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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di lunedì 30 settembre 2024
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
di Claudio Castelli
Giornale di Brescia, 30 settembre 2024 Un sovraffollamento del 131%, un suicidio ogni 4 giorni nei primi otto mesi dell’anno, sei tentati suicidi al giorno. L’attenzione per la situazione carceraria è episodica e viene rapidamente dimenticata. La realtà è che il carcere per noi normali cittadini è disturbante e preferiamo rimuoverlo, piuttosto che affrontarlo. Un grave errore perché la situazione delle nostre carceri è un problema di tutti, che riguarda la nostra coesione sociale e la nostra sicurezza. Carceri invivibili e disumane in cui i detenuti non ricevono alcun trattamento e alcuna formazione sono criminogene e portano alla recidiva e quindi ad altra insicurezza.
di Donatella Stasio
La Stampa, 30 settembre 2024 Aumenta il numero di poliziotti che lasciano gli istituti di detenzione in condizioni inumane. Non è disimpegno, ma scarsa fiducia nel governo. “Se c’è qualcosa da spartire tra un prigioniero e il suo piantone, che non sia l’aria di quel cortile, voglio soltanto che sia prigione”, canta Fabrizio De André. Ed è la prigione peggiore degli ultimi anni quella che, oggi, stanno “spartendo” prigionieri e piantoni, per dirla con Faber. Segregazione, repressione, violenza, perdita della speranza e della dignità. Regina Coeli che brucia, il carcere con il primato dei suicidi, è l’immagine emblematica della sorte comune e tragica di carcerieri e carcerati, intrappolati in una polveriera pronta a esplodere per rabbia, paura, umiliazione, abbandono.
di Francesco P. Esposito*
osservatoriosullalegalita.org, 30 settembre 2024 In Italia vige la pena di morte: è il carcere la sua sedia elettrica. Se sei ristretto e hai problemi di salute oltre alla condanna da espiare avrai la tortura di soffrire mentre sei malato e, spesso, morire d’incuria. Ma si può fare qualcosa? Secondo me sì e vediamolo in qualche punto. Partire dal concetto che anche la salute del detenuto degrada e che non sono tutti malati immaginari, questa è la base.
GIUSTIZIA
di Carlotta Caciagli*
unimondo.org, 30 settembre 2024 Il Ddl 1660 è un giro di vite su comportamenti individuali e collettivi nello spazio pubblico, condizioni imposte ai detenuti nelle carceri, restrizioni per i migranti e l’operatività delle forze dell’ordine. Che per il governo Meloni la priorità non fosse la sicurezza sociale era già chiaro senza dover attendere l’ultimo provvedimento. Ma che ben 162 deputati avrebbero tentato di trasformare in legge il vecchio mantra “olio di ricino e manganello”, questo no. Il Ddl sicurezza è una stretta repressiva certo, ma non solo. Non ci sono frasi o figure retoriche che siano in grado di restituire anche parzialmente l’assurda pericolosità, la tracotanza e al tempo stesso la cialtroneria di questa classe dirigente.
di Lorenzo Stasi
Il Domani, 30 settembre 2024 L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), boccia il disegno di legge sulla sicurezza presentato e voluto fortemente dal governo Meloni. L’Osce è perentoria: la maggior parte dei 38 articoli del ddl numero 1660 andrebbe a “minare i princìpi fondamentali del diritto penale e dello Stato di diritto”, è scritto nel documento integrale letto da Domani. “Nel complesso - continua - il disegno di legge evidenzia diverse criticità che potrebbero ostacolare l’esercizio dei diritti umani e delle libertà fondamentali”. La più grande organizzazione sovranazionale di sicurezza al mondo, che ha tra i suoi scopi costitutivi il rafforzamento delle istituzioni democratiche dei 57 Paesi aderenti e il rispetto dei diritti umani, lancia l’ennesimo campanello di allarme a un governo che finora non ha voluto ascoltare le critiche.
di Valentina Alberta*
Il Riformista, 30 settembre 2024 Il ddl sicurezza è stato approvato alla Camera. Ed è un provvedimento che per genesi e sviluppo, e soprattutto per contenuto, deve preoccupare tutti rispetto alla salvaguardia dei diritti di libertà delle persone in uno stato democratico moderno. Il punto di partenza è la creazione di emergenze fasulle attraverso la narrazione in trasmissioni di prima serata di situazioni senza dubbio sgradevoli, ma certo non numericamente idonee a costituire motivo di allarme sociale, le cui vittime vengono aizzate e strumentalizzate.
