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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di domenica 22 settembre 2024
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
di Marco Gervasoni
huffingtonpost.it, 22 settembre 2024 La rivolta alle parole dell’europarlamentare dimostrano l’imbarbarimento del dibattito. Il carcere moderno (con le migliori intenzioni) nasce con illuminismo e liberalismo, e diventa discarica che produce illegalità. Brevi appunti per la destra (e pure la sinistra). Povera Ilaria Salis. Ogni qual volta interviene su un tema, deve sopportare, oltre al profluvio di insulti da destra, dove la odiano perché ha osato sfidare il loro campione Viktor Orbán, anche le reprimende di meno numerosi, ma altrettanto fastidiosi, self proclaimed liberali e riformisti. Eppure l’europarlamentare di estrema sinistra tocca spesso temi rilevanti, peraltro con un lessico più sofisticato dei suoi colleghi, sia pure connotato da un eccesso di sinistrese.
Il Fatto Quotidiano, 22 settembre 2024 “Il carcere non risolve i rapporti di ingiustizia nella società moderna, anzi li rende più profondi e insanabili”, ha dichiarato Ilaria Salis, affiancata dal fumettista Zerocalcare in un incontro a Parco Shuster a Roma. Secondo l’eurodeputata, le attuali politiche penali si limitano a incrementare la recidiva e perpetuare l’inefficacia del sistema. “Se una persona entra per un piccolo furto e non viene inserita in un percorso di reinserimento sociale, uscirà senza prospettive, costretta a tornare a delinquere. Questo è evidente dai dati sulla recidiva”, ha aggiunto. Salis ha inoltre sottolineato come la maggior parte dei detenuti non siano pericolosi criminali, ma persone che scontano pene per reati minori contro il patrimonio.
di Federica Olivo
huffingtonpost.it, 22 settembre 2024 “Norma liberticida”, “scelte repressive”, “dissenso soffocato”: sono solo alcuni dei commenti con i quali il ddl sicurezza, appena approvato alla Camera e in attesa di passare al Senato, è stato accolto. Il pacchetto, 38 articoli, era stato presentato a novembre scorso e pochi giorni fa ha ottenuto il primo sì in Parlamento. A leggerlo bene, ci sono 24 novità con le quali si introducono nuovi reati, circostanze aggravanti e inasprimenti di pene per reati già esistenti. Proprio per questa cifra punitiva, che riguarda vari ambiti - dalle proteste in strada a quelle in carcere, dalle madri detenute alle occupazioni abusive - può essere definito il provvedimento più criticabile (e più criticato) di questo governo.
di Riccardo Chiari
Il Manifesto, 22 settembre 2024 Dopo l’ok della Camera, in settimana la palla passa al Senato. La manifestazione mercoledì a Roma. Più sanzioni, più galera, più repressione. Il ddl sicurezza passato alla Camera (e in arrivo questa settimana al Senato) è l’ennesima occasione che le opposizioni trovano sulla loro strada per compattarsi. Così il Pd ha già dato la sua adesione alla piazza convocata per mecoledì pomeriggio a Roma da Cgil e Uil. Sarà presente la segretaria Elly Schlein per protestare anche fuori dal palazzo contro un disegno di legge che “azzera il diritto a manifestare il dissenso”. Una posizione in tutto e per tutto sovrapponibile a quella espressa nei giorni scorsi da varie organizzazioni, da Libera a Magistratura democratica, passando per l’Unione Inquilini.
di Gianfranco Bettin
Il Manifesto, 22 settembre 2024 Serve una sicurezza garantita dalla giustizia sociale, dalla dignità riservata a tutti, che esclude la discriminazione e contrasta l’odio. A un certo punto, ieri pomeriggio, al presidio per ricordare Giacomo Gobbato, accoltellato a morte l’altra sera a Mestre, a 26 anni, mentre cercava di difendere una donna aggredita per rapina, Sebastiano Bergamaschi, suo coetaneo, ferito pure lui in quel tentativo coraggioso e generoso, ha gridato che dal dolore non deve scaturire altro odio, altrimenti tutto peggiorerà ancora. Lo hanno scritto anche i loro compagni e le loro compagne del “Rivolta”, uno dei centri sociali autogestiti storici, fra i maggiori d’Italia, luogo di attività culturali, artistiche, musicali, sportive, ricreative, luogo d’accoglienza - vi trovano ospitalità decine di immigrati - e di impegno ...
