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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di venerdì 25 ottobre 2024
di Franco Corleone
L’Espresso, 25 ottobre 2024 Suicidi, sovraffollamento. Invece di aumentare reati e pene, l’esecutivo inverta subito la rotta. Filippo Turati pronunciò un’esaustiva analisi per la riforma carceraria alla Camera dei deputati il 19 marzo 1904 e il discorso fu pubblicato con il suggestivo titolo “I cimiteri dei vivi”. Dopo 120 anni, la crisi è ancora aperta. Crudamente si potrebbe dire che il carcere è un cimitero non metaforicamente: a metà ottobre si sono verificati 75 suicidi, 1.564 tentati suicidi, 105 morti “naturali” e 17 da accertare. Se aggiungiamo i 10.301 casi di autolesionismo, che sono costituiti soprattutto da tagli alle braccia o al torace, possiamo dire che il sangue scorre nelle carceri italiane nell’indifferenza diffusa e nella assuefazione colpevole. È davvero impressionante il quadro simile determinato dalla detenzione sociale.
di Alice Dominese
L’Espresso, 25 ottobre 2024 Nelle carceri cresce la consapevolezza di poter rivendicare i diritti violati tra sovraffollamento e degrado. Il caso di Torino insegna. Ma il ddl Sicurezza mira a sopire ogni protesta pacifica. Con il ddl Sicurezza, gli spazi di protesta pacifica rischiano di ridursi anche in carcere. Con i nuovi reati che il disegno di legge introduce, chi manifesta il proprio dissenso nei centri di permanenza per il rimpatrio e negli istituti di pena rischia fino a vent’anni di carcere. In questi luoghi, rivendicare i propri diritti fondamentali è già molto difficile. Spesso, infatti, le persone detenute non hanno le risorse economiche per rivolgersi a un’assistenza legale e la priorità per loro è quella di affrontare i problemi quotidiani legati a sovraffollamento e degrado.
di Antonio Nastasio*
bergamonews.it, 25 ottobre 2024 Lettera aperta. Signor Presidente della Repubblica, mi rivolgo a Lei con profondo rispetto e altrettanta preoccupazione per quanto sta accadendo all’interno del sistema carcerario italiano. Quello che emerge è un quadro drammatico, e la Sua autorevolezza e profonda umanità e verso il dolore che in esso si concretizza, è ormai l’unica speranza per promuovere un cambiamento reale e profondo in un contesto che non può più essere ignorato. Un contesto da 30 anni privo di una propria politica detentiva del come custodire, optando di essere solo a rimorchio delle varie
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 25 ottobre 2024 Procede veloce verso il via libera definitivo il pacchetto di norme penali malgrado il secondo no del Tar del Lazio al decreto Schillaci. Finite le audizioni, il 7 novembre è il limite per la presentazione degli emendamenti. Il tribunale amministrativo sospende il provvedimento ministeriale. Finito anche al Senato il breve (e, a quanto pare, assai poco considerato) ciclo di audizioni nelle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia, il ddl Sicurezza viaggia dritto e veloce verso l’approvazione definitiva. Il 7 novembre è il giorno fissato per il termine di presentazione degli emendamenti, ma la maggioranza già fa i conti con i voti in bilico e i mugugni interni sempre più forti che riecheggiano i malumori delle imprese del nord, tanto che qualcuno minaccia un improbabile voto di fiducia (mai ben visto in materia penale).
di Gaetano Mineo
Il Tempo, 25 ottobre 2024 Anche l’Associazione europea dei giudici (Eaj) si è unita al coro italiano di critiche contro la riforma della separazione delle carriere in magistratura promossa dal governo. Con una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni e al ministro della Giustizia Carlo Nordio, l’Eaj ha espresso preoccupazioni, affermando che la riforma potrebbe mettere a rischio l’indipendenza della magistratura. Ma quanto di queste preoccupazioni è reale e quanto invece è dettato da interessi di una parte della magistratura che non vuole perdere il proprio potere? Il dibattito è vecchio e complesso. Giovanni Donzelli, esponente di Fratelli d’Italia, ha dichiarato in un’intervista al Corriere che il vero problema non è la riforma, ma l’incapacità di accettare che il governo Meloni sia legittimo e deciso a intervenire.
