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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 2 novembre 2024
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 2 novembre 2024 In un recente incontro con Alan Mitchell, presidente del Comitato Prevenzione Tortura del Consiglio d’Europa, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha presentato una narrativa rassicurante sullo stato delle carceri italiane che non corrisponde alla realtà, purtroppo drammatica, dei fatti. Il guardasigilli ha posto l’accento sul piano di “razionalizzazione e ammodernamento” del patrimonio edilizio carcerario, celebrando la creazione di oltre mille nuovi posti detentivi. Tuttavia, questa visione si scontra frontalmente con le raccomandazioni del Cpt stesso, che ha ripetutamente sottolineato come la costruzione di nuove strutture carcerarie non rappresenti una soluzione sostenibile al sovraffollamento. Il Cpt, infatti, propone un approccio radicalmente diverso ...
di Felicia Bruscino
ultimavoce.it, 2 novembre 2024 Il sistema carcerario in Italia è sopraffatto: le carceri tornano a fronteggiare un’emergenza di sovraffollamento senza precedenti. La sistematicità del sovraffollamento nelle carceri, di fatti, non è una novità in Italia. Le strutture penitenziarie sono sovraffollate, offrono pessime condizioni di vita ai detenuti e mostrano gravi problemi di gestione e sicurezza, anche in quelle ad alta sicurezza. Non può assorbire il numero crescente di persone incarcerate né affrontare i nuovi profili criminologici dei prigionieri, carenze che il governo ha riconosciuto e intende affrontare. Si tratta, in breve, di un sistema carcerario sopraffatto nelle sue capacità fisiche e organizzative, la cui soluzione richiederà una profonda trasformazione delle sue fondamenta.
L’Unità, 2 novembre 2024 Ormai sono trascorsi nove mesi dal deposito. I Magistrati di Sorveglianza denunciano la mancata attuazione della sentenza della Corte costituzionale sul diritto all’affettività in carcere. “Molteplici sono le attuali criticità del sistema penitenziario che ostacolano le finalità rieducative e risocializzanti della pena detentiva”, si legge in una nota del Conams, Coordinamento nazionale dei magistrati di sorveglianza.
di Iacopo Benevieri*
L’Unità, 2 novembre 2024 Il 25 gennaio 1947 era un sabato mattina. Quel giorno si svolse una straordinaria discussione in seno all’Assemblea Costituente, un dibattito che sarebbe bello non dimenticare. Il dibattito fu sul contenuto di quello che sarebbe stato poi l’art. 27 della Costituzione. Il Deputato Aldo Bozzi, del Partito Liberale, ricordò l’urgente necessità che fosse inserito in Costituzione la salvaguardia del “trattamento fisico” della persona detenuta: “il fatto stesso della pena è già qualche cosa che intacca questo patrimonio morale che è la dignità umana. Ora il concetto che si deve esprimere riguarda il trattamento fisico”.
di Gian Guido Vecchi
Corriere della Sera, 2 novembre 2024 Per la prima volta Papa Francesco aprirà una Porta Santa in prigione, l’unica al di fuori di quelle tradizionali. Il riferimento è al capitolo 25 del Vangelo di Matteo: “Ero in carcere e siete venuti a trovarmi” Pare che anche Dante non avesse voluto mancare, nonostante tutto. Il primo Giubileo era stato indetto il 22 febbraio 1300 da Papa Bonifacio VIII, personaggio in verità poco raccomandabile che il poeta detestava, con ottime ragioni, tanto da riservargli un posto all’Inferno (“Sè tu già costì ritto,/sè tu già costì ritto, Bonifazio?”, s’inganna il predecessore Niccolò III, infilato a testa in giù in una buca, credendo sia già arrivato) tra i simoniaci della terza bolgia.
