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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di domenica 15 settembre 2024
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
di Giampiero Catone
La Discussione, 15 settembre 2024 Sono passati decenni dall’ultima amnistia. Per i reati minori e solo per quelli servono percorsi rieducativi. L’impegno di sacerdoti e volontari per una nuova umanità. “Aprirò una Porta santa in carcere”. Sono le parole cariche di speranza annunciate da Papa Francesco. Un prezioso intento che diffonde una luce di misericordia in un contesto che si fa giorno dopo giorno più drammatico: nelle carceri italiane i suicidi sono una emergenza intollerabile, il sovraffollamento è una condizione disumana, così come le difficoltà di tutto il personale che è esposto a mille problemi e rischi. Ciò che serve sono pene giuste, severe ma in un contesto profondamente diverso civile e umano da quello che oggi viviamo in Italia.
di Aldo Grasso
Corriere della Sera, 15 settembre 2024 “In galera, in galera!”, gridava Giorgio Bracardi. Rischia la galera chi occupa abusivamente una casa, chi blocca una strada o una ferrovia (già battezzata “norma anti-Gandhi”), chi commette misfatti nelle adiacenze di una stazione ferroviaria. Il provvedimento in esame alla Camera, fortemente voluto dal governo Meloni, ha introdotto nuovi reati, aggravanti, inasprimenti di pene e criminalizzazione del dissenso. Il ddl Sicurezza inserisce nel Codice penale anche un nuovo articolo, il 415-bis, denominato “rivolta all’interno di un istituto penitenziario”, prevedendo come pena base la reclusione da due a otto anni.
di Antonio Nastasio*
bergamonews.it, 15 settembre 2024 Il caos implode tra le sbarre delle patrie galere sotto il peso della sua incapacità, e nonostante questo cerca consenso tra le sue rovine. È noto nella storia dell’umanità che, di fronte agli errori, si cerchi sempre un “colpevole” lontano da sé stessi, come per il carcere, sprofondato in un caos totale, schiacciato da regole obsolete, condannato ad un fallimento ormai evidente a tutti. I fatti riportati dai mass media mostrano il sistema penitenziario italiano in pieno conflitto interno, un colosso al collasso, vittima di una cronica mancanza di visione strategica e di una palese attesa del cosa fare e del dove andare.
di Annachiara Valle
Famiglia Cristiana, 15 settembre 2024 Invece che prevedere che nessun bambino possa mai finire dietro le sbarre, la maggioranza rende più facile che madre e piccolo (anche quello non ancora nato) finiscano in galera. Con buona pace di pedagogisti e democrazia. Più duri persino dell’articolo 146 del Codice Rocco, approvato sotto il fascismo. I parlamentari di maggioranza non hanno avuto esitazione, nell’introdurre 24 nuovi reati e aggravanti, a premere sull’acceleratore della sicurezza, nemmeno fossimo in uno stato d’emergenza, e a sancire che sì, in Italia si può anche nascere in carcere o esservi detenuti fin dai primissimi mesi di vita.
di Stefania Valbonesi
perunaltracitta.org, 15 settembre 2024 È ormai passato quasi un anno e mezzo, da quell’aprile del 2023 quando la Corte d’Assise d’Appello di Torino comminò ad Alfredo Cospito 22 anni e alla sua compagna Anna Beniamino 18. In quell’occasione, fece la sua ultima apparizione pubblica. Da allora, sul suo caso e su di lui, è calato un assoluto silenzio. Eppure, la questione sollevata da Alfredo Cospito, l’anarchico al 41 bis che portò avanti un lungo sciopero della fame (iniziato il 20 ottobre 2022, conclusosi il 19 aprile 2023) per sensibilizzare l’opinione pubblica sul trattamento dei condannati al 41bis, era diventato tema caldo di dibattito sociale e politico.
