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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 22 ottobre 2024
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 22 ottobre 2024 La richiesta di avvocati, giuristi, garanti, politici, intellettuali e rappresentanti delle associazioni affinché, vista l’inumana condizione degli istituti penitenziari, si adottino i provvedimenti previsti dalla Costituzione. Non c’è più tempo: bisogna fermare la strage di vite e diritti nelle carceri italiane. Più di quanto non sia mai stato, le carceri italiane sono diventate un luogo di morte e disperazione. Dall’inizio dell’anno ormai ben oltre settanta persone si sono tolte la vita dietro le sbarre, quanti non mai dall’inizio del secolo in poco più di nove mesi. E con loro hanno deciso di farla finita sette agenti di Polizia penitenziaria.
Il Dubbio, 22 ottobre 2024 Non c’è più tempo: bisogna fermare la strage di vite e diritti nelle carceri italiane. Più di quanto non sia mai stato, le carceri italiane sono diventate un luogo di morte e disperazione. Dall’inizio dell’anno ormai ben oltre settanta persone si sono tolte la vita dietro le sbarre, quanti non mai dall’inizio del secolo in poco più di nove mesi. E con loro hanno deciso di farla finita sette agenti di polizia penitenziaria. Ognuno di loro avrà avuto le proprie personali ragioni per arrivare a quella scelta ultima ed estrema, ma quelle morti ci interrogano sull’ambiente di vita e professionale in cui avvengono e sulle sue croniche carenze. Sono ormai 62.000 i detenuti nelle carceri italiane, circa quattordicimila in più dei posti effettivamente disponibili. In un anno, quasi quattromila in più.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 22 ottobre 2024 A distanza di 12 mesi dal decreto-legge del 15 settembre 2023, cosa è cambiato? “La gestione degli istituti è andata peggiorando, sembra essere sempre più chiaro che si fa fatica a interrompere una situazione di costante tensione. Questi ragazzi vivono nel presente, senza un progetto per il domani”, dice Paolo Tartaglione, referente Area penale Minorile Cnca. Il decreto-legge 15 settembre 2023 n.123, detto “Decreto Caivano”, è diventato legge il 13 novembre dell’anno scorso. In un anno “la gestione degli istituti è andata peggiorando, sembra essere sempre più chiaro che si fa fatica a interrompere una situazione di costante tensione, di rivolte, di azioni clamorose compiute dai ragazzi, di evasioni”, dice Paolo Tartaglione, referente Area penale Minorile Cnca.
d Giovanni Negri
Il Sole 24 Ore, 22 ottobre 2024 Emendamento a firma di Enrico Costa alla riforma della giustizia contabile. Atti trasmessi alla Procura in caso di riconoscimento dell’indennizzo. Arriva nelle ore dello scontro più aspro tra maggioranza e magistratura la proposta di Enrico Costa, ora in Forza Italia, per agevolare la contestazione di danno erariale per ingiusta detenzione. Ieri alle 12 Si è chiuso il termine per la presentazione degli emendamenti à disegno di legge di riforma della giustizia contabile in discussione alla Camera e Costa ha messo nero su bianco la previsione per cui il provvedimento irrevocabile che ha accertato l’ingiustizia della detenzione inflitta deve essere trasmesso al Procuratore generale della Corte dei conti per l’eventuale avvio del giudizio di responsabilità contabile.
Il Dubbio, 22 ottobre 2024
Valutare il procedimento di responsabilità a carico del magistrato per danno erariale: è quanto prevede l’emendamento firmato dai deputati azzurri Costa, Calderone e Patriarca. E se i magistrati pagassero di “tasca” loro per le ingiuste detenzioni risarcite dallo Stato? Tema vecchio e “sempreverde”. Che ora torna attuale con la nuova proposta lanciata da Forza Italia. Si tratta dell’emendamento alla proposta di legge che modifica il codice della giustizia contabile, in relazione ad alcune funzioni di controllo e consultive della Corte dei conti e di responsabilità per danno erariale (“Modifiche alla legge 14 gennaio 1994, n. 20, al codice della giustizia contabile, di cui all’allegato 1 al decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 174, e altre disposizioni in materia di funzioni di controllo e consultive della Corte dei conti e di responsabilità ...
