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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 3 ottobre 2024
di Fulvio Fulvi
Avvenire, 3 ottobre 2024 Il sistema italiano della giustizia minorile fino a qualche anno fa era preso come modello da altri Paesi d’Europa ma adesso mostra delle falle difficili da colmare in tempi brevi: sovraffollamento, disorganizzazione, carenza di personale e di progetti di reinserimento sociale lo hanno reso blindato, violento, solo repressivo, e per niente educativo, come invece dovrebbe essere, secondo la Costituzione e il buon senso.
di Susanna Marietti*
Il Fatto Quotidiano, 3 ottobre 2024 È stato presentato stamattina a Roma il dossier dell’associazione Antigone dal titolo “A un anno dal Decreto Caivano”, che fa il punto sulla situazione tragica delle carceri minorili italiane. Un’urgenza che sentivamo con forza, in quanto mai in passato - nonostante la nostra lunga esperienza nel monitoraggio delle condizioni di detenzione - avevamo incontrato una situazione paragonabile a quella attuale. Difficile immaginare come potrà finire questa storia: per adesso non si intravede alcuna via di uscita. Nelle carceri minorili si respira una tensione mai vista prima, data dall’affollamento e dal progressivo irrigidimento del sistema.
di Alessio Scandurra*
L’Unità, 3 ottobre 2024 Per la prima volta anche le carceri per ragazzi in crisi per il sovraffollamento. Non bastano i letti, le attività rallentano, sale la tensione e iniziano gli incidenti: un disastro totale, insomma, ma molto utile alla propaganda. Il 15 settembre 2023 veniva pubblicato in Gazzetta ufficiale il cosiddetto Decreto Caivano, un provvedimento d’urgenza adottato dopo gravissimi fatti verificatisi al Parco Verde di Caivano. A fronte di uno dei contesti dal punto di vista sociale più difficili del meridione d’Italia, il Governo Meloni rispondeva con una raffica di misure penali e sanzionatorie destinate come al solito a lasciare immutati i problemi e a crearne semmai di nuovi.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 3 ottobre 2024 Per la prima volta, anche le carceri minorili sono alle prese con il sovraffollamento: un record assoluto. A un anno dall’approvazione del decreto Caivano, l’associazione Antigone lancia l’allarme sullo stato della giustizia minorile in Italia. In un dettagliato dossier presentato ieri presso la sede dell’Associazione Stampa Romana, l’organizzazione denuncia come le nuove norme abbiano stravolto un sistema che per decenni era stato considerato un modello a livello europeo, spostando l’asse da un approccio rieducativo a uno puramente punitivo.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 3 ottobre 2024 Ingressi cresciuti del 16,4%, sovraffollamento al 110%. Ma i reati sono in calo. Un disastro: a un anno dal Decreto Caivano (15 settembre 2023), provvedimento bandiera della premier Meloni che, per combattere le cosiddette baby gang e il fenomeno dell’abbandono scolastico messi a fuoco allora dalla cronaca nel famigerato comune dell’hinterland napoletano, s’inventò un po’ di carcere in più per il piccolo spaccio e altre misure repressive per i giovani cresciuti all’ombra della camorra, il bilancio degli Istituti penali per minorenni è drammatico. “Non avevamo mai visto nulla di simile.
di Alessandro Trocino
Corriere della Sera, 3 ottobre 2024 Quest’anno si è raggiunto un numero record di ragazzi in Istituto: secondo un dettagliato report di Antigone, si tratta in gran parte di un effetto del decreto Caivano, approvato un anno fa. Il decreto Caivano nasce sull’onda emotiva degli stupri di due ragazzine nel Parco Verde. L’obiettivo dichiarato dal governo era quello di combattere le baby gang e l’abbandono scolastico. A un anno di distanza, si possono vederne gli effetti, in un dossier realizzato da Antigone, l’associazione che si occupa di carceri. La prima conseguenza è quella di un aumento netto dei detenuti minori, in linea con quanto sta avvenendo nelle carceri per adulti.
di Ilaria Beretta
Avvenire, 3 ottobre 2024 Nelle strutture si contano 11 donne incinte e 23 mamme con bimbi. I numeri rischiano di aumentare. Da quattro anni a San Vittore non c’è un ginecologo. I concorsi pubblici si aprono e si chiudono senza che nessuno faccia domanda per lavorarci e così le 81 donne che attualmente sono detenute nella sezione femminile del penitenziario milanese ne devono fare a meno e si accontentano del supporto del medico di base del reparto che, in mancanza, ne fa le veci. Tra loro ci sono anche donne in gravidanza - al 30 giugno, in tutta Italia, erano 11 - oppure che hanno partorito da poco e che, con i loro bambini, abitano nell’istituto a custodia attenuata per madri (Icam) detenute con figli minori di sei anni. In Italia ne esistono quattro.
