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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 9 ottobre 2024
di Fulvio Fulvi
Avvenire, 9 ottobre 2024 Detenuto si toglie la vita a Vigevano. Cresce il sovraffollamento. I casi di San Vittore, con metà reclusi affetti da disturbi psichici e degli istituti della Calabria, con il plexiglas sulle sbarre. Ancora un suicidio in carcere: è il 75esimo dall’inizio dell’anno. Si tratta di un detenuto di circa 40 anni di origini magrebine, con un residuo di pena di pochi mesi, che si è tolto la vita ieri sera impiccandosi nella sua cella nella Casa di reclusione di Vigevano, in provincia di Pavia. L’istituto, nonostante nuove attività lavorative interne organizzate per i reclusi lamenta un pesante sovraffollamento: su 218 posti disponibili c’è una presenza di 142 persone ristrette in più.
di Federica Pennelli
Il Domani, 9 ottobre 2024 Il tempo che non passa mai, l’assenza di una visione nitida del proprio fine pena unita a tormenti e preoccupazioni su come ricominciare quando si uscirà. In un presente in cui le carceri italiane sono al centro di rivolte, nate dalla rabbia per le condizioni disumane di detenzione peggiorate dal sovraffollamento, e in cui i detenuti muoiono o scelgono di ammazzarsi, il tema del dopo resta al centro dei pensieri di molti. Le domande sono molte: Cosa farò quando uscirò? Dove vivrò? Come farò a trovare un lavoro se non ho soldi e un posto dove tornare?
di Giulio Cavalli
La Notizia, 9 ottobre 2024 Un Rapporto Onu denuncia abusi, razzismo e discriminazioni contro africani nelle carceri italiane. Il sistema penitenziario sotto la lente. Un nuovo rapporto dell’Onu conferma le discriminazioni nel sistema carcerario italiano, evidenziando una realtà che molti fingono di ignorare: il persistente razzismo sistemico contro gli africani e le persone di origine africana. Il documento, presentato al Consiglio per i diritti umani a Ginevra, è il risultato di un’indagine condotta da tre esperti indipendenti che hanno visitato l’Italia tra il 2 e il 10 maggio, toccando le città di Roma, Milano, Catania e Napoli.
di Benedetta Barone
Elle, 9 ottobre 2024 Il numero dei ragazzi reclusi è passato da 392 unità a più di 500 in un anno. Sale del 16,4% la capienza di minori all’interno delle carceri. È una delle tante stime fornite dall’ultimo rapporto dell’associazione Antigone. A partire dal decreto Caivano, introdotto nel settembre dello scorso anno dal governo in carica, il numero dei ragazzi reclusi è passato da 392 unità a più di 500. Doveva trattarsi di misure di contenimento del disagio giovanile che prevedevano, oltre a un piano d’investimenti di trenta milioni di euro, il contrasto alla dispersione scolastica, alle baby gang, all’uso di stupefacenti. Aumentando trasversalmente le pene.
di Andrea Oleandri*
Ristretti Orizzonti, 9 ottobre 2024 Gonnella (Antigone): “Dal suo insediamento il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha più volte parlato dell’importanza del lavoro in carcere per il reinserimento sociale delle persone detenute e per abbattere il tasso di recidiva, ma nella pratica si sta facendo l’esatto opposto, tagliando del 50% i fondi a disposizione per il pagamento delle persone detenute lavoranti in carcere. In una nota del Provveditorato Regionale del Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta si legge infatti come il fabbisogno rilevato per mantenere i tassi di occupazione fosse di 2 milioni di euro, mentre dal Ministero della Giustizia è stato erogato meno del 50% di questo fabbisogno. Per questo, il Prap, ha invitato le direzioni degli istituti a tagliare il numero di persone lavoranti o comunque di ridurre le ore di lavoro ...