GIUSTIZIA
di Marcello Sorgi
La Stampa, 22 ottobre 2024 È abbastanza inutile applicarsi ai dettagli del decreto che il consiglio dei ministri ha partorito ieri sera per ribattere all’ordinanza con cui la giudice monocratica Albano ha disposto il rientro in Italia dei primi migranti avviati nei nuovi centri di permanenza in Albania. La sostanza infatti non è se un magistrato possa decidere quali siano i Paesi sicuri, e soprattutto quelli insicuri dai quali i richiedenti asilo in fuga abbiano diritto ad essere accolti. Né se questa nevralgica valutazione tocchi alla Corte di giustizia europea o ai singoli governi nazionali, pressati dagli arrivi degli immigrati che viaggiano in condizioni di pericolo.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 22 ottobre 2024 Magistratura democratica vuole che il Csm apra una pratica a tutela dei giudici romani che hanno respinto il trattenimento dei migranti in Albania. Ma viene attaccata da Magistratura indipendente sul caso Patarnello. Persino qualche consigliere togato del Csm appartenente alla “sinistra giudiziaria”, lontano dai microfoni, lo ammette: la giudice Silvia Albano avrebbe potuto astenersi dal rilasciare interviste nei mesi scorsi in cui criticava la politica migratoria del governo. Il riferimento è alla presidente di Magistratura democratica, tra i giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma che pochi giorni fa hanno bocciato il trattenimento di 12 migranti nel centro di permanenza di Gjader, in Albania.
di Giulia Merlo
Il Domani, 22 ottobre 2024 Salvini e Tajani contro i giudici “rossi”. E anche dentro la magistratura spuntano le prime divisioni. Il ddl che separa le carriere è la mossa per il contrattacco. Via Arenula sta lavorando al testo finale. Al terzo giorno di scontro con la magistratura dopo la mancata convalida dei trattenimenti in Albania, il mantra del governo continua a essere quello di tenere alti i toni. E non accenna a placarsi quello che ormai è un conflitto tra poteri in piena regola: da una parte le toghe, dall’altra l’esecutivo.
di Angelo Picariello
Avvenire, 22 ottobre 2024 A chi e a che cosa si riferiva Sergio Mattarella nell’auspicare, domenica, che tra le istituzioni vi sia “collaborazione, ricerca di punti comuni, condivisione delle scelte essenziali per il loro buon funzionamento e per il servizio da rendere alla comunità”? Nella decennale dimestichezza con il galateo istituzionale, è ben nota la sua ritrosia a prendere parola su argomenti al centro delle libere valutazioni del Parlamento e dell’esecutivo. È quindi probabile che il riferimento principale del Capo dello Stato fosse rivolto alla perdurante inadempienza nella nomina del giudice costituzionale. Tuttavia questo ritardo - motivo di grande amarezza, per Mattarella - è la cartina di tornasole di un malessere più ampio, di cui la vicenda dell’ennesimo scontro, con rari precedenti ...
di Costantino Visconti
Giornale di Sicilia, 22 ottobre 2024 Ci risiamo. Come un vulcano quiescente ma ben attivo, lo scontro tra politica e magistratura oggi raggiunge un’ennesima vetta eruttiva. La lava incandescente si riversa, ineluttabilmente, su ogni centro abitato dal civismo costituzionale travolgendo tutto, buon senso istituzionale e gli stessi capisaldi dello stato di diritto. Era proprio necessario? No. Se non ci fosse una diffidenza cronica tra chi governa e chi applica il diritto nel nostro Paese, i provvedimenti emessi dalla sezione immigrazione del Tribunale di Roma sarebbero stati oggetto di una pacata discussione, anche critica, e sottoposti dalle parti interessate agli ordinari mezzi di impugnazione.
