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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 10 aprile 2025
Ristretti Orizzonti, 10 aprile 2025
Al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Lina Di Domenico
Al Direttore della Direzione Generale Detenuti e Trattamento, Ernesto Napolillo
Al Direttore Generale del personale, Massimo Parisi
All’amministrazione penitenziaria chiediamo rispetto della libertà di espressione, autorizzazione all’uso di tecnologie, tempi rapidi nelle risposte, adeguata considerazione dell’attività svolta dai volontari operatori della comunicazione.
di Mattia Feltri
La Stampa, 10 aprile 2025 La sfida è durissima ma abbiamo tutte le carte in regola per vincerla. L’anno scorso, quello del record assoluto, nelle carceri italiane abbiamo avuto ottantotto suicidi, esattamente uno ogni 4,14 giorni. Quest’anno, trascorsi quasi tre mesi e mezzo, i suicidi in carcere sono ventisette - l’ultimo martedì a Cuneo, se il numero non è salito nella notte -, ovvero uno ogni 3,57 giorni. Avanti di questo passo, il primato di ottantotto dovrebbe essere battuto e con un po’ di fortuna si può ambire alla favolosa quota cento, mai toccata manco quando c’era Lui, Benitone. Lo sforzo è immane e, da Giorgia Meloni in giù, nessuno lo prende sottogamba: pensate che, quando l’attuale governo è entrato in carica, nel settembre del 2022, i detenuti erano 55 mila e ottocento. Oggi sono oltre 62 mila.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 10 aprile 2025 Un confronto acceso, cifre discordanti e accuse di inefficacia hanno segnato ieri l’audizione del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove in Commissione Giustizia alla Camera, chiamato a rispondere alle interrogazioni dell’esponente di Italia Viva Roberto Giachetti sulle criticità del sistema carcerario, in particolare sul dramma dei suicidi e sul sovraffollamento. Dopo mesi di attesa, le risposte del governo non hanno placato le critiche, culminate in una dura replica del deputato, che ha definito “fallimentari” le politiche adottate. Delmastro ha aperto il suo intervento snocciolando dati ufficiali: 66 suicidi nel 2023, 82 nel 2024 e 16 nei primi mesi del 2025, a cui si aggiungono 122 decessi per cause naturali nel 2023, 126 nel 2024 e 33 nell’anno in corso.
di Giunta e Osservatorio Carcere dell’Unione Camere Penali Italiane
camerepenali.it, 10 aprile 2025 La circolare sull’Alta Sicurezza diramata il 27 febbraio dimostra come per il DAP la situazione nelle carceri è sì grave, ma per nulla seria. Non passa giorno senza che il carcere smetta di ricordarci le sue intollerabili condizioni di vita. La lunga scia dei suicidi scandisce, inesorabilmente, il tempo delle prigioni e con esso il lugubre calendario dei detenuti. Sono il segno più eclatante del malessere che alberga negli istituti penitenziari. E noi avvertiamo un senso di profonda indignazione e di forte timore nel ricordare i 28 detenuti - ultimo, a Cuneo - che, dall’inizio dell’anno, hanno deciso di porre fine alla loro vita. Un tragico numero che, assieme alle morti per altre cause, è arrivato a toccare la vetta degli 88 decessi dentro le sbarre, proiettandosi oltre il record dello scorso anno.
di Angela Stella
Il Dubbio, 10 aprile 2025 “La sentenza della Consulta è storica”, dice Nordio al question time, “ma ci vuole tempo”. Magi (+Europa): “Basta scuse, va attuata”. Nulla da fare per l’affettività in carcere. Lo ha ribadito il Ministro della Giustizia Carlo Nordio rispondendo ieri alla Camera ad una interrogazione di +Europa. Come è noto la sentenza 10 del 2024 della Corte costituzionale aveva riconosciuto che la possibilità per la persona detenuta di continuare a mantenere, durante l’esecuzione della pena, rapporti affettivi anche a carattere sessuale fosse “esigenza reale e fortemente avvertita” e corrispondente a diritto soggettivo da riconoscersi ad ogni detenuto, dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’articolo 18 della legge sull’ordinamento penitenziario.