di Roberto Arditti
Il Tempo, 22 settembre 2024 No, non è una buona notizia. Il fatto che il moldavo quarantenne che ha assassinato Giacomo Gobbato a Mestre l’altra sera fosse incensurato e senza provvedimenti di espulsione pendenti dimostra, purtroppo, che l’Italia ha un problema enorme che spesso finge di non vedere: nelle nostre strade girano un sacco di balordi malintenzionati, molti dei quali ancora da individuare. Facciamo adesso la radiografia di quello che è accaduto. Giacomo ed un amico vedono il tentativo di rapina di questo moldavo ai danni di una donna. Intervengono, ma il criminale estrae il coltello e colpisce Giacomo a morte, ferendo anche l’amico. A quel punto l’assassino fugge e poco dopo cerca di rapinare un’altra persona, fino a quando viene fermato dalle forze dell’ordine.
di Natale Labia
L’Edicola del Sud, 22 settembre 2024 Tra i temi che gli europarlamentari del Movimento 5Stelle stanno elaborando per poi portarli all’attenzione della governance dell’Unione europea ci sono alcune norme per aumentare i livelli di sicurezza e soprattutto “la collaborazione tra le polizie dei 27 Stati che compongono l’Unione”. Secondo l’eurodeputato pugliese, Mario Furore, che ha partecipato nei giorni scorsi al Topical debate proprio sui temi della criminalità e di contrasto alle mafie nel corso della seduta plenaria all’Eurocamera di Strasburgo, “è tempo di estendere il regime carcerario del 41 bis a livello europeo”, ovvero quelle particolari norme che hanno imposto delle condizioni dure e restrittive verso i responsabili di alcuni tipi di reato, in particolare quelli legati al fenomeno della mafia ...
di Gian Domenico Caiazza
Il Riformista, 22 settembre 2024 Il problema risolto a metà tra diritto di cronaca e linciaggio. La riforma che, in buona sostanza, vieta la pubblicazione di stralci delle ordinanze cautelari, ma non di raccontarne il contenuto, appartiene a quella categoria di provvedimenti legislativi che colgono la evidenza di un problema, ma lo risolvono a metà. Un po’ e un po’. Un passo avanti ed uno di lato. E quando fai questi balletti, poi rischi addirittura di inciampare.
di Oliviero Mazza
Il Riformista, 22 settembre 2024 La pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare è da sempre il grimaldello utilizzato per scardinare il tenue segreto che dovrebbe coprire gli atti di indagine. La riforma Orlando del 2017 ha solo avallato una prassi consolidata e sostenuta da interpretazioni dell’art. 114 c.p.p. nettamente sbilanciate sul versante della presunta libertà di stampa. Il sistema, va detto, si regge su una grossolana ipocrisia: gli atti di indagine coperti dal segreto non sono di per sé pubblicabili, ma quando vengono riportati nell’ordinanza cautelare, ossia in quella che viene intesa come una cripto-condanna retta da una cripto-imputazione, magicamente si trasformano in notizie degne della pubblicazione integrale.
di Alberto de Sanctis e Francesco Iacopino
Il Riformista, 22 settembre 2024 Barbano: “Il riassunto non protegge l’indagato. I magistrati? Inseriscano solo prove pertinenti”. Abbiamo chiesto ad Alessandro Barbano, già direttore de Il Mattino, de Il Riformista, del Messaggero, autore di testi importanti sulle disfunzioni del sistema giudiziario (tra gli altri: L’inganno e La gogna) una sua opinione sull’introduzione del divieto di pubblicazione delle ordinanze applicative di misure cautelari.
di Mario Barresi
La Sicilia, 22 settembre 2024 Tour siciliano delle maggiori strutture carcerarie da parte della senatrice Ilaria Cucchi del gruppo parlamentare Alleanza Verdi-Sinistra (Avs), accompagnata dall’avvocato penalista Pierpaolo Montalto, segretario regionale di Sinistra Italiana (SI). Un tour de force per la senatrice, che giovedì è stata al carcere San Cristoforo a Catania e venerdì alla Casa Circondariale Malaspina di Caltanissetta prima e all’Ucciardone di Palermo di pomeriggio.
di Sara Panarelli
castedduonline.it, 22 settembre 2024 La visita è successivamente proseguita all’ospedale Santissima Trinità dove da anni esiste un reparto nato proprio per andare incontro alle esigenze di Uta, ma mai entrato in funzione. Una struttura dotata di tutte le misure di sicurezza detentiva che non si è resa mai operativa. Sopralluogo della garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Irene Testa, e dell’assessore regionale della Sanità Armando Bartolazzi nel carcere di Uta. “Ci siamo recati a Uta per visitare il centro clinico - afferma Testa - accompagnati dal direttore del carcere Marco Porcu e dal comandante.
di Lorena Crisafulli
L’Osservatore Romano, 22 settembre 2024 Il protocollo d’intesa “Fratelli tutti” fra Roma Capitale, Ama e Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Favorire la formazione professionale all’interno degli istituti penitenziari di Roma e provincia e valorizzare le competenze delle persone private della libertà personale, agevolando il loro inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro. Sono gli obiettivi che si prefigge il Protocollo di intesa “Fratelli tutti”, firmato in Campidoglio da Città Metropolitana di Roma Capitale, Garante delle persone private della libertà personale di Roma Capitale e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap).