di Tiziana Maiolo e Aldo Torchiaro
Il Riformista, 22 ottobre 2024 Intervista a Luciano Violante. Il giurista, già magistrato, parlamentare e Presidente della Camera invoca per la magistratura la terzietà necessaria: “Astenersi dai giudizi di parte”, ma ricorda al Guardasigilli Nordio che ha i suoi poteri ispettivi. Luciano Violante, magistrato a Torino negli anni di piombo, dal 1977, poi ordinario di Procedura penale e Presidente della commissione Antimafia dal 1992 al 1994, è diventato Presidente della Camera (con i Ds) nel 1996. Oggi è presidente onorario di Italia Decide e dal 2019 presiede Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine. “Non è accettabile quello che leggo, i magistrati non possono schierarsi come controparte politica”, dice a proposito della contestata mail di Patarnello.
di Francesco Sergio
Corriere del Veneto, 22 ottobre 2024 I dubbi di amici e fratello: vogliamo giustizia. Chi viveva con Moussa dice che non beveva e non assumeva droghe. Una foto che lo ritrae sorridente posta accanto a una corona di fiori. Attorno, increduli, gli amici che con lui dividevano gli alloggi del “Ghibellin Fuggiasco”, oltre ai componenti del laboratorio autogestito Paratod@s che gestisce lo spazio e il fratello Ganga, arrivato direttamente da Torino per chiedere verità e giustizia. Un viavai commosso e silenzioso, ieri, all’interno del rifugio di emergenza per senza fissa dimora di Corso Venezia, per ricordare Moussa Diarra, il 26enne del Mali ucciso a colpi di pistola all’alba di domenica in stazione Porta Nuova da un agente della Polizia ferroviaria.
di Lillo Aldegheri e Silvia Madiotto
Corriere del Veneto, 22 ottobre 2024 L’ira del Siulp. E Tosi attacca i Centri sociali: impuniti. Diventa un caso anche a livello nazionale una frase postata su Instagram dall’assessore comunale di Verona, Jacopo Buffolo (Lista Tommasi) commentando il tragico episodio avvenuto all’alba di domenica alla stazione di Porta Nuova: “Ad un bisogno di aiuto e cura si è risposto con un colpo di pistola”. Immediata la replica del Siulp, il sindacato unitario di Polizia, che fa intervenire il segretario nazionale Felice Romano: “Avevamo scelto di non commentare il drammatico epilogo - scrive il leader del sindacato - e credevamo che il comunicato della Procura e del vertice provinciale della Polizia di Stato fossero tali da evitare strumentalizzazioni. Ma evidentemente ci sbagliavamo.
di Beatrice Branca
Corriere del Veneto, 22 ottobre 2024 L’inchiesta sulla morte del maliano Moussa Diarra: “Il poliziotto si è fatto interrogare subito dal pm, dimostrando lealtà d’animo”. È iscritto nel registro degli indagati l’agente della Polfer che, con un colpo di pistola, ha ucciso domenica mattina il 26enne Moussa Diarra alla stazione di Verona Porta Nuova. Erano stati attimi concitati: il giovane aveva danneggiato vetrine e veicoli, oltre ad aver aggredito alcuni agenti della polizia locale e di Stato. Infine si era scagliato contro l’agente della Polfer con un coltello, costringendolo a usare la pistola per proteggersi. “Questo Ufficio ritiene che l’episodio si inserisca certamente in un contesto di legittima difesa - fa sapere il procuratore Raffaele Tito.
di Fabrizio Costarella e Cosimo Palumbo*
Il Dubbio, 22 ottobre 2024 La Consulta, con la sentenza 162/ 24, ha giudicato illegittimo l’articolo 14, comma 2-ter, del Codice Antimafia: penalizzava chi fosse stato in cella per meno tempo. Il giudice delle leggi, con la sentenza n. 162/24, depositata in data 17 ottobre 2024, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 14, comma 2- ter, del Codice Antimafia, perché esso prevede che il giudice debba rivalutare la pericolosità sociale del proposto solo se sia stato detenuto per più di due anni. La conseguenza immediata è che ai Tribunali viene imposta la rivalutazione d’ufficio della persistenza della pericolosità dei soggetti cui la misura è stata applicata dopo la espiazione di pena detentiva, anche se di durata inferiore a due anni.