Il Dubbio, 15 settembre 2024 Per Samuele Ciambriello, Garante della regione Campania e portavoce nazionale si rischia “un impatto esplosivo sul sistema penitenziario”. Il Portavoce e il Coordinamento della conferenza nazionale dei garanti territoriali delle persone private della libertà personale esprimono “ancora una volta preoccupazione per lo scollamento tra la realtà drammatica delle carceri italiane e i provvedimenti normativi già promulgati o in corso di approvazione”. È quanto si legge in un comunicato che critica fortemente il ddl Sicurezza in discussione in Parlamento. “Sovraffollate e con un numero altissimo di suicidi tra persone detenute e agenti di polizia penitenziaria, le carceri sono una polveriera: esasperazione, abbandono e indifferenza verso il modo dell’esecuzione della pena ...
di Francesco Boezi
Il Giornale, 15 settembre 2024 Niente più rinvio obbligatorio della pena per le madri condannate, sia nel caso in cui siano in stato interessante sia qualora abbiano bambini di al massimo un anno. Questa è la novità più rilevante tra quelle contenute nell’articolo 12 dell Ddl sicurezza, che sta per ricevere il via libera dalla Camera dei deputati. I parlamentari proseguiranno con l’esame approfondito del decreto nella prossima settimana. Un provvedimento che la sinistra continua a contestare ma su cui la maggioranza non ha dubbi. “Gli slogan dei contrari si commentano da soli”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, riferendosi all’intero pacchetto. E il governo ha una linea consolidata e unitaria: la sicurezza come priorità assoluta.
di Giovanni Bianconi
Corriere della Sera, 15 settembre 2024 Sei anni per aver trattenuto illegalmente 147 persone a bordo di una nave, “piegando strumentalmente le norme alla strategia dei porti chiusi”, non sono una richiesta politica contro l’atto politico di un ministro. Sono piuttosto la valutazione giuridica di un comportamento considerato illegittimo in base alle leggi nazionali e alle Convenzioni internazionali. Un reato, secondo la valutazione dei pubblici ministeri, commesso non per attuare la linea politica di un governo, bensì l’autopromozione della propria personale posizione. Anche in chiave elettorale. È il punto chiave, per quanto scivoloso, del processo e dell’atto d’accusa finale: alla sbarra non è la politica ma il comportamento di un politico, ribadiscono i pm, sapendo che la difesa ha battuto e batterà proprio su questo punto.
di Marco Cremonesi
Corriere della Sera, 15 settembre 2024 Con la richiesta di condanna a 6 anni dei pm di Palermo che hanno indagato sull’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini per la vicenda Open Arms, è scattata l’offensiva d’autunno della Lega, inaugurata con il video su sfondo nero profondo del vicepremier. Il processo diventa così l’occasione per chiamare i militanti alla protesta anche di piazza contro i “processi politici”. I tipografi abituali della Lega sono già allertati: a ore riceveranno i file dei volantini, con citazione di frasi della requisitoria dei pm, che saranno distribuiti nelle centinaia di gazebo che il partito sta organizzando per i prossimi fine settimana. Fino al 18 ottobre, quando la legale del segretario leghista - Giulia Bongiorno - terrà a Palermo la sua arringa difensiva.
di Marcello Sorgi
La Stampa, 15 settembre 2024 Mai, forse, neppure ai tempi di Berlusconi - che comunque alla fine accettò ed espiò la sua condanna - lo scontro tra governo e magistratura aveva toccato punte così alte. Ed è la presidente del consiglio, non direttamente interessata al processo di Palermo, a difendere il suo vice, che dopo le richieste della pubblica accusa rischia ora una pena molto pesante, di sei anni. Talmente dura da chiedersi se davvero, da condannato, potrebbe tranquillamente continuare a svolgere il suo compito nell’esecutivo. All’epoca dei fatti - governo gialloverde Conte 1, Salvini ministro dell’Interno, talmente convinto di avere nelle vele il vento dell’opinione pubblica che pochi mesi dopo farà saltare il banco nella tragicomica crisi del Papeete - Meloni era all’opposizione.
di Andrea Fabozzi
Il Manifesto, 15 settembre 2024 Non c’è solidarietà umana né lealtà di coalizione dietro la sguaiata difesa che Meloni fa di Salvini, accusato di un reato assai grave, compiuto e rivendicato sotto gli occhi dell’opinione pubblica quando il capo della Lega era in una stanza a palazzo Chigi e l’attuale presidente del Consiglio all’opposizione. Ogni giorno e in ogni occasione possibile, che si tratti di nomine o scelte politiche importanti, i due si danno infatti battaglia in una perenne campagna elettorale all’interno dello stesso bacino di consenso.
