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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di domenica 13 ottobre 2024
di Luigi Alfonso
vita.it, 13 ottobre 2024 Un convegno promosso dal Tribunale di sorveglianza di Sassari e da Conosci Odv ha messo il dito nella piaga di un sistema penitenziario al collasso in tutto il Paese. Nella Casa circondariale di Bancali 400 detenuti su 500 fanno uso di psicofarmaci. La Sardegna potrebbe essere un laboratorio di sperimentazione per un nuovo modello operativo. Il sistema penitenziario italiano fa acqua da tutte le parti. La stragrande maggioranza degli istituti di pena risale al secolo scorso, buona parte delle strutture ha problemi di sovraffollamento, la promiscuità tra italiani e stranieri (questi ultimi costituiscono il 35% della popolazione carceraria: una cifra elevata) sta creando seri problemi di convivenza e di comunicazione, buona parte dei detenuti ha problemi di salute mentale, dipendenze o malattie infettive ...
GIUSTIZIA
di Claudio Cerasa Il Foglio, 13 ottobre 2024 “È in atto una grande trasformazione, a seguito delle riforme del 2022” dice la prima presidente della Corte di Cassazione, “ma la stampa preferisce evidenziare i lati critici della realtà”. “Ci sono spunti di ottimismo sul funzionamento giustizia italiana, è in atto una grande trasformazione a seguito delle riforme del 2022”, dice la prima presidente della Corte suprema di Cassazione Margherita Cassano intervistata da Ermes Antonucci alla Festa del Foglio. “La stampa preferisce evidenziare i lati critici della realtà, e ciò contribuisce ad allentare i rapporti tra collettività e istituzioni. Mentre invece abbiamo bisogno di cementificare un rapporto sociale”.
di Gian Carlo Caselli
La Stampa, 13 ottobre 2024 Dovrebbe essere fuori discussione (ma a qualcuno va ancora spiegato) che le intercettazioni sono uno strumento utilissimo, spesso decisivo, sul piano investigativo-giudiziario. Non di meno, un disegno di legge approvato dal Senato che ora passerà alla Camera si propone di ridurne drasticamente gli ambiti di operatività. Vietando che le intercettazioni possano durare più di 45 giorni, quasi che i delitti avessero delle scadenze come le cambiali. E ciò per tutti i reati non di criminalità organizzata e tuttavia gravi (ad esempio omicidio, rapina, stupro, corruzione, peculato, bancarotta, frodi fiscali etc.) tali da comportare accertamenti complessi perciò lunghi, ben oltre il termine di 45 giorni. Come si vede, si parla tanto di tutela dei diritti e di sicurezza, per poi varare leggi che vanno in direzione opposta!
di Francesco Carella
Libero, 13 ottobre 2024 Si fa sempre più critica nel nostro Paese l’annosa questione relativa ai rapporti fra la sfera della politica e la sfera della giurisdizione. Riportare sui binari della correttezza costituzionale l’argomento è a dir poco impossibile. Infatti, il ministro della Giustizia Carlo Nordio dichiara, in punta di diritto, che, a suo avviso, Matteo Salvini e Daniela Santanchè devono “restare al loro posto”, perché “altrimenti devolveremo alla magistratura il potere di eliminare una carica legittimata dal voto popolare”, ma riceve, in tutta risposta, inutili polemiche in luogo di argomentazioni razionali. Si tratta solo dell’ultimo episodio di una lunga catena di anomalie a causa delle quali in Italia si sta mettendo seriamente in pericolo l’equilibrio costituzionale che disciplina i rapporti fra i poteri dello Stato in una liberaldemocrazia.
di Simone Alliva
Il Domani, 13 ottobre 2024 Dopo l’approvazione alla Camera, il disegno di legge approda al Senato il 15 ottobre. Per il professor Gian Luigi Gatta la norma presenta “diversi profili critici”. Intanto perché è difficile immaginare come un italiano possa essere punito per un fatto che avviene in un paese che lo ritiene lecito. Ma la preoccupazione maggiore dovrebbe riguardare la tutela dei minori. Arriverà il 15 ottobre al Senato, dopo la sua approvazione alla Camera, la legge Varchi di Fratelli d’Italia che modifica il reato di maternità surrogata, rendendolo universale, ovvero perseguibile anche se commesso all’estero. Ma tutto è bugiardo in questa storia, a cominciare dai nomi delle cose.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 13 ottobre 2024 Parla il segretario nazionale del Sindacato unitario dei lavoratori di polizia. È un poliziotto, è il segretario nazionale del Siulp, il più rappresentativo dei sindacati di polizia: 27 mila iscritti tra i 95 mila agenti italiani. Ma sul ddl Sicurezza che in questi giorni sta passando il vaglio del Senato, dopo l’ok ricevuto alla Camera, Felice Romano ha un’idea non convenzionale: “Trasformare in reato penale il blocco di una strada è qualcosa di sproporzionato e improprio”.