di Donatella Stasio
La Stampa, 2 novembre 2024 È vero, esiste una questione di confini. Sono i confini della nostra democrazia, costituzionale, antifascista, pluralista, europeista, quella che ci hanno consegnato le madri e i padri costituenti, dopo gli orrori del potere assoluto del fascismo e del nazismo. I suoi confini, nettissimi, vanno presidiati e difesi da chi non li rispetta perché, di fatto, non li vede, non li sente come suoi ma li vive come altro da sé, e perciò li forza, li riscrive, li indebolisce. Butta il sasso e poi nasconde la mano, provoca e poi fa la vittima, manipola e confonde per imporre la propria narrazione, e intanto, erode quei confini.
di Giulia Merlo
Il Domani, 2 novembre 2024 Verso le prossime elezioni dell’Anm, i gruppi associativi si stanno confrontando sul modello di magistratura. Nuove geometrie: Mi e Area uniti sulla discrezionalità del Csm, Unicost, Md e gli indipendenti vogliono i punteggi. La toga non basta più a difendere la magistratura, né a darle prestigio. Dal 2018 dello scoppio del caso Palamara a oggi, è stata una lunga traversata nel deserto, che sembra ancora lontana dall’essere conclusa: troppi gli strascichi non ancora lasciati alle spalle, tante le contrapposizioni interne, asprissimo il confronto con la politica. Con tre effetti ben distinti che, andando oltre la contingenza delle polemiche quotidiane, si scaricheranno verosimilmente sull’elezione della nuova giunta dell’Associazione nazionale magistrati nel gennaio prossimo.
di Federico Capurso e Niccolò Carratelli
La Stampa, 2 novembre 2024 L’Anm: “Questa accelerazione è un segnale. C’è un clima di inquietudine”. Salvini: “Spero trovino il tempo di lavorare”. Parlano di “clima di inquietudine”, di “istituzioni ferite”. I giudici si sentono sotto assedio e accusano il governo e i giornali che gli sono vicini di voler “impaurire i magistrati”. “Fai un provvedimento che non piace e diventi “rosso” - attacca l’Associazione nazionale magistrati - Si rastrellano informazioni sui giudici per delineare pubblicamente il profilo del magistrato di parte e ostile. È inaccettabile”. Una protesta che per Matteo Salvini non è altro che “il solito comizio” e invita quindi i pm ad andare “a lavorare”.
di Edmondo Bruti Liberati
La Stampa, 2 novembre 2024 L’obbligatorietà dell’azione penale non è una finzione, ma un obbligo della Carta. L’organizzazione dei Tribunali e delle Procure passa già da piani di lavoro trasparenti. Casi più disparati di “notizie di reato”, piovono nelle Procure: comunicazioni delle polizie, denunzie o querele di privati, comunicazioni della Consob, l’Autorità che vigila sui mercati finanziari, esposti su fatti del tutto fantasiosi, eccetera. Ogni giorno di decine o di centinaia di atti (nelle grandi sedi quasi centomila su base annua).
di Nicola Madia
Il Riformista, 2 novembre 2024 La speranza è che questa sia davvero la volta buona per la separazione delle carriere. Speriamo che la politica, consapevole del proprio ruolo, abbandonando qualsiasi timidezza o addirittura timore nei confronti del potere più forte che c’è, non si lasci prendere dalla tentazione di un quieto vivere, abdicando alla Riforma delle Riforme, quella indispensabile a rendere il nostro un paese conforme ai canoni di una democrazia avanzata.
di Errico Novi
Il Dubbio, 2 novembre 2024 Nota di fuoco dal “sindacato” dei magistrati: “Colpiti mediaticamente i colleghi autori di pronunce sgradite al governante di turno, c’è un’aria pesante”. Come in tutte le guerre, a un’azione corrisponde una reazione. E la replica dell’Anm non si fa attendere: “I continui attacchi mediatici ai giudici che assumono decisioni sgradite al potere ci costringono a prender nuovamente parola per denunciare le ferite che questo abusato triste copione reca anzitutto alle istituzioni del Paese”, si legge nella nota firmata poco fa dalla giunta esecutiva dell’Associazione magistrati. “Non si accetta l’autonomia e l’indipendenza dell’ordine giudiziario, non si tollera che i giudici si esprimano senza assecondare la volontà ed i programmi del governo e della sua maggioranza”.