di Manuel Cartosio
giornalelavoce.it, 22 ottobre 2024 Aveva rapporti di “stretta vicinanza” e di “notevole familiarità” con un boss della ‘ndrangheta: per questo motivo, nonostante sia stato assolto, non merita il risarcimento per ingiusta detenzione. È la decisione che è stata presa dalla Corte d’appello di Torino per uno degli imputati del maxi processo Minotauro sulla presenza della criminalità organizzata calabrese in Piemonte. L’uomo, A.V., 48 anni, fu arrestato il 1/o giugno 2011 e rimase detenuto fino al 14 novembre 2012. In seguito venne assolto sia in primo che in secondo grado con una sentenza che diventò irrevocabile nel 2016. Per i giudici, però, fu il suo comportamento a far sorgere negli investigatori il “grave sospetto iniziale” che fosse coinvolto a pieno titolo.
di Ida Artiaco
fanpage.it, 22 ottobre 2024 Si sarebbe tolto la vita con un sacchetto di plastica avvolto attorno alla testa. Si è suicidato nel carcere di Bari Giuseppe Lacarpia, il 65enne di Gravina in Puglia (Bari) che era stato fermato lo scorso 6 ottobre con l’accusa di aver ucciso la moglie 60enne Maria Arcangela Turturo. Il corpo dell’uomo è stato ritrovato senza vita dagli agenti della Polizia penitenziaria intorno alle 3 di questa notte tra le coperte della cella. Da una prima ricostruzione, come riporta Il Corriere della Sera, sembra che si sarebbe tolto la vita utilizzando una busta di plastica avvolta attorno alla testa. Sarebbe quindi deceduto per soffocamento. La salma è sotto sequestro nel carcere di Bari, non è escluso che venga effettuata l’autopsia. Solo ieri aveva ottenuto il permesso di fare visita alla moglie al cimitero.
di Flaminia Savelli
Il Messaggero, 22 ottobre 2024 “Abbiamo cercato in tutti i modi di ottenere i domiciliari ma il giudice ha detto no più volte. Era chiaro che stava male”. “Mio fratello è morto solo, tra le sofferenze. Quando l’ho visto l’ultima volta, pochi giorni prima di morire, parlava a fatica e aveva i polmoni pieni di acqua. Ho capito subito che la situazione era già compromessa”. Luciana è appena rientrata dal funerale del fratello, Giuseppe Ruggieri, il 66enne detenuto nel carcere di Rebibbia deceduto lo scorso 13 ottobre. La famiglia ieri mattina si è stretta per l’ultimo saluto ed ora è pronta a combattere per fare luce su quanto accaduto. Ruggieri infatti, era stato arrestato il 12 luglio dopo aver aggredito e sfregiato la sua ex fidanzata e il nuovo compagno.
Il Secolo XIX, 22 ottobre 2024 Il detenuto, di 25 anni, lo scorso 3 ottobre aveva denunciato un’aggressione da parte di alcuni agenti della Polizia penitenziaria nel carcere di Marassi. È stato trasferito ad Alessandria Y.A.M., il venticinquenne che lo scorso 3 ottobre ha denunciato un’aggressione da parte di alcuni agenti della polizia penitenziaria nel carcere di Marassi, dove era detenuto dal mese di agosto. Sulla vicenda è stata avviata un’inchiesta dalla procura, affidata al sostituto procuratore Valentina Grosso e coordinata dall’aggiunto Vittorio Raineri Miniati, responsabile del pool della procura dedicato alle fasce deboli. Le indagini sono ancora nelle fasi preliminari: nelle scorse settimane sono stati ascoltati gli agenti presunti responsabili del pestaggio, ma al momento non risultano persone formalmente indagate.
lanuovacalabria.it, 22 ottobre 2024 Il Garante comunale scrive all’Ufficio legislativo del Ministero per la Giustizia, al garante nazionale ella Conferenza dei garanti territoriali. Come noto, sin dalla sua istituzione l’Ufficio del Garante dei detenuti si è strutturato da diversi anni nelle varie diramazioni regionali e locali, tuttavia, permane a tutt’oggi una difformità delle previsioni normative e regolamentari, specialmente in merito alle norme di rango secondario, che legittimano e garantiscono la copertura normativa dei Garanti dei detenuti territoriali: comunali e provinciali.
