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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 1 ottobre 2024
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 1 ottobre 2024 Il fatto che possano andare in carcere le madri con i bambini fino a un anno di età “è mostruoso e demagogico”, dice Liviana Marelli (Cnca). In tutta Italia si moltiplicano le proteste contro il Ddl sicurezza. E un appello chiede la chiusura degli Istituti penali minorili. Se il Ddl sicurezza passasse in Senato, diventerebbe facoltativo e non più obbligatorio il rinvio della pena per le donne in gravidanza e le madri con figli sotto l’anno. In tutta Italia si moltiplicano proteste e mobilitazioni contro il decreto. Inoltre, un appello di associazioni ed esponenti della società civile chiede la chiusura degli Istituti penali minorili, Ipm.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 1 ottobre 2024 Continua la mobilitazione delle associazioni e della società civile contro il decreto 1660, approvato alla Camera e ora passato all’esame del Senato. Laura Liberto, Cittadinanzattiva: “Mandare in carcere donne in gravidanza e madri di bambini entro un anno di età è una misura di pura propaganda. La tutela dello sviluppo psicofisico dei bambini dovrebbe prevalere rispetto ad ogni altra esigenza, anche di sicurezza e di ordine pubblico”.
di Lorenzo Malagola
Tempi, 1 ottobre 2024 Affermare la cultura dei doveri e delle regole accanto a quella dei diritti. È questo il primo passo da compiere per migliorare il quadro della giustizia minorile italiana. Ne è convinto Antonio Sangermano, il Capo Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, che ha fotografato con precisione lo stato dell’arte degli Ipm della penisola.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 1 ottobre 2024 Il governo ha approvato un decreto legge che inasprisce le pene per chi aggredisce i medici, rese durissime solo quattro anni fa (fino a 16 anni di reclusione). Dal ddl sicurezza alle violenze sui medici, il governo sa solo creare nuovi reati e aumentare le pene. L’onda del populismo penale del governo Meloni non si ferma e così, dopo l’approvazione del ddl sicurezza, che introduce 24 tra nuovi reati, aggravanti e aumenti di pena, il Consiglio dei ministri ha varato un decreto legge che inasprisce le pene per chi aggredisce i medici. Per il ministro Nordio il testo “avrà un forte effetto deterrente”, eppure solo quattro anni fa sono state introdotte pene durissime per contrastare il fenomeno (fino a 16 anni di reclusione). Evidentemente non hanno avuto effetto, ma la lezione non è servita.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 1 ottobre 2024 Inizia oggi di fatto l’iter in Senato. La maggioranza mette il limite alle audizioni: 25 all’opposizione. Mentre per il Fine vita sono cento. Associazioni e movimenti verso la manifestazione nazionale e azioni in tutto il Paese. “Populista, illiberale, autoritario”. Tale è, per l’Unione delle camere penali italiane che ha decretato per questo lo stato di agitazione, il ddl Sicurezza. Il provvedimento inizia nei fatti stamattina l’iter al Senato, nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia riunite in sede referente, con l’analisi del testo licenziato dalla Camera il 18 settembre scorso.
di Simona Ciaramitaro
collettiva.it, 1 ottobre 2024 L’organizzazione internazionale chiede di riconsiderare gran parte delle norme liberticide del governo: “Minano i principi fondamentali dello Stato di diritto”. Il disegno di legge sicurezza sarà approvato a breve dal Senato in via definitiva nonostante le manifestazioni contro un testo ritenuto liberticida dalle organizzazioni umanitarie e da parte dell’opposizione parlamentare. A dare un giudizio negativo del provvedimento anche l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) attraverso il parere del suo Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (Odihr).
di Alberto Di Martino
Il Riformista, 1 ottobre 2024 Il pacchetto-sicurezza non è a sorpresa: prende le mosse dal solito concetto asfittico di “sicurezza” che trasforma problemi e rivendicazioni sociali, quelle che si esprimono ad es. con imbrattamenti reversibili o l’impedimento della libera circolazione su strada, in questioni di ordine pubblico; che espande la penalità; che dilata i presupposti per le sanzioni cosiddette ibride come i “daspo” urbani (ma anche la revoca della cittadinanza), come pure per altre misure preventive; che, infine, rappezza deficienze strutturali gravissime delle strutture penitenziarie e di quelle di trattenimento e raccolta di migranti, col nuovo reato di “rivolta” esteso a condotte di mera resistenza anche passiva agli ordini impartiti.
