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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 19 settembre 2024
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
CARCERI
di Valentino Maimone
La Ragione, 19 settembre 2024 Facciamo così: visto che la contabilità dei suicidi in carcere sta evidentemente provocando assuefazione- se è vero che il tassametro continua a scorrere al ritmo di un caso ogni 3 giorni e mezzo e ormai la notizia finisce in coda ai tg o in un trafiletto in basso a sinistra - proviamo ad affrontare l’argomento da un’altra prospettiva. I suicidi sono la prima causa di morte dietro le sbarre (fonte: Garante dei diritti dei detenuti). La fascia di età in cui si registra il maggior numero di detenuti che si tolgono la vita è quella fra i 18 e i 24 armi (dati del Ministero della Giustizia). Che cosa sappiamo di questi giovani? Nulla più di qualche gelida riga su un comunicato istituzionale.
di Sara Manfuso
La Notizia, 19 settembre 2024 “Il decreto Caivano criminalizza eccessivamente i giovani”. Parla Stefano Anastasia, Garante dei diritti dei detenuti della Regione Lazio al secondo mandato e fondatore dell’Associazione Antigone, nata alla fine degli anni ottanta, per “I diritti e le garanzie nel sistema penale”.
di Francesco Rosati
Il Riformista, 19 settembre 2024 Un grido di dolore, una richiesta d’aiuto lacerante, arriva da P.M., detenuto nel braccio C del carcere di Torino Lo Russo e Cutugno. La lettera è stata recapitata al tesoriere di Radicali Italiani, Filippo Blengino, dopo la visita dei Radicali Italiani al carcere di Torino del 18 agosto. Una lettera dolorosa, che parla di dignità e denuncia condizioni disumane.
di Livia Zancaner
Il Sole 24 Ore, 19 settembre 2024 Il malessere, il vuoto, il senso di estraneità, la mancanza di fiducia nei confronti degli adulti. Sono i sentimenti che oggi accomunano tanti giovani, in una società che li vuole sempre più performanti e in cui fanno fatica a riconoscersi e trovare un senso. Un disagio che può trasformarsi in comportamenti aggressivi e distruttivi, verso gli altri o verso se stessi. A ribadirlo è don Claudio Burgio, cappellano dell’istituto penale per minorenni Cesare Beccaria di Milano e fondatore della comunità Kayròs, a Vimodrone: “Si tratta di un disagio che appartiene a tutti i ragazzi, al di là del ceto sociale. I giovani si sentono soli, persi, senza un futuro, cercano di riempire un vuoto”.
di Manuela Perrone
Il Sole 24 Ore, 19 settembre 2024 Arrivano il nuovo delitto di rivolta in carcere, integrato anche solo da atti di resistenza passiva (“Un attacco allo stato di diritto”, tuona il Pd) e valido pure per i centri per i migranti, e l’aggravante del reato di istigazione a disobbedire alle leggi se commesso all’interno di un istituto di pena. Arrivano il nuovo delitto di rivolta in carcere, integrato anche solo da atti di resistenza passiva (“Un attacco allo stato di diritto”, tuona il Pd) e valido pure per i centri per i migranti, e l’aggravante del reato di istigazione a disobbedire alle leggi se commesso all’interno di un istituto di pena.
di Errico Novi
Il Dubbio, 19 settembre 2024 Il Guardasigilli nominerà entro la prossima settimana il presidente dell’Autorità. L’obiettivo: una scelta gradita al Colle e che contribuisca a riforme senza strappi. “Ci impegneremo per far valere la nostra particolare sensibilità sul carcere”. È la promessa con cui i deputati di Forza Italia si sono congedati dalla battaglia, persa, sulle detenute madri, nell’ambito del ddl sicurezza. Ed è un obiettivo che Antonio Tajani e il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto ribadiscono da tempo: favorire l’adozione di nuovi strumenti per migliorare la condizione dei reclusi, decongestionare gli istituti di pena e arginare la macabra scia dei suicidi, arrivati ormai alla raccapricciante cifra di 72 dall’inizio dell’anno.