TERRITORIO
di Manuela D’Alessandro
agi.it, 15 settembre 2024 Nel provvedimento di scarcerazione e trasferimento presso una Rsa, è evidenziato il ruolo di quei compagni di cella del carcere di Bollate, definiti dai giudici “caregiver”, che hanno assistito e supportato l’ex boss non appena si sono manifestati i primi segni di demenza. Nell’ultima parte della storia di Renato Vallanzasca in prigione, quella del declino che ha portato i giudici a farlo uscire dopo 52 anni, c’è una storia di solidarietà da raccontare. I protagonisti sono alcuni detenuti, definiti dai giudici “caregiver”, che lo hanno aiutato nel carcere di Bollate da quando ha iniziato a manifestare i primi segni della demenza alla totale perdita dell’autonomia.
di Massimiliano Nerozzi
Corriere di Torino, 15 settembre 2024 Prime sentenze sul reato cancellato. C’è l’agente della penitenziaria che rifila un ceffone a un ragazzo nel carcere minorile “Ferrante Aporti”; il carabiniere che molla uno schiaffo a un’automobilista, alla fine di un diverbio per un controllo stradale; e c’è il poliziotto che maltratta, con le stesse non garbate modalità, un immigrato rinchiuso nel Cpr. Sembra l’incipit di una barzelletta, ma (purtroppo) non c’è molto da ridere: cos’hanno in comune? Tutti prosciolti - in episodi e procedimenti diversi, davanti al gup - con la formula imposta dall’ultima modifica legislativa: “non doversi procedere”, trattandosi di fatti non più previsti dalla legge come reato.
di Elisa Sola
La Stampa, 15 settembre 2024 L’accusa per i ragazzi che alimentarono la sommossa la notte tra il 1 e il 2 agosto, le manette sono scattate in tutta Italia. Devastazione e saccheggio. È questo il reato, che prevede pene severe, contestato ad undici minorenni considerati organizzatori e promotori della rivolta scoppiata il primo agosto al Ferrante Aporti di Torino. Una sommossa durata dodici ore, nata con un primo rogo appiccato nella biblioteca del piano terra. E terminata con mazzate e colpi di spranghe ai computer degli uffici e ai lavandini dei bagni. Dopo quella notte di fuoco, il carcere minorile di Torino era stato dichiarato parzialmente inagibile. I detenuti erano stati trasferiti in altre Regioni.
di Emiliano Moccia
vita.it, 15 settembre 2024 Intesa Sanpaolo e San Patrignano hanno promosso il progetto “WeFree Dentro” nell’istituto penitenziario per minorenni di Bari. Un’iniziativa pilota per avviare percorsi nelle carceri attraverso incontri, testimonianze e condivisioni tra chi è uscito dalla dipendenza ed i giovani reclusi. Raccontano la loro esperienza personale. Le difficoltà, le cadute, la voglia di reagire, la ripresa. Il loro ritorno alla vita normale. La raccontano a ragazzi oggi ristretti nel carcere minorile di Bari. Portano in scena la loro storia attraverso varie forme di linguaggio, come teatro, movimento, workshop, incontri. Perché quel tunnel oscuro delle dipendenze lo hanno conosciuto anche loro quando erano più giovani.
di Fiorangela d’Amora
Il Mattino, 15 settembre 2024 L’incontro a Castellammare organizzato da un pool di avvocati. La situazione delle carceri in Italia, l’analisi fatta da addetti ai lavori. Si è tenuta a Castellammare, presso la sala convegni dell’Hotel Stabia il convegno “Criminalità tra carcere, violenza e giustizia ripetitiva”. Tra i relatori Irma Conti, garante nazionale delle persone private della libertà: “La situazione precaria delle carceri è cronica e non è una emergenza solo di questi ultimi anni - ha detto l’avvocato Conti - vanno implementate le assunzioni nella polizia penitenziaria, anche perché quelle fatte in questi anni servono solo a coprire i pensionamenti. Attualmente in Italia ci sono 61mila detenuti, un numero sproporzionato rispetto agli addetti alla sicurezza.
