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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 12 aprile 2025
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 12 aprile 2025 Il documento ha l’obiettivo di rendere operativa la decisione della Consulta sui colloqui senza controllo a vista: incontri fino a due ore con il coniuge o il convivente. L’altolà del sindacato di polizia penitenziaria. A un anno dalla sentenza della Corte Costituzionale, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria emana finalmente una circolare che detta le linee guida sull’affettività in carcere. La circolare nasce come risposta al pronunciamento della Consulta che, con la sentenza n. 10/2024, aveva messo in luce come l’obbligo del controllo a vista durante i colloqui familiari rappresentasse una violazione della dignità e un’ingiustificata compressione del diritto all’intimità.
di Irene Famà
La Stampa, 12 aprile 2025 Si parte in 32 istituti. Niente intimità per chi è stato trovato con telefonini o oggetti atti a offendere. E solo per il coniuge o il convivente stabile. Il diritto alla sessualità entra in carcere anche in Italia. Ma con regole precise e solo in trentadue strutture. A distanza di oltre un anno dalla pronuncia della Consulta, arriva il primo concreto segnale dal Dipartimento, che apre la strada alla possibilità di concedere colloqui intimi dietro le sbarre. “Un vero e proprio diritto soggettivo del detenuto” secondo i giudici. Si parte negli istituti di Brescia, Trento, Civitavecchia, Bologna, quello di Secondigliano a Napoli e di Sollicciano a Firenze.
di Claudio Del Frate
La Repubblica, 12 aprile 2025 La decisione del Dap sulla scorta di una sentenza della Corte Costituzionale. I potenziali destinatari del beneficio sono circa 17.000. Anche i detenuti hanno diritto all’affettività e a incontri intimi. Lo aveva stabilito una sentenza della Corte Costituzionale e ora anche il Dap (dipartimento amministrazione penitenziaria) fa suo questo principio: la sezione del ministero di giustizia responsabile della gestione delle carceri ha diramato una serie di “linee guida” per gli incontri dietro le sbarre tra i detenuti e i loro partner. Che dovranno comunque attenersi a regola precise una delle quali prevede che la porta della stanza in cui avverranno gli incontri dovrà rimanere aperta. I colloqui intimi “saranno concessi nello stesso numero di quelli che avvengono nelle tradizionali spazi per i colloqui all’interno delle carceri ...
di Andrea Oleandri*
Ristretti Orizzonti, 12 aprile 2025 “Oggi il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) ha emanato una circolare per assicurare, finalmente, il diritto alla affettività e alla sessualità nelle carceri. Un diritto sancito dalla Corte Costituzionale nel gennaio 2024 e ribadito nelle settimane scorse da ben tre tribunali di sorveglianza, che avevano accolto i ricorsi presentati da altrettante persone detenute i quali denunciavano l’impossibilità di svolgere rapporti intimi con i propri partner”. A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
di CON.SI.PE - Confederazione Sindacati Penitenziari
consipe.it, 12 aprile 2025 Non si ritiene opportuno richiamare la sostanza della sentenza della Corte Costituzionale, ampiamente nota e, soprattutto, fino ad oggi, fonte di ispirazione di diverse ipotesi di svariata fantasia che hanno accompagnato il lasso temporale ("importante" diremmo) intercorso prima che l’amministrazione penitenziaria rispondesse e regolamentasse ciò che i termini perentori delle diverse magistrature di sorveglianza avevano intimato ad ottemperare.
di Giacomo Puletti
Il Dubbio, 12 aprile 2025 Il bastone e la carota. Si può riassumere così la strategia che il governo sta portando avanti nel rapporto con l’Anm, e in particolare nella discussione attorno alla riforma della separazione delle carriere tra giudici e pm, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano che non disdegna attacchi anche diretti ai magistrati e il ministro della Giustizia Carlo Nordio che invece, almeno stante le ultime dichiarazioni, prova a smorzare i toni e a buttare acqua sul fuoco, anche in vista del faccia a faccia con il sindacato delle toghe, in programma la prossima settimana.
di Giovanni Palombarini*
questionegiustizia.it, 12 aprile 2025 La riforma della giustizia la vuole il popolo, ripetono Carlo Nordio e Giorgia Meloni, alludendo non agli uffici giudiziari dissestati, alle carenze degli organici dei magistrati e dei cancellieri, alla lunghezza dei processi, cose alle quali la generalità dei cittadini vorrebbe che si ponesse rimedio. Alludono invece a una modifica della Costituzione che, insieme alla distinzione delle carriere di giudici e pubblici ministeri, preveda di conseguenza non uno ma due consigli superiori della magistratura, con composizione rinnovata rispetto all’attuale equilibrata previsione e la scelta per sorteggio dei loro componenti. Davvero il popolo vuole questo? O è un obiettivo politico delle destre?
