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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di lunedì 25 novembre 2024
Ristretti Orizzonti, 25 novembre 2024 Gentili tutti, il Terzo Festival della comunicazione sulle pene e sul carcere, che si è svolto l’11 ottobre a Opera, è stato un momento importante per ritrovarci, e tornare a parlare insieme dei temi che ci sono cari. Il passo successivo è l’organizzazione di una videoconferenza per rilanciare le nostre attività. Noi della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia ci occupiamo da anni di informazione e comunicazione, in particolare con il Festival della comunicazione sulle pene e sul carcere, per questo riteniamo importante chiedervi di manifestarci il vostro interesse a partecipare a un incontro in ZOOM in data da stabilire per sviluppare i temi trattati a Opera con Luigi Ferrarella, anche in considerazione dell’uso delle tecnologie nelle carceri, che riteniamo vada rafforzato e promosso con determinazione.
di Prison Insider*
L’Unità, 25 novembre 2024 Il caldo ha portato ad un aumento della violenza e delle morti in carcere. Sono aumentate le azioni legali dei detenuti, così come le rivolte e le evasioni. Il clima sta cambiando, l’ambiente si sta deteriorando e le amministrazioni penitenziarie si trovano ad affrontare ostacoli senza precedenti. Se da un lato gli istituti penali incidono fortemente sull’impronta di carbonio, per via delle loro dimensioni e del loro funzionamento continuo, dall’altro sono duramente colpiti dagli effetti devastanti del cambiamento climatico. Benché qualcosa si stia muovendo, lo slancio rimane limitato, ostacolato dagli imperativi securitari.
di Filippo Femia
La Stampa, 25 novembre 2024 Angelica Musy, moglie dell’avvocato ucciso nel 2013: “Insieme alle mie figlie lo ricordiamo sempre con il sorriso”. Non c’è traccia di livore nelle parole di Angelica Musy quando parla dell’uomo che le ha portato il via il marito, privando le quattro figlie di un padre. “Dopo l’uccisione di Alberto avrei incontrato Francesco Furchì (condannato all’ergastolo per l’omicidio del 2012, ndr): forse ne avevo anche bisogno. Lui però si è sempre professato innocente. Ora il tempo è scaduto, ma non provo astio”, sussurra con grande serenità. Da dieci anni, alla guida del Fondo Alberto e Angelica Musy (parte dell’Ufficio Pio di Compagnia di Sanpaolo), si occupa del reinserimento sociale di detenuti.
di Federico Novella
La Verità, 25 novembre 2024 Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia: “Confermo che non lasceremo respirare i mafiosi, cioè non daremo loro tregua. Stiamo anche studiando come schermare i cellulari dei detenuti. Pregiudizi ideologici a sinistra contro chi indossa una divisa”.
di Nuccio Anselmo
Gazzetta del Sud, 25 novembre 2024 “Cella 7. C’è un detenuto, osservato a vista, che di cognome fa Domenico Lauria. È un evidente caso psichiatrico che attende che si liberi un posto nell’Atsm di Barcellona Pozzo di Gotto. È a Trapani da un anno e sei mesi, parla in continuazione ed è pieno di tagli soprattutto sulle braccia. Dice “mi taglio tutti i giorni, mi impicco tutti i giorni, mi vogliono portare alla morte. Sei o sette volte sono riuscito ad andare in ospedale, uscendo da questo inferno. Tutti i reati che ho commesso sono per tossicodipendenza. Da quando sto qua mi hanno fatto almeno 15 Tso. Il metadone che mi danno ha un dosaggio troppo basso e non mi fa niente”.