Avvenire, 3 ottobre 2024 Pubblichiamo la testimonianza di L.L.F., detenuta in un carcere del Nord Italia. Ha iniziato a raccontarsi qualche anno fa, nell’ambito di un laboratorio di scrittura. “In questo periodo si parla tanto di carcere ma nessuno di quelli che ne discutono sa in realtà il carcere che cos’è: né i garanti dei detenuti, né i volontari né il personale o la penitenziaria che dentro le mura ci vivono. I garanti lavorano su dati e testimonianze ma fra le mura di certo non hanno mai passato le notti, i natali, i ferragosti, e guardato negli angoli oscuri, perché in carcere come non si è liberi di uscire non si è liberi di entrare e andare dove si vuole, sono altri che ti ci portano e mostrano ciò che si vuole mostrare; i volontari non vedono i reparti, le celle, le docce, stanno negli spazi ufficiali.
di Franco Insardà
Il Dubbio, 3 ottobre 2024 Via libera del Consiglio dei ministri al nome proposto dal guardasigilli Carlo Nordio dopo la prematura scomparsa di Maurizio D’Ettore. Individuare una figura di altissimo profilo, che non sia riconducibile a un partito e che possa aspirare al gradimento di Sergio Mattarella. Queste le caratteristiche che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ricercava per ricoprire il ruolo del presidente del collegio che costituisce l’Autorità garante delle persone private della libertà personale. E così oggi il Consiglio dei ministri ha accolto la proposta del guardasigilli e deliberato la nomina del consigliere Riccardo Turrini Vita, al posto di Maurizio D’Ettore, morto lo scorso 22 agosto.
di Angela Stella
L’Unità, 3 ottobre 2024 In magistratura dall’87 ma da molti anni al Dap (dove anche il capo è una toga). Critiche da Pd e Antigone: “Confusione di ruoli”. “Ho proposto al Presidente del Consiglio la nomina del consigliere Riccardo Turrini Vita come Garante nazionale dei detenuti, in sostituzione del compianto Maurizio D’Ettore. La proposta è stata accolta e deliberata oggi in Consiglio dei ministri. Questa alta carica è ora ricoperta da una persona di elevata cultura, grande esperienza e particolare sensibilità per il mondo carcerario”: così ieri il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha reso nota la novità, attesa da tempo, considerata anche la drammaticità che stanno vivendo i nostri istituti di pena. Peccato che contemporaneamente sia al vertice del Dap che a quello del Garante avremo un magistrato.
camerepenali.it, 3 ottobre 2024 Il documento della Giunta e dell’Osservatorio carcere UCPI. La designazione a capo dell’ufficio del Garante nazionale per i diritti dei detenuti del dott. Turrini Vita, già magistrato e figura dirigenziale apicale del DAP da oltre vent’anni anni, stride, in maniera troppo evidente, con il ruolo e le funzioni attribuite, per legge, all’autorità di garanzia dei diritti delle persone detenute. Auspicavamo una celere ricomposizione dell’ufficio del “Garante Nazionale dei diritti delle Persone private della Libertà personale” dopo la scomparsa improvvisa dell’on. Maurizio d’Ettore, consapevoli della necessità di avere, da subito, la ricostituzione di un organismo importante in un momento così difficile, se non drammatico, in cui si trovano le carceri italiane.
di Lucio Luca
La Repubblica, 3 ottobre 2024 Dalle classiche lenzuola fino ai manici di scopa. Spesso approfittando di rivolte e disordini. Soltanto gli istituti macedoni e pochi altri sono più colabrodo dei nostri. Le ragioni? “Troppi i detenuti e troppo pochi gli agenti di Polizia penitenziaria”. Alle otto della sera, dopo la cena in mensa, il detenuto Antonio Liuzzi chiede una sigaretta all’agente di custodia di turno e va in cortile a fumare. Liuzzi è di Grottaglie, provincia di Taranto, ha 43 anni gran parte dei quali vissuti dietro le sbarre, adesso sta scontando una pena per furto e rapina, suo “mestiere” da sempre. Antonio si guarda intorno, non scorge anima viva. Ha già provato a fuggire almeno tre volte e questo potrebbe essere il momento giusto. Scavalca il muro di cinta e non fa più ritorno nella struttura.