Corriere della Sera, 25 ottobre 2024 L’associazione Carcere e territorio è stata ascoltata oggi in Regione. “A Bergamo, venerdì scorso, abbiamo avuto un ulteriore decesso in carcere, un giovane di 34 anni trovato morto in cella. È la punta di un iceberg di una situazione di difficile gestione”. Lo dice Luigi Gelmi, vicepresidente dell’Associazione Carcere Territorio Bergamo che, insieme al presidente Fausto Gritti, è stato ascoltato questo pomeriggio dalla commissione speciale del Consiglio regionale della Lombardia che si occupa degli istituti penitenziari. “La popolazione carceraria ha avuto nel tempo una certa evoluzione verso problemi che riportano spesso al disagio mentale e alla dipendenza - spiega Gelmi.
di Luigi Mastrodonato
Il Domani, 25 ottobre 2024 Nelle note alla relazione di consulenza della procura, si legge che “l’assenza di lesioni traumatiche del distretto cranio-cervicale consente di escludere la morte asfittica, contrariamente a quanto formulato dal medico penitenziario”. Tuttavia non esclude “con ragionevole certezza lo strangolamento con successiva sospensione”. Per sette volte la procura di Oristano aveva respinto la richiesta di svolgere l’autopsia sul corpo di Stefano Dal Corso. La sua morte nel carcere sardo, avvenuta il 12 ottobre 2022, da subito era stata derubricata a suicidio per impiccamento, nonostante nel corso del tempo si fossero accumulati elementi che facevano vacillare quella versione.
di Anna Paola Merone
Corriere della Sera, 25 ottobre 2024 Progetto di “Isaia”. Le divise della Polizia penitenziaria italiana vengono realizzate nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Ogni anno 33 mila camicie destinate alle guardie carcerarie sono tagliate e cucite nei laboratori della struttura che nel 2020 fu al centro di uno scandalo finito sulla stampa nazionale: i detenuti chiedevano test e mascherine dopo un caso di Covid e la loro protesta venne repressa con la violenza. Circa 100 gli agenti di polizia penitenziaria - oltre ai vertici del Dap e ad alcuni medici - finiti al centro di un feroce pestaggio ripreso con cruda evidenza dalle telecamere di videosorveglianza del carcere.
di Barbara Apicella
monzatoday.it, 25 ottobre 2024 Votata all’unanimità la mozione presentata dal consigliere comunale Paolo Piffer (Civicamente). Diverse le soluzioni al vaglio per permettere ai lavoratori e ai familiari (ma non solo) di raggiungere il carcere coi mezzi pubblici. Quello che da alcuni politici è stato definito “l’undicesimo quartiere” di Monza non sarà più isolato. Adesso per raggiungere il carcere non sarà più indispensabile essere automuniti. Il Comune si attiverà con l’Agenzia di bacino e con il Trasporto pubblico locale per individuare una modalità (una nuova fermata, una navetta, un autobus a chiamata) per permettere di raggiungere Sanquirico coi mezzi pubblici.
di Francesca Morandi
laprovinciacr.it, 25 ottobre 2024 Dal 4 al 6 novembre: “Misure antidemocratiche, Stato onnivoro”. “Più galera, più controllo, più silenzio, più pene corporali: ecco a voi il Decreto sicurezza! Ecco il boccone amaro e indigesto che il legislatore riserva a questo Paese apparentemente muto e sbigottito”. È un ‘manifesto’ durissimo quello con cui la Camera penale della Lombardia orientale ‘Giuseppe Frigo’ (presidente Maria Luisa Crotti) annuncia l’adesione ai tre giorni di sciopero, dal 4 al 6 novembre, contro il ddl sicurezza all’esame del Parlamento. Incroceranno le braccia anche i penalisti della Camera penale di Cremona e Crema ‘Sandro Bocchi’, presieduta dall’avvocato Micol Parati.