adista.it, 25 novembre 2024 Carcere di Trapani: dove 11 agenti penitenziari arrestati e 14 sospesi con l’accusa di torture e abusi su detenuti vulnerabili. L’Ispettorato dei Cappellani delle Carceri, nella persona dell’Ispettore don Raffaele Grimaldi “esprime preoccupazione per la violazione della dignità umana e ribadisce l’importanza della missione rieducativa del sistema penitenziario. Si affida alla magistratura il compito di fare chiarezza sull’accaduto, mentre si sottolinea l’urgenza di umanizzare le carceri, affrontare il sovraffollamento e sostenere gli operatori attraverso formazione e dialogo.
di Gualtiero Parisi
La Sicilia, 25 novembre 2024 Fra carceri e mondo del lavoro si può costruire un ponte di inclusione, ed è questa la sfida che l’Università di Catania vuole portare avanti insieme a Seconda Chance, l’associazione no profit che si occupa proprio del reinserimento dei detenuti nelle attività lavorative. Venerdì per oltre due ore se n’è discusso nell’aula magna di Palazzo di Scienze, davanti a studenti, operatori del settore, rappresentanti dell’associazionismo e dell’imprenditoria catanese. Il tema del convegno era: “Oltre le sbarre: metamorfosi e inclusione. Lavoro, rinascita e dignità nelle carceri”.
di Nicola Lipomo
chiesadimilano.it, 25 novembre 2024 Uscire di prigione, per fine pena o in misure alternative, talvolta è difficile, tra smarrimento e solitudine, povertà o problemi psichici. Ma i progetti di accoglienza, pur con tanti ostacoli, esistono. “Ieri mi ha contattato una volontaria del carcere di Vigevano per chiedere se possiamo accogliere una donna di circa 70 anni che tra poco finirà di scontare la sua pena. Non ha nessuno che la possa aiutare, non ha una rete di supporto, inoltre non ha più la residenza e questo rende il tutto più complicato”. Quella che racconta Gaia Lauri, assistente sociale della Casa della carità di Milano, non è una richiesta così inconsueta per la storica struttura milanese votata all’accoglienza dei più fragili.
di Elisabetta Andreis
Corriere della Sera, 25 novembre 2024 Trentamila chilogrammi di arredi in buone condizioni che in modo antieconomico sarebbero stati smaltiti sono stati invece donati da aziende e privati a quattro carceri milanesi. Il tutto grazie all’incontro tra domanda e offerta favorito da una piattaforma tecnologica antispreco. I numeri sono significativi dal punto di vista ambientale: dalla rigenerazione di 70 mila euro di mobili si sono risparmiate 16 tonnellate di anidride carbonica che equivalgono al beneficio potenziale di un “salvataggio” di 650 alberi, calcola la piattaforma Regusto.
di Alex Corlazzoli
Il Fatto Quotidiano, 25 novembre 2024 Accanto al cappellano nell’istituto di pena minorile Beccaria di Milano ci sarà anche un imam. L’idea è venuta a don Claudio Burgio che oggi è l’assistente spirituale del carcere e punto di riferimento per i giovani di ogni religione. Un appello che è stato raccolto dall’Arcidiocesi e dal Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale tanto che è già stata individuata una figura che ha già dei rapporti consolidati con la Chiesa metropolitana. Si tratta di una novità in assoluto che per ora non potrà che rivestire il ruolo di volontario perché la normativa italiana prevede solo la presenza istituzionale del cappellano retribuito dal ministero della Giustizia.
cronachesalerno.it, 25 novembre 2024 A fronte della capienza regolare che non può superare i 376 ospiti, ce ne sono all’interno ben 598, come riporta il sito del Ministero della Giustizia. Da qui, deriva il peggioramento di problemi strutturali dell’edificio quali infiltrazioni di acqua nelle finestre e anche razionamento dell’acqua calda in alcuni settori del carcere. È quanto emerge dall’ispezione parlamentare del deputato Franco Mari che nei giorni scorsi si è recato presso la Casa circondariale - Antonio Caputo a Fuorni per esprimere solidarietà e vicinanza ai detenuti e alle detenute che “vivono condizioni difficili e spesso ai limiti dell’umano”.
