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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 5 settembre 2024
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 5 settembre 2024 Le carceri italiane sono state attraversate da un’ondata di proteste e disordini durante tutto il mese di agosto, segnando uno dei periodi più critici dopo le grandi e gravi rivolte avvenute durante la pandemia. La situazione, ormai insostenibile, ha fatto riemergere con prepotenza problemi cronici come il sovraffollamento, le condizioni delle strutture fatiscenti e il drammatico aumento dei suicidi tra i detenuti tanto da raggiungere il record assoluto di 68 persone che si sono tolte la vita dall’inizio dell’anno. L’ultimo lunedì scorso a Benevento. A questo si aggiungono le difficoltà nella gestione dei detenuti con problemi di salute mentale, che hanno contribuito a rendere il clima ancora più teso e pericoloso.
di Franco Mirabelli*
huffingtonpost.it, 5 settembre 2024 Investire sui servizi per dare assistenza a chi subisce un reato e velocizzare i processi per rispetto delle vittime, sono cose necessarie su cui non c’è traccia di interventi da parte del governo. Ma è grave anche l’inerzia e l’indifferenza di fronte alle condizioni delle carceri in Italia. Occuparsi delle carceri e delle condizioni della detenzione non porta voti e parlare di ciò che succede negli istituti di pena non interessa a chi è fuori. Ma la politica non può non occuparsene; il governo non può restare inerme di fronte ai problemi e l’opinione pubblica indifferente perché, da come vengono trattati i reclusi, si misura il grado di civiltà di un Paese.
di Mariastella Gelmini*
Avvenire, 5 settembre 2024 Esistono valide ragioni per ritenere che la disastrosa situazione delle carceri italiane continuerà a essere di stretta attualità ancora per molto. Purtroppo. Ciò dipende in primo luogo da alcuni dati oggettivi, a cominciare dal sovraffollamento (parliamo di 10mila persone in più) e dalla drammatica crescita di suicidi e atti di autolesionismo. In Gran Bretagna è stato sufficiente che il tasso di occupazione delle carceri superasse il 90 per cento (in Italia, come è noto, siamo al 130%) perché governi sia di destra che di sinistra sentissero il dovere di intervenire con misure di immediato impatto. Il decreto varato dal ministro Nordio lo scorso luglio, convertito in legge senza un reale confronto parlamentare, contiene sicuramente misure positive, come l’aumento del numero di agenti di polizia penitenziaria ...
di Giulia Merlo
Il Domani, 5 settembre 2024 Il guardasigilli ha sostenuto che il sovraffollamento è colpa di una “immigrazione massiccia”. Ma la percentuale di detenuti stranieri è calata e il governo ha rivendicato di aver ridotto i flussi. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha individuato il nuovo capro espiatorio per spiegare il sovraffollamento nelle carceri: i migranti. Anche a costo non solo di confutare i dati ministeriali, ma di smentire anche i successi vantati dal suo stesso governo. “C’è stata una immigrazione massiccia che ha portato a una popolazione carceraria di detenuti stranieri che supera da noi il 30 per cento, in alcune realtà addirittura il 50 per cento, per reati contro il patrimonio, connessi essenzialmente alla necessità di procurarsi da vivere. È là che va trovata una soluzione, non certo con una liberazione ...
di Francesca Fagnani
La Stampa, 5 settembre 2024 Le celle scoppiano. Di detenuti, sempre troppi rispetto alla capienza prevista, di rabbia, che esplode nelle rivolte sparse in tutta Italia, di fragilità e di abbandono, che si misura nella drammatica conta annuale dei suicidi. Che un terzo della popolazione carceraria sia rappresentato da detenuti con problemi di dipendenza da droga e alcool è un fatto noto e di certo non solo italiano, in America per esempio con l’invasione del Fentanyl la situazione è perfino più critica che altrove. Rispetto a questa delicata questione, l’attuale decreto carceri prevede come soluzione il trasferimento dei detenuti tossicodipendenti in comunità di recupero, previa ovviamente l’approvazione delle autorità giudiziarie. Giusto, anzi sacrosanto. La tossicodipendenza infatti secondo la definizione ...