di Tommaso Vezzani
Il Resto del Carlino, 22 settembre 2024 “Oggi le carceri producono malattia e morte”. Focus drammatico sulla situazione dei detenuti: “Basta guardare il dato di recidività, pari al 70 per cento”. Scarcella (Camera Penale): “Viene il mal di testa solo a sentire i rumori lì dentro, deve cambiare la cultura”. “Un cimitero per i vivi. Quello sono, le carceri”. È con l’agghiacciante definizione coniata nel 1904 da Filippo Turati che Sergio D’Elia, ex segretario di Nessuno Tocchi Caino, ha chiuso il suo intervento durante la conferenza “Servire l’uomo. Spes contra spem” in via Codro, al Centro di Solidarietà di Reggio Emilia.
di Carmine Quaglia
ottopagine.it, 22 settembre 2024 Il racconto del progetto di liberazione realizzato in Irpinia in regime di esecuzione penale esterna. Al complesso polifunzionale del Comune di Tufo è stato presentato il libro di Beppe Battaglia dal titolo “La libertà è un organismo vivente”. Nell’opera l’autore presenta in prima persona la storia di un gruppo di detenuti politici, provenienti dall’esperienza della lotta armata in Italia, a metà degli anni 80 del secolo scorso. Un progetto di liberazione, realizzato sull’agro di Tufo in regime di esecuzione penale esterna, “partito dal carcere di Bellizzi Irpino, mediante il lavoro autogestito collettivamente, col supporto di un gruppo di volontari e volontarie che insieme costituirono ...
di Maurizio Mervar
rainews.it, 22 settembre 2024 Il carcere di Gorizia ha aperto i suoi spazi al pubblico per il Festival “Se io fossi Caino”. Un gruppo di detenuti ha sviluppato un percorso di crescita personale attraverso il teatro. Foglie d’albero per ascoltare la voce della natura e ritrovare in essa l’energia che illumina l’animo umano, il proprio animo scosso dalle tempeste della vita. E così la casa circondariale Angiolo Bigazzi di Gorizia è diventata palcoscenico di speranza per coloro che dopo aver sbagliato vogliono guardare avanti con l’aiuto della compagnia teatrale Fierascena ed il sostegno della Caritas di Gorizia.
Ristretti Orizzonti, 22 settembre 2024 Si parte dalle lettere di Guido Calogero, rinchiuso dal fascismo. Nel progetto della Fondazione Scabia “Sentiero del Teatro. Accanto alla follia” - realizzato in collaborazione con il M.A.D. all’interno delle iniziative di Estate fiorentina 2024 - giovedì 26 settembre alle ore 20.30 Claudio Ascoli dei Chille de la balanza presenta Lettere del filosofo Guido Calogero dal carcere duro delle Murate (febbraio - giugno 1942). L’evento è al M.A.D. (Murate Art District Piazza delle Murate), con ingresso libero e prenotazione vivamente consigliata, telefonando allo 055/2476873.
CULTURA
di Gianluigi Colin
Corriere della Sera - La Lettura, 22 settembre 2024 Tommaso Spazzini Villa, lauree in Economia e in Storia dell’arte, ha portato Omero nelle prigioni e chiesto ai carcerati di sottolineare le parole per comporre una propria, piccola autobiografia. Un risultato struggente che ora è anche un libro. Dal 2018 Tommaso Spazzini Villa ha dato vita a un progetto che ha coinvolto molti detenuti delle carceri italiane. A ognuno di loro ha lasciato una pagina dell’Odissea dell’edizione Einaudi (quella tradotta magnificamente da Rosa Calzecchi Onesti), chiedendo di sottolineare alcune parole all’interno del testo per creare brevi frasi di senso compiuto: parole che si manifestassero come uno specchio della loro esistenza o semplicemente evocassero un sentimento o, ancora, potessero scavare qualcosa nell’inconscio.
AFFARI SOCIALI
di Beppe Severgnini
Corriere della Sera, 22 settembre 2024 Passare tempo con i figli e i ragazzi in genere. Fare domande. Tutto questo aiuta, ma non garantisce nulla a nessuno. Resta, tuttavia, l’unica possibilità di cogliere i segnali di allarme. Una ragazza di ventidue anni uccide il figlio appena nato, poi parte in vacanza a New York. Un ragazzo di diciassettenne anni stermina la famiglia con sessantotto coltellate: mamma, papà, fratello. Non ci sono parole, e forse è meglio così. Di parole ne abbiamo ascoltate tante, in questi giorni, e non tutte utili. L’orrore di Paderno Dugnano e quello di Vignale di Traversetolo hanno una cosa in comune: ci sembrano incomprensibili. Quei due ragazzi erano amati e apprezzati da tutti, raccontano. Possibile che i famigliari, gli amici e gli insegnanti non avessero colto alcun segnale d’allarme?