polesine24.it, 22 ottobre 2024 L’appello dell’onorevole Romeo, all’esito della visita alla Casa circondariale. Nella mattinata di lunedì 21 ottobre, l’onorevole Nadia Romeo, rodigina e deputata esponente del Pd, affiancata dal Garante per i detenuti del Comune di Rovigo Guido Pietropoli, ha visitato il carcere di Rovigo. Non si è trattato di una “passerella”, ma di un approfondito incontro di circa quattro ore, reso possibile dalla cortesia del direttore e dal dirigente della polizia penitenziaria. “Ringraziamo entrambi - spiega l’onorevole Romeo - per la gentilezza e il tempo che ci hanno concesso, guidandoci per tutta la struttura e consentendoci anche di parlare con i detenuti, per raccoglierne istanze e segnalazioni.
garantedetenutilazio.it, 22 ottobre 2024 Sovraffollamento e carenza di personale sarebbero all’origine del provvedimento dello scorso agosto. Il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del ministero della Giustizia ha prorogato il provvedimento di sospensione del servizio del Centro di prima accoglienza di Roma fino al 17 novembre 2024. È quanto stabilisce il decreto dell’11 ottobre 2024, sottoscritto dal direttore generale Alessandro Bonino Grimaldi per il Capo del Dipartimento per la giustizia minorile di comunità. La chiusura del Cpa avvenuta lo scorso agosto sarebbe stata resa necessaria dalla difficile gestione legata principalmente al sovraffollamento e alla carenza di personale.
di Ruben Razzante
Il Giorno, 22 ottobre 2024 Grazie ad A2A nel carcere di Bollate primo impianto in Italia con l’Intelligenza artificiale. È un esempio virtuoso di economia circolare, innovazione tecnologica e inclusione sociale. Ed è il primo impianto in Italia per il trattamento dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (Raee) che sfrutta l’intelligenza artificiale e la robotica collaborativa. Dietro le sbarre di un carcere, quello di Bollate, alle porte di Milano. È qui che ieri mattina il Gruppo A2A ha inaugurato la nuova linea robotica dell’impianto che si occupa del trattamento dei monitor di computer e televisioni, gestito dalla società LaboRaee, controllata da Amsa.
di Mauro Zola
La Stampa, 22 ottobre 2024 Con il materiale di “fine pezza” donato da alcune delle principali aziende tessili locali saranno realizzati 7500 pezzi dotati di un kit multimediale di promozione del territorio. Sono tremila le borse, confezionate in tessuti pregiati dai detenuti nel carcere di Biella, che i commercianti di Biella potranno regalare ai propri clienti nell’ambito del progetto “Shopper” realizzato grazie ai fondi regionali destinati al Distretto urbano del commercio (a cui si è aggiunto anche un contributo diretto dell’amministrazione). Un progetto che a grandi linee segue quello già lanciato a Cossato: a coordinarlo è sempre Paola Fini, ma si discosta in più di un senso.
di Federica Florian
trevisotoday.it, 22 ottobre 2024 Con Cittadinanzattiva è in atto un progetto di auto scrittura riservato alle persone detenute in carcere a Treviso. Conclusa questa attività, si avvierà come negli scorsi anni la quarta edizione del progetto “Libro Sospeso 2025”. In questi giorni Cittadinanzattiva Treviso presenterà le risultanze del primo anno del progetto “Storie Sbarrate 2024/2025”. Si tratta nello specifico di un corso di autoscrittura che si è svolto nella Casa circondariale di Santa Bona Treviso con l’intervento di alcuni detenuti volontari. Il progetto è uno dei 44 progetti della DGR n. 1124/2023 finanziati dalla Regione Veneto, per le annualità 2024 e 2025 ...
uniba.it, 22 ottobre 2024 Mercoledì 23 ottobre presso la Casa di Reclusione di Turi, e nei giorni successivi, nei mesi di Novembre e Dicembre 2024, presso le Case Circondariali di Bari, Taranto, Trani maschile e femminile, avranno inizio le giornate di orientamento agli studi per i detenuti e le detenute che intendono iscriversi ai corsi dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro. Le giornate di orientamento, coordinate dal Prof. Ignazio Grattagliano, delegato del Magnifico Rettore UNIBA per le azioni progettuali con le amministrazioni penitenziarie, ed affiancato dalle dott.sse Roberta Risola e Andrea De Leo, psicologhe e operatrici del servizio civile penitenziario ...