di Michele Ainis
La Repubblica, 3 ottobre 2024 Riconoscere il pericolo, denunziarlo, contrastarlo, non è una battaglia di partito. È un obbligo costituzionale. Ogni giorno ha la sua pena, recita il Vangelo di Matteo. Ma il governo Meloni l’ha trasformata in pena detentiva. Con il ddl sicurezza, approvato dalla Camera procedendo con gli scarponi chiodati. E però non solo. Tanto che si moltiplicano gli allarmi su questa stretta illiberale, da Amnesty International all’Osce, fino al Rapporto della Commissione europea sullo Stato di diritto. E soprattutto si moltiplicano i divieti, le punizioni, gli altolà. Specie a danno dei diseredati, o di chi canta fuori dal coro. E in nome d’un pensiero ottenebrante come un anestetico.
di Luigi de Magistris*
Il Fatto Quotidiano, 3 ottobre 2024 La Camera dei Deputati ha approvato a maggioranza il disegno di legge 1660 del governo delle destre sulla sicurezza pubblica. Ora il provvedimento passa al Senato per la scontata approvazione. Si tratta di legge che trasuda l’identità del governo Meloni e della sua maggioranza. Un provvedimento autoritario, liberticida, classista, a tutela dei colletti bianchi e dei padroni e dell’ordine costituito, impregnato di radici fasciste. Ancor più inaccettabile e incostituzionale se pensiamo che, contestualmente, stesso governo e stessa maggioranza costruiscono normativamente la progressiva impunità del potere e della classe dominante di cui si fanno garanti e portavoce. Basti pensare alla cancellazione dell’abuso d’ufficio, il potere impunito nei suoi abusi di potere.
di Annalisa Costanzo
Il Dubbio, 3 ottobre 2024 Sebastiano Giorgi, ex primo cittadino di San Luca, dal carcere per mafia all’assoluzione dopo 11 anni. In un’aula di tribunale, il silenzio viene interrotto da poche righe di una sentenza che, sebbene favorevole, lasciano una scia di amarezza e dolore. “Non è giusta quella formula. Sono innocente e quel reato non sussiste”. Un’assoluzione che non restituisce a Sebastiano Giorgi la serenità perduta. Le parole che dopo dieci anni di calvario sigillano la vicenda giudiziaria dell’ex sindaco di San Luca sono fredde: “Non è più previsto dalla legge come reato”. Dieci anni di vita sospesa, di dignità calpestata, di sofferenza er un uomo che si è dichiarato innocente sin dal primo giorno.
TERRITORIO
rainews.it, 3 ottobre 2024 Il Garante dei diritti della persona Sbriglia: “Situazione deficitaria e disuguale in tutto il Paese. La questione è in testa alle mie priorità”. Confortante prendere atto delle intenzioni di un rinnovato e più forte impegno della Regione sulle cose che si devono fare - afferma il neo insediato garante regionale dei diritti della persona Enrico Sbriglia all’indomani della visita in carcere a Udine dell’assessore regionale alla salute Riccardo Riccardi che ha assicurato tutti gli sforzi possibili per garantire la prevenzione e la salute dei detenuti. Sbriglia pone la sanità penitenziaria in cima alle sue priorità e annuncia di voler incontrare i direttori e gli operatori penitenziari, oltre che i responsabili dei servizi sanitari nelle carceri e i sindacati della sanità e del mondo penitenziario ...
lacapitale.it, 3 ottobre 2024 I Garanti di Roma e Lazio, Calderone e Anastasìa denunciano il fallimento delle scelte legislative del governo e le condizioni nel carcere minorile romano. È “una picchiata libera verso il basso” se si analizzano le condizioni e “quello che troviamo lì dentro e a quello che lì dentro succede”. Lo spiega Valentina Calderone, garante dei detenuti di Roma dal 2023, parlando dell’istituto penitenziario minorile di Casal del Marmo, nella presentazione del dossier di Antigone sugli Istituti penitenziari per minorenni (Ipm). “Il carcere è sempre un ottimo modo di guardare le dinamiche della società - ricorda Calderone.