sienanews.it, 25 ottobre 2024 Promuovere progetti di reinserimento sociale e lavorativo di persone detenute nel carcere di San Gimignano attraverso arte, cultura, percorsi di cittadinanza attiva e di educazione alla legalità. È questo l’obiettivo primario del protocollo d’intesa sottoscritto ieri, mercoledì 23 ottobre, da Arci Siena Aps, alla presenza della presidente del comitato provinciale, Serenella Pallecchi, con la casa di reclusione di San Gimignano, rappresentata dal direttore Maria Grazia Giampiccolo.
canosaweb.it, 25 ottobre 2024 Una visita attesa, accolta con piacere e senso di amicizia, quella compiuta dal Prefetto di Macerata, dottoressa Isabella Fusiello, nativa di Andria, che nei giorni scorsi è giunta accompagnata dal professor Giuseppe Losappio, docente ordinario di diritto penale all’ateneo barese, presso la Masseria San Vittore di Andria. Il progetto diocesano “Senza Sbarre” è ormai un rinomato ed apprezzato programma di reinserimento di detenuti ed ex detenuti delle carceri pugliesi ed italiane, ammessi a programmi alternativi alla detenzione e pertanto conoscerlo da vicino diventa una occasione di studio e di approfondimento.
di Massimiliano Nerozzi
Corriere di Torino, 25 ottobre 2024 Oggi pomeriggio al palagiustizia un convegno (e un volume) della Camera penale Vittorio Chiusano. “Prevenire è punire”, ripetono alla Camera penale Vittorio Chiusano: è il titolo di un volume - sull’applicazione delle misure di prevenzione in Piemonte - e l’argomento, oggi (dalle 14 alle 19) nella maxi aula 4 del palagiustizia, di una tavola rotonda con avvocati, magistrati e docenti universitari su, appunto “Le misure di prevenzione tra Costituzione e diritto convenzionale europeo”. Ed è nel corso dell’incontro che verranno presentate statistiche, considerazioni e decisioni dei giudici raccolte nello studio curato dalla Commissione Misure di prevenzione della Camera penale.
di Cosimo Palumbo*
Corriere di Torino, 25 ottobre 2024 Le misure di prevenzione sono “vecchi arnesi” di controllo sociale, sopravvissuti alla Costituzione ed agli interventi del Giudice delle Leggi, grazie alla forza evocativa della “emergenza”, che si voleva di volta in volta contrastare, o della “sicurezza”, che si voleva assicurare. Applicabili indipendentemente dall’accertamento giudiziario della commissione di un reato, sono misure di “bando”, di esclusione, pensate per garantire l’ordine dei centri urbani, sono così diventate lo strumento per affrontare molte delle emergenze che hanno segnato la storia del nostro Paese. Ma la loro applicazione si è poi estesa indistintamente a tutti i fenomeni di vera o presunta pericolosità per la sicurezza pubblica.
di Gian Carlo Caselli
Corriere di Torino, 25 ottobre 2024 Vale a dire affari in comune con vari personaggi che contano nel mondo legale, avidi anch’essi di “piccioli”. Tutti lo sapevano da sempre, ma per avere una risposta sul piano investigativo-giudiziario bisogna arrivare al 1982. Quando la sollevazione di popolo seguita alla rabbia e allo sdegno causati dall’omicidio del generale-prefetto Dalla Chiesa, di sua moglie Emanuela e del poliziotto Domenico Russo svegliò il nostro Paese da un torpore durato troppo a lungo e impose di inserire nel nostro ordinamento due novità che si riveleranno decisive nella lotta alla mafia: il reato di associazione mafiosa (416 bis c.p.) e le misure di prevenzione patrimoniale, che permettono di colpire - oltre al mafioso che delinque per arricchirsi - proprio le ricchezze ottenute delinquendo ...