di Bruno Ferraro*
Libero, 13 ottobre 2024 Prima il caso di una pensionata novantenne di Napoli che in piena pandemia Covid si è allontanata per controlli sanitari dalla sua abitazione nel quartiere Pizzo Falcone e al ritorno l’ha trovata occupata da persone che hanno buttato in strada mobili e suppellettili e, non paghe della prodezza, hanno avviato addirittura lavori abusivi di ristrutturazione. Poi l’indagine di una emittente televisiva che ha documentato la gravissima entità del fenomeno (7.000 case occupate a Napoli, 161 palazzi a Roma in stato di degrado) e la collaudata strategia occupativa di clan e famiglie varie (porte sfondate, presenza di donne e bambini in modo che forze dell’ordine Comuni e Prefetture siano impossibilitati a intervenire con la necessaria efficacia e tempestività).
di David Allegranti
La Nazione, 13 ottobre 2024 Secondo una recente ordinanza del Tribunale di Sorveglianza è “impossibile assicurare una situazione non contraria al senso di umanità se non risolvendo a monte le problematiche che investono l’intero edificio sotto il profilo strutturale e igienico-manutentivo”. Avere l’acqua calda in cella (e non solo), ha stabilito con un’ordinanza il Tribunale di Sorveglianza di Firenze, è un diritto, ma il filosofo del diritto Emilio Santoro, fondatore de L’Altro Diritto e professore ordinario all’Università di Firenze, è parzialmente soddisfatto del risultato ottenuto dall’accoglimento del ricorso presentato dalla sua associazione.
primadituttomantova.it, 13 ottobre 2024 Visita alla Casa circondariale di Mantova nella mattinata di venerdì 11 ottobre 2024 da parte del presidente della Provincia Carlo Bottani e delle consigliere regionali Alessandra Cappellari e Paola Bulbarelli per incontrare la direttrice Metella Romana Pasquini Peruzzi e fare il punto sulla situazione attuale del carcere, raccogliere proposte e idee per contribuire al miglioramento della vita in carcere dei detenuti.
chietitoday.it, 13 ottobre 2024 Radicali Italiani. Dalla visita di Fiammetta Trisi e Gianluca Di Marzio sono emersi un sovraffollamento al 180%, carenze di organico e pochissime professionalità per il trattamento rieducativo e la tutela dell’integrità psicofisica. Sovraffollamento al 180%, carenze di organico, pochissime professionalità dedicate al trattamento rieducativo e alla tutela dell’integrità psicofisica. È questo il quadro, per nulla edificante, emerso dalla visita guidata dei Radicali Italiani nelle carceri di Pescara e Chieti.
ravennatoday.it, 13 ottobre 2024 A Ravenna è entrato nella fase operativa ‘Territori per il reinserimento’, il progetto biennale che supporta il reinserimento nella società delle persone che si trovano in esecuzione penale esterna o in misura alternativa alla detenzione. Il progetto è finanziato da Cassa Ammende e dalla Regione Emilia-Romagna e sul territorio ravennate è gestito dal Comune e dal Consorzio Solco Ravenna, con la partnership del Consorzio Fare Comunità, dell’associazione Farsi Prossimo Odv e dell’ente di formazione Cefal.
corrieredellacalabria.it, 13 ottobre 2024 La figlia del leader della Dc assassinato dalle Br nel 1978 è intervenuta a un incontro al carcere Caridi. Un incontro incentrato sulla giustizia riparativa quello che Agnese Moro, la figlia dello statista ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978, ha avuto con i detenuti del carcere Ugo Caridi di Catanzaro. Dopo i saluti istituzionali del direttore Patrizia Delfino e del magistrato di sorveglianza Angela Cerra, che hanno sottolineato l’importanza dell’esempio di Agnese Moro in contesti come il carcere, la figlia dell’ex presidente del Consiglio dei ministri, ha raccontato ai presenti il suo percorso di vita personale che l’ha portata ad instaurare un rapporto di amicizia con i brigatisti Adriana Faranda e Franco Bonisoli condannati per il rapimento di Aldo Moro e gli omicidi della scorta di via Fani.