nuovogiornalenazionale.com, 9 ottobre 2024 Molti lettori ci chiedono il perché della non costruzione di nuove carceri. La domanda sembra banale, abbiamo così intervistati l’architetto Domenico Alessandro de Rossi, un importante esperto in materia, il quale ci ha subito risposto che: “Per realizzare un istituto penitenziario occorrono circa 20 anni. Punterei sullo svuotamento delle carceri di un 30% circa”, come pure “per l’edilizia penitenziaria, partirei dall’assunto che non servono più celle ma interventi di sistema”. L’architetto Domenico Alessandro de Rossi, peraltro presidente del Cesp (Centro Europeo Studi Penitenziari), parla con cognizione di causa stante il suo interesse pluridecennale riguardo le carceri e l’edilizia penitenziaria in generale.
di Massimo Franco
Corriere della Sera, 9 ottobre 2024 Riaffiora il problema del metodo e di una cultura politica. La tendenza è a declinare il potere come diritto a decidere senza condizionamenti. C’è solo da sperare che la maggioranza capisca. Quando si tratta di istituzioni di garanzia come la Corte costituzionale, il metodo è sostanza. E il tentativo di imporre un proprio candidato senza coinvolgere le opposizioni può diventare un boomerang; e non solo quando non riesce, come ieri. Lo è anche quando tende a piegare a logiche di governo organi come la Consulta, legittimati dal fatto di essere percepiti come neutrali. Si può poi discutere sull’opportunità di scegliere di non partecipare alla votazione, come hanno fatto le opposizioni.
di Donatella Stasio
La Stampa, 9 ottobre 2024 Molti, tra opinionisti e politici di ogni colore politico, sono convinti che, nell’attuale partita per l’elezione del giudice costituzionale, non ci sia nulla di nuovo rispetto al passato. Giorgia Meloni starebbe facendo la stessa cosa dei suoi predecessori, scegliendosi e imponendo il “suo” candidato, senza “condividere” nulla con l’opposizione. Tanti sostengono, invece, che - sebbene la melina sia durata quasi un anno - la premier avrebbe dovuto aspettare dicembre (quando dalla Consulta usciranno anche Augusto Barbera, Franco Modugno e Giulio Prosperetti) per “spartire” più agevolmente i quattro nuovi giudici tra le forze politiche, anche di opposizione.
di Carlo Lamura
Il Roma, 9 ottobre 2024 Nulla è accaduto o è cambiato sostanzialmente dopo la “crisi Palamara”. È dalla inquietante e inverosimile vicenda del giudice Palamara, che ha avuto il “merito involontario” di scoperchiare un sistema tanto collaudato quanto illegittimo che governava e distribuiva gli incarichi apicali per i magistrati iscritti esclusivamente a talune correnti (politico-sindacali) dei giudici, che quel mondo esclusivo di alti funzionari dello Stato è sotto la lente di ingrandimento di osservatori politici, inquirenti e opinione pubblica, oltre al Consiglio Superiore della Magistratura, unico e competente Organo costituzionalmente deputato a gestire promozioni, trasferimenti e aspetti disciplinari per i magistrati.
di Antonio Mastrapasqua*
Il Riformista, 9 ottobre 2024 Il rispetto delle garanzie costituzionali è sacro quando bisogna difendere sé stessi o gli alleati, invece per colpire gli avversari si diventa forcaioli. Addio ai valori: dipende tutto dalla convenienza del momento. Giustizialisti o garantisti? Gli italiani sono abituati a dividersi in due partiti. Dai Guelfi e Ghibellini, fino ai Montecchi e Capuleti. Ma le distinzioni tra le parti stanno sfumando, o per lo meno diventano più osmotiche. Si transita un po’ di qua, un po’ di là. Per convenienza? Certamente non per scelta di “valore”. La cronaca ci aiuta a percorrere lo schieramento politico con questa cartina al tornasole, che dimostra quanto la differenza tra giustizialisti e garantisti stia diventando poco più di una convenzione, modificabile sempre.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 9 ottobre 2024 “Se non si vuole che il dibattito sull’ordinamento e sulla cd. “separazione delle carriere” si riduca ad uno sterile antagonismo, quasi di bandiera, e se davvero si vuole mettere al centro la questione del “servizio” reso ai cittadini da un lato e la tutela dei diritti individuali dall’altro, occorre allora una riflessione più a monte su cosa debba essere il pubblico ministero nel processo moderno e su cosa sia lecito attendersi da lui nell’attuale contesto” : così il vice presidente del Csm, Fabio Pinelli, nel suo intervento al congresso dell’Unione Camere Penali dal titolo “Separare e riformare - La forza delle nostre idee per una giustizia nuova”.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 9 ottobre 2024 Riprese ieri nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato le audizioni sul ddl sicurezza. Tra gli esperti sentiti a Palazzo Madama, il professor Gian Luigi Gatta, ordinario di Diritto penale all’Università degli Studi di Milano, con cui approfondiamo la questione.