di Alessandra Codeluppi
Il Resto del Carlino, 3 ottobre 2024 Agli attuali dieci imputati nel presunto caso di tortura a un detenuto del carcere della Pulce potrebbero aggiungersene altri. Per alcune posizioni stralciate a seguito di un ricorso al Riesame, ora la Procura sarebbe intenzionata a chiedere il rinvio a giudizio. Il caso riguarda la condotta tenuta dagli agenti della Polizia penitenziaria verso un detenuto tunisino 44enne, fatti avvenuti il 3 aprile 2023 e per i quali si contestano i reati di tortura, lesioni e falso. Il Riesame di Bologna ha depositato le motivazioni che stanno dietro al rigetto della misura cautelare in carcere chiesta dal pm Maria Rita Pantani per cinque di loro, impugnando la decisione del gip Luca Ramponi.
di Loris Del Frate
Il Gazzettino, 3 ottobre 2024 Il messaggio è arrivato da Santa Marta, la residenza del pontefice ed era indirizzato ai “cari fratelli della casa circondariale”. “Figli amati da Dio, chiamati a vivere questo particolare momento della vita illuminati dalla vicinanza di Cristo e consolati dalla fraternità e dell’amicizia. Liberatevi dalle catene del male”. È uno dei passaggi della lettera che papa Francesco ha inviato ai detenuti del carcere di Pordenone. Il messaggio è arrivato da Santa Marta, la residenza del pontefice ed era indirizzato ai “cari fratelli della casa circondariale”. Papa Francesco ha così accolto la richiesta di Sandro Sandrin editore pordenonese che da diciotto anni consecutivi organizza l’evento “Ascoltare, Leggere, Crescere”, un festival con targa decisamente religiosa che arriva dopo Pordenonelegge.
di Lorenzo Rosoli
Avvenire, 3 ottobre 2024 Dal carcere minorile “Beccaria” di Milano alle basiliche di Roma. Per “vivere insieme un percorso di conversione”. Nella compagnia del beato Carlo Acutis. Perché “tutto cambia quando incontri veramente Gesù e ti lasci trasformare da lui”. Ecco - nelle parole di don Stefano Guidi, responsabile del Servizio per l’Oratorio e lo Sport - il percorso verso e dentro l’Anno Santo 2025 che l’arcidiocesi di Milano propone al “popolo” degli oratori. Percorso che si apre nel segno della festa. E chiama i ragazzi a vivere “l’anno del Giubileo” come “pellegrini di speranza”, scrive l’arcivescovo Mario Delpini nel messaggio per la “Festa di apertura” celebrata domenica 29 settembre in ogni oratorio.
di Michela Tamburrino
La Stampa, 3 ottobre 2024 La conduttrice cult di “Storie maledette”: “Non sono sedotta dai delitti. Parlarne è giusto, ma non si deve mai presentarli come gesti eroici”. Con il male lei ha una lunga consuetudine. Oltretutto di successo. Non si parlasse di Franca Leosini suonerebbe sinistro. Eppure la signora dabbene non si è mai risolta a fare della sua vita una sequela di tè con le amiche, anzi, forte dei suoi brillanti studi giuridici, nel male si è tuffata senza remore, ha scavato a mani nude nei meandri di anime attraversate dall’orrore, il male lo ha stretto tra le mani ogni qualvolta ci si è trovata faccia a faccia: ha studiato la vita di assassini conclamati, ha guardato negli occhi l’improvvisa negatività e l’ha raccontata. La sua “Storie maledette” è una trasmissione cult che vanta molti tentativi di imitazione andati a male.
di Vincenzo R. Spagnolo
Avvenire, 3 ottobre 2024 Via al Decreto flussi: modifiche sul rilascio di visti e richieste di asilo, 10mila badanti in più, lotta allo sfruttamento dei braccianti. E altre indicazioni per gli aerei delle Ong. L’intento è quello “di semplificare il più possibile, di abbattere i tempi e di dare delle regole certe, aggirabili con maggiore difficoltà”. Così, nella sala stampa di Palazzo Chigi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano sintetizza gli obiettivi che il governo intende raggiungere attraverso il nuovo decreto legge in materia di flussi di lavoratori stranieri, caporalato, identificazione dei migranti e attività di salvataggio delle organizzazioni non governative. “La filosofia, aggiunge il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, “è quella di favorire l’immigrazione regolare e di contrastare quella irregolare”.