di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 10 aprile 2025 Rispondendo al question time il Guardasigilli ha annunciato che il Ministero sta lavorando a dei moduli in legno, sul prototipo di Rebibbia. “Su 189 istituti penitenziari solo 32 hanno confermato allo stato l’esistenza di uno spazio idoneo alla affettività dei detenuti previa attuazione di ingenti e corposi interventi strutturali. Gli altri 157 istituti hanno dichiarato di non aver a disposizione spazi adeguati”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo nell’aula della Camera a un’interrogazione del deputato Magi sul diritto all’affettività delle persone detenute.
di Serena Sileoni
La Stampa, 10 aprile 2025 L’anno scorso, quando i ministri Nordio e Piantedosi presentarono alle Camere il disegno di legge sulla sicurezza, si sollevò un ampio dibattito sulla deriva securitaria del governo Meloni. I nuovi reati, le aggravanti e gli aumenti di pena, l’irrigidimento dell’ordinamento penitenziario e l’incremento dei poteri di polizia sono stati oggetto di critiche estese per l’impronta panpenalista e propagandistica che recavano. Ma non avevamo ancora assistito al peggio. L’ultimo Consiglio dei ministri si è imposto sul procedimento di approvazione in corso in Parlamento e ha fatto proprio con decreto legge il progetto in esame alle Camere. Poiché al peggio non c’è fine, la parte più irrispettosa nei confronti della funzione parlamentare è stata la motivazione.
di Gian Luigi Gatta, Vincenzo Mongillo, Gian Paolo Demuro, Stefano Fiore, Dèsirèe Fondaroli, Carlo Longobardo, Domenico Notaro
L’Unità, 10 aprile 2025 Il record di disposizioni penali introdotte con un solo dl. La dubbia compatibilità delle misure con svariati principi costituzionali. L’anomalo ricorso alla decretazione d’urgenza. Il tutto senza benefici per la sicurezza della collettività, Come direttivo dell’Associazione Italiana dei Professori di Diritto Penale ribadiamo la seria e oggi concreta preoccupazione per un così vasto intervento espressione di un ricorso al diritto penale in chiave simbolica di rafforzamento della sicurezza pubblica, per di più realizzato con lo strumento della decretazione d’urgenza. Le opportune modifiche rispetto alla versione originaria del “pacchetto sicurezza”, tese a diminuire la torsione repressiva dell’intervento, appaiono nel complesso marginali e non ne modificano l’impianto complessivo.
di Cataldo Intrieri
Il Domani, 10 aprile 2025 Con un importante intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio nazionale forense, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha esposto, con apprezzabile chiarezza, il manifesto del sovranismo giudiziario dei conservatori italiani guidati da Giorgia Meloni. Cerchiamo di dare, nel poco spazio, adeguata sintesi di un pensiero complesso e articolato, comunque nitido nelle sue finalità del tutto simili a quelle perseguite dai vari sovranismi: da Donald Trump a Viktor Orbán a Marine Le Pen la cui condanna richiama espressamente come esempio negativo degli ostacoli frapposti all’azione politica dei neo-conservatori.
di Simona Musco
Il Dubbio, 10 aprile 2025 Sulle motivazioni della sentenza Turetta lo solito show di polemiche al buio. “Perché i giudici spesso sembrano stare dalla parte dell’assassino?”. La domanda è apparsa in uno dei tanti commenti alla notizia del giorno, quella relativa ai motivi dell’esclusione dell’aggravante della crudeltà per Filippo Turetta, il giovane che ha ucciso con 75 coltellate l’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Una domanda che appare strana se si pensa alla decisione dei giudici della Corte d’Assise - composta, lo ricordiamo, anche da sei giudici popolari -, che hanno sentenziato l’ergastolo per Turetta. Vuol dire carcere a vita, la pena massima.
di Errico Novi
Il Dubbio, 10 aprile 2025 Il Governo lo ammette. Lo scrive nero su bianco, in risposta a un’interrogazione parlamentare: lo Stato non sa quanti siano gli innocenti travolti dalle confische antimafia. E neppure conosce il numero dei beni patrimoniali sottratti e poi restituiti ai legittimi proprietari, dopo che un giudice si è accorto che non c’erano elementi infliggere quelle misure. Non ci siamo mai neppure posti il problema: di fatto, il responso che lo Stato fornisce sul numero delle vittime incolpevoli sacrificate al mito dell’antimafia è questo. Ecco l’incredibile, ma per certi aspetti inevitabile esito dell’interrogazione che Roberto Giachetti - deputato di Italia viva iscritto anche a Partito radicale e Nessuno tocchi Caino, oltre che segretario d’aula a Montecitorio - aveva rivolto lo scorso 10 febbraio all’Esecutivo.