imgpress.it, 25 novembre 2024 Si è concluso il 55° Convegno Nazionale SEAC (Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario) tenutosi a Roma in due sedi differenti, la Casa Circondariale Regina Coeli e la sala convegni dell’Istituto Suore Maria Bambina.
di Beatrice Archesso
La Stampa, 25 novembre 2024 Mauro Pescio autore di “Io ero il Milanese”, podcast e libro, è oggi a Casa Ceretti a Intra per raccontare la storia vera di un riscatto, una rinascita: un ex rapinatore che ha scelto di cambiare vita a dimostrazione che - pur con fatica - si può fare. Da un podcast a un libro, la testimonianza assume valore di prova che una rivincita sociale è possibile. Pescio nella sala che è una sede distaccata del museo del Paesaggio di Verbania presenta alle 18,30 “Io ero il Milanese” (che è possibile acquistare sul posto grazie alla libreria Libraccio) sulla vita di Lorenzo, ex rapinatore che ha saputo trasformare il passato in opportunità.
forlitoday.it, 25 novembre 2024 Lunedì 25 alle 15.00 e in replica martedì 26 novembre alle14.30, il festival “Trasparenze” di Teatro carcere arriva in Romagna e precisamente a Forlì, dove la Casa Circondariale di via della Rocca si trasforma in palcoscenico per accogliere “Un rumoroso silenzio”, una produzione di Contatto Odv e Malocchi e profumi Aps e Coordinamento teatro carcere Emilia-Romagna. Lo spettacolo, che ha la regia di Sabina Spazzoli, Michela Gorini e Davide Zagnoli, che firmano anche la drammaturgia, vede in scena attori detenuti della Casa Circondariale forlivese, sezioni maschile, femminile e protetti e allievi del Liceo classico Monti di Cesena.
di Mariachiara Rafaiani
Il Domani, 25 novembre 2024 “L’inferno ammobiliato. Di ‘ndrangheta, di memoria e di Calabria” (Blonk 2024, pp. 176, euro 14) è un libro di Anna Sergi. “Se la ‘ndrangheta rende la Calabria un inferno, come fanno i calabresi a viverci?”, si è chiesta Anna Sergi. Per rispondere la criminologa ha scritto un libro originalissimo, che parte dal suo sguardo intimo e personale. Una montagna immensa, antica, che tutto vede e tutto sa, che incorpora amore, sofferenza e crudeltà. Una montagna muta ma piena di gole e di boschi, dove regna un silenzio squarciato solo dalle litanie ancestrali delle donne, dalle voci assordanti dei torrenti e dal rumore mortifero della ‘ndrangheta. Una montagna insanguinata ma che per la piccola Anna è più di un’amica; è un luogo magico e senza tempo che le regala frutti preziosi come le more e la solitudine.
di Davide Desario
Il Domani, 25 novembre 2024 La Avagliano editore ristampa “Storie Bastarde, quei ragazzi cresciuti tra Pasolini e la Banda della Magliana” di Davide Desario. Con la prefazione di Francesca Fagnani. A quattordici anni di distanza, dopo due ristampe, la Avagliano editore ha deciso di pubblicare una nuova edizione del mio libro Storie Bastarde, quei ragazzi cresciuti tra Pasolini e la Banda della Magliana. La prefazione questa volta l’ha scritta Francesca Fagnani cogliendo a perfezione lo spirito di questa raccolta di racconti, storie vere. Che hanno un’anima amara, romantica, ironica, tragica. Come solo le storie vere sanno essere.
di Gianni Santucci
Corriere della Sera, 25 novembre 2024 Eraldo Affinati, lo scrittore vincitore del premio Flaiano che ha fondato la scuola gratuita per l’insegnamento dell’italiano agli stranieri: “Passo vicino al Bosco verticale e vedo pezzi di New York. In ogni città vedo altre città”.
