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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 31 ottobre 2024
di Valter Vecellio
Il Dubbio, 31 ottobre 2024 La cosa era nota, ora diventa ufficiale. Papa Francesco, il prossimo 26 dicembre aprirà la Porta Santa a Rebibbia. Il giorno dopo l’avvio ufficiale del Giubileo, nel giorno di Santo Stefano, sarà nel carcere romano per aprire anche in quel luogo la Porta santa. Lo ha annunciato monsignor Rino Fisichella che coglie l’occasione per rilanciare un appello ai governanti per forme di “amnistia”; monsignor Fisichella inoltre fa sapere che l’11 settembre scorso è stata firmata una intesa con il ministro di Giustizia Carlo Nordio e il commissario governativo, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, per rendere effettive durante il Giubileo forme di “reinserimento in attività di impegno sociale” dei detenuti.
di Paolo Frosina
Il Fatto Quotidiano, 31 ottobre 2024 I reparti separati? Non esistono. Poco più di un anno fa, il 30 giugno 2023, i minori di 25 anni reclusi nelle carceri per adulti italiane erano 3.274. Oggi sono 5.067, quasi 1.800 in più: un detenuto su otto appartiene a questa fascia d’età. Il dato, inedito e aggiornato al 2 ottobre, è contenuto nella risposta del ministro della Giustizia Carlo Nordio a un’interrogazione parlamentare di Devis Dori, avvocato e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, che lo definisce “una vera abnormità”. L’incredibile impennata, nell’ordine del 35% in appena 15 mesi, è il frutto della politica repressiva del governo e in particolare del decreto Caivano, che ha facilitato il trasferimento dei giovani adulti dagli istituti minorili a quelli ordinari.
di Errico Novi
Il Dubbio, 31 ottobre 2024 Separazione delle carriere, l’intesa sull’esame a Montecitorio certifica lo “stato di guerra” governo-toghe. Come si sia potuti passare dal discorso appassionato di Giorgia Meloni - che, all’atto di insediarsi da premier, indicò nell’indignazione per la barbarie di via D’Amelio l’innesco del proprio impegno politico - alla guerra aperta fra il governo e le toghe, non è facilissimo da spiegare. Ma così è. Sembra ormai remotissima l’epoca (anche se si tratta giusto di un anno fa) del decreto 105, con cui l’Esecutivo ha ripristinato l’applicazione delle norme antimafia sulle intercettazioni ai reati non associativi.
di Mauro Bazzucchi
Il Dubbio, 31 ottobre 2024 La premier contesta le sentenze sui migranti e conferma le parole di Nordio sulla separazione delle carriere: “siamo pronti al referendum”. “Le argomentazioni con cui il Tribunale di Bologna chiede alla Corte di giustizia europea l’autorizzazione a disapplicare l’ennesima legge italiana da molti è stata vista come un’argomentazione più vicina a un volantino propagandistico che a un atto da tribunale”. La “tocca piano”, come si dice nel linguaggio colloquiale, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervistata in serata tv da Bruno Vespa.
di Pierluigi Battista
huffingtonpost.it, 31 ottobre 2024 Dare ascolto sempre, e non a seconda delle convenienze. Bisogna dare ascolto alle deliberazioni della Corte di giustizia europea? Sì, a patto che si dia loro ascolto sempre, e non a seconda delle convenienze. L’onorevole Enrico Costa, garantista e impenitente, ha notato che i magistrati italiani procedono a zig zag: si appellano alla Corte di giustizia europea nel caso celebre degli “Stati sicuri”, ma ignorano altre sentenze della stessa Corte in materia di abuso delle intercettazioni e protestano per ogni provvedimento civile che ne limiti l’arbitrarietà, salvaguardando gli intercettati nemmeno inquisiti dal linciaggio mezzo stampa cui sono sottoposti.
di Gian Carlo Caselli
La Stampa, 31 ottobre 2024 A volte conviene recuperare storie del passato per illuminare il presente. Prendiamo la storia di Giovanni Falcone: osannato come eroe dopo morto, in vita venne ostacolato in tutti i modi. Fu tacciato di uso abnorme degli strumenti giudiziari per fini politici di parte se non per scopi personali. Il maxiprocesso (che segnerà la fine dell’impunità di Cosa nostra) veniva definito “un contenitore abnorme di per sé e per il modo in cui era stato costruito”. E via salmodiando. Finché nel luglio 1988 Falcone fu costretto a scrivere al Csm una lettera nella quale denunziava “infami calunnie e una campagna denigratoria di inaudita bassezza” ai suoi danni.