di Marta Silvestre
meridionews.it, 13 ottobre 2024 Un’accademia sartoriale e un atelier in un bene confiscato alla mafia nel cuore della Borgata, un quartiere di Siracusa ad alto rischio di disagio e devianza. A trasformare un immobile che fu dell’omonimo clan del rione aretuseo, e che era oramai praticamente diroccato, è stato il progetto Le tele di Aracne rivolto a giovani detenuti della casa circondariale di Cavadonna e donne a rischio di marginalizzazione sociale. “È un potente strumento di riscatto e di inclusione sociale che impatta due fragilità, quelle delle persone coinvolte e quelle del quartiere dove insiste la struttura” ...
di Antonio Taglialatela
pupia.tv, 13 ottobre 2024 La lettura rendere davvero liberi ad Aversa, una città profondamente segnata nella sua storia dalla presenza di importanti istituzioni che si sono radicate e succedute nel tempo: tra queste il primo ospedale psichiatrico giudiziario d’Italia, nel 1876, riconvertito, dopo la chiusura definitiva degli Opg, nell’attuale Casa di Reclusione intitolata a Filippo Saporito. Da un incontro tra la libreria sociale “Il Dono” e il Cesp - Centro Studi per la Scuola Pubblica è nata così l’idea, accolta con favore dalla direzione della struttura penitenziaria, di promuovere il corso di “Biblioteche innovative in carcere” con l’obiettivo far acquisire ai detenuti conoscenze e competenze di lettura, scrittura e comunicazione spendibili in ambito lavorativo una volta tornati in libertà.
di Don Gabriele Iiriti*
Avvenire, 13 ottobre 2024 L’esperienza sinodale in carcere è nata con un invito esplicito fatto ai detenuti all’inizio del Sinodo: formare un gruppo per dare vita alla proposta di papa Francesco di realizzare una consultazione di tutti i cristiani e di quanti lo desiderano sulla vita della Chiesa e la sua missione. La risposta è stata da subito positiva. Fin dalle prime battute ci si è resi conto della grandezza dell’intuizione del Pontefice, racchiusa in quel “tutti”, che ha rivestito ciascun carcerato della dignità di figlio di Dio e di membro della Chiesa, chiamato a dare il suo apporto, con le proprie intuizioni e proposte, sulla vita della Chiesa e la sua missione nel mondo.
di Angelo Redaelli
collettiva.it, 13 ottobre 2024 I detenuti della compagnia “I figli di Estia”, dell’Associazione Culturale PrisonArt, nata all’interno del Carcere di Bollate (Milano) per desiderio di un gruppo di persone detenute che avevano lavorato con Michelina Capato, scomparsa prematuramente nel 2021, il 18 ottobre debutteranno in uno spazio libero, il Teatro Sfera di Bussero, sempre nel Milanese, con il nuovo spettacolo “E tu che lavoro sei?”. Attori e tecnici sono tutte persone detenute che collaborano con la scenografa Barbara Bedrina e la regista Lorenza Cervara.
CULTURA
di Goffredo Fofi
Corriere del Mezzogiorno, 13 ottobre 2024 Tra tutte le disgrazie che possono colpire una vita umana e le menomazioni che possono conseguirne, quella della cecità è certamente la più temuta ma anche la più cantata in letteratura, in cinema, in teatro. Lo è stata di più in epoche passate, in chiave di melodramma e di tragedia, lasciando il posto, per esempio nel cinema del primo e del secondo dopoguerra, anche ad altre disgrazie, ad altre menomazioni - e grandi attori, da John Garfield a Marlon Brando, hanno rivestito i panni di un reduce che ha perso al fronte gambe o mani, vista o udito. Hollywood arrivò a dare un oscar a un attore per caso. Harold Russell in “I migliori anni della nostra vita”, perché era un reduce che le mani le aveva perdute davvero sul campo di battaglia.
di Irene Soave
Corriere della Sera, 13 ottobre 2024 Gli estratti dell’autobiografia in uscita in tutto il mondo il 22 ottobre. “Sottovalutiamo il potere delle dittature”. È facile farsi ingannare dall’umorismo - mai nero, spesso feroce - delle pagine scritte da Aleksei Navalny durante la prigionia e poco prima, nelle settimane di convalescenza dopo essere stato avvelenato dai servizi russi: leggendo gli estratti pubblicati ieri dal New Yorker e dal Times ci si trova spesso a sorridere - del goffo compagno di cella “Balthazar”, della stupidità delle “attività disciplinari”, del sarcastico paragone tra la propria vita in prigione e quella tra sbarre dorate condotta da Putin. Del fatto che “alcune persone collezionano francobolli. Altri monete. Io ho una collezione in espansione di processi penali stupefacenti”.