di Mauro Cifelli
romatoday.it, 10 aprile 2025 Lotta fra la vita e la morte in un letto del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Lazzaro Spallanzani dopo aver contratto una meningite neisseria nel carcere di Regina Coeli dove è detenuto. Tiziano Paloni, romano di 40 anni, ristretto nel carcere romano in attesa di giudizio, la mattina di lunedì 7 aprile è stato trasportato d’urgenza dalla casa circondariale di Trastevere prima all’ospedale Santo Spirito dove è giunto in coma per poi essere intubato ed essere trasferito all’ospedale Spallanzani dove è ancora in isolamento. A lanciare un grido d’aiuto la mamma di Tiziano, Anna, che si trova all’istituto delle malattie infettive romano in attesa di avere l’autorizzazione per poter vedere il figlio, attraverso un vetro.
di Francesco Moroni
Il Resto del Carlino, 10 aprile 2025 “Difficile che la sezione del carcere minorile chiuda entro l’anno. Ostellari affronti i problemi”. “È in atto una deportazione”. Non usano mezzi termini i garanti regionali dei detenuti. L’allarme riguarda i trasferimenti dalle strutture per minori alla Dozza voluti dal governo per rispondere all’aumento della popolazione carceraria giovanile: una strategia che “non risolve il problema”, ripetono i garanti. Il nodo è quello del sovraffollamento, arrivato al 150% negli istituti penali minorili dopo il ‘decreto Caivano’, che “ha messo in campo una criminalizzazione”. “È un errore trasferire persone dalle carceri minorili alla Dozza perché si allontanano dai loro territori - puntualizza Roberto Cavalieri, garante per l’Emilia Romagna. Ho fatto due sopralluoghi nella nuova sezione, l’ultimo lunedì: sono già 21 gli ospiti che sono stati allontanati dai territori in cui risiedevano”.
di Guido Garau
cagliaritoday.it, 10 aprile 2025 Sovraffollamento, psicofarmaci e un sistema sotto accusa: l’inchiesta di Altreconomia illumina le ombre di un Ipm simbolo di un disagio nazionale, dove i ragazzi oscillano tra abbandono e timidi progetti di rinascita. Il carcere minorile di Quartucciu, situato in località Su Pezzu Mannu, nei pressi di Cagliari, rappresenta uno dei tasselli di un sistema penitenziario minorile italiano sempre più sotto pressione, come evidenziato dall’inchiesta di Altreconomia intitolata “La stretta repressiva sui giovani. Dagli Ipm alle comunità-ghetto”. Pubblicata il 1° aprile 2025, l’indagine denuncia una realtà preoccupante: sovraffollamento, ricorso crescente agli psicofarmaci, abbandono dei ragazzi reclusi e una risposta governativa che sembra privilegiare la costruzione di nuove strutture piuttosto che affrontare le radici ...
di Antonio Maria Mira
Avvenire, 10 aprile 2025 Nella Relazione del ministero della Giustizia il punto su sovraffollamento e percorsi esterni. Poi l’annuncio: grazie al fondo Fami più competenze agli operatori e una migliore governance. L’Istituto penale per minorenni “Cesare Beccaria” di Milano, “è certamente quello maggiormente interessato dal sovraffollamento”. Lo afferma il ministero della Giustizia nella “Relazione concernente la disciplina dell’esecuzione delle pene nei confronti dei detenuti minorenni” relativa al 2024, appena trasmessa al Parlamento. Alla fine dello scorso anno le presenze dei ragazzi nell’Ipm milanese erano 66 a fronte di una capienza di circa 45 posti. Una gravissima situazione diffusa ovunque in Italia.