di Carlotta Sanviti
gamberorosso.it, 5 settembre 2024 Nelle carceri italiane, i detenuti devono arrangiarsi con ingegno per creare pasti decenti, mentre le ditte appaltatrici guadagnano cifre esorbitanti con il sopravvitto. L’attesa del pasto nelle carceri avviene generalmente in un silenzio interrotto solo dal rumore dei passi dei “portavitto” che si avvicinano, dal clangore metallico delle chiavi e dall’apertura delle porte di metallo; l’attesa diventa palpabile, quasi un’entità a sé stante che occupa la cella. Quando finalmente il carrello del cibo arriva, si crea una sorta di rituale meccanico. Il cibo è spesso insapore, la consistenza monotona, e raramente offre una vera soddisfazione, c’è quello che offre “la casanza” (nel gergo carcerario è il carcere stesso).
di Glauco Giostra
Avvenire, 5 settembre 2024 Le professionalità penitenziarie patiscono un’ingiusta emarginazione culturale e sociale cui è necessario porre rimedio. Gravati da compiti difficili e importanti finiscono sotto i riflettori solo quando subiscono o usano violenza. Serve una maggior considerazione del loro operato in generale. Da quando i riflettori mediatici si sono finalmente soffermati, al prezzo di tante morti, sull’universo carcerario, capita non di rado di sentire parlare della polizia penitenziaria. Ma soltanto quando i suoi uomini subiscono o usano violenza. O in presenza dell’agghiacciante notizia del suicidio di uno di loro. Poi tornano, ingenerosamente al centro della disattenzione pubblica, a svolgere la loro difficile, delicatissima e mai gratificante, né gratificata funzione.
di Errico Novi
Il Dubbio, 5 settembre 2024 “Chiedo responsabilità. Mi rivolgo a tutti. Chiedo di mettere da parte le strumentalizzazioni. Sul carcere non ce n’è proprio bisogno. Serve invece consapevolezza, anche da parte di chi conduce battaglie per migliorare la condizione dei detenuti. E chi è recluso deve sapere cosa ha davanti a sé, quali sono le reali possibilità di reinserimento e quando finirà la pena. Partiamo da due punti chiave: il lavoro come principale forma di recupero sociale e la possibilità di accedere più agevolmente alle misure alternative. Abbiamo scelto di impegnarci lungo queste due direttrici e credo otterremo risultati significativi, anche se in tempi non istantanei. E, proprio a proposito di tempi, non è giusto alimentare illusioni e agitare chi è dietro le sbarre”. Il sottosegretario Andrea Ostellari ...
di Errico Novi
Il Dubbio, 5 settembre 2024 Il ministro: “È un tema così importante che mi piacerebbe se i cittadini si esprimessero su questo”. Può sembrare un approccio temerario, ma il nodo giustizia aggrovigliato da 32 anni si può scogliere solo se gli elettori lo vorranno davvero. Ci sono guardasigilli che passano, e lasciano un segno più o meno visibile. Ma di Carlo Nordio non si potrà certo dire che scivolerà via in dissolvenza. È un ministro della Giustizia che per linguaggio, acume, originalità, si distingue dagli altri. È l’impressione che si ricava dal suo intervento di stamattina a SkyTg24. E al di là dello stile, lo scambio con la giornalista della tv di Murdoch ha offerto molti spunti.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 5 settembre 2024 Il procuratore di Napoli davanti ai giornalisti si fa beffe della legge sulla presunzione di innocenza e lancia il suo ultimo teorema: “Le rivolte in carcere? Colpa dei parlamentari”. “Condannato a 61 anni di reclusione e libero dopo 19 anni”. Diversi giornali hanno riportato con enfasi, e una celata indignazione, una dichiarazione fatta dal procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, durante una conferenza stampa tenuta martedì per illustrare i dettagli di una maxi operazione contro la camorra. “L’indagato principale è un noto pregiudicato, Aldo Picca, che è stato condannato a 61 anni di reclusione e dopo 19 anni è uscito dal carcere. Appena è uscito dal carcere ha ricominciato a riorganizzarsi”, ha detto Gratteri davanti ai giornalisti. L’affermazione è stata riportata dai cronisti senza batter ciglio ...