di David Romoli
L’Unità, 25 novembre 2024 A 94 anni suonati Eastwood racconta la storia di un giovane accusato d’aver ucciso la compagna, con un passato violento che si è messo alle spalle. La verità dell’aula non è la verità, e forse la verità semplicemente non c’è. Non ci sono cattivi in “Giurato numero due”, il grande film sulla giustizia che Clint Eastwood ha diretto a 94 anni dimostrando di non aver perso un colpo con l’avanzare degli anni. Non ci sono polizotti razzisti o colmi di pregiudizi, giudici prevenuti, giurati pigri, pubblici ministeri pronti a tagliare teste senza farsi troppe domande pur di fare carriera, avvocati difensori poco interessati perché poco pagati.
AFFARI SOCIALI
di Marta Serafini
Corriere della Sera, 25 novembre 2024 Il riconoscimento all’australiano John Braithwaite: “Investirò in borse di studio in Africa e in Ucraina”. John Braithwaite, professore emerito e fondatore di RegNet (Regulatory Institutions Network), ora School of Regulation and Global Governance (RegNet) presso l’Australian National University, racconta spesso una storia. Parla di una donna che smette di andare al mercato perché ogni volta ci incontra un negoziante che indossa l’orologio di suo figlio ucciso in guerra.
di Letizia Pezzali
Il Domani, 25 novembre 2024 L’uso di un linguaggio elaborato non nasce dal desiderio di rispettare la dignità del lavoro, ma da un bisogno di sentirsi moralmente superiori. Etichettarli zuccherosamente “lavori utili” rischia di confondere il problema: non è la natura del lavoro a essere sbagliata, ma il modo in cui valorizziamo il lavoro. Oggi mi occupo delle persone che pagano una donna delle pulizie, ma che non vogliono usare l’espressione “donna delle pulizie”. Questo nonostante la lavoratrice che pagano sia quasi sempre una donna e faccia le pulizie al posto loro, nel loro appartamento.
di Simona Musco
Il Dubbio, 25 novembre 2024 Nonostante aumenti la consapevolezza sul tema, l’emergenza non finisce. Il fenomeno così diventa sistemico. Novantasette donne uccise. Anche nel 2024, la violenza di genere non è passata di moda. Tanto che una donna su tre dichiara di averne subito almeno una volta nella propria vita. E mentre le facciate dei palazzi e le panchine si tingono di rosso e le piazze si riempiono di striscioni, il colore dell’indignazione sbiadisce, giorno dopo giorno. Ne è prova il fatto che per il 30 per cento dei giovani la gelosia è una dimostrazione d’amore, percentuale che sale al 45 per cento tra i 14-15enni, secondo la ricerca “Giovani Voci per Relazioni Libere”, condotta da Differenza Donna tra ragazzi e ragazze tra i 14 e i 21 anni.
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 25 novembre 2024 “Il femminicidio non è solo un omicidio, ma un atto di violenza di genere che ha profonde radici culturali e sociali. Utilizzare il termine corretto ci permette di comprendere meglio la complessità del fenomeno e di adottare misure più efficaci per prevenirlo”. Parte dalle parole Lucia Secchi Tarugi, avvocata e coordinatrice della Commissione pari opportunità del Consiglio nazionale forense. Che quest’anno, insieme alla Fondazione dell’avvocatura italiana e il Dubbio, ha promosso il concorso di cortometraggi “NO aMORE - Oltre il tunnel” per lanciare un messaggio positivo in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
di Luigi Bisignani
Il Tempo, 25 novembre 2024 Il piano B della premier sarebbe quello di trasformare gli hotspot in carceri per i 2.800 mafiosi albanesi reclusi in Italia. Sull’Albania: “Indietro tutta!” ma senza l’orchestra di Renzo Arbore. Stretta tra la magistratura ordinaria e quella contabile, Giorgia Meloni sta esplorando nuove strade, anche quella di trasformare gli hotspot albanesi in carceri per ospitare i detenuti affiliati alla “mafja shqiptare”, la mafia albanese, che in Italia sono circa 2.800. Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Napoli, ha avvertito: “La mafia del futuro, non solo in Italia ma anche in Europa, sarà quella albanese”.