di Edoardo Varese
araldolomellino.it, 10 aprile 2025 Detenuti ancora privi del Garante: sprovvisti di quella figura che ha il compito di controllare e verificare che siano garantiti il diritto alla salute, una vita dignitosa, la funzione rieducativa della pena e di assicurare che le condizioni dei luoghi di reclusione siano idonee per gli stessi detenuti. Passano i mesi, ma da oltre un anno la situazione nelle case di reclusione di Vigevano, Pavia e Voghera non è cambiata, tanto da indurre anche istituzioni e esponenti politici provinciali a prendere voce: “Se prima dell’estate non ci sarà la nomina - dichiara Simone Marchesi, segretario provinciale del Pd - alzeremo ulteriormente la voce, coinvolgendo anche le altre forze politiche, incluse quelle di centrodestra.
di Paolo Moretti
La Provincia, 10 aprile 2025 Il cronista Alessandro Trocino racconta dodici storie di persone che si sono tolte la vita nelle carceri italiane. “Un omaggio alla memoria, ma anche un modo di parlare di diritti negati”. Oggi alle 18 l’incontro alla Ubik. “Una società dove si contempla l’inferno sulla terra ha perso in partenza”. Parole di una sorella, che in quell’inferno ha perso il fratello. Trovato morto, con un pezzo di lenzuolo attaccato a una grata e poi stretto al collo. Un inferno dove, dall’inizio di quest’anno, si sono tolte la vita già 22 persone. Dove tra il 2021 e il 2024 si sono registrati, ogni anno in media, 73 suicidi. Quel luogo, quell’inferno sulla terra, è il carcere.
trevisotoday.it, 10 aprile 2025 Incontri culturali in carcere, alle librerie Paoline e alla Libreria San Leonardo di Treviso, hanno fatto da speciale cornice all’edizione 2025 del progetto “Libro Sospeso” di Cittadinanzattiva, che consiste nella donazione di libri nuovi - con dedica - alle persone detenute nella casa circondariale di Santa Bona. Con l’iniziativa sul “Volontariato capace di dare forza alla solidarietà e alla speranza” martedì 08 aprile alla Libreria San Leonardo di Treviso si è chiusa l’attività a sostegno del progetto “Libro Sospeso 2025” di Cittadinanzattiva Treviso, attività grazie alla quale i cittadini possono donare volumi nuovi alle persone detenute nel carcere di Santa Bona di Treviso.
di Cristina Giudici
Il Foglio, 10 aprile 2025 C’è è chi ha sorriso con discrezione e chi, esuberante, ha improvvisato una gag per “i forestieri” entrati nella sezione femminile del carcere modello di Bollate. Quello noto per i quadri colorati alle pareti, le attività trattamentali, il lavoro, lo studio al fine di rendere la pena meno afflittiva e più rieducativa. Eppure Bollate è pur sempre una prigione, dove a un certo punto c’è chi dice basta, mi arrendo. Come è successo a una detenuta che si è impiccata il 31 marzo (sono già 25 i carcerati che si sono tolti la vita nel 2025). Ed è proprio per questo motivo che l’evento organizzato dalla Cooperativa sociale Alice lunedì scorso nella sartoria della sezione femminile ha portato una brezza primaverile necessaria per incoraggiare le lavoratrici che hanno deciso di accettare una sfida partita da Milano per essere replicata in tante altre carceri italiane.
parmadaily.it, 10 aprile 2025 Lunedì 7 aprile si è tenuto un incontro presso la Casa Circondariale di Parma, organizzato da Acli Provinciale Parma, per illustrare l’attività del Patronato Acli all’interno del carcere, che dal 2015 - grazie a un accordo nazionale - offre assistenza previdenziale e fiscale ai detenuti. A Parma, questo servizio è reso possibile grazie all’importante sostegno di Fondazione Cariparma e al prezioso impegno di Mauretta Ghirardi, volontaria Acli, che da anni affianca i detenuti nella gestione delle pratiche, con il supporto delle operatrici di Patronato e Caf Acli.
di Giuseppe Mancini
ilreggino.it, 10 aprile 2025 L’iniziativa, che si avvierà nel carcere locale, mira a restituire alla comunità liberi cittadini, che, attraverso un percorso esperienziale, possano vivere delle concrete prospettive di integrazione. Grazie al supporto di numerosi partner, ci si concentrerà su 4 aree di intervento: attività sportiva, formativa, educativa e di animazione culturale. Sport praticato come strumento di valorizzazione di sé, di socializzazione e di autostima, al fine di restituire alla comunità liberi cittadini, che, attraverso un percorso rieducativo, conoscitivo ed esperienziale, possano vivere delle concrete prospettive di integrazione. Si è tenuta oggi, presso la sala Consiliare del Comune di Palmi, la presentazione del progetto “Cambia-Menti con lo Sport”, che promuove lo sport come strumento ed opportunità di rieducazione per i detenuti ...