di Enrico Amati*
Il Riformista, 1 ottobre 2024 Il 3 luglio 1910, mentre redigeva le riforme volte a ridurre il numero di detenuti che venivano mandati nel carcere di Borstal, Winston Churchill scrisse ai suoi consiglieri: “Non consentirei di certo a rendermi responsabile di un sistema di cui si possa dimostrare che aggravi la severità del codice penale”. Evidentemente l’idea, tanto semplice quanto irrazionale, secondo cui un aumento dei reati e delle pene corrisponde a maggiore sicurezza non convinceva lo statista britannico. Il ddl Sicurezza, di recente approvato dalla Camera, rappresenta invece un chiaro esempio di quella che il grande giurista Francesco Carrara chiamava “nomorrea penale”, ossia la produzione compulsiva di norme e sanzioni quale comodo escamotage (a “costo zero”) per evitare di affrontare problemi complessi.
di Eriberto Rosso e Lorenzo Zilletti*
Il Riformista, 1 ottobre 2024 Risicato: “Una scelta che lascia perplessi”. Parla senza mezzi termini di “furore punitivo”, di “tradimento del diritto penale liberale”, Lucia Risicato, professoressa ordinaria di diritto penale nell’Università di Messina.
di Vittorio Alessandro*
L’Unità, 1 ottobre 2024 Il ddl Sicurezza approvato alla Camera, e ora in attesa di voto al Senato, costituisce una sfida odiosa alla nostra vita civile. Il governo, che contava fra i suoi programmi la mitigazione dei reati e delle pene, li moltiplica, invece, rivolgendosi con particolare accanimento verso le fasce più deboli della società. Nel disegno di legge risaltano in modo particolare le norme che puniscono severamente le manifestazioni di protesta, anche quando espresse in forma di resistenza passiva, cioè senza alcun uso della violenza. Da più parti si è levato l’allarme nei confronti di questa previsione che cancellerebbe un modo di vivere nella comunità radicata nel primo cristianesimo, nell’opposizione indiana al dominio britannico, nelle lotte per i diritti civili.
di Errico Novi
Il Dubbio, 1 ottobre 2024 La Cassazione solleva una questione di legittimità sulle regole del 2011. Da ormai un anno giace inerte alla Camera una proposta di Forza Italia per riportare nel perimetro della Costituzione le norme su sequestri e confische antimafia. Tutto tace: la commissione Giustizia di Montecitorio e in generale il centrodestra si sono ben guardati dal calendarizzare una proposta capace sì di restituire un principio di civiltà all’ordinamento, ma evidentemente sgradita alla magistratura.
ecodellojonio.it, 1 ottobre 2024 La consigliera regionale di maggioranza: “La nostra attenzione e sensibilità è senza precedenti”. “Con il Presidente Roberto Occhiuto, l’attenzione e la sensibilità dell’istituzione regionale nel suo complesso, rispetto all’esigenza di innalzamento complessivo della qualità delle strutture penitenziarie, non ha precedenti. È quanto ha sottolineato la Presidente della Terza Commissione sanità, attività sociali, culturali e formative del Consiglio Regionale Pasqualina Straface, nel corso dell’audizione odierna del Garante regionale dei diritti delle persone detenute o provate della libertà, l’avvocato Luca Muglia”.
garantedetenutilazio.it, 1 ottobre 2024 “Fuoco, fumo, tetto sfondato e tegole lanciate sulla strada”, così la Garante di Roma Capitale, Calderone, che si è recata subito sul posto. “L’immagine dell’VIII sezione di Regina Coeli in fiamme è la metafora di un sistema penitenziario privo di bussola: morti, proteste e devastazioni sono all’ordine del giorno. Così non si può continuare. Bisogna riaprire le porte alla speranza che sola garantisce una serena convivenza in carcere. Ridurre la popolazione detenuta e offrirle migliori opportunità di assistenza, formazione e reinserimento sociale. Tutto il contrario dell’illusione repressiva contenuta nel ddl sicurezza che prevede come reato anche la disobbedienza nonviolenta”.