GIUSTIZIA
di Manuela Perrone
Il Sole 24 Ore, 19 settembre 2024 Disco verde finale al provvedimento, che passa al Senato per la seconda lettura. Nei 38 articoli del disegno di legge Sicurezza che l’Aula della Camera ha approvato sventola la più forte delle bandiere identitarie della destra al governo del Paese: in assenza di margini per misure davvero popolari sul piano economico, è qui che la maggioranza sta definendo in modo netto il suo posizionamento. I sì sono stati 162, i no 91 e 3 gli astenuti. Il provvedimento passa all’esame del Senato.
di Giuliano Santoro
Il Manifesto, 19 settembre 2024 Il catalogo dei nemici della destra ora va al Senato. “Avrà la priorità” assicura Salvini. Dagli occupanti agli eco-attivisti: la maggioranza insegue i media e colpisce le lotte. “Restituire certezza del diritto ai proprietari di casa e sbattere il galera chi occupa le case e sgomberarle al di là delle chiacchiere di altri e dei processi politici, è un servizio agli italiani”: con queste parole ieri Matteo Salvini in Transatlantico alla camera ha salutato l’approvazione in prima lettura del Ddl sicurezza con 162 sì e 91 no. Il pacchetto di norme che istituiscono nuovi reati e inaspriscono pene contiene praticamente tutto il campionario delle questioni sociali trasformate in emergenze da reprimere.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 19 settembre 2024 Via libera della Camera al ddl Sicurezza. Il provvedimento, recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario”, ha avuto l’ok dell’aula di Montecitorio con 162 sì, 91 no e 3 astenuti. Il testo ora passerà al Senato per l’approvazione finale e la Lega è pronta a chiedere la procedura d’urgenza.
di Vincenzo R. Spagnolo
Avvenire, 19 settembre 2024 Incurante del diluvio di critiche delle opposizioni e delle perplessità di giuristi e associazioni, la maggioranza ha tirato dritto. E così, in serata, l’Aula di Montecitorio ha dato il primo via libera, con 162 sì a fronte di 91 no e 3 astenuti, al discusso disegno di legge sulla sicurezza voluto dal governo. Ora il testo passa all’esame del Senato, con la Lega già in pressing : “Chiederemo un canale d’urgenza perché prima lo si approva, meglio è”, dice in Transatlantico ai cronisti il vicepremier e segretario del Carroccio Matteo Salvini. Anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il resto del centrodestra sostengono il provvedimento e ne salutano con favore il primo sì parlamentare.
di Massimo Pasquini*
Il Fatto Quotidiano, 19 settembre 2024 Mentre scrivo è ancora in corso la discussione del ddl Sicurezza, Atto Camera 1660. Al contempo l’Aula della Camera ha già approvato l’articolo 10 che si riferisce alle occupazioni di immobili altrui e Salvini su X lo ha annunciato così: “Grande vittoria per una battaglia storica della Lega: via libera della Camera - in attesa del passaggio al Senato - per l’introduzione del nuovo reato per chi occupa abusivamente case, con una pena prevista dai due ai sette anni di carcere. Altro che clemenza per gli abusivi, come vorrebbe una certa sinistra: tolleranza zero!”
di Cataldo Intrieri
Il Domani, 19 settembre 2024 Tre processi penali (Toti, Ilva, Salvini) hanno riportato sulla scena il vecchio tema dei rapporti tra giustizia e politica non in termini, stavolta, di puro conflitto tra categorie, ma di scelte strategiche e ideologiche da parte di alcuni settori della magistratura. L’ideologia è una visione del mondo e dei suoi valori, qualcuno ne ha sancito il definitivo tramonto, ma, se c’è una corporazione che ne custodisce gelosamente la memoria, ebbene questa è la magistratura. La definizione del caso Toti ha sorpreso molti e suscitato critiche verso la scelta dell’ex governatore: invece dovrebbe destare altrettanto scalpore la decisione della procura genovese di offrire essa stessa a Toti la soluzione per un esito più soffice della sua vicenda giudiziaria che lo aveva visto detenuto per diversi mesi.