di Tiziana Maiolo
Il Dubbio, 2 novembre 2024 Una cosa è certa, dopo cinquant’anni non ci può essere giustizia. Ma è giunta l’ora di sgominare le brigate Rosse. Quindi la giudice torinese Ombretta Vanini ha deciso di mandare a processo un gruppo di ottantenni per un delitto del 1975 per il quale il principale imputato era stato già prosciolto in una vecchia istruttoria di cui non esistono più documenti, annegati in un’alluvione. È tutto surreale in questa inchiesta che coinvolge la storia infinita delle Brigate rosse e di quel che fu in Italia negli anni settanta, quando fu rapito e ucciso il presidente del maggior partito italiano, la Democrazia cristiana, Aldo Moro.
di Giorgio Paolucci
Avvenire, 2 novembre 2024 La testimonianza di Ernesto Balducchi, ex brigatista: “In carcere a San Vittore il cappellano don Melesi mi portò un’immagine di Cristo con la lista dei compagni caduti e si accese la speranza”. Ci sono accadimenti importanti, a volte persino decisivi, che scaturiscono da episodi solo apparentemente piccoli e che qualcuno potrebbe giudicare insignificanti, ma diventano veicoli di significati profondi e destinati a lasciare un segno nella storia. Come l’episodio che andiamo a raccontare. Ottobre 1983, nel primo raggio del carcere milanese di San Vittore è rinchiuso un folto gruppo di detenuti appartenenti all’area dell’antagonismo, accusati di costituzione di banda armata e di numerose rapine e attentati.
di Tommaso Moretto
Corriere del Veneto, 2 novembre 2024 La Cgil minaccia scioperi per la carenza di funzionari contabili nelle carceri. “La loro assenza mette a rischio la sicurezza”. Lo sostiene Gianpietro Pegoraro, funzione pubblica, sezione penitenziaria della Cgil del Veneto, spiegando quale sarebbe il nesso tra amministrativi e sicurezza. “C’è differenza tra contabili e funzionari contabili - sottolinea - i secondi devono pagare i compensi ai detenuti che lavorano, inoltre raccolgono i bonifici dalle famiglie dei detenuti e pagano i fornitori. Senza di loro all’interno del carcere c’è una lacuna in un settore fondamentale, ne va della sicurezza dell’istituto perché un detenuto che non riceve con puntualità la ricarica di denaro nel proprio libretto può diventare aggressivo.
di Alessandro Salemi
Il Giorno, 2 novembre 2024 Dal sovraffollamento alla penuria perfino della carta necessaria per i moduli. “Preoccupazione per la condizione dei detenuti, e il cibo scarseggia”. S.O.S. emergenza carcere. Dal penitenziario di Monza stanno emergendo negli ultimi tempi situazioni di degrado e di sofferenza dei detenuti molto dure, compresi episodi di scabbia che hanno costretto, qualche tempo fa, alla chiusura di alcuni settori dell’istituto di detenzione. A lanciare l’allarme allo scorso Consiglio comunale di Monza è stato il consigliere di Forza Italia Pierfranco Maffè, che ha elencato le criticità che maggiormente stanno affliggendo la casa circondariale di via Sanquirico.
di Floriana Rullo
Corriere della Sera, 2 novembre 2024 Il racconto del titolare di un’azienda agricola piemontese che produce formaggi. “C’è tanto lavoro, mi è utile. E poi ho fatto una cosa che sentivo di dover fare e che mi fa stare meglio”. Il contributo dell’associazione “Seconda chance”. Ha assunto un ergastolano per dargli una seconda chance. Proprio come l’associazione che lo ha aiutato. “Non sono matto come qualcuno mi ha detto - racconta Egidio Fiandino, titolare di un’azienda agricola di Villafalletto, in provincia di Cuneo, a qualche chilometro dal carcere di Saluzzo dove il suo lavoratore è detenuto. “Ho fatto una cosa che sentivo di dover fare e che mi fa stare meglio - dice ancora -.