di Lorenzo Cremonesi
Corriere della Sera, 13 ottobre 2024 Detenuto da vent’anni in un carcere israeliano per terrorismo, il palestinese Bassem Khandaqji ha scritto un romanzo il cui protagonista, dotato di doppia identità, avvia una ricerca sul personaggio dei Vangeli. Che riguarda anche l’attualità. Nato a Nablus, nella Cisgiordania occupata da Israele, nel 1983, Bassem Khandaqji proviene da una famiglia di profughi palestinesi. Aderente al Fronte popolare per la liberazione della Palestina, è stato arrestato nel 2004 dalle autorità israeliane per avere partecipato alla pianificazione di un attentato suicida che fece tre vittime. Condannato a più ergastoli, Khandaqji si trova in carcere, dove si è laureato e ha cominciato a scrivere. Con “Una maschera color del cielo” ha vinto il Premio internazionale per la narrativa araba 2024.
di Maria Egizia Fiaschetti
Corriere della Sera, 13 ottobre 2024 JR porta il suo lavoro in un penitenziario della California dove i detenuti sono soprattutto latinos, neri e suprematisti bianchi. “Ma in una gabbia si può cambiare”. Il film è a Napoli. Si interroga sul potere dell’arte come agente di cambiamento il documentario “Tehachapi” del francese JR, 41 anni, che con i suoi collage su scala ambientale realizzati in contesti conflittuali e marginalizzati, dal muro al confine tra Messico e Stati Uniti alla striscia di Gaza, è riuscito a mantenere intatta la funzione pubblica dei graffiti nella babele visiva contemporanea. Il film, che il 16 ottobre sarà presentato al Teatro San Carlo di Napoli nell’ambito del Festival Artecinema, è una sorta di “messaggio in bottiglia” che racchiude una domanda: “Può un pezzo di carta trasformare la realtà?”.
AFFARI SOCIALI
di Loredana Lipperini
L’Espresso, 13 ottobre 2024 Mentre le denunce diminuiscono, il Governo fomenta il terrore di molti italiani di subire reati. Che poi la paura non sia quella di venir aggrediti o uccisi, ma di perdere uno status sociale, come notava anni fa la psicologa Chiara Volpato, poco conta: l’importante è che si continui a essere terrorizzati, magari dai fantasmi, e si esulti quando il Governo in carica risponde da par suo.
di Giuliano Santoro
Il Manifesto, 13 ottobre 2024 Movimenti Adesioni da tutt’Italia alla giornata di mobilitazioni territoriali La campagna intreccia vertenze e lotte. Verso il corteo nazionale. La giornata No Ddl Sicurezza è cominciata con un bel blocco stradale, una di quelle proteste che il provvedimento vorrebbe reprimere con forza. I manifestanti si sono ritrovati a Roma, sull’arteria di via Cristoforo Colombo. Poi hanno raggiunto il ministero dell’ambiente e hanno lanciato sulla facciata della vernice lavabile (altro reato gravissimo per i tutori dell’ordine al governo). “Attiviste e attiviste, alcuni con maschere animali, hanno dato un primo segnale di opposizione al ‘decreto Ungheria’ - hanno spiegato dal megafono - altre azioni seguiranno a Roma e nel paese fino a che non verrà fermato il disegno di legge”.
di Francesco Olivo
La Stampa, 13 ottobre 2024 Il ministro dell’Interno: “Migranti, rafforzare il sistema di espulsioni. Ma da alcuni giudici resistenza ideologica”.
di Claudio Del Frate
Corriere della Sera, 13 ottobre 2024 L’annuncio del numero uno del Viminale: “Apriranno la prossima settimana”. Budget di 653 milioni ma molti costi sarebbero stati evitati se i migranti fossero stati accolti in Italia. I lavori nella struttura per la gestione dei migranti di Gjader prevista dal protocollo siglato tra Roma e Tirana sono ancora in corso. Uno dei centri, nel porto di Shengjin sulla costa adriatica dell’Albania, è pronto da più di un mese ma l’altro, a circa 24 chilometri a est, vicino all’ex aeroporto militare di Gjader, è ancora lontano dall’essere terminato. Una sede sarà dedicata al riconoscimento dei migranti, l’altra alla loro permanenza. L’accordo prevede la destinazione nelle strutture albanesi solo dei migranti soccorsi in acque internazionali da navi italiane, escluse le donne, i bambini e le categorie vulnerabili.