AFFARI SOCIALI
di Eraldo Affinati
Avvenire, 25 ottobre 2024 Tracciare il confine è l’inizio della Storia: qua ci siamo noi, dall’altra parte ci siete voi. Così tutto comincia, nell’intreccio ancestrale dei rapporti sociali al tempo stesso distinti e contigui, fra scorte, commerci, lingue, costumi, guerre e paci. La ragione politica, impegnata a comporre i dissidi legati ai territori contesi, risulta sempre in ritardo rispetto alla mobilità insita nella natura umana: oggi più che mai. Basti pensare alla recente vicenda dei migranti destinati in Albania. Chi, come me, è in costante contatto con le genti che arrivano in Italia da ogni parte del mondo, nel tentativo di sfuggire alla miseria costruendosi un’esistenza migliore, trattiene a stento lo stupore nel verificare lo scarto impressionante tra le regole protocollari, anonime e amministrative, e il volto concreto delle persone.
di Massimiliano Panarari
L’Espresso, 25 ottobre 2024 Le politiche migratorie sono ritornate al centro della battaglia politica. Al punto da non poter neppure escludere in via di principio che la ripresa così massiccia di questo tema da parte della maggioranza serva alla premier come “arma di distrazione di massa” rispetto alla ristrettezza di risorse - a fronte dei consueti centomila appetiti - dell’odierna finanziaria. Sui migranti la grancassa propagandistica delle destre populiste, come noto, “ci va a nozze”, innescando fra di esse una spirale competitiva. Matteo Salvini ha infatti deciso di dare fiato alle trombe e di rispolverare il tema in occasione dell’ultima udienza del processo Open Arms.
di Gabriele Segre
La Stampa, 25 ottobre 2024 È probabile che il viavai tra tribunali, decreti legge e navi militari tra le due sponde dell’Adriatico manterrà vivo ancora a lungo il dibattito sul “Modello Albania”. Una questione che inevitabilmente porta con sé dilemmi morali e quesiti giuridici, chiamando in causa la nostra stessa idea di ordine e giustizia. Si tratta di riflessioni che vanno oltre i migranti e che emergono ogni volta che ci confrontiamo con mondi e identità percepiti come estranei. Viene da chiedersi, allora, se non stiamo sbagliando approccio: forse non è di etica o di giurisprudenza che dobbiamo parlare, ma di come diamo forma alla nostra conoscenza e affrontiamo la sua inevitabile complessità.
di Enrico Dalcastagné
Il Domani, 25 ottobre 2024 Il report del Consiglio d’Europa accusa la polizia di “profilazione razziale”, mentre il ddl Sicurezza amplifica lo stigma verso rom e sinti. Da anni l’Italia è il “paese dei ghetti”, ma forse qualcosa sta cambiando dal basso. L’esempio virtuoso di Collegno, con la chiusura di un campo senza bisogno di sgomberi, e la doppia faccia della Lega a Ferrara: assiste i rom nelle case popolari ma resta ostaggio della vecchia retorica. Un discorso pubblico xenofobo, con toni “divisivi e antagonisti” su stranieri e persone Lgbtq+. Una polizia che profila razzialmente, soprattutto nei confronti dei rom e delle persone di origine africana. Sei nero, parli un’altra lingua o comunque sembri “strano”? Noi ti trattiamo con le maniere forti, consapevolmente o inconsapevolmente che sia.
di Carlo Stasolla*
Il Fatto Quotidiano, 25 ottobre 2024 Il 22 ottobre la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) ha pubblicato il suo periodico rapporto sull’Italia. I contenuti del testo - che riguardano, tra le altre cose, anche il razzismo e l’intolleranza da parte delle forze dell’ordine italiane - hanno suscitato l’immediata reazione, forte e colorita, da parte di esponenti politici e dello stesso primo ministro.
di Franz Baraggino
Il Fatto Quotidiano, 25 ottobre 2024 Il report di ActionAid. Uno straniero nel Centro per rimpatri di Macomer, in Sardegna, costa 52mila euro l’anno. A Brindisi si sale a 71mila (quasi 200 euro al giorno) perché in due anni il centro non ne ha mai ospitati più di 14. A Torino nel 2023 abbiamo speso 3 milioni, ma il Cpr ha aperto per meno di tre mesi. Va così in tutta Italia, senza eccezioni. Le cifre sono ufficiali, ottenute a fatica dal Viminale e inserite nel report “Trattenuti. Una radiografia del sistema detentivo per stranieri” di ActionAid e del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari. Ad emergere è un fallimento che i governi ignorano ma i cittadini pagano. Il risultato? “Si rimpatria di meno, a costi più alti e in maniera sempre più coercitiva” ...