di Emilia Flocchini
chiesadimilano.it, 15 settembre 2024 Domenica 15 settembre, nella parrocchia di Maria Madre della Chiesa, inaugurazione di un luogo d’incontro tra detenuti in permesso, comunità cristiana e società civile. A rappresentare l’Arcivescovo, monsignor Vegezzi e monsignor Bressan. Dopo quasi un anno dal lancio, La Tenda di Mamre, luogo d’incontro tra il mondo del carcere e le persone esterne, è pronta per l’inaugurazione. Domenica 15 settembre, dalle 16, gli spazi della parrocchia di Maria Madre della Chiesa a Gratosoglio, dove fino al 2022 viveva una comunità di Suore di Maria Bambina, saranno ufficialmente aperti, anche se l’accoglienza dei detenuti in permesso è già iniziata.
di Aldo Losito
Gazzetta del Mezzogiorno, 15 settembre 2024 I taralli realizzati e commercializzati nell’ambito del lavoro “A Mano Libera-Senza Sbarre”. “A mano libera-Senza sbarre” ideato dall’associazione San Vittore della Diocesi di Andria. Cresce e acquista sempre più valore il progetto “A mano libera-Senza sbarre” dell’associazione San Vittore della Diocesi di Andria. Da anni, infatti, la masseria San Vittore è diventata il quartier generale del programma, che offre il carcere alternativo ai detenuti impegnati nel reinserimento sociale. La “Saint Pio Foundation” acquisterà i taralli realizzati e commercializzati nell’ambito del lavoro “A Mano Libera-Senza Sbarre”.
AFFARI SOCIALI
di Emma Bonino
La Repubblica, 15 settembre 2024 La cittadinanza per i maggiorenni cittadini di Stati non appartenenti alla Ue? Non dovrebbe essere il regalo del “Principe”, ma un diritto. Aiuta ordine, sicurezza e legalità. In Italia dal 1992 è in vigore una legge per cui un ragazzo nato in Italia da genitori stranieri può richiedere la cittadinanza quando ha compiuto 18 anni, a condizione di essere stato residente legalmente e senza interruzioni dalla nascita. C’era una proposta di riforma approvata nel 2015 alla Camera e mai arrivata in Senato. Da allora, sono stati fatti pochi altri tentativi, tutti falliti; per mere ragioni elettorali è mancato il coraggio e l’argomento è stato chiuso in un cassetto, ignorando i milioni di stranieri che vivono, studiano e lavorano in Italia, che non vedono riconoscersi la cittadinanza che tanto vorrebbero per poter assolvere anzitutto ai doveri che questa comporta.
di Maurizio Caprara
Corriere della Sera, 15 settembre 2024 Punizioni e violenze nei confronti di terroristi reclusi. L’ex primo ministro Bennett: “Vogliamo uno Stato qui o delle milizie che fanno quello che vogliono?”. La guerra è guerra e malgrado lo si neghi durante un conflitto casi di torture di prigionieri non mancano quasi mai. Non ne mancarono, e non fu un onore, neppure durante la giusta lotta del nostro Paese contro il terrorismo negli anni Settanta. Questo tuttavia conferma e non riduce il valore fondamentale dei progressi che nel mondo le democrazie, gradualmente, hanno compiuto decidendo di non ritenere più legali i mezzi violenti di punizione e di interrogatorio che erano ordinari in secoli precedenti verso reclusi e inquisiti.
di Antonella Mariani
Avvenire, 15 settembre 2024 La giovane era stata picchiata perché non indossava il velo: spirò il 16 settembre 2022. Il padre chiede di poterla commemorare nel cimitero in cui è sepolta. Mentre prosegue la corsa allo spazio, lanciando in orbita il suo secondo satellite di ricerca, domani l’Iran si prepara a vivere una giornata che al contrario dei successi del Chamran-1, preferirebbe passasse sotto silenzio: il secondo anniversario della morte di Mahsa Amini, la giovane curdo-iraniana pestata a morte dopo l’arresto a Teheran perché non indossava in maniera appropriata il velo. Mahsa morì il 16 settembre, dopo tre giorni di agonia e da questo omicidio di Stato nacque il movimento “Donna Vita Libertà”, che portò nelle piazze centinaia di migliaia di persone per sfidare decenni di oppressione e discriminazioni di genere.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino dal 16 al 22 settembre 2024
"Se io fossi Caino. Festival di teatro e arte dal carcere" (Gorizia, dal 9 al 25 settembre 2024)
Assemblea del Movimento No Prison: "Le carceri incostituzionali" (Assisi-PG, 17 e 18 ottobre 2024)
CORSI E MASTER
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