di Stefano Taglione
Il Tirreno, 22 ottobre 2024 La sua sala da ballo si chiama “Ops” e porta le iniziali di chi lo ha aiutato: la madre Olga, il fratello Piero e il padre Silvano. I suoi primi 30 anni di vita li ha trascorsi “da irresponsabile, da chi pensava di essere più forte della legge, ma era un grande bluff”. La dipendenza dalla cocaina, lo spaccio: “Quando sono uscito di galera ero marchiato. Mentre ero alle Sughere ho perso mio fratello, non mi hanno fatto andare nemmeno al suo funerale”. Poi, però, dal ‘93 è iniziato il riscatto. E che riscatto: imprenditore, con una ditta di idraulica sulle sue spalle, nel 2011 ha aperto un ristorante-pizzeria (il “Ci Piace” di via Bacchelli, a Porta a Terra), l’anno scorso un bar (il “Last minute”, in via di Salviano) e da qualche mese pure una discoteca, l’Ops di via Aiaccia, a Stagno.
di Antonella Barone
gnewsonline.it, 22 ottobre 2024 Un grande affresco corale composto da frammenti di vita amorosa e reclusa. In “Credo ancora nelle favole”, performance nata dal laboratorio di teatroterapia ideato e condotto nella casa di reclusione di Roma Rebibbia dalle psicoterapeute Irene Cantarella e Sandra Vitolo, detenuti e familiari si confrontano su sensi di colpa, assenze, sensazioni di abbandono e solitudine. Un’esperienza all’insegna dell’autenticità: non solo il copione è frutto di incontri con i detenuti e con i loro familiari, ma in scena - a raccontare conflitti, rimorsi, riconciliazioni e la vasta gamma di sentimenti di chi vive le privazioni affettive legate al carcere - sono i veri protagonisti. In tutto 32 interpreti tra detenuti, figli minorenni, mogli, compagne e altri familiari.
di Valeria Balocco
Marie Claire, 22 ottobre 2024 La protagonista di questa storia è Federica Berlucchi, membro del consiglio di amministrazione dell’azienda agricola Fratelli Berlucchi Freccia Nera. Dal 2017 lavora come volontaria nel carcere di San Vittore di Milano dove ha ideato e dirige gli Incontri del giovedì, riunioni settimanali con le detenute. Sogna di realizzare, sempre nel braccio femminile, un progetto di sartoria. “Ci riuniamo tutti i giovedì al primo piano del braccio femminile. Non ci siamo scelte: eppure nonostante questa socialità forzata, sembriamo un gruppo di amiche che chiacchiera di amore, figli, famiglia. E libertà”.
di Alessandro Salemi
Il Giorno, 22 ottobre 2024 Incontro alla Casa circondariale con l’americano Claude Anshin Thomas del progetto Liberation Prison Project “Ero mitragliere in Vietnam e ho tolto tante vite ma ora sono uscito dalla dipendenza dalle droghe e rinato”. “La prima cosa da fare la mattina, quando vi svegliate, è rifare il letto come se non ci aveste mai dormito. Poi sedetevi su una sedia, con i piedi ben appoggiati sul pavimento, e inspirate dal naso ed espirate dalla bocca. Questo per 5 minuti, ogni mattina”. Lo ha ripetuto come un mantra ai detenuti, diverse volte ieri, il monaco buddista americano Claude Anshin Thomas, durante la sua visita al carcere di Monza.