di Angela Stella
L’Unità, 9 ottobre 2024 Pioggia di critiche sul ddl governativo nelle audizioni al Senato. E i garanti lanciano l’allarme sul reato di resistenza passiva. Riprese ieri nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato le audizioni sul ddl sicurezza. Nella mattinata Nordio aveva dichiarato che si tratta di un provvedimento normativo “ovviamente perfettibile, il Parlamento è sovrano e ci affidiamo alla volontà dei rappresentanti del popolo” ma “non credo che proporremo emendamenti, avendolo noi approvato”.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 9 ottobre 2024 Maratona di audizioni nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato. L’ex procuratore di Torino, Armando Spataro: “Non c’è niente di nuovo e molto di inutile”. Gian Luigi Gatta, docente di Diritto penale: “L’unico provvedimento contenuto nel testo capace di produrre sicurezza è la dotazione delle bodycam agli agenti”. Lo hanno letteralmente fatto a pezzi. La prima maratona di audizioni sul ddl Sicurezza di ben 12 esperti tra costituzionalisti, magistrati, avvocati e professionisti dell’esecuzione penale, in un solo pomeriggio, davanti ai senatori delle commissioni congiunte di Giustizia e Affari costituzionali si può riassumere come una bocciatura generalizzata del provvedimento numero 1236.
di Tiziana Maiolo
Il Riformista, 9 ottobre 2024 La legge tra svolta e scappatoia per pm. L’introduzione di un tetto alla durata delle operazioni di ascolto sarebbe una vera rivoluzione. Ma attenzione all’uso strumentale dell’aggravante mafiosa: può essere una scappatoia per i pm. Se sarà approvata la riforma di Pierantonio Zanettin di Forza Italia sui tempi delle intercettazioni, che approda domani nell’Aula del Senato, potremo dire che siamo finalmente davanti a una vera svolta di civiltà. Pur con le sue deroghe (ahimè) e vincoli sempre suscettibili di elusione, la riscrittura dell’articolo 267 del Codice di Procedura Penale (che fissa a 45 giorni il limite temporale massimo di intercettazioni durante le indagini preliminari) sarà una piccola preziosa rivoluzione.
di Claudio Cerasa
Il Foglio, 9 ottobre 2024 Costretti a fare i conti con l’oscenità di una Repubblica fondata sull’impunità della magistratura, gli ex protagonisti di Tangentopoli mettono insieme un mosaico sciagurato, incastrati negli ingranaggi giustizialisti che loro stessi hanno contribuito a costruire. È più di una nemesi. È più di una lezione. È più di un cortocircuito. È un formidabile squarcio su una realtà vera, profonda, drammatica, una realtà giudiziaria reale che per anni in pochi hanno voluto vedere e che ora, oplà, è qui magicamente di fronte a noi. La condanna in primo grado ricevuta ieri a Brescia dal procuratore aggiunto uscente di Milano, Fabio De Pasquale, condanna a otto mesi per rifiuto d’atti di ufficio, per non aver cioè voluto depositare nel febbraio del 2021, a ridosso della sentenza del processo milanese per corruzione ...
leccotoday.it, 9 ottobre 2024 Un nuovo progetto per migliorare la qualità della vita legata al sistema penitenziario lombardo. Più risorse per l’accompagnamento dei giovani carcerati, percorsi di formazione per il personale, case popolari per gli agenti di polizia penitenziaria, maggiori risorse alle comunità terapeutiche. Questi i contenuti salienti dell’ordine del giorno sul problema dei giovani detenuti nelle carceri lombarde sottoscritto da tutti i capigruppo e approvato martedì all’unanimità dall’aula del Consiglio regionale.