di Enrico Magni*
merateonline.it, 30 settembre 2024 Il disegno di legge “sicurezza”, approvato alla Camera dei Deputati il 18 settembre, introduce una trentina di nuovi reati: aggravanti, sanzioni e ampliamento di pena. C’è da mettersi le mani nei capelli. Al posto di scrivere un nuovo Codice Penale si usa il vecchio sgangherato codice Rocco del 1930 integrandolo e deformandolo. Siamo nel 2024, sono passati più di cent’anni e la patria di Cesare Beccaria è incapace di produrre un testo innovativo in grado di rispondere alla situazione attuale. Il disegno di legge “sicurezza” è tutto all’infuori di un disegno di legge riguardante la sicurezza sociale, ambientale, personale. È un testo che propone soltanto l’inasprimento di pene penali quando le carceri sono sovraffollate da una folla di disagiati. Le carceri attuali non rispondono al principio rieducativo ...
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 30 settembre 2024 Un ente pubblico, proprietario di un’area aperta alla collettività, è responsabile oggettivamente per i danni causati ai terzi dall’omessa manutenzione di un bene soggetto al proprio dominio. Ed è irrilevante, ai fini della responsabilità dell’ente, la colpa dei dipendenti: la responsabilità, essendo oggettiva, prescinde dalle condotte dei singoli. Tanto che è possibile l’assoluzione dei dipendenti nel giudizio penale e la condanna dell’ente a risarcire il danno in quello civile. È quanto è accaduto nel giudizio deciso dalla Cassazione con la sentenza 25200 del 19 settembre scorso.
TERRITORIO
di Nicola Cendron
trevisotoday.it, 30 settembre 2024 Letti a castello a tre piani (con il rischio concreto di cadere e farsi molto male), fino a undici detenuti per ogni cella, con un solo bagno alla turca. Doveva essere una visita per constatare la precaria situazione del carcere di Treviso ma si è trasformato in una sorta di viaggio negli inferi. Venerdì scorso una delegazione di Più Europa e “Nessuno tocchi Caino”, guidata da Rita Bernardini, è entrata nella casa circondariale di Santa Bona: insieme a lei i consiglieri regionali Arturo Lorenzoni, Elena Ostanel (Veneto che vogliamo), Renzo Masolo (Europa Verde) e le consigliere comunali dem Maria Tocchetto e Carlotta Bazza.
di Stefania Blasioli
Il Sole 24 Ore, 30 settembre 2024 Lo scorso 16 settembre, dopo mesi di incontri, studi, confronti e approfondimenti tra Giulia Russo, direttrice della Casa Circondariale “P. Mandato” di Secondigliano, e Mario Rubino, presidente di Kimbo S.p.A., si è giunti alla firma, nella sala conferenza del Carcere, del protocollo d’intesa del progetto “Un Chicco di Speranza”, siglato anche da monsignor Domenico Battaglia per la Diocesi di Napoli, e da Patrizia Mirra, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, parti attive e fondamentali per l’attuazione e lo sviluppo del progetto. Il progetto è partito dall’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro dell’Arcidiocesi di Napoli che si è adoperato a sensibilizzare la Kimbo affinché proponesse, in favore dei detenuti del Carcere di Secondigliano, un progetto di formazione e di avviamento al lavoro...
di Laura Serafini
La Fedeltà, 30 settembre 2024 Certo, è pur sempre un carcere, ma quello di Fossano si distingue ed è emblematico rispetto agli altri. Soprattutto qui non ci sono state, almeno negli ultimi 10 anni, contestazioni per reati di tortura che invece si sono verificate - guadagnandosi la ribalta delle cronache - in 4 istituti piemontesi: oltre a Torino, Ivrea e Biella si è aggiunta Cuneo, la cui inchiesta con 33 agenti indagati dovrebbe andare a giudizio in questi giorni. Sono proprio le cronache di presunta (così va definita prima che si arrivi a sentenza) violenza in alcune carceri chi ci hanno spinto a parlare con Bruno Mellano, garante dei detenuti del Piemonte che martedì 24 settembre ha presentato una relazione sulla situazione nelle 13 carceri piemontesi al Consiglio regionale.