di Tiziana Maiolo
Il Dubbio, 5 settembre 2024 Alcune sembrano essere diventate un terreno fertile per astuzie procedurali: l’utilizzo strumentale delle accuse di stampo mafioso sta trasformando alcune inchieste giudiziarie in esercizi di potere arbitrario. Certe inchieste giudiziarie sembrano diventate terreno per giocolieri e competizione di astuzie. Quando il presidente dell’Unione Camere penali, Francesco Petrelli, riferendosi alle modalità di indagine usate nell’inchiesta su Giovanni Toti, parla di “arbitrarietà priva di sanzioni della scelta da parte del pm delle incolpazioni di ambito mafioso”, allude proprio alle astuzie procedurali ormai sempre più diffuse. Che impugnano come un’arma da combattimento la parola magica: la Mafia.
di Giuseppe Bonaccorsi
Il Dubbio, 5 settembre 2024 Una ditta siciliana attende da sei anni una risposta, che però non arriva. Il legale: “Un’anomalia difficilmente comprensibile per chi ha a cuore le ragioni di Stato”. A distanza di sei anni dalla presentazione della domanda, la Prefettura di Ragusa non ha ancora risposto alla richiesta di iscrizione alla “White list” presentata dalla ditta “Fratelli L. srl”, che opera in territorio ibleo nel settore delle cave e della fornitura di materiali. Ora il rischio è che l’azienda, ancora in attesa di una risposta prefettizia, perda una commessa pubblica molto importante.
GIURISPRUDENZA
di Patrizia Macciocchi
Il Sole 24 Ore, 5 settembre 2024 L’innalzamento del tetto di pena preclude l’accesso al beneficio. Va all’esame della Corte costituzionale il no alla sospensione del processo per messa alla prova per i piccoli spacciatori. Il Tribunale di Padova ha sollevato questione di legittimità costituzionale in ordine alla preclusione della sospensione del procedimento con messa alla prova per i delitti previsti dall’articolo 73, comma 5, del Dpr n. 309 del 1990 sulla produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope. Nel mirino dei giudici del rinvio è finita la modifica del quinto comma dell’articolo 73 del decreto, messa in atto con il Dl 123/2023 (convertito dalla legge 13 novembre n. 159/2023). Un intervento con il quale è stato innalzato il limite massimo di pena previsto per lo spaccio anche di lieve entità ...
TERRITORIO
di Luca Fiorucci
La Nazione, 5 settembre 2024 Il procuratore generale Sottani ha riunito gli “attori”: l’obiettivo è elaborare un piano congiunto per l’Umbria. Comunità a cui affidare i detenuti con dipendenze da un lato. Dall’altro, l’istituzione di una Rems in Umbria che è obiettivo non più rimandabile. Il procuratore generale di Perugia, Sergio Sottani, ha riunito nell’aula formazione della Corte d’appello i procuratori del Distretto con i direttori e i comandanti della Polizia penitenziaria, oltre ai vertici dell’Ufficio distrettuale di Esecuzione penale esterna di Perugia. Sovraffollamento, carenza di personale, difficile gestione dell’elevato numero di reclusi con problemi di tossicodipendenza e affetti da disturbi psichici si confermano come le principali criticità delle strutture della regione.
di Nicola Bonafini
Il Resto del Carlino, 5 settembre 2024 Cominciata l’autopsia sul 54enne marocchino trovato senza vita alla Pulce. I parenti non credono al suicidio in cella, la procura indaga per istigazione. Ieri negli uffici della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio è stato conferito al dottor Michele Carpinteri del Policlinico di Modena, l’incarico di svolgere l’autopsia sul corpo di Saddiki Abdeljalil, il 54enne di nazionalità marocchina presumibilmente morto suicida nella serata di giovedì scorso nella sua cella dove era detenuto al carcere della Pulce di via Settembrini, impiccandosi alle grate della finestra, secondo la ricostruzione al momento più accreditata, con dei brandelli di una maglietta.
di Giovanni Del Giaccio
Il Messaggero, 5 settembre 2024 Secondo decesso sospetto nel carcere di via Cerreto dall’inizio del 2024. Un detenuto era morto nel sonno, forse per avere ingerito troppi farmaci, mentre ieri c’è stato quest’altro caso. Nel 2023 si erano verificati altri due casi. Un’indagine per omicidio, un’altra per morte sospetta, in mezzo la protesta di un gruppo di detenuti della Casa circondariale di Frosinone e l’ennesimo appello delle organizzazioni sindacali a rinforzare gli organici. Ore incandescenti nella casa circondariale di via Cerreto, dove nella tarda mattina di lunedì si è registrato il decesso di un detenuto di 62 anni, la sera i disordini nella quinta sezione e nel frattempo è arrivata la notizia dell’inchiesta per omicidio relativa alla morte di Manuel Pignatelli, 34 anni di Pontecorvo.