di Fabrizio Costarella e Cosimo Palumbo*
Il Dubbio, 19 settembre 2024 Vacillano, davanti ai giudici europei, le norme che colpiscono anche le imprese vittime dei boss. Anche le interdittive antimafia sono finite al vaglio della Cedu. Nei prossimi mesi, infatti, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sarà chiamata a pronunciarsi sulla rispondenza ai principi convenzionali non solo delle misure di prevenzione personali e patrimoniali ablative, disposte dalla Autorità giudiziaria, ma anche di quelle amministrative, quale è l’informativa interdettiva antimafia. Un’altra peculiarità della prevenzione, infatti, è di non essere presidiata pienamente dalla riserva di giurisdizione, con conseguenti asimmetrie nella valutazione dei presupposti applicativi delle misure.
TERRITORIO
reggiotoday.it, 19 settembre 2024 Si è riunita, presso la sala Oro della Cittadella regionale della Calabria, la cabina di regia per il reinserimento delle persone sottoposte a provvedimenti giudiziari. L’incontro, presieduto dall’assessore alle politiche sociali Caterina Capponi, segna un ulteriore passo in avanti verso la creazione di percorsi integrati che favoriscano il ritorno alla vita sociale e lavorativa di chi ha scontato pene detentive o è in procinto di concluderle. La cabina di regia, istituita con la delibera di giunta regionale n. 670/2022, si pone come obiettivo l’implementazione delle linee guida dell’accordo sancito dalla Conferenza unificata del 28 aprile 2022.
di Giulio Cavalli
La Notizia, 19 settembre 2024 Nel carcere di Regina Coeli si è suicidato il terzo detenuto dall’inizio dell’anno. Anzi, a voler essere precisi, si è suicidato il terzo detenuto del 2024 della settima sezione del carcere romano. Come racconta l’associazione Antigone la settima sezione è allo stesso tempo una sezione di ingresso, di transito, disciplinare, di isolamento sanitario. Le persone qui recluse restano in cella per 23 ore al giorno in una condizione che di dignitoso non ha nulla. Le celle sono piccolissime e ospitano 2 o 3 persone su un unico letto a castello. Il wc e il lavandino si trovano in una piccola stanza adiacente senza intimità. Le finestre sono più piccole che nelle altre sezioni e dotate di celosie che non consentono all’aria di circolare e riducono l’ingresso della luce naturale. Solo poche celle sono dotate di doccia.
di Alessia Marani
Il Messaggero, 19 settembre 2024 Cinquant’anni, italiano, arrestato il 25 agosto scorso per maltrattamenti in famiglia, Salvatore D. V., l’altro ieri ha deciso di farla finita e verso le 6.45 è stato rinvenuto impiccato nella sua cella del carcere di Regina Coeli. A nulla sono valsi i soccorsi. Salvatore dietro le sbarre pensava di non finirci. Quando il magistrato, al momento dell’arresto, gli ha chiesto se avesse un posto sicuro dove potere scontare la pena alternativa ai domiciliari, lui aveva risposto “sì, da mio fratello”. Invece a casa il fratello non lo ha accettato e a lui non è rimasto che varcare l’ingresso dell’istituto capitolino, già iper-affollato e teatro, quest’estate, di numerose rivolte, soprattutto per le condizioni di disagio vissute dalle persone più fragili e con disagi psicologici e psichiatrici ...
di Elisa Sola
La Stampa, 19 settembre 2024 La ricostruzione con i video delle telecamere, le intercettazioni e le testimonianze dei feriti. Di lì nasce il primo esposto finito, pochi giorni dopo, sulla scrivania del procuratore Dodero. Tutto è iniziato nella stanza 416. Alle 21,30 del 20 giugno 2023. I detenuti sbattono cucchiaini e caffettiere contro le sbarre. Fanno rumore, perché uno di loro sta male da due giorni, ma nessuno lo visita. Quello che succede dopo viene ricostruito con i video delle telecamere, le intercettazioni e le testimonianze dei detenuti feriti. “È arrivato un poliziotto e ha detto: “Che problemi avete? Continuate pure a fare rumore, tanto non arriva nessuno a visitarlo”. Dopo dieci minuti un agente lo ha portato via. È passato ancora del tempo. Sono entrate 20, 25 guardie e hanno iniziato a picchiare.