cittadellaspezia.com, 9 ottobre 2024 “La situazione delle carceri in Liguria continua a destare preoccupazione, con un tasso di sovraffollamento del 120%. Nella regione sono detenuti 1.268 uomini e 66 donne, una condizione che mette a rischio i diritti fondamentali, in particolare quello alla salute”: lo si legge in una nota diffusa dall’Associazione Luca Coscioni. “Lo scorso 9 agosto abbiamo diffidato le 102 Asl nazionali, chiedendo loro di effettuare sopralluoghi negli istituti di pena per valutare la qualità dei servizi sanitari. In Liguria, solo l’Asl 5 Spezzino ha risposto, mentre le altre Asl tacciono, lasciando irrisolti i dubbi sulle condizioni sanitarie dei detenuti”, dichiara Marco Perduca, coordinatore dell’iniziativa per l’Associazione Luca Coscioni.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 9 ottobre 2024 All’uomo restava da scontare quasi un anno di pena. L’allarme del Garante sul sovraffollamento: alla Puglia il record negativo. Mentre le carceri italiane continuano a soffrire di un sovraffollamento cronico che mette a dura prova l’intero sistema penitenziario, oggi c’è stato un altro suicidio. Si è tolto la vita nel carcere di Vigevano un magrebino, con un residuo di pena prossimo a un anno. “Si tratta del 74esimo detenuto suicida dall’inizio dell’anno, cui - dichiara Gennarino de Fazio, segretario generale della UilPa Polizia penitenziaria - bisogna aggiungere 7 appartenenti alla Polizia penitenziaria che, altresì, si sono tolti la vita. Una strage senza fine e senza precedenti, rispetto alla quale la politica non pone alcun argine concreto”.
di Federico Dovera
Il Cittadino, 9 ottobre 2024 Tra poche ore sarà più chiara la causa del decesso del 30enne morto in carcere nella notte tra venerdì e sabato. Si attende, infatti, l’esito dell’autopsia, una procedura dovuta per fare chiarezza sulla morte dell’uomo, disposta dalla Procura di Lodi guidata da poco dalla dottoressa Laura Pedio. Il 30enne, di origini brasiliane, con problemi di tossicodipendenza alle spalle, era arrivato alla Cagnola da poco, trasferito dal carcere di Busto Arsizio dove, secondo i primi riscontri, aveva avuto delle incompatibilità con qualche detenuto. Il 30enne, ospitato nella sezione terza, dove la libertà è maggiore, è stato male nella notte tra venerdì e sabato e quando l’equipe di emergenza urgenza del 118 è intervenuta ha provato a rianimarlo, ma non c’è stato nulla da fare.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 9 ottobre 2024 Yousef, un giovane con disturbi della personalità, sarebbe stato brutalmente aggredito da agenti penitenziari nella sala colloqui. Esposto dell’Associazione Yairaiha che chiede un’indagine approfondita. Il 3 ottobre, una sconvolgente vicenda di presunta violenza ha turbato la quiete del carcere di Marassi a Genova. Secondo l’esposto presentato dall’Associazione Yairaiha Ets, impegnata nella tutela dei diritti dei detenuti, un giovane detenuto con disturbi della personalità sarebbe stato vittima di un brutale pestaggio da parte di agenti penitenziari.
di Giuseppe Di Bisceglie
Corriere del Mezzogiorno, 9 ottobre 2024 “Mancanza di cure adeguate”. Il 65enne, condannato a 30 anni di reclusione, era entrato in carcere in buone condizioni di salute ed era perfettamente in grado di camminare. Ma durante la detenzione sono subentrate patologie alla colonna vertebrale non curate in modo appropriato. Le cure ricevute da un detenuto durante il suo periodo di permanenza in carcere non sono state adeguate e per questo l’Italia dovrà risarcirlo con ottomila euro. È quanto stabilito da una recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo in riferimento al caso di un detenuto 65enne, originario di Taranto, che durante il periodo di detenzione in carcere ha visto aggravarsi le sue condizioni di salute, al punto da non riuscire più a camminare.