di Valentina Lanzilli
Corriere di Bologna, 5 settembre 2024 La Gip ha disposto altri sei mesi di indagini sulla rivolta dell’8 marzo 2020 dove morirono nove persone. Colpo di scena nella vicenda che riguarda le rivolte nel carcere modenese di Sant’Anna, avvenute l’8 marzo del 2020, al seguito delle quali morirono nove persone, che avevano rubato metadone e farmaci dall’infermeria. Il giudice per le indagini preliminari modenese Carolina Clò infatti non ha accolto la richiesta della Procura di Modena di archiviare il fascicolo che ipotizzava il reato di tortura a carico di 120 appartenenti alla Penitenziaria, ma ha disposto ulteriori indagini, con termine di sei mesi, indicando persone da sentire e atti da acquisire. Tra le circostanze che per il giudice meritano di essere chiarite c’è il mancato funzionamento di alcuni sistemi di videosorveglianza.
di Cristina Giudici
Il Foglio, 5 settembre 2024 L’ex direttore del Dap Luigi Pagano riflette su disagio, violenze e riforme mancate. Forse più che la rivolta al Beccaria è il dibattito esploso successivamente che ci fa vivere sempre nel Giorno della marmotta. E non perché non siamo consapevoli del disagio giovanile profondo soprattutto fra gli “utenti” degli istituti penali minorili, in maggioranza stranieri che vengono dalla strada. E neanche perché siamo indifferenti alle violenze subite dai baby detenuti da parte degli agenti penitenziari ed emerse nell’aprile scorso. Ma le sparate dell’eurodeputata Ilaria Salis e le provocazioni dei Radicali che invocano la chiusura degli istituti penali minorili ci ricordano solo che dopo mezzanotte è sempre buio.
di Serena Coppetti
Il Giornale, 5 settembre 2024 Il cappellano don Burgio ora propone l’inserimento di un’autorità spirituale e religiosa per i minori stranieri. “Li aiuterebbe a recuperare il codice etico che hanno smarrito”. Un imam a disposizione dei minori stranieri detenuti al carcere Beccaria. Una figura religiosa che parli al loro cuore con la loro lingua, che li aiuti a recuperare un comune codice etico evidentemente smarrito. È una proposta forte quella che avanza don Claudio Burgio, il cappellano dell’istituto minorile ma ritenuta utile anche dal garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Milano, Francesco Maisto. Una proposta non prevista peraltro dal regolamento degli istituti minorili ma che si inserisce proprio all’interno di quel “dialogo interreligioso portato avanti dalla diocesi” e sui ha posto l’accento ...
di Marianna Rizzini
Il Foglio, 5 settembre 2024 Sovraffollamento (a un tasso regionale del 143 per cento), strutture obsolete, carenza di personale, suicidi: la situazione delle carceri nel Lazio, come anche a livello nazionale, è allarmante. A inizio luglio, dunque, il garante dei detenuti della Regione Lazio Stefano Anastasìa aveva lanciato un appello: “È una lunga scia di morti quella che vediamo allungarsi sul nostro percorso in questo 2024”, diceva. “Una scia che non può lasciarci indifferenti. Poco distante da noi, nel Cpr di Ponte Galeria, pochi mesi fa un ragazzo della Guinea si è tolto la vita, lasciando scritto sul muro il suo ultimo desiderio: che il suo corpo tornasse a casa dalla madre”.
veronatomorrow.it, 5 settembre 2024 I Consiglieri regionali Tomas Piccinini ed Enrico Corsi hanno recentemente effettuato una visita presso l’istituto penitenziario di Montorio, a Verona, e hanno lanciato un appello per affrontare una situazione divenuta ormai insostenibile sia per i detenuti che per il personale. Le condizioni critiche all’interno del carcere sono state denunciate da diverse organizzazioni, tra cui Alsippe (Alleanza sindacale polizia penitenziaria) e la Camera Penale, e sono state ulteriormente aggravate dal sovraffollamento e dalle condizioni di vita precarie.