La Nazione, 2 novembre 2024 All’interno del carcere pisano l’iniziativa promossa da “Bambinisenzasbarre”, con Ministero di Giustizia e amministrazione penitenziaria, grazie all’impegno del comitato Ansmes di Pisa. Poter giocare a pallone con i genitori non è facile per i figli dei detenuti, quasi un sogno di difficile realizzazione. Così a Pisa, all’interno del carcere Don Bosco, si è svolta la “Partita con mamma e papà”, iniziativa che promuove incontri tra genitori detenuti e figli, organizzata da “Bambinisenzasbarre” in collaborazione con il Ministero di Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
di Rocco Vazzana
Il Domani, 2 novembre 2024 L’esecutivo mette in preallerta il tribunale di Roma: migranti nel Cpr già dalla prossima settimana. Meloni non vuole aspettare la risposta della Corte di giustizia europea alle toghe bolognesi. Lo stato spende 9 milioni di euro per 12 mesi solo per mantenere 295 agenti nei centri albanesi. “Pronto? Volevamo solo avvisarvi che nei prossimi giorni partirà un’altra nave per l’Albania”. È questa, in estrema sintesi, la comunicazione che martedì scorso arriva agli uffici del tribunale di Roma. La telefonata parte da via Arenula, sede del ministero della Giustizia, e serve a preavvisare le toghe a “fini organizzativi”.
di Paolo Comi
L’Unità, 2 novembre 2024 In servizio nell’hub dei migranti 180 tra poliziotti e carabinieri alloggiati in hotel a 5 stelle. Tra indennità e trasferta un salasso. Vale la pena riportare un passaggio di quanto affermato dal ministro Piantedosi al question time. “Segnalo inoltre - ha detto - che il costo reale dell’impegno della nave Libra si è rilevato di 8.400 euro complessivi, un costo giornaliero ampiamente inferiore a quello che veniva sostenuto in epoca di grande celebrazione di operazioni come Mare Nostrum, che richiedevano oneri per 300.000 euro al giorno”. Queste le parole del titolare dell’Interno, in risposta a chi gli chiedeva di fornire le reali cifre del surreale periplo della nave della Marina militare.
di Davide Carlucci
La Repubblica, 2 novembre 2024 Su in collina, un pugno di agenti di Polizia Penitenziaria isolati dal mondo nei prefabbricati. Giù al mare, tutti gli altri negli hotel a cinque stelle: carabinieri, poliziotti e finanzieri, come in una gita scolastica perpetua. A Gjader, reclusi nei container di un mini-carcere d’esportazione non c’è nessuno da sorvegliare. Confinati nell’ultima parte di un centro di permanenza e rimpatrio per migranti più che mai vuoto e desolato, le guardie intorno a loro hanno il nulla. Ce ne sono undici, attualmente, che vivono così. “Dovrebbero essere quindici, ma qualcuno ha ottenuto il permesso per rientrare in Italia”, spiega Gennarino De Fazio, della Uilpa.
di Andreina Baccaro
Corriere della Sera, 2 novembre 2024 “In Bangladesh rischio la vita”. La storia del 30enne del Bangladesh il cui ricorso ha fatto scattare il rinvio pregiudiziale del Tribunale di Bologna. Non potendo più restare in patria per i debiti non onorati, è arrivato in Italia dove ha chiesto il riconoscimento della protezione internazionale. È una storia di povertà, malattia e debiti usurari non pagati, che gli farebbero rischiare seri pericoli qualora fosse rimpatriato, quella di Shamsul Islam, il 30enne del Bangladesh il cui ricorso ha fatto scattare il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia europea sul decreto cosiddetto “Paesi sicuri”.