di Valentina Stella
Il Dubbio, 12 aprile 2025 Alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e delle più alte cariche dello Stato, tra cui il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, ieri mattina il presidente della Consulta, Giovanni Amoroso, ha condiviso le trentanove pagine della “Relazione sull’attività della Corte costituzionale relativa all’anno 2024”. Poi l’incontro di circa un’ora con la stampa, durante il quale ha voluto ribadire “l’importanza e la centralità del dialogo con gli organi di informazione”. Più volte è stato sollecitato dai giornalisti sullo scontro in atto tra politica e magistratura, soprattutto alla luce di quanto detto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano qualche giorno fa all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio Nazionale Forense.
La Repubblica, 12 aprile 2025 Il ministro aveva accusato le toghe di essere colpevoli del sovraffollamento dei penitenziari. “Fatico a immaginare come una colpa il fatto che un magistrato mandi qualcuno in carcere in base alle leggi fatte dal Parlamento”. Così dice il presidente dell’Anm Cesare Amoroso intervistato a Specchio dei tempi su Rainews24 replicando alle parole del ministro della giustizia Carlo Nordio che ha detto che il sovraffollamento delle carceri è causato dai magistrati che ci mandano le persone. E di colpo un altro fronte di scontro tra il governo di centrodestra e l’associazione nazionale magistrati è ora aperto.
di Silvana De Mari*
La Verità, 12 aprile 2025 Il dubbio è un concetto oggettivo, non soggettivo. Nel momento in cui dubbi ne aveva qualcun altro, per esempio un altro magistrato che allo stesso caso ha dato un’assoluzione, o anche giornalisti e criminologi che stanno ponendo tesi contrarie intelligenti, quando non c’è una prova certa, quando i moventi sono impalpabili, allora il dubbio è oggettivo. Il punto fondamentale era quello che si può condannare qualcuno solo quando la sua colpevolezza è clamorosa, al di là di ogni ragionevole dubbio. In quel periodo esisteva ancora la assoluzione per mancanza di prove. Mio padre mi spiegava che era assolutamente sbagliato. Se le prove non sono sufficienti allora deve esserci l’assoluzione, un’assoluzione piena.
di Giovanni Maria Jacobazzi
Il Dubbio, 12 aprile 2025 Felice Giuffré, componente laico del Csm in quota FdI, prova ad arginare l’impegno politico dei magistrati in vista del referendum sulle carriere separate. Quante probabilità ci sono che il Consiglio superiore della magistratura approvi una delibera che ponga un freno alla partecipazione dei magistrati ad eventi organizzati in via esclusiva da partiti politici? Molto poche considerando gli attuali equilibri a Palazzo Bachelet. Sulla carta, infatti, solo i togati di Magistratura indipendente, il gruppo conservatore, sono propensi ad una stretta. Il tema della partecipazione dei magistrati ad “eventi pubblici” è tornato ancora una volta di attualità questa settimana (vedasi Il Dubbio del 9 aprile, ndr) con la richiesta da parte del professore Felice Giuffré, componente laico del Csm in quota Fratelli d’Italia, di apertura di una ...
di Giovanni Bianconi
Corriere della Sera, 12 aprile 2025 Ancora irrisolta la “successione” al Dap. Non si ferma l’esodo dei magistrati arruolati dal Guardasigilli Carlo Nordio al ministero della Giustizia. L’ultimo in ordine di tempo a chiedere di andarsene e rientrare in ruolo è Luigi Birritteri, capo del Dag, il Dipartimento degli affari di giustizia, ma secondo voci ben informate è prossimo a compiere lo stesso passo anche Gaetano Campo, al vertice del Dog, Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria. Sono due tra le articolazioni più importanti del dicastero. Al Dag sono affidate la gestione amministrativa dell’attività giudiziaria, l’attività preliminare all’esercizio delle competenze ministeriali in materia penale e civile, la cooperazione internazionale; al Dog spetta, fra l’altro, il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia e la gestione del personale amministrativo.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 12 aprile 2025 Graziano Mesina, l’ex primula rossa del banditismo sardo, ha ottenuto la scarcerazione: il tribunale di sorveglianza di Milano ha accolto la settima istanza dei suoi avvocati, che chiedevano il differimento della pena per motivi di salute. L’ex bandito, attualmente ricoverato nel reparto penitenziario dell’ospedale San Paolo di Milano, ha 83 anni e vive in condizioni disperate. Le avvocate Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier hanno sottolineato come le condizioni cliniche di Mesina siano peggiorate negli ultimi due mesi. Non si alimenta, non si muove, fatica a parlare e non riconosce chi gli sta vicino. La diagnosi: una patologia oncologica diffusa, incurabile e in fase terminale.