di Chiara Corradi
ilparmense.net, 5 settembre 2024 “Le carceri non sono discariche sociali, ma devono essere luoghi di umanità”. Il giorno di Ferragosto un detenuto di 36 anni si è suicidato nel carcere di Parma. Si tratta del terzo caso di suicidio all’interno delle mura della casa circondariale cittadina da inizio 2023. Nell’arco dell’anno, a livello nazionale, sono stati 67 i suicidi di detenuti. Nei mesi scorsi, a Parma, c’era anche stata una protesta pacifica di 114 detenuti della sezione Alta Sicurezza che, con lo sciopero della fame, avevano voluto porre attenzione sulle problematiche strutturali ed assistenziali del complesso. Stefania Ascari, parlamentare del Movimento 5 Stelle eletta nel collegio dell’Emilia Romagna, ha fatto visita all’istituto penitenziario di Parma insieme a Simone Guernelli, esponente locale del Movimento.
dentrosalerno.it, 5 settembre 2024 “Ho voluto visitare l’istituto penitenziario per minori di Nisida per accendere i riflettori su una struttura che merita tutta l’attenzione delle istituzioni. Ho trovato una situazione complessa, fatta di luci ed ombre, con criticità che vanno affrontate e risolte ma anche con molti aspetti positivi da consolidare e sui quali occorre investire. Serve il massimo impegno da parte dello Stato per valorizzare un istituto come quello di Nisida in grado di offrire ai ragazzi, che hanno smarrito la strada, l’occasione di riscattarsi e iniziare un nuovo percorso di vita”. Lo dichiara il deputato di Forza Italia e Sottosegretario di Stato al Mit, Tullio Ferrante, a margine della visita che ha effettuato presso l’Istituto Penale per i minorenni di Nisida (NA).
di Sara Sonnessa
torinocronaca.it, 5 settembre 2024 Ne abbiamo parlato con Roberto Testi, medico legale e responsabile Asl per la struttura penitenziaria. “Per i detenuti stesso trattamento dei cittadini liberi”. “C’è un solo posto dove una persona preferisce stare male, piuttosto che bene: il carcere”. Parole forti quelle di Roberto Testi, medico legale e responsabile Asl per la struttura penitenziaria. Qualche settimana fa il sindacato di polizia penitenziaria descriveva una situazione dove diversi detenuti cercavano di farsi portare all’ospedale alla ricerca di farmaci. “Sicuramente in alcuni casi è vero” conferma Testi. Ma come funziona l’accesso alle strutture ospedaliere per i ristretti? “È importante assicurare ai detenuti lo stesso trattamento che è riservato ai cittadini liberi” attacca.
di Raffaella Collina, Roberto Morgantini e Andrea Segrè*
Corriere di Bologna, 5 settembre 2024 Il 30 agosto abbiamo portato il pranzo a un gruppo di detenuti nel carcere della Dozza. Varcata la soglia, lasciati cellulari e documenti, si entra davvero in un altro mondo. Un mondo a parte, senza più identità. Lo ascolti nelle voci che escono dalle celle, lo vedi nei vestiti variopinti appesi alle finestre sbarrate, lo senti nei cancelli che si aprono e chiudono al tuo passaggio. Nella sala cinema ci siamo trovati con una trentina di uomini, di ogni età e diverse origini. A ognuno abbiamo dato un piatto con il cibo preparato da Raffaella. C’è chi ha mangiato due volte il primo, chi tre volte il secondo, chi ha portato il dolce in cella. In cambio ognuno di loro ci ha detto una parola, anche solo “grazie” con accenti sempre diversi.
di Roberta Rampini
Il Giorno, 5 settembre 2024 Il carcere di Bollate apre le porte per mostrare i prodotti artigianali realizzati dai detenuti. L’appuntamento con la mostra-mercato è organizzato dall’associazione di volontariato Catena in Movimento, creata da persone detenute nel VII reparto del carcere, in collaborazione con la direzione della casa di reclusione e con il patrocinio del ministero della Giustizia, della Città Metropolitana, del Comune di Milano, oltre al sostegno istituzionale del Dap e del Garante delle persone private della libertà personale del Comune di Milano. Sabato 21 settembre chi lo desidera, previa iscrizione sul sito.