di Elisa Sola
La Stampa, 19 settembre 2024 Per il gip che indaga sulle violenze sarebbe stato impiegato “uno strumento con impulsi elettrici non in dotazione al personale penitenziario”. La “pistola luce” non l’ha mai vista bene nessuno durante i pestaggi. Perché più che vedersi, si sente. Ma se la chiamano così, i detenuti che sarebbero stati vittime delle sue scariche, forse c’è un motivo. Dicono: “Dà una scossa elettrica fortissima”. Il 27 dicembre 2021, alle ore 14, Zakaria, uno dei dieci uomini reclusi nel carcere di Cuneo che hanno sporto denuncia per le presunte torture subite da alcuni dei 33 agenti indagati, al medico penitenziario ha detto: “Non so dire esattamente cosa sia. Ho avuto la sensazione che fosse come una scossa elettrica. Dopo la scossa ho iniziato a tremare. Non ho visto bene quella pistola luce. Ma le scosse erano strane”.
di Lorenza Pleuteri
osservatoriodiritti.it, 19 settembre 2024 La giudice di Modena si oppone all’archiviazione e dispone sei mesi di proroga dell’inchiesta su violenze e pestaggi denunciati da un gruppo di detenuti coinvolti nella sommossa del marzo 2020, quando tra il carcere Sant’Anna di Modena e il resto d’Italia si contarono 13 reclusi morti, decine di feriti tra reclusi e agenti, milioni di danni. “Violenze gratuite, botte e manganellate a freddo, umiliazioni, angherie mentre erano inoffensivi e inermi”. La procura di Modena non ritiene fondati i drammatici racconti ripetuti dai detenuti via via usciti allo scoperto dopo la sommossa, considerati imprecisi, inattendibili e incoerenti.
di Gerlando Cardinale
agrigentonotizie.it, 19 settembre 2024 Il detenuto era stato accusato di violenza a pubblico ufficiale per essersi barricato dentro la cella. Detenuto si barrica in cella, rifiutandosi di uscire nonostante il richiamo dei poliziotti penitenziari, li insulta, ingerisce del detersivo e si picchia in testa per costringere gli agenti a fargli avere un colloquio con i familiari. L’uomo finisce a processo per violenza a pubblico ufficiale ma viene assolto “perché il fatto non sussiste”.
geronimo.news, 19 settembre 2024 Migliorare le condizioni di vita dei detenuti sia all’interno degli istituti penitenziari sia all’esterno, al fine di arginare episodi di recidiva. È questo uno dei pilastri della nuova istruttoria pubblica pubblicata dal Comune di Rimini per la progettazione congiunta degli interventi nell’ambito del reinserimento sociale dei detenuti, in collaborazione con il progetto regionale triennale ‘Territori per il reinserimento Emilia-Romagna’. L’iniziativa, in particolare, è stata pensata per offrire una gamma di attività finalizzata a facilitare la reintegrazione sociale, con un focus sui temi dell’interculturalità, della genitorialità e della prevenzione della violenza di genere.
di Maddalena Berbenni
Corriere della Sera, 19 settembre 2024 Una tiratura di 500 copie distribuite fra carcerati, famiglie e operatori del settore. Magnetti Building, azienda del Gruppo Grigolin, ha scelto di sostenere infatti “Spazio. Diario aperto dalla prigione”, un progetto editoriale singolare che permette ai detenuti del carcere di Bergamo di cimentarsi con la scrittura giornalistica e dialogare con i cittadini e la comunità in generale nell’affrontare e indagare temi di attualità, del carcere e cari al territorio. Magnetti Building infatti, attraverso una donazione, sosterrà i costi relativi alla stampa e distribuzione della rivista: questa iniziativa, spiega, “mira a rompere le barriere dei pregiudizi, incoraggiando un confronto aperto e costruttivo tra chi vive all’interno e chi vive all’esterno delle mura carcerarie”.
di Antonio Montefusco
Il Resto del Carlino, 19 settembre 2024 Lo sport è quella luce in fondo al tunnel dopo tanto buio. Lo sport è integrazione, voglia di rivincita, spensieratezza, inclusione e dialogo. Nel novembre 2023 è partito il progetto ‘Il mio campo libero’ che fa capo all’iniziativa Sport di tutti carceri promossa dal Ministero per lo sport e i giovani, in collaborazione con Sport e Salute la società dello stato per lo sviluppo delle discipline sportive e dei corretti stili di vita.