CULTURA
di Arnaldo Capezzuto
Il Fatto Quotidiano, 10 aprile 2025 Un ammonimento per chi pensa (certa politica) ai penitenziari come grandi discariche sociali. Ti siedi sulla poltrona a scomparsa del cinema-teatro Posillipo della Napoli collinare - locale che 20 anni di gestione con proiezioni, cene spettacolo, show e una intensa attività culturale, a breve chiuderà i battenti per volontà della proprietà - per guardare l’ultimo lavoro di Gianfranco Pannone, regista documentarista e teatrale (ultimo spettacolo al teatro San Ferdinando è stato Cinemamuto sulla censura a Elvira Notari) “Qui è Altrove: Buchi nella realtà”.
di Cinzia Arena
Avvenire, 10 aprile 2025 “Miya Miya. Riflessioni da uno scoglio di confine”, è il diario collettivo nel quale sono confluiti emozioni, pensieri e riflessioni. In arabo significa letteralmente “100%”, inteso come “va tutto bene” ed è la frase che i giovani specializzandi usano per tranquillizzare chi arriva, ma che viene ripetuta come un mantra dagli stessi migranti. L’esperienza sul molo Favaloro degli specializzandi in malattie infettive dell’università di Bari. L’isola crocevia di speranza e simbolo di accoglienza per chi arriva da lontano.
di Lorenzo Santucci
Il Domani, 10 aprile 2025 Il fallimento delle proteste dell’ultimo decennio: “È possibile essere nel giusto ma venire tragicamente ignorati”. Nel suo ultimo libro “Se noi bruciamo. Dieci anni di rivolte senza rivoluzioni” (Einaudi) il giornalista Vincent Bevins ha ripercorso quanto accaduto in giro per il mondo tra il 2010 e il 2020, interrogandosi su cosa non abbia funzionato e sul perché gli obiettivi prefissati non sono stati raggiunti. Come è possibile che il decennio più partecipato di sempre in termini di proteste abbia portato pochi o nulli cambiamenti nella società?
di Anna Mastromarino
La Stampa, 10 aprile 2025 Ogni sua disposizione marca concrete discontinuità con il passato anche quando non sembra farlo. Lo fa perché i suoi costituenti avevano già deciso da che parte della storia stare. Le Costituzioni sono documenti capaci più di qualsiasi atto normativo di marcare le continuità e le discontinuità con il passato. In questo senso, a me pare che si possa dire che le costituzioni sono “luoghi di memoria”, ossia spazi pensati non per glorificare il passato e i suoi protagonisti, ma con il fine di costruire un futuro. Questo trovare nella storia le ragioni del presente per definire l’avvenire comporta necessariamente l’accettazione di un fatto incontrovertibile: sin dall’inizio la Costituzione italiana si presenta come diretta conseguenza del fascismo.
di Fabrizia Giuliani
La Stampa, 10 aprile 2025 La famiglia, le relazioni, la sessualità, la generazione ma anche la cura e la morte sono temi sono diventati terreno di scontro politico senza prigionieri. Poche cose nuocciono al vivere civile come lo scontro ideologico su materie che definiamo eticamente sensibili, attingendo a un lessico tanto generico quanto poco accessibile, ossia questioni che attengono alla vita, i suoi luoghi e i suoi processi. La famiglia, le relazioni, la sessualità, la generazione ma anche la cura e la morte. Questi temi sono diventati il terreno prediletto dalla politica per lo scontro dove non ci sono prigionieri, dove l’avversario deve essere piegato e vinto e le convinzioni si impongono con la forza dei numeri.