di Timothy Dissegna
ilgoriziano.it, 5 settembre 2024 Presentata la rassegna che partirà a metà settembre e proseguirà fino a ottobre, arriva l’iniziativa del libro sospeso per regalare un volume al carcere. Ritorna l’appuntamento che unisce le anime culturali e sociali del teatro, in un intreccio che apre reciprocamente quel luogo invisibile ai più: il carcere. Da settembre a ottobre andrà in scena a Gorizia la quinta edizione di “Se io fossi Caino”, festival di teatro e arte ideato da Fierascena presentato questa mattina in municipio. Proprio per questa sua doppia anima, per illustrare il programma oltre alla direttrice artistica Elisa Menon c’erano anche gli assessori al welfare, Silvana Romano, e alla cultura, Fabrizio Oreti.
torinoggi.it, 5 settembre 2024 Al Lorusso-Cutugno è in corso un progetto di performing art organizzato dall’associazione Avvalorado e dalla cooperativa Barbara B con la conduzione dell’attore e regista Beppe Rosso. Che la situazione delle carceri italiane sia critica è sotto gli occhi di tutti: tra suicidi e atti di violenza, acuiti dal sovraffollamento con detenuti e lavoratori esasperati dal caldo torrido dei mesi estivi, le cronache quasi quotidianamente sottolineano condizioni di vita al limite dell’impossibile. La situazione, come noto, interessa anche il “Lorusso-Cutugno” di Torino dove, però, c’è chi cerca di fare qualcosa per alleviare la sofferenza.
AFFARI SOCIALI
di Mauro Magatti
Corriere della Sera, 5 settembre 2024 La solitudine: le reti relazionali (famiglia, scuola, sport) sono slabbrate. Noi adulti abbiamo sempre meno tempo per stare con i nostri ragazzi. La mancanza di motivazione è ciò che accomuna gli ultimi due terribili fatti di cronaca che hanno sconvolto l’opinione pubblica. “Non so perché l’ho uccisa”, così avrebbe detto Moussa Sangare agli inquirenti che gli chiedevano conto dell’accoltellamento di Sarah. Mancanza di un perché che ritorna anche nella drammatica vicenda di Riccardo, il diciassettenne milanese che ha sterminato la sua famiglia. I due casi di cronaca rimandano, in condizioni storiche del tutto diverse, alla riflessione di Hannah Arendt sulla “banalità del male”. “Non so perché l’ho fatto” dice che lo stato confusionale in cui si sono ritrovati Moussa e Riccardo ...
di Mons. Vincenzo Paglia
L’Unità, 5 settembre 2024 Viviamo in una società anestetizzata nella quale impera il presente, la brama di “consumare” la vita e di autorealizzarsi. Nessuno pensa più collettivamente. Il risultato? Disumanità, razzismo e nazionalismi. Purtroppo, gli uomini e le donne di questo tempo non sentono più il tema grave della destinazione: né di quella personale, né di quella dei popoli, né di quella dell’intera umanità. E quindi non “aspettiamo” più nulla, schiacciati come siamo in un presente, in un oggi, senza più domani. Purtroppo, però, senza destinazione, non c’è attesa e neppure desiderio. C’è da dire che anche il largo e complesso mondo laico o dei non credenti vive un’asfissia di parole per la mancanza di visioni sul futuro dell’umanità.
di Daniele Novara
Avvenire, 5 settembre 2024 Proprio ieri ho ricevuto in studio una famiglia con tre figli maschi adolescenti. “Senta dottore, non è che alla fine ci ucciderà tutti?” è la domanda che mi sono sentito rivolgere e che chiarisce bene il momento che stiamo vivendo. La strage di Paderno Dugnano sta creando grande apprensione nei genitori, che spesso vivono già una situazione di fragilità nella gestione del proprio ruolo. Se ciò che è successo a Paderno è un caso limite, per niente rara risulta la naturale tendenza dei ragazzi e delle ragazze a creare con i propri genitori una tensione, una conflittualità, che fa parte della loro vita e della loro crescita. La parola chiave per gli adolescenti è allontanamento, il desiderio di staccarsi dal controllo, dalla vita che per tutta l’infanzia è dipesa dalle volontà e dai comandi dei loro genitori.