di Veronica Deriu
La Prealpina, 9 ottobre 2024 “Il carcere di Varese è stato dichiarato non utilizzabile all’inizio degli anni 2000, nonostante questo continua ad essere pieno di detenuti. Quindi è evidente che c’è qualcosa che va rivisto. Ci auguriamo che si possano trovare nuove soluzioni, anche un po’ diverse rispetto alle attuali”. Lo ha detto oggi, martedì 8 ottobre, il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, nell’ambito di un ragionamento sulle carceri lombarde fatto a margine del Consiglio regionale. “È un dato di fatto che dove i detenuti lavorano la recidiva si abbassa del 70-80%. È chiaro che bisognerà cercare delle soluzioni tali per cui all’interno del carcere ci sia la possibilità per tutti i detenuti di crearsi una professione per garantire all’uscita la possibilità di avere un’occupazione.
consiglio.regione.lazio.it, 9 ottobre 2024 Negata da alcuni dei relatori una connessione diretta con la tematica del sovraffollamento, che però resta un problema grave. Audizione oggi in VII Commissione - Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare del Consiglio regionale del Lazio con tema: “Episodi di suicidio recentemente verificatisi nel carcere di Regina Coeli”. La presidente Alessia Savo ha precisato in apertura che l’audizione sarebbe stata incentrata sulla situazione sanitaria del carcere, come impone la materia di cui si occupa la commissione. Il consigliere Rodolfo Lena del Partito democratico ha introdotto i lavori, esprimendo la sua preoccupazione per lo stato di grave sovraffollamento della struttura.
La Nuova Sardegna, 9 ottobre 2024 La Garante regionale dei detenuti ha effettuato una visita ispettiva riscontrando gravi carenze. “Esco ora dal carcere di Bancali e ho saputo che piove dentro le celle, presenterò un esposto alla Procura della Repubblica di Sassari, per denunciare le infiltrazioni d’acqua in tutte le sezioni”. La Garante regionale dei detenuti Irene Testa ha effettuato insieme a Gianfranco Favini, garante dei detenuti del Comune di Sassari, una visita ispettiva nelle sezioni maschili e femminili dell’istituto, riscontrando gravi carenze che segnalerà alla magistratura.
percorsiconibambini.it, 9 ottobre 2024 Il progetto “Altrove - Non è la mia pena” nasce da una esigenza fondamentale: non far ricadere sui più piccoli le pene che i loro genitori stanno scontando in carcere. Per un bambino vivere il distacco dai propri genitori è un trauma indelebile, incontrarli solo periodicamente in spazi inadeguati peggiora la situazione e impedisce anche agli adulti di vivere la loro genitorialità. La situazione delle carceri italiane è critica con un numero di suicidi senza precedenti. Tutto questo non può ricadere sui più piccoli. Altrove cerca di dare risposte efficaci a queste criticità per garantire ai figli dei detenuti la possibilità di vivere una infanzia felice.
di Filippo Merli
Italia Oggi, 9 ottobre 2024 Grazie a un progetto editoriale tra Magnetti building e la casa circondariale di Bergamo nasce la rivista “Spazio”, con una tiratura di 500 copie. La rivista trimestrale ha una tiratura di 500 copie. E viene distribuita ai detenuti, alle loro famiglie, agli operatori e alle istituzioni che ogni giorno dialogano con la casa circondariale di Bergamo. Il periodico si chiama “Spazio. Diario aperto dalla prigione”. E permette ai carcerati di cimentarsi nel giornalismo.
di Dario De Martino
Il Mattino, 9 ottobre 2024 Per il terzo anno consecutivo il giornale entra a Poggioreale e Secondigliano. “Carcere, parole in libertà” si rinnova e si rafforza. L’iniziativa del “Mattino” che dà voce ai detenuti di Poggioreale e di Secondigliano è stata rinnovata ufficialmente ieri con una conferenza stampa che ha riunito tutti i protagonisti nella sede consiglio regionale della Campania. Il progetto ha aperto una finestra sul mondo ai detenuti e ha dato la possibilità ai lettori di guardare con occhio diverso alla realtà del carcere e ai suoi ospiti. Per il terzo anno, quindi, nelle case circondariali arriveranno le copie del giornale e ogni settimana, come i nostri lettori più affezionati già sanno, ci sarà una pagina dedicata agli articoli che arriveranno dai detenuti, frutto dell’attività di laboratorio svolta all’interno del carcere.