GIURISPRUDENZA
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 12 aprile 2025 Il giudice che nega i domiciliari in caso di reati per cui è presunta l’adeguatezza del carcere non è tenuto a motivare sulla proposta di uso dello strumento se accerta la sussistenza del rischio attuale di reiterazione. La richiesta di arresti domiciliari - anche con l’aggiunta del braccialetto elettronico - in luogo della custodia cautelare in carcere non impone al giudice di motivare esplicitamente sull’inadeguatezza dello strumento elettronico di controllo se si rientra in uno di quei casi in cui la necessità della restrizione inframuraria è presunta dalla legge e il giudice ha appurato la sussistenza del pericolo attuale di reiterazione del crimine.
TERRITORIO
di Sabrina Tomè
Il Mattino di Padova, 12 aprile 2025 Allarme carceri in Veneto: 2.722 detenuti contro 1.938 posti disponibili. Sovraffollamento al 140%, con picchi del 183% a Treviso. Crescono i suicidi, mancano agenti e medici. Le proposte del Garante e della politica. Il tema del sovraffollamento delle carceri, è tristemente noto. Ma in Veneto è particolarmente grave, con numeri - quelli del 2024 del Garante per i Diritti della Persona Mario Caramel illustrati il 10 aprile in Commissione Sanità e Politiche Sociali - tra i più alti d’Italia. I detenuti rinchiusi nei nove istituti penitenziari sono 2.722, un piccolo paese. Un paese che però potrebbe accoglierne, stante i posti a disposizione, 1.938. Questo si traduce in un tasso di sovraffollamento pari al 140% che colloca il Veneto al quarto posto in Italia, dietro Puglia, Lombardia e Friuli (al 142%).
di Valentina Petrini
La Stampa, 12 aprile 2025 I familiari del detenuto in coma: “Un suo amico racconta che stava male già da tre giorni”. La direzione del Regina Coeli: “Trasportato in ospedale ai primi sintomi”. “Quando siamo arrivati in ospedale la dottoressa di turno, con le lacrime agli occhi, ha detto: mi dispiace mi hanno portato Tiziano che era già in coma. Da lì è iniziato il calvario”. Valentina è la sorella di Tiziano Paloni, 40 anni, romano, detenuto in attesa di giudizio nel carcere di Regina Coeli per detenzione illecita e aggravata di stupefacenti. Mercoledì 9 aprile la famiglia di Tiziano Paloni, attraverso l’avvocato Fabio Harakati contatta La Stampa. “Il mio assistito sta morendo. Non vogliamo accusare nessuno, ma abbiamo delle domande perché diverse cose non sono chiare.
di Manuela Sicuro
mitomorrow.it, 12 aprile 2025 La direttrice Palù: “Il recupero dei detenuti riguarda la collettività”. A tu per tu con chi dirige il carcere più affollato d’Italia, partendo dal progetto di recupero degli arredi di Regusto, per arrivare alle esigenze dell’istituto penale milanese: “Il personale carcerario affronta delle situazioni difficili da immaginare”. Dare una seconda opportunità di recupero è, o almeno dovrebbe essere, il principio di ogni istituto di pena. Questo è l’obiettivo del progetto Second Chance, che gestisce il riciclo e la distribuzione di prodotti e arredi a rischio spreco donati da aziende a strutture detentive del territorio.
di Chiara Currò Dossi
Corriere dell’Alto Adige, 12 aprile 2025 Il vescovo Ivo Muser ha celebrato la messa di Pasqua per una cinquantina di detenuti: “Diritto di espiare la pena in condizioni dignitose. “Garantire condizioni dignitose nelle carceri non è una concessione, ma un obbligo”. L’esortazione è del vescovo Ivo Muser che ieri mattina, 10 aprile, nella casa circondariale di via Dante, ha celebrato la messa di Pasqua alla presenza di una cinquantina di detenuti. Tornando a ribadire la necessità di costruire un nuovo carcere: “L’anno santo è l’anno del cambiamento, e cambiare richiede coraggio. Il coraggio di affrontare il problema del sovraffollamento, di migliorare le condizioni di vita in carcere, di investire in percorsi di rieducazione che diano una reale possibilità di riscatto. Non è un problema bolzanino, ma tocca tutto il Paese.