di Alessandro Bianchi
Corriere Adriatico, 30 settembre 2024 Si è svolto nei giorni scorsi a Macerata l’evento conclusivo del secondo festival regionale del Teatro in Carcere, manifestazione che quest’anno ha scelto come sede finale Macerata. A realizzare il tutto l’Ufficio del Garante regionale dei diritti della persona delle Marche, in collaborazione con il Comune di Macerata, e l’Associazione Culturale Cittadina Universitaria “Aenigma APS”, capofila del Coordinamento Regionale Teatro in Carcere Marche. Il festival ha come scopo, tramite l’adempimento a lavori teatrali attivi presso gli istituti penitenziari marchigiani, la rieducazione per i detenuti tramite le arti sceniche.
imgpress.it, 30 settembre 2024 É Paolo Bedini della casa discografica Baracca & Burattini il vincitore di un Award speciale di Cremona Musica International Exhibitions and Festival per l’album Parole Liberate nel 2022 e nel 2024, il progetto che ha trasformato in canzoni i testi scritti dai detenuti grazie al contributo di noti musicisti italiani e stranieri, realizzato grazie anche al bando del Ministero della Giustizia che ha promosso l’iniziativa. “Abbiamo deciso - spiega Massimo De Bellis, Direttore Generale di Cremona Fiere - di premiare ‘Parole Liberatè perché è la sintesi di quello che deve essere la musica: libera, aperta a tutti, che ha la capacità di guardare oltre e di dare nuove prospettive. Questo progetto, attraverso la musica, aiuta i detenuti a trovare un nuovo rilancio.”
AFFARI SOCIALI
di Giusi Fasano
Corriere della Sera, 30 settembre 2024 I familiari delle vittime di femminicidi o di incidenti sul lavoro. Sulle loro spalle irrompe il peso della sofferenza sommato poi ad anni di processi penali e civili, a contenziosi per l’eventuale eredità, a intoppi continui per la tutela degli orfani minorenni. Un uomo anziano che sta crescendo i suoi nipotini dopo l’omicidio della figlia l’altro giorno mi ha detto: “Non è mai finita, non soltanto per il dolore di aver perso una figlia, che non passerà mai. Non è mai finita perché da quel giorno io e mia moglie camminiamo su un terreno minato. C’è sempre qualche problema pronto a scoppiare; se non è fisico è psicologico, burocratico, economico. Siamo vecchi e non era questa la vecchiaia che avevamo immaginato.
di Vittorio Alessandro*
L’Unità, 30 settembre 2024 Assistiamo a uno scarico delle responsabilità, mentre il “livello politico”, che ha messo due benemerite istituzioni dello Stato a beccarsi l’una con l’altra, rimane tranquillo a guardare. Nel corso dell’inchiesta sul naufragio di Cutro, i testimoni della Guardia costiera chiamati a deporre hanno più volte dichiarato che l’imbarcazione naufragata, al momento dell’avvistamento aereo (avvenuto sei ore prima del sinistro), non dava adito a preoccupazioni circa le condizioni di sicurezza. “Per noi sta navigando appieno”, si dicono, infatti, le sale operative e l’imbarcazione viene pertanto affidata alle funzioni di polizia della Guardia di finanza, peraltro bene attenta ad evitare intromissioni che potrebbero compromettere l’”effetto sorpresa” al confine fatidico delle dodici miglia.
di Emilio Minervini
Il Dubbio, 30 settembre 2024 Dal divieto di sbarco per i migranti soccorsi nel 2019, alla richiesta di sei anni per l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini: tutte le tappe. Agosto 2019: il Governo di coalizione Lega-M5S naviga ormai da qualche tempo in acque poco tranquille. L’asse Conte-Salvini si è incrinato e sul governo gialloverde aleggiano nubi di tempesta che porteranno al suo scioglimento il mese successivo. Negli stessi giorni l’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini, seguendo il suo indirizzo politico dei porti chiusi ai migranti, omette il soccorso e nega lo sbarco a 147 naufraghi. Cinque anni dopo, in seguito alla concessione dell’autorizzazione a procedere, i pm di Palermo depositano la requisitoria in cui chiedono per l’attuale Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti una pena detentiva pari a sei anni.