Ristretti Orizzonti, 9 ottobre 2024 La Cittadella di Assisi (Pg) sarà teatro della convention “Le carceri incostituzionali” che si terrà giovedì 17 ottobre dalle 15,00 alle 19,00 e dell’assemblea di venerdì 18 ottobre dalle 10,00 alle 13,00 organizzate dal Movimento No Prison con la presenza, tra l’altro, di don Tonio Dell’Olio (presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi), Livio Ferrari (giornalista, portavoce del Movimento No Prison), Giuseppe Mosconi (sociologo del diritto), Rosa Palavera (docente di diritto penale all’Università degli studi di Urbino), Giovanna Perna (avvocato, componente Osservatorio Carcere Ucpi) ed Elisabetta Zamparutti (componente del “Comitato Europeo Prevenzione Tortura” e “Associazione Nessuno Tocchi Caino”).
ekuonews.it, 9 ottobre 2024 Si terrà venerdì 11 ottobre, alle ore 10.00, nella Sala delle lauree del Polo didattico G. D’Annunzio dell’Università di Teramo il convegno dal titolo “I percorsi formativi dei Poli Universitari Penitenziari per l’inclusione e la sostenibilità sociale”. “Il convegno - spiega Emilio Chiodo, delegato del Rettore per il Polo Universitario Penitenziario dell’Università di Teramo - partendo dalle esperienze del nostro Ateneo e della Conferenza Nazionale dei Delegati dei Rettori ai Poli Penitenziari, ha l’obiettivo di approfondire la riflessione sul ruolo della formazione universitaria nel percorso educativo delle persone detenute.
forlitoday.it, 9 ottobre 2024 Stasera alle 20.30, nel quadro delle iniziative della festa parrocchiale di Ravaldino, si terrà un incontro con don Enzo Zannoni sull’esperienza di servizio in carcere all’interno della Rocca. “Spetta alla società civile, non solo agli specialisti, prendersi cura dei detenuti: cosa stiamo facendo?” chiede don Zannoni, Direttore dell’Ufficio per la Pastorale Penale e Cappellano della Casa Circondariale di Forlì. L’appuntamento, nella chiesa di Sant’Antonio Abate in corso Diaz, sarà aperto a domande pur essendo l’occasione per ascoltare chi è a contatto con il mondo carcerario forlivese: 160 detenuti cui si aggiungono altri 500 “invisibili” reclusi con altre forme, vale a dire una comunità spesso sconosciuta o mal conosciuta da chi vive al di fuori da provvedimenti penali.
AFFARI SOCIALI
di Enrica Muraglie
Il Manifesto, 9 ottobre 2024 Diritti In guerra, bambine e ragazze sono più esposte anche alle mutilazioni genitali e all’abbandono scolastico, “per il quale la probabilità è 2,5 volte maggiore rispetto alle loro coetanee che non si trovano in questi contesti”. Dal 2017 al 2022, il numero di donne e ragazze che vivono nei contesti di guerra è aumentato del 50 percento, raggiungendo i 614 milioni. “In Medio Oriente, dove il fenomeno non era abituale, la pratica è entrata nelle famiglie, soprattutto quelle rifugiate. Affidare la figlia minore a un uomo più grande significa proteggerla”, afferma Donatella Vergari, la presidente di Terre des hommes Italia, organizzazione impegnata nella difesa dei diritti dei bambini e delle bambine.
di Luca Liverani
Avvenire, 9 ottobre 2024 Terre des Hommes: in 10 anni maltrattamenti e abbandoni sono saliti del 34%. La violenza si consuma sempre di più sul corpo delle ragazze. Quando arrivano nelle pagine di cronaca fanno notizia. Ma l’attenzione dei mass media non restituisce la vera dimensione di un fenomeno più diffuso di quanto si possa immaginare. Sono gli odiosi reati contro i minori: maltrattamenti, violenze sessuali, abbandoni. Ben 6.952 in Italia nel 2023, una media di 19 ogni giorno, 95 in più rispetto al 2022. Una crescita del 34% in 10 anni, addirittura dell’89% dal 2006. I più diffusi sono i maltrattamenti in famiglia: 2.843 casi, più 6% dal 2022, raddoppiati dal 2013. A raccontare il lato doloroso dell’infanzia sono i dati elaborati dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale ...