di Amedeo Lomonaco
vaticannews.va, 12 aprile 2025 L’incontro “Cultura è vita nei luoghi di detenzione”, promosso dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione e dal Dicastero per la Comunicazione, è stato l’occasione per illustrare progetti, legati al mondo penitenziario, in cui la formazione, l’arte e lo studio riescono a riaccendere la speranza anche in chi è privato di uno dei beni più grandi, la libertà. Intervenuti, tra gli altri, i prefetti dei due Dicasteri il cardinale José Tolentino de Mendonça e Paolo Ruffini.
di Jacopo Storni
Corriere Fiorentino, 12 aprile 2025 Gli errori fatti e le speranze nelle lettere dei carcerati dall’inferno di Sollicciano. A Firenze la lettura del cappellano al termine della processione. “Vorrei tornare a fare passeggiate coi miei figli”. “Tutti questi anni di prigione mi hanno fatto capire l’immenso errore, quanta parte della mia vita avevo sciupato, quanto dolore avevo inferto”. Le lettere dei detenuti dall’inferno del carcere di Sollicciano a Firenze riecheggiano lungo la Via Crucis dei giovani. Parole dove i reclusi raccontano le loro sofferenze, i loro errori, le loro speranze. Tra loro c’è un signore siciliano.
L’Arena, 12 aprile 2025 “Non vanno esclusi ma responsabilizzati”. Giovedì 17 aprile il convegno nazionale con la presentazione dei risultati del progetto che ha visto il Comune di Verona a guida delle 8 città italiane coinvolte. Ragazzi autori di reato, esiste un percorso che aiuta a ricostruirsi allontanandosi dalla devianza. La giustizia può anche riparare non solo punire. Si chiude a Verona, il 17 aprile al Palazzo della Gran Guardia, il progetto “Tra Zenit e Nadir: rotte educative in mare aperto” con un convegno in cui saranno presentati i risultati ottenuti ed una riflessione sulla condizione giovanile. L’iniziativa ha permesso di sperimentare l’approccio del paradigma riparativo per prevenire la criminalità minorile, responsabilizzare i minorenni autori di reato, attivare le comunità locali per recuperare e far ripartire i ragazzi coinvolti nel circuito penale.
di Andrea Aversa
L’Unità, 12 aprile 2025 Un giovane con problemi di salute e che ha commesso degli errori, ha narrato l’inferno vissuto a Poggioreale. Ma ha anche descritto i sentimenti e le emozioni che possono caratterizzare la comunità penitenziaria e la convivenza tra i detenuti. Lo scopo è quello di affermare che così com’è la pena non serve, perché finalizzata soltanto alla punizione e non al recupero delle persone
di Simone Alliva
Il Domani, 12 aprile 2025 Roberta Parigiani è un’avvocata di trentasei anni, portavoce e attivista del Movimento identità trans (Mit). La più antica associazione in Europa, nata in maniera informale nel 1976. È brava a parlare, la cadenza senese e la battuta pronta l’aiutano, e dunque a stare in tv. A scontrarsi con detrattori, politici e transfobici dichiarati, negli studi televisivi più ostili. È diventato popolare un suo scontro con una pioniera del movimento transfobico che l’accusava di dire banalità (“Lei è la campionessa dell’acqua calda, dottoressa”. “Ci si faccia un tè con la mia acqua calda”. Risate nello studio Mediaset. Video virale). “Ci troviamo forse nel periodo più buio per le persone non conformi”, racconta. Disegnando la resistenza della comunità trans fatto di percorsi di affermazione di genere oggi rallentati e attacchi costanti...
di Matteo Losana
Il Manifesto, 12 aprile 2025 La giustizia, come scritto in tutte le aule giudiziarie, dovrebbe essere uguale per tutti. Ma in alcuni frangenti agli ultimi - proprio coloro che ne avrebbero più bisogno - la giustizia è garantita attraverso procedimenti speciali, difficilmente compatibili con i principi costituzionali che disciplinano la magistratura e sanciscono il diritto fondamentale alla tutela giurisdizionale. È ciò che accade proprio con riferimento ai procedimenti riservati ai migranti e richiedenti asilo, spesso incentrati su presunzioni (come quella della provenienza da Paesi di origine sicura) e sul contingentamento dei tempi processuali che rendono particolarmente difficile far valere in giudizio le proprie ragioni.