di Giovanni Maria Jacobazzi
Il Dubbio, 30 settembre 2024 “Le norme prevedono un obbligo di soccorso in mare per le persone in difficoltà. Ciò che accade dopo è un altro discorso”, afferma Pino Di Iorio, comandante di Unità da diporto di Civitavecchia, anticipando quelli che potrebbero essere i contenuti dell’arringa, prevista per il mese prossimo, dei difensori di Matteo Salvini. Nel caso “Open Arms” il leader della Lega è imputato di sequestro di persona per avere, nella sua qualità di ministro dell’Interno, “privato della libertà personale 147 migranti di varie nazionalità giunti in prossimità delle coste di Lampedusa nella notte tra il 14 ed il 15 agosto 2019”.
di Armando Spataro
Il Dubbio, 30 settembre 2024 Le leggi in tema di immigrazione devono essere ispirate alla necessità di un corretto equilibrio tra esigenze di sicurezza sociale e rispetto dei diritti delle persone: è doveroso il contrasto dei fenomeni migratori illegali, ma non ne è accettabile la strumentalizzazione per ragioni di mera ricerca di consenso politico che spesso determina un diffuso odio razziale e la moltiplicazione di tragici episodi in ogni parte del mondo. La difesa dei diritti fondamentali, peraltro, costituisce ragione d’impegno non solo per politici e giuristi, ma anche per ogni cittadino sensibile ai valori su cui si fondano le democrazie.
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 30 settembre 2024 Per il professore di Diritto penale della Federico II, il processo Open Arms avrebbe dovuto riguardare il capo della nave, unico garante della vita e libertà dei passeggeri. Nel caso della Open Arms, che poi ha portato a processo il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, non sono mancati condizionamenti emotivi, come rileva l’avvocato Vincenzo Maiello, professore ordinario di Diritto penale nell’Università di Napoli Federico II. Condizionamenti che avrebbero dovuto porre al centro della vicenda giudiziaria il comandante della nave, “considerato garante della vita e dell’incolumità personale dei passeggeri, oltre che della loro libertà”.
di Simona Musco
Il Dubbio, 30 settembre 2024 L’archiviazione del fascicolo sulla capitana della Sea Watch decostruì i decreti sicurezza, bandiera dell’allora Ministro dell’Interno. Facendo sbarcare in Italia i migranti salvati in mare, Carola Rackete fece solo il suo dovere. Con queste parole la gip del Tribunale di Agrigento Micaela Raimondi dispose, a dicembre 2021, l’archiviazione dell’indagine a carico della comandante tedesca della Sea Watch 3, accogliendo la richiesta della procura. Rackete era accusata di aver fatto entrare illegalmente in Italia 53 migranti, disobbedendo all’ordine imposto dalle Fiamme Gialle, che le avevano intimato di fermarsi.
di Massimo Cacciari
La Stampa, 30 settembre 2024 Noi europei occidentali vi assistiamo, forti di crederci al riparo delle catastrofi globali. Ciò che più stupisce - o forse dovremmo dire atterrisce - nel modo in cui da ogni parte politica o quasi vengono seguite e commentate le tragedie di questo decisivo momento della nostra storia, quelle medio-orientali in particolare, è l’assoluta dimenticanza in cui sono precipitati principi, idee, simboli che, fino a un non remoto passato, avevano cercato di mantenere viva la speranza di poter giungere a un accordo, se non a una pace, nonostante la violenza del conflitto.
di Riccardo Noury*
Il Fatto Quotidiano, 30 settembre 2024 Almeno 8.000 siriani sono letteralmente alla fame in un campo per sfollati sotto il controllo degli Usa al confine con la Giordania e l’Iraq e intorno al quale l’esercito di Damasco ha imposto un assedio sin dal 2015. Rukban, questo il nome del campo oggetto di una recente ricerca di Amnesty International, è situato nei pressi della base militare statunitense di Tanf. Gli Usa controllano - tra base e campo - un territorio di circa 55 chilometri quadrati. Inizialmente Rukban ospitava 80.000 sfollati, in fuga dagli attacchi russi e siriani e dalla violenza dello Stato islamico. Molti di loro appartenevano a gruppi di opposizione o avevano disertato dalle forze di sicurezza governative. A causa delle condizioni di vita impossibili acuite dall’assedio, la popolazione si è progressivamente ridotta del 90 per cento.
DOCUMENTI
Articolo. "La scena del crimine", di Francesco Lo Piccolo
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione del 30 settembre al 6 ottobre 2024
Incontro letterario promosso da Impresa sociale "Il secondo mestiere" (Roma, 12 ottobre 2024)
Assemblea del Movimento No Prison: "Le carceri incostituzionali" (Assisi-PG, 17 e 18 ottobre 2024)
CORSI E MASTER
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