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 10 aprile 2025 Oggi il dibattito sul libro di d’Avack, con Paglia, Zanettin (FI), Di Biase (Pd) e Greco (Cnf). Si terrà oggi presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati la presentazione del nuovo libro di Lorenzo d’Avack, “Filiazione e fine vita. Riflessioni bioetiche e giuridiche” (Scholé, Editrice Morcelliana), che sarà anche l’occasione per riaprire il dibattito sul tema del fine vita. L’evento organizzato dal Dubbio e moderato dal nostro direttore Davide Varì, sarà introdotto dal Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Francesco Greco, e dal Vicepresidente della Fondazione dell’Avvocatura Italiana, Vittorio Minervini.
di Marika Ikonomu
Il Domani, 10 aprile 2025 Nuovo Decreto, nuovo trasferimento. Con ogni probabilità la prima nave con a bordo persone trattenute pescate da diversi Centri di permanenza per i rimpatri italiani partirà e arriverà domani, giovedì 10 aprile, in Albania, dopo la modifica di funzione voluta dal governo per salvare l’intesa firmata con Edi Rama. Per mesi i centri costruiti dall’Italia sono rimasti vuoti, in attesa della decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea sulla definizione di paese sicuro. Una pronuncia da cui dipende il futuro dell’accordo Roma-Tirana così come pensato inizialmente: centri per i richiedenti asilo, provenienti da paesi considerati sicuri, salvati dalle autorità italiane in acque internazionali, che possono vedersi applicare le procedure accelerate di frontiera.
di Flavia Amabile
La Stampa, 10 aprile 2025 Oggi era in calendario il quarto sbarco nel Paese. Un intervento che non riguardava più i richiedenti asilo salvati in mare ma stranieri irregolari in Italia. Ma le proteste hanno rinviato l’operazione. Sarebbero state due rivolte nel Cpr di Brindisi a costringere il ministro Matteo Piantedosi a rivedere i suoi piani sull’operazione Cpr in Albania. Che non sarà più oggi come previsto ma, forse, domani. Le rivolte sarebbero scoppiate quando ormai era dato quasi per certo l’arrivo per oggi, 10 aprile, di un primo gruppo di persone trasferite dai Cpr italiani a quello di Gjader. Si trattava di circa 40 stranieri, recuperati dopo un complesso processo di selezione in diversi Cpr italiani. Trasportati nei giorni scorsi a Brindisi, sarebbero dovuti partire con due navi diverse nel pomeriggio di oggi.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 10 aprile 2025 Don Mattia Ferrari spiato e vittima di un blitz a dicembre 2023. Mediterranea: “La destra sta cercando di insabbiare tutto”. Al Copasir auditi i rappresentanti della società israeliana: il nodo dei contratti. Un tentativo di intrusione, avvenuto nel dicembre del 2023, nella casa di famiglia di don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo della ong Mediterranea, a Formigine, in provincia di Modena. È questo l’elemento nuovo che stanno valutando gli inquirenti di Bologna, dove il sacerdote aveva inoltrato un esposto riguardante lo spyware Graphite installato sul suo smartphone. La vicenda, in un primo momento, era stata affrontata dalla procura di Modena, dove don Ferrari aveva inoltrato una denuncia per delle minacce ricevute in passato, ma venne in breve derubricata a un tentativo di intrusione a scopo di furto ...
di Alessandro Fioroni
Il Dubbio, 10 aprile 2025 Rischia di essere giustiziata nei prossimi giorni (forse nelle prossime ore) Verisheh Moradi (mentre il suo appello è in attesa di giudizio presso la Corte suprema), una donna, attivista, appartenente alla minoranza curda in Iran. Il suo è stato un processo fortemente macchiato da diverse irregolarità. La sentenza di morte è stata pronunciata nel novembre 2024, con l’accusa “standard” di ribellione armata contro lo stato anche se Verisheh ha sempre negato di aver imbracciato le armi in Iran. Amnesty International ha lanciato un appello per salvare la donna dalle grinfie del boia.
DOCUMENTI
Articolo. "Diritto all’affettività in carcere: spiragli di un cambiamento", di Giuseppe Domingo
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
Incontro-dibattito: "Cultura è vita nei luoghi di detenzione" (Roma, 10 aprile 2025)
Seminario. "La Libertà è terapeutica, la Responsabilità è terapeutica: NO a manicomi e Opg, vecchi e nuovi" (Roma, 12 aprile 2025)
G-News: "Taccuino degli eventi in carcere fino 12 aprile 2025", a cura di Antonella Barone
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 13 aprile 2025
Incontro-dibattito: "Vivere e morire nelle carceri italiane" (Verona, 15 aprile 2025)
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
CORSI E MASTER
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