidio per denunciare l’abbandono istituzionale dell’esecuzione penale esterna e chiedere con forza investimenti, assunzioni e dignità per chi lavora nella giustizia di comunità e per chi sta scontando una pena fuori dal carcere. Si è svolta lunedì 14 aprile, in piazza Venino a Milano, vicino al carcere San Vittore, l’iniziativa promossa da Cgil, Funzione Pubblica e Osservatorio Carcere a Territorio, alla quale ha aderito una rete di realtà sociali impegnate sul fronte delle condizioni delle persone autori di reato. “Volontari, operatori, sindacalisti: siamo persone che credono nei valori costituzionali e nei diritti delle persone, tutte le persone”, ha aperto Ivan Lembo della Cgil Milano.
AFFARI SOCIALI
di Gaetano Azzariti
Il Manifesto, 15 aprile 2025 È urgente una prospettiva di riscatto complessiva attorno a valori condivisi. Ma come si unisce una moltitudine scomposta senza cadere nel populismo o nella vuota retorica? L’unica possibilità per raggiungere il quorum è far comprendere che i quesiti rappresentano due tessere di un progetto costituzionale per la salvaguardia dei diritti. Se vogliamo tessere la nostra tela è necessario partire dalla consapevolezza che la crisi della democrazia ha ormai investito il piano nobile della costituzione. Messa sotto pressione da un articolato progetto.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 15 aprile 2025 Mario Serio è componente del Garante nazionale dei detenuti. Prima intervista sul protocollo Albania: “Il trasferimento oltre Adriatico apre dubbi di rilevanza costituzionale: manca il controllo del giudice, il diritto di difesa è limitato, l’accesso al sistema sanitario precluso”. “L’uso delle fascette ai polsi non può essere indiscriminato” e “il decreto per trasferire i migranti dall’Italia all’Albania apre dubbi di rilevanza costituzionale”. Mario Serio, già ordinario di Diritto privato comparato all’università di Palermo, è uno dei tre componenti che il governo Meloni ha nominato al Garante nazionale dei detenuti, con l’avvocata Irma Conti e l’ex magistrato Riccardo Turrini Vita (presidente). È la sua prima intervista sul protocollo Roma-Tirana, esteso ai migranti irregolari.
DOCUMENTI
Decreto sicurezza: l'ANM ravvisa possibili profili di incostituzionalità
Articolo: "L’assedio al diritto penale costituzionale", di Alberto Alessandri
Articolo: "L'espletamento di un diritto ridotto a pratica da postribolo", di Cesare Burdese
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
Incontro-dibattito: "Vivere e morire nelle carceri italiane" (Verona, 15 aprile 2025)
G-News: "Taccuino degli eventi in carcere fino al 18 aprile", a cura di Antonella Barone
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 20 aprile 2025
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
CORSI E MASTER
CONCORSI E BANDI