di Marina Della Croce
Il Manifesto, 3 ottobre 2024 Potranno essere accompagnati alla frontiera anche i migranti salvati in mare. La stretta su migranti e ong è confermata e comprende, tra le altre cose, l’introduzione di una nuova ipotesi di respingimento per quanti vengono salvati in mare, regole più stringenti per navi e aerei umanitari e la possibilità di ispezionare i cellulari dei richiedenti asilo per arrivare alla loro identificazione. Ma anche un allargamento dei casi in cui è previsto il ritiro della domanda di protezione internazionale. Per quanto riguarda invece i lavoratori stranieri che entrano in Italia, oltre a maggiori controlli sui datori di lavoro è stata introdotta la possibilità per un lavoratore stagionale a cui è scaduto il contratto di non essere espulso immediatamente, come avviene oggi, ma di avere un permesso temporaneo ...
di Stefania Pagliazzo*
Il Manifesto, 3 ottobre 2024 Maysoon, Marjan, Samir e gli altri “capitani” Chi frequenta gli sbarchi sa che le modalità di identificazione avvengono sempre allo stesso modo. Procedure veloci e standardizzate effettuate dalle forze dell’ordine, con poco ausilio di adeguata mediazione linguistica e nessuna presenza di figure legali. Si sa che attraversare il mare su un gommone fatiscente o un’imbarcazione di fortuna è cosa assai pericolosa. E lo sanno tutte le persone che ogni giorno lo solcano rischiando la vita per mano di trafficanti senza scrupoli. Quello che non sanno è un altro modo in cui quel mare che li separa dalla salvezza può essere estremamente pericoloso. C’è un rischio che non può essere contemplato da chi parte: essere accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, “presunto scafista”.
di Stefania Ascari*
Il Fatto Quotidiano, 3 ottobre 2024 Nell’attuale panorama geopolitico, il concetto di “doppio standard” sembra essersi consolidato nella gestione dei conflitti internazionali, con conseguenze profonde sul rispetto del diritto internazionale e della sovranità degli Stati. Un esempio eclatante è rappresentato dal confronto tra la reazione dell’Occidente all’invasione russa dell’Ucraina e quella all’invasione israeliana del Libano e dei territori palestinesi. Quando la Russia ha invaso l’Ucraina, la comunità internazionale, specialmente l’Occidente, ha reagito con forza, condannando l’azione come una violazione della sovranità ucraina e rispondendo con pesanti sanzioni economiche contro Mosca, oltre che con un massiccio invio di armamenti a sostegno di Kiev.
di Umberto De Giovannangeli
L’Unità, 3 ottobre 2024 “Ristabilire i legami diplomatici con un dittatore che uccide, tortura e terrorizza il suo popolo è un tradimento della lotta della Siria per la libertà. L’Europa parla di diritti umani ma pensa solo ai propri interessi: è il retaggio coloniale”, dice l’attivista e giornalista siriana, che sabato sarà ospite del festival di Internazionale. Wafa Mustafa è una giornalista e attivista siriana che si occupa dell’impatto della detenzione su ragazze, donne e famiglie. Attività che in certe parti del mondo, come il mattatoio siriano, può costare la libertà e la vita. Dopo la sparizione forzata di suo padre da parte del regime di Damasco, Wafa Mustafa ha esercitato numerose pressioni sul Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite affinché venissero resi noti i nomi e i luoghi di tutti i prigionieri delle autorità siriane.
di Francesco De Lellis
Il Manifesto, 3 ottobre 2024 “La custodia cautelare non conta”: le autorità egiziane violano la loro stessa legge e aumentano la pena dell’attivista di due anni. La madre Laila Soueif inizia lo sciopero della fame, le sorelle si rivolgono a Londra. Alaa Abdel Fattah resterà in carcere. Pur avendo concluso i cinque anni di condanna che scontava dal 29 settembre del 2019, domenica scorsa allo scadere della pena non è stato rilasciato. Sentori di questo esito si erano avuti già nei giorni precedenti dal suo avvocato, Khaled Ali, il quale ha spiegato che - contrariamente a quanto previsto dalla legge egiziana - i due anni di custodia cautelare in attesa di processo non sarebbero stati considerati nel computo, facendo così slittare al gennaio 2027 il compimento dei cinque anni (considerati a partire dal momento del verdetto finale).
DOCUMENTI
Articolo: "Donne in carcere. Caratteristiche di un piccolo universo", di Catina Balotta
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 6 ottobre 2024
Incontro letterario promosso da Impresa sociale "Il secondo mestiere" (Roma, 12 ottobre 2024)
Assemblea del Movimento No Prison: "Le carceri incostituzionali" (Assisi-PG, 17 e 18 ottobre 2024)
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