di Giovanni M. Jacobazzi
Libero, 25 novembre 2024 La Corte di giustizia dell’Unione europea ha sospeso ogni decisione circa il destino dell’ormai celebre cittadino del Bangladesh a cui la Commissione territoriale di Bologna aveva negato qualche settimana fa la protezione internazionale. Il procedimento, da quanto si è appreso, è sospeso fino alla pronuncia di una sentenza su altre due cause pregiudiziali, pervenute da altri tribunali italiani su analoghe tematiche e che sono state così riunite. Ad aver proposto il rinvio pregiudiziale ai giudici del Lussemburgo nel caso del cittadino del Bangladesh era stata a fine ottobre la sezione immigrazione del Tribunale di Bologna.
di Alessandra Ghisleri
La Stampa, 25 novembre 2024 Oltre il 50% degli intervistati non è d’accordo con i tribunali che hanno sospeso i trasferimenti. Per il 45,5% si tratta di sentenze politiche contro il governo. L’indice di fiducia nei magistrati è al 31,2%. I conflitti tra magistratura e politica in Italia derivano da una tensione che si può definire storica tra i poteri dello Stato: da una parte la magistratura deve essere indipendente, dall’altra la politica ha un ruolo nelle nomine e nelle riforme. Una questione che, oltre a creare tensioni profonde tra il potere giudiziario e quello politico (esecutivo e legislativo), ha generato incertezza tra i cittadini e anche tra le istituzioni stesse, a cominciare dal Quirinale che, spesso, si è trovato coinvolto in pesanti conflitti che riguardavano le prerogative del governo e l’autonomia della magistratura.
di Massimo Cacciari
La Stampa, 25 novembre 2024 Ogni leader deve interpretare la volontà dell’opinione pubblica di porre fine ai massacri. La strada per l’armistizio: Ucraina sovrana e un modello Alto Adige per il Donbass. Il recente voto in Emilia-Romagna e Umbria significa più di un campanellino d’allarme per la caravella del governo Meloni. Secondo un’ottica meno minimalista esso andrebbe letto anzitutto dal precario cantiere del “campo largo” delle opposizioni. Che in regioni di tale consolidata partecipazione alla vita pubblica e di impegno politico si precipiti a un astensionismo superiore al 50%, con un crollo intorno al 20% rispetto alla precedente tornata, dovrebbe indurre tutti a qualche riflessione di lungo periodo.
di Tazio Brusasco
volerelaluna.it, 25 novembre 2024 Il carcere è, per la “società libera” un’isola sconosciuta: per disinteresse, per mancanza di informazioni da parte dei media, perché è una “istituzione totale” per eccellenza, priva di contatti con l’esterno. E poi perché, per i più, i suoi ospiti - i detenuti e le detenute - non meritano alcuna attenzione e anzi, dopo il loro ingresso in carcere, si dovrebbe semplicemente “buttare la chiave”. Neanche l’ormai interminabile sequenza di suicidi e di atti di autolesionismo basta a rompere l’isolamento di una realtà che accoglie e rinchiude, ogni giorno, 62.000 persone, in gran parte senza diritti e senza speranza.
DOCUMENTI
Articolo. "La criminalità minorile nel Diritto penale italiano", di Andrea Baiguera Altieri
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La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 25 novembre all'1 dicembre 2024
Convegno: "Un incontro per vedere oltre le sbarre" (Verona, 26 novembre 2024)
CARITAS-Migrantes: "Presentazione del XXXII Rapporto Immigrazione" (Padova, 3 dicembre 2024)
Incontro-dibattito: "Essere donne in carcere" (Brescia, 3 dicembre 2024)
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