GIURISPRUDENZA
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 31 ottobre 2024 La Corte di Cassazione ha emesso una significativa sentenza che fa chiarezza sui confini tra pena illegale e pena illegittima, stabilendo importanti principi in materia di esecuzione penale. La decisione, depositata con il numero 38848/ 2024, affronta il delicato tema dei poteri del giudice dell’esecuzione nella correzione delle pene che superano i limiti stabiliti dalla legge. Al centro della vicenda giudiziaria c’è il ricorso presentato da Antonio Iaccarino contro un’ordinanza del Tribunale di Genova del 24 aprile 2024. Il caso nasce da un provvedimento della Corte d’Appello di Genova che, nel luglio 2021, aveva determinato una pena complessiva di 7 anni e 3 mesi di reclusione, oltre a 1.500 euro di multa, per un reato continuato.
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 31 ottobre 2024 La pena sostitutiva dell’affidamento in prova al servizio sociale può essere concesso anche allo straniero irregolare sprovvisto di permesso di soggiorno, senza che ciò costituisca condizione limitante al riconoscimento del beneficio penitenziario. Quindi a chi si trovi in condizione di clandestinità nel territorio nazionale di fronte alla giustizia non sopporta limitazioni alla concessione dell’affidamento in prova se la prospettiva è quella rieducativa. Infatti, come afferma la Corte di cassazione penale - con la sua sentenza n. 40131/2024 - il presupposto per la concessione della pena sostitutiva, a una persona condannata a pena che non superi i tre anni di detenzione, non sconta differenze tra cittadini italiani e clandestini extracomunitari.
di Lorenza Pleuteri
osservatoriodiritti.it, 31 ottobre 2024 La polizia non ha concesso il rinnovo del permesso di soggiorno a un ragazzo straniero, sostenendo che non aveva voglia di lavorare e di integrarsi. In realtà aveva da tempo un’occupazione regolare e stabile. “Non ha mai lavorato regolarmente, non ha voglia di inserirsi”. Con questa motivazione, e un paio di rilievi burocratici, la questura di Torino ha negato la conversione e il rinnovo del permesso di soggiorno ad un ragazzo straniero. Il giovane immigrato, invece, un’occupazione stabile ce l’aveva da mesi. Per far cancellare il rifiuto, assistito da un avvocato, il lavoratore si è dovuto rivolgere al Tribunale ammnistrativo regionale del Piemonte.
di Christian Donelli
parmatoday.it, 31 ottobre 2024 L’uomo sarebbe deceduto nel corso della notte: è stata disposta l’autopsia. Un detenuto di 50 anni di origine somala è stato trovato morto nelle prime ore della mattinata di mercoledì 30 ottobre all’interno di una cella del carcere di via Burla a Parma. L’uomo sarebbe morto nel sonno, per cause in corso di accertamento. Sarebbe stato il compagno di cella a trovare l’uomo senza vita nel suo letto. Secondo le prime informazioni non si tratterebbe di suicidio. È stata disposta l’autopsia sul cadavere: sarà l’esame automatico a stabilire con certezza le cause della morte. La Procura della Repubblica di Parma ha infatti aperto un fascicolo sull’episodio. Il Garante regionale dei detenuti ha confermato il decesso di stamattina e che il 50enne avrebbe dovuto essere, a breve, inserito in una comunità terapeutica.
La Nazione, 31 ottobre 2024 “È con sgomento - perché nessun’altra parola è utilizzabile - che apprendiamo dell’ennesimo suicidio nella nostra Casa Circondariale. Quattro persone si sono tolte la vita nel carcere di Prato dall’inizio dell’anno, ma i decessi salgono a cinque se contiamo anche quello di dicembre 2023”. Così la commissione della Camera penale di Prato interviene dopo il suicidio avvenuto alla Dogaia lunedì: un italiano di 50 anni si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella. “L’onda di suicidi sembra ormai impossibile da arginare - proseguono - nonostante le varie iniziative proclamate dall’Unione Camere Penali Italiane alla quale la Camera Penale di Prato non si è mai sottratta.
di Monica Zicchiero
Corriere del Veneto, 31 ottobre 2024 Undici detenuti a Santa Maria Maggiore stanno diventando esperti nel riconoscere i campanelli d’allarme del rischio suicidio in carcere. Li sta formando l’Usl 3 a leggere i segnali in bassa frequenza che emanano le persone che meditano di farla finita: solitudine, distacco rispetto alla comunità, il silenzio come prassi e la mancanza di comunicazione a tutti i livelli come scudo. I compagni di cella stanno con loro 24 ore al giorno e hanno un angolo visuale più ampio di qualsiasi operatore. Il protocollo con l’Usl voluto dal nuovo direttore della struttura Enrico Farina, che da ex educatore nel carcere di Sant’Angelo dei Lombardi è arrivato a Venezia con due missioni ...