di Francesca Barra
L’Espresso, 9 ottobre 2024 Il razzismo s’incarna in mille forme subdole. Parola delle madri di giovani italiani con la pelle nera. “Mamme per la pelle” è un’associazione non profit nata nel 2018, dopo un post sui social sotto elezioni scritto dall’agente e scrittrice Gabriella Nobile e dedicato a Matteo Salvini. Il figlio quattordicenne di Nobile era stato aggredito verbalmente da diversi adulti. Il post della madre diventò virale e lei fu contattata da altre mamme adottive e da tantissime famiglie affidatarie e biologiche, con in comune il fatto di avere figli di diverse origini e neri. Nobile riteneva responsabile Matteo Salvini di un clima di diffidenza e odio nei confronti dei ragazzi di colore. Lui le rispose quando vinse le elezioni: “Salvini non fa paura ai bambini”. La invitò anche a bere un caffè con i rispettivi figli, ma ciò non è mai avvenuto.
di Grazia Zuffa
L’Unità, 9 ottobre 2024 Le affermazioni sull’aborto e l’attacco ai medici “sicari” hanno giustamente suscitato grande scalpore. Non hanno riscosso (a torto) la stessa attenzione le parole sulla donna, pronunciate dal papa all’Università Cattolica di Lovanio. Ha suscitato scalpore la dichiarazione di papa Bergoglio in Belgio, che ha definito i medici che praticano la interruzione di gravidanza “sicari”. L’Ordine dei Medici di Torino ha inviato al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, e al Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, una lettera in cui si chiede un passo del governo italiano presso lo Stato di Città del Vaticano “per il marchio di infamia impresso sulla categoria medica,” dalle parole del Pontefice “al limite dell’ingerenza nella legittimità di una norma di legge del nostro stato”.
di Giulio Cavalli
La Notizia, 9 ottobre 2024 La sentenza UE sulla canapa idroponica sfida il governo Meloni, evidenziando il divario tra progresso europeo e rigidità italiana. Ancora una volta l’Europa smentisce l’Italia. La recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea sulla coltivazione della canapa ha messo in luce un divario sempre più ampio tra le visioni progressiste di Bruxelles e l’approccio restrittivo del Belpaese.
di Domenico Quirico
La Stampa, 9 ottobre 2024 Siamo entrati nell’Era del Castigo. Chi non ha qualcuno da punire severamente, e soprattutto definitivamente e senza mezze misure: i palestinesi e i libanesi complici “oggettivamente” degli assassini di Hamas ed Hezbollah, i persiani burattinai in turbante e zimarra nera di ogni perversione anti-occidentale, gli israeliani ultimi zeloti di un colonialismo senza pudore da 75 anni, gli ucraini “nazisti”e traditori della Santa Russia, i russi ammalati antropologicamente di espansionismo criminale e di prevaricazione planetaria eccetera eccetera.
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 9 ottobre 2024 La richiesta di arresto per Netanyahu? Per lo Stato ebraico la Corte dell’Aia non ha giurisdizione perché non c’è mai stato uno Stato palestinese sovrano. Lo Stato d’Israele si difende (attaccando) sul campo di battaglia e davanti alla Corte penale internazionale. Dopo la richiesta di mandato d’arresto dello scorso maggio, firmata dal procuratore Karim Khan, nei confronti del premier Benjamin Netanyahu e del ministro della Difesa, Yoav Gallant, Israele ha presentato, tramite il Procuratore generale aggiunto, Gilad Noam, le proprie osservazioni contenute in due memorie.
DOCUMENTI
Articolo. "L’esecuzione delle pene sostitutive dopo la riforma Cartabia", di Fabio Fiorentin
APPUNTAMENTI
Incontro letterario promosso da Impresa sociale "Il secondo mestiere" (Roma, 12 ottobre 2024)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al al 13 ottobre 2024
Assemblea del Movimento No Prison: "Le carceri incostituzionali" (Assisi-PG, 17 e 18 ottobre 2024)
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