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 25 ottobre 2024 Il testo approvato dal governo reintroduce il ricorso in appello contro le decisioni in materia di immigrazione. Come risultato le Corti d’appello saranno inondate di migliaia di nuovi procedimenti: se ne stimano circa 160-180 mila all’anno. Pur di ottenere decisioni giudiziarie più restrittive nei confronti dei migranti che arrivano in Italia, il governo rischia di paralizzare la macchina della giustizia, vanificando i risultati positivi ottenuti fino a ora per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr. A lanciare l’allarme sono i magistrati stessi, stavolta senza distinzione di “correnti”. Non una lamentela da “toghe rosse”, insomma.
di Fulvio Vassallo Paleologo
Il Manifesto, 25 ottobre 2024 La procedura messa in piedi per deportare i migranti potrebbe configurare la violazione del divieto di respingimenti collettivi. Sotto gli occhi di Unhcr e Oim. Possiamo adesso leggere il decreto legge 158/2024 con il quale il governo tenta di fare fronte alle ordinanze dei giudici di Roma che non hanno convalidato il trattenimento di 12 richiedenti asilo provenienti da paesi di origine definiti come “sicuri”. Trasferiti poi nei centri di detenzione in Albania, dopo essere stati soccorsi da navi militari italiane nelle acque internazionali a sud di Lampedusa. Una operazione di polizia marittima, sotto gli occhi dell’Unhcr e dell’Oim, a bordo di nave Libra, che potrebbe configurare, al di là del paese di provenienza delle persone sbarcate a Shengijn dopo essere state a bordo di navi ...
di Vitalba Azzollini
Il Domani, 25 ottobre 2024 Il decreto-legge sui Paesi sicuri avrebbe dovuto risolvere ogni problema riguardante l’Albania, ma in realtà non risolve niente. Nella conferenza stampa con cui il decreto è stato spiegato sono state dette una serie di imprecisioni imbarazzanti. Il decreto-legge che aggiorna l’elenco dei Paesi di origine sicuri può essere letto attraverso la spiegazione che ne hanno dato in conferenza stampa il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, quello dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, nella serata del 21 ottobre. E siccome in tale conferenza stampa sono state dette diverse imprecisioni, è il caso di fornire qualche chiarimento.
di Luigi Manconi, Marica Fantauzzi, Chiara Tamburello
Il Manifesto, 25 ottobre 2024 È consapevole Majidi di come lei, Marjan Jamali e altre centinaia di persone detenute in Italia e in Europa rappresentino l’ideale capro espiatorio di una lotta dei governi contro le organizzazioni criminali responsabili del cosiddetto “reato di scafismo”. Caro manifesto, nell’importante intervista rilasciata a Silvio Messinetti e Claudio Dionesalvi pubblicata ieri su questo giornale, Maysoon Majidi prende parola. E lo fa, per la prima volta, da persona libera. Come sappiamo, la liberazione definitiva dipenderà da come andranno le cose il 27 novembre, data prevista per la sentenza di primo grado. Tra i passaggi interessanti dell’intervista, c’è la risposta di Majidi alla domanda su cosa pensi della “caccia” allo scafista.
di Paolo Valentino
Corriere della Sera, 25 ottobre 2024 Serve una riforma per l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Senza cambiamenti rischia di essere inefficace. Il diplomatico svedese Dag Hammarskjöld, che fu segretario generale dell’Onu dal 1953 al 1961, diceva che “le Nazioni Unite non sono state create per portarci in paradiso, ma per salvarci dall’inferno”. Se il metro di valutazione fosse la guerra nucleare, potremmo dire missione compiuta: l’abbiamo evitata. In realtà, la paralisi di fatto dell’Onu, impotente di fronte ai conflitti geopolitici e alle crisi umanitarie che incendiano il pianeta, minacciando la pace e la sicurezza globale, ci porta in direzione opposta: l’inferno, compreso uno scontro atomico, si è drammaticamente avvicinato.
DOCUMENTI
Articolo. "Carcere e razzismo, gli esperti dell'Onu bocciano l'Italia", di Andrea Oleandri
Articolo: "Lettera dal carcere di Ferrara al Presidente della Repubblica", di Mauro Presini