di Maurizio Costanzo
La Nazione, 31 ottobre 2024 Aperta nel condominio solidale di via Corelli gestito da Fondazione Solidarietà Caritas grazie a fondi della Caritas Italiana. Un appartamento per i detenuti a fine pena che escono dal carcere e hanno bisogno di un posto dove abitare e iniziare a ricostruirsi una vita. È Casa Mimosa, inaugurata ieri nel condominio solidale Corelli gestito da Fondazione Solidarietà Caritas di Firenze. L’appartamento, rimesso a posto grazie ai fondi di Caritas Italiana, può ricevere due ospiti, persone a fine pena che non hanno la possibilità di altro tipo di accoglienza. Gli ex detenuti vivono in autonomia ma fanno riferimento a un educatore e seguono un percorso personalizzato che prevede accoglienza, orientamento ai servizi del territorio, la ricerca di un lavoro e di un alloggio ...
siracusaoggi.it, 31 ottobre 2024 Un percorso di inclusione socio-lavorativa per 540 persone. L’obiettivo è arrivare a 180 contrattualizzazioni. Questo in sintesi quanto prevede il progetto “Jail to Job”, promosso dalla cooperativa sociale Rigenerazioni Onlus di Palermo, con il coinvolgimento delle cooperative L’Arcolaio di Siracusa e Lazzarelle di Napoli, con il sostegno della Fondazione San Zeno. Il progetto, della durata di tre anni, propone un modello innovativo di politiche del lavoro per persone che scontano la loro pena negli istituti penitenziari di Cavadonna, Noto, Augusta e poi Ucciardone di Palermo, Pagliarelli Lorusso e Secondigliano. Coinvolti anche i servizi di esecuzione penale esterna di Siracusa, Palermo e Napoli, con il supporto dei Provveditorati Regionali dell’Amministrazione Penitenziaria di Sicilia e Campania.
romatoday.it, 31 ottobre 2024 Abbiamo incontrato Mirko durante il suo turno di lavoro a “Vale la pena”, pub fondato dalla Onlus “Semi di libertà”. “Mai mi sono occupato di cibo, oggi amo mettere creatività nei taglieri che faccio ai clienti”. Con queste parole si può riassumere Mirko, 45 anni, in semi libertà e ad un mese dalla fine della sua condanna che sta scontando nel carcere romano di Rebibbia. Un passato travagliato il suo, diversi reati, più volte dentro. E poi fuori. “Arrivato a questa età mi sono stufato d fare questa vita - racconta Mirko -, grazie a questa possibilità una volta fuori posso lavorare, guadagnare, pagare le tasse. Come tutti i cittadini”.
acistampa.com, 31 ottobre 2024 “Una forma di volontariato in un ambiente davvero particolare”. Così il sito della Diocesi di Latina promuove il volontariato penitenziario presso il carcere di Latina promesso dalla Caritas della stessa diocesi. Coloro che volessero impegnarsi in questo servizio hanno la possibilità di partecipare al corso di formazione. Il corso è basato su cinque incontri (uno a settimana) che si terranno, presso la curia vescovile di Latina, dal 4 novembre e fino al 2 dicembre, tutti nella mattinata (ore 10-11.30). “Un orario scelto non a caso perché sarà quello che l’Amministrazione penitenziaria permette per svolgere il servizio”, spiegano sempre sul sito della diocesi. Gli incontri saranno tenuti da esperti del settore, della Caritas e dal personale del Carcere di Latina, presso cui sarà svolto il servizio.
leccoonline.com, 31 ottobre 2024 Location particolare per la presentazione del libro “All’inferno e ritorno” (Edizioni San Paolo) dello scrittore Matteo Zilocchi, un’opera che esplora il percorso di redenzione e rinascita attraverso la storia vera di un uomo che ha vissuto l’esperienza della detenzione nelle tre carceri milanesi. L’autore è intervenuto infatti presso la Casa Circondariale di Lecco. All’evento, che ha visto la partecipazione di un gruppo di detenuti e cittadini lecchesi, hanno preso parte anche la la Direttrice del carcere di Lecco, Luisa Mattina, il Direttore del carcere di Bollate, Giorgio Leggieri, la psicologa e membro del Tavolo Lecchese per la giustizia ristorativa, Bruna Dighera, e il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Lecco, Lucio Farina.
insidertrend.it, 31 ottobre 2024 Si tratta della VIII edizione di Castigo, festival del Cada Die Teatro dedicato ai giovani e ai nuovi linguaggi per la direzione artistica di Mauro Mou, che quest’anno avrà luogo dall’1 al 3 novembre presso La Vetreria di Pirri e il carcere minorile di Cagliari. Di nuovo sugli scudi Transistor: nuove generazioni, il festival del Cada Die Teatro dedicato ai giovani e ai nuovi linguaggi, con la consueta direzione artistica di Mauro Mou, che giunge alla sua VIII edizione, concentrata fra venerdì 1 e domenica 3 novembre. Tre giorni di spettacoli, incontri, laboratori e concerti uniti dal filo conduttore del disagio giovanile, passando attraverso l’esperienza dei presidi culturali nelle carceri minorili, come spazi di educazione, creatività e inclusione.