di Marika Giovannini
Corriere del Trentino, 22 settembre 2024 L’annuncio della prossima apertura a Trento di un Centro di permanenza per i rimpatri divide il mondo politico provinciale e cittadino. La Lega sostiene la linea del governatore Maurizio Fugatti, mentre nel centrosinistra Pd e Alleanza verdi e sinistra non ci stanno: “Si tratta di buchi neri, non rappresentano una soluzione”. Critici anche Cgil e Arci, che ricordano le parole del vescovo Lauro Tisi sull’accoglienza. E riserve sulla soluzione anche da Stefano Graiff del Centro Astalli. A ventiquattro ore dall’annuncio del presidente Maurizio Fugatti sulla localizzazione a Trento di un Centro di permanenza per i rimpatri da 20-25 posti (l’area al vaglio sembra essere quella della Destra Adige), lo scontro politico è già bollente. Animando il dibattito sia a livello comunale che provinciale.
di Agostina Pirrello
Il Manifesto, 22 settembre 2024 La ministra per la migrazione e l’Asilo, Marjolein Faber, in una lettera di dieci righe alla Commissione europea ha scritto che l’Olanda chiederà un opt-out sulle politiche migratorie “nel caso di modifica dei Trattati”. L’ossessione per l’immigrazione del nuovo governo olandese ha portato i ministri appena insediati a sorvolare sulle più elementari nozioni di diritto europeo. La ministra per la migrazione e l’Asilo, Marjolein Faber, in una lettera di dieci righe alla Commissione europea ha scritto che l’Olanda chiederà un opt-out sulle politiche migratorie “nel caso di modifica dei Trattati”.
ESTERI
agensir.it, 22 settembre 2024 Si concentrerà sul tema della “droga in carcere” e in particolare sugli aiuti ai detenuti che fanno uso di sostanze, una conferenza organizzata a Strasburgo il 24 e 25 settembre dal Gruppo internazionale di cooperazione sulle droghe e le dipendenze (noto come gruppo Pompidou del Consiglio d’Europa), dalla piattaforma del Consiglio d’Europa sulla droga e dal Forum europeo dei meccanismi nazionali di prevenzione. Si comincerà con l’analisi del contesto carcerario in relazione al tema droga, si metteranno a fuoco le sfide, e poi si esporranno le “buone pratiche” per migliorare i percorsi di accompagnamento e di cura, percorsi che non sono prettamente sanitari ma hanno e devono avere una connotazione “socioterapeutica”.
La Repubblica, 22 settembre 2024 Un report di Amnesty International: a rischio la libertà di espressione e di associazione. L’ultima escalation di repressione messa in atto in Tunisia ha portato in carcere almeno 97 membri del gruppo di opposizione Ennahda tra il 12 e il 13 settembre. Ai detenuti, tutti accusati di cospirazione e di altri reati legati al terrorismo, è stato negato l’accesso agli avvocati per 48 ore. Le autorità continuano a detenere arbitrariamente esponenti politici dell’opposizione e difensori dei diritti umani; a mettere da parte i candidati alle elezioni presidenziali del 6 ottobre e a ignorare le decisioni dei tribunali amministrativi di reintegrarli. Il sistema di giustizia penale nel piccolo Paese nordafricano - scrive Amnesty International - è ormai un’arma per mettere a tacere il dissenso.
di Sergio D’Elia*
L’Unità, 22 settembre 2024 Il 5 settembre scorso, la legge della sharia in Kuwait ha conosciuto sia la versione della forca sia quella del perdono. Sei uomini condannati per omicidio sono stati giustiziati dopo due anni di tregua della pena di morte. Lo stesso giorno, invece, una donna kuwaitiana è scampata per un pelo alla forca. Nell’emirato più ricco del Golfo Persico, tutto si lega: la storia antica e quella moderna, il patrimonio archeologico e l’architettura avveniristica, il Corano e il petrolio. Nella capitale, il disegno delle Torri del Kuwait, le tre cisterna d’acqua che svettano nel cuore della città, richiama le classiche volte piastrellate della Grande Moschea. Secondo la Costituzione il sovrano deve essere un discendente della dinastia che ha governato l’emirato a partire dal 1752.
DOCUMENTI
L'Osservatore Romano. Numero monografico Atlante: "La realtà carceraria nel continente asiatico"
Articolo. "Verità e giustizia riparativa", di Francesco Viganò
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 23 al 29 settembre 2024
"Se io fossi Caino. Festival di teatro e arte dal carcere" (Gorizia, fino al 25 settembre 2024)
Assemblea del Movimento No Prison: "Le carceri incostituzionali" (Assisi-PG, 17 e 18 ottobre 2024)
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