di Giorgia Linardi*
La Stampa, 12 aprile 2025 Ammanettati con fascette ai polsi. Trattati come rifiuti pericolosi per mostrare il pugno duro, ma verso chi? Le persone deportate in Albania sono un nemico costruito ad arte per legittimare un approccio securitario sempre più sfacciatamente violento, sulla pelle di chi dovremmo invece proteggere. Il Governo emula i video social della Casa Bianca sulle deportazioni in catene dagli Usa, in un vortice di globalizzazione della cattiveria in cui gli Stati ricorrono alla forza come mezzo di controllo e affermazione di potere, ostentando disumanizzazione a scopo propagandistico.
di Vitalba Azzollini*
Il Domani, 12 aprile 2025 Circa un anno fa, parlando del velo di opacità che avvolge le politiche nazionali in tema di immigrazione, avevamo preannunciato che esso sarebbe calato pure sui centri in Albania. E così è stato. Come spiegato su queste pagine da Nello Trocchia, il direttore della struttura di Gjader ha respinto un’istanza di accesso agli atti presentata da Gennarino De Fazio, segretario della Uilpa, e la decisione è stata confermata in sede di riesame dal ministero della Giustizia. De Fazio aveva richiesto, in particolare, “copia del regolamento per la disciplina del sistema di videosorveglianza (…) presso la struttura penitenziaria di Gjader”, la data della sua emanazione e “copia del provvedimento con cui sono stati nominati il responsabile e gli incaricati del trattamento”.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 12 aprile 2025 La scena del crimine Le garanzie non si aggirano. È sempre possibile chiedere il riesame immediato del trattenimento. Questa volta sulla detenzione in Albania non dovrà esprimersi nessun giudice. O almeno così spera il governo che ci ha fatto un decreto apposta. Nonostante tanti sforzi, però, i migranti potrebbero comunque invocare il controllo giurisdizionale. In diversi modi. I primi tre round di trasferimenti hanno coinvolto richiedenti asilo mai entrati in Italia. Per questo sono stati portati a Gjader e rinchiusi nel centro di trattenimento, la prima delle tre strutture dell’ex area militare (seguono Cpr e penitenziario). Tra quelle mura avevano atteso che le toghe capitoline, prima del tribunale civile e poi della corte d’appello, decidessero sulla richiesta di convalida della detenzione avanzata dal ...
di Andrea Carugati
Il Manifesto, 12 aprile 2025 Il presidente della Corte costituzionale: “Legittimo criticare i giudici, no agli attacchi personali”. “Lo stop al terzo mandato vale per tutte le regioni a statuto ordinario”. E ribadisce i paletti al governo sui decreti: “Serve omogeneità”. Lo scorso anno 212 pronunce della Consulta e 94 dichiarazioni di incostituzionalità. “Il controllo sulle leggi funziona”. Dal fine-vita all’affettività in carcere, dai rapporti tra Stato e regioni al limite dei mandati elettivi, dalle norme sui licenziamenti all’abitazione come “diritto inviolabile” fino alle tutele per i conviventi di fatto anche nelle imprese familiari.
di Don Mattia Ferrari*
La Stampa, 12 aprile 2025 Mentre si avvicina la festa di Pasqua, c’è un’immagine molto importante per i cristiani e per tutti coloro che, laici o di altre religioni, partecipano in vario modo ai misteri pasquali: l’Orto degli Ulivi, dove Gesù vive la sua Passione, prima di essere processato dal potere religioso e politico, colpevole di essere portatore di un amore che sovverte in nome della fraternità universale le logiche di potere e di dominio. Anche oggi c’è un orto degli ulivi dove coloro che Gesù di Nazareth ha indicato come suoi fratelli e sorelle più piccoli subiscono una passione: è l’uliveto nei pressi di Sfax, nel Sud della Tunisia. Nella zona di Sfax vengono riportati indietro molti migranti catturati in mare dalla Garde Nationale tunisina sulla base degli accordi siglati con l’Unione Europea, su spinta dell’Italia.
DOCUMENTI
Circolare DAP. "Sentenza 10/2024 Corte costituzionale e affettività in carcere. Prime linee guida"
In vigore da oggi il decreto-sicurezza (d.l. 11 aprile 2025, n. 48): il testo in Gazzetta Ufficiale
Articolo. "Il virus panpenalista: vaccini e rimedi cercansi (seconda parte)", di Andrea Pugiotto
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
Seminario. "La Libertà è terapeutica, la Responsabilità è terapeutica: NO a manicomi e Opg, vecchi e nuovi" (Roma, 12 aprile 2025)
G-News: "Taccuino degli eventi in carcere fino 12 aprile 2025", a cura di Antonella Barone
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 14 al 20 aprile 2025
Incontro-dibattito: "Vivere e morire nelle carceri italiane" (Verona, 15 aprile 2025)
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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