AFFARI SOCIALI
di Glauco Giostra
volerelaluna.it, 31 ottobre 2024 Dal Santo Padre ci giungono sempre parole e opere di fraterna misericordia verso gli ultimi. Ha più volte accoratamente esortato ad essere vicini ai detenuti; ad aprire finestre di speranza; con infinita umiltà ha anche affermato “anche io avrei potuto essere tra gli “scartati” di oggi. Perciò nel mio cuore rimane sempre quella domanda: perché loro e non io?”. Non molto tempo fa ha pranzato nel carcere di Verona con decine di detenuti e ha annunciato: “per offrire ai detenuti un segno concreto di vicinanza, io stesso desidero aprire una Porta santa in carcere” in occasione del prossimo Giubileo. In tono non meno accorato, poi, Papa Bergoglio ha raccomandato l’accoglienza nei confronti dei migranti, che “sono volti e non numeri” ...
di Kaspar Hauser
Il Manifesto, 31 ottobre 2024 Il Governo ha deciso ieri di non far convertire dal Parlamento il Decreto Paesi sicuri, ma di trasformarlo in un emendamento al Decreto flussi il cui iter è più avanzato. L’annuncio è stato dato alle due riunioni delle conferenze dei capogruppo di Camera e Senato, dopo che nei giorni scorsi il decreto era stato presentato prima a Montecitorio per la sua conversione, e poi ritirato e ripresentato a palazzo Madama. Sarebbe sbagliato commentare in tono irridente la decisione di ieri del governo - che ha suscitato l’indignazione delle opposizioni - perché quella in gioco non è inettitudine, bensì spregiudicatezza. Il nostro giornale ha raccontato ieri come il governo ha presentato il 23 ottobre il decreto Paesi sicuri alla Camera ...
di Federico Capurso
La Stampa, 31 ottobre 2024 La norma diventa un emendamento al decreto Flussi. Le opposizioni insorgono: “Così il governo umilia le Camere”. Mentre Giorgia Meloni difende a spada tratta il protocollo con l’Albania, scommettendo sul suo funzionamento, il suo governo e le truppe parlamentari sono in grande agitazione. Il decreto approvato una settimana fa, con cui veniva data forza di legge alla lista dei Paesi sicuri, è stato trasformato ieri in un emendamento al decreto Flussi, ora in discussione alla Camera. Un blitz che taglia i tempi dell’approvazione e scatena la protesta delle opposizioni, già in agitazione per l’iniziativa annunciata dalla Lega, che vorrebbe “mettere ordine alla gerarchia delle leggi” e limitare, così, le fonti di diritto europee.
di Gianfranco Schiavone
L’Unità, 31 ottobre 2024 Confido che la Cgue faccia chiarezza sulla corretta applicazione del diritto europeo in una materia che ha subito pesanti interferenze politiche per obiettivi che nulla hanno a che fare con il diritto di asilo. L’ordinanza del Tribunale di Bologna (R.G. 14572-1/2024) del 25.10.24 sui paesi di origine sicuri è di grande rilevanza in quanto affronta questioni cruciali della normativa europea su questa tematica. Si tratta di un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione europea (CGUE) ai sensi dell’art. 267 T.F.U.E., ovvero un procedimento con il quale il Tribunale chiede quale sia la corretta interpretazione delle norme dell’Unione che vanno applicate, attuata nell’ambito di una decisione di merito sul rigetto della domanda di asilo di un cittadino del Bangladesh.
di Ernesto Galli della Loggia
Corriere della Sera, 31 ottobre 2024 È lecito fare il male per vincere il male? E può essere questo il modo di operare di un Paese democratico? Spetta alla politica assumersi la responsabilità di decidere, anche nella consapevolezza della tragicità morale di certe scelte. Quanto accade in Medio Oriente tra Israele e i suoi vicini - certo non da oggi, ma oggi con particolare evidenza - ripropone un tema cruciale: il rapporto tra democrazia e violenza. Lo fa interrogando sempre più spesso la coscienza di molti con una domanda: può un Paese democratico, com’è senza dubbio Israele, e sia pure nel corso di una guerra, usare la violenza in modi che spesso appaiono smisurati e perciò crudeli? Un regime democratico non dovrebbe porsi dei limiti per non correre il rischio di contraddire i suoi stessi principi?
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