di Valter Vecellio
sfogliaroma.it, 22 ottobre 2024 Un piccolo libro di consigliabile lettura: “Paura del registratore. Leonardo Sciascia e la stampa spagnola” (Rubbettino editore). Alejandro Luque, scrittore, giornalista, traduttore, raccoglie e commenta le interviste che Sciascia ha rilasciato a quotidiani, riviste e televisioni spagnole. Per esempio El Pais chiede un commento sulla candidatura, voluta da Marco Pannella, di Toni Negri, il leader di Autonomia, che viene eletto deputato e poi si rifugia in Francia sottraendosi alla giustizia italiana e al processo. “Non mi interessa la polemica su Negri né se debba o meno tornare in Italia”, risponde Sciascia. “L’unica cosa che mi interessa davvero in tutta questa faccenda è che la Giustizia possa trattenere in prigione un uomo per quattro anni senza un processo. È ingiusto”.
di Ruggiero Capone
L’Opinione, 22 ottobre 2024 L’amnistia era l’argomento che accompagnava le saltuarie passeggiate mattutine che facevo col compianto amico Arturo Diaconale: mi diceva “lascia di scrivere, facciamo un salto al Partito Radicale”. In quella passeggiata tra Via Del Corso e Largo di Torre Argentina incontravamo tutti: spesso Gabriele La Porta e qualche volta Gianfranco Funari. Fermavano Arturo chiedendo lumi sulla politica, io rincaravo la dose con “inseriamoli nel nostro dibattito sull’amnistia”. Arturo di rimando alzava le braccia al cielo, e quasi stizzito “Figurati! Non la faranno mai... il coraggio di certi atti è terminato con la Prima Repubblica”.
AFFARI SOCIALI
di Elisabetta Soglio
Corriere della Sera, 22 ottobre 2024 Il Terzo settore è “valore sociale”, non esiste per far soldi: “No alla partita Iva per le attività associative del Terzo settore”. È questo l’appello del Forum nazionale Terzo settore all’avvicinarsi della scadenza del primo gennaio 2025. Il Terzo settore è “valore sociale”, non esiste per far soldi: “No alla partita Iva per le attività associative del Terzo settore”. È questo l’appello del Forum nazionale Terzo settore all’avvicinarsi della scadenza del primo gennaio 2025, quando a meno di un intervento o di una nuova proroga migliaia di enti e associazioni dovranno assumere un commercialista - o comunque far qualcosa del genere - per cominciare a tenere una contabilità Iva con tutto quel che ne segue, comprese le realtà che non dovranno comunque pagarla.
di Nadia Urbinati*
Il Domani, 22 ottobre 2024 Le esternazioni di Giorgia Meloni e di Carlo Nordio a proposito della sentenza dei giudici del tribunale di Roma, che ha annullato il trattenimento di 12 persone nei Cpr in Albania, indicano senza tanti giri di parole il tipo di regime che ispira il nostro governo. Tradizionalmente il potere costituito non ama i controlli, un’intrusione che, ci dicono, fa perdere tempo (non disturbare il conducente). Le comunità politiche hanno impiegato secoli a stabilire forme di limitazione del potere; e in alcuni casi hanno dovuto tagliare la testa ai re. Non perché volessero l’anarchia, ma perché non volevano piú subire il potere di giudicare e di reprimere che il sovrano usava arbitrariamente per indurre paura e sottomissione.
di Mauro Bazzucchi
Il Dubbio, 22 ottobre 2024 Il provvedimento messo a punto dal governo dovrebbe elevare al rango di norme primarie le regole che individuano i paesi per i quali è possibile il rimpatrio. Come anticipato nei giorni scorsi dalla premier, il governo ha approvato il decreto con cui tenta di sanare la delicata questione della lista dei paesi di provenienza dei migranti, da considerare sicuri. La cosa è stata posta da Meloni in cima alle priorità dell’esecutivo, dopo la sentenza del tribunale di Roma che ha ritenuto illegittimo il trasferimento nel Cpr albanese di Gjader di alcuni cittadini egiziani e bengalesi, in base a un pronunciamento della Corte di Giustizia Ue dello scorso 4 ottobre, secondo cui possono essere trattenuti in vista del rimpatrio, solo i migranti che provengono da paesi che si possono definire sicuri senza eccezioni territoriali o di altra natura.