AFFARI SOCIALI
di Viola Giannoli
La Repubblica, 19 settembre 2024 Intervista allo scrittore, professore alle scuole superiori: “Ciò non significa che, di fronte al reato, dobbiamo lasciar correre. Ma nel momento in cui puniamo abbiamo già perso”. “Rispondere all’inquietudine dei giovani inasprendo le pene non servirà a niente”. Parola di Eraldo Affinati, scrittore e appassionato docente, immerso quanto più tempo possibile tra i suoi studenti, compresi quelli (pochi) che contestano e che rischiano di pagare a caro prezzo anche il dissenso pacifico.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 19 settembre 2024 Migranti Intervista al segretario di +Europa: “Le decisioni dei tribunali di Palermo e Catania sono un fatto enorme da un punto di vista giuridico: tutta l’impalcatura costruita dal governo per detenere i richiedenti asilo nasce già morta”.
di Elena Molinari
Avvenire, 19 settembre 2024 Dale Recinella era un avvocato finanziario di successo a Miami quando la chiamata è arrivata, con la voce stentorea di Thomas Horkan che urlava il suo nome sul sagrato della chiesa. “Tom era un collega e mi ha letteralmente inchiodato dopo la messa per convincermi a scrivere una memoria legale contro la pena di morte per i vescovi della Florida - spiega Recinella -. Non avevo nessuna voglia di farlo, ma non mi ha mollato finché non ho ceduto”. I tre mesi impiegati a scrivere quell’incriminazione della pena capitale sono stati la svolta nella vita di Recinella. Ci sono voluti ancora anni perché dicesse di sì, ma il seme era piantato. Nel 1998, Recinella ha messo da parte la professione legale per diventare cappellano laico del braccio della morte di Macclenny e dei suoi 400 uomini condannati all’iniezione letale.
di Alessia Melcangi
La Stampa, 19 settembre 2024 Come nel 1967, quando gli stati arabi stavano predisponendo l’ennesima guerra contro Israele, e Tel Aviv anticipò le loro mosse sbaragliando in sei giorni le forza militari egiziane, siriane e giordane, allo stesso modo Israele gioca oggi d’anticipo. Questa volta però il governo di Netanyahu non si muove solo in maniera difensiva, ma provoca, alza la posta in gioco. Davanti all’Iran esitante e a Hezbollah che in fondo, con un consenso in declino, non vuole la guerra dentro i suoi confini, Israele spariglia le carte, rendendo ancora più improbabile qualsiasi de-escalation.
di Chiara Cruciati
Il Manifesto, 19 settembre 2024 La foto di Ziad Mohammed al-Dalou pubblicata ieri sui siti di informazione lo ritrae sorridente, in camice bianco. Probabilmente è stata scattata prima del 7 ottobre e della trasformazione del suo ospedale, lo Shifa, in un campo di detenzione e in un’enorme fossa comune. Al-Dalou è morto in una prigione israeliana, è il terzo medico di Gaza a perdere la vita in custodia, il sessantesimo palestinese. Era stato arrestato a marzo durante l’assedio israeliano dell’ospedale: due settimane che sembravano non finire mai, medici, pazienti e sfollati prigionieri della struttura e dei colpi di mortaio dell’artiglieria. Non si entrava e non si usciva. I soldati invece entravano e sono decine le testimonianze che raccontano di medici e malati giustiziati sul posto e di cibo introvabile.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 22 settembre 2024
"Se io fossi Caino. Festival di teatro e arte dal carcere" (Gorizia, fino al 25 settembre 2024)
Assemblea del Movimento No Prison: "Le carceri incostituzionali" (Assisi-PG, 17 e 18 ottobre 2024)
CORSI E MASTER
CONCORSI