di Natascia Grbic
fanpage.it, 1 ottobre 2024 È stata assolta Lorena Bianchi, la psichiatra del carcere di Rebibbia accusata di omicidio colposo per la morte di due fratellini, uccisi dalla madre detenuta nel reparto nido del penitenziario. La procura aveva chiesto due anni e nove mesi di carcere. Secondo l’accusa, Bianchi non aveva visitato la donna per ben tre volte, nonostante le sollecitazioni della vice direttrice del carcere, allertata dal comandante del reparto e dal personale del nido. Alice Sebesta, che già dal giorno dopo il suo arresto aveva dato segni di forte squilibrio mentale, ha ucciso i suoi figli lanciandoli dalla tromba delle scale: la piccola di sei mesi è morta sul colpo mentre il più grande pochi giorni dopo all’ospedale Bambino Gesù di Roma.
di Giuseppe Maiorana
sondriotoday.it, 1 ottobre 2024 È Marco Racchetti il nuovo Garante dei detenuti del carcere di Sondrio: la sua elezione è avvenuta a Palazzo Pretorio, nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale del capoluogo, con 26 voti favorevoli e due schede bianche. Racchetti aveva presentato la sua candidatura a luglio, come aveva rivelato il sindaco Marco Scaramellini sempre nel corso della seduta del consiglio comunale di due mesi fa e poi la sua volontà era stata ufficializzata nelle scorse settimane. Ora l’elezione effettiva per questo importante e delicato ruolo che ha soddisfatto sia gli esponenti della maggioranza si quelli della minoranza: “Grazie a Marco Racchetti per la disponibilità - ha sottolineato il sindaco Marco Scaramellini.
La Nazione, 1 ottobre 2024 L’ispezione della Camera penale con il garante, giovani avvocati e il presidente del Consiglio Mazzeo. L’acqua calda che spesso non c’è, le strutture più volte detto “fatiscenti”, con l’intonaco che cade, celle strette, ma soprattutto affollate. Perché nella casa circondariale Don Bosco di Pisa ci sono quasi 100 detenuti in più rispetto al limite previsto. I numeri sono stati dati alla fine di una visita ispettiva da parte della Camera penale di Pisa per il progetto “Ristretti in agosto”, promosso dall’osservatorio carcere dell’Unione Camere Penali Italiana, la referente locale è l’avv Chiara Benedetti.
agensir.it, 1 ottobre 2024 Verona si prepara ad accogliere, venerdì 4 e sabato 5 ottobre, la nuova edizione del Premio letterario “Carlo Castelli”, un concorso dedicato ai detenuti degli istituti penitenziari italiani, inclusi i minorili. L’evento, organizzato dalla Federazione nazionale italiana Società di San Vincenzo De Paoli Odv, Settore Carcere e devianza, ruota intorno al tema “Perché? - Ti scrivo perché ho scoperto che c’è ancora un domani”. Un titolo che invita a riflettere sul valore della speranza e sul riscatto possibile. “Nel cuore di ogni persona si nasconde una storia, un intreccio di esperienze e sentimenti che, nella scrittura, trova il suo più profondo strumento di espressione”, afferma la presidente della Federazione nazionale, Paola Da Ros, introducendo il volume che raccoglie i racconti dei finalisti ...
di Simone Bacchetta
Il Fatto Quotidiano, 1 ottobre 2024 “È davvero un bell’impegno, ma estremamente gratificante. E poi mi diverto”. Gigi Bertoletti, cremonese, 76 anni ex litografo, una vita nell’ambito calcistico locale, racconta a ilfattoquotidiano.it la sua esperienza di allenatore di calcio dei detenuti del carcere di Cà del Ferro, a Cremona. Tutto ha inizio quando viene interpellato dalla sezione locale Uisp (Unione italiana sport per tutti): “Era il 2003, mi hanno proposto di portare in carcere la mia lunga esperienza nel mondo del calcio dentro al carcere. Prima di me ci aveva provato un amico ma ha resistito solo pochi giorni. Io ho accettato subito ed oggi sono sempre più fiero di averlo fatto”.
di Marco Bracconi
La Repubblica, 1 ottobre 2024 Da quando è ragazzino entra ed esce da comunità e carceri. Storie da rap. Ora che i conti con la giustizia sono, forse, in pari, le porta in tour. Ma c’è un problema: “Gli adulti. Li vivo come un nemico”. “Qualunque cosa accada, sarò sempre libero di essere ciò che sono”. È una frase impegnativa per un ragazzo di ventitré anni, anche se si chiama Baby Gang, il rapper italiano più ascoltato in Europa e il più immortalato - finora - dalle cronache giudiziarie. L’avverbio è d’obbligo perché Zaccaria Mouhib, italiano di origine marocchina, 31 dischi d’oro e platino nel borsello e due miliardi di streaming, adesso è un uomo libero.