di Gianni Santucci
Corriere della Sera, 5 settembre 2024 Le riflessioni dopo la strage di Paderno: “Sono in mano a queste macchinette malefiche. Sono spesso belli, muscolosi, sorridenti, ben vestiti, ma tanto fragili. E rischiano di ritrovarsi soli, in un deserto di cinismo”. “Credo ci siano dei disturbi psichici profondi, che vanno ben oltre il malessere, verranno valutati col tempo”, riflette don Gino Rigoldi, per cinquant’anni cappellano dell’Istituto penale minorile “Beccaria”, da cui ha dato le dimissioni (lasciando il posto a don Claudio Burgio): ma si tratta di un passaggio più che altro formale, perché don Gino e don Claudio continuano a lavorare insieme, come fanno da quasi vent’anni. Ecco, il “Beccaria”, che da qualche anno affronta situazioni di crisi interna, e dove è stato portato quel ragazzo ...
di Marika Ikonomu
Il Domani, 5 settembre 2024 Pd: “Firmeremo e presenteremo un nuovo progetto di legge”. Diverse organizzazioni di persone con background migratorio e alcuni partiti come +Europa hanno depositato il quesito referendario mercoledì 4 settembre. Dopo i tempi di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, inizierà la raccolta delle 500mila firme. Si chiede di ridurre gli anni di residenza da 10 a 5 necessari per poter fare richiesta. “Volete voi abrogare l’articolo 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione” e lettera f) della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza?”. È questo il quesito referendario depositato mercoledì mattina in Cassazione da un insieme di associazioni, partiti politici e singole personalità politiche e istituzionali.
di Marika Ikonomu
Il Domani, 5 settembre 2024 L’ex senatore: “Nel 2017 la sinistra è stata pavida. Riproviamoci”. “Questo referendum è un primo passo, che parte dal basso, di un percorso di riforma della legge sulla cittadinanza, che quest’anno compie 32 anni e non tiene “conto degli immensi cambiamenti” sociali che sono avvenuti nel nostro paese, dice Luigi Manconi, ex senatore ed ex presidente della commissione Diritti umani del Senato, tra i promotori di questa iniziativa. Nel quesito referendario si chiede dunque di tornare alla disciplina che esisteva prima del 1992. Votando sì e abrogando parte dell’articolo 9, che prevede il termine dei 10 anni, potrebbero fare richiesta di cittadinanza circa 2,3 milioni di persone.
di Mauro Magatti
Avvenire, 5 settembre 2024 Il film “La zona di interesse”, Oscar come miglior film straniero e vincitore del premio speciale della giuria di Cannes, racconta la vita quotidiana del comandante di Auschwitz, Rudolf Höss, e della sua famiglia. La villetta con il giardino dove l’ufficiale tedesco vive con la moglie e i figli confina con il campo dove arrivano i deportati ebrei. Ma il piano della vita famigliare e quello del campo di sterminio sono completamente separati. Binari paralleli destinati a non incontrarsi. Sandra Huller, l’attrice protagonista è particolarmente efficace nel mostrare la distanza siderale tra due mondi fisicamente vicinissimi ma di fatto abissalmente lontani, diametralmente antitetici.
di Nello Trocchia
Il Domani, 5 settembre 2024 Il mare continua a ingoiare vite: 21 morti al largo delle coste di Lampedusa, tra queste anche tre bambini. Intanto dall’informativa sulla tragedia calabrese emergono le divergenze sul coordinamento nei soccorsi. Il bilancio è disastroso: 21 persone morte, tra queste tre bambini. Al largo di Lampedusa si è consumata l’ennesima tragedia del Mediterraneo, il mare ormai trasformato in un macabro cimitero. I migranti, partiti il primo settembre dalla Libia, erano 28, ma in Italia sono arrivati solo sette superstiti, di nazionalità siriana, che hanno raccontato il capovolgimento del barcone sul quale viaggiavano dopo il salvataggio effettuato dalla guardia Costiera.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
Convegno: "Il carcere con le mura di vetro. Trasparenza e prossimità" (Oristano, 5 settembre 2024)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino all'8 settembre 2024
Webinar Human Foundation: "Dal carcere alla comunità: esperienze di reinserimento sociale delle persone detenute" (Online, 12 settembre 2024)
"Se io fossi Caino. Festival di teatro e arte dal carcere" (Gorizia, dal 9 al 25 settembre 2024)
Convention del Movimento No Prison: "Le carceri incostituzionali" (Assisi-PG, 17 e 18 ottobre 2024)
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