di Maurizio Ambrosini
Avvenire, 13 ottobre 2024 Il Governo non ha esitato a parlare di una misura di deterrenza nei confronti dei potenziali partenti e questo spargerà paura tra i richiedenti asilo. Senza contare i problemi organizzativi annunciati. Il Governo Meloni ha annunciato l’imminente apertura dei due centri per il trattamento dei richiedenti asilo in Albania. Dopo vari annunci e rinvii (i centri dovevano aprire il 20 maggio) forse questa volta ci riuscirà davvero. Per raggiungere l’obiettivo, ha fatto ricorso alle procedure d’urgenza che saltano vincoli e garanzie delle normali gare d’appalto. I centri saranno due: uno al porto di Schengjin, destinato all’identificazione e alle procedure d’ingresso, con una capienza di 200 posti. Tre milioni di euro il costo di realizzazione, più 200.000 per gli allacci nel solo 2024.
di Alessia Candito
La Repubblica, 13 ottobre 2024 Intervista a Francesco Micela, presidente di sezione al Tribunale di Palermo: “Dall’ultima direttiva del 2013 si può definire un territorio come non pericoloso solo se lo è in modo generale e uniforme. L’abbiamo già applicata”. Dalla sua sezione del tribunale di Palermo sono passati i casi dei migranti trattenuti nel centro che il Viminale qualche mese fa ha aperto in fretta e furia a Porto Empedocle. Ed è uno dei primi distretti in cui la sentenza della Corte di Giustizia Europea che ridefinisce i criteri per identificare un Paese come sicuro sia stata applicata. “Prima - spiega il presidente Francesco Micela - Palermo procedeva a un esame caso per caso, seguendo i principi comunitari secondo cui il trattenimento si può disporre soltanto in circostanze eccezionali e quando altre misure alternative sarebbero inutili.
di Anna Zafesova
La Stampa, 13 ottobre 2024 “Un colpo terribile”, dice Volodymyr Zelensky mentre incontra Papa Francesco, “una notizia sconvolgente”, secondo la diplomazia dell’Unione Europea, un “crimine di guerra” come viene qualificato dalla magistratura di Kyiv. La notizia della morte della giornalista ucraina Viktoria Roschina in un carcere russo, a 27 anni, è arrivata proprio mentre la sua famiglia aspettava di poterla riabbracciare: dopo lunghe trattative, era stata inclusa nella lista dei prigionieri da scambiare tra Russia e Ucraina. Invece, dopo lunghi silenzi, le autorità penitenziarie russe hanno infine comunicato al padre della cronista, Volodymyr Roschin, che sua figlia è deceduta, in circostanze e per cause sconosciute, mentre veniva trasferita dal carcere di Taganrog, nel Sud della Russia, in una prigione moscovita.
di Uski Audino
La Stampa, 13 ottobre 2024 Varsavia teme la pressione di Mosca sul confine bielorusso. La Polonia intende sospendere momentaneamente il diritto d’asilo per limitare la migrazione. Sarà questo uno degli elementi della nuova strategia sulla migrazione, ha dichiarato il capo del governo di Varsavia, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa polacca Pap, ripresa dai media tedeschi. “Chiederò che questa decisione sia riconosciuta in Europa”, ha detto Tusk senza fornire ulteriori dettagli. Al congresso del suo partito (KO, Coalizione Civica) Tusk ha dichiarato che lo Stato ha il compito di riprendere il controllo del suo territorio al 100% e ha accusato il presidente russo Vladimir Putin e il governatore bielorusso Alexander Lukashenko di usare i migranti per esercitare pressioni sul suo Paese.
di Monica Ricci Sargentini
Corriere della Sera, 13 ottobre 2024 La Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh) ha denunciato la “persistenza di gravi violazioni dei diritti umani sui prigionieri politici in Nicaragua” e ha esortato le autorità di Managua a rilasciare immediatamente tutti i detenuti. Il Meccanismo speciale di monitoraggio per il Nicaragua della Cidh (Meseni) ha raccolto nelle ultime settimane i racconti degli abusi subiti da alcuni dei 135 detenuti rilasciati il 5 settembre ed esiliati in Guatemala nel corso della prigionia. “Le testimonianze ricevute evidenziano le deplorevoli condizioni di detenzione caratterizzate da condizioni antigieniche nelle celle, mancanza di accesso all’acqua potabile, cibo insufficiente e di scarsa qualità, assistenza medica negligente e mancanza di accesso ai farmaci ...
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