di Andrea Bulleri
Il Messaggero, 1 ottobre 2024 Depositate in Cassazione le firme per chiedere la consultazione. Magi: “Numeri record”. Il primo traguardo è stato tagliato. Per provare a passare anche il secondo, si dovrà aspettare fino alla prossima primavera. Sono oltre 637mila le firme per il referendum sulla cittadinanza consegnate ieri alla corte di Cassazione, che permetteranno - se la procedura sarà validata dalla Suprema corte - di far esprimere gli elettori su un tema che tiene banco dall’inizio dell’estate: la concessione della cittadinanza italiana ai figli degli stranieri che vivono in Italia. E, nel caso del quesito elaborato da +Europa, il dimezzamento dei tempi per diventare cittadini, dagli attuali dieci a cinque anni di residenza legale in Italia.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 1 ottobre 2024 Quello di Ponte Galeria, a Roma, è il Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) più grande e più longevo d’Italia. Esiste dal 1998, quando questi centri furono istituiti dalla legge Turco- Napolitano. Più volte è stato al centro delle cronache, dalle rivolte fino ai suicidi. Alcuni davvero drammatici. Basti pensare a Ousmane Sylla, un ragazzo della Guinea di 22 anni che non poteva essere espulso perché mancano gli accordi fra l’Italia e il suo paese. Sul muro della cella aveva scritto: “Mi manca mia madre, voglio tornare in Africa” e poi si era impiccato la notte del 3 febbraio. Ed è terribile. Ai fini del rimpatrio (questa è la ratio dei Cpr), è risultato quindi del tutto inutile il trattenimento di questo ragazzo, così come di altri.
di Chiara Nardinocchi
La Repubblica, 1 ottobre 2024 “Ho scelto la libertà sull’impossibilità di ottenere giustizia”. Inizia così il primo discorso da uomo libero di Julian Assange, volato dall’Australia a Strasburgo per parlare davanti alla Commissione per gli affari legali e i diritti umani dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Un discorso pieno di amarezza e che punta il dito contro Washington. “Voglio essere totalmente chiaro. Non sono libero oggi perché il sistema ha funzionato. Sono libero oggi perché dopo anni di carcere mi sono dichiarato colpevole di giornalismo”. “Ora la giustizia per me è preclusa - ha continuato - poiché il governo degli Stati Uniti ha insistito affinché nel patteggiamento fosse prevista la condizione di non presentare il mio caso alla Corte europea per i diritti dell’uomo”, ha sottolineato Assange.
di Mauro Del Corno
Il Fatto Quotidiano, 1 ottobre 2024 Sottopagati, metà dello stipendio va allo Stato. Non siamo alle colonne di detenuti incatenati a spaccare pietre ma neppure troppo lontano. L’Alabama, stato del sud degli Stati Uniti con lunga storia di schiavismo, ha deciso di mettere a reddito i detenuti nei penitenziari statali. Per la gioia di catene come Mc Donald’s, Kfc, Wendy’s etc, grandi utilizzatori di questa forza lavoro a bassissimo costo. L’Alabama non prevede un salario minimo, i datori di lavoro possono quindi scendere sotto i 7,25 dollari l’ora previsti a livello federale. Paghe da fame, insomma. Per di più l’Alabama Department of Corrections tiene per sé il 40% della retribuzione dei detenuti a cui addebita anche il costo del trasporto sul luogo di lavoro.
di Martina Ucci
L’Unità, 1 ottobre 2024 Sono più di mezzo milione gli sfollati dal Libano. Da quando Israele ha iniziato la sua offensiva nel sud del Paese, la situazione dei profughi è precipitata molto velocemente. Tra chi scappa, il numero più alto è quello dei siriani (circa l’80%), che erano fuggiti dal loro Paese a causa della crisi politico-economica e della guerra civile. Così, solo qualche anno dopo aver abbandonato la Siria, sono costretti a farci ritorno, per fuggire - questa volta - dagli attacchi delle forze israeliane nel nord del Paese in cui, seppure in condizioni precarie e con pochissimi diritti, avevano trovato rifugio. Si stima che siano circa 1,5 milioni i rifugiati siriani in Libano.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 6 ottobre 2024
Incontro letterario promosso da Impresa sociale "Il secondo mestiere" (Roma, 12 ottobre 2024)
Assemblea del Movimento No Prison: "Le carceri incostituzionali" (Assisi-PG, 17 e 18 ottobre 2024)
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