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 22 ottobre 2024 Con il decreto legge approvato in Consiglio dei ministri il numero dei “Paesi sicuri” scende da 22 a 19. Ma la gerarchia tra fonti normative Ue e nazionali è in questo caso fondamentale. La decisione del Tribunale di Roma, che non ha convalidato il trattenimento in Albania di 12 migranti provenienti da Egitto e Bangladesh, è stata presa tenendo conto dell’orientamento della Corte di giustizia dell’Unione europea. “Una sentenza molto complessa e particolare”, l’ha definita il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, durante la conferenza stampa di presentazione del decreto legge sui migranti e i “Paesi sicuri”.
di Daniela Fassini
Avvenire, 22 ottobre 2024 La società civile: progetti per l’inclusione. La Caritas e le associazioni ecclesiali ribadiscono la necessità di uscire dalla logica emergenziale: dare a chi arriva la possibilità di avere un futuro nel nostro Paese. La scuola d’italiano, il riconoscimento dei titoli di studio, un percorso di formazione professionale ma anche un aiuto verso l’autonomia. E basterebbe anche un solo anno per mettere in pratica tutto questo: per rendere “integrato” il migrante che arriva in Italia. Sullo sfondo ci sono invece quei centri in Albania e quel gioco dell’oca sulla pelle delle persone. Ne sono convinte le realtà cattoliche e il mondo dell’associazionismo che fa capo alla Chiesa.
di Matteo Matzuzzi
Il Foglio, 22 ottobre 2024 L’obbligo di recepire il diritto dell’Ue, ma anche l’urgenza di riscrivere le regole dell’accoglienza dei migranti. Dibattito fra esperti sul senso della nozione di “paese sicuro”. E sul futuro (difficile) del “modello Albania”. Paese sicuro o non sicuro? Il dilemma del “modello Albania” si attorciglia su questo giudizio, diventato una sorta di tagliola giuridica che ha bloccato il progetto del governo italiano di inviare sull’altra sponda dell’Adriatico i migranti provenienti da paesi sicuri. I giudici del Tribunale di Roma hanno deciso di applicare le sentenze europee, che ridefiniscono questa nozione. Ma cosa si intende davvero per paese sicuro?
di Claudio Cerasa
Il Foglio, 22 ottobre 2024 Come mandare in vacca un dibattito serio sui confini dell’immigrazione. Bloc notes di un delirio bipartisan. Un tempo era l’onestà (tà-tà), oggi è la discrezionalità (tà-tà). Chiunque provi a offrirvi risposte estremamente semplici a problemi particolarmente complessi, come quelli che riguardano l’intorcinatissimo conflitto tra potere esecutivo e potere giudiziario sul tema dell’immigrazione, sta provando a prendersi gioco di voi. Quello che pensiamo sulla disputa tra governo e magistratura sulla definizione di paesi sicuri lo sapete e abbiamo provato a scriverlo nero su bianco sabato scorso: nel momento in cui il potere giudiziario viene legittimato a interpretare in modo molto restrittivo e molto discrezionale una sentenza della Corte europea che riguarda la definizione ...
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 22 ottobre 2024 Tanti ostacoli giuridici, a ogni livello. La copertura politica dell’Ue ancora non basta. Von der Leyen vuole perfino hub extra-Ue per i rimpatri. “I tempi, però, sono lunghi”, ammettono i portavoce della Commissione. I problemi giuridici di deportazioni e trattenimenti in Albania sono molti di più di quanto si creda e non riguardano solo il tema dei “paesi sicuri”, su cui è intervenuta la Corte di giustizia Ue. Superato quello, infatti, resta ciò che prevede la normativa europea: “Gli Stati membri non trattengono una persona per il solo motivo che si tratta di un richiedente”. È un principio fondamentale contenuto in due direttive: “procedure” e “accoglienza”, entrambe del 2013, poi recepite nell’ordinamento nazionale.
di Andrea Valdambrini
Il Manifesto, 22 ottobre 2024 Europarlamento Verdi, socialisti e sinistra avevano chiesto un dibattito in plenaria sulla sentenza del tribunale di Roma sui migranti in Albania: “Il governo italiano attacca l’indipendenza della magistratura”. Non è riuscito il tentativo di discutere la sentenza del tribunale di Roma sull’accordo Italia-Albania a Strasburgo, dove si tiene la sessione plenaria del Parlamento europeo.
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