di Marco Bresolin
La Stampa, 2 novembre 2024 Il leader del Ppe Manfred Weber: “Lavoriamo con le forze pro-Ue, non cerchiamo intese coi sovranisti”. Su Fitto avverte: “Dobbiamo sostenerlo, i socialisti la smettano di fare giochetti politici”. Il protocollo Italia-Albania resta un modello a cui guardare e l’applicazione del nuovo Patto migrazione asilo aiuterà a superare la disputa giuridica sul concetto di Paese sicuro: ne è convinto Manfred Weber, appena rientrato da un viaggio in Egitto dove ha incontrato il presidente Al Sisi. Sul dossier migratorio, ma non solo, il Ppe ha giocato di sponda con i gruppi di destra, scatenando l’irritazione degli altri partiti della coalizione Ursula.
di Massimiliano Iervolino*
L’Unità, 2 novembre 2024 Molte volte ho segnalato alla Commissione europea violazioni del diritto Ue da parte dell’Italia. Contro i governi inadempienti, mai a svantaggio dei cittadini. Negli ultimi quindici anni mi è capitato molte volte di scrivere alla Commissione europea per segnalare delle violazioni del diritto comunitario da parte dell’Italia. L’ho fatto sempre contro i governi inadempienti mai a svantaggio dei cittadini, anzi. Però ogni volta che depositavo una denuncia ho dovuto ascoltare persone che mi sussurravano: così paghiamo tutti. Un convincimento simile a quello espresso dalla premier Giorgia Meloni l’altro giorno sui social: “Pd, M5S e AVS hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea chiedendo se intende aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’accordo sui flussi migratori con l’Albania.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 2 novembre 2024 Emendamenti e indagini conoscitive firmati Lega. I blitz nel decreto sulla separazione delle carriere e in Commissione Affari Ue. Sullo sfondo c’è il fastidio del governo verso qualsiasi organo di controllo. Già nel 2018 Meloni propose una legge costituzionale per rovesciare il rapporto con le norme comunitarie. Se la legge italiana è in contrasto con quella europea, non fa niente: si può sempre far finta che la seconda non esista. Così ha ragionato il governo per il piano albanese e per il successivo (quasi) decreto sui paesi sicuri, salvo poi incontrare sulla propria strada dei giudici che ancora ricordano la gerarchia delle fonti del diritto.
di Laura Salvinelli
Il Manifesto, 2 novembre 2024 Reportage. Parlano i protagonisti dei salvataggi a bordo della “Life Support”. “Quando abbiamo raggiunto un gommone che era in mare da tre giorni, alla deriva da uno e mezzo, c’era un uomo che brandiva un bimbo sopra di lui a mo’ di Re Leone come a mostrare un’urgenza, e in quel momento mi si è gelato il sangue perché non si capiva se il piccolo, coperto da un salvagente, fosse cosciente o no. Erano tutti terrorizzati, ci guardavano come se fossimo sbucati da chissà dove per salvarli, degli alieni bardati con caschi e equipaggiamento che urlavano ordini incomprensibili per manovrare bene l’operazione. C’erano solo due donne a bordo ed erano le uniche che non riuscivano a trattenere dei gran sorrisi, molto intensi.
ESTERI
di Elisabetta Zamparutti
L’Unità, 2 novembre 2024 Nella prigione di Nassiriya tutto è fuori del comune e dalla norma. Il carcere è smisurato, sovraffollato, disumano. Dal momento in cui è stato aperto nel 2008, tutto si è mosso contro le leggi naturali della scienza e della coscienza. È stata progettata per contenere solo 800 prigionieri e, in pochi anni, contro i principi elementari della fisica, è stata affollata da oltre 8.000 detenuti. Come se tutti entrassero e nessuno uscisse. Gli abitanti del luogo, infatti, chiamano la prigione “al hout”, la balena, perché inghiotte esseri umani che non vengono più sputati fuori. È stata architettata come carcere della massima sicurezza contro il terrorismo; è subito diventata il luogo della tremenda vendetta delle vittime sciite del regime del terrore saddamita.
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